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Ore 22.40 – (Giornale di Vicenza) Una sconfitta che non fa male a Marcolini e al suo Real Vicenza quella avvenuta allo stadio Martelli a Mantova. Veneti già salvi e con meno motivazioni dei padroni di casa ma non per questo meno gagliardi e combattivi specie nel finale. Gli ospiti, infatti, hanno fatto tremare, in un paio di occasioni, i virgiliani, capaci comunque di traghettare in porto il risultato a loro favore. Per Michele Marcolini la sconfitta al Martelli ha comunque i suoi lati positivi e non si tira indietro. «L´unica cosa che mi rende contento oggi è il colpo di coda che abbiamo provato alla fine – spiega l´allenatore del Real -. Siamo venuti a Mantova per fare risultato e per cercare di raggiungere quel sesto posto che sarebbe un risultato prestigioso». La sua squadra, a conti fatti, nel finale, ha dato veramente filo da torcere all´avversario sfiorando il gol in almeno un paio di occasioni. «Sì devo dire che la reazione, nell´ultimo quarto d´ora, è stata veemente – riflette il tecnico -. Ci siamo gettati in avanti creando parecchi fastidi al Mantova e sfiorando il goal in un paio di occasioni». Ma dove ha vinto il Mantova e dove ha perso il Real Vicenza? Facile la risposta di Marcolini: «Il Mantova era più determinato e deciso nei contrasti e ha vinto meritatamente. Il bilancio è per tutte e due le squadre è senz´altro positivo». Si passa poi a ragionare sul campionato di entrambe. Grandi elogi per i virgiliani. «Sì effettivamente devo sottolineare – prosegue il tecnico biancorosso – il grande lavoro di Juric per il suo Mantova. Il mio collega ha plasmato una squadra cattiva, molto combattiva e fisicamente in palla. E non posso che fargli i complimenti». Si è visto un Real Vicenza lontano parente di quello ammirato ad inizio torneo quando la squadra era più fresca, più tonica, più gagliarda e combattiva e con, forse, più motivazioni di oggi. «Sì questa impressione è esatta. Ma a parziale scusante – continua Marcolini – in questa fase finale del campionato fatichiamo a tornare ai livelli migliori di inizio torneo. Sia noi che il Mantova, però, abbiamo lanciato molti giovani e creato le basi per un futuro roseo». Un futuro tutto da scrivere per entrambe le squadre. L´ultima domanda a Marcolini riguarda proprio il futuro. «Intanto il nostro futuro ci dirà che abbiamo altre due partite e dobbiamo chiudere il campionato bene per dimostrare che quanto di buono fatto finora non è certo campato in aria. Sul fronte mantovano, invece, posso solo augurarmi e sperare che il Mantova possa risolvere i problemi societari perchè è una piazza che ha fame di calcio e questo entusiasmo fa bene a tutto il movimento».
Ore 22.30 – (Giornale di Vicenza) Ci si potrebbe attaccare alla scusante delle tante assenze che hanno costretto Marcolini a reinventarsi la formazione imbottita di giovani ma non sembrano essere questi gli unici problemi del Real Vicenza. Marcolini alla vigilia aveva parlato dell´importanza che aveva la sfida del “Martelli”, possibile ultima chance per raggiungere il sesto poso che in realtà adesso è impossibile (o quasi) da raggiungere. Tanta fatica a creare interessanti trame offensive, anche il Mantova ha avuto vita facile contro un Real Vicenza rimodellato a causa dei tanti infortuni ma apparso soprattutto privo di motivazioni. La sesta piazza non sembra un obiettivo capace di smuovere gli animi di una squadra che continua a non saper vincere, la sconfitta contro il Mantova porta a nove la lunghissima serie di partite senza successi. Tante assenze e soprattutto tanti giovani a condizionare forse una gara dall´esito intuibile sin dalle prime battute di gioco. L´intero primo tempo non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione: il Mantova fa la partita, con la testa che non si lascia distrarre dal risultato di Arezzo che le potrebbe consentire di festeggiare una salvezza indipendentemente dal proprio risultato. Boniperti, Caridi e Pondaco non sbagliano quasi nulla, Paro è il padrone assoluto del centrocampo che lo porta a creare interessanti situazioni che nessuno però riesce a trasformare in gol. Il Real Vicenza non si vede, Bardelloni è costretto a fare quasi il difensore lasciando Bruno tutto solo lì davanti, incapace di impensierire la terza miglior difesa del girone. Nonostante una supremazia indiscussa messa in mostra per l´intero primo tempo, il Mantova ha la più clamorosa delle palle gol solo pochi istanti prima dell´intervallo: Caridi semina il panico sull´out di sinistra, serve su un piatto d´oro la palla del vantaggio a Beleck che però, da due passi, manca l´appuntamento con il gol. Lo spunto con il quale Bruno da il via all´inizio della ripresa sembra poter far cambiare l´inerzia di una gara nata male e che finisce per complicarsi definitivamente quando Trainotti, sugli sviluppi di un calcio di punizione, corregge in rete un colpo di testa di Siniscalchi stampatosi sulla traversa (15´). Marcolini le prova tutte, al settantesimo si è già giocato i tre cambi ma Gomes e Margiotta, invece di dare maggiore peso ad un reparto avanzato apparso troppo povero, si uniscono alla pochezza offensiva dell´intero Real Vicenza finendo così per semplificare i piani del Mantova che però grazia la squadra di Marcolini. Il solito Caridi, nettamente il migliore in campo, inventa per Boniperti che tutto solo manca clamorosamente l´appuntamento per chiudere in anticipo i conti (27´). L´orgoglio del Real Vicenza viene fuori solo nel finale di gara, quando Pavan e Bruno provano a pareggiare i conti ma con cattivo esito. La notizia che regala matematicamente la permanenza in Lega Pro arriva subito anche in campo e non fa altro che galvanizzare il Mantova che meritatamente costringe il Real Vicenza a rimandare ancora una volta l´appuntamento con la vittoria. Pordenone e Pavia le prossime avversarie, per provare a tornare a sorridere.
Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) Non è un match, è un sudario. Renzo Rosso stira un sorriso che è una maschera di sofferenza. «Che emozioni…! – sussurra -. Furlan, gran doppietta» – dice prima di andare a festeggiare con gli altri… Il presidente Stefano Rosso stringe mani a raffica, si avvicinano un paio di tifosi e lo ringraziano «per il sogno che ci state facendo vivere». E il pres è lui a ricambiare i complimenti. «Grazie a voi per il supporto che ci state dando…». Poi prova a sciogliere l´adrenalina. «A me partite del genere fanno male – sospira -, sono un calvario. Il Renate si è dimostrato l´avversario duro e tosto che mi aspettavo, ora le gare sono tutte così. Furlan ha firmato una doppietta straordinaria, ma è ancora lunga, credetemi. Ora c´è il Monza in casa loro, godiamoci questa vittoria ma pensiamo subito al prossimo duello che è ancora tutto in ballo». Il suo vice Roberto Masiero abbraccia un po´ di vicini di posto in tribuna, il vicesindaco Campagnolo, raggiante, l´assessore allo sport Mazzocchin che è il ritratto della felicità, poi trasmette una frase che è un telegramma («Teniamo duro»). Poi finalmente compare Asta che confessa in sala stampa di essere stravolto. «A un certo punto – sorride – mancava un minuto e sento dalla gradinata alzarsi il grido “Serie B/Serie B” col Renate che stava attaccando. Mi sono rivolto al mio secondo, Frank Farina e gli ho fatto: “Frank, ti prego, dimmi che non è vero, perchè ora non si può…. Sapete che nel calcio ci sono mille scaramanzie, ebbene il mio braccio destro me le fa ripetere tutte quante, tanto che ormai le abbiamo finite…». Quindi va a parlare dell´incontro. «Innanzitutto non ho capito il motivo dei 3 minuti di recupero inesistenti del primo tempo – annota -, ci sono costati il gol che è nato da nostre responsabilità, sia chiaro, ma mai e poi mai c´era un extratime così lungo. Quanto al confronto, è inevitabile che ci sia tensione in questa fase del campionato, non c´era la necessaria tranquillità in uscita nella fase di impostazione e nel palleggio. La verità è che ci stiamo giocando la stagione, non era affatto previsto ed è normale che sia così. Tuttavia taluni errori vanno corretti, in occasione dell´1-1 Stevanin ha temporeggiato e avrebbe dovuto spazzare, quindi Zanella ha perso l´uomo in marcatura che ha servito l´assist della parità. Sono sbavature che si possono pagare a caro prezzo. Per questo ora pretendo attenzione maniacale e livello di concentrazione ai massimi, d´ora in avanti pesano anche i dettagli più insignificanti. Adesso testa a Monza». Poi Asta chiosa sull´impegno in Brianza.«Se dico che non siamo da nessuna parte è la realtà: se non fai punti venerdì al Brianteo e il Pavia vince a Como, balzano in testa loro in virtù degli scontri diretti. E lasciatemi applaudire i bambini, ce n´erano tanti allo stadio e hanno fatto un tifo fantastico».
Ore 22.00 – (Giornale di Vicenza) Bisogna avere Fede. Il tiro mancino di Federico Furlan (alla prima doppietta in carriera) manda in malora Renate e le sue stregonerie da invincibile tabù e uncina due volte col sinistro il tesoro di un bottino che limita al braccio di ferro col Pavia la volatona per la B col +3 in cassa. La partenza è al rallenty, il Bassano gioca felpato. In realtà ha una fifa blu di cannare il match ball, la ferita fresca col Venezia pirata al velodromo non ha smesso di sanguinare e la scorreria al Menti l´ha solo parzialmente rimarginata. I contrasti sono stranamente soft e i tackle paiono di burro. Se nel tennis si chiama braccino, forse questa allora è la gambina. Poi però appena Cattaneo ci mette la sua di gambotta (accelerazione bruciante al 4´ e filtrante scodellato in mezzo), mannaggia non c´è anima viva a piazzare la propria di gambona e correggere l´1-0 da un passo. Pazienza, perchè al 14´ c´è una punizione centrale dal limite. Quest´anno il Bassano sui piazzati ha percentuali da elezioni sotto il solleone, sotto il minimo sindacale, eppure Nolè colpisce all´angolino e Cincilla si allunga per stornare in corner. E sull´assalto successivo comunque la Virtus sfonda su un attacco corale che è una prelibatezza: minuto 16, Nolè innesca Pietribiasi in area che prolunga di cabeza per l´accorrente Furlan, che esplode un sinistro al volo sotto l´incrocio; incendia la bomboniera del Mercante, una perla che, ci risiamo, se autografata da qualche nostro eroe della serie A e non da Fede Furlan da Montebelluna, ce la propinano anche all´ora di colazione. Quindi, siccome il Renate deve salvarsi e non può continuare a fare flanella, Scaccabarozzi, il più reputato della comitiva, decide di far prendere un bello spavento a Rossi con una sassata appena sopra la traversa (21´). Il Soccer Team sceglie di procedere di conserva ma occhio al frittatone in agguato: è il 47´, secondo minuto di un inspiegabile maxirecupero di 3´ quando Stevanin gigioneggia, non spazza e commette fallo; sulla punizione laterale, Riva scappa via a Zanella e mette in area in maniera un po´ occasionale e in modo altrettanto fortuito di ginocchio Iovine devia nel sacco l´1-1 che gela lo stadio. Dopo il thè tiepido, si raffredda un po´ pure il Bassano: lo scalda una conclusione di Priola ammaccata da uno stinco nemico (6´) e l´accende una combinazione Toninelli-Nolè-Cattaneo con piattone sbilenco in volée di Veleno a porta vuota (16´) che fa sclerare mezzo catino giallorosso. Poi però per fortuna che Furlan c´è: 22´, pallone golosissimo nel cuore dell´area che Nolè cicca ignobilmente, indirizzandolo senza volere a Furlan il quale carica ancora il mancino sul palo lungo che non dà scampo a Cincilla, peraltro coperto. Nel delirio dei 3 punti, la ciabattata di Nolè che apparecchia per Federico il 2-1 viene automaticamente ascritta quale decimo assist stagionale del potentino che diversamente sarebbe stato additato con infamia sulla pubblica via. Un attimo dopo lo stesso Nolè non chiude dall´identica mattonella precedente la rasoiata del teorico 3-1 (al 24´) e infine una progressione imperiosa dell´inesauribile Cenetti muore tra le braccia del portiere. Asta alza una linea Maginot senza precedenti (5-3-1-1) con tre centrali e tre mediani e manco il gigante d´ebano Odogwu vede più la luce.
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Il tecnico Marino gli ha dato fiducia e lo ha schierato titolare ma Alessio Vita dimostra la sua maturità quando a fine gara riesce a giudicare la sua prova con estrema obiettività fino ad ammettere: «Non pensavo ma all´inizio, per me la prima volta al Menti da titolare, mi sono davvero un po´ emozionato a giocare davanti ai nostri stupendi tifosi, poi per fortuna mi sono sbloccato e mi pare di aver chiuso in crescendo, resta il fatto che non sono molto soddisfatto della mia prova, perchè avrei potuto fare di più nel primo tempo». Gara difficile proprio perchè tutti davano per scontato il risultato a vostro favore? «Esatto, però anche stavolta con merito abbiamo portato a casa i tre punti, certo avremmo potuto chiuderla prima perchè poi magari da un corner o da un calcio di punizione, nasce qualcosa di strano e si rischia di buttare via quanto fatto in questi mesi». E martedì di nuovo in campo a Brescia. «Eh sì, ma infatti pur se siamo molto contenti di questa vittoria noi con la testa siamo già alla partita di martedì sera che sappiamo sarà durissima: per me loro non molleranno di un centimetro e lotteranno su tutti palloni, ma noi al di là di chi incontriamo ormai abbiamo motivazioni troppo grandi per fermarci, si va per vincere».
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Se è vero che la pazienza è la virtù dei forti, ieri il Vicenza contro il Varese ha confermato la propria forza anche sotto questo aspetto. Ci è voluta molta pazienza, infatti, per avere ragione di un Varese rintanato nella sua metà campo, che ha concesso pochi varchi a capitan Cinelli e compagni. Cinelli, stavolta il Vicenza ha giocato su ritmi meno elevati del solito. «È vero, del resto non sempre si può correre a cento all´ora. In queste partite diventa importante mantenere la calma, rischiare il minimo possibile, e aspettare l´occasione giusta. Direi che ci siamo riusciti, quindi dobbiamo comunque essere molto soddisfatti di questa importantissima vittoria». È il terzo uno a zero di fila: dimostra qualcosa in particolare? «Che abbiamo raggiunto una solidità importante, la base sulla quale si riescono a costruire le serie di risultati utili consecutivi come questa in corso, che contiamo di prolungare il più a lungo possibile». Lei è andato anche vicino al gol con un bellissimo colpo di testa. «Quando mi capita di inserirmi ci provo sempre, lo sapete. Purtroppo la gioia del gol al Menti quest´anno ancora mi manca: segnare qui sarebbe un´emozione unica, spero tanto prima della fine del campionato di poterla provare». Era diffidato ed è stato ammonito: dovrà saltare la prossima partita a Brescia per squalifica. «Magari potevo essere un po´ meno frenetico e più lucido in quell´occasione, ma quando si corre così tanto non sempre ci si riesce. Mi dispiace non poter giocare martedì a Brescia, ma sono tranquillo perché sono sicurissimo che chiunque scenderà in campo al mio posto non mi farà assolutamente rimpiangere».
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Mai come ieri il tre è stato il numero perfetto per Nicolò Brighenti. Quando il cronometro della ripresa aveva appena iniziato il terzo giro, il difensore biancorosso ha messo a segno il suo terzo gol stagionale, regalando tre punti fondamentali al Vicenza contro il Varese. Brighenti, per lei un altro gol importantissimo. «Infatti sono molto contento. Era una partita difficile, come ci immaginavamo, quindi sapevamo che le palle inattive potevano risultare determinanti. I movimenti che proviamo sempre in settimana mi hanno consentito di liberarmi, Di Gennaro con il suo piede preciso mi ha messo la palla perfetta, e a quel punto l´ho colpita meglio che potevo, sperando che finisse in fondo alla rete». C´è una dedica per questo gol? «Come sempre lo dedico alla mia ragazza, alla mia famiglia, a tutti i compagni. E poi mi fa piacere sottolineare i meriti di Mezzini e di tutto lo staff che in settimana visiona filmati e ci fa preparare in campo sui calci da fermo: quando il lavoro è ripagato da un gol, è molto gratificante». Non è stato il Vicenza più spettacolare della stagione, ma poco importa. «Siamo stati comunque molto compatti e concentrati per tutta la partita, tenendo costantemente in controllo il gioco. Noi sapevamo che il Varese si sarebbe chiuso molto bene, avevamo visto come era riuscito a ingabbiare l´Avellino ed è andata proprio così. Per fortuna siamo riusciti lo stesso a trovare il gol e centrare la vittoria che volevamo». Adesso si va a Brescia, dove lei due anni fa ha segnato un gran gol «Quello me lo ricorderò per tutta la vita. Diciamo che quest´anno quanto a gol fatti posso ritenermi ampiamente soddisfatto. Pensiamo piuttosto a preparare già da domani l´incontro con la solita attenzione, perché di sicuro il Brescia non ci vorrà regalare nulla». Quanto è bello vedere il Vicenza secondo da solo in classifica? «È un momento magico per tutti, noi cercheremo di farlo durare fino alla fine del campionato: ci aspettano ancora cinque partite, e ognuna di queste sarà molto difficile, ma ce la metteremo tutta».
Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Il d.g. Andrea Gazzoli a fine gara sorride anche se ammette di aver sudato negli ultimi minuti e precisa: «Visto? Non è che alla vigilia si dice tanto per dire che non sarebbe stata una passeggiata, nel calcio fino a quando non arrivi al 90´ non si può stare tranquilli a meno che non ti sia riuscito di chiuderla prima… insomma è stata una rottura di scatole fino all´ultimo». La curva ormai inneggia alla serie A. «Siamo lì, abbiamo preso un piccolo vantaggio, ma mancano ancora cinque gare alla fine e sono sempre tante». Settimana di fuoco con tre gare, una è andata ora bisogna proseguire.
«Ovvio, ma a Brescia non avremo Ragusa e Cinelli squalificati, per fortuna abbiamo recuperato quasi tutti e quindi il tecnico saprà trovare le giuste soluzioni». Siete riusciti ad aumentare la capienza dello stadio e la risposta è stata subito molto buona. «Siamo contenti infatti, così come fa piacere che la curva Azzurra abbia avuto un discreto successo, ovvio si fa tutto per accontentare i nostri sostenitori e per far sì che la squadra abbia ancor più gente in grado di sostenerla perchè noi sappiamo bene che nelle gare casalinghe il pubblico ci darà una grossa spinta». Situazione societaria dopo il supporto arrivato a vario titolo da alcuni imprenditori vicentini? «L´auspicio è che quanto avvenuto possa essere il primo mattone di un percorso più importante, perchè come si è sempre detto il Vicenza per andare avanti con più serenità rispetto alle ultime stagioni ha bisogno di un allargamento societario, comunque l´importante è che per la prima volta ci sia stata un´azione di questo tipo, così come è scontato che il risultato sportivo potrà aiutare questo percorso». Intanto c´è stata la nomina della signora Vittoria Franchetto a presidente onorario della società. «Senza dubbio è stato un giusto tributo alla persona e alla famiglia che è stata sempre vicina ai colori biancorossi anche nei momenti difficili».
Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Altro colpo messo a segno, altri tre punti portati a casa. Inizia nel migliore dei modi la settimana di fuoco che martedì sera vedrà il Vicenza impegnato a Brescia. Continua la marcia inarrestabile dei biancorossi, ora soli al secondo posto. Gara intelligente quella disputata dalla squadra di Marino che ad un certo punto ha badato a controllare il Varese più che a spendere energie inutili. E infatti il tecnico a fine partita ha spiegato: «Dopo il vantaggio abbiamo cercato di rallentare il ritmo per rischiare il meno possibile, dunque l´obiettivo era non concedere all´avversario ripartenze, era troppo importante portare a casa il risultato pieno». La squadra ha saputo gestire tatticamente la gara, anche questo avrà il suo peso nel finale di campionato. «Sì i ragazzi sono stati bravi a gestire l´ultima parte di gara, certo magari dovremo cercare di essere più concreti nel chiudere questo tipo di partite perchè poi più il tempo scorre, più rischi di complicarti la vita. Dopo aver sbloccato il risultato avremmo dovuto insistere un attimo per chiuderla, non ci siamo riusciti, ma va ricordato che abbiamo concesso davvero poco agli avversari e noi le nostre cinque palle gol le abbiamo create». Soddisfatto di Ragusa? «Sì ha fatto quello che può in questo momento». Moretti è sembrato un po´ sotto tono rispetto ad altre gare. «Ha dato il suo contributo come gli altri, per me i ragazzi si sono mantenuti su livelli buoni, non abbiamo fatto la stessa gara di Cittadella questo è evidente, però, ripeto, i ragazzi hanno giocato tutti bene». Un giudizio su Vita schierato titolare? «Ma Vita anche quando entra in corsa ha sempre un impatto positivo con la gara, oggi forse all´inizio ci ha messo un po´ ad entrare in partita ma poi è andato sempre in crescendo, sono abbastanza soddisfatto della sua prestazione». Alcuni episodi hanno fatto discutere come il fallo di mano fuori area del portiere avversario nel primo tempo, ma anche la punizione data al Varese al 90´: non è stato chiaro se il fallo fosse avvenuto dentro o fuori l´area. «Dalla panchina non si vede bene, però penso di poter dire che se anche alla fine siamo stati favoriti di certo non lo eravamo stati nel primo tempo, insomma se c´era un rigore per loro, ce ne era uno pure per noi». Martedì di nuovo in campo a Brescia e non ci saranno, per squalifica, Ragusa e Cinelli. «In nove non giocheremo di sicuro, i cambi ci sono». Alla fine stavolta è andato anche lei sotto la curva a festeggiare. «Mi ha tirato Cinelli, mi ha detto che i tifosi mi avevano richiesto». Un bel momento! «Certamente sì, bello, soprattutto se guardo indietro, a quando ero arrivato a Vicenza».
Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) Un testa-coda è come una macchia d´olio sulla strada: ci sono fior di squadre che hanno visto volar via scudetti e promozioni contro le ultime. Intanto bravo il Vicenza a non scivolare. Sono le partite più pericolose, perché per la classifica dovresti fare un sol boccone dell´avversario e invece poi magari capita come ieri al Menti che ti arriva un Varese con più di un piede in Lega Pro che però si mette ordinato in dieci sotto la linea della palla, giustamente deciso a onorare la partita e a far vedere che non è una squadra di brocchi. E se non la sblocchi subito… Il Vicenza ci ha provato, ma non c´è riuscito e allora si è armato di pazienza e ha aspettato l´episodio, cioè un calcio da fermo: di solito il grimaldello giusto. L´attesa sarebbe anche stata premiata se il mirabile sinistro di Di Gennaro non avesse un conto aperto con i pali: legno a Cittadella e legno anche ieri su una punizione a giro pennellata dal regista. Poco male, anche in una giornata senza lustrini il Vicenza ha dato sempre ai suoi quasi 11 mila innamorati e splendidi tifosi del Menti l´impressione che l´ago nel pagliaio l´avrebbe trovato con la calma dei forti. E magari con la…magia di qualcuno. Già, perché per gli almanacchi Nicolò Brighenti è alto 1,78 e quindi prima o poi ci dovrà spiegare come diavolo fa ad arrivare di testa prima di certi spilungoni nelle aree simili a tonnare. Al 3´ della ripresa, puntualmente su calcio da fermo, un angolo battuto da Di Gennaro il centralone difensivo biancorosso ha firmato il gol che ha sbloccato la gara. Una squadra in carriera sa vincere in tanti modi, è una delle sue caratteristiche. E il Vicenza che grande squadra è diventato cammin facendo ha vinto ugualmente pur in una partita in cui non ha dato il meglio di sè sul piano del gioco. Anche perché con Vita e Ragusa e non Laverone e Giacomelli ai lati di Cocco il tridente ha perso più di qualche automatismo e perchè capita che qualcuno (Moretti ad esempio, ma lo stesso bomber) non sia nella miglior giornata. Personalità, convinzione, maturità, si va avanti così verso i grandi traguardi, e anche un pizzico di fortuna. Era probabilmente da rigore il fallo commesso da Di Gennaro nel finale, ma nelle altre pagine del testa-coda bisognerebbe allora ricordare che la palla presa con le mani dal portiere del Varese era forse fuori area e che Cocco magari era stato spinto giù in area da Borghese. Meglio archiviare il tutto alla voce insufficienza arbitrale. Contava vincere, d´ora in poi conterà sempre di più, e il Vicenza ha vinto mentre la curva ha regalato il primo vero coro a mago Marino, comandante di una nave che fa rotta verso la serie A, anche quella per la prima volta invocata a scena aperta. Vicenza secondo da solo, Frosinone e Bologna alle costole. Ma dietro. Ci sono altre cinque puntate del telefilm: non perdetevele, il finale potrebbe essere da Oscar.
Ore 20.30 – Già noto, invece, il triangolare dei gironi del Centro-Sud: a sfidarsi saranno Lupa Castelli Romani, Fidelis Andria ed Akragas.
Ore 20.20 – Ancora incerte anche due delle tre squadre che comporranno il triangolare D-E-F: attualmente a sfidare il Rimini sarebbero Siena e Maceratese, che comandano i loro gironi con quattro punti di vantaggio rispettivamente su Poggibonsi e Fano.
Ore 20.10 – Ancora da stabilire, invece, la prima classificata del girone A: in testa al momento c’è sempre il Cuneo, seguito dal Chieri (due lunghezze di distanza) e da Sestri Levante e Borgosesia, rispettivamente a tre e quattro punti di distacco.
Ore 20.00 – Il Padova conosce una delle avversarie del triangolare eliminatorio della poule scudetto: si tratta del Castiglione, che vince il girone B.
Ore 19.40 – Torneo Internazionale giovanile di Abano Terme: il Padova si classifica al nono posto (su 24 partecipanti) grazie alla vittoria ai rigori sui giapponesi dei Kashima Antlers.
Ore 19.20 – (Gazzettino) Troppo poco Cittadella per puntare ai tre punti. Dopo un discreto primo tempo, i granata sono rimasti in dieci per l’espulsione di Donazzan (al debutto in campionato) per un’inutile entrata su Sestu e di fatto è calato il sipario. Il Brescia, all’ultima spiaggia, ce l’ha messa tutta per prevalere ma ha sbattuto su un Valentini in giornata di grazia (uscite alte escluse), e dove non è arrivato il portiere ci hanno pensato la traversa e gli errori di misura delle “rondinelle”, l’ex Sestu su tutti. Foscarini presenta due novità rispetto alla formazione ipotizzata alla vigilia: Bazzoffia al posto di Kupisz sulla corsia di destra, Coralli in attacco a far coppia con Stanco. Sgrigna in panchina. Il pareggio non serve a nessuno, così le due squadre cercano subito di imporre il proprio gioco. Tanti, però, sono gli errori di misura, cosicché si fatica ad arrivare nell’area avversaria con palloni realmente pericolosi. Ci prova Minesso dalla distanza, il sinistro è forte ma centrale, respinge con un certo affanno Arcari. Sono interessanti un paio di spunti di Bazzoffia che difettano però nell’ultimo passaggio, quindi l’esterno prova due volte il tiro: la prima, al volo, calcia alto sulla traversa, la seconda conclusione è invece respinta da Arcari in uscita, che si salva in angolo. I minuti scorrono senza regalare altre emozioni, si va negli spogliatoi con il conforto delle dirette avversarie di classifica – Crotone, Entella e Pro Vercelli – che sono sotto. Si rientra in campo con il Brescia che sfiora subito il vantaggio: cross di H’Maidat e sponda di testa di Caracciolo, il pallone arriva dalle parti di Sestu che calcia di collo pieno, Valentini sfiora quanto basta affinché la sfera si infranga sulla traversa. Questa volta è andata bene al Cittadella. Lo scampato pericolo dovrebbe suonare la sveglia ai granata, e in effetti uno squillo arriva su punizione, con Minesso che impegna a terra Arcari. Resterà l’unico tiro nello specchio della porta dei secondi 45 minuti. Il patatrac arriva al quarto d’ora, con Donazzan che entra in scivolata sulla caviglia di Sestu: per l’arbitro è rosso diretto. Cambio inevitabile per Foscarini, che inserisce Pecorini per Coralli, Cappelletti si sposta a sinistra. Con un uomo in più in campo, il pallino del gioco resta costantemente al Brescia, che va vicino al vantaggio anche alla mezz’ora: cross di Da Silva sul secondo palo dove c’è Sestu, l’ex granata controlla e sull’uscita di Valentini calcia alto. Lo stesso portiere “regala” un’uscita da brividi al 33′ su calcio d’angolo, salvo poi rimediare sulla conclusione di Da Silva. Il Cittadella pensa a proteggere lo 0-0, riparte in un paio di occasioni con Kupisz che manca però nello spunto finale. L’ultimo brivido nei minuti di recupero: cross di Zambelli e testa di Caracciolo che smarca Da Silva, tutto solo (fuorigioco?) davanti a Valentini che compie un mezzo miracolo per respingere il tocco ravvicinato del giocatore di casa. Si esce tra i fischi dei tifosi del Brescia, al Cittadella alla fine non resta che accontentarsi del punticino: dopo tre sconfitte di fila la squadra fa un piccolo passo avanti in classifica, rosicchiando un punto sul Crotone. Il Cittadella è ancora terz’ultimo, adesso mancano soltanto cinque partite alla fine: martedì sera al Tombolato con lo Spezia bisogna assolutamente vincere.
Ore 19.10 – (Gazzettino) Ancora una volta si è visto un Cittadella dai due volti. Volenteroso e discreto nel primo tempo, dove ha evidenziato le cose migliori, in affanno nella ripresa quand’è rimasto in inferiorità numerica per l’espulsione di Donazzan. E a Claudio Foscarini, a fine gara, non resta che accettare il pareggio. Magari a denti stretti: «In questo momento il punticino non ci fa fare i salti mortali. Il Cittadella è andato a Brescia per cercare la vittoria, ma dopo essere rimasto in dieci tutto è diventato più difficile. Abbiamo rischiato, ci siamo abbassati tanto». Un piccolo rammarico: «Pur non costruendo granché, potevamo gestire meglio le poche ripartenze avute nella ripresa. Non siamo però riusciti ad incidere». Il Cittadella ha perlomeno interrotto la serie negativa di tre sconfitte consecutive. «Non eravamo reduci da un buon momento, e dobbiamo pensare soprattutto a questo, ma adesso la gara di martedì sera diventa determinante». A Brescia, lo ammette Foscarini, si è sprecata l’ennesima occasione, al cospetto di una squadra con diverse assenze e costretta a giocare in un ambiente pesante, con le contestazioni dei tifosi. «Sinceramente ce lo siamo ripetuti anche al termine della prima frazione, negli spogliatoi. Dovevamo sfruttare meglio la situazione ambientale, e la corsia di destra dove nel primo tempo abbiamo fatto vedere le cose migliori. Da quella parte siamo stati incisivi mancando però nell’ultimo passaggio, quello decisivo. Poi ci ha complicato tanto l’espulsione, non siamo stati più propositivi». Il Brescia è stato proprio come se l’aspettava Foscarini. «Non abbiamo affrontato una squadra in disarmo, anzi. Il recupero di Caracciolo in avanti ha dato qualità e coraggio ai compagni. Conoscevamo le difficoltà della trasferta lombarda, entrambe le squadre devono fare i conti con il momento non positivo, e quando non riesci a vincere tutto diventa più difficile». Adesso, per ammissione dello stesso Foscarini, serve una vittoria nell’ultimo turno infrasettimanale della stagione: martedì sera al Tombolato arriverà lo Spezia, reduce dal 3-0 al Trapani. Ma arrivati a questo punto non bisogna più guardare in faccia a nessuno.
Ore 19.00 – (Mattino di Padova) Zero in tutto. Come il risultato finale, la cifra tecnica messa in campo dalle due squadre, l’assenza di gol (a parte una traversa per i padroni di casa in avvio di ripresa), la sostanza di una partita che definire la peggiore vista quest’anno suona persino generoso. Non è un caso se Cittadella e Brescia sono laggiù, terz’ultima e penultima: il calcio proposto ieri al “Rigamonti” è stato qualcosa di indigesto anche per il più tollerante dei tifosi. Possiamo dirlo? Se questa è la serie B… Bisogna essere in due per esprimersi così male, e dunque i demeriti vanno equamente suddivisi fra gli uomini di Calori, che in casa non vincono da ormai tre mesi (ultimo successo con la Virtus Entella, il 31 gennaio scorso), e i granata di Foscarini, infilatisi nel tunnel di una crisi improvvisa, dopo aver fatto ben sperare con il blitz di Livorno, certificata dalle tre sconfitte consecutive subìte ad opera di Latina, Carpi e Vicenza. Il pareggio è un brodino, ma poco rivitalizzante, perché la situazione di classifica non cambia e adesso le partite da disputare scendono a cinque, di cui due terribili, con Spezia (martedì sera al Tombolato) e Frosinone, in piena bagarre per la promozione in A. Servono 9 punti per salvarsi e bisogna farli tutti, altrimenti si rischiano i playout, se non addirittura la retrocessione diretta in Lega Pro. Male nei primi 45’. A noi il Citta non è proprio piaciuto, specchio quasi fedele della squadra non pervenuta nel secondo tempo del derby di venerdì 17. Troppo teso, timoroso, impacciato nello sviluppare le abituali trame di gioco. E sì che di fronte aveva un avversario allo sbando, contestato per l’intera durata del confronto dai propri tifosi e crocifisso per la quantità industriale di errori commessi, sbagliando persino gli appoggi più elementari. Tre gli striscioni emblematici apparsi in curva dopo l’intervallo: «Brescia Calcio: ammainate le bandiere, che ci stanno portando in Lega Pro!», «Calori: il caffè lo volete liscio o corretto?!?!» (con le C delle varie parole evidenziate in rosso), «Se sarà Lega Pro, noi ci saremo… Voi? No grazie». Insomma, tutto il mondo è paese e in un’atmosfera del genere avrebbe dovuto trarne vantaggio proprio il Cittadella, seguito da una cinquantina di sostenitori, che ad un certo punto hanno intonato un eloquente: «Noi vogliamo gente che lotta». Invece, alla conta delle occasioni create nell’area delle “rondinelle”, si è registrato molto poco: due opportunità ghiotte per Bazzoffia – preferito dal tecnico al polacco Kupisz, apparso affaticato in settimana – sprecate per mancanza di precisione la prima volta, e per eccessivo ritardo nel concludere la seconda, poi deviata in angolo, e in precedenza un sinistro violento dai 25 metri di Minesso (il migliore, insieme al portiere), ribattuto con i pugni da Arcari. Poco o nulla davanti da Coralli, vincitore del ballottaggio con Sgrigna, e da Stanco, che sembra essersi smarrito dopo il meraviglioso impatto di qualche mese fa. In 10 per 34 minuti. E buon per i padovani che la traversa si è sostituita, in avvio di ripresa, a Valentini respingendo la gran “botta”, all’interno dei 16 metri, dell’ex Sestu, con palla rimbalzata in campo ben al di qua della linea bianca, altrimenti sarebbero stati guai grossi. Il Citta ha risposto con una punizione di Minesso respinta dal solito Arcari (13’), e poi si è fatto male da solo: un fallaccio di Donazzan, al debutto in campionato, su Sestu ha privato la squadra di un uomo, con il “rosso” diretto al terzino (16’). Lì il Brescia, nonostante i cori e i fischi di disapprovazione, ha cercato, velleitariamente, di piazzare il colpo, ma ha trovato sulla sua strada un Valentini attento e reattivo, bravo ad evitare la capitolazione prima uscendo a valanga su Sestu (30’), poi abbrancando il pallone calciato a giro da Di Cesare (43’) e infine respingendo di piede, da due metri, la sfera toccata da Da Silva (47’). In tutto questo, da parte granata, da segnalare solo una ripartenza importante di Stanco, con assist per Kupisz, scivolato in area al momento propizio (41’). Martedì sera ci si gioca tutto, ma proprio tutto. Se non si batte lo Spezia, la situazione, già seria, potrebbe aggravarsi irreparabilmente. Ci vorrà un altro Cittadella, però, di testa prima ancora che di gambe.
Ore 18.50 – (Mattino di Padova) «Un punticino come questo, è logico, non ci fa fare i salti di gioia. Però, visto come si era messo l’incontro, non è da buttare via. Venivamo da tre sconfitte consecutive e abbiamo interrotto il ciclo negativo, anche se questo pareggio non cambia la nostra situazione». A fine partita Claudio Foscarini è obiettivo nell’inquadrare il risultato: «Siamo arrivati a Brescia con la voglia di piazzare il colpaccio, ma una volta rimasti in dieci abbiamo rischiato. Dopodiché è vero che, da quando ci siamo trovati con un uomo in meno, abbiamo abbassato molto il baricentro, ma ci sono stati una punizione, una ripartenza e un tre contro tre che potevamo gestire in altro modo e che mi hanno fatto arrabbiare. A questo punto diventa determinante la partita con lo Spezia di martedì sera». Il Citta non ha saputo approfittare del difficile momento degli uomini di Calori, contestati dai tifosi e in piena crisi. «È vero, e ne avevamo parlato con i giocatori. Ma dovevamo sfruttare meglio anche la fascia destra, dove Bazzoffia spesso riusciva ad essere libero: siamo stati molto incisivi in quella zona del campo, ma siamo mancati nell’ultimo passaggio. Il Brescia? L’avere recuperato all’ultimo Caracciolo è stato un toccasana per i lombardi, per la qualità che ha, ma anche perché ha dato loro coraggio. Avevamo di fronte un avversario rimaneggiato ma che ha giovani di valore, per cui sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata». Si sono viste due squadre contratte. «Entrambe stanno subendo il momento non positivo che attraversano».
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto) Il paradosso: il pari al Rigamonti potrebbe servire a poco, ma chi sta peggio è il Brescia, che vede allontanarsi in modo probabilmente definitivo la possibilità di agganciare il treno playout. Il Cittadella non vince e non segna più: a Brescia finisce senza reti e con un espulso (Donazzan), il resto è la sagra dei rimpianti e delle contraddizioni striscianti di una squadra non riesce più a ritrovarsi. Prigioniera, forse, dei troppi cambi di Foscarini, alle prese con una gestione complessa dell’organico fra infortuni, rotazioni, scelte tecniche e squalifiche che non lo lasciano tranquillo. Il tempo per rimediare c’è ancora, ma il margine per rimediare si è assottigliato in modo evidente e ormai non si può più sbagliare. Si comincia con tre variazioni rispetto alle previsioni: dentro Paolucci, che vince il ballottaggio con Busellato, fuori Kupisz e Sgrigna, chance per Bazzoffia e Coralli. La prima chance è per Minesso, che al 14’ trova sulla sua strada un ottimo Arcari. La chance più clamorosa arriva al 29’, quando Bazzoffia quasi per caso si ritrova il pallone fra i piedi, ma non riesce ad angolare a sufficienza il tiro, murato da un super Arcari. Del Brescia ci sono ben poche tracce, il primo tempo finisce senza altri squilli e con un centrocampo che non riesce proprio a fare gioco. A inizio ripresa Donazzan, con uno sconsiderato intervento su Sestu, si fa cacciare lasciando i suoi in inferiorità numerica. Il Brescia spinge, ma fa poco per sbloccare lo stallo persistente: clamorosa, al 30’ la chance fallita da Sestu che, servito da Da Silva, tenta un assurdo colpo sotto anziché sfondare la rete di potenza. Il risultato è un obbrobrio che raccoglie i fischi di uno stadio intero. Il resto lo fa Valentini, che al 43’ compie un decisivo intervento su Di Cesare, che aveva provato il tiro a giro. E nemmeno con un uomo in più il Brescia riesce a scrollarsi di dosso una situazione davvero insostenibile. Il Cittadella tampona l’emorragia di punti ma per il resto c’è ben poco, se non nulla, da festeggiare. La salvezza è più lontana, l’inversione di rotta tanto invocata (pur ancora possibile) non è arrivata. E a cinque giornate dalla fine la sterzata dovrà essere decisa. Altrimenti il ritorno in Lega Pro, dopo una lunga epoca di fasti e di sorrisi che sembrava non finire mai, sarà una triste realtà con cui presto fare i conti.
Ore 18.20 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Castelfranco 3-2, Este-Fortis Juventus 2-2, Fidenza-Atletico San Paolo 2-1, Formigine-Thermal Abano 2-2.
Ore 18.00 – Cunico e compagni – accompagnati dallo stato maggiore biancoscudato al gran completo e dallo staff tecnico – si recheranno ora in Favelas per continuare con i ragazzi della Tribuna Fattori i festeggiamenti per la vittoria della partita e soprattutto del campionato. Ospiti speciali e graditissimi i ragazzi di Palermo, giunti all’ombra del Santo per celebrare al meglio la promozione dei gemellati padovani.
Ore 17.40 – Sala stampa, Giovanni Fenati: “Oggi è stata davvero una bella giornata! Se sento la fiducia riesco a rendere al meglio, e credo che il gol di oggi sia il giusto premio per il lavoro di questi mesi. Mi sentivo il gol, ne avevo parlato con Salvadori che è con me in foresteria! La dedica? Alla mia famiglia e alla mia ragazza, oggi non c’era ma è come se fosse sempre con me…”.
Ore 17.35 – Sala stampa, Emil Zubin: “Ho voluto condividere la gioia del gol con tutti, soprattutto con chi sta fuori perché non è mai facile guardare dalla panchina. Ritoccare i record verso l’alto? Intanto pensiamo all’Union Ripa, poi a fine stagione tireremo le somme. Voglio arrivare anch’io in doppia cifra? Non mi interessa particolarmente, conta più l’obiettivo generale. È il quinto campionato vinto, e non voglio fermarmi…”
Ore 17.30 – Sala stampa, Gustavo Ferretti: “Sono contentissimo, perché per una punta giocare e fare gol è sempre importante! Non potevamo permetterci di fare figuracce dopo la vittoria del campionato, ed oggi abbiamo dato un gran segnale. Sono arrivato in doppia cifra? Spero possano arrivarci presto anche Petrilli ed Ilari… Marco si è arrabbiato in campo per il rigore, voleva tirarlo ma io sono il rigorista designato e non giocavo da tanto quindi volevo tirarlo. Gli chiedo scusa, gli farò l’assist per il decimo gol! La dedica? Ai miei genitori, che erano in tribuna, e a chi ha sempre creduto in me come i tifosi. Sentire i loro cori nei miei confronti quasi mi imbarazza… Peccato per la traversa sul tiro al volo, sarebbe stato un gran gol!”
Ore 17.25 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Superare me stesso? Raggiunto il nostro obbiettivo primario è ovvio che adesso ci sono nuovi stimoli. Serve buon senso, siamo riusciti a completare la festa, è una cosa che mi da motivazioni e le trasmetto ai ragazzi. Il rinnovo del contratto? Io credo che ne abbiamo discusso abbastanza di questa situazione, ci siamo tutti espressi a pieno titolo, riconfermo quello che ho detto in precedenza, c’è la volontà da entrambe le parti ma abbiamo ancora pensare a un campionato e a una pule scudetto. Ferretti? E’ stato ed è quell’attaccante che tutte le squadre vorrebbero avere. Ha dimostrato rabbia e professionalità, doveva segnare e ce l’ha fatta. Il rigore? Io non li guardo, non so cosa si successa con Ilari, ma il rigorista è Ferretti. La maglia blu? E’ stato sfatato anche questo tabù e va bene. Abbiamo tanti giocatori in doppia cifra, è merito dei miei ragazzi. Oggi abbiamo visto dei gol stupendi, quando la testa è libera ci si esprime meglio. Le scaramanzie e le abitudini? C’è cuore, professionalità e il grande lavoro,ma aiuta anche la testa. La giacca pesante? Se si vince la porto sempre”.
Ore 17.21 – Sala stampa, Adriano Zancopè: “Ringrazio anche io tutti, sopratutto la società e il direttore sportivo e Carmine Parlato che ha permesso di lavorare bene. Ho subito sentito grande fiducia e questo mi ha dato modo di esprimermi nel lavoro. Inizialmente ero preoccupato, questo ruolo è sempre stato eccessivamente criticato e avevamo bisogno di tranquillità. Nelle difficoltà siamo cresciuti tutti assieme, da padovano ho vissuto dell esperienze molto forti e questa è stata bellissima”.
Ore 17.19 – Sala stampa, Rino Lavezzini: “Quando c’è stato un momento di difficoltà era calcolato, perché abbiamo deciso di preparare la squadra in una determinata maniera. Il lavoro che abbiamo sviluppato ha dato i suoi frutti quando volevamo. Devo ringraziare tutti, perché i ragazzi ogni giorno hanno messo un mattoncino che è figlio di tutti quanti. Lavorare in questa piazza non è facile, una gioia immensa”.
Ore 17.16 – Sala stampa, Alan Marin: “Questo successo è dovuto alla squadra, all’ambiente, c’è stato un momento difficile, la società ci ha permesso di lavorare tranquilli. E’ una vittoria di tutto lo staff, è una soddisfazione che non è facile trasmettere. Questa è la più grande soddisfazione lavorativa della mia vita. Speriamo che adesso questa nostra avventura continui. Adesso abbiamo un traguardo importante”.
Ore 17.15 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Ho portato in questa stanza anche tutto il mio staff per ringraziarli di cuore. Sono professionisti seri, meticolosi, è un gruppo bello. Alan (Marin, ndr) fatto un ottimo lavoro, lo ringrazio. Adriano (Zancopè, ndr) ci conoscevamo da giovane, ci è stato di grande aiuto sui portiere e su tante questioni di staff. Grazie a Rino (Lavezzini, ndr), ci ha aiutato sulla tattica, sulla tecnica. Se abbiamo raggiunto questi risultati, grande merito va anche a loro”.
Ore 17.00 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 81, AltoVicentino 66, Belluno e Sacilese 56, ArziChiampo 53, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda e Tamai 38, Giorgione 35, Dro 34, Triestina 31, Kras Repen 29, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 16.55 – Serie D girone C, i risultati della trentaduesima giornata: ArziChiampo-Montebelluna 1-1, Belluno-Union Ripa La Fenadora 2-2, Clodiense-Sacilese 0-3, Dro-Legnago 0-0, Fontanafredda-Tamai 2-2, Giorgione-AltoVicentino 0-0, Mezzocorona-Union Pro 0-5, Padova-Kras Repen 4-0, Triestina-Mori S. Stefano 2-1
Ore 15.00 – (Trentino) Convocazione per pochi intimi. Oggi al campo di via Santa Maria si ritroveranno Luca Lomi, il suo “vice” Giorgio Fadda, il preparatore dei portiere Silvano Pedrolli, un paio di dirigenti e non più di tredici giocatori (compresi i due portieri Zomer e Clementi), un paio dei quali acciaccati. Il rischio concreto, dunque, è che l’allenatore gialloverde si ritrovi con undici elementi a disposizione. Con ordine. Gironimi e Corrà sono squalificati, Baltieri, Magnanelli, Folla, Misimi, Medda, Melchiori, Caridi, Crestanelli e Rota infortunati, mentre Albenberger, Micheli, Baldo e Mitterer saranno assenti per motivi personali o scolastici. Rossi e Fochesato risponderanno alla convocazione ma entrambi sono acciaccati e non vi sono certezze riguardo al loro utilizzo, visto e considerato che non si allenano da tre settimane. A conti fatti, nella peggiore delle ipotesi, Lomi potrebbe essere costretto a schierare il secondo portiere Clementi in attacco per raggiungere quota 11, senza dimenticare che la maggior parte dei calciatori è scesa in campo ieri pomeriggio con la formazione juniores. Una disperazione, sportivamente parlando. O, per meglio dire, una vergogna della quale nessuno s’assume la responsabilità. A pagarne le conseguenze sono esclusivamente Lomi, i suoi collaboratori e i giocatori che, nonostante non percepiscano più un euro da mesi (e manchino di quattro mensilità e mezza), hanno deciso di proseguire l’attività sino al termine della stagione con encomiabile impegno. Oggi, purtroppo (viste le condizioni) il “Mezzo” dovrà scendere in campo contro un Union Pro super motivata che sogna addirittura i playoff dopo aver centrato una splendida salvezza. L’obiettivo della truppa gialloverde sarà quella di non prendere un’”ulteriore imbarcata dopo le recenti pesantissima sconfitte.
Ore 14.50 – (Trentino) Vincere per inseguire un sogno. Il Giorgione è distante una sola lunghezza, Fontanafredda e Tamai (che oggi si affronteranno nello scontro diretto) sono a più quattro. La salvezza diretta non è più una chimera per il Dro, che oggi ad “Oltra” riceve il Legnago e in testa ha un solo obiettivo: i tre punti. Stefano Manfioletti, condottiero coraggioso di una squadra che è cresciuta esponenzialmente nel corso del girone di ritorno, preferisce guardare in casa propria senza badare (almeno sino al triplice fischio) alle altre. Tradotto in parole povere: che il Dro faccia il proprio compito sino in fondo e poi, solamente al 90’, tireremo le somme. Conquistare bottino pieno contro il Legnago significherebbe, nella peggiore (o migliore, dipende dai punti di vista) delle ipotesi, portarsi a meno due dalla salvezza senza i playout e, con due partite ancora da disputare ogni scenario sarebbe a quel punto possibile, visto e considerato che il Dro potrà contare su di un calendario difficile ma non impossibile. Manfioletti dovrà fare a meno di tre giocatori: Allegretti si è fermato nell’ultimo allenamento settimanale, mentre Adami è ai box da un paio di settimane e Proch è uscito malconcio dalla sfida di sette giorni fa contro la Clodiense. L’attaccante di proprietà dell’Alto Adige si è infortunato piuttosto seriamente alla caviglia (distorsione con interessamento dei legamenti) e la sua stagione si può considerare già chiusa. Il modulo scelto dall’allenatore gialloverde è il “4-2-3-1” con Bonomi a protezione dei pali e linea difensiva interamente esperta con Bazzanella e Ciurletti (in ballottaggio con Calcari) sulle corsie laterali, mentre nel mezzo agiranno Ischia e Serrano. In mediana spazio a Ruaben e Colpo con Cremonini, Donati e Ajdarovski, quest’ultimo in ottima forma, che agiranno alle spalle di Cicuttini. Manfioletti, però, potrebbe decidere di spostare Bazzanella in mediana (a fianco di Colpo) e, a quel punto, sarebbe inevitabile l’inserimento in difesa di Chesani sulla corsia di destra. Il Legnago è una delle squadre più in forma del momento: i veronesi non sono ancora matematicamente salvi (la logica, però, dice che la formazione di Orecchia può stare tranquilla) e, dunque, non faranno sconti. Nelle ultime otto partite la compagine targata Salus ha conquistato la bellezza di sei vittorie e un pareggio, collezionando una sola sconfitta, quella di domenica scorsa ad opera dei Biancoscudati Padova. Out per squalifica il difensore centrale Friggi (al suo posto giocherà Federico Tobanelli, ex Fersina e nel mirino del Levico Terme in caso di promozione in serie D della squadra valsuganotta), Orecchia (anch’egli costretto in tribuna) ha il dubbio Valente, uscito malconcio sette giorni fa. Se non ce la dovesse fare è pronto Viviani.
Ore 14.40 – (Trentino) Comunque andrà a finire sarà un successo. Quella di oggi sarà una giornata storica per il Mori Santo Stefano, partito ieri mattina alla volta di Trieste, che mai, almeno sino allo scorso anno, avrebbe immaginato un giorno di scendere in campo al “Nereo Rocco” contro un’avversaria di tale blasone. E, invece, la compagine tricolore, che punta a concludere a testa alta stagione (e, perché no, raggiungere quota 20 in classifica: il traguardo è alla portata), si è guadagnata sul campo tale privilegio e oggi cercherà di regalarsi un pomeriggio indimenticabile contro un’avversaria che è in corsa per evitare la retrocessione diretta. La società, per premiare l’impegno di dirigenti, staff tecnico e giocatori, ha deciso di anticipare la partenza al sabato: ieri sera grande cena in un locale tipico e oggi sfida al “calor bianco” alla Triestina. Per l’impegno odierno il tecnico Davide Zoller (squalificato e, dunque, costretto ad assistere al match dalla tribuna) dovrà fare a meno di Concli e Benedetti, entrambi appiedati dal Giudice Sportivo e, quasi sicuramente, si affiderà ad un “4-5-1” che dovrebbe prevedere Poli tra i pali della porta tricolore e una linea difensiva composta da Pruenster e Dal Fiume al centro con Pozza e Igor Dossi sulle corsie laterali. In mezzo al campo Sceffer sarà impiegato da playmaker con Calliari e capitan Cristelotti interni, mentre il bomber Tisi e Deimichei agiranno sulle fasce con il preciso compito di assistere Tranquillini, unica punta di ruolo nello schieramento iniziale. I friulani hanno un solo risultato a disposizione, ovvero la vittoria. Il tecnico Gagliardi ha praticamente tutto l’organico a disposizione, compreso il capitano Piscopo e si affiderà presumibilmente al “4-3-3” con il tridente “pesante” Rocco, Milicevic e Manzo.
Ore 14.30 – (Il Piccolo) Vincere o morire, sportivamente s’intende. Ma la sostanza è questa: se la Triestina oggi al Rocco non batterà il Mori Santo Stefano (inizio ore 15, arbitra Ceccon di Lovere), allora ben difficilmente riuscirà ad acciuffare i play-out. Il Giorgione dista infatti già 6 punti e perderne altri sarebbe letale, ma diventerebbe difficile anche l’altro obiettivo, ovvero quello di superare almeno il Kras in classifica. E poi, detto chiaramente, se non si riesce nemmeno a battere il Mori già retrocesso, allora non si vede come l’Unione potrebbe trovare forze e punti per ambire ancora alla salvezza. Anche se, sia chiaro, l’avversario non va sottovalutato, soprattutto perché sembra non aver affatto mollato in questo finale di stagione. Anzi, dopo aver espugnato a sorpresa Monrupino e aver sconfitto il Kras, i trentini hanno pareggiato con Union Ripa e Tamai, e domenica scorsa solo nel finale hanno ceduto all’Union Pro. In ogni caso, dipenderà molto dalla Triestina, che deve ripartire dalla reazione avuta nel secondo tempo della partita di Tamai. Quella reazione è il segnale che la squadra è ancora viva. Per fortuna sul fronte infortuni, dalla rifinitura di ieri a Prosecco è arrivata almeno una buona notizia, ovvero il recupero di Ventura, fermo nei giorni scorsi per una contusione alla caviglia. Niente da fare invece per Celli e ovviamente per Spadari, che è squalificato. A questo punto, nel consueto 4-3-3 di Gagliardi, in difesa sulle fasce si rivedrà quasi certamente la soluzione già adottata dal tecnico contro il Dro, ovvero Ventura a destra e Crosato spostato sulla corsia mancina, per una coppia di terzini formato baby. In mezzo la coppia centrale sarà composta da capitan Piscopo e da Fiore. In mezzo, considerata l’assenza di Spadari, non ci sono dubbi: Proia agirà nella zona occupata di solito dal regista e cercherà di fare ordine davanti alla difesa, mentre le mezzali saranno Arvia e Bedin. Novità in vista invece in attacco, dove la svolta nel tridente offensivo potrebbe arrivare dallo spostamento al centro come prima punta di Daniele Rocco e l’esclusione di Milicevic. Gagliardi infatti sembra orientato a dare spazio a Gusella sulla sinistra con Manzo a destra, lasciando la zona centrale del reparto offensivo al bomber monfalconese.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro sale a Mezzocorona (alle 15 arbitra Borriello di Torre del Greco) cercando la quarta vittoria consecutiva per prepararsi al meglio alle ultime 2 sfide playoff contro Belluno e Arzignano. Partita sulla carta dall’esisto scontato visto che i trentini, oltre che già retrocessi da tempo, sono anche in piena crisi societaria tanto che nelle ultime partite hanno schierato formazioni imbottite di Allievi. L’allenatore dei trevigiani Francesco Feltrin tiene però in campana la sua squadra per evitare brutte sorprese: «Non voglio che i ragazzi si facciano sorprendere per poi dover inseguire come nell’ultima partita contro il Mori S. Stefano anche se li ho visti concentrati e determinati per mettere subito la partita nei binari giusti. Con la determinazione dei più esperti e l’entusiasmo dei nostri ragazzini possiamo ambire a rimanere in gioco fino alla fine per la zona calda della classifica ma per farlo dobbiamo rimanere uniti». Sul suo futuro il mister prende tempo anche se nella settimana entrante dovrebbe esserci l’incontro decisivo col presidente Marco Gaiba: «A giochi fatti avremo modo di parlarne anche se la mia preferenza rimane l’Union Pro. Se la decisione di restare dipendesse unicamente dalla mia volontà non ci sarebbero problemi». Sul fronte formazione in difesa dovrebbe rientrare sulla sinistra Furlan mentre in attacco resta indisponibile Andrea Nobile per il problema al menisco che rischia di fargli saltare il finale del campionato. Probabile formazione (4-3-1-2): Ziliotto; Niero, Zanette, Trevisiol, Furlan; Saitta, Busetto, Serena; Visinoni; Cattelan, Comin.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Penultima trasferta per il Montebelluna, che va a far visita all’ArzignanoChiampo. I biancocelesti troveranno un avversario ancora a caccia dei playoff, quindi con un obiettivo concreto da conquistare. Viceversa tranquilla la formazione di Daniele Pasa, il cui unico e platonico traguardo da raggiungere è quello di chiudere la stagione con un bottino di punti superiore a 48, e cioè il record dell’anno passato. «Ce ne mancano ancora quattro e voglio che i miei giocatori si impegnino per provare ad arrivarci – dice l’allenatore – non avrebbe senso scendere in campo sbracati, e credo che così sarà. Spero però anche che sia una partita godibile per gli spettatori». Dall’altra parte troverete l’ex Trinchieri. «Senza dubbio lui e Fracaro sono gli elementi di spicco tra gli avversari. Si tratta comunque di una squadra di qualità, erano partiti male poi però si sono risollevati alla grande». Mancheranno per squalifica Giglio e Perosin. «Sono assenze molto pesanti visto che si tratta di elementi fondamentali della rosa. Poi non ho convocato nemmeno Masiero, ancora alle prese con un fastidio alla spalla, e Nicola De Vido. L’unica nota lieta è che dopo tantissimo tempo torna disponibile Semenzin, che si accomoderà inizialmente in panchina». Probabile formazione (4-4-2): Rigo, Fabbian, Guzzo, Severgnini, Frassetto; Bressan, Nicoletti, Garbuio, Cusinato; Frimpong, Sadio.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Meno tre. E poi… Tutti al mare? Macché. «Speriamo che succeda ancora qualcosa», incalza Paolo Beggio. E quel qualcosa è un´entità ben definita. Si chiama playoff. L´Arzignanochiampo non solo ci crede, ma dichiara che è quello l´obiettivo ultimo di una lunga serie di traguardi. «Sono occasioni che raramente ti capitano, soprattutto se sei una neopromossa – prosegue il tecnico -. E per questo ce la giocheremo fino in fondo. Durante la stagione sono cambiati molti obiettivi, adesso sta a noi cogliere il più importante. Sarebbe una bella cosa da vivere anche per tutto il territorio». Perché ormai si gioca a carte scoperte. La parola “playoff” è sulla bocca di tutti. «Ci vuole arrivare il nostro presidente, ci voglio arrivare io e con me i ragazzi. La straordinarietà dell´evento fa sì che tutti ci puntino». Ma per arrivarci, è necessario fare un passo alla volta. Il primo, oggi. Al Dal Molin (calcio d´inizio alle 15) c´è il Montebelluna, squadra infarcita di giovanotti che all´andata aveva rovesciato risultato e umore della Banda Beggio. Perché la squadra di Daniele Pasa, sotto di due gol, riuscì nella rimonta. «Loro sono la più bella realtà di questo girone – commenta Beggio -, e sono un esempio per come si sono gestiti in questi anni con i giovani. All´andata mi hanno impressionato per la vivacità e la qualità». Ma c´è una cosa su cui Paolo Beggio ci tiene a insistere. «Ci hanno fatto tanti complimenti per il gruppo che siamo. Ed è vero, è un gruppo straordinario». Oggi Beggio dovrà fare a meno di Bolcato, fermato dal giudice sportivo. Al suo posto Beccaro. Possibili ballottaggi a centrocampo (Carlotto-Simonato) e in attacco (Marchetti-Draghetti). Modulo 4-3-3, pronti, via.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Eccola qui, la madre di tutte le magagne dell´Altovicentino. La partita che costò a Enrico Cunico la panchina ed al poker di attaccanti vicentini di allora (Giglio, Paganelli, Falomi, Kabine) la riconferma. Era la metà di dicembre, in campo esordì Gambino, appena arrivato dal Rimini, ma i giovani leoni di Antonio Paganin tennero botta fino alla fine. Un girone dopo cambiano protagonisti e prospettive e se il Giorgione è in pratica all´ultima chiamata per evitare i play out, l´Alto ha necessità di vincere per accumulare un importante tesoretto di punti in prospettiva ripescaggio. E poi c´è il compleanno del presidente Rino Dalle Rive da festeggiare. La sorpresa è pronta. Insomma, di motivi per non scendere con la testa in vacanza ce ne sono a bizzeffe, compreso l´arrivo della famiglia di Cortesi: «È una vita che non li vedo». Diego Zanin, nell´occasione squalificato assieme a Peluso e Ricci (assenti per infortunio Dal Dosso e Brancato) avverte: «Tre-cinque-due o 4-3-3? In undici. L´importante è scendere e restare in campo in undici. Loro sono una squadra difficile che conosce e pratica bene i dettami del mister e che ci aggredirà fin da subito. Le loro motivazioni sembrano più forti, ma questo gruppo sta mostrando con il tempo grandi doti caratteriali oltre che tecniche». Prendete Alberto Pignat, centrocampista con licenza di…difendere. Un inizio di stagione chiuso dalla concorrenza, poi, finalmente, una maglia da titolare nel reparto arretrato. Neppure il tempo di godersela ed ecco due espulsioni: «È stato un anno che mi ha fatto crescere in fretta. Certo, non ho ancora segnato e non vedo l´ora di dare il mio contributo anche in tal senso». Senza Ricci e Peluso, potrebbe toccare a lui.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Una poltrona per due. A tre giornate dalla fine San Paolo e Thermal, appaiate a 30 punti, si giocano oggi alle 15 una buona fetta di speranze di aggiudicarsi l’ultimo posto per i play out, fermo restando che non devono perdere ulteriore terreno dal trio che le precede attualmente di cinque lunghezze (con otto punti di distacco anche la terz’ultima in classifica sarebbe retrocessa): Fidenza, Romagna Centro e Ribelle. Proprio sul campo del Fidenza va il San Paolo, appuntamento nel quale è vietato sbagliare. Ecco Vito Antonelli: «È una partita nella quale è fondamentale portare a casa il massimo. Fare la corsa sul Thermal? No, dobbiamo farla solo su noi stessi, anche perché non possiamo staccarci ulteriormente dalle squadre che ci precedono. La nostra possibilità di raggiungere i play out dipende molto da questa partita». Sambugaro lamenta un problema muscolare, e Longhi al ginocchio. Scontro diretto anche per il Thermal, impegnato sul campo del Formigine che è ultimo con un ritardo di tre lunghezze dai bianconeri. «Una sfida importantissima – esordisce Massimo Pedriali – Se vogliamo avere l’ambizione di salvarci, dobbiamo dimostrare di esserci con le squadre del nostro livello. Data l’elevata posta in palio mi aspetto una partita contratta, ma il nostro obiettivo è andare a vincere. È fondamentale fare punti per non staccarci dal San Paolo e dalle formazioni che ci precedono». Lunga la lista degli indisponibili: Baldovin, Lucon, Antonello, Marzocchi, Neagu, Sinigaglia e Vitagliano. Rientra capitan Sadocco. ESTE. Affronta a domicilio la Fortis Juventus e con i play off già assicurati, si tratta di ottenere il piazzamento migliore. «Dobbiamo essere liberi a livello mentale – afferma Gianluca Zattarin – e rischiare qualcosa di più per cercare di ottenere la classifica migliore possibile. Domenica scorsa abbiamo pagato caro errori di inesperienza che vanno corretti». Torna a disposizione Beghin, ai box Scotton (squalifica), Bonazzoli e Meneghello. ABANO. Torna allo stadio di Monteortone per la sfida con la Virtus Castelfranco. Sette giorni fa ha subìto il sorpasso di Bellaria e Fiorenzuola, ma il sesto posto che vuole dire play off è ancora alla portata essendo distante solo un punto. «Dipende molto dal match di oggi – sottolinea Massimiliano De Mozzi – Se vinciamo abbiamo ancora speranze e ci giochiamo il sesto posto nelle ultime due gare, in caso contrario tutto diventa molto complicato e cominceremo a pensare all’anno prossimo provando altri giovani». Indisponibili Bordin e Trovò.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Più scontro diretto di così non si può. La Thermal oggi se la vedrà in trasferta con il Formigine (ore 15, arbitro Mansi di Nocera Inferiore), formazione che occupa l’ultimo posto in classifica, staccata di tre punti proprio dagli aponensi e dal San Paolo. Uno scontro che profuma di ultima spiaggia per gli uomini di Massimo Pedriali, che dovrà cercare la soluzione per uscire da una situazione tutt’altro che semplice: un ulteriore passo falso getterebbe nello sconforto un ambiente già abbastanza provato da una stagione complicatissima sotto tutti gli aspetti. Nonostante ciò, l’allenatore subentrato a Mario Vittadello un mese e mezzo fa preferisce non buttare via un lavoro sul campo che non ha dato i risultati sperati: «La squadra non sta facendo male», dice il tecnico ferrarese, «Abbiamo pagato qualche errore individuale ma i ragazzi ci tengono e si vede. Anche a Rimini, due settimane fa, abbiamo disputato un’ottima gara, pur perdendo. E domenica scorsa con il Porto Tolle abbiamo detto la nostra». A Formigine, però, i rossoverdi si giocano la stagione: «Dobbiamo andare là per vincere, non c’è altra soluzione. Il Formigine è una squadra che concede spazio e noi dovremo sfruttare proprio tale punto debole per far male». «In questo momento». aggiunge Pedriali, «il nostro obiettivo minimo è arrivare terzultimi e non ampliare il distacco con le altre squadre della zona playout con il rischio di retrocedere direttamente». Non saranno della partita lo squalificato Vitagliano e gli infortunati Baldovin, Lucon, Marzocchi e Antonello. La formazione (4-2-3-1): Merlano; Cassese, Sadocco, Montin, Macolino; Banzato, Bolchi; Ragusa, Franciosi, Cacurio; Sabbion. All. Pedriali.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Se non è una gara decisiva, ci si avvicina di molto. L’Atletico San Paolo sbarca a Fidenza questo pomeriggio alle 15, dove al comunale “Ballotta” affronta la formazione parmigiana in un vero e proprio scontro da “dentro o fuori”. La squadra di Vito Antonelli, penultima in classifica a quota 30 e appaiata alla Thermal, fa visita alla formazione che la precede in classifica di 5 lunghezze: con tre sole gare da giocare, compresa quella odierna, i gialloblù devono vincere a tutti i costi per non veder svanire l’obiettivo playout. Una sconfitta farebbe precipitare la situazione, in termini di classifica così come nel morale della squadra, mentre una vittoria, con la Thermal impegnata parallelamente sul campo del Formigine ultimo in classifica, darebbe un po’ di respiro e ulteriori speranze. Nessuno squalificato per mister Antonelli, che recupera capitan Francesco Caco al centro della difesa, ma in casa dei bianconeri emiliani l’ambiente si preannuncia infuocato: la squadra fidentina non vince in casa dal 29 marzo, nelle ultime due settimane ha raccolto altrettante sconfitte e sogna il successo che le permetterebbe di dire addio aritmeticamente allo spauracchio della retrocessione diretta. «Questa partita per noi è super importante», ammette Antonelli, «A tre gare dalla fine sono tutte finali, ma questa sarà fondamentale. Ai miei chiedo una grande prestazione, di carattere: a volte siamo stati puniti per le nostre disattenzioni, oggi a parte la rabbia e la grinta non dobbiamo commettere nemmeno un errore e provare a fare la partita migliore possibile. La squadra sta abbastanza bene, nonostante qualche acciacco, e rientra Caco dalla squalifica». La formazione (4-2-3-1): Savi; Masiero, Caco, Boscaro, Villatora; Benucci, Sambugaro; Lombardo, Marcolin, Veronese; Mascolo. All. Antonelli.
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) La sconfitta di una settimana fa a Bellaria ha complicato i sogni playoff dell’Abano, matricola terribile del girone D. Poco male, visto che per una neopromossa la salvezza in anticipo è già un agrande risultato. Con la chiusura in mattinata del Torneo Internazionale di Abano, oggi alle 15 i neroverdi tornano tra le mura amiche dello stadio delle Terme per affrontare la Virtus Castelfranco. «O la va o la spacca», spiega mister Massimiliano De Mozzi, «Alla fine guardando il calendario nostro e delle avversarie ci vorrebbero sei o sette punti per entrare nei playoff, e non so nemmeno se possano essere sufficienti. Per cui queste ultime partite ce la giochiamo, non abbiamo niente di cui preoccuparci, e male che vada se non dovessimo raggiungere i playoff utilizzeremo le prossime gare per valutare qualche giovane in ottica futura». La sconfitta di domenica scorsa non ha lasciato grossi strascichi, l’importante è non ripetere gli stessi errori: «Domenica scorsa ne abbiamo combinate di tutti i colori, prendendo dei gol ingenui per dirla con un eufemismo, e fallendo poi le occasioni per ricucire. Dopo la Virtus ci aspettano la Fortis e il derby, non sarà un finale agevole». L’avversario di oggi è in un momento di forma eccellente, tanto che di recente si è permesso anche il lusso di suonarle all’Este: «Nelle ultime gare hanno fatto tanti punti, sono una squadra in forma, che ora ha sette punti di vantaggio sulla zona retrocessione: cercheranno di vincere per mettere in cassaforte la salvezza». Assenti in casa neroverde i vari Bordin, Trovò e Maistrello, rientrano però Murano e De Cesare. La formazione (4-3-1-2): Murano; Dall’Ara, Antonioli, Ianneo, Zattarin; De Cesare, Baccarin, Ballarin; Bortolotto;Barichello, Franceschini. All. De Mozzi.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Ci sono le ultime cartucce da sparare. Oggi pomeriggio l’Este affronterà i toscani della Fortis Juventus al Nuovo Stadio (ore 15, arbitro Mastrogiuseppe di Sulmona) con la sicurezza dei playoff già in tasca e con il mirino puntato sul secondo posto (che eviterebbe un turno preliminare a maggio) occupato dalla Correggese, avanti di quattro punti. Non pochi, a sole tre partite dal termine, ma recuperabili: i giallorossi, però, non dovranno solo pensare a sbarazzarsi della Fortis Juventus sperando in un passo falso delle “tigri” biancorosse, in prima fila nell’ipotetica griglia della post-season con Piacenza e Delta Porto Tolle, ma dovranno pure riscattare la clamorosa sconfitta di sette giorni fa a Castelfranco Emilia. Il ko con la Virtus ha tolto qualche certezza dopo la striscia di dieci risultati utili consecutivi, in aggiunta al calo di motivazioni evidente e fisiologico dopo il decollo del Rimini, fino a qualche mese fa diretta concorrente per il salto in Lega Pro. Il tecnico Gianluca Zattarin, appagato dall’ennesima stagione (tutto sommato) positiva alla corte dei Lucchiari, predica tranquillità: «I playoff li abbiamo raggiunti», afferma l’ex difensore del Padova, «Questa consapevolezza dovrebbe permetterci di giocare con la mente libera e senza pressioni. Vogliamo arrivare il più in alto possibile, anche perché abbiamo disputato un’ottima stagione e vogliamo onorarla fino alla fine». Saranno ben tre gli assenti di lusso per la sfida odierna: Mario Scotton, Gianluca Meneghello ed Emiliano Bonazzoli. I toscani, noni a 45 punti, si giocano ancora l’ultimo posto disponibile nei playoff con Fiorenzuola, Bellaria e Abano. La formazione (4-2-3-1): Lorello; Favaro, Beghin, Zoppelletto, Tulhao; Rubbo, Lelj; Turea, Rondon, Beghetto; Coraini. All. Zattarin.
Ore 11.40 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Cicioni; Bortot, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Nichele, Fenati; Busetto, Zubin, Petrilli; Ferretti.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Si potrebbe pensare a un leggero rilassamento dei giocatori, che sarebbe anche fisiologico avendo raggiunto la Lega Pro. Ma il tecnico esclude questa possibilità: «Nessun rilassamento, eventualmente potrebbe mancare un equilibrio di squadra ed è per questo motivo che ci vuole grande concentrazione e attenzione nei primi venti minuti». Parlato darà spazio quasi certamente tra i pali a uno tra Cicioni e Lanzotti, e a seconda della scelta impiegherà in mezzo al campo quattro o tre giovani. Oltre agli squalificati, sono indisponibili gli infortunati Mattin e Aperi, con quest’ultimo che domani mattina sarà operato al ginocchio a Roma. «Due ragazzi splendidi che sono stati sfortunati in quest’ultimo periodo. Nonostante ciò sono sempre di grande supporto ai compagni, anche fuori dal campo». Un flash su Denè, sempre ai margini della squadra. «Nelle mie scelte è stato sempre uno degli ultimi, se non l’ultimo. Cercherò di tenere in considerazione anche lui in questo finale di campionato». Oggi la squadra potrebbe indossare la maglia blu, utilizzata solo nel ko all’andata con la Sacilese. «Allora dobbiamo sfatare anche questo tabù, anche se, nelle varie forme scaramantiche che ciascuno di noi può avere, ci sono alla base principalmente il lavoro e la testa».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Senza dimenticare un altro dato al quale il tecnico tiene molto, vale a dire quello relativo al numero di vittorie che attualmente sono venticinque. «Mi piacerebbe ritoccare ulteriormente questo record e lavoro per arrivarci già da questa partita». Naturalmente allo stadio si respirerà un clima analogo a quello vissuto sette giorni fa a Legnago. «Ci proveremo fino alla fine per fare sì che sia una giornata di festa, i ragazzi se la sono meritata. E tutto il nostro popolo deve festeggiare. Ci saranno coreografie in tribuna? Bello, le volevamo e ce le siamo cercate, adesso ci godiamo i nostri tifosi». Stando alle indicazioni emerse nella rifinitura, cambieranno diversi interpreti nell’undici di partenza, anche per le squalifiche di Sentinelli, Niccolini, Salvadori e Segato. «Non è un discorso di turn over, ma è giusto premiare anche chi meritava di giocare ed è stato costretto a buttare giù bocconi amari per le mie scelte tecniche al fine di arrivare all’obiettivo. Questo è un gruppo straordinario, sono convintissimo che chi giocherà farà una grande partita e io sarò vicino a loro». Poi c’è anche la necessità di portare tutta la rosa ad avere lo stesso ritmo partita in vista della poule scudetto. «Anche questa è una valutazione giusta».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Il Padova torna oggi per la prima volta all’Euganeo da neopromosso in Lega Pro. Si preannuncia un’altra giornata di festa per celebrare giustamente i biancoscudati, che però sul campo non saranno in vena di fare regali al Kras Repen, quart’ultimo in piena bagarre per evitare i play out. È stata una settimana all’insegna del grande entusiasmo, ma Carmine Parlato ha chiesto ai suoi di tornare a calarsi bene nella parte per affrontare al massimo le ultime tre gare di campionato, a cominciare da quella con i friulani. «Ai ragazzi ho detto che anche quando non ci sono le motivazioni non mi piace perdere, quindi chiedo alla squadra di fare bottino pieno per migliorare ancora la nostra classifica. Al di là del fatto di trovare un avversario motivato e che rispettiamo, non fa mai male portare a casa punti anche se abbiamo già conseguito l’obiettivo. Tanto più che c’è un’etica professionale da rispettare e in carriera nessuno mi ha mai regalato niente, lo si è visto anche domenica scorsa. Posso anche cercare di raggiungere lo stesso punteggio con il quale ho ottenuto le due precedenti promozioni», una delle quali con il Pordenone l’anno scorso (a quota 85).
Ore 11.00 – (Gazzettino) Anche se il risultato è già stato acquisito e nonostante il “ponte” del 25 aprile, è facile immaginare per oggi una presenza importante da parte del popolo biancoscudato per confermare, e possibilmente migliorare la grande affluenza che finora ha caratterizzato gli impegni interni. Annunciata anche la presenza dello storico presidente Marino Puggina. Nelle quindici partite di campionato finora disputate all’Euganeo, non si è mai andati sotto quota 2.936 (la partita con il Montebelluna in cui, per decisione del giudice sportivo a seguito dei petardi scoppiati a Valdagno, era chiusa la tribuna Fattori), mentre il picco più alto, almeno per ora, è stato raggiunto a ottobre contro il Belluno con 5.729 spettatori. Dopo la partita squadra e società si sposteranno nella sede dei ragazzi della Fattori a Rubano in via Galilei per proseguire la festa. Allo stadio, insieme agli ultras, sarà presente anche una delegazione di tifosi del Palermo, gemellati con quelli biancoscudati. Nell’ultima sfida casalinga con l’Altovicentino, in programma il 10 maggio, ancora un tassello di questa infinito e meritato tributo al Padova, con una giornata di festa nel parcheggio sud, concerti, stand gastronomici e la passerella, oltre all’attuale squadra, di quella che nel 2001 ottenne agli ordini di Franco Varrella la promozione nell’allora C1.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Insieme al Gazzettino oggi nelle edicole del centro verrà distribuito gratuitamente il poster a colori celebrativo della promozione del Padova in formato 50×70 e con i nomi di tutti i protagonisti, staff tecnico compreso, di questa splendida cavalcata. La foto è stata scattata questo mese e dunque sono presenti tutti i componenti della rosa definitiva dell’attuale torneo, una preziosa testimonianza da conservare gelosamente. LO SPETTACOLO SUGLI SPALTI. È importante sul campo, seppure con la Lega Pro già conquistata, perché il Padova vuole aggiungere nuovi tasselli alla lista di record battuti e allungare la striscia di successi al momento arrivata a quota sei, ma il vero spettacolo in questa occasione arriverà dagli spalti. Sarà infatti una nuova opportunità per festeggiare tutti insieme e sul proprio campo il traguardo raggiunto, naturalmente in un clima di gioia e serenità e con spirito rilassato. Poco prima dell’avvio della gara, occhio alla tribuna Est dove verrà realizzata una suggestiva coreografia organizzata dai club Intrepidi, Luna Biancoscudata e Conselve per celebrare una stagione trionfale. A tale scopo l’Aicb chiede la collaborazione dei tifosi che occupano quel settore, possibilmente arrivando allo stadio con un pò di anticipo.
Ore 10.30 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Cicioni; Bortot, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Nichele, Fenati; Busetto, Zubin, Ilari; Ferretti.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Nella mia carriera nessuno mi ha mai regalato niente, basti pensare a ciò che è successo a Legnago la settimana scorsa. Come è giusto che sia, alla base del nostro lavoro c’è prima di tutto un’etica: proveremo a portare a casa i tre punti senza regalare niente agli avversari, se poi non ci riusciremo, in questo caso andrà bene lo stesso». Che accoglienza si aspetta all’Euganeo? «Sarà una bellissima emozione. Potrò anche dare spazio a qualche giocatore meno utilizzato, ma non chiamiamolo turnover: chi avrebbe meritato di giocare, ma per scelte tecniche è stato costretto a star fuori, adesso avrà la sua occasione. È giusto che ogni mio ragazzo si goda la festa e giochi con serenità e voglia di dimostrare il proprio valore». Su chi punterà? «Sono indeciso se far giocare Cicioni o Lanzotti: se scelgo la prima opzione dovrò inserire un giovane sulla linea dei trequartisti, per esempio Busetto o Pittarello, viceversa potrei schierare un over in più (Petrilli, ndr) là davanti. Mi spiace che non possano esserci Mattin e Aperi, due splendidi ragazzi che fuori dal campo hanno sempre dato vitalità ai loro compagni, nonostante fossero loro quelli più bisognosi di una pacca sulla spalla.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Troveremo un Kras motivato, a cui servono come il pane i punti, ma noi proveremo fino alla fine a renderla una giornata di festa: i ragazzi se la sono meritata». Il campionato è già in cassaforte. Cosa chiede alla squadra in queste ultime tre gare? «Di vincere, di divertirsi e di accrescere ancora il punteggio in classifica. Anche se abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo, mi piacerebbe molto raggiungere i punti con cui avevo ottenuto le due precedenti promozioni: me ne bastano 5 per agguantare gli 83 del Rovigo, 7 per arrivare agli 85 del Pordenone. A me non piace perdere, anche quando le motivazioni sono comprensibilmente basse. Se poi riuscissimo a ritoccare ancora di più il record di vittorie, sarebbe il top». Può essere che la squadra scenda in campo troppo rilassata? «Io credo di no, eventualmente ci potrebbe essere poco equilibrio nella fase iniziale di gara. È vero che tutti i ragazzi si sono sempre allenati insieme, ma non ci era mai capitato di avere così tante assenze tra squalifiche e infortuni: nei primi 20 minuti dovremo essere molto concentrati e stare attenti».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Bentornato in Lega Pro, caro Padova. Bentornato nel calcio che conta, in una dimensione che, anche se solo in parte, rende finalmente giustizia al tuo nome e alla tua storia. Misurarsi con il dilettantismo è stata una prova durissima, per te e per i tuoi tifosi: oggi, dopo averla vinta tutti insieme, all’Euganeo sarà il momento di festeggiare davvero. Contro il Kras Repen arriva la prima delle tre sfide che chiudono il campionato: tre passerelle vere e proprie, e a sfilare non sarà solo una squadra capace di divorarsi gli avversari e di festeggiare la promozione con tre turni di anticipo, ma anche tutto un popolo che ha saputo stringersi nel momento più buio della sua storia ultracentenaria. Carmine Parlato, l’uomo della provvidenza, sazio non lo è ancora. Può dare spazio a qualche giocatore poco utilizzato, e non si preoccupa per le tante assenze (Sentinelli, Niccolini, Salvadori e Segato squalificati; Mattin e Aperi infortunati). È il momento di dimostrare che il Padova è tornato davvero, che insieme ai suoi tifosi è pronto a lanciarsi in una nuova avventura. «Dobbiamo rispettare il nostro popolo, la nostra tifoseria e la nostra città: vogliamo che già quella di oggi sia una festa sotto tutti i punti di vista, il Padova non regalerà niente», affila gli artigli il tecnico dei record.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ha un solo risultato a disposizione il Kras Repen: 29 punti in classifica, uno in più della Triestina (che oggi riceverà al “Rocco” il Mori già retrocesso), e la necessità di non far scappare Giorgione e Dro per mantenere vive le speranze di giocarsi la salvezza almeno ai playout, che con una forbice di otto punti di distacco non si disputerebbero. Il tecnico Anton Zlogar non può disporre di Slavec, squalificato, e dell’indisponibile Rondinelli: quattro le variazionirispetto alla squadra che una settimana fa ha perso col Belluno. In campo anche Milan Gruijc, cresciuto nella Primavera biancoscudata e autore del gol della bandiera dei carsolini in occasione dell’1-3 della gara d’andata a Monrupino. Dall’altra parte, bando alla scaramanzia. Dopo aver disputato la gara più importante della stagione con la maglia rossa, per la prima volta in tutto il campionato, oggi all’Euganeo il Padova scenderà in campo con la tenuta blu con il Gattamelata: una maglia dal significato importante, perché scelta dai tifosi l’anno scorso, ma dal precedente sfavorevole. L’unica volta in stagione nella quale i biancoscudati hanno giocato in blu, infatti, a Sacile è arrivata la prima sconfitta stagionale. Anche lo scaramantico Parlato stavolta chiude gli occhi e cerca di sfatare l’ultimo tabù di un campionato magico.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sarà festa grande anche per gli ultras, con la Tribuna Fattori che, oltre ad ospitare alcuni tifosi gemellati del Palermo, ha invitato tutta la squadra dopo la partita nella propria sede di via Galilei a Rubano, per un brindisi celebrativo. Solo un antipasto della festa vera e propria che andrà in scena fra due settimane, domenica 10, per l’ultima gara casalinga di campionato contro l’Altovicentino. Una festa che si svilupperà dalla mattina alla sera, al parcheggio sud dell’Euganeo, con stand per mangiare e bere, il concerto dopo la partita della band Supernova e un palco sul quale saliranno, oltre ai protagonisti della promozione di questa stagione, anche i giocatori che conquistarono la vittoria nel campionato di serie C2 2000/2001. Le previsioni per oggi dovrebbero portare a sforare quota 5mila spettatori, con i tagliandi che saranno venduti in prevendita fino a mezzogiorno sul sito di TicketOne. Dalle 13.30 apriranno i botteghini dello stadio, mentre dalla stessa ora, più o meno, dietro le biglietterie del parcheggio sud verranno allestiti vari stand dove potranno essere comprati gadget e magliette celebrative della promozione.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È la giornata della passerella per i campioni della Biancoscudati Padova. Marco Cunico e compagni tornano in campo davanti ai propri tifosi dopo la vittoria del campionato di domenica scorsa a Legnago. Nei piani e nelle tabelle stilate dopo che il Padova aveva preso il largo a inizio girone di ritorno, la gara di oggi era stata segnata in rosso sul calendario come possibile partita promozione. E invece i Biancoscudati hanno accelerato i tempi, festeggiando, com’è stata consuetudine molto spesso negli ultimi decenni, la promozione lontano dalle mura amiche. E allora oggi sarà una giornata di festa, una giornata in cui non conterà il risultato sul campo, anche se la squadra dei record non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire tanti primati, a partire dall’imbattibilità casalinga. Lo stadio accoglierà a dovere i giocatori, a cominciare dalla coreografia speciale che hanno preparato tre club affiliati all’Aicb. I club “Luca Biancoscudata”, “Conselve-Piermario Morosini” e “Intrepidi”, hanno allestito una coreografia che coinvolgerà a inizio partita tutto il settore della Tribuna Est.
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Cicioni; Bortot, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Nichele, Fenati; Busetto, Zubin, Petrilli; Ferretti.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nella rifinitura si avverte, inconfondibile, il profumo di turnover, con la giusta passerella concessa anche a chi ha fatto gruppo per tutto l’anno con poche chance di mettersi in mostra di fronte al pubblico dell’Euganeo. «È giusto che ogni mio ragazzo possa godere di questa festa — evidenzia Parlato — e per questo il turnover in una certa misura è possibile. Poi serve a mettere punti nelle gambe in vista della poule scudetto, ci sono quattro squalificati e la formazione va ripensata. Voglio utilizzare i giovani e mettere in campo un undici iniziale che riesca a fare divertire la gente. Sono sicuro che chi giocherà mi renderà orgoglioso di lui, come è sempre successo quest’anno. Non temo rilassamenti, al massimo una mancanza d’equilibrio iniziale perché per quanto si siano allenati insieme tutto l’anno dovranno registrarsi». Peccato per gli infortuni di Mattin e di Aperi, che oggi avrebbero sicuramente giocato: «Dispiace per loro — sospira Parlato — non meritavano davvero di chiudere la stagione in questo modo. Un peccato, sono due splendidi ragazzi che hanno avuto sfortuna negli ultimi tempi, ma che con il loro cuore grande stanno sempre vicini alla squadra anche fuori dal campo». Alla resa dei conti: nessuno vuole mollare di un centimetro e, se qualcuno darà segnali di resa, Parlato non avrà problemi a mandare in campo chi ha voglia di chiudere il campionato lasciando una traccia su questa splendida stagione. In campo e sugli spalti sarà festa vera, dopo quella a Legnago. In attesa delle novità societarie, quelle sì importanti. Si dice che sarebbe vicino un accordo con un nuovo socio dell’alta padovana, con il quale si starebbero limando gli ultimi dettagli. Top secret il nome, massimo riserbo attorno ai colloqui in corso. Fino all’ultimo le sorprese sono sempre in agguato.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La chicca: tra un festeggiamento e un coro, tra una pacca sulla spalla e un bagno di folla in piazza, oggi allo stadio Euganeo per la partita-passerella contro il Kras Repen, ci sarà anche Marino Puggina, ultranovantenne indimenticato presidente del Padova che staccò il 15 giugno 1994 il pass per l’ultima serie A. Una presenza assai gradita, quella di Puggina, che sbarcherà all’Euganeo dopo tanti anni e che riceverà un riconoscimento preparato dal presidente Giuseppe Bergamin per omaggiarlo come merita. Bello, bellissimo, il clima creato attorno alla squadra nelle ultime settimane, dopo l’ufficialità del ritorno in Lega Pro certificato dal successo di Legnago e dal naufragio della concorrenza dell’AltoVicentino, ora a meno 13 in classifica e senza più obiettivi stagionali da raggiungere. Ora tocca a Carmine Parlato tenere alta la tensione fino all’inizio della poule scudetto, ultimo obiettivo rimasto in vita di una stagione straordinaria in tutto e per tutto: «È una delle tre domeniche — sottolinea l’allenatore campano — in cui dobbiamo rispettare il nostro popolo, la nostra città ed il campionato. È giusto che oggi lo stadio festeggi, ma vogliamo vincere anche perché vorrei quantomeno raggiungere i punti fatti l’anno scorso col Pordenone. E poi a me non piace perdere, mai, neppure in amichevole. Figuriamoci in una partita ufficiale. In palio è rimasto ancora qualcosa, compreso il record di vittorie nella stagione e non nego che mi piacerebbe. Non regaleremo niente, perché a noi nessuno ha mai regalato niente e proprio per questo non intendo concedere omaggi».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentaduesima giornata, domenica 26 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Montebelluna, Belluno-Union Ripa La Fenadora, Clodiense-Sacilese, Dro-Legnago, Fontanafredda-Tamai, Giorgione-AltoVicentino, Mezzocorona-Union Pro, Padova-Kras Repen, Triestina-Mori S. Stefano.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 78, AltoVicentino 65, Belluno 54, Sacilese 53, ArziChiampo 52, Clodiense 49, Union Pro 47, Montebelluna 45, Legnago 42, Union Ripa La Fenadora 41, Fontanafredda e Tamai 37, Giorgione 34, Dro 33, Kras Repen 29, Triestina 28, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentunesima giornata: AltoVicentino-ArziChiampo 2-2, Dro-Clodiense 3-1, Kras Repen-Belluno 1-2, Legnago-Padova 1-2, Montebelluna-Fontanafredda 0-0, Sacilese-Giorgione 1-2, Tamai-Triestina 1-1, Union Pro-Mori S. Stefano 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mezzocorona 4-0.
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E’ successo, 25 aprile: rifinitura all’Appiani per i Biancoscudati.