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Ore 22.30 – (Il Piccolo) Per capire quanto il gruppo della curva Furlan sia in fermento e in rotta con l’attuale proprietà, basta ascoltare a ogni partita della Triestina i cori contro Pontrelli e l’attuale società, che si ripetono puntuali ogni domenica. A questo proposito, la scorsa settimana una delegazione della curva Furlan si era recata anche in Comune per portare la sua protesta verso l’Amministrazione e la politica in generale, accusandola di immobilismo sulle questioni societarie alabardate e di aver abbandonato da anni alle sue sorti la Triestina, non salvaguardando quello che è un patrimonio della città. Per l’occasione era stato distribuito anche un volantino con le rivendicazioni del gruppo e le richieste di interventi rivolte alle istituzioni. Da quella protesta, è nata una richiesta di incontro che si tramuterà in realtà oggi: una delegazione della Curva Furlan, infatti, si recherà stamane in Comune per un incontro con i capigruppo e con il sindaco, per fare il punto sulla situazione alabardata, rivendicare più attenzione per la Triestina e chiedere maggior attivismo sulla questione societaria.
Ore 22.10 – (Il Piccolo) Qualche settimana fa, per la Triestina si parlava ancora di possibile salvezza diretta. Col passare delle giornate, l’obiettivo è diventato invece quello di giocare almeno i play-out in casa, con due risultati su tre a disposizione. Dopo i pareggi con Dro e Tamai, la situazione in casa alabardata si è fatta drammatica e ora la missione principale è quella di conquistare almeno i play-out: infatti, come noto, se il distacco fra le squadre interessate (quindi la terzultima dalla sestultima, e la quartultima dalla quintultima) sarà pari o superiore a 8 punti, i play-out non si giocano nemmeno. In questo momento la Triestina dista dal Giorgione 6 punti e pertanto il rischio è evidente. Soprattutto perché nelle ultime giornate, affrontare squadre già tranquille che non hanno più nulla da chiedere, è un grande vantaggio: il successo del Dro sulla Clodiense e quello del Giorgione a Sacile ne sono la dimostrazione. Anche se poi ci sono le eccezioni, come la vittoria del Belluno in casa del Kras. Fatto sta che la Triestina può cavarsela in due soli modi: cercando di contenere il distacco dal Giorgione o da chi sarà la sestultima (Tamai e Fontanafredda non sono ancora salve), oppure cercare di superare almeno il Kras, puntando così affrontare la quintultima, probabilmente il Dro, il cui distacco è più ridotto. Ma per far questo bisognerà fare parecchi punti nelle ultime tre giornate. Il calendario dice che il Giorgione giocherà con avversarie senza più obiettivi (Altovicentino, Montebelluna e Union Ripa), ma per fortuna c’è uno scontro diretto Dro-Kras che potrebbe essere favorevole alla Triestina. L’impressione è che l’Unione debba fare almeno 7 punti nelle ultime tre partite, perché con 6 punti o meno il rischio di non arrivare nemmeno agli spareggi è elevato. Certo, tutto dipende dagli altri risultati, ma per i motivi citati è probabile che di punti le dirette rivali ne facciano molti. Il discorso vale però anche per la Triestina: il Mori è già retrocesso, il Legnago è già salvo, in teoria c’è solo il Fontanafredda che rischia qualcosa. Quindi 7 punti sono possibili (a patto che la squadra cambi marcia, ovviamente), anche se per sicurezza ne servirebbero 9. Il tutto per arrivare poi a uno spareggio secco in trasferta nel quale, magari dopo i tempi supplementari, bisognerà vincere a tutti i costi: insomma, sarà durissima. Quanto al fatto di poter invece giocare i play-out in casa con due risultati su tre a disposizione, sembra ormai un’ipotesi altamente improbabile: oltre a tre vittorie da parte della Triestina, servirebbe anche che il Dro non faccia più di 4 punti nelle ultime tre giornate e che il Kras non ne faccia anch’esso 9. Se non un miracolo, qualcosa del genere.
Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prima di allargare lo sguardo, Denis Fiorin sa che Tamai e Fontanafredda non ringraziano certo la Sacilese per la vittoria del Giorgione in riva al Livenza? «Lo immaginavo – risponde il ds sacilese – e mi spiace anche per quello. Almeno pareggiare avrebbe dato una mano, a loro e a noi. Mica l’abbiamo fatto apposta». – Il ko conclama la crisi? «È diverso da quelli subiti con Arzichiampo e Padova – ammette -. C’è stato un calo e delle ultime 8 gare è stata la peggiore per atteggiamento. Abbiamo avuto discrete reazioni, ma la partita è scemata e loro avevano più fame di noi. Forse c’erano stanchezza mentale e fisica. Le assenze di Beccia e Boscolo hanno inciso, ma non sono delle attenuanti». – Esito del chiarimento in spogliatoio? «A caldo avevamo scelto di non parlare. La chiacchierata è servita per chiarire la situazione, un’analisi per completare bene la stagione. Abbiamo qualità per fare bene i playoff. Ma dobbiamo stare attenti alla Clodiense e al ritorno dell’Union Pro». – Quanto sono inguaiate, secondo lei, le altre due pordenonesi che si confronteranno domenica? «Avere il derby prima delle ultime in classifica non aiuta. Anche il Giorgione ne ha di dure da affrontare. Penso che riescano tutte e due a salvarsi senza problemi. Sono in salute, non credo si invischieranno nella zona pericolosa». – Pronostico del derby? «Il pareggio fa bene a tutte e due, ma la vedrei bruttina, come partita. Anche se il Fontanafredda ha dimostrato di essere più in salute, è costruito per lottare sino alla fine e lo vedo un po’ meglio. Il Tamai non aveva mai pensato, forse, di essere imbucato così». – Il suo futuro si tingerà di giallorosso a Bassano? «Sono concentrato sulla Sacilese e ho un rapporto particolare con la presidenza. La prima parola è per chi mi ha voluto e mi ha trattato bene in questi anni. Anche prima di arrivare a Sacile mi avevano accostato al Bassano e c’era stato un colloquio. Ho un debito di riconoscenza nei confronti della dirigenza. Forse però è l’ora di cambiare progetto, per fare calcio in maniera diversa».
Ore 21.30 – (Messaggero Veneto) Il derby perde due pezzi pregiati. Il giudice sportivo ha infatti fermato per un turno l’attaccante del Fontanafredda, Alcantara, e il difensore del Tamai, Faloppa. Entrambi salteranno pertanto la supersfida in programma domenica allo stadio Tognon. Per De Pieri e De Agostini il compito di trovare gli adeguati rimpiazzi: probabile che il tecnico rossonero si giochi dal via la carta De Martin, mentre il collega mobiliere dovrebbe schierare Colombera al fianco di Brustolon nel cuore della retroguardia. Problemi di formazione anche per Carlo Marchetto, in vista della trasferta della Sacilese a Chioggia, campo della Clodiense: gara che potrebbe riaprire i giochi play-off. Il giudice sportivo ha squalificato per una giornata il capitano liventino, Favret, e il difensore Peressini. Per due ritorni, quelli di Beccia e Boscolo Papo, dunque, altrettante defezioni, che costringeranno il tecnico biancorosso a qualche aggiustamento. Pesante, nelle fila dei prossimi rivali dei liventini, lo stop inflitto al difensore Carlucci: ben 5 giornate «per avere colpito un calciatore avversario con una gomitata al petto» e proteste nei confronti della panchina avversaria. Oggi (alle 15), intanto, a Montebelluna partirà l’avventura della selezione del girone C di serie D, impegnata nella Juniores cup 2015 nelle vesti di detentrice del trofeo. E’ la manifestazione che ormai da tradizione mette di fronte i migliori talenti della serie D. La scorsa stagione fu proprio la rappresentativa del girone Triveneto ad aggiudicarsi la kermesse, battendo in finale i pari età del gruppo D. E ad alzare il trofeo fu il capitano di quella squadra, il difensore della Sacilese, Peressini. Quest’anno saranno ben 3 i portacolori biancorossi (formazione più rappresentata assieme alla Biancoscudati Padova): il portiere Lorenzo Andreatta, il difensore Riccardo Moretti e l’attaccante Riccardo Barattin (tutti classe ’97). La squadra allenata dal ct Sergio Arnosti debutterà con la selezione del girone A. Terza squadra del triangolare (oggi a riposo), il team del girone B. Passeranno al turno successivo le prime di ogni gruppo e la miglior seconda.
Ore 21.10 – (La Nuova Venezia) Maxi squalifica per Pierangelo Carlucci, della Clodiense. Espulso domenica scorsa nella partita persa (0-2) sul campo del Dro, il giocatore granata è stato squalificato dal giudice sportivo per cinque giornate, per cui può considerare già concluso il suo campionato. Tra gli altri provvedimenti presi dal giudice sportivo in merito alle partite di domenica scorsa, per quanto concerne le formazioni venete vanno segnalate ammende di 400 euro al Mori Santo Stefano e i 300 euro all’Este. Per gli allenatori, squalificato per due giornate Luca Tiozzo (Delta Porto Tolle), per una giornata Zanin (Altovicentino), Orecchia (Legnago) e Zoller (Mori S. Stefano). Infine i calciatori, detto delle cinque giornate di Carlucci, vanno aggiunte le squalifiche per tre giornate a Maurizio Peluso (Altovicentino); per due giornate a Ricci (Altovicentino), e infine per una giornata a Bargiggia (Delta Tolle), Slavec (Kras Repen), Prosdocimi (Giorgione), Benedetti (Mori Santo Stefano), Concli (Mori Santo Stefano), Sentinelli (Biancoscudati Padova), Segato (Biancoscudati Padova), Perosin (Montebelluna), Alcantara (Fontanafredda), Friggi (Legnago), Favret e Peressini (Sacilese), Salvadori (B. Padova), Faloppa (Tamai), Bolcato (Union Arzignanochiampo).
Ore 20.50 – Qui Abano: fischio finale, Padova-Ajax 0-3. Risultato bugiardo, coi Biancoscudati che hanno tenuto testa ai lancieri creando anche numerose occasioni da gol.
Ore 20.20 – Qui Abano: iniziato il secondo tempo di Padova-Ajax.
Ore 20.10 – Qui Abano: tra i presenti anche gli ex Biancoscudati Ivone De Franceschi ed Andrea Maniero, direttori sportivi rispettivamente di Venezia ed Abano.
Ore 20.00 – Qui Abano, fine primo tempo: Padova-Ajax 0-1, olandesi avanti su rigore.
Ore 19.40 – Qui Abano, inizia Padova-Ajax. A dare il calcio d’inizio è mister Parlato.
Ore 19.20 – Qui Abano: folta rappresentanza biancoscudata al Torneo Internazionale di Abano Terme, presenti l’ad Roberto Bonetto, il vicepresidente Edoardo Bonetto, il mister Carmine Parlato, il ds Fabrizio De Poli, l’allenatore dei portieri Adriano Zancopè, il responsabile scouting Simone Tognon ed i membri della società Massimo Candotti, Giancarlo Pontin e Pierino D’Ambrosio.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Biglietti, date e estrazioni. Giornata di comunicazioni di servizio per il Belluno che nel frattempo continua la marcia di avvicinamento al derby di domenica. BIGLIETTI. Si parte dai biglietti, la cui prevendita è stata comunicata ieri dalla società. Si parte domani, a 72 ore dal fischio d’inizio, nei seguenti locali: la segreteria del Ital-Lenti Belluno in piazzale della Resistenza, il bar Al Duomo nell’omonima piazza di Belluno, la tabaccheria Brandalise di via Vittorio Veneto 45 e la segreteria dell’Union Ripa. I prezzi dei biglietti sono fissi a 10 euro (intero), 5 euro (ridotto per ragazzi tra 14 e 18 anni e genitori del settore giovanile gialloblu), e omaggio per i ragazzi del settore giovanile e persone portatrici di handicap. LOTTERIA. Sempre domenica, al termine della partita, verrà effettuata l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria dell’Ital-Lenti Belluno, organizzata in collaborazione con la concessionaria De Bona a favore del settore giovanile, che mette in palio una Fiat Panda Young 1.2. PLAYOFF. Sempre ieri la Federazione ha comunicato le date dei playoff a cui il Belluno spera di qualificarsi forte dell’attuale terzo posto. Gli abbinamenti per decretare la squadra vincente per ogni girone si giocheranno il 17, 20 e 24 maggio.
Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) «L’importante è non perderlo». Pensando al derby di Belluno, in casa Ripa Fenadora al presidente Nicola Giusti andrebbe bene anche 1 punto, basta evitare la sconfitta. A tre giornate dalla fine, l’Union cerca gli ultimi punti per la salvezza e nemmeno la vittoria nella straprovinciale in casa dei cugini riscatterebbe una stagione al di sotto delle attese: «Darebbe una grande soddisfazione, però le analisi che bisogna fare sono basate su altre cose. La nostra situazione è molto particolare per una serie di dinamiche contestuali, nel senso che il rinnovo societario è in corso. Ci teniamo da matti a vincere, ma anche un risultato positivo non può far cambiare le valutazioni generali della stagione. Siamo alla terzultima e non siamo ancora salvi. A inizio anno le aspettative erano completamente diverse». Una partita normale, o quasi. «Per mentalità vorrei vincere tutte le partite, indipendentemente che sia un derby o un allenamento, chiaramente se si vince un derby il dolce che rimane in bocca è maggiore rispetto a un’altra partita. Ci tengo, ma i punti in palio sono sempre 3, non hanno un peso specifico diverso. Non è una gara come tutte le altre, perché giochiamo contro i nostri conterranei, c’è sempre una cornice di pubblico importante ed è ovviamente più sentita dagli stessi giocatori, ma i punti in palio sono gli stessi». Sensazioni. «Arriviamo in una situazione completamente diversa rispetto a qualsiasi altro derby del passato. La nostra stagione è stata particolare», osserva Nicola Giusti. «Qualsiasi giocatore che scenderà in campo comunque darà l’anima per provare a fare il miglior risultato e cercare di vincere. Sarà un bel derby secondo me, vivace». Spettacolo. «Mi aspetto una bella partita, anche se non credo ci saranno molti gol», commenta il presidente Giusti. «Noi stiamo bene, siamo in un periodo abbastanza positivo, in cui abbiamo perso una volta nelle ultime otto. Siamo abbastanza solidi e abbiamo anche recuperato qualche giocatore importante. Possiamo giocarcela, credo che in un derby la classifica conti fino a un certo punto, perché ci sono motivazioni e stimoli diversi rispetto alle altre gare». Atmosfere da derby. «È la vetrina del calcio della nostra provincia», dice il presidente. «Per noi essere compartecipanti a una partita del genere è sempre motivo di grande soddisfazioni: non dimentichiamo dove eravamo fino a pochi anni fa. Questo aspetto è il più bello». Ripensando alle sfide con la Feltrese, «quelle erano più sentite, contro una squadra praticamente dello stesso posto. Con il Belluno è bello il contesto di pubblico, sempre numeroso, e chiunque gioca queste partite se le ricorda per tutta la gente che viene a vederle».
Ore 18.20 – (Corriere delle Alpi) Un derby speciale. Per il presidente del Belluno Livio Gallio il match di domenica contro il Ripa Fenadora va oltre la classica partita tra due squadre della stessa provincia e della stessa categoria. Il numero uno gialloblù, infatti, è nato e cresciuto a Pedavena. «Per me è una sfida particolare, ho vissuto li fino a vent’anni e conosco tutti, ovviamente ci terrei a vincerla». Con le vittorie contro Altovicentino e Kras Repen il Belluno sembra essere tornato in salute, giusto giusto per la sfida contro i cugini. «Domenica contro i triestini abbiamo conquistato una vittoria importante. Loro sono una squadra che si giocava la salvezza e hanno lottato fino alla fine. La flessione del Belluno? C’è stata ed è figlia di infortuni e di alcune situazioni particolari. La squadra però adesso sta bene, qualcuno non è ancora al cento per cento, mi riferisco a Paolo Pellicanò e Yari Masoch, ma va bene così, siamo carichi. Il derby è una storia a sè e i valori in queste partite si azzerano». La stagione del Belluno è stata sicuramente sopra le aspettative, quella del Ripa facendo due conti no. «Sulla mia squadra sono d’accordo. Avevamo l’obiettivo play off e praticamente ci siamo, siamo molto soddisfatti. Per gli avversari preferisco non parlare, non conoscendo le loro dinamiche interne. Qualche problema è palese che ci sia stato, ma non voglio esprimere giudizi». Facciamo un po’ di fantacalcio. Che giocatore vorresti del Ripa con la maglia gialloblù? «Non prendo nessuno, mi piacciono troppo i miei». Sul risultato del derby il presidente non ha invece dubbi. «Vinciamo noi due a zero. I marcatori? Mi chiedi troppo, intanto ti dico questo». I precedenti. Da quando il Ripa Fenadora è arrivato in serie D sono cinque gli incontri tra le due squadre tra campionato e Coppa Italia e per ora tra le due c’è perfetto equilibrio. L’anno scorso il Belluno vinse l’andata al Polisportivo, mentre il ritorno al Boscherai fu la squadra di Parteli ad imporsi nettamente. In coppa le due sfide di inizio campionato sono entrambe finite in parità ma dopo i rigori è sempre stato il Ripa Fenadora a spuntarla. Quest’anno il match di andata giocato a Pedavena è finito 1-1, gol di Francesco Posocco e di Matteo Mastellotto. Il derby di domenica potrebbe far pendere finalmente l’ago della bilancia da una parte o dall’altra».
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Disco rosso per Michele Serena, il Venezia contro la Torres non potrà «schierare» il suo allenatore. Niente panchina sabato a Sassari (ore 14.30) per il tecnico arancioneroverde, squalificato per una giornata dal Giudice Sportivo dopo esser stato allontanato al 92′ della gara pareggiata 1-1 al Penzo col Pavia. Serena, stando a quanto scritto dall’arbitro nel suo referto, è stato sanzionato «per comportamento non regolamentare in campo e per condotta gravemente scorretta verso i tesserati della squadra avversaria durante la gara». Già in sala stampa l’allenatore lagunare aveva così ricostruito l’episodio incriminato: «Non ce l’avevo con l’arbitro, sono uscito dalla mia area tecnica perché avevo qualcosa da dire alla panchina avversaria, senza però mancare di rispetto a nessuno. Loro sono balzati in piedi protestando platealmente nel reclamare un rigore per fallo di mano, quando poco prima anche a noi ne era stato negato uno. L’arbitro almeno ha usato lo stesso metro da una parte e dall’altra». Al Vanni Sanna, quindi, a sostituire Serena in panchina sarà il vice Davide Zanon. Sul fronte giocatori rientrerà Varano dopo la squalifica, mentre alla Torres mancherà il centrale difensivo Migliaccio: ieri al Taliercio stop precauzionale per Espinal, Dell’Andrea è tornato in gruppo come Bellazzini. Febbre e tonsillite mettono a rischio la presenza di Scialpi. Per la seconda gara di fila il Venezia sarà diretto da un arbitro della sezione di Tivoli, Marinelli sabato scorso e Viotti a Sassari, il quale avrà al suo fianco un’assistente in rosa, Ylenia D’Alia di Trapani.
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’espulsione nel finale del match con il Pavia è costata cara a Michele Serena, punito dal giudice sportivo con una giornata di squalifica. L’allontanamento dal campo del tecnico del Venezia era stato causato dalle «scintille» tra le due panchine, anche se il direttore di gara, avvisato dal quarto uomo, aveva ritenuto di sanzionare solo l’allenatore veneziano. Lette le motivazioni sul referto di gara, il giudice sportivo ha ritenuto di comminargli una giornata di stop, per «comportamento non regolamentare in campo» (aveva oltrepassato l’area tecnica) e «condotta gravemente scorretta verso i tesserati della squadra avversaria durante la gara». Un provvedimento giudicato eccessivo dalla società. «Ci aspettavamo un’ammonizione — commenta il ds Ivone De Franceschi — ci sembra un provvedimento un po’ eccessivo: il mister non ha offeso gli arbitri, si è rivolto alla panchina avversaria da dove peraltro erano iniziate le provocazioni. Nessuna polemica, prendiamo atto della sanzione». Sabato a Cagliari, nella sfida contro la Torres, sarà il vice Davide Zanon a sedere in panchina. Il provvedimento guasta un po’ il buon momento del Venezia, al sesto risultato utile di fila: solo ora si stanno raccogliendo i frutti di quanto seminato. «E’ per questo — chiude De Franceschi — che sarebbe un peccato smembrare la squadra e ricominciare da zero». Si attendono segnali da Mosca.
Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Ritorno a casa per Daniele Giorico: Alghero e Sassari sono vicine e sabato il metronomo del centrocampo arancioneroverde farà da Cicerone ai compagni di squadra, in campo e fuori. Il Venezia volerà in Sardegna venerdì a mezzogiorno e Giorico potrebbe trovare amici e parenti già all’aeroporto di Alghero. «Ho giocato contro la Torres quando militavo nelle giovanili del Cagliari» racconta il ventiseienne centrocampista sardo ritornato al Venezia nel mercato di gennaio, «da professionista è la prima volta e non nascondo che è una vigilia particolare. Più che un derby, so che ci saranno familiari e amici in tribuna». Qualche biglietto, Giorico, l’ha già chiesto alla società. «Al fischio d’avvio passerà tutto, è una partita come le altre». Una partita che assume contorni meno drammatici per la Torres dopo la vittoria ottenuta sabato a Bolzano contro l’Alto Adige e costata la panchina a Sormani. «Vero, è stata una vittoria importante perché era da tante settimane che non conquistavano tre punti in un colpo solo e la vittoria del Monza con il Pordenone ha alzato la quota salvezza» sottolinea Giorico, «però sarà ugualmente una partita complicata e il Venezia non vuole cedere punti a nessuno. Lo abbiamo dimostrato sia a Bassano che con il Pavia. Stiamo bene, giochiamo bene e servono anche noi altri punti per avere la matematica certezza di rimanere in Lega Pro». Il Venezia ha ancora sette punti di vantaggio sul Monza quint’ultimo e non sembra proprio una squadra che difetta di continuità di prestazioni o di mancanza di fiducia. Anzi, senza l’ultimo quarto d’ora di Bergamo e senza i tre punti regalati per i mancati versamenti gli arancioneroverdi sarebbero appaiati al sesto posto della FeralpiSalò. «Per questo motivo vogliamo allungare questa serie positiva» conclude Daniele Giorico, «e chiudere la stagione nel miglior modo possibile». Venezia sabato a Sassari senza Michele Serena in panchina: il tecnico, espulso nel caldo finale della partita contro il Pavia, è stato squalificato per una giornata dal giudice sportivo “per comportamento non regolamentare in campo e per condotta gravemente scorretta verso i tesserati della squadra avversaria durante la gara”. In panchina con la Torres andrà quindi Davide Zanon e Serena ritornerà il 1° maggio nell’ultimo match casalingo contro la Pro Patria. Nella Torres è stato invece squalificato per una giornata Vincenzo Migliaccio, mentre Guerra allunga la lista dei diffidati nel Venezia. Ancora un arbitro della sezione di Tivoli, a Sassari toccherà a Daniele Viotti. Venerdì la Corte Federale d’Appello dovrebbe esprimersi sul ricorso presentato dal Novara contro gli 8 punti di penalizzazione ricevuti dal Tribunale Nazionale Federale.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Continua la preparazione in vista della sfida con il Mantova. Sotto osservazione ancora una volta la difesa vicentina. Riccardo Carlini, fermato dal giudice sportivo, dovrà guardare i suoi dalla tribuna. Accanto a lui con ogni probabilità si siederà anche Matteo Solini. Il centrale della retroguardia biancorossa non ha smaltito lo stiramento al flessore sinistro. A rischio anche la presenza di Diego Vannucci, che si era fermato dopo 15 minuti venerdì nel derby contro il Bassano. Risentimento muscolare alla coscia sinistra per lui. Dopo alcuni giorni di riposo, ieri l´esterno è tornato in campo, ma ha svolto un allenamento a parte. Difficile stabilire se potrà essere disponibile per sabato. Lampadina accesa anche per Francesco Quintavalla: scatta la diffida per lui. Nelle file dei lombardi, è squalificato e quindi non sarà in campo sabato il giovanissimo Roberto Zammarini. A Mantova il Real va per vincere. Di buon auspicio il risultato dell´andata. 2-0 per i biancorossi con la magia di Bruno. La fucilata del bomber avevaspianato la strada alla squadra di Marcolini che poi aveva chiuso i giochi grazie al regalo di Marchiori. Bruno che festeggiava allora il suo dodicesimo gol, capocannoniere assoluto. Oggi invece il numero 9 vicentino deve guardarsi le spalle da Gonzalez (Novara) e Ferretti (Pavia) che lo tallonano a quota 15 contro i suoi 16. Ma il Mantova porta bene alla squadra vicentina: all´andata la partita contro i lombardi aveva riportato i biancorossi sulla retta via. Dopo due pareggi e una sconfitta, il Real aveva ritrovato la vittoria. Il digiuno dai tre punti questa volta dura da un po´ di più: dal 4 marzo, giorno del ritorno di Marcolini sulla panchina del Real. Da lì quattro pareggi e tre sconfitte. Probabilmente qualche scongiuro alla squadra di Marcolini potrebbe anche giovare visto gli ultimi risultati. Prestazioni convincenti, ma c´è sempre qualcosa che non va. Che il Mantova sia però “amico” del Real lo si nota anche dai precedenti tra le due formazioni: due pareggi, ma soprattutto due vittorie della squadra berica. Mantova che in questo campionato ha fatto il cammino opposto dei biancorossi: dopo un avvio pessimo è riuscito a rialzarsi fino anche al decimo posto. Oggi, a tre giornate dalla fine, Real e Mantova si trovano nel gruppone di metà classifica. Vicentini ai piani alti, lombardi in zona pericolosa. La squadra di Juric è tornata alla vittoria domenica contro l´Alto Adige, ma può venire risucchiata nel pericoloso vortice dei playout.
Ore 16.10 – Qui Guizza: terminano allenamento e partitella.
Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella ancora in corso, grande ilarità in campo.
Ore 15.30 – Qui Guizza: partitella “Under” contro “Over”.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento. Incontro coi ragazzi del Villaggio Sant’Antonio di Noventa Padovana.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per il Bassano il cammino è ancora irto di ostacoli. La vittoria del Novara contro la Giana Erminio tiene ancora in vita i piemontesi, soprattutto nel caso in cui la penalizzazione di otto punti inflitta in primo grado venga quantomeno ridotta; Iocolano e Semenzato sono stati squalificati e salteranno la partita in programma sabato alle 14.30 contro il Renate; lo «sconto» in secondo grado di giudizio al Novara è possibile, almeno a dar retta alle voci degli addetti ai lavori. Il Bassano tiene il timone dritto ma molto pesante, in particolare, l’assenza di Simone Iocolano, squalificato per cumulo di ammonizioni: «Dispiace non esserci proprio questa settimana – sospira il diretto interessato – ma i miei compagni faranno bene anche senza di me. Mancano ancora tre partite e saranno sfide molto difficili: dovremmo metterci ancora più cuore, senza farci prendere dalla tensione». Il Novara adesso affronterà il Pordenone, non certo un impegno proibitivo e Domenico Toscano non molla, così come non mollano Pavia e Alessandria: «Abbiamo vissuto due giorni di emozioni – ammette l’allenatore del Novara – dobbiamo pensare solo al campo perché il rispetto che i ragazzi si sono guadagnati è frutto del lavoro di questi mesi. Speriamo di poterci toglierci qualche soddisfazione». Fra venerdì e sabato, fra campo e aule dei tribunali, tutto sarà più chiaro.
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Proietti, innanzitutto come sta? «Molto meglio, grazie. Sono stato fermo quasi un mesetto e adesso, anche se non ho ancora i 90 minuti mi sento bene. La pubalgia è così, subdola, un giorno sembra scomparsa, quello dopo riappare. Ma al Menti sono tornato titolare e in ogni caso c´è da stringere i denti ancora un po´, poi ho tempo per recuperare e guarire del tutto. Ora preoccupiamoci del Renate e non di me». Condiziona il fatto di non averlo mai battuto in tre anni? «Ma no, è un aspetto che non deve pesare. Se noi scendiamo in campo pensando alla classifica, al primato da conservare rischiamo di incasinarci. Se la viviamo con leggerezza e senza pensieri, è la volta che magari lo sfatiamo questo tabù. Questo è un torneo dove nessuno regala niente. Figurati se mollerà il Renate che ha ancora tutta una salvezza da conquistare. Loro staranno tutti dietro, pronti a sfruttare le ripartenze, vanno a caccia di punti fondamentali. ma noi dovremo far valere la differente cifra tecnica. Ci stiamo preparando a questa sfida per attaccare con giudizio, senza precipitazione o frenesia». Incide anche questa faccenda del Novara che potrebbe protrarsi sino a maggio inoltrato? «Non sta a me entrare nel merito di questa vicenda. Di sicuro infastidiscono i tempi: che si debbano valutare ora, nel clou della stagione, episodi della scorsa estate, non è logico. Noi possiamo solo isolarci e badare a una gara alla volta per non spendere inutili energie nervose per aspetti sui quali non abbiamo alcun controllo». L´appoggio della gente in questa fase del torneo è cruciale… «Sono d´accordo. Come noi in questo biennio abbiamo compiuto un determinato percorso di crescita, anche il pubblico del Mercante si è dimostrato sempre più maturo e vicino alla squadra. Non solo in questo periodo è aumentato per presenza e passione, ma più in generale ci sostiene sempre nelle difficoltà e non mugugna più per due passaggi sbagliati. Non ho dubbi che anche col Renate ci sarà una grande cornice sulle tribune, ormai è una piacevole certezza nel nostro stadio. Il caldo può indirizzare la volata promozione? «Certo, ma vale per tutti. Noi siamo più leggeri e di stazza più agile degli avversari e dovremmo patirlo meno, ma spesso è questione di testa». Segnerete ancora su punizione? «In allenamento facciamo gol, in partita meno. Berrettoni quando ha visto che un paio le ha calciate Toninelli ci ha telefonato indignato. Ecco, credo che Dario non le batterà più».
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sei partite al termine e a Vicenza non si parla d’altro che del sogno che sta sempre più prendendo forma; la serie A è un obiettivo concreto e Thomas Manfredini sottolinea il fatto che questo è il momento di dare ancora di più per centrare un sogno. «A gennaio avevo scelto Vicenza perché molte cose mi avevano convinto — precisa l’ex difensore del Sassuolo — sarei potuto restare in serie A andano al Cesena ma con il direttore Cristallini avevo già avuto modo di parlare nel mercato estivo, lui mi avrebbe preso già allora. Il fatto di non aver trovato spazio al Sassuolo ha facilitato il trasferimento, anche se scegliere Vicenza non è stato certo difficile considerato la storia e la tradizione della società. A distanza di mesi sono molto contento della decisione presa: stiamo costruendo qualcosa di importante, abbiamo riacceso l’entusiasmo di una grande tifoseria». Per sabato contro il Varese la curva sud è già esaurita, un’altra conferma di quanto il pubblico biancorosso ormai creda alla serie A. E sono già stati venduti oltre 500 tagliandi anche per la curva Azzurra, porta tra la gradinata sud e la tribuna centrale dopo il via libera dei giorni scorsi della Commissione provinciale di vigilanza. Con questi 1.049 posti in più il Menti arriva così a una capienza totale di 13.173 spettatori. «L’entusiasmo è giusto, a Cittadella lo stadio era tutto biancorosso, è bello giocare con il tifo e il sostegno di una tifoseria così. Ma adesso tocca a noi, abbiamo in mano una grande chance e dobbiamo sfruttarla. Sabato dovremo date tutto, così come nelle altre cinque partite. La cosa importante è che dovremo giocare “da Vicenza”, senza guardare chi ci sta davanti, perché vedrete che il Varese saprà vendere molto cara la pelle». Per Manfredini uno spezzone di stagione in cui sta dimostrando sul campo tutto il suo valore. «Sono contento di come stanno andando le cose — sottolinea — credo di potermi togliere anche qualche soddisfazione nei confronti di chi diceva che non potevo più giocare, né allenarmi al top. Invece penso che il campo stia dimostrando che non è così, che posso essere ancora utile. Probabilmente i periodi difficili a Sassuolo sono serviti a darmi una carica ulteriore, ma io non ho mai smesso di credere nelle mie possibilità. Sapevo bene quello che potevo dare, e che era proprio quello che mi chiedeva il Vicenza. Non ho mai smesso di pormi obiettivi maggiori nella mia attività professionale, e quindi lo sto facendo anche adesso». Manfredini non lo dice apertamente, ma lui alla serie A ci crede. «Ribadisco che abbiamo una grande possibilità e dovremo fare di tutto per centrarla – sottolinea il difensore biancorosso – finora, da quando sono arrivato a Vicenza, i punti ottenuti li abbiamo conquistati meritandoli: e possiamo arrivare lontano».
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il conto è arrivato a 8 e non sono certo pochi. Sono i diffidati del Vicenza, ai quali ieri si è aggiunto Cocco, fra gli ammoniti nella partita a Cittadella. Dunque ricapitoliamo: a rischio-squalifica al prossimo cartellino giallo ci sono tutti gli esterni difensivi, Sampirisi, Garcia Tena e Laverone e D´Elia è infortunato, così che una o più ammonizioni ai diffidati del reparto arretrato metterebbe in gravi difficoltà Marino per le prossime partite. Ma il tecnico potrebbe avere grossi problemi anche in attacco, considerato che la diffida di ieri a Cocco si aggiunge a quelle di Petagna e Ragusa: come dire che l´intero reparto offensivo è sotto la spada di Damocle della squalifica. Gli altri due biancorossi che al prossimo cartellino giallo dovranno fermarsi sono Cinelli e Sciacca. Quest´ultimo è da tempo infortunato e proprio domani dovrebbe essere sottoposto a intervento chirurgico per la risoluzione del problema allo scafoide del piede sinistro. Ma Cinelli è uno dei punti di riferimento del centrocampo ed è chiaro che anche nel suo caso la squalifica toglierebbe alla squadra un giocatore importante. Ma questa è la situazione, peraltro non infrequente quando si arriva alla fine della stagione e non è neppure molto gestibile, visto che per vincere la volata per la A bisognerà andare a tutta senza fare calcoli. Intanto per la gara con il Varese Marino dovrà fare a meno di D´Elia, bloccato da una lesione all´adduttore breve che probabilmente gli impedirà di giocare le prossime quattro gare. Oltretutto è stato multato di 1.5o0 euro per la simulazione nell´azione in cui aveva subìto in realtà fallo da rigore… TIFOSI. Aperta e chiusa la prevendita per la curva Sud: biglietti esauriti già ieri.
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Adesso il destino è tutto nelle mani, o meglio nei piedi, del Vicenza. A sei giornate dal termine i biancorossi sono secondi in classifica: se il campionato finisse oggi, sarebbe proprio la squadra di Marino ad essere promossa direttamente in serie A assieme all´irraggiungibile Carpi. Una situazione nuova, insperabile solo poco tempo fa, che dovrà essere gestita anche con grandissima consapevolezza, esperienza e serenità: proprio le doti che ha garantito al gruppo l´innesto di Thomas Manfredini, sempre più guida autorevole della difesa biancorossa. Manfredini, adesso da inseguitori siete diventati lepri. Come si affronta una volata lunga sei giornate partendo davanti ai concorrenti? «Intanto dobbiamo credere in noi stessi, perché è proprio credendo nelle nostre potenzialità, meritandoci ogni punto sul campo, che siamo riusciti ad arrivare là dove sembrava quasi impossibile. Poi non dobbiamo subire la pressione: è normale che adesso tutti gli occhi siano puntati su di noi, che la gente si aspetti il massimo, ma noi dobbiamo vivere questa situazione con tranquillità, prendendola come un´occasione entusiasmante, non come un carico di responsabilità». Servirà tanta esperienza per non sentire le gambe che tremano «È normale che nei momenti decisivi, in positivo o in negativo che siano, si cerchi un riferimento in chi è più esperto. Ma il bello di questo gruppo è che ha in sé motivazioni e valori umani enormi: quasi tutti, per un motivo o per l´altro, hanno qualche delusione passata da riscattare. Gli avversari ormai ci conoscono, ci temono e provano a chiuderci, ma noi stiamo dimostrando che se non ci lasciamo influenzare da questa tattica possiamo portare a casa anche le partite più complicate». Pesantissimi gli ultimi due 1-0 consecutivi conquistati contro Avellino e Cittadella. «Credo che molte partite potranno avere un copione simile, perché contro di noi tutti avranno poco o niente da perdere e daranno il massimo. Ma se rimaniamo compatti riusciamo a ridurre al minimo i rischi, consapevoli che poi, grazie alla nostra qualità di gioco, un´occasione per segnare prima o poi arriva, magari anche all´ultimo minuto. Stiamo bene fisicamente e mentalmente, e questo ci aiuta a non mollare mai, anzi a crescere nel rendimento nel corso della partita». Lei in poco tempo è diventato il leader riconosciuto della difesa. I tifosi già sperano che possa rimanere anche l´anno prossimo «Parlare di questo è prematuro, la testa di tutti dev´essere focalizzata solo sul campo. Detto questo, qui a Vicenza mi sto togliendo uno alla volta tutti i sassolini che avevo accumulato a Sassuolo: lì ho ancora un anno di contratto, ma se il Vicenza avesse piacere di proporre un mio passaggio definitivo in biancorosso, visto come sono stato accolto e come tutti mi hanno consentito di tornare ad essere un giocatore importante, ne sarei ben felice». Il Varese che arriverà sabato al Menti, pur staccato sul fondo, ha dimostrato di voler ancora lottare. «L´orgoglio dei giocatori può essere una molla decisiva, guardate anche il Parma che ha vinto con la Juve. E poi, quando si profila la fine di annate sfortunate, ognuno dà il massimo anche per far bella figura e aumentare le possibilità di ricevere una chiamata per il prossimo campionato. Ecco perché il Varese avrà solo da guadagnarci facendo una grande prestazione al Menti». Uno dei rischi per il Vicenza è anche l´elevato numero dei diffidati. Può condizionarvi? «Questo non ci deve minimamente condizionare: ognuno dà sempre il massimo, senza pensare ad un cartellino. Essere ammoniti e squalificati può capitare, fa parte del gioco. Ma in squadra ci sono molti compagni che non vedono l´ora di rendersi protagonisti: se tutti insieme riusciremo a centrare l´impresa della promozione, sarebbe un risultato enorme di cui giustamente beneficerebbero tutti, anche chi ha giocato meno ma ha saputo farsi trovare pronto».
Ore 12.50 – (Gazzettino) Il Cittadella sta preparando la fondamentale trasferta di sabato a Brescia con il reparto difensivo in emergenza per le squalifiche di Pierobon, Barreca e Camigliano ai quali si è aggiunto Scaglia, messo ko da una lesione alla coscia destra. Non era diffidato e quindi non è squalificato Cappelletti, che era stato ammonito con il Vicenza, mentre il capitano Michele Pellizzer da lunedì scorso sta lavorando regolarmente in gruppo, per cui il suo rientro da infortunio appare certo. Tra gli avversari mancherà invece il bomber Corvia, fermato per tre turni dal giudice sportivo. Edoardo Gorini, ex difensore centrale e attuale vice di Foscarini, osserva: «Altre volte ci siamo trovati a livello numerico anche peggio. È importante il recupero di Pellizzer, che ora sta bene, per cui si tratta di una emergenza ridotta. Abbiamo in rosa giocatori che possono fare bene la loro parte e rendersi utili alla squadra. Non mancano le possibilità di scelta, per cui stiamo valutando e si deciderà in base a chi sta meglio». Il tecnico Foscarini per quanto riguarda la difesa potrà contare su Cappelletti in fascia destra, Pellizzer e De Leidi al centro, mentre in fascia sinistra al posto di Barreca potrebbe essere schierato Donazzan, finora non ancora utilizzato. In alternativa potrebbe trovare posto da titolare Signorini in coppia centrale con Pellizzer, mentre De Leidi sarebbe dirottato a sinistra. Per Signorini sarebbe l’opportunità di dimostrare che lo sciagurato autogol di Latina è stato solo un episodio sfortunato. Altra ipotesi potrebbe essere l’utilizzo di Pecorini in fascia destra con Cappelletti al centro della difesa con Pellizzer. In porta si rivedrà titolare Valentini. Le decisioni sul reparto difensivo potrebbero incidere anche sulla scelta del modulo, come ha accennato in sala stampa il tecnico Claudio Foscarini dopo il deludente secondo tempo nel derby con il Vicenza. La partita di Brescia è troppo importante per il cammino dei granata e in queste situazioni nelle scelte contano soprattutto la condizione fisica e le motivazioni. «Abbiamo lavorato molto in questi giorni – conclude Gorini – per migliorare in particolare l’aspetto mentale perchè a questo punto del campionato non si può più sbagliare». La squadra, dopo essersi allenata anche sabato e domenica, ieri ha avuto da Foscarini un pomeriggio libero, avendo lavorato al mattino. Oggi alle 12.30 al Tombolato ci sarà una conferenza stampa tenuta dai rappresentanti della Lega Serie B Marcello Presilla, Marco Silvestri e Gianluigi Pocchi, con l’intervento anche di Claudio Foscarini, sul tema “Regoliamoci per scrivere le regole del gioco pulito”.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Tocca di nuovo a lui. Strano destino quello di Alex Valentini. Titolare per metà stagione nel Cittadella e di colpo confinato in panchina, dov’è rimasto per 14 partite, prima di rivedere il campo per una manciata di minuti nel derby di Vicenza. Il tempo di beccarsi il gol su rigore di Di Gennaro. La squalifica per una giornata comminata ieri a Pierobon dal giudice sportivo (come previsto, è stato fermato per un turno anche Barreca, mentre Cappelletti, contrariamente a quanto riportato in alcune liste non ufficiali, entra fra i diffidati soltanto ora) lo riporta di colpo in auge per la trasferta a Brescia di sabato. «Per me sono stati mesi di sofferenza, non è mai piacevole restare fuori», ammette il portiere granata. Foscarini a suo tempo aveva detto che la panchina poteva essere utile a ritrovare stimoli, lei come l’ha vissuta? «Senza fare polemiche, anche se personalmente non credo di avere nulla da rimproverarmi. Questo è un momento particolare, ma in realtà non cambia niente per me: mi sono sempre allenato regolarmente per farmi trovare pronto». Tra i tifosi c’è chi ha contestato l’espulsione di Pierobon, sostenendo che Ragusa ha “cercato” l’estremo difensore granata. «Non ha fatto nulla per evitare il contatto, ma è vero anche che, a parti inverse, se non ci avessero fischiato un rigore del genere avremmo gridato allo scandalo. D’altra parte, Andrea poteva fare poco: doveva uscire per chiudere lo specchio della porta. L’errore c’è stato prima». A Brescia si troverà di fronte una squadra spuntata, viste le assenze di Corvia, squalificato per tre turni dopo aver rifilato un pugno ad un avversario, Budel, Sodinha e, forse, Caracciolo. Si attende un avversario demotivato? «Al contrario. Se noi abbiamo l’obbligo di vincere, per loro questa è l’ultima spiaggia, almeno per rimanere in corsa per i playout». A molti il Citta visto nel derby è parso poco determinato per essere una formazione che lotta per la salvezza. È d’accordo? «No. La differenza l’ha fatta l’entusiasmo: nel secondo tempo il Vicenza si è reso pericoloso in un paio di occasioni e ha preso fiducia, togliendone a noi, ma nel primo ho visto un buona squadra. Solo i risultati ci danno contro». Pomeriggio di riposo. Cambio di programma, ieri, per gli uomini di Foscarini, che avrebbero dovuto affrontare una doppia seduta: il tecnico ha deciso di concedere il pomeriggio libero. Nessuna novità dall’infermeria, con Scaglia out, Gerardi che ha lavorato a parte e Camigliano assente, perché impegnato con la Nazionale Under 20 che a Frosinone ha battuto 2-1 la Germania nel torneo “Quattro nazioni”. Il difensore è rimasto in campo 71 minuti. I biglietti per Brescia. Sono a disposizione fino alle ore 19 di venerdì. Il prezzo per la curva ospiti è di 5 euro più spese di spedizione. I tagliandi sono acquistabili nei punti vendita Vivaticket.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Anche le parole di De Poli fanno pensare che si arrivi presto a una fumata bianca. «È stato un incontro cordiale con la proprietà, finalizzato a un’intesa che può andare avanti e su queste basi si fanno valutazioni generali per definire l’accordo. Fino a quando non si firma però non si può mai sapere, ma siamo a buon punto». Nel vostro colloquio avete accennato anche alla durata del prossimo contratto? «No, dobbiamo parlare anche di questo. L’altro ieri è stata ribadita la volontà di andare avanti insieme». Abbandoniamo le trattative legate al rinnovo e con il diesse biancoscudato torniamo a ragionare sulla fantastica cavalcata che ha portato al traguardo della promozione. Quali sono le sue sensazioni a mente fredda? «È stato un cammino importante a livello di numeri, con più giocatori che hanno realizzato sette, otto e dieci gol. Questo dimostra che siamo una squadra più portata ad attaccare che a difendere, anche se tutti sono stati bravi. È stato talmente bello che ci siamo dimenticati quanto è stato difficile vincere il campionato».
Immaginiamo che sia una grande soddisfazione. «Sì, abbiamo fatto molti punti. Ci sono tante cose che ti gratificano, ma vincere un campionato è troppo importante. È una cosa che rimane nella storia e che non ti può togliere nessuno». Ha ricevuto complimenti in questi giorni? «Da molte persone, tra le quali numerosi addetti ai lavori anche di società importanti. Ma per la stima che ho nei suoi confronti e considerato che è una persona molto intelligente, mi hanno fatto molto piacere soprattutto i complimenti ricevuti dall’ex presidente Sergio Giordani».
Ore 11.50 – (Gazzettino) «Siamo tutti dello stesso avviso che dobbiamo continuare insieme, ora bisogna vedere se ci sono le condizioni per farlo». Il presidente Giuseppe Bergamin, ieri a Roma per impegni insieme all’amministratore delegato Roberto Bonetto, fotografa così il doppio confronto avuto lunedì con Carmine Parlato e Fabrizio De Poli, nel quale sono state gettate le basi per arrivare a una conferma di allenatore e diesse in vista della prossima stagione in Lega Pro. «L’incontro serviva a capire quali sono i nostri progetti, il discorso economico viene successivamente – prosegue Bergamin – Era importante dare un input sul piano degli obiettivi. Adesso Parlato e De Poli devono rifletterci sopra per vedere se li condividono. Siamo d’accordo di rivederci la prossima settimana per sentire le loro riflessioni e parlare di una riconferma che per noi è importante, ma deve esserla anche per loro». La palla passa alla controparte, tanto per cominciare Parlato. «Ci siamo presi qualche giorno per riflettere, ma c’è la volontà di continuare insieme. Abbiamo fatto una chiacchierata confrontandoci sul futuro e ci siamo fatti anche i ringraziamenti reciproci. Questo fa onore un po’ a tutti e fa capire il lavoro che abbiamo svolto, ma non avevo dubbi sulla coerenza e sull’onestà di Bergamin e Bonetto. Adesso siamo nelle fasi iniziali di un discorso generale, non solo economico, e cercheremo di capirci quanto prima». Le è arrivata anche qualche offerta di altre società? «Se ci sono, arrivano dopo il Padova». Di sicuro, però, avrà in giro estimatori dato si è confermato un tecnico vincente. «Dico solo che manifestazioni ce ne sono state e fanno piacere, ma non entrano nella mia testa».
Ore 11.40 – (Gazzettino) La pista d’atletica verrà dunque eliminata dallo stadio di viale Nereo Rocco. E non finisce qui. Sabato, in un’intervista rilasciata al nostro giornale, il sindaco Bitonci aveva parlato di un progetto più ampio in fase di studio legato all’Euganeo che andava a comprendere le aree circostanti, con la creazione di nuovi impianti. Ecco allora che in questo ambito subentra il discorso del nuovo centro sportivo del Padova, ora ospite del Petrarca alla Guizza, ma intenzionato a crearsi una casa propria in città, con campi d’allenamento e una foresteria, er venire incontro alle richieste dei tifosi e per le difficoltà, legate ai vincoli imposti dal Parco Colli, di mettere mano al centro di Bresseo. Con il ritorno nel professionismo, tra l’altro, verrà allestita una doppia squadra per ogni categoria giovanile e dunque l’esigenza di spazi è sempre più impellente. Ecco allora il progetto di una struttura polifunzionale, frutto di un investimento pubblico e privato, che veda attorno all’Euganeo campi d’allenamento, ma pure aree ricreative e parchi. Risolti gli aspetti amministrativi e finanziari, i tempi di costruzione del centro non andrebbero oltre l’anno.
Ore 11.30 – (Gazzettino) L’Euganeo senza pista di atletica, una curva prefabbricata vicina alla porta e un nuovo centro sportivo nei pressi dello stadio. Non solo attraverso gli aspetti strettamente tecnici e di mercato passa il futuro del Padova, intenzionato a darsi una struttura all’altezza della situazione anche per quanto riguarda l’impiantistica. L’amministrazione comunale è impegnata sul discorso della curva prefabbricata in acciaio a ridosso della porta lato sud dell’Euganeo. C’è lo stanziamento di bilancio (250 mila euro) e si sta lavorando sul progetto, con particolare attenzione alle normative in materia di sicurezza. Per la la materiale realizzazione ci sarà da attendere i primi di settembre, quando si svolgerà il meeting di atletica leggera che, e questa è la novità, potrebbe essere l’ultimo all’Euganeo. L’idea è infatti quella di riportare l’evento allo stadio Colbachini, con la ristrutturazione della locale tribuna nell’ambito di un più ampio progetto comunale di riqualificazione dell’Arcella. C’è il via libera di Assindustria Sport, la società che organizza il meeting, e anche del Coni regionale che a sua volta ha stanziato un milione per la riqualificazione degli spazi interni della curva sud dell’Euganeo con l’obiettivo di realizzare uffici e una sala conferenze.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Il Padova davanti a tutto e, per evitare problemi, meglio precisarlo per iscritto con la futura moglie. A tanto è arrivata la passione per i colori biancoscudati di Gianfranco Borsatti cinquantacinquenne agente di commercio che nel 1997, prima di sposarsi, ha fatto firmare alla consorte una sorta di clausola scritta dal seguente contenuto: “Io sottoscritta Orietta Z. dichiaro che niente avrò a discutere sul Calcio Padova e accetterò che il mio futuro marito si rechi allo stadio per tutte le partite giocate in casa e per tutte quelle in trasferta da lui ritenute importanti e interessanti”. «Ho cercato di mettere bene in chiaro la mia passione per il Padova – racconta – con una sorta di contratto prematrimoniale e mia moglie ha accettato». Testo e firma sono stati apposti sullo storico libro “77 volte Padova” scritto dai giornalisti del Gazzettino Fantino Cocco e Paolo Donà. «Per la precisione nella pagina in cui come segnalibro c’era il 45 giri con l’inno del Padova del Coro Tre Pini». Una clausola che quest’anno ha trovato piena applicazione. «L’ho sfruttata alla lettera e ora ho un riconoscimento ufficiale dato che Giovanna Bergamin, moglie del presidente, in occasione dell’ultima partita in casa, mi ha riconosciuto e si è complimentata con me, ma anche con mia moglie per la sua pazienza». Pazienza comunque ripagata da una contro-clausola. «Nel quale mi impegno ad accompagnarla a concerti e commedie teatrali anche se da me non ritenute particolarmente interessanti. E così mi sono dovute beccare un concerto di Umberto Tozzi, esperienza un po’ traumatica per un rockettaro come me». Non solo la clausola, ma anche una serie di riti scaramantici in famiglia il giorno della partita. «Quando vado allo stadio mia moglie, ma anche le figlie, non devono dire nulla. Al rientro sanno tutto su come è andata. E per celebrare la promozione, avendo dei vicini supertifosi come me, faremo una festa condominiale».
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Un’altra possibilità, oltre all’Appiani, dove peraltro giocano tutti o quasi, è quella di Noventa, usufruendo dei terreni di “Noventello”, uno dei quali è in sintetico, ma il Padova non ne avrebbe l’esclusiva, dovendoli dividere con altre due squadre che vi si preparano settimanalmente. Di Bresseo parliamo sotto, la situazione è abbastanza complicata. Oggi come oggi, in attesa di capire se il progetto Padovanello decollerà nei prossimi mesi, l’idea che si continui al “Geremia” sembra la più concreta. Per mancanza di alternative affidabili, più che altro. Che investimento! Vincere il campionato a Bergamin e Bonetto è costato una cifra superiore ai 2 milioni di euro, intorno ai 2,5. Meno sicuramente di quanto speso da Dalle Rive per allestire il suo Altovicentino, ma comunque un esborso di denaro notevole. Per la Lega Pro ce ne vorrà forse uno in più. E il progetto triennale per dare l’assalto alla serie B resta il “cuore” della strategia della “B&B”, come il sindaco ha definito i due imprenditori al timone del club di viale Rocco. A fine maggio verranno avviate le procedure per il ritorno al vecchio nome Acp 1910 e, quanto al logo, il primo cittadino ha ribadito: «Il termine ultimo è il 30 settembre, se (Penocchio & C.) non dovessero restituircelo pagando anche la parte di debito pattuito, chiederemo subito il fallimento (della vecchia società, ndr)». Come dire: uomo avvisato…
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Insieme a questi ci starebbero anche una foresteria, con una decina di appartamenti per i giocatori, e una club house. In più, allo studio ci sarebbe un percorso-vita per chi ama il jogging o fare semplici passeggiate. Il “pubblico-privato” indicato dal patron, tradotto in soldoni, prevederebbe – il condizionale è d’obbligo, visto che non è stato presentato alcun piano – il 50% dei 2 milioni indicati coperto dall’amministrazione e il restante dalla società. Certo, occorrono prima tutti i passaggi necessari, fra delibere, permessi, autorizzazioni e quant’altro, ma il fatto che la terra sia del Comune è già significativo per cominciare a ragionarci sopra. Guizza ancora. Sui tempi di realizzazione l’indicazione sembra abbastanza attendibile: un anno, forse qualcosina in meno. Per cui il Padova, semprechè tutto vada in porto, potrebbe usufruirne al termine della prossima stagione, la prima dopo il ritorno in terza serie. E allora, dove andranno ad allenarsi i biancoscudati nel frattempo? Su questo punto i dirigenti sono febbrilmente al lavoro per trovare una soluzione che soddisfi il tecnico (se sarà ancora lui, come sembra certo, a guidare il gruppo) e i suoi collaboratori. Il Centro sportivo “Geremia” del Petrarca rugby, alla Guizza, rappresenta un approdo sicuro, anche se il fondo dei campi, specialmente quando piove o ghiaccia, qualche inconveniente lo ha creato.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Aggiungendo, a chiarimento di quanto già detto dai suoi vicini di… poltrona: «Stiamo pensando di creare questa zona polifunzionale attorno all’Euganeo, al momento è ancora un’idea ma speriamo di poter presentare in futuro un progetto in Comune. Il finanziamento sarebbe in parte pubblico ed in parte privato». La priorità. Insomma – e questo dimostra ulteriormente che siamo davanti a persone serie e che ragionano sul concreto, non sulle promesse o sui sogni – il Padova comincia a pensare da subito alla nuova dimensione, andando alla ricerca di una soluzione concreta di uno dei problemi più sentiti da Parlato e dai giocatori nell’attuale stagione: la necessità di avere impianti in grado di garantire un’adeguata preparazione agli impegni di campionato. Dal punto di vista dell’intensità delle sedute il copione non cambia (già ora il gruppo si allena 5 giorni alla settimana), ma sono i terreni sui quali correre, saltare e giocare che impongono un’adeguata riflessione alla proprietà. E la proposta è maturata di conseguenza: Bergamin e Bonetto si sono trovati nei giorni scorsi a Palazzo Moroni con Bitonci e hanno discusso di tante cose, fra cui l’esigenza di avere un centro sportivo tutto per il Padova. Nel dettaglio: ci sono 125 mila metri quadri di terreno alle spalle della tribuna ovest dello stadio di proprietà dell’amministrazione comunale che potrebbero essere destinati allo scopo: con 2 milioni di euro – questa la spesa ipotizzata – vi si potrebbero realizzare 3 campi per il calcio a 11, di cui uno in erba sintetica, e 2 per il calciotto (squadre composte da 8 giocatori).
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Roberto Bonetto, a.d. della Biancoscudati Padova: «Tornare a Bresseo per gli allenamenti l’anno prossimo? Sono sorti dei problemi, e così è nata l’idea della “cittadella dello sport” nell’area circostante all’Euganeo. La tempistica? Non va oltre l’anno». E il sindaco Massimo Bitonci, di rimando: «Oltre ad una nuova curva, più vicina al terreno di gioco, stiamo pensando anche ad una “cittadella del calcio” dove allenarsi, con più campi. Penso sia giunta l’ora di fare un simile investimento». Seduti uno accanto all’altro nel salotto di Telenuovo, lunedì sera, uno dei due artefici della rinascita del Biancoscudo e il primo cittadino hanno calato sul piatto la carta che nessuno si sarebbe aspettato, dopo la promozione in Lega Pro: creare un centro sportivo attorno allo stadio, dove la squadra possa allenarsi senza più essere costretta a peregrinare altrove. «Vogliamo chiamarlo Padovanello, così com’è accaduto per il Milan con Milanello o per il Verona prima, e il Chievo poi, con Veronello? Il nome non è un problema», ha chiosato a fine trasmissione Giuseppe Bergamin, il presidente della società che completava il terzetto invitato a celebrare il ritorno della città nel calcio professionistico, dopo una sola stagione vissuta in serie D.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ma quanti soldi servirebbero per rimettere a nuovo o quasi il Centro Euganeo? Il sindaco fa un ragionamento logico, visto quanto è successo: «Per ora abbiamo prelevato 15 mila euro dalle casse comunali per effettuare un minimo di manutenzione, come lo sfalcio dell’erba sui 4 terreni da gioco, i drenaggi, la sistemazione dell’impianto elettrico e il ripristino degli allacciamenti per il gas, ma qui la questione è seria: ne servono almeno 250 mila per un lavoro come si deve. Noi vogliamo fare le cose in modo corretto, non possiamo più permetterci di sottoscrivere intese che poi ci si sono ritorte contro. Se io pubblico un bando per l’assegnazione dell’area, che, ricordo, è di 30 mila metri quadrati, devo avere prima la certezza che sia agibile. E in questo momento non lo è». Il nuovo Padova non ha alcuna responsabilità, ovviamente, per la gestione di Penocchio & C. e Valdisolo non chiude affatto le porte a Bergamin e Bonetto: «Dico la verità, se trovassi qualcuno disposto ad investire del denaro su Bresseo, non ci penserei un secondo a vendere…». In attesa di conoscere quale sarà il valore attribuito all’impianto, bisogna fare i conti con la realtà: «Prima sistemiamo le cose, poi indiciamo il bando per chi è interessato ad entrare. Bisogna mettere tutto a norma, ad esempio la gradinata sopra lo spogliatoio non è agibile. Ai dirigenti biancoscudati l’ho detto: ci vorranno mesi, ma per l’inizio del 2016 dovremmo essere a posto. Se fossero disposti ad aspettare, magari andando ad allenarsi per 4-5 mesi in un’altra stuttura, poi potremmo discutere con loro».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Non ha tutti i torti il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, quando sostiene convinto: «Il Centro Sportivo Euganeo è un patrimonio della collettività, non possiamo svenderlo o, peggio, lasciarlo lì, a marcire». Già, ma quello di Bresseo è diventato un bel problema, soprattutto dopo che lo stesso Valdisolo, insieme a Roberto ed Edoardo Bonetto, la settimana scorsa ha compiuto un sopralluogo dettagliato all’interno della struttura per verificare quali e quante possibilità ci siano di rimettere in sesto un polo sportivo abbandonato a se stesso. Spiega il primo cittadino: «A fine dicembre abbiamo aperto un contenzioso con il vecchio Padova, perché riteniamo di aver subìto un danno non da poco. La convenzione pluriennale, che scadeva a giugno 2015, non è stata rispettata dall’Acp 1910, che, dopo la mancata iscrizione dell’estate scorsa alla Lega Pro, ha deciso di chiudere tutto, riconsegnandoci campi, spogliatoi e gradinata in condizioni che preferisco non commentare. Non riusciamo a quantificare l’ammontare dei costi che ci sono ricaduti addosso, e per questo motivo il giudice del Tribunale di Padova ha istituito un Ctu, Comitato tecnico ufficiale, di cui fanno parte due geometri, uno in rappresentanza della nostra amministrazione e l’altro della società, che dovrà esprimersi al riguardo. Abbiamo chiesto una documentazione attestante l’agibilità delle strutture, e non l’abbiamo mai ricevuta».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Detto che in mezzo alla difesa giocheranno, per forza, Thomassen e Dionisi, visto che Niccolini sconterà l’ultima giornata di stop dal momento che il ricorso del Padova contro i tre turni di squalifica qualche giorno fa è stato respinto, potrebbero avere l’onore della passerella i vari Fenati, Degrassi, Cicioni e forse anche Salam Denè, il giocatore meno impiegato della stagione, in campo solo 6 minuti curiosamente proprio in occasione della gara d’andata a Monrupino. Saranno tanti i tifosi che approfitteranno del ritorno alla Guizza della squadra presentandosi per proseguire il clima di festa delle ultime ore. Clima che ci si attende anche domani, quando la squadra di Parlato disputerà alle 17 un’amichevole a San Giorgio in Bosco contro la locale formazione di Prima Categoria. Venerdì pomeriggio e sabato mattina il Padova sarà nuovamente alla Guizza, mentre domenica effettuerà la prima delle tre passerelle di fine torneo.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La festa è finita. No, nulla di cui spaventarsi: dopo la promozione aritmetica in Lega Pro arrivata domenica sul campo del Legnago, c’è da credere che i festeggiamenti proseguiranno ininterrotti fino al 10 maggio, per concludersi proprio in occasione della sfida ai rivali (sconfitti) dell’Altovicentino. Per i giocatori, per mister Parlato e per i suoi collaboratori, tuttavia, è tempo di mettere da parte champagne e spumanti e di infilare nuovamente ai piedi gli scarpini. Questo pomeriggio, alle 15, i biancoscudati tornano a sudare sui campi della Guizza, certamente con il morale alle stelle ma doverosamente, in vista delle ultime tre gare di campionato, costretti ad onorare gli avversari e i propri tifosi anche se la pratica è bella che chiusa. Domenica contro il Kras Repen non ci saranno gli squalificati Sentinelli, Segato e Salvadori, ma questo non dovrebbe essere un problema insormontabile per il tecnico, che c’è da immaginare avesse già preventivato un po’ di turn-over e l’impiego di quei giocatori che, soprattutto nelle ultime settimane decisive, hanno trovato molto meno spazio dei compagni “titolari”.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Con questo accordo Gianfranco negli ultimi anni ha potuto continuare a tifare, sfida storica di Legnago compresa. Di contro, però, si è dovuto impegnare a sua volta: «Mia moglie decise di firmarlo, ma dopo la sua promessa volle scrivere che io l’avrei accompagnata ai concerti o agli spettacoli teatrali che le interessavano. Entrambi l’abbiamo sottoscritto, e da allora l’argomento non ha più causato problemi. Anche se, devo ammetterlo, c’è voluta tutta la mia buona volontà per andare a qualche commedia tosta, o ai concerti di Tozzi…». Una sola rinuncia: Trieste. Anno dopo anno, in famiglia, parenti compresi, tutti ormai hanno imparato ad accettare che per Gianfranco il Biancoscudo è un appuntamento irrinunciabile: la domenica, quando ci si ritrova per pranzare, i genitori di entrambi sanno bene che alle 13.30, minuto più minuto meno, lui si alzerà e saluterà per recarsi all’Euganeo. E nessuno di loro, ormai, si azzarda più a proporre alternative alla partita in “quei” pomeriggi: «L’unica che ho saltato negli ultimi anni è stata la trasferta di Trieste, lo spareggio playout per rimanere in Serie B», rivela Borsatti, «Successe perché proprio quel giorno c’era il matrimonio di mia sorella, ed io ne ero pure il testimone: non potevo proprio dirle di no. Lei aveva organizzato la cerimonia per tempo, incastrandola in un giorno in cui il campionato sarebbe stato ormai concluso, peccato che i playout allungarono il programma e ci ritrovammo a vivere la sfida decisiva proprio nel suo giorno più importante». Con il passare degli anni l’accordo è finito in uno scaffale insieme al suo prezioso e storico supporto, non c’è mai stato bisogno di tirarlo fuori. «Ma di farla appassionare al calcio non c’è stato verso», conclude il signor Gianfranco. «Forse ha sempre ritenuto che lo stadio fosse uno spazio tutto mio, ma mi dispiaceva che non vivesse quel clima. Quindi l’ho portata a vedere la pallavolo, e lì sì che si è appassionata subito: da tre anni siamo abbonati alla Tonazzo, e quella che torna a casa senza voce è sempre Orietta».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Quante volte capita, nella vita di un tifoso, di ritrovarsi a dover scegliere tra l’amore e lo stadio? «Decidi: o me o la squadra del cuore»: questo è essenzialmente l’aut aut a cui un appassionato, uomo o donna che sia, teme di essere messo di fronte dalla propria compagna o dal proprio compagno. Domenica scorsa, a festeggiare la promozione del Padova in Lega Pro, in tribuna a Legnago c’era anche Gianfranco Borsatti, 55 anni, di Albignasego: di problemi con la moglie, da questo punto di vista, non ne ha mai avuti. Perché prima di sposarsi con la sua Orietta, nel 1997, è riuscito a “strapparle” una promessa vera e propria, messa nero su bianco sul retrocopertina del libro “77 volte Padova” di Fantino Cocco, che, da buon tifoso, conservava gelosamente. «Ci siamo conosciuti nel ’95, e due anni dopo siamo andati a convivere», racconta Gianfranco. «È stato in quel momento che le ho detto: attenzione, perché il Padova non si tocca! Siamo quindi arrivati ad un buon compromesso, e l’abbiamo firmato come una sorta di contratto pre-matrimoniale: noi lo definiamo così». Nell’ultima pagina di uno dei libri che hanno raccontato la storia del Biancoscudo nell’ultimo secolo, Orietta ha quindi messo nero su bianco la proposta del futuro marito. Il patto. «Io sottoscritta Orietta Lago dichiaro che niente avrò a discutere sul Calcio Padova ed accetterò che il mio futuro marito si rechi allo stadio per le partite giocate in casa e per tutte quelle in trasferta da lui ritenute importanti ed interessanti».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Bitonci, dal canto suo, non ha fatto mistero, dopo la promozione in Lega Pro ottenuta dai biancoscudati, di voler tendere ulteriormente la mano al duo Bergamin – Bonetto: «Con Bergamin e Bonetto — ha ammesso il primo cittadino — stiamo pensando a diverse iniziative che possano migliorare la situazione complessiva dell’impiantistica padovana. Oltre all’avvicinamento della curva a bordocampo, penso per esempio all’ampliamento della tribuna del Colbachini e all’eliminazione della pista di atletica dell’Euganeo, che verrebbe di conseguenza. Ma non ci vogliamo fermare qui, stiamo pensando anche ad una “cittadella del calcio” in grado di ospitare gli allenamenti della squadra e delle giovanili. Penso sia giunta l’ora di fare un investimento mirato e ragionato». In definitiva l’idea sarebbe quella di costruire diversi campi da calcio, fra cui uno in erba sintetica di ultima generazione, permettendo così al Padova di gestire il lavoro quotidiano in ampia autonomia. Per quanto riguarda la componente tecnica, la conferma di Fabrizio De Poli e Carmine Parlato, giudicata da tutti assai probabile, verrà probabilmente formalizzata non prima della settimana prossima.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Per ora nessuno si sbilancia ma l’idea è partita e la fattibilità viene giudicata tutt’altro che impossibile. Viste le difficoltà in vista della prossima stagione per un ritorno del Padova a Bresseo (difficoltà logistiche, burocratiche ed economiche), il sindaco Massimo Bitonci ha lanciato un’idea. Perché non trasformare l’area antistante lo stadio Euganeo in un centro polifunzionale? Magari fissando i confini di concerto con altri soggetti privati come Francesco Canella dei Supermercati Alì, già interessato a sponsorizzare il complesso di viale Rocco nella prossima stagione e proprietario di alcune aree nella zona. Si parla, al momento, soltanto di un progetto in fase embrionale e non c’è nulla di definito, ma dopo il ritorno in Lega Pro maturato ufficialmente domenica a Legnago, si stanno affrontando diversi argomenti, a partire da quello delle infrastrutture. «Con Bresseo effettivamente sono sorte diverse difficoltà — afferma l’amministratore delegato del Padova Roberto Bonetto — sapevamo sin dall’inizio che sarebbe stato un discorso complicato, ma abbiamo voluto andare a fondo per capire che margini di manovra c’erano. Una volta compreso che sarebbe stato troppo complicato arrivare in fondo, adesso stiamo battendo soluzioni alternative. Una di queste porta all’Euganeo, dove vorremmo costruire una nuova “casa del calcio” dove poterci allenare, agevolando in questo modo anche i tifosi, che non sarebbero più costretti a uscire fuori città per vedere gli allenamenti. Il Comune ha qualche terreno a disposizione e quindi si sta studiando la fattibilità del progetto».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentaduesima giornata, domenica 26 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Montebelluna, Belluno-Union Ripa La Fenadora, Clodiense-Sacilese, Dro-Legnago, Fontanafredda-Tamai, Giorgione-AltoVicentino, Mezzocorona-Union Pro, Padova-Kras Repen, Triestina-Mori S. Stefano.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 78, AltoVicentino 65, Belluno 54, Sacilese 53, ArziChiampo 52, Clodiense 49, Union Pro 47, Montebelluna 45, Legnago 42, Union Ripa La Fenadora 41, Fontanafredda e Tamai 36, Giorgione 34, Dro 33, Kras Repen 29, Triestina 28, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentunesima giornata: AltoVicentino-ArziChiampo 2-2, Dro-Clodiense 3-1, Kras Repen-Belluno 1-2, Legnago-Padova 1-2, Montebelluna-Fontanafredda 0-0, Sacilese-Giorgione 1-2, Tamai-Triestina 1-1, Union Pro-Mori S. Stefano 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mezzocorona 4-0.
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E’ successo, 21 aprile: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati.