Legnago-Padova, Bonetto: “Siamo ad un passo dal sogno, sono sicuro che la squadra non sbaglierà…”

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Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe

C’è modo e modo, per un dirigente, di vivere la vigilia della partita decisiva. C’è chi vuole stare ogni secondo accanto alla squadra, chi prova a distrarsi, chi cerca di ingannare il tempo. Il vice-presidente della Biancoscudati Padova, Edoardo Bonetto, invece, ha deciso di entrare in carcere. Ma non certo per scontare una pena («Semmai per quello ci dovrebbe venire qualcuno della vecchia gestione…», hanno scherzato alcuni tifosi), bensì per sostenere la Polisportiva Pallalpiede, la squadra composta esclusivamente dai detenuti del Due Palazzi che ieri pomeriggio ha disputato la propria ultima partita di campionato di Terza Categoria, chiudendo con una vittoria per 3-1 contro la Dinamo Kave e piazzandosi al secondo posto, anche se ufficialmente è fuori classifica. «Ma quello che più ci ha fatto piacere è esserci classificati al primo posto nella Coppa Disciplina, avendo ricevuto pochissimi cartellini. Per noi, al primo anno, è un risultato straordinario», ammette Andrea Zangirolami, dirigente della Pallalpiede, che ha accompagnato Bonetto jr. all’interno del Due Palazzi. La visita del numero 2 biancoscudato è stata accolta con grande entusiasmo, a cominciare dai complimenti ricevuti all’ingresso nella casa di reclusione, per continuare con i tanti giocatori detenuti che hanno voluto stringere la mano e farsi una foto con il dirigente.

«Mi può fare un piacere, la prossima volta mi porta un paio di guanti? Sarebbe un sogno giocare con i guanti del Padova», la richiesta del portiere della squadra a Bonetto, che ha sorriso e promesso di tornare, dopo aver assistito al primo tempo della partita, applaudendo più di una giocata della formazione di Bedin. «Ci stiamo organizzando per disputare un’amichevole tra il Padova e la Pallalpiede, sarebbe una bella esperienza per tutti», ha spiegato il vice-presidente all’uscita dall’istituto di pena. «Non ero mai stato al Due Palazzi, ed entrare in carcere è una sensazione molto particolare. Restando un paio d’ore a contatto con i detenuti e gli organizzatori di questo progetto, capisci l’importanza estrema di tali iniziative. Queste persone sono soltanto da elogiare per quello che fanno a favore della comunità». Il pomeriggio particolare è stato anche un modo per svagarsi nelle ore precedenti alla sfida decisiva di Legnago. «Sì, anche se l’ansia aumenta e man mano che ci si avvicina subentra anche un po’ di paura. C’è tanta euforia, ma dobbiamo ancora giocare e conquistare gli ultimi punti che mancano».

Che partita si aspetta contro il Legnago? «Mi aspetto un Padova carico, per tanti giocatori è la partita della vita, qualcuno non ha mai vinto il campionato. Altri hanno già vinto, ma mai in una piazza importante come Padova. Di sicuro non avranno cali di tensione. Anzi, l’unico problema potrebbe essere quello di entrare in campo con troppa adrenalina e lasciarsi prendere dalla foga. Ma sono sicuro che la squadra non sbaglierà, visto che è a un passo dal sogno». È un sogno anche per la dirigenza, visto che questa società è in piedi appena da 9 mesi? «Sì, assolutamente. Io e mio padre siamo sempre stati tifosi e riuscire a riportare Padova tra i professionisti è qualcosa che ci riempie d’orgoglio. Per noi è un sogno, anche se sappiamo benissimo che questa piazza ha conquistato in passato ben altri palcoscenici». Lei vive le gare con molta ansia, una volta vinto il campionato potrà rilassarsi? «È vero, vivo le partite con grande stress, ma non c’è tempo per rilassarsi. Una volta ottenuta la certezza della categoria, vogliamo pianificare bene il programma per il prossimo anno, iniziando ad incontrarci con ds e allenatore. Ci sono tanti aspetti da curare, dobbiamo ristrutturare la parte marketing e lanciare il merchandising. Non ci si può fermare, ma adesso dobbiamo prenderci questa vittoria».




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