Padova, De Poli: “Siamo padroni del nostro destino, ci siamo quasi: manca solo l’ultimo passettino, ma bisogna farlo…”

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Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello

Non conferma una trattativa nemmeno sotto tortura, smentisce un affare fatto anche quando ha la penna in mano. Logico che Fabrizio De Poli, il direttore sportivo che riporterà il Padova fra i professionisti, non si sbilanci nemmeno adesso che solo la matematica divide i biancoscudati dal ritorno in Lega Pro. Una promozione sudata, fortemente voluta e in qualche modo «inventata», considerato che l’estate scorsa si è partiti da zero con un lavoro per certi versi impossibile anche da raccontare. De Poli, ripensando all’estate scorsa cosa le viene in mente? «Che dormivo tre ore per notte, che mi svegliavo alle quattro del mattino, che alle 4.30 ero in doccia e che prima delle cinque iniziavo a rispondere ai messaggi che mi arrivavano. Fra chiamate e sms non avevo tregua… Un “incubo” per certi versi che ho affrontato volentieri, visto il grande amore che mi lega a questa piazza e a questa maglia» La sua maglia numero 7 l’ha mostrata all’inaugurazione del club Civico26 ma non si è sbilanciato sulla promozione: ora lo può fare? «Se mi conoscete, sapete che risponderò di no. Sono abituato a tirare una riga sopra a una cosa quando c’è la certezza di averla chiusa. Possono succedere tante cose…».

Si può dire almeno se state preparando una festa promozione? «Non ne so nulla, bisognerà che chieda…». Sincero: sperava si giocasse a Rovigo? «No, alla fine è giusto che si giochi a Legnago, ci hanno messo a disposizione un buon numero di biglietti. Se qualcuno sarà costretto a rimanere a casa si rifarà quando festeggeremo tutti assieme». Il prossimo anno che fa? Resta, vero? «Non ne abbiamo ancora parlato con la società. C’è una sorta di patto d’onore, nel senso che è giusto mettersi a discutere quando le cose sono definite. Non prima». Poter programmare con anticipo è un vantaggio… «Da un certo punto di vista lo è. Ma il calcio è cambiato, si va all’ultimo giorno perché i prezzi arrivano persino a dimezzarsi. E poi vengono immessi sul mercato tanti giovani che lentamente devono abbassare le pretese e riversarsi in categorie più basse». Cosa aspettarsi dalla partita di domenica? «I ragazzi devono rimanere concentrati fino alla fine e lo sanno bene, tutto il resto verrà di conseguenza. Siamo padroni del nostro destino, ci siamo quasi: ci manca soltanto l’ultimo piccolo passettino. Ma bisogna farlo».




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