ROMA – Sei mesi di squalifica a Mario Macalli per il caso Pergocrema: la sentenza del Tribunale Federale Nazionale, sezione Disciplinare, sarà pubblicata nel tardo pomeriggio ma le prime indiscrezioni che filtrano quantificano in un lungo stop l’attività istituzionale del presidente della Lega Pro. Per lui l’accusa aveva chiesto 8 mesi (che erano sembrati comunque pochi rispetto ai fatti contestati), mentre la difesa puntava all’assoluzione. Una sentenza di questo tipo implicherebbe un terremoto istituzionale all’interno della Lega Pro: Macalli non decadrebbe in base allo statuto della Federcalcio (bisogna accumulare 1 anno di squalifica negli ultimi 10 anni) ma in base allo statuto della lega di Firenze dovrebbero essere indette nuove elezioni presidenziali. In questo caso, verrebbe azzerata la rappresentanza della Lega Pro in Consiglio Federale. Dove, oltre a Macalli, siedono oggi in quota Lega Pro uno dei due vice, Archimede Pitrolo, e Gabriele Gravina, già candidato alla presidenza della lega di Firenze e ora a capo dell’opposizione.
IL CASO – Macalli era accusato di doppia violazione dell’articolo 1 bis del Codice di giustizia sportiva («principi di lealtà»): da una parte non aveva erogato i contributi derivanti dalla legge Meandri al Pergocrema, aggravandone la situazione finanziaria, già delicata, con il club arrivato al fallimento; dall’altra, aveva già registrato 4 marchi riconducibili a nuove possibili società da far nascere a Crema (la sua città…), e uno di questi marchi l’ha successivamente concesso in uso al Pizzighettone, che ha cambiato sede e denominazione.
LO STATUTO – Ecco cosa recita l’articolo 11.4.1 dello Statuto della Lega Pro: «Nel caso di sua cessazione dalla carica per qualsivoglia motivo o causa e, comunque, laddove l’impedimento del Presidente stesso perdurasse per oltre un semestre, il Vice- Presidente facente funzioni dovrà necessariamente convocare senza alcun indugio l’Assemblea Elettiva per la sua sostituzione».
Fonte: Corrieredellosport.it