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Ore 22.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una zampata da prima della classe che vale un balzo deciso verso la serie B. Il Bassano si aggiudica il derby di Lega Pro con il Real Vicenza (0-1), fa la voce grossa al Menti e si conferma capolista solitaria del torneo. Un primo posto a +4 dal Pavia impegnato oggi a Venezia, che i ragazzi di Asta ieri sera si sono conquistati sul campo, dopo che in settimana già la giustizia sportiva aveva concesso ai giallorossi l’onore di salire in vetta complice la pesante penalizzazione del Novara (-8 punti). A tre giornate dal termine della stagione regolare, basteranno altrettante vittorie a Nolé e compagni per garantirsi un posto in serie B. Il Real si rammarica per qualche occasione sprecata nella prima frazione, gioca un buon match, ma nulla può contro le motivazioni della Virtus. Nel 4-2-3-1 proposto da Asta, Pietribiasi sembrerebbe il terminale offensivo adatto per sbloccare la gara. Come al 4’, quando il «Cobra» ha sui piedi la palla del vantaggio con un destro dal limite a botta sicura che termina di un soffio a lato. Dall’altra parte è il solito Bruno a sobbarcarsi il grosso del lavoro. Coi padroni di casa già salvi e gli ospiti a voler vendicare il passo falso col Venezia, nasce un match equilibrato per buona parte della prima frazione. Così mentre la Virtus tiene le redini della partita, il Real prima con Malagò (fuori) e poi con Bruno rischia di passare in vantaggio. Nella seconda occasione è il portiere Rossi a salvare la porta con un grande intervento. La partita fatica a decollare e l’impressione è che serva un episodio a mutare il corso del derby. A pochi minuti dal termine della frazione, lo spunto di Nolè che viene steso in area da Piccinni subentrato a Vannucci per un infortunio, muta il corso della partita. L’arbitro indica il penalty (che la moviola conferma) e lo stesso attaccante porta in vantaggio il Bassano con un rigore calciato con millimetrica precisione. Per il giocatore si tratta del decimo sigillo stagionale. Nella ripresa il Real tenta in tutti i costi di trovare il pari, ma la gabbia giallorossa su Dalla Bona blocca ogni fonte di gioco. A dire il vero Quintavalla la palla in rete la deposita anche, su assist di Bardelloni, ma l’arbitro fischia un fuorigioco alquanto dubbio. Poco dopo un’altra decisione discutibile di Barletta stronca le gambe al Real: Carlini si becca due gialli in due minuti, lasciando i biancorossi in dieci. La nota stonata per il Bassano? Anche Iocolano si prende un cartellino per simulazione che lo obbligherà a saltare il match col Renate. L’unico pericolo che crea il Real è sulla testa di Cristini che sul finale obbliga Rossi alla parata plastica, ma è troppo poco e il Bassano vola.
Ore 22.30 – (Giornale di Vicenza) «Mi è piaciuto tantissimo l´atteggiamento dei miei ragazzi – il primo commento di Marcolini nel post gara – Complimenti al Bassano, una buonissima squadra. Non voglio recriminare nulla, ma mi rode che le partite vengano rovinate per delle scelte arbitrali. È stata veramente una bella partita per tutto l´arco dei novanta minuti, due squadre che si sono affrontate a viso aperto e mi sarebbe piaciuto un derby bello così, combattuto, si fosse giocato undici contro undici fino alla fine. Non dico che sarebbe finita diversamente, ma mi rode perché è stata un´ingiustizia».
Ore 22.20 – (Giornale di Vicenza) Parola a Rafa Nolè, match winner. «È una gioia speciale per me – riconosce il risolutore della notte del Menti – sono stato fuori quasi due mesi ed è stata una sofferenza restare a guardare. Ma il decimo gol stagionale e la vittoria sono per mia figlia Ariel, mia moglie Vita e anche per il fisioterapista Felice Zuin, fondamentale nel mio recupero. Non sono ancora al top ma il penalty conquistato e realizzato mi appagano. Ora vediamo cosa combinano le altre, tuttavia continuiamo». Flash di Simone Iocolano: «Se riuscissimo a chiudere le partite quando c´è l´opportunità sarebbe meglio».
Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) Ma che bel derby! Alla fine a spuntarla è il Bassano, ma di certo il Real Vicenza non ha sfigurato. Dopo la sentenza di questa settimana che ha dato otto punti di penalizzazione al Novara, balzano in testa i giallorossi e, almeno per una notte, saranno a più quattro dalla prima delle inseguitrici. Buona la prestazione della squadra di Asta che ha messo in campo tutta la sua forza e qualità, punendo sulle micidiali ripartenze il Real. Real che però ha giocato a viso aperto e ancora una volta, la sconfitta non sembra il verdetto più giusto per la squadra di Marcolin. Nota grigia la conduzione di gara dell´arbitro Fiore. Parecchi gli episodi molto dubbi, a partire dall´espulsione molto generosa di Carlini fino al gol annullato a Quintavalla, che dalla prova video sembra buono. Un pò di rammarico dunque in casa Real, ma grande prestazione messa in campo dagli uomini di Marcolin che ha dovuto anche cambiare le carte in gioco dopo soli 14´ per la sostituzione forzata di Vannucci. Parte forte il Bassano. Nel primo quarto d´ora si butta in avanti e al 4´ trema Tomei su un tiro insidioso di Pietribiasi. Cambia il copione dopo il 20´ con il Real Vicenza che sale in cattedra e fa vedere belle cose. Le paure dei giallorossi arrivano soprattutto dai calci d´angolo di Dalla Bona. Meglio in questa fase l´undici di Marcolini, che già al 24´ aveva fatto vedere con una bella triangolazione tra Malagò, Dalla Bona e Bardelloni. Trova spazio a destra il Real Vicenza con Lavagnoli. Al 39´ l´episodio che ha risolto la partita: Piccinni tocca Nolè in area e Fiore non ha dubbi: è calcio di rigore. Dal dischetto lo stesso attaccante giallorosso spiazza Tomei. Secondo tempo meno bello, ma pur sempre molto combattuto. Al 16´ arriva il gol del Real Vicenza: Bardelloni crossa al centro da sinistra, Quintavalla si fionda sulla palla e la scaraventa a rete, ma il segnalinee alza la bandierina. Gol annullato. Squadre che si affrontano a viso aperto, il Real rimane in dieci al 24´ per l´espulsione di Carlini, ma non lo dà a vedere. Ci prova fino alla fine anche se non riesce a creare grossi grattacapi a Rossi.
Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) Altra gara generosa per Lorenzo Laverone capace di adattarsi alle necessità come quando Marino lo ha abbassato terzino per l´infortunio a D´Elia ed è lo stesso giocatore a spiegare: «Io mi metto a disposizione come sempre, quando si è fatto male D´Elia il tecnico ha deciso di farmi arretrare e mi pare sia andata bene». Il pallone pareva non voler proprio entrare. «Ci tenevamo tanto a questa vittoria perchè la meritavamo davvero, per tutto il secondo tempo abbiamo messo il Cittadella nella sua metà campo e abbiamo creato tante palle gol, non vincere sarebbe stata una beffa. Ma siamo stati bravi a crederci fino all´ultimo e penso si sia visto, questo è il nostro atteggiamento e lo dovremo avere fino alla fine perchè ci porterà lontano». Magari avete sofferto un po´ nella prima mezz´ora, quando loro vi hanno pressato molto, ma poi avete preso in mano la gara e non avete mollato più. «Sì loro hanno fatto trenta minuti ad alta intensità, pressandoci in ogni parte del campo, ma si sapeva che non avrebbero potuto durare così per tutta la gara, poi quando hanno allentato la pressione abbiamo preso noi le redini». Di Gennaro ha dimostrato sangue freddo a tirare il rigore. «È stato bravo Davide, ma anche Cocco che glielo ha lasciato tirare».
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) È tornato il vero Ragusa, e da Ragusa ha fatto la differenza nel momento decisivo. Raccontiamolo. Al 43´ della ripresa l´attaccante biancorosso assieme a Cocco ha confezionato una rapida azione che ha mandato in tilt la difesa del Cittadella, per poi involarsi verso Pierobon che è stato costretto ad atterrarlo. Il verdetto? Espulsione e rigore trasformato da Di Gennaro dopo tre minuti eterni, e Vicenza in paradiso. Ragusa, bentornato. Quanto l´ha aspettata una serata così? «Era quello che volevo, sono felicissimo di avere dato un contributo utile a vincere questa partita molto importante. Mi sento sempre meglio, stavolta ho avuto più tempo a disposizione, e ho cercato di essere incisivo. Sono contentissimo di esserci riuscito». In quell´azione si è apprezzata l´intesa perfetta che ha con Cocco. Del resto siete anche molto amici «Con Andrea ci capiamo al volo, dentro e fuori dal campo, e lo ringrazio per la gran palla che mi ha dato. Però questo tipo di azione la proviamo e riproviamo sempre in allenamento, quindi sono sicuro che sarebbe riuscita anche se ci fosse stato Petagna o un altro compagno». Pierobon si è lamentato molto con l´arbitro. «Credo sia sufficiente guardare le immagini: mi ha toccato e sbilanciato, tanto è vero che si è pure fatto male. Del resto, se avessi potuto calciare e segnare, vi pare che non avrei sfruttato l´occasione?». Ancora una volta siete stati spinti da un pubblico straordinario. «Sembrava di giocare in casa, non potevamo chiedere di più ai nostri tifosi. Per noi è bellissimo ad ogni partita continuare insieme a lottare e credere nella promozione: adesso noi abbiamo vinto e tocca agli altri rispondere, ma non è questo l´importante». Il futuro immediato? «Da domani cominciamo già tutti a pensare al Varese, perché sarà un´altra tappa fondamentale come tutte le sei che ci aspettano da qui alla fine».
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Bisogna essere un giocatore vero per presentarsi sul dischetto al 46´ del secondo tempo e calciare con freddezza un rigore pesante come un macigno. E ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, Davide Di Gennaro ha confermato di essere un leader fondamentale per questo Vicenza che sbanca Cittadella e continua a sognare la serie A. «Io e Cocco ci siamo guardati, visto che finora io ne avevo calciato uno con il Pescara, e lui gli altri – spiega -. La sua scelta di lasciarmi tirare, anche se è in testa alla classifica cannonieri, dimostra come gli interessi del gruppo vengano prima di tutto e merita un grande applauso: lui era un po´ stanco, aveva speso moltissimo, così ho calciato io e per fortuna è andata bene». Ci spiega l´esultanza con “brindisi”? «L´avevamo preparata in settimana con Mancini e Petagna, perché un po´ me lo sentivo che poteva essere la settimana buona. Era un brindisi in allegria a questo gol molto importante. La dedica invece va a mia moglie e mio figlio: l´anno scorso ho passato un periodo difficile e la famiglia è stata fondamentale, adesso è ancora più bello condividere insieme questa stagione fantastica». Prima aveva anche colpito un palo con una punizione magica, ma sembrava quasi una partita stregata… «Le provo spesso in allenamento, così come i rigori, e si vede quanto ogni dettaglio possa risultare decisivo. Quest´anno, purtroppo, tra pali e traverse le punizioni proprio non mi vogliono entrare. Peccato, sarà per la prossima». L´ingresso di Ragusa vi ha dato una marcia in più nel momento decisivo della sfida. «Tutti noi ne siamo felicissimi. Si meritava proprio di avere la soddisfazione di tornare ad essere decisivo dopo il suo brutto infortunio, e stasera lo è stato». Si può continuare a sognare, assieme ad un pubblico stupendo. «Noi stiamo festeggiando e sognando con tutta la città, dopo tanti anni difficili come sapete bene. Vogliamo giocarcela al massimo fino alla fine».
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) E alla fine il Vicenza fa sua l´intera posta dopo aver dominato per quasi tutta la gara. Altri tre punti meritati e pesanti per continuare la corsa verso la serie A. Il tecnico Pasquale Marino al termine della partita con la solita obiettività spiega: «Il primo tempo non abbiamo fatto quello che sappiamo, siamo stati lenti nel fraseggio, mentre loro erano bravi a pressare alti in ogni angolo di campo, ma sapevo pure che non avrebbero potuto durare così per tutta la gara. Poi nel secondo tempo è stata tutta un´altra partita e ci tengo a dire che i ragazzi subentrati si sono fatti trovare pronti e questo fa ben sperare visto che abbiamo parecchi diffidati». Come sta D´Elia uscito infortunato per un fallo da rigore che solo l´arbitro non ha visto? «Adesso è presto, bisogna aspettare che faccia dei controlli, ma non penso sia qualcosa di problematico». Anche stavolta è piaciuto molto il carattere dimostrato dal gruppo. «Lo abbiamo sempre dimostrato, non per nulla abbiamo segnato tanti gol nel secondo tempo e questo significa che la squadra non molla mai, che ha voglia di lottare e poi ci mette sempre attenzione e concentrazione. Comunque anche se nel primo tempo stavolta non siamo stati bravi nella gestione della palla abbiamo rischiato pochissimo, ricordo solo un tiro su cui è stato bravo Vigorito». La panchina dimostra che ci sono ottimi cambi: oltre a Ragusa, hanno dato il loro contributo anche Spinazzola e Vita. «Senza dubbio stanno crescendo tutti e la distanza tra chi gioca più spesso e chi gioca meno si è accorciata, ovvio che questo è importante». Anche a Cittadella i tifosi vi hanno seguito molto numerosi. «Sono senza dubbio uno stimolo in più, diciamo che all´inizio siamo stati noi a riportarli dalla nostra parte con i risultati e l´impegno e adesso loro nelle difficoltà ci aiutano molto, perchè non ci lasciano mai soli, nemmeno in trasferta e di questo siamo molto contenti».
Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Lascia che il vento soffi. Contro, tanto per cambiare. Lascia che non ti diano rigori, lascia che arrivi il solito palo. Lascia che l´incredibile Pierobon, quasi 46 anni e non sentirli, pari di tutto. Lascia che… i primi ti restino sullo stomaco (dopo Lasagna del Carpi ecco Cappelletti, autore di un fallo su D´Elia incredibilmente non punito con un rigore). Se hai cuore, coraggio e qualità vinci. E se poi hai circa 3mila incredibili tifosi che ti seguono è ancora meglio. Il Vicenza vince una partita complicatissima grazie a un rigore trasformato da Di Gennaro al 91´. E per una notte è secondo. Per una notte è in A. Non si sa cosa succederà tra oggi e domani. Ma intanto è così. Che la pressione se la tengano gli altri. Vedremo se anche loro avranno cuore, coraggio e qualità. Cuore per superare un Cittadella che, pur rischiando la Lega Pro, si è confermata squadra dignitosa e difficile da affrontare. Qualità per piazzare la zampata al momento giusto. La qualità dell´uomo ritrovato, prima di tutto, quell´Antonino Ragusa che ha lasciato un solco profondo sulla gara procurandosi il rigore che ha deciso il match. Il bomber siciliano, la cui condizione cresce di giorno in giorno, potrebbe essere veramente l´arma in più in questo finale di campionato. E poi la solita qualità di Di Gennaro: un palo su punizione e un rigore trasformato con freddezza in un momento delicatissimo. Cosa ci faccia in serie B un giocatore così è sempre più difficile da capire. Si veda quindi di… creare le condizioni per trattenerlo. Anche a questo serve il coraggio. Già, perchè se Di Gennaro viene spento si stenta. Si va in campo in un Tombolato che pare una filiale del Menti e per oltre mezz´ora il Vicenza fatica a costruire. Anzi, non costruisce proprio. Perchè? Perchè i giocatori del Cittadella corrono come indemoniati. Sono consapevoli di averne meno sotto il profilo tecnico. E allora raddoppiano, triplicano e soffocano le (peraltro scarse) iniziative biancorosse sulle fasce. In mezzo, poi, va ancora peggio. Che una consistente fetta del traffico biancorosso passi per i piedi educati di Di Gennaro l´hanno ormai capito tutti e quindi è reiterato il tentativo di inaridire la preziosa fonte del gioco. In questa operazione il Citta è scientifico: se Di Gennaro rimane basso lo aggredisce addirittura l´ex Sgrigna; se invece fa un passo in avanti (e di solito sterza a sinistra) gli si avvicina ringhiando un altro ex, Rigoni. Completiamo l´opera? Se il regista si sposta un pelo a destra ecco che arriva il bassanese Busellato. Una rete mobile che parla vicentino e che per un po´ funziona, grazie anche allo spirito di adattamento della squadra, che per rendere ancora più efficace l´opera di annichilimento delle idee biancorosse sa trasformarsi in corsa in un 4-2-3-1 (con Stanco triste e solo davanti, Kupisz, Sgrigna e Minesso alle sue spalle mentre Rigoni e Busellato martellano al centro). Servirebbe un guizzo per uscire da una situazione obiettivamente complicata. E detto guizzo arriva al 36´, quando D´Elia viene messo a terra da Cappelletti. Bene, sarà rigore. Vediamo chi lo tira. L´arbitro ha pure il cartellino, vuoi che ammonisca anche Cappelletti… No! Non dà il rigore. E ammonisce D´Elia per simulazione… Robe che se uno non le vede non ci crede. Eppure… Eppure si va avanti. Il Vicenza comincia a crescere. D´Elia nell´occasione si fa pure male e viene sostituito da Vita. L´ex giocatore del Monza va a fare il laterale alto, Laverone retrocede in difesa (a destra) e Sampirisi viene spostato a sinistra. È il primo di una serie di aggiustamenti tattici che si riveleranno vincenti. Vincenti perchè nel secondo tempo il Vicenza cresce. Crea gioco, diverte. Il Cittadella non ne ha più. Entra Ragusa, autentico asso nella manica, e i biancorossi cambiano di nuovo pelle: centrocampo con Vita, Di Gennaro e Cinelli, prima linea con Ragusa, Cocco e Giacomelli (e Spinazzola nel finale). L´undici di Marino crea occasioni a raffica, ma sfortuna e imprecisione ci mettono lo zampino in varie occasioni. C´è una sola squadra in campo, ma quasi verrebbe da dire… E invece non viene da dire niente, perchè Ragusa si inventa una percussione centrale da par suo e Pierobon non può far altro che stenderlo. È rigore. Il sangue di Di Gennaro è freddo, il sangue dei tifosi è caldo. È un´altra notte magica. Il sogno continua.
Ore 20.50 – (Gazzettino) Il derby è amarissimo per il Cittadella che incappa nella terza sconfitta di fila e scivola sempre più pericolosamente in classifica. La felicità è tutta del Vicenza, per una notte secondo in classifica da solo e in piena zona promozione: nella ripresa la formazione biancorossa cambia passo e quasi in prossimità dei titoli di coda raccoglie i frutti della sua superiorità grazie a un rigore realizzato da Di Gennaro. I primi venti minuti vivono sul filo dell’equilibrio, con le due squadre molto attente soprattutto a non scoprirsi. Rigide le marcature a sbarrare le corsie esterne e quasi asfissiante il pressing alto sui portatori di palla. Morale della favola? I rifornimenti agli attaccanti arrivano con il contagocce. Di alto contenuto tecnico il duello tra Sgrigna e Di Gennaro. Il primo si muove sull’intero fronte offensivo quando il Cittadella ha il pallino del gioco, ma non appena l’iniziativa passa nelle mani del Vicenza si accentra sull’avversario, che agisce da play maker e detta i tempi dell’azione biancorossa. Ad infiammare la gara è un’accelerazione sulla sinistra di Minesso (23′), cross a mezza altezza per Stanco, anticipato di un soffio dal portiere in uscita. Poco dopo Sgrigna sciupa una ripartenza in velocità non trovando la misura del passaggio per Cappelletti che aveva campo libero per involarsi verso la porta avversaria. Minaccioso il Vicenza al 36′ con Giacomelli smarcato in area da un passaggio filtrante, provvidenziale il recupero di Kupisz. Gli ospiti reclamano anche un rigore per un contatto tra D’Elia e Cappelletti, ma l’arbitro non ha dubbi nel punire la simulazione del giocatore vicentino (ammonito). Il derby si accende. Barreca impegna Vigorito, poi D’Elia accusa un problema muscolare e lascia il posto a Vita. Occasionissima per la truppa di Marino al 41′: bravo Pierobon a chiudere lo specchio a Cocco, sfuggito al controllo di De Leidi. I ritmi si alzano e anche il pubblico partecipa con più intensità alla partita. Il più brillante tra gli ospiti è Giacomelli, su cui Cappelletti è costretto a ricorrere alle maniere forti. E sul cartellino giallo al difensore granata si va all’intervallo. Cappelletti di nuovo protagonista in avvio di ripresa. Prima salta più in alto di tutti e va a sfiorare l’incrocio, poi torna in difesa e respinge con il corpo una sventola quasi a colpo sicuro di Cinelli. Il Vicenza si affida molto agli spunti in velocità di Giacomelli che semina il panico nell’area granata e cerca la porta da posizione defilata. Sgrigna avanza la sua posizione, attaccando gli spazi aperti da Stanco. E un suo destro radente, deviato leggermente da un difensore, passa a qualche centimetro dal palo. Entrambe le formazioni danno l’impressione di non accontentarsi del pareggio. A un passo dal vantaggio il Vicenza al 20′: Cocco raccoglie un pallone vagante sul limite, si libera di Scaglia e va al tiro da posizione favorevole, bravo Pierobon a sventare il pericolo. Marino inserisce Ragusa per Sbrissa e dà un volto più offensivo alla sua compagine. Non è da meno Foscarini che passa al 4-3-3 con Coralli al posto di Minesso. Gli equilibri in casa granata ne risentono e un velenoso rasoterra di Lavarone costringe Pierobon a un altro provvidenziale intervento. Il portierone non può nulla sulla punizione al bacio di Di Gennaro (27′) a scavalcare la barriera, ma in suo soccorso arriva il palo. In questa fase della gara il Vicenza sembra avere una marcia in più. Di Gennaro gode di maggiore libertà e a cavallo della mezz’ora spreca solo davanti a Pierobon. Il tecnico di casa avverte le difficoltà della sua squadra e corre ai ripari, richiamando in panchina Sgrigna e affidando a Paolucci il compito di proteggere il centrocampo, con Busellato dirottato in marcatura a uomo su Di Gennaro. E all’ultimo assalto (44′) arriva l’episodio che decide la gara: Ragusa buca centralmente la difesa del Cittadella e dentro l’area cade sull’uscita del portiere. Per l’arbitro è rigore, nonostante le veementi proteste di Pierobon che proclama la sua innocenza, ma viene espulso per il fallo. Tra i pali va Valentini (esce Kupisz). Il mancino dal dischetto di Di Gennaro è chirurgico e nella curva ospiti il tripudio è assordante.
Ore 20.40 – (Gazzettino) Non è stato il Cittadella delle ultime partite. Claudio Foscarini l’ha detto chiaramente nelle interviste di fine partita: «Nel primo tempo la squadra ha giocato discretamente, mi è piaciuta. Corta al punto giusto, magari non incisiva. Nella ripresa invece abbiamo lasciato troppa iniziativa al Vicenza, bravi loro ma noi abbiamo fatto troppo poco nei secondi 45 minuti. L’atteggiamento è stato molto inferiore alle mie attese. Adesso bisogna capirne i motivi». La difesa ha sofferto con Cocco: «Forse siamo stati noi a rendere l’attaccante ancora più bravo. Scaglia e De Leidi possono fare molto meglio di quanto espresso nel derby». Cittadella-Vicenza era stata descritta dall’allenatore come un appuntamento importante sulla via della salvezza: «Abbiamo perso, indipendentemente dai risultati della giornata, delle dirette avversarie di classifica adesso si fa ancora più dura». Nelle ultime quattro partite un solo punto: «Nelle precedenti gare ho recriminato sul risultato ma non sulle prestazioni, perché il Cittadella mi era sempre piaciuto. Con Ternana, Latina e con la capolista Carpi si era giocato bene e creato molto, non concretizzando. Con il Vicenza invece non abbiamo fatto bene nella seconda parte, e non si tratta di un problema di tenuta atletica. Al Cittadella è mancato lo spirito di chi deve salvarsi. Adesso avrò tre giocatori squalificati, aldilà di questo valuterò se cambiare qualcosa in vista del prossimo impegno». Andrea Pierobon, suo malgrado, è stato protagonista nel derby. Alcuni interventi risolutori, decisivi, su Cocco e Giacomelli, nel finale il contatto in area con Ragusa che ha provocato rigore ed espulsione del portiere: «Sono uscito basso, lui mi è venuto addosso, ha cercato il contatto tant’è che mi ha tagliato il sopracciglio con i tacchetti».
Ore 20.30 – (Mattino di Padova) Il Vicenza vola verso la serie A, sorpassando sia Frosinone che Bologna (in attesa dei loro risultati, fra oggi e domani), mentre il Cittadella sprofonda. È un derby amarissimo per i granata di Foscarini, alla terza sconfitta di fila in quattro partite, seconda consecutiva davanti ai propri tifosi. Un errore difensivo pagato a caro prezzo vanifica la tanta buona volontà di Sgrigna & C., incapaci però di far male negli ultimi 16 metri. Proprio questa anemia offensiva sta diventando, insieme alle disattenzioni del reparto arretrato, il macigno al piede dei padovani, che rischiano di retrocedere direttamente in Lega Pro. Mezz’ora di poco o nulla. La cornice di pubblico al Tombolato è sontuosa, con la coreografia messa in scena dai tifosi biancorossi in curva Nord da applausi. Al botteghino hanno staccato più di 4.000 biglietti e con i 1.573 abbonati le presenze stimate sono 5.716, dato che non è record ma si avvicina molto al tetto di più di 6.000 spettatori raggiunto in occasione di Cittadella-Brescia, semifinale d’andata dei playoff della stagione 2009/10. Che sia una partita molto sentita, al di là del bel clima che si respira sugli spalti, lo testimonia l’atteggiamento della squadra di Marino all’inizio, piuttosto contratta e poco propensa a lanciarsi in avanti, tanto che nei primi 30’ non si registrano azioni degne di nota, a parte alcune mischie sotto la porta di Vigorito, senza nulla di concreto per i granata. I quali partono bene, pressando alto e irretendo così l’avversarioi alla fonte del gioco, tant’è vero che Di Gennaro fatica a liberarsi della morsa di Rigoni e di chi, fra Stanco, Sgrigna e Kupisz, si aggiunge nel raddoppiare la marcatura. Sospetto rigore. Non è un Vicenza che incanti, a dire il vero, e nel complesso la figura migliore nel primo tempo la fanno i padroni di casa che inseguono un solo risultato, la vittoria. Tuttavia, al 37’ i biancorossi invocano gli estremi per la massima punizione, che Maresca nega, quando D’Elia, entrando dalla sinistra in area, viene a contatto con Cappelletti e cade. Il fallo sembra esserci, ma l’arbitro punisce il terzino contestandogli una simulazione che francamente non c’è. Il derby sale di tono, finalmente, e fra il 38’ e il 41’ si assiste ad un bel botta e risposta: prima un sinistro “velenoso” di Barreca viene deviato in angolo, in tuffo, dall’estremo difensore berico, poi è Cocco, su lancio in profondità di Sbrissa, a trovare sulla sua strada un attento Pierobon, che gli ribatte con il corpo la conclusione a colpo sicuro. Altro Vicenza nella ripresa. Negli spogliatoi Marino scuote i suoi perché è un’altra squadra quella che si ripresenta in campo, molto più viva e convinta, segno che la sfuriata del tecnico è servita. A parte una girata di testa di Cappelletti, su punizione di Sgrigna dalla destra, che sfiora l’incrocio (6’), e un tiro di Sgrigna deviato da Brighenti, che rischia l’autogol (13’), il Citta non combina altro, denunciando un calo vistoso sia a livello di concinzione che sul piano fisico. E l’avversario, forte della mentalità da grande che il suo ottimo allenatore gli ha trasmesso, ne approfitta per spingere e creare occasioni su occasioni. Dal 20’ in poi è un monologo, con una crescita imperiosa: Cocco salta due difensori e si presenta davanti a Pierobon, che ribatte di piede (20’), quindi è ancora il vecio a volare per sventare la minaccia portata da Laverone (25’). La mossa di Ragusa. La svolta è frutto pure di un cambio indovinato, con Ragusa al posto di Sbrissa e l’arretramento di Laverone sulla linea dei difensori. Al 27’ Di Gennaro centra su punizione il palo alla sinistra di Pierobon e cinque minuti dopo l’ex Padova perde l’attimo propizio su splendida imbeccata del neo-entrato. Ma la rete è nell’aria e giunge su rigore, stavolta netto e incontestabile: Pierobon esce a valanga su Ragusa, inseritosi in un’autostrada apertagli dai centrali granata, e liberato da un colpo di tacco di Cocco. È il 44’, fra espulsione del portiere e cambio con Valentini passano quasi due minuti, ma Di Gennaro non sbaglia dal dischetto. Gol che vale tantissimo in proiezione serie A. Per il Citta sono dolori, adesso. Sempre terz’ultimo, con le altre che devono ancora scendere in campo. E a Brescia fra una settimana mancheranno Pierobon, Cappelletti e Barreca, squalificati. Bisogna reagire e fare di più. Molto di più.
Ore 20.20 – (Mattino di Padova) «Grande Vicenza? Forse. Di sicuro troppo piccolo il Cittadella nel secondo tempo. Ed è proprio quello che ho visto nella ripresa a preoccuparmi di più. Il Vicenza ha mostrato tutto il suo valore, ma noi abbiamo fatto poco. Nel primo tempo la squadra mi era piaciuta: non siamo stati incisivi e non abbiamo creato grandi occasioni, però abbiamo tenuto bene il campo. Nel secondo no e resta da capire perché. Una squadra come la nostra, che deve salvarsi, non può avere questo atteggiamento». Claudio Foscarini non nasconde la sua delusione a fine partita. La terza sconfitta consecutiva aggrava enormemente la situazione del Cittadella. «Ora la situazione si complica, questa è la realtà. Qual è il vero Cittadella? È una squadra dal rendimento altalenante. In altre occasioni ho avuto da recriminare sul risultato e non sulla prestazione, stavolta invece non ho visto quello che volevo, perché già dopo pochi minuti del secondo tempo la squadra non riusciva più a risalire quando riprendeva palla. Non voglio dire che l’impressione fosse quella di una formazione rassegnata, ma quasi». Sulla prestazione negativa dei due difensori centrali dice: «Abbiamo avuto delle difficoltà, non lo nascondo. La coppia Scaglia-De Leidi può comportarsi molto meglio di così, anche se va detto che Cocco è un ottimo giocatore». Ovviamente diverso l’umore di Pasquale Marino, allenatore del Vicenza: «Abbiamo giocato bene, e per noi c’era un rigore già nel primo tempo. Ragusa ha cambiato la partita? Ci siamo espressi bene già prima».
Ore 20.10 – (Corriere del Veneto) L’incubo è servito quando tutto sembra scivolare verso lo 0-0. Minuto numero 90’, Pierobon stende Ragusa lanciato a rete: rigore ed espulsione, trasformazione di Di Gennaro, 1-0 servito, terza sconfitta consecutiva da metabolizzare in fretta. Nulla è perduto, ma per il Cittadella, sempre più terzultimo in classifica, la strada verso la salvezza a questo punto è a dir poco in salita. L’inizio è prudente, la posta in palio molto alta e nessuno vuole scoprirsi più di tanto: la prima palla gol arriva al 12’, quando un magnifico aggancio al volo di Kupisz permette l’inserimento di Cappelletti, che crossa di prima intenzione per Stanco. L’ex Modena non ci arriva per un nonnulla, ma la difesa del Vicenza corre un lungo brivido. Marino mette le chiavi del centrocampo in mano a Di Gennaro, su cui in prima battuta va in pressing Sgrigna: l’impressione è che il Vicenza voglia aspettare il momento giusto per colpire. Al 17’ Vigorito sbaglia malamente un’uscita su svirgolata di Brighenti che per poco non causa il pasticcio dell’anno: fortuna per il Vicenza che Manfredini ben appostato riesca a rinviare. Il finale di frazione è tutto del Vicenza. Clamoroso l’abbaglio preso da Maresca al 37’, quando Cappelletti travolge D’Elia in area: sarebbe rigore netto e ammonizione per il difensore granata, l’arbitro estrae il giallo per simulazione nei confronti dell’esterno biancorosso. Costretto a uscire per infortunio causato proprio nell’azione incriminata. Nella ripresa la partita si apre. Il Vicenza allarga le maglie e rischia qualcosa in un paio di occasioni: al 13’ Sgrigna s’incunea in area e tira, pallone deviato e Vigorito sorpreso non potrebbe nulla, ma la palla esce di pochissimo. Sull’altro fronte è bravo Pierobon su Giacomelli e soprattutto su Cocco che sfonda centralmente al 20’: sull’esterno destro in controtempo il portiere granata è bravissimo a non farsi infilare. L’occasione più nitida capita ancora al Vicenza, con Di Gennaro che al 27’ su calcio di punizione colpisce in pieno l’incrocio dei pali. Stavolta Pierobon non ci sarebbe potuto arrivare. E Di Gennaro avrebbe la palla buona pure al 32’, se incredibilmente non inciampasse nel tentativo di portarsi la palla sul destro per l’esterno. Foscarini toglie Sgrigna per Paolucci, il pubblico non approva. Al 45’, quando tutto sembra in archivio, Ragusa scatta nella voragine lasciata da De Leidi e Scaglia e salta Pierobon che lo stende. Rigore ed espulsione, le immagini sembrano dare ragione a Maresca, che non ha dubbi. Di Gennaro batte Valentini (entrato al posto di Kupisz) e regala una notte dolce come il miele a Marino.
Ore 19.45 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che dopo l’ulteriore prevendita di oggi sono ancora 375 i tagliandi disponibili nei settori Tribuna Laterale e Tribuna Centrale in vista della gara Legnago – Biancoscudati di domani (inizio ore 15). La Legnago Salus ha fatto sapere che i 375 tagliandi saranno messi in vendita presso le biglietterie dello stadio Sandrini di Legnago a partire dalle 12.30.
Ore 19.40 – Legnago-Padova, la prevendita-bis va sorprendente deserta: venduti solo circa 100 biglietti!
Ore 19.20 – (Trentino) Quattro finali, una più importante dell’altra, con un obiettivo preciso e un “sogno”. Il Dro è uscito con un buon punto in saccoccia e a testa altissima dal “Nereo Rocco” di Trieste e per la seconda settimana consecutiva, la squadra di Manfioletti ha rispettato la tabella di marcia. Contro il Giorgione, nel match pre pasquale, i gialloverdi avevano un solo risultato a disposizione, la vittoria. Detto e fatto. A Trieste, invece, era fondamentale quanto meno non perdere. E così è stato. L’obiettivo, concreto, del Dro è quello di scavalcare il Giorgione e chiudere la stagione regolare almeno al sestultimo posto per poter disputare l’eventuale sfida playout davanti al pubblico amico e con due risultati su tre (al 120′: in caso di parità al termine dei tempi regolamentari verranno disputati due supplementari) a disposizione. Ma Ischia e compagni sognano anche la “remontada”: Fontanafredda e Tamai, che attualmente occupano in coabitazione l’undicesima posizione sono distanti sei lunghezze. Tante, con sole quattro partite da disputare, ma non tantissime visto e considerato il calendario delle due formazioni friulane che, tra due settimane, si affronteranno in una sfida diretta ad altissima tensione. E, come se non bastasse, domani si disputerà Tamai – Unione Triestina, una sfida da “dentro o fuori” per le “furie rosse”, una sorta di ultima spiaggia per gli alabardati. Il Fontanafredda non se la passa certo meglio: domenica affronterà l’ostico Montebelluna in trasferta e poi, in rapida successione, gli scontri con Tamai e Triestina e, infine, la partita contro il Mori, che sta dimostrando di non voler fare sconti a nessuna avversaria. Ecco allora che un’eventuale successo contro la Clodiense (che è uscita dalla zona playoff e ora deve inseguire), che domani pomeriggio salirà ad “Oltra”, potrebbe clamorosamente rilanciare le quotazioni del Dro in chiave salvezza diretta o, nell’altra ipotesi, blinderebbe i playout per Manfioletti e la sua truppa. In questo finale di stagione i trentini dovranno far “pesare” il fattore campo visto che giocheranno in casa tre delle ultime quattro partite: con nove punti i gialloverdi saranno praticamente certi di salvarsi senza disputare gli spareggi, con sei o sette quasi sicuramente supereranno il Giorgione (che ha un calendario assai difficile) e chiuderanno sestultimi. Per salvarsi servirà un “filotto”. LA CLASSIFICA: Biancoscudati Padova 75 punti; Altovicentino 64; Sacilese 53; Belluno e Arzignanochiampo 51; Clodiense 49; Union Pro 46; Montebelluna 44; Legnago Salus 42; Union Ripa La Fenadora 38; Tamai e Fontanafredda 36; Giorgione 31; Dro 30; Kras Repen 29; Unione Triestina 27; Mori Santo Stefano 16; Mezzocorona 12.
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Lo scorso sabato, era stato necessario un colloquio telefonico mattutino fra Pontrelli e il sindaco Cosolini per riuscire a sbloccare la querelle sulla sede della rifinitura, che alla fine si era tenuta effettivamente allo stadio Rocco. Ma a fronte di continue richieste non sono state molte durante la stagione le occasioni in cui la Triestina ha potuto svolgere l’ultimo allenamento prima della partita sul proprio terreno di gioco. Cosa che non accadrà neanche oggi, vigilia della partita con il Tamai: dalla società alabardata è partita la richiesta per poter disporre del Rocco per la rifinitura odierna dalle 10 alle 12, ma ieri è arrivata una mail dal Comune che ha negato l’autorizzazione. Le motivazioni, già addotte più volte nel corso della stagione, sono di carattere, chiamiamolo così, agricolo. A essere decisivo è stato infatti il parere del tecnico incaricato della manutenzione del manto erboso, che ha considerato lo stato del terreno e gli interventi eseguiti. In particolare, il Comune ha chiarito che il 13 e il 14 aprile è stata eseguita, come programmato, la zollatura mediante posa del tappeto erboso a rotolo, delle aree di porta. Pertanto, per non danneggiare il lavoro eseguito e per non ostacolare l’attecchimento, è stata data precisa indicazione al personale di non accedere alle aree indicate sino alla prossima gara interna. Domani la Triestina gioca in trasferta, pertanto l’impossibilità di non effettuare la rifinitura sul terreno di casa non è in fondo così rilevante. Ma nelle prossime settimane si giocheranno due partite consecutive in casa nel giro di sette giorni (contro Mori e Fontanafredda), decisive per le sorti dell’Unione: per quelle occasioni sarebbe opportuno che le parti si confrontino per tempo e che non ci siano ostacoli per poter far effettuare alla squadra la rifinitura al Rocco. Se poi la Triestina dovesse giocare l’eventuale spareggio play-out in casa, è perfino inutile sottolineare quanta importanza avrebbe il fatto di potersi allenare il giorno prima sul terreno della partita. Intanto oggi rifinitura a Prosecco, a meno ovviamente di sempre possibili colpi di scena, come accaduto lo scorso sabato.
Ore 18.50 – (Il Piccolo) Il 4-3-3 utilizzato da Gagliardi contro il Dro nella sua partita di esordio sulla panchina alabardata, era stata una mossa d’emergenza dovuta alle tante assenze o il credo tattico principale che il tecnico cosentino vuole applicare alla Triestina? Lo si scoprirà solamente domani a Tamai (inizio ore 15, arbitra Nicoletti di Catanzaro), dove l’Unione si gioca un’altra buona fetta di salvezza, o quantomeno la possibilità di ambire a una buona posizione nella griglia dei play-out. A guardare il lavoro settimanale di Gagliardi, anche per la trasferta in terra friulana il 4-3-3 sembra lo schema più probabile, ma assolutamente non scontato. In effetti il tecnico ha provato anche altre soluzioni in settimana, e ovviamente qualche cambiamento in corsa dell’ultimo minuto è sempre possibile, soprattutto da parte di un allenatore che è appena alla seconda settimana di lavoro e comprensibilmente sta conoscendo a fondo i giocatori giorno dopo giorno. Di certo una pedina chiave dello scacchiere alabardato torna a essere Pasquale Manzo, che contro il Dro era assente per squalifica. Se il rientro di Piscopo significherà ritrovare il capitano al centro di una difesa che resterà a quattro, ben più rilevante sul piano tattico potrebbe essere il ritorno in campo di Manzo. Come si ricorderà, l’estroso giocatore campano in questa stagione è stato schierato anche da esterno, ma senza convincere particolarmente. E anche le sue prove da seconda punta non erano sembrate particolarmente brillanti, anche se magari infortuni e scarsa condizione avevavo influito in certi momenti della stagione. Quello che è certo, è che finora il meglio di sé Manzo lo ha dato in posizione di trequartista, dove ha potuto liberare il suo estro, scoprire una vena da goleador (4 reti al suo attivo) e sfornare anche assist alle due punte. Naturalmente in un 4-3-3 Manzo farebbe giocoforza l’esterno destro, e magari in questo contesto ora diverso potrebbe anche rendere meglio di quanto fatto in precedenza. Ma proprio visto quanto successo durante la stagione, Gagliardi sa di avere a disposizione anche un’altra arma, ovvero quella di posizionare Manzo dietro le punte Milicevic e Rocco, oppure farlo giocare in coppia con uno dei due subito alle spalle della prima punta. Insomma le varianti offensive della Triestina passano proprio dal giocatore campano, visto che è un under, e spetta a Gagliardi scegliere la soluzione migliore. Per il resto, tutto sembra scontato, con la coppia Fiore-Piscopo in mezzo alla difesa, Crosato a destra e Giannetti che sembra favorito su Celli per giocare terzino sinistro. A centrocampo probabile terzetto Spadari-Bedin-Arvia.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tamai e Fontanafredda (36), appaiate al dodicesimo posto, l’ultimo utile per la salvezza diretta, confidano nella triplice allenanza liventina e guardano verso Sacile. Il team di Marchetto (53), perseguendo il suo obiettivo (terzo posto), potrebbe dare una grossa mano alle due cugine. I biancorossi affronteranno domani il Giorgione (31, tredicesimo) e nell’ultima di campionato il Dro (30). Furie e rossoneri dovranno però puntare principalmente sulle proprie forze per aver ragione domani rispettivamente di Monte (44, formazione più giovane di tutta la D) e Triestina (grandi tradizioni, ma terz’ultima con 27 punti). SFIDA SENZA REGIA – Di tutto e di più: si potrebbe condensare così la stagione dell’Unione, che dopo la presidenza del pordenonese Berti sembra non ritrovare più la sua dignità storica. L’ultima scossa è arrivata sotto Pasqua, quando la dirigenza ha dato il benservito a Giuseppe Ferazzoli, affidando la panca a Gianluca Gagliardi per provare a risalire la corrente e assicurasi un posto privilegiato nella griglia playout. Sarà confronto senza registi. A Gagliardi mancherà Proia, De Agostini dovrà rinunciare a Davide Furlan, Brustolon e Petris. Al posto del capitano giocherà Bertoia. Attivata l’organizzazione per accogliere i 200 tifosi giuliani che dovrebbero seguire i rossoalabardati a Tamai. NIENTE PANICO – Due ko consecutivi hanno incrinato l’autostima del Fontanafredda. L’ultimo (0-1) al Tognon con l’Union Pro è coinciso con la peggior prestazione stagionale. «Sì – conferma De Pieri -, i miei sembravano disorientati e spaventati. Ero molto arrabbiato. In settimana però li ho visti reagire e lavorare sodo. Restiamo calmi, guadagnando i punti necessari per la salvezza, obiettivo importante per squadra, società e cittadina». Assente Vicario (frattura di un mignolo), tornerà fra i pali Onnivello. CONSERVARE IL BRONZO – «Felici, se sarà il caso, di dare una mano ai cugini – sorride Carlo Marchetto -. Noi vogliamo battere il Giorgione per tenere a distanza il Belluno (51, ospite domani del Kras). Veniamo da due sconfitte, l’ultima immeritata (0-1) a Padova con i dominatori del girone. Ci attende un match difficile. Il giovane e veloce Giorgione si giocherà le ultime chance di restare in corsa per evitare i playout». Fra i biancorossi mancheranno Beccia e Boscolo. Rientrerà Sottovia e per la prima volta dopo due mesi si riformerà il tridente d’attacco (con Beccaro e Spagnoli) che ha fatto le fortune liventine all’andata.
Ore 17.50 – (Corriere delle Alpi) In attacco è out Solagna per un problema alla cervicale, mentre Brotto proverà ad andare almeno in panchina. Il centrocampista fuori quota Dassiè ha ancora noie alla caviglie, ma dovrebbe farcela. Al centro della difesa rientra dalla squalifica De March, mentre dovrà scontare un turno di stop il jolly Gjoshi. Questa la situazione in casa Union alla vigilia della sfida salvezza di domani contro il Mezzocorona al Boscherai, dove i neroverdi non hanno ancora vinto nel girone di ritorno; e questa è l’ultima occasione, visto che la partita contro il Padova del 3 maggio si giocherà allo Zugni Tauro di Feltre e le altre due gare saranno in trasferta (il derby a Belluno la settimana prossima e l’ultima a Castelfranco col Giorgione il 10 maggio). MONDO NEROVERDE. L’Union insegue la vittoria per conquistare i punti salvezza; e quella di domani, contro il Mezzocorona fanalino di coda e ormai allo sbando, è l’occasione giusta per chiudere la pratica, in modo da pensare con tranquillità alle ultime tre sfide e poi riprogrammare per la prossima stagione: «Siamo concentrati sugli aspetti sportivi, che sono più importanti del gossip», commenta il presidente del Ripa Fenadora, Nicola Giusti, «a livello societario stiamo cercando di coinvolgere delle nuove figure che, se arriveranno, di certo rinforzeranno la nostra struttura». RUSH FINALE. «Da adesso fino alla fine del campionato sono tutte sfide decisive per l’obiettivo salvezza. Questa è la prima, e speriamo di chiudere già il discorso; ma poi ci sono altre tre partite», dice il presidente Giusti, «ai ragazzi ho detto dunque di preparare bene la gara, di restare concentrati e di cercare di vincere. Il passaggio a vuoto con l’Arzignano è stato un brutto colpo per come è maturato e ha lasciato un po’ di delusione. Però abbiamo subito modo di invertire rotta». LA LEZIONE DELL’ANDATA. Il 7 dicembre l’Union ha perso col Mezzocorona, e non bisogna ripetere l’errore. «Per quanto loro abbiano vissuto una stagione travagliata per problemi societari, hanno sorpreso più volte e dobbiamo essere attenti a non farci cogliere di sorpresa», ammonisce il presidente, «partite come questa comunque sono molto difficili, hanno insidie impensabili. Affrontiamo una squadra giovane, che ha anche qualità. Molti ragazzi facevano parte della Juniores che due anni fa ha vinto lo scudetto». VOGLIA DI VINCERE IN CASA. «C’è da tornare alla vittoria al Boscherai, mai arrivata nel ritorno e che manca dal 4 gennaio. Quattro mesi senza successi in casa è tanto, mai successo», aggiunge Nicola Giusti, «c’è l’esigenza della classifica e anche quella del rispetto verso i nostri tifosi. È importante vincere, sarebbe doveroso».
Ore 17.30 – Qui Euganeo: ancora circa 300 biglietti a disposizione dei tifosi biancoscudati.
Ore 17.20 – Lega Pro, fischio finale: Venezia-Pavia 1-1.
Ore 17.10 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 74, Bologna e Vicenza 59, Frosinone 57, Perugia 54, Avellino 52, Livorno, Pescara e Spezia 51, Lanciano 48, Bari 46, Ternana 44, Trapani 43, Modena 42, Catania, Crotone e Latina 41, Entella e Pro Vercelli 40, Cittadella 39, Brescia 32, Varese 28.
Ore 17.00 – Serie B, i risultati finali: Bologna-Spezia 0-0, Carpi-Brescia 3-0, Crotone-Lanciano 1-1, Pescara-Modena 1-0, Ternana-Perugia 0-0, Trapani-Bari 1-1, Varese-Avellino rinviata.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Bravi e in vetrina. Due convocazioni importanti per il Belluno. Marco D’Incà, classe 1998, giocherà nella rappresentativa nazionale dilettanti Under 17, impegnata giovedì nell’amichevole a Nuvolento (Brescia) contro il Feralpisalò Allievi. Francesco Posocco invece si è conquistato una maglia della rappresentativa di serie D per l’ultimo raduno stagionale e la conseguente amichevole contro l’Italia U19. Da lunedì a mercoledì il biondo attaccante si allenerà quindi a Coverciano. Un ottimo traguardo per l’ex Vittorio Veneto che avrà dunque modo di mettersi in mostra, sfruttando la condizione esibita nell’ultimo periodo, in netta crescita dopo la flessione di metà stagione. IL FUTURO – Che questo possa influire sul suo futuro? Dipende da chi lo vedrà giocare e come ovviamente giocherà, ma ripassando i primi sondaggi di inizio 2015, Francesco ha già detto di stare bene a Belluno rendendosi disponibile a restare (la conferma è molto probabile, essendo un 1996). Aggiungeteci la conferma scontata di Corbanese (che salvo sirene particolarmente potenti non dovrebbe muoversi) e quelle di Radrezza (con il gol di domenica Andrea ha rilanciato le sue quotazioni future) e di Duravia (Marco ha sempre detto di vedere Belluno nel suo futuro), ed ecco che l’attacco sembra poter dormire sogni tranquilli. Qualche preoccupazione in più invece potrebbe venire dalla difesa. In quel caso infatti i sondaggi sono stati meno rassicuranti. Una settimana fa Pescosta ha ammesso che nulla è certo e molto dipenderà dalle decisioni legate allo studio post-maturità. Una realtà, quella universitaria, che in passato non ha mancato di scippare giovani promettenti al Belluno. IVAN C’È? – Incerto, ma per altri motivi, anche Merli Sala. Il miglior giocatore della squadra (insieme a Corbanese) a Belluno sta bene, ma dopo l’ennesima ottima stagione potrebbe ricevere qualche chiamata particolarmente interessante. E Ivan ha fatto capire che il telefono lo lascerà acceso. LA SITUAZIONE – Dopo l’insolito venerdì a riposo – si sono comunque allenati Pescosta, Paganin e Pellicanò – la squadra sosterrà stamattina l’ultima seduta prima della trasferta in casa Kras Repen. L’unico in dubbio, dopo il recupero di Pellicanò, resta Paganin, le cui condizioni andranno valutate proprio oggi. GLI ARBITRI – Kras Repen-Belluno e Union Ripa-Mezzocorona saranno dirette dagli arbitri Cosimo Cataldo di Bergamo e Mauro Cusanno di Chivasso. Si inizia alle 15, un’ora prima dei dilettanti regionali.
Ore 16.20 – (Corriere delle Alpi) Francesco Posocco va in Rappresentativa di serie D. L’attaccante gialloblù classe 1996, di Vittorio Veneto, è stato convocato ufficialmente da Augusto Gentilini per per far parte del gruppo che mercoledì 22 sfiderà l’Italia Under 19. Il tutto al centro tecnico federale di Coverciano. Il giocatore del Belluno dovrà presentarsi in ritiro entro le 12 di lunedì. Continua dunque il momento positivo del ragazzo che domenica scorsa, contro l’Altovicentino, ha messo a segno la rete del raddoppio e che sta trovando continuità realizzativa in questa seconda parte di stagione. Le convocazioni per la squadra di piazzale della Resistenza non finiscono però qui: anche l’allievo Marco D’Incà, classe 1998, è stato infatti chiamato nella Rappresentativa nazionale dilettanti Under 17 che giocherà un’amichevole giovedì 23 aprile a Nuvolento in provincia di Brescia. Infine un altro allievo, Davide Canova, aggregato però da agosto alla prima squadra, è stato convocato nella rappresentativa regionale juniores che giocherà contro gli altri gironi, quello A e quello B, mercoledì 22 aprile a Montebelluna. «Queste convocazioni testimoniano la bravura di questi ragazzi ma anche della società, che ha dimostrato sempre di credere nei suoi giovani», spiega il direttore sportivo del Belluno, Augusto Fardin, «Posocco è in un grande momento di forma e in queste ultime settimane è andato a segno con grande regolarità. Marco D’Incà è uno dei nostri giovani più promettenti, un allievo che abbiamo già avuto modo di inserire nella nostra prima squadra e che speriamo possa nei prossimi anni diventare un punto di riferimento importante della retroguardia gialloblù. Auguro a tutti e tre le migliori fortune nelle rispettive rappresentative, con la speranza che queste esperienze possano servire a loro per crescere e maturare». VENERDI’ DI RIPOSO. Ieri pomeriggio il Belluno non si è allenato, fatta eccezione per tre giovani: Danny Paganin, Giovanni Pescosta e Paolo Pellicanò, che hanno svolto un breve allenamento per recuperare l’inizio settimana che aveva visto i primi due fermi ai box per qualche problemino fisico mentre l’ex granata era alle prese con il recupero dall’infortunio al ginocchio. L’intera rosa farà l’ultimo allenamento della settimana questa mattina prima della partenza di domani verso il campo del Kras Repen. Il tecnico Vecchiato recupera dalla squalifica Mike Miniati e forse porterà in panchina Paolo Pellicanò. Anche le condizioni di Yari Masoch in settimana sono migliorate. Tra le fila della squadra triestina saranno assenti Luca Fross e Knezevic (9 gol fino ad ora per lui) entrambi squalificati.
Ore 16.00 – Iniziata la prevendita dei 450 biglietti extra per Legnago-Padova.
Ore 15.50 – Serie B, i risultati parziali al termine dei primi tempi: Bologna-Spezia 0-0, Carpi-Brescia 2-0, Crotone-Lanciano 0-0, Pescara-Modena 0-0, Ternana-Perugia 0-0, Trapani-Bari 0-0, Varese-Avellino rinviata.
Ore 15.40 – (Gazzettino) I genitori degli atleti prendono in mano il San Paolo. Ieri nella sede di via Canestrini è stata presentata la nuova struttura a livello dirigenziale: presidente Marco Bisello, direttore generale Cristian Bozzato e direttore tecnico Fabio Luise. Sono loro i tre soci che saranno affiancati nel consiglio d’amministratore da altri genitori, ossia Paolo Milanesi (vice direttore tecnico), Mauro Molon, Otello Bellon e Vanni Nappari. Il presidente uscente Giuseppe Tramonti, che ricoprirà comunque formalmente l’incarico fino al termine della stagione, resterà al fianco della nuova società. «Non vado via, continuerò a dare una mano». A presentare il progetto che è finalizzato a garantire un futuro al club gialloblù è stato Bozzato. «Abbiamo esaminato la situazione e ritenuto che fosse corretto trovare una via d’uscita. Siamo tutti genitori che hanno visto una gestione scellerata del club e che hanno la volontà di mettere sotto controllo la situazione. Chi ce l’ha fatto fare? La voglia di stare insieme e appunto il nostro spirito di genitori. Non c’è alcun business, c’è solo la volontà di fare qualcosa di utile a livello sociale. L’attività del settore giovanile sarà portata avanti l’anno prossimo con lo stesso gruppo di allenatori che hanno resistito dimostrando la volontà di andare avanti, e la nostra intenzione è quella di tenere in piedi anche la prima squadra con una filosofia di gestione diversa da quella attuale, e cioè integrandola il più possibile con i ragazzi del vivaio. In caso di retrocessione in Eccellenza la squadra sarà composta solo dai ragazzi del settore giovanile». Proprio il costo dei giocatori della prima squadra rappresenta la voce più grande della situazione debitoria della società. «Abbiamo raggiunto un accordo per dare il 50 per cento delle loro spettanze. Ristrutturando in generale la situazione debitoria e con l’immissione di capitali da parte nostra, abbiamo i numeri per pareggiare i debiti di quest’anno. Stiamo lavorando al meglio anche per stabilizzare il budget della prossima stagione, consci anche di ciò che gli sponsor ci possono dare».
Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Il futuro dell’Atletico San Paolo, adesso, è un po’ meno nebuloso. Perché dopo quasi una stagione intera vissuta sul filo del rasoio, finalmente in via Canestrini si comincia a vedere un po’ di luce. Il merito è della cosiddetta cordata dei genitori del settore giovanile, che dopo settimane di lavoro tra commercialisti e professionisti del settore ha trovato il modo di ristrutturare l’attuale debito societario e di chiudere la stagione con il bilancio in pareggio. Fino a fine stagione, sarà ancora Giuseppe Tramonti il presidente della società, poi il cento per cento delle quote passeranno a tre nuovi soci. Il presidente sarà Marco Bisello, il direttore generale Cristian Bozzato e il direttore tecnico Fabio Luise. Solo così le 22 squadre e i 280 ragazzi del settore giovanile avranno un futuro. «Nessuno di noi finora aveva mai avuto contatti con il mondo del calcio», spiega Bozzato, «ma lavoriamo, spinti solo dal nostro spirito genitoriale, per salvaguardare la situazione così com’è, facendo proseguire tutti i campionati anche il prossimo anno». L’obiettivo, però, non è solo quello di tenere in piedi uno dei settori giovanili più floridi di Padova: dopo la «scellerata gestione di questi ultimi tempi», ha spiegato il prossimo dg. «Vogliamo aprire ai genitori le porte della gestione societaria, facendoli far parte del consiglio di amministrazione in modo che ci sia la massima trasparenza». Del nuovo cda , oltre ai tre soci rappresentati, faranno quindi parte anche Mauro Molon, Otello Bellon, Nicola Tinello, Vanni Nappari e Paolo Milanesi. Il futuro, una volta ripianato il debito anche con gli accordi con la prima squadra (giocatori e staff hanno accettato l’offerta di vedersi riconoscere circa metà delle spettanze) sarà incentrato tutta sul settore giovanile: «Se la squadra riuscirà a salvarsi, sarà più facile far entrare nuovi sponsor, altrimenti dovremo diminuire le ambizioni della prima squadra e arrivare ad una gestione quasi totalmente interna».
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per una decina di giorni, complice la sosta pasquale, avrà rivissuto mille volte l’uscita a vuoto che aveva regalato il gol al Lumezzane nell’1-1 del Penzo. Forse, proprio perché costretto a rimuginarci su, il Venezia a Bassano ha avuto dalla sua un «super Fortunato», e senza alcun riferimento alla buona sorte. L’estremo difensore arancioneroverde, infatti, ha contribuito parando e dando sicurezza al 2-0 in casa della prima della classe, un acuto-tranquillità da bissare oggi a Sant’Elena (ore 15) contro il Pavia vicecapolista. «Ci aspetta un’altra gara importante, potenzialmente decisiva per compiere l’ultimo passo e garantirci un altro campionato in Lega Pro – rimarca Stefano Fortunato -. Di buono c’è che ci arriviamo con entusiasmo, fiducia e voglia di stupire conquistate sul campo». Il 25enne portiere torinese dribbla i complimenti individuali. «Guerra e Greco hanno segnato due gol bellissimi, ma i terzini Capogrosso e Dell’Andrea hanno reso innocui Furlan e Iocolano, due tra gli esterni offensivi più forti. Le mie parate? In fondo non abbiamo corso grossi pericoli, merito delle nostre punte che in pressing hanno complicato lo sviluppo della manovra del Bassano». Oggi tocca a un Pavia in corsa anch’esso la serie B. «All’andata perdemmo immeritatamente, un ko da vendicare. Di sicuro il fatto di essere, nonostante i 3 punti di penalizzazione, ad un passo dalla matematica salvezza ci spinge a voler chiudere subito il discorso sfruttando la penultima uscita casalinga. Una settimana fa la vittoria del Monza ad Alessandria aveva scaricato su di noi tutta la pressione, senza presunzione siamo stati bravi a trasformarla in cattiveria agonistica e concentrazione». Pure Fortunato condivide il rammarico per ciò che avrebbe potuto essere e invece non è stato. «Ci è mancato il definitivo salto di qualità, peccato perché io ne ho viste davvero parecchie di buone prestazioni nelle quali il Venezia ha raccolto meno di quanto meritava. Ovviamente dispiace, però non è stata una stagione da buttare e nelle restanti 4 giornate faremo di tutto per vincere sempre».
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Niente «match point» per il Venezia oggi: i due punti di penalità e soprattutto la vittoria del Monza sul Pordenone hanno accorciato le distanze rispetto alla zona playout che ora dista 6 punti: la sfida col Pavia, dunque, non mette in palio la salvezza matematica, ma solo tre punti per avvicinarsi al fatidico traguardo. «Noi pensiamo solo a giocare, pensiamo alla nostra avversaria e alle prossime partite», taglia corto il tecnico arancioneroverde. Al Penzo arriva il Pavia, beneficiato non poco dall’ultima tornata di penalizzazioni: gli otto punti inflitti all’ormai ex capolista Novara ha infatti spinto il Bassano in vetta, tallonato proprio dai pavesi con un solo punto di distacco. I giochi per la promozione diretta sono così apertissimi e al Penzo la squadra di Maspero vorrà conquistare il bottino pieno. «Affrontiamo una squadra che è ad un solo punto dalla promozione diretta. E oltre tutto è molto forte — sottolinea mister Serena — con queste penalizzazioni gli si è aperta una finestra, sono a un punto dal Bassano, vorranno provarci. E poi — avverte il tecnico — hanno ottime individualità, soprattutto in attacco e sono molto pericolosi. Conosco bene Ferretti e Soncin perché li ho allenati in passato. In più Cesarini, che ho avuto a La Spezia ma era fuori rosa, gli ha portato quel briciolo di sana “follia” in più». E c’è poi un ex, di quelli però con cui sono rimasti dei conti in sospeso. E’ Antonio Marino, andato via con il mercato di gennaio dopo che gli era arrivata la richiesta proprio del Pavia: il Venezia non era intenzionato a cederlo, visto che rappresentava il perno della difesa, ma il centrale era di diverso avviso e alla fine è stato accontentato. Da tenere d’occhio i suoi gol di testa su calci piazzati: «Ma contro di noi — avverte mister Serena — non ne farà neppure uno». La squadra è quasi al completo, tanto che ormai l’infermeria può considerarsi svuotata (ad eccezione di Carcuro). Oggi mancherà Varano, squalificato, ma nei 18 convocati si rivedono Andrea Raimondi e Edmund Hottor: il primo ha ripreso ad allenarsi martedì in gruppo, dopo lo stop di circa un mese fa, ma ha subito dato buone indicazioni. Per Hottor si tratta invece della prima convocazione in assoluto, visto che si era infortunato proprio allo scadere della squalifica lo scorso fine settembre. Difficilmente lo si vedrà in campo, visto che è fermo da circa due anni, ma almeno inizia a respirare di nuovo l’aria di un match. In difesa rientra Sales e a centrocampo Giorico dalla squalifica: Bellazzini dovrebbe riprendere dunque la sua posizione dietro le punte che saranno Greco e Guerra, gli eroi della vittoria di Bassano.
Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Giudice della corsa promozione, il Venezia dopo aver espugnato Bassano prova a chiudere la settimana delle penalizzazioni a raffica fermando anche il Pavia, ritornato prepotentemente in corsa per il primo posto dopo la maxi-punizione ricevuta dal Novara. Venezia tranquillo, al di là della rabbia comprensibile per vedersi sfilare di tasca altri due punti per motivi che con quanto avviene in campo nulla hanno da spartire. Un Venezia che vuole chiudere in crescendo la stagione arrivando al match contro i lombardi in serie positiva da 5 partite (9 punti). Strano, ma vero, Serena ha quasi l’intera rosa a disposizione: squalificato Varano, fuori per scelta Esposito, non ancora in condizione Hottor (ma è arrivata la prima convocazione, Dell’Andrea out) e Carcuro, il tecnico ritrova tutti insieme Sales in difesa, Giorico in mezzo al campo e Raimondi in attacco. «Quanto accaduto in settimana» parole di Michele Serena, «ha aumentato la voglia di vittoria del Pavia, che già prima era una squadra pericolosa. Il trio di attaccanti è tra i più forti dell’intera Lega Pro, e lo dico perché li conosco di persona. Sapere di ritornare in corsa per la promozione diretta aumenta poi gli stimoli. Noi stiamo bene e vogliamo allungare la striscia positiva». Bellazzini dovrebbe spostarsi più avanti con il ritorno di Giorico, Sales ritorna padrone della fascia sinistra. Il Pavia adesso ci crede, la penalizzazione del Novara, al di là di come verrà giudicato il ricorso del club piemontese, ha rimescolato le carte, e non si sa come andrà a finire. Pavia a trazione anteriore con il trio Cesarini (10), Ferretti (15) e Soncin (10) che hanno già segnato 35 reti. Torna al Penzo da avversario Antonio Marino, che a gennaio ha preferito l’offerta dei cinesi di Pavia, ma anche Pederzoli, figlio d’arte con poche apparizioni nell’estate 2007. Pavia quasi rullo compressore in casa (39 punti in 17 gare), un po’ meno in trasferta (25 punti), dove non vince dal 22 febbraio (2-0 a Bergamo contro l’Albinoleffe). Maspero recupera Abbate e Sabato, ballottaggio Sereni-Grbac come esterno destro a centrocampo. Così in campo. Venezia (4-3-1-2): 1 Fortunato; 2 Capogrosso, 5 Cernuto, 6 Legati, 3 Sales; 7 Zaccagni, 4 Giorico, 8 Espinal; 10 Bellazzini; 9 Greco, 11 Guerra. A disposizione: 12 D’Arsié, 13 Peccarisi, 14 Hottor, 15 Scialpi, 16 Raimondi, 17 Scanferlato, 18 Magnaghi. Allenatore: Serena. Pavia (3-4-1-2): 1 Facchin; 3 Abbate, 6 Biasi, 2 Marino; 6 Sereni, 8 Pederzoli, 4 Rosso; 10 Cesarini; 11 Ferretti, 9 Soncin. A disposizione: 12 Fiory, 13 Cristini, 14 Cardin, 15 Sabato, 16 Carotti, 17 Grbac, 18 Marchi ). Allenatore: Maspero. Arbitro: Marinelli di Tivoli.
Ore 13.50 – (Gazzettino) E domani potrebbe arrivare il verdetto della matematica. «Facendo innanzitutto gli scongiuri, spero di poter essere presente a Legnago. Come noto, c’è la Maratona di Sant’Antonio e io disputerò la mezza maratona e poi devo presenziare alla varie premiazioni. In ogni caso, se tutto andrà come si spera, nel pomeriggio e in serata attenderò la squadra e stiamo organizzando il ritrovo in Piazza delle Erbe». Poi partirà il discorso legato allo stadio Euganeo, con la costruzione della curva coperta da 2.500 posti dietro alla porta sud promessa mesi fa in caso di promozione. «I soldi sono stati stanziati e stiamo lavorando anche su altre idee, per ora ancora in fase di studio, per un progetto sportivo più ampio che vede attorno allo stadio nuovi impianti». Per ulteriori iniziative, quale la possibilità di dare il nome di uno sponsor all’Euganeo, invece, non ci sono ancora certezze. «Prima di ogni decisione, il Comune vuole capire bene e valutare il tipo di proposta». Così sul capitolo legato alla vecchia società. «Si attendono decisioni che non dipendono da noi. Come già detto, quando ci saranno le condizioni, la nostra volontà è quella di cedere il logo al nuovo Padova».
Ore 13.40 – (Gazzettino) «Ricordo bene – racconta il primo cittadino – quando ci siamo trovati nel mio ufficio e ancora non sapevamo cosa fare e come muoverci per risolvere questa situazione pesante. Poi abbiamo iniziato un percorso, con la presa di responsabilità da parte dei due soci Bergamin e Bonetto e della nostra amministrazione che ha individuato nella Biancoscudati Padova la società di riferimento della città da indicare nelle comunicazioni richieste dal regolamento federale». E pensando al futuro, Bitonci pensa positivo: «Tra i soci, nello staff dirigenziale e in squadra c’è grande affiatamento e tanta voglia di fare. Ho visto un clima di positività dentro e fuori al Padova che non ha confronto con la negatività del passato. Non ho poi sentito mai lamentele da parte dei tifosi, anche nelle fasi iniziali in cui la squadra andava ancora inquadrata. I sostenitori del Padova hanno condiviso questo progetto, seguendolo sempre con entusiasmo».
Ore 13.30 – (Gazzettino) «È stata una scommessa vinta». Così Massimo Bitonci definisce la promozione del Padova in Lega Pro che domani, al termine della partita in casa del Legnago potrebbe diventare una realtà incontrovertibile. Per il sindaco un trofeo importante nel palmares del suo primo anno di mandato visto il prezioso ruolo attivo svolto dalla sua amministrazione comunale per risolvere una crisi che sembrava senza via d’uscita e dare slancio alla nuova portacolori cittadina. Non è passato nemmeno un anno, infatti, da quando quasi tremila tifosi biancoscudati hanno sfilato per le vie della città, chiedendo ai candidati sindaco un impegno concreto per riportare la squadra e la piazza nel calcio che conta. Missione compiuta. Non solo è nata una nuova realtà e non solo al primo anno è arrivato l’atteso, ma non scontato, salto di categoria. L’aspetto più incoraggiante in chiave futura, oltre al grande entusiasmo attorno al nuovo sodalizio padovano in ogni componente, sta nel fatto che ora il Padova è in ottime mani.
Ore 13.10 – La società biancoscudata ha appena comunicato che saranno 450 i biglietti per Padova-Legnago disponibili nel supplemento di prevendita, che partirà oggi alle ore 16.00 presso le biglietterie Sud dello stadio Euganeo. Dopo la prelazione per i tifosi legnaghesi, infatti, sono avanzati più tagliandi: per la precisione 350 di tribuna laterale coperta a 10 euro e 100 di tribuna centrale coperta a 15 euro. Attesa per l’ennesimo sold out.
Ore 12.50 – (Gazzettino) «Ne abbiamo preso atto, ma non potevamo fare nulla. Ci ritroveremo a festeggiare con la maggior parte dei tifosi in piazza delle Erbe e poi avremo altre partite per farlo inclusa la ciliegina sulla torta con l’Altovicentino». Avete invitato i tifosi sprovvisti di tagliando a non recarsi a Legnago, ma gli ultras sembrano essere di parere diverso. «A chi non ha il biglietto consigliamo di non andare in trasferta. Poi se la gente vuole festeggiare di prima mano al di fuori dello stadio lo può fare, ma devo dire una cosa: è un impianto omologato per la Lega Pro con un sistema di sorveglianza, non vorrei che una domenica di festa possa diventare per alcuni una brutta giornata». Nell’incontro con il sindaco si è parlato anche della nuova convenzione per l’Euganeo e per l’Appiani (durata superiore a un anno), nonché del logo che sarà dato alla società in comodato d’uso gratuito. «È stato un incontro molto cordiale, l’amministrazione ci è sempre molto vicina. Insieme – conclude l’ad Bonetto – possiamo fare cose interessanti».
Ore 12.40 – (Gazzettino) «Abbiamo coordinato con l’amministrazione comunale un certo tipo di percorso che sarà fatto dal pullman con la squadra fino a piazza delle Erbe – afferma Roberto Bonetto – dove insieme all’amministrazione festeggeremo con i tifosi. Il percorso del pullman? È più che altro una cosa simbolica per passare nel centro della città, anche perché magari i nostri ragazzi vogliono fare fotografie nei punti storici come potrebbe essere Sant’Antonio e Prato della Valle. Manteniamo comunque sempre quel pizzico di scaramanzia che è giusto che ci sia: come dice il nostro allenatore dobbiamo mantenere alta la concentrazione, non siamo ancora in festa». Nel comunicato di giovedì avete dichiarato di essere dispiaciuti per la situazione che si è venuta a creare riguardo al numero dei biglietti a disposizione del popolo biancoscudato. «Certo che lo siamo dato che il nostro numeroso pubblico meritava un palcoscenico diverso, senza togliere nulla a Legnago. Però dobbiamo comprendere anche loro e già lunedì il direttore generale Preto mi aveva detto che per Legnago è un avvenimento storico, che hanno uno stadio omologato per la Lega Pro e che dovevamo cercare di capire».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Saranno circa 300 i biglietti invenduti a Legnago messi a disposizione dei tifosi biancoscudati, come da accordi tra le società. Oggi alle 12.30 termina la prevendita per gli scaligeri (circa 300 i tagliandi venduti a ieri sera) e all’atto della chiusura sarà presente un incaricato del Padova che preleverà i biglietti restanti per portarli all’Euganeo, dove saranno messi in vendita alle biglietterie sud alle 16 fino ad esaurimento della disponibilità. Si tratta tutti di biglietti di tribuna coperta. Intanto, ieri a palazzo Moroni l’amministratore delegato Roberto Bonetto, il figlio Edoardo e l’avvocato Simone Perazzolo del Padova hanno avuto un faccia a faccia con il sindaco Bitonci nel quale si è messo a punto il piano relativo ai festeggiamenti nel caso in cui domani la truppa di Parlato sia promossa in Lega Pro: il ritrovo è alle 21 in piazza delle Erbe, con i giocatori schierati sulla loggia del Palazzo della Ragione. Per favorire l’afflusso dei tifosi, grazie alla collaborazione tra Comune e Aps, i parcheggi di piazzale Boschetti saranno gratuiti.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Prosegue la preparazione dei biancoscudati alla Guizza in vista della sfida in programma domani allo stadio Sandrini di Legnago che può spalancare la porta della Lega Pro. Tutti i giocatori sono apparsi particolarmente concentrati. Parlato si è intrattenuto qualche minuto in spogliatoio con la squadra, poi si è passati al lavoro vero e proprio articolato tra parte atletica e partitella su campo ridotto, nel corso della quale sono stati provati alcuni schemi rimanendo fedeli sempre al 4-2-3-1 e facendo ruotare gli interpreti. A centrocampo si giocano la maglia Segato e Nichele, mentre davanti Zubin e Ferretti si contendono l’unico posto d’attaccante, dato che Amirante sarà assente per squalifica al pari di Niccolini che sconterà la seconda delle tre giornate di squalifica. Assenti Aperi e Mattin che sono infortunati e quindi indisponibili per domani. A seguire la seduta era presente il direttore sportivo De Poli.
Ore 12.00 – Flash col presidente Giuseppe Bergamin, presente alla rifinitura insieme al resto della dirigenza: “Domani è una giornata importante, ho anche la comunione di Pavel (primogenito del figlio Marco, ndr). Arriverò poco prima dell’inizio della partita, farò in tempo a dare il cinque a tutti i giocatori prima del loro ingresso in campo. La tensione è calata rispetto alle scorse settimane, ma bisogna fare questi benedetti due punti! E se gioia sarà parteciperemo con grande trasporto alla festa dei tifosi. C’è emozione, non lo nego…”
Ore 11.35 – Sulle scelte: “Cambieremo poco, sappiamo che chi entrerà darà il suo contributo come al solito. Non vorrei cambiare molto, ma essendoci le squalifiche…”.
Ore 11.33 – Sul Legnago: “Dobbiamo raccogliere i punti sul campo, se poi basteranno per tagliare il traguardo penseremo al resto… E non dobbiamo pensare al dopo, dobbiamo pensare solo ai 90 minuti del campo! Cosa dirò prima della partita ai giocatori? Di andare a giocare e di andare a prenderci ciò che ci spetta! Loro sono in forma e arrivano da un filotto di risultati utili consecutivi, ma il gol lo prendono quasi sempre… Avrei mai pensato di giocarmi la matematica promozione già a quattro giornate dal termine? Assolutamente no”.
Ore 11.30 – Arriva Parlato. Sulla squadra: “Abbiamo lavorato dall’inizio per ottenere l’obiettivo, e domani abbiamo la prima possibilità. Andiamocelo a prendere perché non vediamo l’ora! Cerchiamo di fare in modo di non sbagliare uno degli appuntamenti più importanti… La testa dei giocatori? Ho detto loro fin dall’inizio di fare i conti con l’onda gigante biancoscudata, dobbiamo dunque essere professionali ma l’errore in buona fede causa troppa euforia può capitare… Speriamo sia l’ultima battaglia!”.
Ore 11.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 10.50 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 10.30 – Qui Guizza: schemi anti-Legnago in corso. Assenti Aperi e Mattin.
Ore 10.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Si è immaginato come potrebbe essere vincere con il Padova? «Questa avrebbe un sapore speciale perché è giunto tutto all’improvviso, a cominciare da quella chiamata l’estate scorsa. E poi perché vincere in un contesto come questo è sempre più difficile e quindi più appagante. Portiamo dietro di noi una città intera, l’idea che ho è che la festa qui sarà ancora più bella». Potreste festeggiare con tre turni d’anticipo… «L’avevo dichiarato alla prima intervista dopo il mio arrivo: volevo entrare in campo, in occasione dell’ultima giornata, portando i miei bambini in braccio. Perché questo avrebbe significato non solo vincere, ma vincere anche con qualche turno d’anticipo. Il calendario e il destino ci hanno messo anche la ciliegina sulla torta, regalandoci l’ultima in casa proprio contro l’Altovicentino: per qualcuno sarà una festa, per qualcun altro un sorriso amaro».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Il problema è che tutti danno per scontata la nostra vittoria: se da un certo punto di vista questo è positivo perché l’ambiente è carico, dall’altro davanti a noi avremo una squadra che nelle ultime quattro partite ha inanellato altrettanti successi (sei nelle ultime sette, ndr) e sarà tutto meno che una passeggiata». Non è un vantaggio giocare contro una squadra praticamente salva? «Non sempre, perché se ha già raggiunto il suo obiettivo, riesce ad esprimersi con una naturalezza e una tranquillità tali da poterle permettere di tirare fuori giocate fuori dai propri standard. Una squadra che deve salvarsi va più sul concreto, il Legnago farà una bella partita e potrebbe metterci in difficoltà». Per lei potrebbe arrivare la quinta promozione, un bel traguardo… «Ognuna ha sempre qualcosa di diverso. A Treviso ero un ragazzino, facevo parte di un contesto ma non ero uno dei protagonisti. Le tre promozioni a Portogruaro, invece, le ho vissute in prima persona, dalla serie D alla B, non dico che fossero pianificate ma sono state frutto di un grande lavoro da parte della società».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il capitano del Padova è pronto a tornare. E lo farà nella gara che potrebbe essere decisiva per i biancoscudati. Marco Cunico, i tifosi si aspettavano il suo rientro contro la Sacilese, invece è rimasto solo in panchina. «Con la testa ero prontissimo e l’obiettivo originario era proprio quello di arrivare pronti per la sfida con i friulani. Ma il sabato, dopo la rifinitura, sinceramente né io né il mister avevamo buone sensazioni, non aveva senso puntare ad un rientro immediato». Ad una settimana di distanza, cos’è cambiato? «Adesso le mie sensazioni sono migliorate considerevolmente: mi sembra di stare meglio anche fisicamente, giovedì ho fatto tutta la partitella, e anche se sempre con un po’ di precauzione sento che il ginocchio risponde bene. Il mio non sarà un ginocchio al top, ma conto di essere in campo». È la partita che può regalarvi la promozione matematica, in caso di tre punti. «È il primo match-ball, e sarebbe bello chiudere subito il discorso».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Una buona notizia per chi desiderava seguire il Padova: ci sono ancora 300 biglietti, andati invenduti a Legnago, che saranno messi a disposizione dei tifosi padovani che potranno andare ad acquistarli oggi dalle ore 16 ai botteghini dello stadio Euganeo. Intanto se domani dovesse arrivare la promozione la festa di squadra, staff e dirigenti si terrà in piazza delle Erbe. Con Prato della Valle occupata dall’arrivo della Maratona, è stato deciso di accogliere tutti gli appassionati in pieno centro cittadino. Ieri c’è stato un incontro tra i vertici societari e il sindaco Massimo Bitonci, al termine del quale Palazzo Moroni ha diramato un comunicato ufficiale. «Qualora la Biancoscudati Padova dovesse raggiungere l’obiettivo promozione già nella giornata di domenica tutti i tifosi padovani potranno recarsi in piazza delle Erbe dalle ore 21 e festeggiare con la squadra il grande risultato ottenuto. Al momento dell’arrivo dei giocatori in piazza questi ultimi si recheranno sulla loggia del Palazzo della Ragione. Per favorire l’afflusso dei tifosi, i parcheggi di piazzale Boschetti saranno aperti e gratuiti».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Poi abbiamo anche parlato delle convenzioni per l’Euganeo, che potrebbe anche cambiare nome se dovessimo trovare uno sponsor e l’Appiani: ovviamente abbiamo discusso anche del loro rinnovo. E su questo fronte dobbiamo riaggiornarci». La novità più importante, però, riguarda, il centro sportivo dove la squadra si allenerà nella prossima stagione. Che, con ogni probabilità, non sarà Bresseo: «Avevamo pensato di fare un investimento sul Centro sportivo Euganeo — conferma Bonetto — e abbiamo avuto diversi colloqui conl sindaco di Teolo. Le cose, però, si sono complicate per una serie di intoppi burocratici e, a questo punto, ci stiamo guardando intorno. La possibilità è costruire una nostra nuova “casa”, magari molto più vicina alla città di quanto non sia Bresseo. Spero fra un paio di mesi di poter annunciare questa “chicca” su cui stiamo lavorando da tempo». Bonetto al momento non offre altri particolari ma di certo la novità farà piacere alla tifoseria, che si era spesso lamentata negli anni scorsi della lontananza di Bresseo dal cuore della città.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La comunicazione è arrivata subito dopo il termine dell’incontro fra il sindaco Massimo Bitonci e l’ad del Padova, Roberto Bonetto, con il quale era stato fissato un appuntamento per fare il punto della situazione non solo in ottica festa ma anche per diversi altri argomenti, fra cui il riacquisto della denominazione originaria Calcio Padova da parte del club di viale Rocco. «L’argomento principale è stato questo — racconta Bonetto — è stato un incontro come sempre proficuo e cordiale con il sindaco, che mostra sempre grande sensibilità nei nostri confronti. Si è parlato del riacquisto della denominazione, dello scudo e delle memorabilia e Bitonci ha ipotizzato un comodato d’uso per il logo. Sostanzialmente siamo d’accordo, ma dobbiamo definire alcuni aspetti, nel senso che non possiamo avere una spada di Damocle che pende sopra la testa e che ogni anno andrebbe ridiscusssa. Se, ad esempio, cambiasse l’amministrazione cosa accadrebbe? Abbiamo posto il problema e penso che troveremo assieme il modo di risolverlo».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Bando alla scaramanzia. Nessun segreto, niente inutili giri di parole, nessuna prudenza. Alle 15.47 di ieri il Comune di Padova, tramite il proprio ufficio stampa, ha diffuso uno stringato ma incisivo comunicato che, di fatto, toglie il velo sui possibili festeggiamenti promozione di domani pomeriggio. Se Legnago-Padova (a proposito, al Padova concessi altri 300 biglietti per un totale di 1.600) andrà come tutti si augurano e come è lecito attendersi, subito dopo comincerà la festa per il ritorno tra i professionisti. Prevedibili i caroselli già nei pressi dello stadio Sandrini e festeggiamenti che si sposteranno poi in città verso Piazza delle Erbe. Come avvenne il 15 giugno del 1994 dopo la promozione in serie A dopo lo spareggio vinto contro il Cesena. «Qualora la Biancoscudati Padova dovesse raggiungere l’obiettivo promozione già nella giornata di domenica 19 aprile — si legge nel comunicato inviato da Palazzo Moroni — tutti i tifosi padovani potranno recarsi in piazza delle Erbe, dalle ore 21 e festeggiare con la squadra il grande risultato eventualmente ottenuto. Al momento dell’arrivo dei giocatori in piazza, questi ultimi si recheranno sulla loggia del Palazzo della Ragione. Per favorire l’afflusso dei tifosi, grazie alla collaborazione fra Comune e Aps, i parcheggi di piazzale Boschetti saranno aperti e gratuiti».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentunesima giornata, domenica 19 aprile ore 15.00): AltoVicentino-ArziChiampo, Dro-Clodiense, Kras Repen-Belluno, Legnago-Padova, Montebelluna-Fontanafredda, Sacilese-Giorgione, Tamai-Triestina, Union Pro-Mori S. Stefano, Union Ripa La Fenadora-Mezzocorona
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 75, AltoVicentino 64, Sacilese 53, ArziChiampo e Belluno 51, Clodiense 49, Montebelluna e Union Pro 44, Legnago 42, Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda e Tamai 35, Giorgione 31, Dro 30, Kras Repen 29, Triestina 27, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentesima giornata: ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora 2-1, Belluno-AltoVicentino 3-0, Clodiense-Legnago 0-2, Fontanafredda-Union Pro 0-1, Giorgione-Kras Repen 1-1, Mezzocorona-Montebelluna 0-5, Mori S. Stefano-Tamai 1-1, Padova-Sacilese 1-0, Triestina-Dro 0-0
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 17 aprile: allenamento pomeridiano alla Guizza, assenti Mattin ed Aperi. Concessi altri 300 biglietti ai tifosi biancoscudati