Live 24! Union Ripa La Fenadora-Padova, -4: 349 biglietti staccati in prevendita

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) «Dobbiamo fare tabula rasa di ciò che è stato, e iniziare un minitorneo di tre partite in cui ci giocheremo tutto quanto». Dopo la pesante sconfitta contro i Biancoscudati Padova, Milan Grujic, una delle bandiere del Kras Repen, analizza la situazione attuale del sodalizio carsolino. Una situazione critica, molto critica, ma per fortuna ancora rimediabile. Di fatto, se il Kras dovesse vincere le prossime tre partite – ossia le ultime due di campionato, e il successivo spareggio – il team del presidente Goran Kocman, indipendentemente dagli altri risultati, sarebbe salvo. Il fatto di essere quindi padroni del proprio destino è il punto di forza di una squadra che non può mollare. «Domenica contro il Dro sarà la nostra ultima spiaggia – racconta Grujic -. Dopo quella partita potremmo non avere più occasione di dimostrare sul campo il nostro valore. Convinzione e sacrificio saranno gli ingredienti basilari per questo rush finale». Due giorni fa, a Padova, il Kras Repen sembrava tutta un’altra squadra rispetto a quella vista la domenica prima a Monrupino contro il Belluno. Perché un simile involuzione? «I Biancoscudati venivano dalla vittoria del campionato per cui erano consapevoli della loro forza, mentre noi ci siamo presentati nella situazione diametralmente opposta: dopo alcuni ottimi risultati abbiamo ricevuto qualche “schiaffo” alla nostra autostima. Il responso del campo è stato quello che nei valori si è visto», spiega il centrocampista di Sisak. Quella di Grujic è stata una stagione molto tribolata a causa del lungo infortunio che ne ha compromesso l’utilizzo per gran parte del torneo. «Ho sofferto molto l’idea di non poter contribuire alla causa, non ci ero abituato. Ora sono guarito, e da un paio di settimane risento nelle gambe quella brillantezza che mi permette di allenarmi bene e fare quello che la testa comanda». La presenza nell’undici titolare contro il Padova potrebbe essere il giusto viatico per rivedere quel giocatore che l’anno scorso ha fatto la differenza in campo? «Esserci è motivo di sprone e orgoglio per raggiungere il nostro obbiettivo, la salvezza. Voglio la serie D per me stesso, per la squadra e per la società». Convinzione e sacrificio: Grujic ha tracciato la giusta linea da seguire per il mese di maggio. Ora c’è da vedere se il resto dei componenti della squadra faranno altrettanto.

Ore 21.10 – (Trentino) La caccia alla salvezza diretta non è chiusa, anzi. Il morale è buono, la forma pure (anche se l’infermeria è affollata) e il pari ottenuto domenica davanti al pubblico amico contro il Legnago ha permesso al Dro di allungare la striscia di risultati positivi. Nelle ultime quattro partite la squadra di Stefano Manfioletti ha conquistato otto punti, frutto di due vittorie (contro Giorgione e Clodiense) e altrettanti pareggi (con Unione Triestina e, per l’appunto, Legnago) e, a 180 minuti dalla fine, i gialloverdi sono ancora in corsa per la permanenza diretta in categoria. Il Dro è attualmente quintultimo in classifica: il Giorgione, sestultimo, è distante un solo punto, mentre Fontanafredda e Tamai (che oggi sarebbero salve senza gli spareggi) sono a più quattro. Difficile raggiungere le due friulane (anche se, domenica prossima, il Fontanafredda sarà di scena al “Nereo Rocco” contro la Triestina che non può non vincere), ma la formazione trentina ha un’altra “arma” per raggiungere la salvezza diretta. Ovvero superare il Giorgione (il cui calendario non è impossibile, ma Montebelluna e Union Ripa La Fenadora sono comunque avversarie da prendere con le molle) e portare ad otto i punti di margine sul Kras Repen, terzultimo a meno cinque da Ischia e compagni. Vincendo le prossime due partite (la sfida diretta contro il Kras Repen e il match con la Sacilese), il Dro chiuderebbe sicuramente a più otto rispetto alla squadra carsolina e, a quel punto, tutto dipenderà dai risultati conseguiti dal Giorgione. Difficile, ma non impossibile. Anzi. Mister Manfioletti, si può fare? «Tutto si può fare – se la ride il tecnico droato – Scherzi a parte in questo momento non dobbiamo commettere l’errore di fare troppi conti. Non è una frase fatta: noi dobbiamo pensare solamente a vincere le prossime due gare, senza pensare al Giorgione, al Fontanafredda e alle altre squadre. Domenica, dopo il triplice fischio, faremo le prime valutazioni. E sarà così anche al termine della partita contro la Sacilese». Quello conquistato contro il Legnago è un buon punto? «Secondo me sì. Per due motivi: in primis perché ci ha permesso di allungare nei confronti del Kras Repen e, in caso di successo domenica prossima a Monrupino, ci ritroveremmo a più otto dai friulani, in secondo luogo perché ci permette di dare continuità ai risultati positivi conseguiti nelle precedenti tre partite. E, se devo dirla tutta, domenica abbiamo affrontato un’ottima squadra che, tra l’altro, è in grande forma in questo momento». Tredici pareggi in 32 partite sono tantissimi: sarebbero bastate un paio di vittorie in più per essere già salvi. Qualche rimpianto? «Non c’è dubbio che qualche punto l’abbiamo lasciato per strada, alcuni a causa di errori evitabili, altri per sfortuna o frutto di episodi, per così dire, controversi. Rimpianti, però, non dobbiamo averne: la squadra è cresciuta partita dopo partita, ce la siamo giocata ogni domenica, esprimendo anche un buon calcio, contro qualsiasi avversaria, Padova compreso. L’unica “imbarcata” che abbiamo subito è quella casalinga contro l’Arzignanochiampo, per il resto nessuno ci ha messo sotto e di questo dobbiamo andarne fieri».

Ore 20.50 – (Il Piccolo) Da due mesi in casa alabardata non funziona più il fattore Rocco: no, stavolta lo stadio e le partite casalinghe non c’entrano nulla, perché il caso riguarda invece il bomber monfalconese dal cognome prestigioso. Già, perché Daniele Rocco manca all’appuntamento con il gol ormai da due mesi e guarda caso il suo digiuno è coinciso con il calo di rendimento della squadra. Dopo aver fatto fuoco e fiamme da dicembre a febbraio, e aver realizzato 10 gol in 11 partite con un rendimento stratosferico, dopo la rete segnata al Giorgione il primo marzo il bomber si è fermato. E non è solamente una questione di gol che non arriva: nelle ultime settimane infatti Rocco è sembrato decisamente meno brillante anche sul piano del gioco e della vitalità offensiva, un calo per certi versi anche comprensibile dopo aver tirato la carretta e fatto reparto quasi da solo per tanto tempo. Fatto sta che Rocco non segna da 7 partite, e in questo periodo si è dimostrato anche troppo nervoso: non solo è arrivato alla squalifica scontata contro l’Union Pro, ma nelle ultime partite ha rimediato altri due cartellini gialli che ora lo mettono in serio pericolo diffida: deve assolutamente evitare un’ammonizione domenica contro il Fontanafredda altrimenti entrerebbe appunto in diffida e la possibile squalifica per i play-out sarebbe in agguato nell’ultima trasferta a Legnago. Ma cosa succede al bomber? Un po’ di comprensibile e fisiologico calo atletico, probabilmente, o uno di quei momenti che ogni tanto capitano agli attaccanti, quando va davvero tutto storto. Forse nelle ultime partite, dall’arrivo di Gagliardi, l’attaccante potrebbe non aver digerito il ruolo da esterno offensivo che il nuovo tecnico gli aveva riservato contro il Dro e a Tamai. Non è un caso infatti che Gagliardi contro il Mori l’abbia riproposto da punta centrale, dove Rocco è sembrato decisamente più efficace, tanto che lo stesso tecnico lo ha elogiato: «Di Rocco sono più che soddisfatto – ha detto Gagliardi – ha fatto passi in avanti rispetto alle ultime prestazioni, al di là del ruolo dove ha giocato. Ha bisogno di spazi e profondità ed è un ragazzo molto sensibile, in questo momento soffre anche il non fare gol. Ma in porta sta tirando e non manca di essere pericoloso: il giorno che farà gol si riprenderà, e magari lo farà quando conterà di più». Intanto, in vista della sfida casalinga di domenica contro il Fontanafredda, la Triestina dovrà fare a meno di Ventura, squalificato. Ma attenzione anche ai tanti diffidati, ovvero Manzo, Bedin, Celli e Arvia: per loro un ulteriore cartellino giallo significherebbe squalifica, cosa assolutamente da evitare l’ultima giornata quando la punizione verrebbe scontata nei play-out.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il pareggio conquistato tra le mura amiche contro l’Altovicentino consente ancora al Giorgione di mantenere intatte le speranze per evitare i playout, serviranno però due vittorie nelle ultime due partite ma la prestazione offerta contro i forti vicentini fa davvero sperare. La classifica vede ora i castellani a quota 35, sestultimi a tre lunghezze dal duo Tamai-Fontanafredda e con sei punti di vantaggio sulla terz’ultima, il Kras Repen. Le possibilità per una salvezza diretta della squadra del presidente Orfeo Antonello passano o attraverso l’aggancio di chi sta davanti o attraverso un distacco superiore ai sette punti sulla terzultima, quindi le possibilità ci sono e di questo ne è convinto anche Matteo Vigo, centrocampista arrivato nel mercato invernale e che nelle ultime gare è stato impiegato dal mister Antonio Paganin come centrale difensivo. Domenica scorsa Vigo è stato il migliore dei suoi. «Ho fatto e abbiamo fatto una bella partita – ha commentato il giocatore ex Montebelluna, Quinto e Cerea – peccato non aver conquistato i tre punti ma di fronte avevamo una grande squadra che in qualsiasi momento ti poteva punire. Nel primo tempo abbiamo anche cercato di vincere e le occasioni ci sono state, poi nella ripresa siamo stati più accorti cercando di non subire le loro ripartenze». Ancora una volta ti abbiamo visto come difensore. «Sì il mister mi ha chiesto di giocare come centrale difensivo viste anche le tante assenze avute in queste ultime gare. È un ruolo che ho già ricoperto l’anno scorso in Eccellenza e che comunque mi consente di esprimermi al meglio, finchè servo alla squadra in quel posto sono contento di poter dare il mio contributo». Ora mancano due partite, sei fiducioso per la salvezza diretta? «Possiamo evitare i playout. Non voglio fare calcoli o previsioni se servono due vittorie o meno ma voglio solo dire che la squadra è carica e ha voglia di fare l’impresa. Stiamo bene e penso lo si sia visto contro l’Altovicentino, domenica abbiamo il derby col Montebelluna e sappiamo che sarà una partita difficile ma sappiamo anche che abbiamo un obiettivo importante e che non vogliamo mancare». Come affrontare la tua ex squadra? «Giocando come sappiamo e come abbiamo dimostrato di fare in tante partite, senza pensare alla classifica ma col solo obiettivo di conquistare la vittoria. Loro potrebbero essere rilassati dalla salvezza già raggiunta ma non sarà così perché il derby è sempre il derby».

Ore 20.10 – (Tribuna di Treviso) Terzo risultato utile consecutivo per il Giorgione: non accadeva dallo scorso ottobre. Partiamo da questo per analizzare, insieme a mister Paganin, la condizione del gruppo impegnato nello sprint salvezza. Lo 0-0 con la vicecapolista Altovicentino ha permesso ai castellani di mantenere il sestultimo posto, quando mancano 2 gare al termine. È una posizione difficilmente migliorabile: Tamai e Fontanafredda (a +3 sul Giorgione) non solo hanno gli scontri diretti a favore, ma in uno degli ultimi turni affronteranno rispettivamente Mezzocorona e Mori, già retrocesse. Per evitare i playout, al Giorgione non resta che chiudere sestultimo con almeno 8 punti di vantaggio sulla terzultima. Saranno quindi decisive le prossime due sfide contro Montebelluna e Ripa Fenadora: il Giorgione come ci arriva? «Nelle ultime gare abbiamo concesso poco agli avversari», osserva Paganin, «Grazie al recupero degli infortunati, che permette di avere più scelte, la squadra è cresciuta dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto mentale, che è la cosa più importante». Analizziamo la griglia playout: Giorgione 35 punti, Dro 34, Triestina 31, Kras 29. «Il Dro è una compagine particolare, forse la più vecchia insieme al Padova. Costruisce le sue fortune sulla fisicità, gioca sotto ritmo e ti impedisce di giocare bene. La Triestina ha blasone e nel ritorno si è rinforzata, ma in totale ha vinto solo cinque volte. Tende a pareggiare spesso: ricordiamoci che ai playout, chi è meglio piazzato e gioca in casa avrà due risultati utili su tre per salvarsi. È un avversario da evitare. Il Kras sembra invece la formazione più in difficoltà, sia per risultati che per calendario: domenica sarà fondamentale Kras-Dro. Facciamo fede al discorso del +8 sulla terzultima, è uno spiraglio che si è aperto e vogliamo percorrerlo. O almeno puntiamo al miglior piazzamento possibile nella griglia playout, in modo da sfruttare il fattore campo e i due risultati disponibili nell’eventuale spareggio». Chiuderete il campionato a Montebelluna e all’Ostani con il Ripa Fenadora, due club già salvi, però il derby è il derby. «Tanto di cappello al Montebelluna e al loro tecnico per la salvezza anticipata, raggiunta con un gruppo molto giovane. Giocano a viso aperto come noi, il pubblico si divertirà. Anche il Ripa Fenadora è già salvo ma nel calcio non c’è nulla di scontato, vedi Parma-Juventus o Lazio-Chievo».

Ore 19.50 – Domani sera alle 19.30 Marco Bergamin e Edoardo Bonetto parteciperanno alla Run for Parkinson’s, corsa non competitiva con raccolta fondi a favore della ricerca, organizzata a Padova dalla onlus Gr.Vol.Park. Partenza da Piazza Portello alle 20.00

Ore 19.25 – Union Ripa La Fenadora-Padova: 349 biglietti staccati nel primo giorno di prevendita.

Ore 19.00 – Giudice sportivo: un turno di squalifica per Nicola Petrilli (Padova) e Marco Dassié (Union Ripa La Fenadora).

Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) «Fatica e sudore, momenti difficili sia dal punto di vista sportivo ed emotivo, non è stato facile ma il risultato è stato raggiunto». Con la salvezza conquistata a due giornate dalla fine del campionato, Gianmarco Brotto tira le somme di una stagione «di alti e bassi, di gioie e di sofferenze ma che alla fine ha portato al raggiungimento dell’obiettivo». Lo ha fatto anche sui social network: «Mi sono sentito di ringraziare le persone che meritano di essere ringraziate», precisa. Nello specifico: «Grazie ai miei compagni di squadra perché dei ragazzi e degli uomini così raramente si incontrano e perché la vera Union sono loro, grazie agli allenatori e alle persone che ci sono state vicine, grazie al ds per aver fatto una squadra così e fatto anche da psicologo». Su facebook anche una frecciata. «Mando un sorriso a tutti quelli che hanno sperato che non ce la facessimo o che non lo volevano fino in fondo. Li ringrazio perché ora sto godendo ancora di più». Va bene così. «Tutte le stagioni sono fatte di difficoltà, questa ha avuto le sue però siamo stati bravi a rimanere uniti, a stare insieme e volere il bene dell’Union. Alla fine la stagione è andata come doveva andare. Qualcuno potrà dire che eravamo partiti per fare i play-off, però la realtà dei fatti è che a dicembre sono andati via due giocatori importanti (il terzino Salvadori e l’attaccante Moresco) e quindi credo che sia stato raggiunto l’obiettivo in maniera più che soddisfacente». Futuro aperto. «È presto», dice Gianmarco Brotto riguardo a dove giocherà la prossima stagione. «Non so cosa succederà, c’è ancora molto tempo e tante opzioni. Non so e non ci voglio neanche pensare in questo momento. Penso a godermi le settimane che avrò ancora con i miei compagni per divertirmi, allenarmi serenamente e stare insieme». Arriva il Padova. Sfida affascinante e di prestigio domenica per il Ripa Fenadora, che giocherà contro il Padova allo stadio Zugni Tauro di Feltre. Con i Biancoscudati vincitori del campionato e i neroverdi salvi, sarà una festa per tutti: «Sarà una bella partita, una festa e un’occasione per stare tutti insieme. Ci sarà tanta gente», commenta il bomber dell’Union. «Cercheremo di fare una buona gara e di non sfigurare, mettendo in campo quello che sappiamo fare. Lotteremo per fare bene e senza l’ansia e la pressione di dover fare per forza risultato, probabilmente le cose vengono più facili e possiamo anche giocare meglio». Non una partita come le altre. «Giocare contro il Padova sarà particolare e anche per tutta la gente di Feltre avrà un certo fascino», osserva Gianmarco Brotto. «È un motivo di festa. Bisogna essere contenti che l’Union porti una società come il Padova a giocare da noi».

Ore 18.00 – (Corriere delle Alpi) Caccia al nuovo presidente del Belluno. È in scadenza il mandato del numero uno di Piazzale della Resistenza Livio Gallio e le strade portano ad un solo nome, quello di Gianpietro Perissinotto. Prima di Gallio era toccato a Sergio Carbonari e Sergio Barzon. Una rotazione quasi naturale. Ma Perissinotto non ha ancora ricoperto questa carica e non è detto che accetti. Le novità in società però non finiscono qui. Come già annunciato da diverse settimane Antonio Tormen non sarà più il responsabile del settore giovanile del Belluno. L’ormai ex dirigente lo ha comunicato ieri pomeriggio con un post su facebook. «Con la conclusione dei principali campionati giovanili, Allievi e Giovanissimi Elite, termina anche il mio impegno – scrive Tormen – decisione presa da tempo, consensualmente, in accordo e sintonia con la società. È stata un’annata molto buona, piena di soddisfazioni sportive e non, con i nostri ragazzi protagonisti in campionato, nelle rappresentative e in prima Squadra (tre gli Allievi 1998 che hanno debuttato in serie D). Ringrazio sinceramente tutti quelli che hanno collaborato con me: allenatori, preparatori, collaboratori nei vari settori, nessuno escluso. È stata una buona collaborazione, con sintonia, crescita, rispetto dei ruoli. Un grande in bocca al lupo a tutti i ragazzi, e non solo per quanto riguarda le vicende calcistiche, ma soprattutto per la vita quotidiana. Grazie a tutti». Il futuro di Antonio Tormen resta incerto, anche se il suo nome è stato accostato più volte a quello del Ripa Fenadora, che sembra aver rotto con il suo attuale direttore sportivo Alberto Faoro. Al Belluno, invece, la soluzione per sostituire Tormen in dirigenza sarà tutta interna e la carica verrà assegnata da Ivan Da Riz, l’attuale vice di Roberto Vecchiato. L’ex giocatore della Feltrese ha smesso di giocare nel maggio del 2014 e ha accettato la proposta di lavorare al fianco del tecnico gialloblù. Da Riz ,però, non sarà da solo a sostenere il peso dell’intero settore giovanile. Insieme a lui, con una carica ancora da definire, dovrebbe esserci Moreno Della Vecchia che in questi ultimi anni ha collaborato con la società gialloblù come osservatore delle avversarie per il Belluno. Durante la stagione Moreno Della Vecchia è stato impegnato come mister dei Coi de Pera, squadra gestita dalla sua famiglia, fino al ritorno sulla panchina di Dario De Biasi. Sommacal squalificato. Per il match di domenica contro l’Union Pro il difensore centrale bellunese dovrà guardare i compagni dalla tribuna. Uno tra Giovanni Pescosta e Andrea Di Bari si scalda per prendere il suo posto. Dopo il derby entra in diffida Simone Bertagno.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Infortuni e squalifiche, a salvezza acquisita il Venezia perde i pezzi. In vista della Pro Patria aumentano i problemi per il tecnico Michele Serena: dopodomani infatti al Penzo – ore 15, biglietti a 2 euro in prevendita e allo stadio – salteranno l’ultima uscita casalinga gli attaccanti Greco e Raimondi (squalificati), il trequartista Bellazzini e il terzino Sales (problemi muscolari e alla caviglia). Contro l’undici di Busto Arsizio, in piena corsa per evitare la retrocessione, in difesa a sinistra l’unica opzione è Dell’Andrea (pure Peccarisi è alle prese con una botta al quadricipite), a centrocampo Espinal e Scialpi (assenti nel ko con la Torres) hanno smaltito l’influenza ma potrebbe debuttare, almeno in corsa, il ghanese Hottor. In avanti Guerra e Magnaghi con Varano. In panchina tornerà a sedere mister Serena dopo il turno di stop, ma il Giudice ha fermato per due gare il vice Davide Zanon «per comportamento offensivo verso l’arbitro». La Pro Patria ritroverà il difensore Taino. Venerdì al termine della gara scenderanno in campo (ore 17.30) gli Allievi regionali arancioneroverdi contro i pari età dell’Eurocalcio, nell’ultima giornata del girone A già vinto dai giovani allenati da Andrea Turato. Al Penzo la Curva Sud raccoglierà fondi per sostenere «Insieme per Christian», progetto solidale che sta unendo gli ultras di tutta Italia: l’obiettivo è aiutare ïl bambino toscano di 2 anni e mezzo bisognoso di cure nella sua lotta contro una rara malattia degenerativa.

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Neppure la salvezza conquistata sabato ha sciolto il «gelo» che permane sull’asse Venezia-Mosca. Non che in sede arancioneroverde ci si attendesse messaggi trionfalistici, ma almeno un cenno sarebbe stato gradito. Invece il presidente Yuri Korablin continua a rimanere in silenzio e in laguna tutto resta fermo. «Questo sarebbe il momento buono per sistemare le cose e gettare le basi per la prossima stagione — osserva il dg Dante Scibilia — e invece ogni giorno che passa diventa sempre più costoso ripartire. Se inizi per tempo, infatti, hai più opportunità, mentre se parti in ritardo devi rincorrere». La stagione non è chiusa, né sul piano sportivo visto che mancano ancora due partite e dopodomani si gioca al Penzo con la Pro Patria, né sul piano finanziario. Ci sono le prossime scadenze da osservare, per quanto riguarda stipendi e contributi, ma ci sono tutti gli oneri pregressi da saldare, come aveva spiegato lo stesso Korablin nella sua fugace apparizione veneziana di febbraio. E poi c’è il futuro da programmare, anche in questo caso con obblighi finanziari ben precisi per l’iscrizione, ma anche con un budget in modo che la dirigenza possa iniziare a costruire la prossima annata. «Vorremo conoscere le prospettive, ma vorremmo anche che non si trattasse solo di comunicazioni astratte. Serve concretezza, per lavorare con serenità». Non che ci sia, almeno per il momento, preoccupazione sulle intenzioni future della proprietà russa, ma in casa arancioneroverde si chiederebbe un po’ di chiarezza. Possibilmente con versamenti puntuali sul conto corrente. Sul piano sportivo, dopo la squalifica di mister Serena una settimana fa, stavolta tocca al vice Davide Zanon, punito con due turni di stop. Una giornata per Raimondi e Greco. Intanto il Novara torna in corsa per la promozione diretta, grazie al ricorso contro la penalizzazione di 8 punti, ridotta a 3: ora l’ex capolista è tornata a 68 punti, a due lunghezze dal Bassano.

Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) Davide Zanon, vice-Serena a Sassari espulso nei minuti di recupero, è stato squalificato per due giornate “per comportamento offensivo verso l’arbitro durante la gara”. Torna, comunque, Michele Serena, puntuale anche la squalifica per Greco e Raimondi. Venerdì Venezia in campo con la Pro Patria, ultima stagionale al Penzo, ma l’occhio è già rivolto alla prossima stagione. «Korablin? Nessun segnale da Mosca» avverte il direttore generale Dante Scibilia, «e questo non né un bene né un male, ma solo il modo di comportarsi del presidente. Viviamo alla giornata, come sempre, ma questo è il momento di programmare la prossima stagione, il tempo c’è, Korablin lo sa e ne è consapevole. Ogni giorno che passa diminuiscono le probabilità di programmare e aumentano i costi. Anche perché questo gruppo non è da rifondare, sono state gettate le fondamenta su cui poter lavorare». Sono solo due i giocatori sotto contratto anche per la prossima stagione, Legati e Raimondi. Due mesi per le scadenze relative all’iscrizione, ma entro il 16 giugno dovranno essere effettuati i pagamenti relativi ai mesi di marzo e aprile, oltre a saldare le pendenze, in concreto o chiedendo una rateizzazione, che sono costate i tre punti di penalizzazione prima del 30 giugno. «La squadra ha dovuto assestarsi, trovare gli equilibri e non è un caso se sta finendo la stagione in crescita. Ripartendo da un gruppo di giocatori si può fare bene. La stima che ho di De Franceschi, Serena e del suo staff è fuori discussione. Sul campo tutti hanno dimostrato grande professionalità, come tutti quelli che hanno lavorato per il Venezia». Un gruppo da riconfermare subito con un programma concreto, da realizzare in tempi rapidi e non arrivando sempre con l’acqua alla gola e una squadra da ricostruire da zero. «Io posso avere le mie idee» spiega Scibilia, «ma si sa che l’ultima parola è del presidente». L’assenza di Greco e di Raimondi potrebbe spingere Serena a puntare su Magnaghi fin dal primo minuto con Guerra al fianco. Venezia-Pro Patria sarà diretta da Stefano Giovani di Grosseto.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Continua la preparazione del Real Vicenza in vista della partita di venerdì 1 maggio contro il Pordenone. Buone nuove arrivano dal giudice sportivo che non castiga nessuno dei biancorossi se non Piccinni: per lui scatta la diffida, ma sarà a disposizione di Marcolini contro i friulani. Cattive notizie invece dal campo: ancora in recupero Matteo Solini che si sta allenando a parte. Mentre è malconcio Carlo Caporali dopo la botta alla caviglia destra subìta sabato scorso nella partita contro il Mantova. Difficile il suo recupero. E ancora una volta allarme per Dario Polverini: il pilastro centrale della difesa vicentina rischia un altro stop per un problema alla caviglia sinistra. Nella giornata di ieri il difensore si è sottoposto ad esami e nei prossimi giorni saranno valutate con attenzione le sue condizioni. Continua quindi anche il periodo non proprio fortunato del Real Vicenza. Al Menti venerdì si vuole tornare al successo, ma davanti Tomei e compagni si troveranno il Pordenone, una formazione forte del pareggio ottenuto contro la corazzata Novara e di un periodo tutto sommato positivo, che ha permesso ai neroverdi di scrollarsi di dosso l´ultima, scomoda, posizione che attualmente è occupata dall´AlbinoLeffe. Ma lo spettro della retrocessione diretta sta ancora alle calcagna della squadra di Rossitto che con soli due punti di vantaggio sugli orobici non può dormire sonni tranquilli. Neanche a dirlo, la vittoria contro il Real sarebbe un passetto in più verso i playout che, in caso di sconfitta dei bergamaschi, sarebbero matematici. Ma i friulani dovranno rinunciare a Sasa Bjelanovic, che al Menti sarebbe stato di casa vista il suo passato in biancorosso (dal 2000 al 2008, 74 presenze e 20 gol con il Vicenza), e Riccardo Fissore, doppio ex sia del Real che del Vicenza, messi fuori gioco dal giudice sportivo. E i numeri in trasferta del Pordenone lasciano buone speranze alla squadra di Marcolini: otto i punti guadagnati fuori casa con due vittorie e altrettanti pareggi. Certo è che i numeri, arrivati a questo punto, poco contano. Quello di cui ha bisogno il Real è il successo che riporti entusiasmo e fiducia nelle file biancorosse in questo finale di stagione decisamente in salita. Attenzione però che il Menti potrebbe trasformarsi in un covo neroverde: dopo l´exploit di tifosi di sabato al Bottecchia (1200), la società friulana ha organizzato pullman gratuiti per i sostenitori del Pordenone per Vicenza. Ad arbitrare la partita tra Real e Pordenone sarà Pelagatti della sezione di Arezzo, assieme a Sgheiz e Bandettini.

Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella “Under” contro “Over”, in porta nelle due squadre Petrilli e Pittarello.

Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro misto col pallone e senza per i Biancoscudati.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nuovo ribaltone a due giornate dalla fine del campionato di Lega Pro. La Corte federale modifica il verdetto emesso in primo grado dal Tribunale federale nazionale e la classifica in vetta al girone A cambia ancora. Il Novara si vede restituiti cinque degli otto punti di penalizzazione e a 180 minuti dal termine della stagione regolare i piemontesi rientrano in piena regola nella lotta per la serie B diretta. Spettatore interessato, il Bassano di Renzo Rosso, ancora primo ma con un vantaggio ridotto a due punti proprio sul Novara. «Per noi cambia poco – spiega il dg Werner Seeber – dovevamo vincere a Monza e col Feralpi prima e dovremo farlo anche adesso. Non abbiamo particolari commenti da fare, se non che è assurdo che tutto questo accada a due giornate dalla fine». La nuova classifica del girone A, a due giornate dalla fine, vede il Bassano ancora in testa a 70 punti, mentre il Novara balza da 63 a 68 punti, scavalcando il Pavia a 67. Venerdì 1 maggio il calendario propone: Monza-Bassano, Novara-Arezzo e Como-Pavia. Sconcerto, ovviamente, fra i tifosi giallorossi, che non si aspettavano uno «sconto» di queste proporzioni con un finale di stagione regolare ancora appeso a un filo, così come la promozione in serie B senza passare attraverso i playoff.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Eccolo il paventato maxisconto al Novara. Ieri sera la Corte d´Appello Federale ha ridotto da 8 a 3 punti la penalizzazione del Novara che quindi sale in classifica al secondo posto a quota 68, a sole due lunghezze dal Bassano, obbligato perciò a vincere entrambe le partite che restano a Monza e in casa col Feralpi il 10 maggio per centrare una storica promozione in B. Senza contare che il Novara con ogni probabilità ricorrerà anche al terzo e ultimo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del Coni, per cercare di assottigliare ulteriormente la pena. Il Collegio del Coni indicativamente dovrebbe esprimersi mercoledì 13 maggio, 3 giorni dopo il termine dei campionati e prima della partenza dei playoff. Ieri pomeriggio a Roma le udienze erano cominciate alle 13.30 con mezz´ora di ritardo sulla tabella di marcia. Per primi sono stati ascoltati dai giudizi il presidente del Novara, Massimo De Salvo e il legale del club Cesare Di Cintio. L´audizione del Novara si è protratta sino alle 14.20, quindi è toccato alla Reggina, al presidente Lillo Foti e all´avvocato del sodalizio calabrese, Panuccio, che sono entrati in aula alle 14.45 e ne sono usciti alle 15.05 con un´arringa di soli 20 minuti. La Reggina si è vista togliere addirittura 10 punti, da -12 a -2. Quindi, pochi minuti dopo la Corte si è riunita in camera di consiglio per pronunciare il verdetto. Giunto poi attorno alle 19.20. Intanto sta salendo la febbre in città per la trasferta di Monza di venerdì alle 15: Fedelissimi e Boys stanno provvedendo a organizzare diversi pullman per accontentare le richieste dei tifosi, pure se non è facile reperire bus nel giorno della festa del lavoro. A dirigere Monza-Bassano è stato designato Niccolò Baroni di Firenze, alla prima direzione coi giallorossi, coadiuvato dal siciliano (di Sala Consilina) Manuel Robilotta e dal bergamasco Francesco Semperboni. Ieri il Giudice Sportivo, dopo il Monza, ha colpito forte anche il Pavia, principale avversario dei virtussini nella corsa alla B. Gli uomini di Maspero si presenteranno a Como senza il difensore Cardin, il portiere Facchin e il centrocampista offensivo Marchi, tutti e tre appiedati per un turno. Tre stoppati anche nel Novara: Bergamelli, Buzzegoli e Garofalo che salteranno il duello interno con l´Arezzo.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La sconfitta che non ti aspetti. Quella meno pronosticabile, contro un avversario quasi spacciato e che ha trovato nell’orgoglio la forza per superare un Vicenza apparso stranamente sottotono. Turno di mezza settimana aspro come il limone per i biancorossi di Pasquale Marino, che ieri sera sono stati sconfitti 3-0 dal Brescia, squadra penultima in classifica e che grazie a questo successo resta ancora aggrappata con un filo sottilissimo alla serie B. Ci si aspettava un nuovo sorpasso al Bologna, vittorioso lunedì nell’anticipo con il Catania, per continuare a tenere la seconda posizione per la A diretta. E invece è maturata una sconfitta che fa retrocedere i biancorossi al quarto posto in classifica, superati anche dal Frosinone vittorioso a Terni. Con il Carpi a festeggiare la storica promozione in serie A, l’unico pass rimasto per l’accesso diretto alla massima serie è il secondo posto che, c’è da scommetterci, vicentini, emiliani e ciociari si giocheranno fino all’ultimo minuto delle quattro giornate che mancano alla conclusione del torneo. Moretti e compagni possono leccarsi le ferite, per un march giocato senza mordente. Nemmeno il tempo di prendere posto in tribuna che il Vicenza prova a piazzare la zampata: Arcari è costretto al miracolo, levando dall’incrocio una girata di testa di Cocco. Il Brescia non ci sta e appena si affaccia in avanti colpisce. Al 7’ Benali recupera palla su Sbrissa, innesca Sestu che vede Andrea Caracciolo tutto libero e gli confeziona un cross millimetrico che l’airone deve solo depositare in rete. La doccia fredda per il Vicenza si fa sentire e nonostante i sei calci d’angolo battuti nel primo quarto d’ora la squadra fatica a trovare soluzioni offensive. Anzi, prima della mezzora, succede quello che nemmeno i più abili cultori dei pronostici potevano immaginare: Benali riceve palla al limite dell’area, si beve con un’accelerata Brighenti e fa partire un diagonale che trafigge per la seconda volta Vigorito. Il Vicenza non c’è e sul finale di frazione rischia la capitolazione, con l’estremo difensore che salva la porta dalla terza rete con un’uscita bassa ancora su Benali. Dopo l’intervallo Marino lascia Sbrissa negli spogliatoi, mandando Vita in campo, ma è tutto il Vicenza a non girare. L’esempio? Le giocate degne di nota sono sui piedi di Giacomelli, che prima al volo e a porta vuota mette a lato da buona posizione, poi dal limite lambisce il palo. I biancorossi sembrano svegliarsi, ma il Brescia è furbo a spezzettare il gioco che per almeno quindici minuti è quasi nullo. Il cronometro scorre e l’unico biancorosso a crederci è ancora Giacomelli, che si fa neutralizzare da Arcari un esterno da pochi passi. Marino si innervosisce e viene espulso, la difesa delle Rondinelle crea un fortino e ben oltre lo scadere ancora Andrea Caracciolo trova il pallonetto del 3-0 che chiude i giochi prima dell’espulsione di Ragusa.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Bastoni e sassi e tanta paura. E, purtroppo, c´è anche un ragazzino di dodici anni ferito nel dopopartita terribile di Brescia, la notte dell´agguato. Vittime alcuni gruppi di tifosi vicentini i cui pullman sono stati presi d´assalto da una quarantina di ultras bresciani a volto coperto quando erano già sulla via del ritorno. Anzi, a poche centinaia di metri dallo stadio Rigamonti. LA TRAPPOLA. La trappola è scattata intorno alle 23.30, in tangenziale, quando all´altezza di una rotatoria vicino al aMercato ortofrutticolo, dal buio sono usciti i supporter bresciani, lanciando bengala sulla strada, avvicinandosi alla piccola colonna di sette pullman vicentini brandendo bastoni e lanciando sassi. Un assalto in piena regola. LA PAURA. «È stato un vero e proprio agguato», racconta Cristian Lotto, uno dei responsabili del Club Euforia biancorossa di Alte Ceccato. Al telefono la sua voce è stanca e anche allarmata. La colonna sonora di sottofondo è fatta di rumori e confusione, la linea va e viene a intermittenza. «La scena è stata allucinante – aggiunge Gianluca Peripoli, vice sindaco di Montecchio Maggiore -, non scorderò mai la vista della mazza sul sedile vicino. È stato un attacco premeditato che con lo sport non ha nulla a che vedere». FERITI. Ecco allora che questa ennesima brutta pagina legata al calcio si arricchisce in poco tempo di vetri e parabrezza infranti, urla, sirene, insulti e violenza. Un vicentino di dodici anni di Montecchio Maggiore che era in trasferta accompagnato dal padre e dal fratello maggiore resta ferito dalle schegge ed è subito accompagnato in ospedale. Lievemente ferito a una mano anche Emanuele Arena, vice presidente del Centro di coordinamento dei club biancorossi. «Non c´è solo dolore fisico, ma soprattutto il dolore di questo gesto. Questi (i bresciani, ndr) erano proprio cattivi. Non ho mai visto una cosa del genere». TESTIMONIANZE. Sconcertato anche l´assessore alla Mobilità di Vicenza Antonio Dalla Pozza: «È successo tutto nel giro di pochissimi minuti. Hanno colpito il corpo centrale della colonna, quello lontano dalla scorta delle forze dell´ordine». «Stiamo tornando a casa con i pullman danneggiati, con i parabrezza rotti – racconta raggiunto telefonicamente -. Almeno due pullman di quelli che sono stati coinvolti, sono rimasti a Brescia perché troppo compromessi per muoversi sulla strada». FERMI. Intanto, a tarda notte, mentre le notizie corrono veloci e ancora frammentate, e si apprende che le forze dell´ordine avrebbero fermato una decina di persone responsabili dell´agguato e che tra i feriti ci sia anche un poliziotto, tra i tifosi biancorossi che lì c´erano monta lo scontento. «È stato sottovalutato il percorso della sicurezza», dice qualcuno. «È ridicolo che a Cittadella ci sequestrino i palloncini e qui si renda possibile una guerriglia urbana». Già. E pensare che doveva essere solo una festa per gli olte mille tifosi e amanti delo sport.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Anche Nicolò Brighenti, di solito tra i migliori in campo, è stato vittima di una serata non buona ed egli stesso ammette con onestà: «Non abbiamo messo in campo la solita prestazione, ma dobbiamo recuperare in fretta le energie, perchè sabato ci aspetta una gara fondamentale». Avete lasciato troppi spazi agli avversari che li hanno saputi sfruttare. «Uno degli errori fatti è stato che dopo aver preso il gol ci siamo fatti prendere dalla frenesia e ci siamo buttati in avanti prendendo qualche ripartenza di troppo, di sicuro ci servirà di lezione per questo finale di campionato». C´è il rischio del contraccolpo psicologico? «Non credo perchè sapevamo che da qui alla fine la classifica sarebbe potuta cambiare, noi dobbiamo andare avanti con la solita determinazione e quanto avvenuto qui a Brescia non deve pregiudicare il nostro cammino, da qui alla fine dovremo cercare di fare più punti possibile». Sabato di nuovo in campo, arriva l´Entella che si gioca la salvezza, insomma un´altra battaglia. «Sì, sarà un´altra battaglia e noi a partire da domani (oggi per chi legge) cominceremo a prepararla al meglio, perchè dobbiamo vincere a tutti i costi». Forse mai come adesso conteranno volontà e determinazione. «Si è sempre parlato della forza del nostro gruppo, ora dobbiamo dimostrare che appunto ci siamo perchè ci aspettano quattro finali».

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Una pessima serata, da dimenticare in fretta. Il Vicenza è caduto pesantemente a Brescia, e adesso dovrà dimostrare di avere la maturità necessaria per assorbire senza contraccolpi il brutto passo falso. In una situazione così sarà molto importante per il gruppo l´esperienza di un giocatore come Thomas Manfredini. Come si spiega la prova negativa di tutta la squadra? «Non ci sono molte spiegazioni da dare. La verità è che non siamo stati i soliti, non saprei dire perché – risponde Manfredini – visto che fortunatamente è la prima volta che capita da quando sono qui. Peccato sia successo in un momento così importante della stagione, ma il campionato non era finito sabato scorso e non è finito adesso, quindi voltiamo subito pagina e pensiamo a ripartire come sappiamo contro l´Entella». Che cosa è mancato più di tutto al Vicenza? «È stato tutto troppo brutto per essere vero. Non avevamo la solita rabbia, la determinazione che ci ha portati fino a qui: i nostri avversari arrivavano primi sul pallone ed avevano più cattiveria di noi. Da questo punto di vista, deve essere una batosta utile, perché in serie B se non rimani sempre umile e concentrato puoi andare incontro a brutte sorprese». Anche la direzione arbitrale non è sembrata delle migliori. «Ma è inutile attaccarci agli episodi. Magari a volte gli arbitri potrebbero usare più buon senso ed evitare di creare inutili tensioni, però non è per questo che abbiamo perso la partita. È stata una serata negativa. Io comunque continuo a credere nelle risorse di questo gruppo, e sono convinto che daremo il massimo nelle quattro partite che ci aspettano senza farci condizionare da questa sconfitta. Come si dice in questi casi, domani è un altro giorno». Lei deve gestire un´infiammazione al piede. Come va? «Dopo la partita mi fa male, staremo a vedere nei prossimi giorni».

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Serata no per il Vicenza che scivola dal secondo al quarto posto. Pesante il ko subìto a Brescia anche per gli strascichi: vedi l´espulsione del tecnico Marino e di Ragusa. L´allenatore biancorosso a fine partita contiene l´arrabbiatura ma precisa subito: «La strada il Brescia se l´è trovata spianata per quella palla persa, ma nell´occasione magari c´era pure fallo su Sbrissa, però è altrettanto vero che noi non siamo stati quelli di sempre, la prestazione è stata al di sotto delle nostre potenzialità; quando si perde 3-0 c´è poco da dire, dobbiamo riavvolgere tutto e pensare alla prossima partita, certo analizzeremo come mai si sono sbagliate tante cose». Finale molto teso: lei è stato allontanato dal campo e poi c´è stata l´espulsione di Ragusa, insomma l´arbitro ci ha messo del suo. «Mica solo nel finale. Stabilito che abbiamo perso per nostro demerito è anche vero che il direttore di gara ha commesso tanti errori e spesso tutti dalla nostra parte». Ma lei perchè è stato allontanato dal campo? «Perchè ho imprecato facendo notare che nel secondo tempo si era giocato 3´ visto che quelli del Brescia si buttavano sempre a terra, ma allora ce lo dicano, ci mettiamo la museruola e la chiudiamo lì visto che non si può dire nulla. Per non parlare dell´espulsione di Ragusa: ho visto l´azione bene perchè ero già in tribuna e in linea…». Bisogna girare pagina. «Esatto, dobbiamo reagire subito perchè è vero che stavolta la prestazione non è stata positiva, però io devo solo ringraziare i ragazzi per quanto stanno facendo, un passo falso ci può stare, l´importante è far tesoro dell´errore e ripartire». C´è il pericolo di un contraccolpo psicologico? «Ai ragazzi nello spogliatoio ho detto: i forti sono quelli che cadono ma che poi sanno rialzarsi subito, non quelli che non cadono mai.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Pota, che mazzata. Tre gol contro una squadra che ha un piede in Lega Pro, serie positiva che si interrompe dopo un pareggio e tre vittorie di fila per uno a zero, secondo posto che in 24 ore si trasforma in quarto. È davvero un martedì nero quello del Vicenza, battuto senza attenuanti al termine di una gara da archiviare al più presto. Il Brescia non vinceva in casa dal 31 gennaio (3-0 alla Virtus Entella, che sabato sarà al Menti): anche questo aiuta a dare l´idea della serataccia dei biancorossi. Tremenda la trasformazione della squadra vista al Rigamonti. Il Vicenza ha cominciato male e ha finito peggio. Ha commesso errori imperdonabili dietro, ha costruito poco o nulla e davanti non è stato in grado di pungere. Niente, ma proprio niente è andato per il verso giusto. E in uno stadio ostile come pochi (con gli avversari, ma anche con gli addetti ai lavori e con i propri, chiamiamoli così, beniamini) si consuma una serata tanto, troppo buia. In questo clima decisamente complicato hanno vissuto qualche momento di tensione anche alcuni dirigenti biancorossi, che a fine gara sono stati insultati e canzonati da tifosi che non si sa bene perché stessero lì. Ora, prima di parlare degli errori commessi ieri, è utile mettere in evidenza l´errore da evitare: fasciarsi la testa. Perchè non è rotta. Perchè la conclusione del campionato non è dietro l´angolo. Perchè alle porte c´è un bel Frosinone-Bologna. Perchè se si servono tre bicchieri di vino che fa schifo non è detto che la festa sia per forza brutta. Già, perchè non bisogna dimenticarsi da dove si viene e quanto si è fatto sinora. A Vicenza, dopo una cavalcata straordinaria (comunque vada a finire) si vive un momento magico di esaltazione collettiva. Quello che, per dirne una, ha fatto sì che in tre ore si vendessero tutti i biglietti della Sud per la partita di sabato con l´Entella. Ecco, tutto questo non è finito. Magari s´è interrotto, ma sabato fa presto ad arrivare… L´hanno capito i circa mille tifosi biancorossi presenti a Brescia, che a fine gara hanno comunque applaudito la squadra. E sarà utile che lo capiscano tutti. Guai, insomma, a buttar via il bambino assieme all´acqua sporca. Ma ora è il caso di capire perchè il bambino ieri sera ha fatto i capricci. La partenza non è neanche delle peggiori: collezione (inutile) di calci d´angolo, grande occasione per Cocco, sensazione che comunque in qualche modo prima o poi… E invece no. Non stavolta, almeno. Nelle ultime gare, a dire il vero, qualche segnale poco confortante era giunto: vittorie sempre di misura, a tratti più sofferte del lecito. E alla fine il conto è arrivato. Presentato, tra il 7´ e il 24´, da Andrea Caracciolo e Benali. Dietro si sbaglia, davanti non si punge, in mezzo si è in balìa del vento. Sbrissa è un pesciolino fuor d´acqua, Di Gennaro e Moretti non lasciano il segno. 2-0 dopo 45´ ed è giusto così. Nella ripresa Marino prova a mischiare le carte. Entrano, in momenti diversi, Vita e Ragusa. Morale: Laverone torna a fare il terzino destro, Sampirisi va a sinistra, Vita agisce da mezzala destra e davanti a lui si posiziona Ragusa. La squadra complessivamente migliora, ma la fatica rimane tanta. Non c´è nessun salto di qualità, non si vede luce in fondo al tunnel. Anzi, in un finale allucinante arriva pure il terzo gol del Brescia. Ragusa viene espulso, si esce da campo a testa bassa. Prima o poi doveva succedere. Pace, basta far tesoro degli errori commessi, non pensarci troppo (ma neanche troppo poco) e ripartire. All´andata, con la Virtus Entella, il Vicenza giocò una delle peggiori partite di questo torneo. L´occasione per il riscatto, dunque, è doppia.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Una tripletta di Catellani manda all’inferno il Cittadella. Per un tempo i granata tengono bene il campo e vanno anche in vantaggio con Kupisz. Un rigore dubbio fischiato a favore dello Spezia dopo nove minuti della ripresa cambia però il copione della gara: da lì in poi i liguri prendono il sopravvento e la truppa di Foscarini è costretta ad alzare bandiera bianca. Il ko lascia la squadra al terz’ultimo posto quando mancano quattro giornate dalla fine. La strada che porta alla salvezza si fa sempre più dura. E’ migliore l’approccio dello Spezia che occupa bene il campo con il suo 4-1-4-1 molto armonioso. Velenoso il rasoterra di Situm, dopo un’errata uscita difensiva di Pecorini, neutralizzato in tuffo da Pierobon. Per le sue ripartenze il Cittadella si affida soprattutto alla corsia di destra dove Kupisz appare abbastanza ispirato. I granata difettano però nell’ultimo passaggio e i rifornimenti per le punte arrivano con il contagocce. Un’invenzione di Stanco (18′) mette nelle condizioni Coralli di attaccare la profondità, ma in extremis un difensore ospite sventa la minaccia. Poco dopo ci prova anche Sgrigna, ancora su assist di Stanco. Questa volta è provvidenziale il recupero di Datkovic. Le trame dei liguri sono sempre lineari e sfruttano al meglio entrambe le fasce grazie al movimento di Catellani, molto bravo ad aprire gli spazi ai compagni. Una combinazione in velocità libera al tiro Canadjija che però non inquadra la porta. L’occasionissima capita alla mezz’ora sui piedi di Catellani che quasi dal dischetto del rigore ha lo spazio e il tempo per battere a rete. Superlativo è Pierobon a negargli la gioia del gol. Proprio nel momento migliore dello Spezia è però il Cittadella a sbloccare il risultato (35′): Sgrigna lavora un bel pallone sulla sinistra, spiovente all’altezza del secondo palo che coglie un po’ impreparato Chichizola, tempestivo è il tap-in di Kupisz che fa esplodere il Tombolato. La reazione dei liguri esalta la velocità di Situm e Migliore, quasi perfetti nelle sovrapposizioni a sinistra. La difesa di casa rischia grosso in un paio di situazioni, ma i giocatori ospiti difettano sempre nella mira. L’avvio di ripresa è subito scoppiettante. Dopo appena quindici secondi Stanco dalla distanza costringe Chichizola a un difficile intervento. Sul ribaltamento di fronte prima Catellani su punizione e poi Migliore dal limite mettono i brividi alla tifoseria di casa. Lo stesso Catellani (7′) resiste a Camigliano e poi si trova la strada ostruita in area da Pellizzer: l’arbitro punisce l’intervento del capitano granata e fischia il rigore. Chirurgica la trasformazione del numero 10 spezzino. Il Cittadella accusa il colpo e rischia di finire sotto su una rasoiata di Gagliardini. A tenere in piedi la squadra ci pensa però il solito Pierobon, sicurissimo nella presa bassa. Quello dello Spezia sembra quasi un monologo. Quando però il Cittadella riesce a ribaltare il gioco, sono dolori per Chichizola che è bravissimo su Sgrigna e per tre volte viene risparmiato da Coralli. Non sbaglia invece Catellani che al 29′ trova un angolo quasi impossibile, con la sfera che passa in mezzo alle gambe di Camigliano e Pierobon. Il contraccolpo psicologico è forte, ma i granata trovano l’orgoglio per spingersi in avanti alla ricerca del pareggio. Foscarini inserisce Minesso per Busellato e rischia il tutto per tutto con Sgrigna dietro la coppia d’attacco e due esterni dichiaratamente offensivi. La squadra difetta però di lucidità sia a livello fisico che mentale e lo Spezia è pronto ad approfittarne con lo scatenato Catellani che mette il sigillo alla partita (44′) con un tocco sotto misura su assist del nuovo entrato Stevanovic.

Ore 12.30 – (Gazzettino) A fine gara Claudio Foscarini commenta così il risultato negativo: «Nel secondo tempo sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire, lo Spezia è una squadra che sta bene fisicamente e mentalmente. Il rigore che abbiamo subìto è stato devastante per noi, lì la partita è cambiata e ho visto un po’ di scoramento nei miei, anche se poi la reazione non è mancata. Dispiace, in questo momento siamo anche molto sfortunati, non riusciamo a sfruttare le situazioni favorevoli. Anche sull’1-1 o sull’1-2 abbiamo avuto occasioni, ma ora come ora non ci va bene nulla. E quando affronti una squadra di qualità come lo Spezia, certe cose le paghi». Sull’azione contestata del rigore: «Vorrei rivedere l’azione. Mi è sembrato che il rigore ci potesse stare, però se prima c’era una trattenuta dell’attaccante, andava fischiata. Però ripeto, bisognava fare una partita molto accorta e non commettere errori, e invece in qualche frangente abbiamo peccato». Il mister granata prova comunque a mantenere l’ottimismo: «La situazione è complicata, è innegabile, ma bisogna tener duro. Il quadro è peggiorato perché c’è una partita in meno, ma niente è compromesso. Io penso sempre a vincere le partite, finché la matematica non ci condanna è giusto puntare alla salvezza diretta. Oggi abbiamo dato tutto contro una buonissima squadra, ma per fare i tre punti serve una prestazione più continua, invece in questo momento andiamo a sprazzi». Anche il direttore generale Stefano Marchetti prova ad analizzare la classifica con lucidità: «La situazione è critica, inutile nasconderlo. Ma abbiamo ancora quattro partite, siamo a due punti dai play out e a tre dalla salvezza diretta. Stasera abbiamo affrontato una squadra forte, e alla fine in certe partite la differenza la fanno le virgole. Sull’uno a uno abbiamo avuto tre o quattro occasioni buone, poi però Catellani ha fatto la differenza. Forse un pizzico di fortuna in più non guasterebbe, ma in questo momento va così. Però ripeto, ci sono ancora quattro partite e abbiamo il dovere di crederci».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Profondo rosso? No, profondo notte. Buio pesto per il Cittadella, che incassa la quattordicesima sconfitta e, a quattro giornate dalla fine, si ritrova a – 3 dalla salvezza diretta e a – 2 dai playout, ma con il morale (e la condizione fisica) a terra. Se questa era una partita da vincere, contro uno Spezia che ha confermato alla distanza di essere un’ottima squadra, trascinata da un super Catellani (capocannoniere ora del torneo con Maniero e Granoche, a quota 18), la risposta arrivata dal campo è stata la peggiore possibile. Come a Brescia, i granata di Foscarini hanno evidenziato limiti impensabili, caratteriali innanzitutto ma poi anche di tenuta, crollando letteralmente nel secondo tempo, complici le solite ingenuità difensive, a cominciare dalla coppia centrale Pellizzer-Camigliano, che ha responsabilità dirette su tutti e tre i gol dei bianconeri. È il terzo k.o. di fila davanti ai propri tifosi, usciti dal Tombolato ammutoliti e sconcertati dopo quello che hanno visto, una metamorfosi in piena regola, con il Citta che si è letteralmente squagliato. La differenza con chi sta nelle alte zone della classifica – prima il Carpi, poi il Vicenza e ora lo Spezia – sta in una semplice verità: gli altri segnano, perché hanno gli attaccanti che non perdonano, i padovani costruiscono, sì, ma falliscono puntualmente l’appuntamento con il gol davanti alla porta avversaria. Di questo passo, e con un calendario difficilissimo, restare in serie B diventa un’utopia. Foscarini cambia ancora. Sotto la pioggia, sottile ma fastidiosa, ci si gioca la partita forse più importante della stagione, e la cornice che accoglie i granata in campo non può essere, per forza di cose, sontuosa. Sugli spalti ci saranno poco più di 2.000 persone, molti degli abbonati sono rimasti a casa. I paganti sono 601. In curva si sono sistemati, invece, un centinaio di coraggiosi arrivati dalla Liguria. Il tecnico trevigiano, in ossequio a quanto annunciato alla vigilia, rivoluziona un’altra volta lo schieramento e stavolta il turnover penalizza De Leidi, Paolucci e Minesso, dirottati tutti e tre in panchina e sostituiti rispettivamente da Pecorini, Busellato e Sgrigna, che torna ad occupare una posizione a lui poco gradita, l’esterno sinistro. Kupisz opportunista. Il pareggio non serve a granchè, nè su un fronte nè sull’altro, e la maggiore qualità individuale degli ospiti pesa sul piatto della bilancia nella prima mezz’ora. Soprattutto a sinistra lo Spezia sfonda a ripetizione con Migliore e Situm, di fronte ai quali faticano sia Kupisz in fase difensiva che, soprattutto, Pecorini. Per fortuna Pierobon, tornato fra i pali dopo la squalifica, fa buona guardia e non si lascia intimorire dalle conclusioni dello scatenato Situm. E al 30’ il vecio si supera, deviando prodigiosamente, con un balzo sulla sua sinistra, una deviazione vincente di Catellani, su assist del solito Situm. Ma al 35’, improvviso, ecco il vantaggio del Citta: Sgrigna lavora un pallone sulla sinistra e centra, la sfera subisce una deviazione di un bianconero e s’impenna, e sul secondo palo sbuca il polacco, che è il più lesto a deviare al volo in rete da pochi passi. Catellani show. Al rientro sul terreno di gioco Stanco chiama Chichizola ad una paratona dopo soli 14 secondi, ma il lampo del Citta si esaurisce lì. Al 7’ inizia la serata magica di Catellani, che si procura il rigore, poi trasformato dallo stesso con freddezza, infilandosi dalla destra in area e andando a sbattere su Pellizzer, che non fa nulla per evitare il contatto. Il fallo c’è, inutile prendersela con Pinzani. I granata restano in partita per 20 minuti buoni, Coralli ci prova due volte e Sgrigna chiama l’estremo difensore ad una splendida deviazione oltre la traversa, ma la palla non vuole saperne di entrare. E allora, dai gol mancati a quelli realizzati dagli altri il passo è breve: al 29’ Kvrzic pesce benissimo Catellani in area, Camigliano è bruciato sullo scatto dal bomber, che infila in diagonale sul palo opposto. E al 44’ il tris è servito: pennellata dalla sinistra del nuovo entrato Stevanovic e piatto comodissimo nel… deserto. La crisi è seria, in casa granata. Come se si fosse tornati al maledetto girone di andata. Fossimo nella società, manderemmo il gruppo in ritiro. Non punitivo, ma per provare a ritrovarsi. Se non si fa nulla, la retrocessione è dietro l’angolo.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) «La situazione è molto complicata. Non abbiamo le fette di salame sugli occhi, lo vediamo. Ma dobbiamo provarci e tener duro, perché il traguardo ancora non è compromesso». Claudio Foscarini è scuro in volto, ma deve sforzarsi di guardare avanti. «All’intervallo ho detto ai miei uomini: ci sarà da soffrire, perché lo Spezia non è una squadra che si arrende facilmente. Purtroppo dopo quel rigore la partita è cambiata. È stato devastante per il nostro morale». «Cosa volete», prosegue il tecnico del Citta, «in questo momento non abbiamo mai un episodio favorevole che ci permetta di cambiare la partita. Dopodiché va detto che, quando affronti un avversario di qualità come lo Spezia, diventa tutto più difficile: contro queste rivali occorre giocare in modo intelligente e non commettere errori, altrimenti paghi, com’è già accaduto contro Carpi e Vicenza». I suoi uomini hanno sofferto soprattutto sulla loro fascia destra. «Sì. Situm ci ha messo in grosse difficoltà, Pecorini e Kupisz non sono mai riusciti ad accorciare su di lui. Ma è vero anche che Chichizola è stato fra i migliori. Non è un momento particolarmente brillante per i nostri attaccanti. Andremo a farci benedire», trova la forza di scherzare il tecnico. Sull’altro versante è ben diverso l’umore di Nenad Bjelica: «Abbiamo cambiato sistema di gioco per dare più libertà a Situm e, soprattutto sulla nostra sinistra, grazie alla catena di gioco tra lui e Migliore, la squadra si è espressa bene. Abbiamo vinto meritatamente, facendo anche rifiatare chi aveva speso molto».

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Adesso è veramente dura. Perché non soltanto non arriva la vittoria tanto sperata, ma il Cittadella si schianta contro lo Spezia e vede affievolirsi molto le speranze di conquistare il pass salvezza. A quattro giornate dalla fine la situazione è quasi disperata. Per rimettersi in corsa dopo quanto accaduto ieri sera al Tombolato servirebbe, per prima cosa, un successo pieno a Bari e almeno altri sette punti da qui al termine della stagione regolare. Un’impresa davvero complicata, che si scontra con l’attuale condizione psicofisica della squadra, che sbatte contro tanta sfortuna, ma anche con limiti mentali evidenti. Alla fine è 1-3, l’eroe della serata è Catellani, che segna una tripletta facendo vedere i sorci verdi a Pierobon e a Camigliano in particolar modo. Risultato giusto? Alla resa dei conti tutto sommato sì, anche se sull’economia della partita pesa come un macigno il rigore concesso da Pinzani per una dubbia ostruzione di Pellizzer sullo stesso Catellani che, di fatto, ha spostato definitivamente gli equilibri dando il via libera alla rimonta dello Spezia. Quanto alla partita, nel primo tempo a dominare la scena è la paura di sbagliare e di perdere, almeno sul fronte granata. Difficile immaginare un epilogo diverso dalla vittoria, se si vuole raggiungere la salvezza e di questo sembrano essere consapevoli gli undici scelti da Foscarini. Non c’è a sorpresa il 4-4-2, almeno nel senso stretto in cui lo intende il tecnico trevigiano. Che sgancia Sgrigna e non Bazzoffia come esterno escludendo Minesso, reduce da una serie di prestazioni sotto la sufficienza. Per mezzora non succede praticamente nulla, poi all’improvviso Pierobon si supera per evitare lo svantaggio proprio quando il cronometro segna il 30’: Catellani fa le prove, il portiere granata è perfetto nel chiudergli lo specchio della porta. Al 35’ passa il Cittadella alla prima occasione utile: Sgrigna si libera sulla sinistra e crossa, la difesa spezzina si addormenta, Migliore non chiude la diagonale e Kupisz da pochi passi in spaccata trova il modo per mettere alle spalle di Chichizola. A inizio ripresa succede tutto in pochi istanti: Stanco (2’) sfiora il raddoppio, poi cinque minuti dopo Pellizzer ferma in fallo di ostruzione Catellani e per Pinzani è rigore. Grandi proteste granata, ma la partita cambia e lo Spezia prende il largo. In tre minuti il Cittadella va tre volte vicino al gol con Coralli, Sgrigna e ancora con Coralli, poi al 28’ Krvzic innesca Catellani sfruttando un disimpegno errato di Camigliano e il 2-1 è servito sul palo del colpevole Pierobon. Al Tombolato scendono le tenebre e c’è tempo pure per 3-1 di Catellani, che firma la tripletta e si porta a casa il pallone, depositando in gol l’assist perfetto di Stevanovic. Adesso la strada per il Cittadella è a dir poco in salita, ed è una salita ripidissima e piena di tornanti. Servivano i tre punti, non ne è arrivato nemmeno uno. Il tempo sta per scadere, a quattro giornate dalla fine la Lega Pro per il duo che tante meraviglie ha fatto vedere nella città murata, Marchetti e Foscarini, è davvero vicina. Ci vorrà un miracolo per salvare la categoria. O quasi. Magari come uno di quelli a cui ci ha abituato il Cittadella.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Passando alla partita, solo tredici biancoscudati hanno giocato, mentre i compagni hanno svolto un lavoro defaticante. Nella prima frazione si è messo in luce il giocatore di casa Gianluca Niselli, classe 1996, autore di una doppietta, in mezzo il sigillo di Pittarello. Cunico e compagni hanno onorato l’impegno senza strafare nella prima parte, scatenandosi nella ripresa: mattatore Amirante che ha messo a segno quattro sigilli. In gol anche Segato, e a chiudere i conti è arrivato il centro del brasiliano Mateus che è in prova con la squadra. A bordo campo Aperi, appena rientrato da Roma dove è stato operato al ginocchio. BIGLIETTI. Scatta la prevendita per la trasferta con l’Union Ripa La Fenadora in programma domenica allo stadio «Libero Zugni Tauro» di Feltre. Sarà il club bellunese a gestire con il suo personale la prevendita alle biglietterie sud dell’Euganeo oggi e domani dalle 15.30 alle 19.30, e sabato dalle 9.30 alle 12.30. La capienza del settore ospiti è di 800 posti e il tagliando costa dieci euro. Ingresso gratuito per i giovani nati dall’1 gennaio 2003 in avanti.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Interviene proprio Maniero. «Questo è il complimento più bello che mi possono fare. Conoscevo Parlato come allenatore? L’ho seguito, ha vinto diversi campionati ed è sempre difficile farlo in qualsiasi categoria. Ha un bel futuro come allenatore, mi auguro che resti al Padova perché ha dimostrato di saperci fare e conosce la piazza». Un assist al bacio per passare la palla di nuovo al tecnico biancoscudato, che sul suo rinnovo glissa. «Vediamo in settimana». Ma Pippo Maniero riserva anche un flash per lo stato maggiore del Padova. «Sono persone serie e non se ne vedevano da un pò di tempo. Si sta respirando la stessa aria che c’era quando Puggina e Giordani guidavano la società». Al loro fianco ci sono anche l’assessore allo sport Gregori Bottin che ha giocato nel settore giovanile biancoscudato con Maniero, e il sindaco Massimiliano Barison. «È una bella giornata di festa ed è una gioia avere qui il Padova, ne sono entusiasti anche i nostri bambini», ossia quelli del settore giovanile dell’Albignasego che hanno salutato i giocatori al momento dell’ingresso in campo.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Abita a un centinaio di metri dal «Montagna», dove ieri il Padova ha disputato il test con l’Albignasego. Per Carmine Parlato è stata un’amichevole in casa, nel solito clima di festa che accompagna i biancoscudati (circa duecento persone in tribuna). Tanto più che sulla panchina dell’Albignasego siede Pippo Maniero, compagno di squadra di Parlato proprio ai tempi del Padova in serie B. E allora assistere al loro incontro pre gara è uno spasso. «Siamo amici da tanti anni – afferma Parlato – avevo promesso di venirlo a trovare e di fare un’amichevole per stare tutti insieme, è un piacere averlo rivisto. Quando eravamo al Padova noi giovani stavamo sempre insieme, tra l’altro in carriera ho visto pochi attaccanti come Pippo. Guardate la carriera che ha fatto e nonostante tutto è rimasto la stessa persona, gli fa grande onore».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Bergamin e Bonetto, meglio blindare subito ds e allenatore”) Siamo sicuri che la “B&B” di viale Rocco abbia ben presente tutto ciò, ed in effetti le interviste che rilascia e le presenze nei salotti televisivi seguite al grande risultato incoraggiano ad avere fiducia. Una dichiarazione di Bonetto a Tv7 Triveneta, lunedì sera, nel corso della trasmissione di Giorgio Borile, dice già molto in tal senso: «La società è composta dal sottoscritto e da Giuseppe Bergamin, abbiamo le potenzialità per gestire tranquillamente il Padova e quindi andiamo avanti senza alcun problema. Poi, se qualche imprenditore padovano vorrà entrare, ben venga, ma oggi come oggi non c’è nessuno pronto a darci una mano». E il presidente: «Aziende che ci daranno una mano dal punto di vista della sponsorizzazione? Credo che ce ne saranno tante, o comunque lo spero». Espliciti, i due lasciano intendere che sanno cavarsela da soli. Una garanzia solida. Ma torniamo a bomba: perché aspettare ancora, se si hanno davvero concrete certezze, ad ufficializzare la riconferma dello staff tecnico? Non crediamo si tratti di problemi economici, visto che né De Poli né tantomeno Parlato, a sentire le loro dichiarazioni, fanno dei soldi una priorità. Forse di strategie e obiettivi conseguenti? Si parla di piani ambiziosi perché il Padova è pur sempre il Padova, e non si vuole affrontare la Lega Pro con l’idea di disputare un torneo anonimo o di medio-bassa classifica. Se così è, prima s’incastrano i tasselli al loro posto e meglio è. Anzi, dovrebbe essere. Per ovvie ragioni. Permetteteci una (modesta) forzatura. Un diesse e un allenatore che hanno fatto così bene sono inevitabilmente oggetto di attenzioni da parte di altre realtà: e tanto De Poli che Parlato hanno estimatori in giro per l’Italia. Tutt’e due, però, hanno dichiarato di sentirsi legati a Padova e al Padova – il primo è stato addirittura profeta in patria – e non vogliono affrontare discorsi diversi, per ora, concentrati come sono a lavorare qui. A questo punto sarebbe auspicabile che Bergamin e Bonetto li (ri)chiamassero, uno alla volta, al tavolo della trattativa per chiudere. A nostro avviso hanno il diritto entrambi di giocarsi una nuova sfida dove hanno vinto, anzi stravinto. Possiamo sperare, cari presidente e a.d., che la “fumata bianca” giunga entro fine settimana? Grazie in anticipo.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Bergamin e Bonetto, meglio blindare subito ds e allenatore”) Domanda che un po’ tutti, tifosi e addetti ai lavori, ci poniamo in questi giorni: quando ci sarà l’annuncio relativo a direttore sportivo e allenatore della Biancoscudati Padova (continueremo a chiamarla così finchè non tornerà al vecchio nome, non prima dell’estate in ogni caso), primo tassello della prossima stagione di Lega Pro? Chiariamo subito: di Giuseppe Bergamin e di Roberto Bonetto ci fidiamo, hanno dimostrato con i fatti, e non con le belle parole, di essere imprenditori credibili e seri, ma il calcio, e lo sport in generale, ha delle dinamiche proprie, che di solito non corrispondono a criteri e tempistica relativi alla gestione di un’azienda, e questo, per chi sprovveduto non è come i proprietari del Biancoscudo, è un dato di cui non si può non tenere conto. Ecco, allora, che un ragionamento va fatto sul quadro d’insieme delineatosi dopo Legnago, quando – era il 19 aprile – abbiamo festeggiato il ritorno tra i professionisti di una squadra che, oltre che per i record, ha trionfato grazie ad una parola sin troppo abusata nel mondo del pallone, ma sempre calzante e attuale: il gruppo. Siamo d’accordo, crediamo, nel sottolineare che mai come dallo scorso agosto sino ad oggi la “filosofia” del remare tutti dalla stessa parte sia stata produttiva e vincente, e per questo motivo riteniamo che su tale strada si debba proseguire, al di là dell’ingresso di nuovi soci o dell’allargamento del numero degli sponsor. A Padova da decenni, lasciatecelo dire dopo aver assistito ad interpretazioni del ruolo di presidente che tutto sono sembrate fuorchè improntate alla programmazione, si sente il bisogno di aprire un ciclo, tanto più se capace di portare frutti copiosi, com’è già avvenuto al primo anno con il club in mano ai padovani. Ciclo significa fare le cose perbene, calibrare con attenzione ogni scelta, e allo stesso tempo coinvolgere, nella chiarezza del progetto, una piazza che è tornata a vibrare di passione ed entusiasmo perché si è sentita parte attiva nella corsa al salto di categoria.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Maniero incassa i complimenti ma sul campo prova anche a fare uno scherzetto all’amico, chiudendo addirittura in vantaggio il primo tempo grazie alla doppietta del suo numero dieci Niselli, riuscito in entrambe le occasioni a sfuggire alla difesa. Gol inframezzato dal centro di Pittarello, prima che nella ripresa si scatenasse Savio Amirante. Un poker di pregevole fattura quello del bomber ligure, che unito ai gol di Segato e del brasiliano in prova, Mateus, ha fissato il punteggio sul 7-2. Parlato, che ha messo a referto solo 13 giocatori, risparmiando tante pedine per l’altra amichevole settimanale che andrà in scena domani a Fontaniva, ha riproposto il 4-3-1-2 visto anche domenica scorsa contro il Kras. Schieramento che potrebbe essere lanciato anche nella prossima sfida di campionato contro l’Union Ripa La Fenadora, per dare un po’ di riposo a due esterni che hanno sempre giocato nell’ultimo periodo come Ilari e Petrilli e anche per testare due centravanti di peso come Ferretti o Zubin e Amirante. Oggi allenamento pomeridiano alla Guizza.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Eravamo tra i più giovani di quella squadra», ricorda Maniero, «e stavamo sempre insieme. Siamo rimasti in contatto e sono molto felice che sia tornato a Padova e abbia subito vinto il campionato. Ho seguito il suo percorso di allenatore e ha fatto bene ovunque sia andato, mi auguro che venga confermato pure il prossimo anno. Anche perché era da tanto che non si respirava questo entusiasmo. Forse proprio dai nostri tempi, quelli di Puggina e Giordani». E ovviamente è questo il tema caldo. Maniero la butta sul ridere, rivolgendosi a Parlato: «Pensa se aveste vinto il campionato un mese fa quante volte ti avrebbero chiesto quando avresti firmato». «In effetti non me l’hanno mai domandato», ride il tecnico, che resta ermetico anche se regala una battuta a denti stretti, che sembra quasi un auspicio: «Vediamo in settimana». Vale a dire in questi giorni. Tra oggi e domani potrebbe muoversi qualcosa, e sia Parlato che De Poli dovrebbero incontrare Bergamin e Bonetto per arrivare a un’intesa. In ogni caso l’allenatore sembra sereno: «Sono concentrato sulla prossima partita di campionato e adesso mi fa piacere aver ritrovato un amico come Pippo Maniero. Centravanti come lui, al giorno d’oggi ce ne sono pochi. In più, dote non comune, è rimasto sempre la stessa persona umile e semplice, proprio com’era da ragazzo».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Una passerella sotto casa per rinsaldare ancora di più il legame con la sua terra d’origine, in attesa che arrivi quello che tutti i tifosi gli stanno chiedendo da tempo: la riconferma ufficiale per la prossima stagione. Carmine Parlato ha ricevuto ieri anche gli onori di Albignasego, suo paese di residenza da più di dieci anni, e che per regalargli il giusto tributo dopo il campionato vinto, ha scomodato anche le massime autorità cittadine. Con l’assessore allo sport e tifoso biancoscudato Gregori Bottin, c’era anche il sindaco Massimiliano Barison, che prima del fischio d’inizio dell’amichevole tra Padova e Albignasego, si è complimentato con l’allenatore: «Un nostro illustre concittadino, aspettavamo da tempo questa partita per dar modo a tutti nostri appassionati di abbracciare la squadra che ha trionfato in questa stagione». Ed erano quasi in 200 ieri al campo comunale Montagna, nonostante il tempo uggioso, per applaudire i biancoscudati. Tra questi anche un grande ex come Pippo Maniero, allenatore dell’Albignasego in Prima categoria, nonché ex compagno di Parlato nel Padova nella stagione 1990/91.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sebastiano Aperi, operato lunedì dal professor Cerulli per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio destro, ieri è stato dimesso dal Policlinico Gemelli di Roma ed è ritornato a Padova. All’operazione ha assistito anche il medico sociale biancoscudato, Pierantonio Michieli, e a fianco dell’attaccante siciliano c’era anche papà Alfio. Da oggi il giocatore comincerà il lungo periodo di riabilitazione, che dovrebbe riportarlo ad allenarsi con la squadra verso settembre-ottobre.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I tagliandi del settore Ospiti (capienza 800 posti) allo stadio di Feltre e validi per l’incontro di domenica 3 maggio (ore 15) fra Ripa La Fenadora e Padova saranno in vendita da oggi pomeriggio alla biglietteria sud dell’Euganeo con questi orari: oggi e domani dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 9.30 alle 12.30. Prezzo unico: 10 euro. Ingresso gratuito per i nati dal 1º gennaio 2003 in poi.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Bergamin e Bonetto vogliono confermare entrambi, la fumata bianca potrebbe essere vicina e arrivare già tra oggi e domani. In caso contrario, un eventuale rinvio non dev’essere considerato necessariamente un segnale negativo e ci sarà comunque modo di arrivare a un accordo che soddisfi tutti. Squadra Dalla conferma dello staff tecnico dipende anche la costruzione della squadra. I nodi da sciogliere sono il portiere (Petkovic ha convinto, ma si sta discutendo sull’opportunità o meno di puntare su un estremo difensore esperto: Luca Mazzoni ha già dato la propria disponibilità a tornare) e i rinforzi. Parlato in linea di massima ne ha chiesti cinque o sei, mentre sono tante le conferme in arrivo. Mazzocco e Bortot sono di proprietà di Parma e Bassano, il Padova vorrebbe confermarli ma c’è da fare i conti con le società di appartenenza. Mazzocco è stato visionato recentemente da Carpi e Cremonese, il Bassano sta meditando di riportare Bortot alla casa madre. Altre conferme probabili: Nichele, Niccolini, Sentinelli, Busetto, Petrilli, Ilari, Segato, quasi sicura la rinuncia a Zubin per motivi di età, incerta la posizione di Ferretti, mentre su Amirante ci sono squadre interessate mai sono i margini per arrivare a un accordo. Da tenere corto anche il regolamento per i contributi: nell’attuale stagione in Lega Pro la media di età per poterne usufruire era di 25 anni: si è in attesa di conoscere il nuovo regolamento, da cui dipenderanno, è chiaro, anche le strategie nella costruzione dell’organico.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Budget Ma quanto costa una Lega Pro? È la domanda più ricorrente in questi giorni. Ci sono squadre come la Cremonese che hanno speso anche quattro milioni senza riuscire a centrare la promozione. Ce ne sono altre, come il Bassano, che hanno superato di poco i due milioni e mezzo e che al momento si stanno giocando la promozione diretta in B con buone chance di centrare l’obiettivo. E ce ne sono altre ancora, come il Venezia, che spendendo più o meno quanto ha fatto il Padova nell’attuale stagione (e cioè una cifra di poco superiore ai due milioni) navigano in acque tranquille senza assilli di classifica. Se si vuole fare un campionato ambizioso senza obblighi, tre milioni — considerati gli introiti degli sponsor, una situazione simile a quella del Bassano — sarebbero una cifra adeguata; con quattro si potrebbe costruire uno squadrone (ma non sempre spendendo tanto si ottiene quanto voluto), mentre dai due milioni e mezzo in giù gli obiettivi, giocoforza, sarebbero ridimensionati almeno sulla carta. De Poli e Parlato La partita per la conferma di Fabrizio De Poli e Carmine Parlato si gioca proprio sugli obiettivi. De Poli ha fatto presente la necessità di irrobustire e completare la struttura societaria, Parlato ha chiesto garanzie di poter quantomeno disputare un campionato tranquillo, senza correre il rischio di dilapidare quanto costruito quest’anno.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La prima riunione tecnica di lunedì pomeriggio ha gettato le basi per la Lega Pro, ma altre ce ne saranno nei prossimi giorni per capire quanto e come investire. Giorni di grandi manovre con vista sul futuro a Padova: innanzitutto tra le diverse trattative per un ingresso di nuovi soci all’interno del cda nessuna può essere segnalata in dirittura d’arrivo. Dopo le smentite arrivate da Federico e Gianni Pegorin, titolari della Pettenon Cosmetici e del marchio Alter Ego, già sponsor della Luparense calcio a 5 e il rifiuto di Francesco Canella (Supermercati Alì) a entrare in società ma con la disponibilità totale a sponsorizzare lo stadio Euganeo, al momento le trattative attraversano una fase di stallo. Tanto che l’ad Roberto Bonetto fa sapere che «la società è composta da me e da Giuseppe Bergamin, abbiamo stilato un progetto pluriennale con le potenzialità per gestire tranquillamente il Padova anche senza che entrino nuovi partner all’interno del club. Poi, se qualche imprenditore padovano vorrà entrare ben venga, oggi come oggi non c’è niente di nuovo all’orizzonte».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentatreesima giornata, domenica 3 maggio ore 15.00): AltoVicentino-Clodiense, Kras Repen-Dro, Montebelluna-Giorgione, Mori S. Stefano-Mezzocorona, Sacilese-Legnago, Tamai-ArziChiampo, Triestina-Fontanafredda, Union Pro-Belluno, Union Ripa La Fenadora-Padova.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 81, AltoVicentino 66, Belluno e Sacilese 56, ArziChiampo 53, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda e Tamai 38, Giorgione 35, Dro 34, Triestina 31, Kras Repen 29, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentaduesima giornata: ArziChiampo-Montebelluna 1-1, Belluno-Union Ripa La Fenadora 2-2, Clodiense-Sacilese 0-3, Dro-Legnago 0-0, Fontanafredda-Tamai 2-2, Giorgione-AltoVicentino 0-0, Mezzocorona-Union Pro 0-5, Padova-Kras Repen 4-0, Triestina-Mori S. Stefano 2-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 28 aprile: il Padova batte 7-2 in amichevole l’Albignasego di Pippo Maniero.




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