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Ore 22.40 – Questo il messaggio apparso sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook in relazione alle dichiarazioni rilasciate sul “Gazzettino” (e riportate prima di questa risposta) dal dg del Legnago Mario Preto: “Egregio sig. Mario Preto prendiamo atto delle sue affermazioni e siccome con queste si assume la responsabilità gestionale della partita Legnago vs Padova le auguriamo tutto fili liscio e che i 1500 padovani (forse più) che resteranno fuori dallo stadio si limitino a tirare fuori sedie e tavolini per giocare a scopone nell’attesa magari di festeggiare la propria squadra in parcheggio. INVITIAMO TUTTI I NOSTRI RAGAZZI AD ESSERE PRESENTI CON OPPURE SENZA BIGLIETTO E MALE CHE VADA ANDIAMO TUTTI A VEDERLA IN TV A CASA DI QUESTO SIGNORE…… METTEVELO IN TESTA LA FATTORI NON RIMANE FUORI! AVANTI U.PD”. A seguire è stata pubblicata questa foto, contenente un collage di immagini della Fattori al seguito della squadra in questa stagione ed il messaggio “Tutti a Legnago, mettiamo il sigillo sul campionato. Non mancare!!!”.
Ore 22.10 – (Trentino) Domenica la retrocessione, ieri l’ennesima “mazzata” che rende ancora più disperata la situazione economica del club. Andiamo con ordine: due giorni fa il Mezzocorona ha salutato aritmeticamente la serie D. Il destino della squadra gialloverde era ormai segnato da mesi, ma adesso anche la matematica ha condannato Luca Lomi e la sua truppa di (encomiabili) ragazzi al declassamento in Eccellenza. Sette anni fa il “Mezzo” lottava per salire in serie C1 con Franco Veronesi e il compianto Claudio Tonetti sul ponte di comando, Luca Piazzi dietro la scrivania e Claudio Rastelli in panchina. Poi altre tre stagioni tra i “pro”, l’ultima delle quali conclusa con la retrocessione in Serie D e, soprattutto, l’improvvisa scomparsa di Tonetti. In Quarta Serie Veronesi resta al comando ma per poco, e la squadra costruita da Tormen e allenata da De Agostini chiude ai margini della zona playoff. Poi al vertice del sodalizio rotaliano arriva Alberto Grassi, attuale numero uno della società, e la situazione precipita: il “Mezzo” retrocede in Eccellenza ma chiede ed ottiene il ripescaggio (2013) e lo scorso anno, facendo i miracoli, centra addirittura la salvezza dopo aver vinto la sfida playout contro il Monfalcone. I conti, però, sono in “rosso” da anni e, ancora oggi, tutti si domandano perché due anni or sono il Mezzocorona presentò domanda di ripescaggio quando era chiaro che non c’erano le risorse per affrontare un’altra stagione, figurarsi due, in Serie D. Ieri, come se non bastasse, la Commissione accordi economici della Lega Nazionale Dilettanti si è espressa a favore degli ex calciatori rotaliani Nicola Dal Fiume e Gianmaria Conci che, dopo aver chiesto invano alla società il pagamento delle spettanze relative alla scorsa stagione, non hanno potuto far altro che rivolgersi alla Cae. Che, ovviamente, ha dato ragione a Dal Fiume e Conci, considerato anche che il Mezzocorona non ha fatto pervenire alcuna memoria difensiva. Il risultato? Entro il 13 maggio la società rotaliana dovrà versare 2.400 euro a Dal Fiume e 1.500 euro a Conci. E non è finita qui, perché altri calciatori che nella passata stagione hanno vestito la maglia gialloverde, i vari Agosti, Clementi e Burato (ma potrebbero essercene altri), hanno anch’essi deciso di rivolgersi alla Cae visto che tutti i tentativi di “conciliazione” non sono andati a buon fine. Il Mezzocorona avrà trenta giorni per regolarizzare la propria posizione nei confronti di Conci e Dal Fiume (dai quali dovrà ottenere una liberatoria): in caso contrario gli atti verranno trasmessi alla Commissione disciplinare che, inevitabilmente, provvederà a penalizzare la prima squadra nella prossima stagione sportiva. La domanda, a questo punto, è una sola: il Mezzocorona ci sarà ancora? Questa sera, intanto, in Comune è stata convocata una riunione per discutere proprio della questione Mezzocorona. Massimo riserbo sui partecipanti all’incontro organizzato dall’autorità cittadina, preoccupatissima per la situazione della società.
Ore 21.40 – (Il Piccolo) Giuseppe Ferazzoli parlava di mancanza di cattiveria, ora Gianluca Gagliardi sottolinea la scarsa esperienza dei giocatori. Diversi i termini ma c’è un filo comune che lega le analisi dell’ex e dell’attuale tecnico della Triestina. Un minimo comun denominatore che caratterizza questa disgraziata stagione dell’Unione. Non è un caso infatti se la Triestina, nonostante il miglioramento qualitativo della squadra dopo i primi due mesi da dimenticare, sia rimasta maledettamente anemica di vittorie. Lo score parla soltanto di quattro successi (tre dei quali ottenuti nel recupero e con l’ausilio di rigori) di cui due con le formazioni più deboli del ranking. Eppure Rocco e compagni hanno avuto occasioni per ottenere parecchi punti in più di quelli raccolti. Andando a memoria l’Unione ha gettato punti a Fontanafredda, in casa con l’Arzignano e in parte col Legnago, a Repen e anche ultimamente a Mogliano. Uno stock di cinque-sei punti che terrebbe gli alabardati ancora in corsa anche per una salvezza diretta. E invece adesso la formazione di Gagliardi (che ovviamente non ha alcuna responsabilità) deve raccoglierne almeno altrettanti nel rush finale per non rischiare di compromettere anche i play-out. Ma se, al di là dei risultati deludenti, finora in molte occasioni le prestazioni non erano mancate ma solo (si fa per dire) il guizzo vincente, il match pareggiato con il Dro al Rocco fa accendere una spia allarmante. La squadra è apparsa ordinata ma scarica e soprattutto non avrebbe meritato nulla di più dello 0-0 decretato dal campo. Poteva essere un set-ball contro una diretta concorrente e invece lo scatto non è arrivato. A questo c’è da aggiungere che il rapporto con la curva si è quantomeno incrinato. E ciò non aiuta un gruppo con scarsa personalità e che non ha leader in campo se non saltuariamente (Piscopo, Proia, talvolta Bedin o Rocco). Per Gagliardi è un problema non da poco correggere in un mese da una parte alcuni aspetti tecnico-tattici con difetti cronici e dall’altra lavorare sull’aspetto psicologico. Certo una vittoria, che manca dal 2 marzo (4-2 al Giorgione), potrebbe avere un effetto taumaturgico sulle teste dei giocatori. L’occasione di domenica era ghiotta ma non è stata sfruttata. Nelle prossime settimane ci sono altre chance vista la caratura delle concorrenti che peraltro non brillano nemmeno loro per rendimento basti pensare al pari del Tamai a Mori. La società ormai può fare poco o nulla (ha già speso in modo rischioso la carta del tecnico), i tifosi vanno riconquistati, i giocatori hanno i loro difetti. Insomma Gagliardi e il gruppo devono rialzare la testa da soli anche e soprattutto in vista del probabilissimo spareggio. Tutti gli attori in campo sanno che per una città come Trieste l’obiettivo minimo è mantenere la quarta serie. È anche il requisito minimo per il presente e il futuro di una società la cui sopravvivenza, con un salto all’indietro di categoria, sarebbe tutt’altro che scontata.
Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Da due turni fra le pordenonesi fa punti solo il Tamai. Il periodo nero delle furie (2 pareggi e 5 sconfitte a cavallo tra febbraio e marzo) è alle spalle. Senza fare grandi cose, i rossi hanno incassato 5 punti fra la gara in casa con l’Union Pro Mogliano (2-0) e le due trasferte consecutive a Montebelluna (1-1) e Mori (1-1). Secondo ko consecutivo, invece, sia per la Sacilese (0-1 a Padova) che per il Fontanafredda (0-1 al Tognon con l’Union Pro). MARGINE SICUREZZA – La tredicesima di ritorno ha affiancato Tamai e Fontanafredda all’undicesimo posto a quota 36, con un margine di vantaggio (+5) relativamente rassicurante sulla zona playout da gestire nelle 4 gare che rimangono. Le Furie rosse ospiteranno domenica la Triestina, nel turno successivo andranno a giocare il derby con i rossoneri al Tognon, riceveranno la vista dell’Arzignano alla penultima e chiuderanno la stagione a Mezzocorona. Il Fontanafredda, oltre al derby in casa del 26 aprile, andrà a Montebelluna (domenica) e a Trieste alla penultima. Infine, chiuderà in casa con il Mori. TRANQUILLI MA NON TROPPO – «Il peggio è passato – concorda De Agostini – ma dobbiamo tenere alta l’attenzione. Le nostre prestazioni sono ancora altalenanti. A Mori, condizionati forse dal sintetico, abbiamo giocato maluccio sino a quando abbiamo preso il gol che ci ha finalmente svegliato. Dopo il pareggio di Sellan abbiamo avuto anche tre occasioni per vincere. La reazione c’è stata e questo è importante. Tranquilli? Sì, ma non troppo. In questi ultimi turni – sorride il tecnico del Tamai – può succedere di tutto». MINIMO STORICO – Gianpietro Bertolini fatica a digerire la sconfitta del Fontanafredda (0-1) con l’Union Pro. «È stata – scuote la testa – la peggior prestazione offerta dalla squadra da quando sono presidente. Una gara giocata senza testa e senza cuore. Adesso ci aspettano tre partite difficilissime e la chiusura in casa con il Mori. Dobbiamo incassare almeno 5 punti per arrivare a quota 40, nostro obiettivo – conclude – sin da inizio stagione». È già finita la stagione del giovane portiere Vicario, che si è rotto un dito.
Ore 20.50 – (Messaggero Veneto) Potevano archiviare la pratica, hanno lasciato aperto il conto, pericolosamente. Fontanafredda e Tamai si mangiano le mani per aver fallito la chance di chiudere il discorso salvezza con 4 giornate d’anticipo. Rossoneri sconfitti in casa dall’Union Pro, Tamai fermato sul pareggio dal Mori Santo Stefano, ormai a un passo dalla matematica retrocessione. Tanti rammarichi anche per la Sacilese, seppur in ben altra posizione di classifica: immeritata la sconfitta di Padova, ma ora il terzo posto torna a rischio, con Belluno e Arzichiampo arrivate a due punti. Rischio. La zona play-out è ancora lì, a 5 lunghezze. Tamai e Fontanafredda restano alla portata del Giorgione, che pur impattando in casa col Kras non ha ancora perso le speranze di agganciare il treno salvezza. I mobilieri debbono ringraziare Sellan, tornato al gol dopo oltre un mese, per essere riusciti ad acciuffare almeno un punto in Trentino, al cospetto di una sorta di “Parma” della serie D: già virtualmente retrocesso, il Mori, ma capace di ottenere 5 punti nelle ultime 4 giornate. Davvero deludente l’approccio alla gara della squadra di De Agostini: il tecnico oggi terrà a rapporto i suoi proprio sull’aspetto caratteriale. Al Fontanafredda la volontà non è bastata ad evitare la sconfitta interna con l’Union Pro: decisivo l’ex Sacilese e Tamai, Dario Zanette. Per l’undici di De Pieri si tratta della seconda sconfitta consecutiva. E domenica a Montebelluna (8 gol in 4 giorni) non sembra prospettarsi una passeggiata. Sorpresa. Forse non lo sarà nemmeno per il Tamai. Di ieri la notizia che la dirigenza della Triestina, attesa domenica sul campo dei mobilieri, avrebbe saldato in anticipo le spettanze dei giocatori sino al termine della stagione. Un modo per smentire le voci di difficoltà economiche e rinsaldare l’ambiente in vista del rush finale (con play-out quasi certi).
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Un affresco da restaurare. Non sono più brillanti i colori dell’Union Ripa La Fenadora che in questi anni ci ha abituato alla sua capacità di riemergere da situazioni difficili. Lo farà di certo anche in questa occasione, le qualità ci sono, ma sembra proprio che l’equilibrio dell’ambiente non sia più così armonico. La sconfitta di domenica (2-1) sul campo dell’ArziChiampo, quinto con 51 punti, ci sta vista la differenza in classifica (l’Union è decima con 38), ma mette ancora in di più in cattive acque la formazione allenata da Max Parteli. A quattro giornate dal termine i neroverdi vogliono i 40 punti, limite per la salvezza, e sulla carta l’occasione capiterà già domenica prossima, in casa, contro il Mezzocorona fanalino di coda con 12 punti. Poi rimarranno tre avversari complicati: il derby in casa del Belluno, quarto a quota 51 – e qui storicamente i risultati sono a favore dei neroverdi -; la capoclasse Biancoscudati (75) e in ultima battuta lo scontro con il Giorgione, in testa al gruppetto dei playout a quota 31, una gara a cui arrivare con la salvezza già in tasca. Su questa situazione dovranno concentrarsi le attenzioni del Ripa La Fenadora in attesa di dare il via all’ormai preannunciato valzer dirigenziale e di giocatori. A cominciare dal possibile addio del capitano Paolo De Carli. Il portiere non ne vuole parlare continuando così quel «silenzio» che lo accompagna ormai da qualche mese e a cui lui risponde con il solito «parlerò solo quando saremo salvi». Il lavoro di questa settimana si concentrerà verso l’incontro con i trentini che sono sì un ostacolo, ma non certo insuperabile verso la salvezza e una nuova vita per l’Union Ripa La Fenadora.
Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Un po’ di paura di vincere e il Ripa Fenadora è stato punito dall’Arzignanochiampo con la beffa della rimonta in undici contro dieci. È sull’aspetto psicologico che dovrà lavorare di più lo staff neroverde, in vista della sfida salvezza di domenica al Boscherai contro il fanalino di coda Mezzocorona (ormai ha tirato i remi in barca). «Paradossalmente la superiorità numerica ha avuto l’effetto di far contrarre la squadra. Questo può essere sintomo anche del periodo di non tanta tranquillità che stiamo attraversando», dice il vice allenatore Mauro Fin. «L’espulsione che ha lasciato l’Arzignano in dieci probabilmente ci ha fatto più male che bene, perché dopo loro si sono messi tutti dietro la palla con il solo Trinchieri davanti e su qualche ripartenza non abbiamo fatto bene». Aspetto psicologico. «Questi benedetti due-tre punti che ci mancano per centrare la salvezza non ci fanno stare tranquilli come dovremmo essere, perché di problemi tali da farci preoccupare non ce ne sono». Bisognerà tenere conto dell’aspetto mentale in questa settimana decisiva. «Dobbiamo aggiustare le due-tre cose che non abbiamo fatto bene con l’Arzignano e ci hanno portato alla sconfitta. Abbiamo commesso qualche errore in chiusura dietro e se vogliamo i tre punti col Mezzocorona non sono da ripetere. L’aspetto mentale poi è sempre fondamentale, ma guardiamo i lati positivi che nonostante la sconfitta ci sono stati». Ottimismo. In casa Union c’è fiducia e il vice allenatore Fin si mostra ottimista, ripartendo dalle cose positive: la prestazione della squadra per un’ora abbondante e la condizione fisica. «Fino a venti minuti dal termine la squadra ha fatto molto bene», commenta. «Giocavamo in casa dell’Arzignano, squadra molto in forma e si è visto. Nonostante qualche problema legato alle assenze abbiamo tenuto testa benissimo agli avversari per 65′-70′, poi abbiamo fatto alcuni errori che ci sono costati parecchio. Senza quegli sbagli, almeno un pareggio lo portavamo via». Voglia di rivalsa. «Quando si perde nessuno è contento ed è anche giusto che rimanga l’amarezza della sconfitta perché aiuta ad allenarsi meglio e con più intensità», evidenzia Fin. «Bisogna mantenere il giusto equilibrio e l’ambiente è sereno. Mancano due-tre punti all’obiettivo salvezza, ma poi ci sono altre tre partite molto interessanti tra cui il derby e il Padova, e tanti altri stimoli da mettere in campo». La lezione dell’andata. Un girone fa, il Ripa Fenadora in lotta per i play-off perse col Mezzocorona ultimo in classifica. «Ce lo ricordiamo», dice il vice allenatore neroverde. «In quel momento eravamo quarti e ai quarti di finale di coppa Italia, segno che i valori di questa squadra ci sono, quindi è inutile essere molto negativi».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La sconfitta con il Padova nell’anticipo pasquale (0-2) ci poteva anche stare, ma quella di domenica scorsa con il Legnago (0-2) dieci giorni dopo, sempre in casa, proprio non è andata giù. La Clodiense sembra aver intrapreso una strana involuzione dopo aver raggiunto l’obiettivo salvezza. In pericolo la partecipazione ai playoff, visto che sia Belluno che Arzignanochiampo hanno effettuato il sorpasso in classifica sulla formazione lagunare. Dopo il match perso col Legnago sia il presidente Ivano Boscolo Bielo che l’allenatore Andrea Pagan avevano espresso parole di amarezza per il tonfo casalingo ribadendo però la ferma intenzione ed il desiderio della società di voler partecipare ai playoff. «Faremo di tutto per parteciparvi – ha detto il presidente – Non nascondiamo che qualche giocatore possa aver inconsciamente mollato dopo aver raggiunto l’obiettivo della salvezza ma vorrà dire che l’allenatore individuerà chi non ha più stimoli e farà giocare quei giocatori che, magari hanno lavorato tanto durante la stagione ma che sono stati impegnati meno, ma che hanno più stimoli e voglia di giocare». «Non mi aspettavo questo calo di tensione – aveva ammesso l’allenatore Andrea Pagan – ma ora chiedo ai ragazzi uno sforzo per ritornare ad essere a quella squadra che aveva fatto benissimo negli ultimi sette mesi. Già domenica prossimo a contro il Dro voglio rivedere la squadra assetata di punti e chi si sente stanco o appagato si faccia da parte e giocherà chi ha più voglia e motivazioni».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Vittoria, quarto posto ripreso e convinzione ritrovata. Tutto in novanta minuti che più perfetti non si può. E anche il terzo posto torna d’attualità in Piazzale della Resistenza. Il Belluno ci crede. E non potrebbe essere diversamente dopo la brillante vittoria maturata contro l’Altovicentino. La seconda forza del campionato, corazzata più che temibile, è uscita ridimensionata dal polisportivo: 3-0 e tanti saluti. E adesso il quarto posto è di nuovo in mano ai gialloblù, che tengono nel mirino la terza piazza, distante solo due lunghezze. Come silenziare l’Altovicentino? Chiedere a Sebastiano Sommacal, uno che là dietro, domenica, ha sfoderato una prestazione impeccabile. «Addirittura? – si nasconde il centrale difensivo -. Diciamo che tutti siamo stati bravi. Tutti siamo stati impeccabili. Altrimenti l’Altovicentino non lo puoi battere. Abbiamo fatto la partita perfetta che mancava da un po’ di tempo e che volevamo fare. Ci siamo riusciti». Forse anche qualcosa in più di riusciti, visto che l’Altovicentino, praticamente, non lo si è visto. Solo merito del Belluno o anche demerito dell’avversario? «Sapevamo di incontrare una squadra preparata e fisicamente molto forte – spiega Sommacal -. Quindi non potevamo sbagliare niente. Venivamo da due risultati negativi consecutivi: non era facile. Però era anche l’occasione giusta per far vedere che ci siamo ancora e che ci crediamo ancora. Il miglior Belluno del 2015? Abbiamo dato prova di saper reagire». Il risultato, quanto mai rotondo, conferma che il Belluno c’è. Eccome se c’è. Anche perché la classifica a questo punto torna a sorridere: quarto posto e terza piazza a portata di mano. Per capire che i gialloblù ci credono, basta guardare l’espressione convinta di Sommacal: «Certo che ci crediamo. Puntiamo al terzo posto. È vero: eravamo stati sorpassati e si poteva credere che avessimo abbandonato il terzo posto. Ma il periodo negativo è alle spalle: vogliamo assolutamente i playoff. E vogliamo assolutamente arrivarci da terza forza del campionato». La Sacilese è avvisata.
Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) L’obiettivo terzo posto riprende corpo. Dopo la vittoria casalinga contro l’Altovicentino, il Belluno ha riconquistato la quarta piazza in classifica e Sebastiano Sommacal non ha dubbi, i gialloblù sono assolutamente in corsa per riprendersi il terzo gradino del podio, soffiatogli nel girone di ritorno dalla Sacilese. «Come ci eravamo detti qualche settimana fa, se loro ci hanno superato, perché non possiamo rendergli il sorpasso? – commenta soddisfatto il difensore centrale del Belluno Sommacal – in questo momento li abbiamo nel nostro mirino e sono sicuro che possiamo prenderli. Vogliamo andare ai play off nella posizione migliore possibile». Il netto tre a zero imposto dal Belluno nei confronti della squadra vicentina è stato frutto di una prestazione impeccabile da parte di tutti e uno dei migliori in campo è stato proprio il centrale bellunese, che ringrazia per i complimenti, ma punta il dito verso la squadra. «È merito di tutta la squadra – continua Sommacal – abbiamo giocato la partita perfetta e che dovevamo fare da tanto tempo. L’Altovicentino? È una squadra forte, ma noi in settimana ci eravamo preparati bene, abbiamo messo in campo una gran prestazione concedendo poco ai nostri avversai.. Il risultato è giusto». Gol annullato. Sul punteggio di 1-0 per il Belluno Stefano Mosca di testa ha anticipato tutti firmando il raddoppio per i gialloblù. L’arbitro però ha annullato per fallo del giocatore sul portiere vicentino. «Ero molto vicino all’azione e sinceramente non ho capito cosa sia successo, sembrava tutto regolare. La miglior partita del girone di ritorno? Penso di sì, siamo andati oltre le difficoltà che abbiamo incontrato nelle ultime settimane. In campionato non avevamo mai raccolto due sconfitte consecutive (arrivate contro Sacilese e Legnago, ndr) e siamo stati bravi a reagire giocando una bella partita». Tre punti per il morale. «Una vittoria così netta e contro una corazzata come l’Altovicentino da sicuramente morale a tutto l’ambiente. Inoltre non abbiamo subito reti e questo è importante per il nostro reparto arretrato, che in queste settimane aveva subito qualche rete di troppo. La nostra prestazione è stata superlativa e la vittoria più che meritata. Ora ci aspettano quattro finali e dovremo prepararci nel migliore dei modi, con la speranza anche di recuperare qualche infortunato. Per questo finale di stagione abbiamo bisogno della rosa al completo». Il Belluno ricomincia ad allenarsi questo pomeriggio alla Gol Arena. Dopo aver cominciato a correre, Paolo Pellicanò dovrebbe continuare con il suo programma di recupero e se tutto andrà bene potrebbe tornare a disposizione, almeno per la panchina, per la trasferta di domenica contro il Kras Repen.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia vince e avvicina una tranquilla salvezza, Korablin paga e scongiura la terza penalizzazione. Doppia buona notizia in casa arancioneroverde all’inizio del rush finale della Lega Pro 2014/15. Quella forse più confortante dati i precedenti stagionali l’ha resa nota ieri il dg Dante Scibilia. «Con gli ultimi versamenti di denaro operati dal presidente Yury Korablin abbiamo provveduto, in anticipo rispetto alla scadenza di giovedì prossimo – ufficializza il dirigente lagunare, fresco di seconda paternità con la nascita della piccola Costanza – a saldare anche l’ultima parte dei contributi sugli stipendi (già pagati un paio di settimane fa, ndr) del bimestre gennaio-febbraio. Un segnale sicuramente positivo e che ci fa sperare il ritorno alla piena regolarità dopo le difficoltà dei mesi scorsi. Ora ci auguriamo di poter partire per tempo, sedendoci al tavolo con la proprietà per pianificare la prossima stagione con buon anticipo». Uno sguardo al futuro giustificato anche dal colpaccio messo a segno domenica dal Venezia, capace di passare per 2-0 in casa del Bassano (ex) capolista e reduce da sei vittorie di fila, piegato dalle prodezze di Guerra e Greco. Tre punti che hanno consentito al team di Michele Serena di salire a quota 46 punti, vale a dire a +7 a 4 giornate dal termine sul Monza e sui playout: virtualmente però il margine sui brianzoli è di 8 lunghezze, visto che al Venezia verrà inflitto un altro «-1» (dopodomani l’udienza a Roma, sentenza in arrivo entro fine aprile) e al Monza un secondo «-2». «Nessun calcolo, l’obiettivo da qui alla fine è quello di chiudere il più in alto possibile – chiarisce Scibilia -. Rammarico? Inevitabile, anche a Bassano il Venezia ha dimostrato che avrebbe potuto fare un certo percorso, ma purtroppo per tanti motivi abbiamo perso punti per strada. Di sicuro ci sono materiale tecnico-umano ed esperienze maturate da cui è possibile ripartire in vista del futuro. Fermo restando che tutto dipende sempre dal presidente Korablin». Sabato penultima uscita stagionale al Penzo contro il Pavia terzo in classifica (ore 15, prevendita attiva, info su www.fbcunionevenezia.com): per squalifica mancherà Varano ma rientreranno Giorico e Sales, mentre Raimondi è da ieri in gruppo e Dell’Andrea in dubbio per un problema muscolare.
Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tre punti conquistati in casa della capolista, la matematica salvezza a un passo e, finalmente, l’ultimo bonifico arrivato dalla Russia. Dopo tante difficoltà, è un momento buono per il Venezia andato a strappare la vittoria in casa del Bassano grazie al gol messo a segno da Guerra e al capolavoro di Greco, che ha chiuso i conti con una semirovesciata da cineteca. Con 46 punti, gli arancioneroverdi hanno 7 lunghezze di vantaggio sul Monza (andato a vincere sorprendentemente ad Alessandria), ma le giornate prima della fine ora sono solo quattro. E se è vero che giovedì il Venezia riceverà il secondo punto di penalizzazione per il mancato versamento dei contributi di novembre-dicembre, anche il Monza è in attesa di essere sanzionato, probabilmente con due punti. Se tutto dovesse andare per il meglio, con il successo della squadra di mister Michele Serena sabato sul Pavia e la sconfitta del Monza a Pordenone, nel prossimo weekend si potrebbe già festeggiare la salvezza diretta. «Siamo contenti per la vittoria sul Bassano — commenta il ds Ivone De Franceschi — ci voleva. E’ da tempo che questa squadra fa prestazioni importanti, ma farlo fuori casa con la capolista ci dà ancora più felicità. Dopo la vittoria del Monza ad Alessandria, le cose si stavano mettendo male e non era facile scendere in campo con serenità. Avessimo perso, ci troveremmo con il Monza alle spalle. I ragazzi sono stati bravi, era importante dare un segnale. Rimane un pizzico di rammarico — aggiunge il dirigente — pensando alle qualità di questa squadra, che con un po’ di continuità in più e meno infortuni avrebbe potuto disputare una stagione diversa». A togliere la serenità al gruppo sono state anche le incertezze legate ai pagamenti e al fatto che il presidente si è fatto vedere una sola volta in febbraio. Ora si spera che le cose vadano meglio: il bonifico con l’ultima tranche dei contributi consentirà di arrivare alla scadenza in regola. Poi si aprirà il capitolo relativo alla chiusura dei conti e all’iscrizione alla prossima stagione. La speranza è che Korablin arrivi in città in questi giorni, come conferma il dg Dante Scibilia: «Sarebbe importante che il presidente capisse che il momento di programmare la prossima stagione è questo. Se vogliamo dare continuità e non trovarci ogni volta a dover costruire la squadra da zero occorre metterci adesso a ragionare. Il presidente dovrebbe arrivare a breve e dovrà essere lui a prendersi la responsabilità di programmare il prossimo anno».
Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Dal Bassano al Pavia, senza sosta. Michele Serena tiene alta la concentrazione dei giocatori, la vittoria al “Mercante” ha tenuto il Monza a -7, ma il Venezia ha messo sette squadre tra sè e i brianzoli. Raimondi è rientrato in gruppo e potrebbe essere a disposizione per il Pavia, Sales e Giorico hanno scontato la squalifica, ma oggi il giudice sportivo fermerà Varano, mentre Espinal e Zaccagni, usciti con qualche acciacco, hanno lavorato a parte, Dell’Andrea è rimasto fermo avendo accusato a fine gara un fastidio muscolare tanto da sottoporsi a un esame di controllo. Giovedì è prevista l’udienza per il secondo deferimento e relativo punto di penalizzazione, potrebbe arrivare anche la squalifica di Zaccagni per il caso dei due procuratori quando era nelle giovanili dell’Atalanta. Intanto si è aperta ieri la prevendita per la partita di sabato (ore 15) con il Pavia: i biglietti possono essere acquistati on line, nella sede di via Torino o nei punti Vela convenzionati (Piazzale Roma, Tronchetto, Ferrovia Infopoint, Lido di Venezia, Mestre, Dolo e Sottomarina). Infine fiocco azzurro ieri per il Venezia: è nata Costanza, la secondogenita del d.g. Dante Scibilia e della moglie Alessia, va a fare compagnia alla sorella Beatrice.
Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) Il gol di Bassano se lo ricorderà a lungo, Giuseppe Greco. Una di quelle conclusioni, in semirovesciata, che regalano spettacolo ed emozioni al pubblico, e che l’autore si porta dentro per tutta la vita. Roba da figurine “Panini”, con l’aggiunta dei tre punti conquistati su un campo tutt’altro che facile. «Una di quelle cose che a volte nemmeno ti spieghi» racconta l’attaccante del Venezia dopo aver rivisto al computer anche la foto del suo gol-capolavoro, «e l’ho fatto senza pensarci. Ho ricevuto palla da Espinal, l’ho stoppata e via, mi è venuta così. Gol di questo genere un attaccante se li sogna, a volte non ci riesce nemmeno una volta nella carriera. Sono contento per me e per la squadra, ovviamente, perché è poi servito a portare a casa tre punti che valgono doppio in questo cammino verso la salvezza. I playout li dobbiamo evitare». Greco non è nuovo a numeri di alta spettacolarità, ma quella ammirata al “Mercante” le supera tutte. «Avevo fatto altri gol molto belli, ma tutti diversi da questo» aggiunge, «è proprio un gol da raccontare ai nipoti». Eppure l’avvio di partita contro il Bassano non era stato dei più facili, con i giallorossi alla caccia del vantaggio per mettersi la strada in discesa. «Abbiamo capito subito che non sarebbe stato facile, ma del resto ce lo aspettavamo. Il Bassano è una squadra da promozione e puntava a vincere contro di noi. Ma questa era anche una partita che sentivamo parecchio e che abbiamo affrontato nel modo giusto. Il successo del Monza ad Alessandria ci imponeva di tentare il colpo in casa del Bassano, e ci siamo riusciti alla grandissima. Il calcio a volte è strano, e lo abbiamo visto anche con il Parma contro la Juventus. Quello che ci ha aiutati, forse, è stata la voglia di allontanarci dalla zona playout. Una posizione della classifica che non ci compete, perché dovremmo essere molto più in alto». I fantasmi di Bergamo, e della rimonta dell’Albinoleffe, si sono fatti comunque sentire anche a Bassano. «Avanti 2-0, prima di uscire ho ripensato a quella situazione» rimarca Greco, «non potevamo incappare nel medesimo errore, dovevamo dimostrare di aver capito la lezione. Ad certo punto, ho chiesto quanti minuti mancassero, poi sono uscito, ed è logico che un filo di apprensione è rimasto. Ma siamo stati bravissimi nel contenere un Bassano che davanti poteva metterci in difficoltà in qualsiasi momento. È andata, e adesso concentriamoci sul Pavia.
Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Da una parte il campo, dall’altra il rispetto dei regolamenti. La decisione sulla penalizzazione del Novara è slittata ancora ed è attesa per stamattina. Quando, finalmente, dovrebbe arrivare il verdetto a chiarire i reali equilibri ai vertici del girone A della Lega Pro. Il crollo casalingo del Bassano con il Venezia (secco 2-0 della squadra di Serena) ha inflitto un durissimo colpo alle speranze giallorosse di agganciare la vetta ma oggi l’Alta Corte potrebbe, in qualche modo, restituirle. Neppure ieri è arrivata la sentenza, che secondo il regolamento che, almeno in linea teorica, dovrebbe essere certa e scontata. La Procura della Figc guidata da Stefano Palazzi ha in qualche modo «contenuto» la richiesta di gap, che avrebbe potuto essere anche più pesante dei tre punti richiesti. Il dubbio è più che lecito: a quattro giornate dalla fine, come mai potrà essere accolto in modo sereno il verdetto del professor Artico, qualsiasi esso sia? Il Bassano fa spallucce e aspetta, se la richiesta della Procura fosse accolta si tornerebbe in parità con i piemontesi, che però avrebbero il vantaggio degli scontri diretti a favore. «Noi guardiamo solo a noi stessi — taglia corto il dg Werner Seeber — perché prima di tutto ci interessa il campo. Per tutto il resto non siamo noi a decidere». Il classico scivolone sulla buccia di banana ha mandato di traverso la domenica ad Antonino Asta, perché al blitz del Venezia al Mercante erano davvero in pochi a credere. Ma prima i legni e poi le occasioni fallite hanno annacquato tutte le migliori intenzioni giallorosse: «Abbiamo pagato la tensione e la pressione — ammette l’allenatore — e soprattutto è stata una partita girata male. Se avessimo segnato nei primi venti minuti sarebbe stata tutta un’altra storia, anche perché le occasioni le abbiamo avute e anche piuttosto evidenti. Andiamo avanti alla giornata, tenendo presente che siamo secondi e che a inizio stagione nessuno avrebbe pensato a un risultato simile». Adesso l’attenzione si sposta sul Menti, dove venerdì (ore 20.45) è in programma Real Vicenza-Bassano, derby tutto da vivere. I biancorossi di Michele Marcolini hanno strappato un buon pari a Sassari, sfiorando ripetutamente la vittoria dopo essere andati due volte in vantaggio. Ha sorpreso l’esclusione di Salvatore Bruno: «Ha giocato sempre — ha spiegato l’allenatore — e ho voluto dargli un turno di riposo. Ci sta, nell’ambito di una stagione lunga come questa. Il Bassano? Non abbiamo tirato i remi in barca e non regaleremo niente a nessuno».
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Altro pareggio in trasferta. Un punto che riporta il Real Vicenza a una lunghezza dal sesto posto occupato dal Feralpi Salò. Posizione che Marcolini ha dichiarato nel dopo partita essere l´obiettivo stagionale. E contro le aspettative a Sassari è stata una bella partita, vivace. Un plauso bisogna farlo anche a Marcolini, che ha schierato un undici iniziale che ha sorpreso. Dopo la bella prestazione contro l´Arezzo, il tecnico biancorosso dà ancora spazio ai giovani. Turnover in vista del derby? Possibile. Prospettiva futuro? Potrebbe essere anche questo. Marcolini ha tenuto a riposo gente come Bruno, Lavagnoli, Cristini. I “baby” però li ha messi in campo in maniera esemplare. E soprattutto propositivi. Sarà la voglia di dimostrare che ci sono: per il futuro, ma già da ora. Su tutti Riccardo Chiarello, classe 1993, vicentino di nascita, ma scuola Chievo. Sulla fascia destra fa un figurone e, sul primo gol, la palla per Bardelloni arriva dalla sua testa. Insieme a lui Pavan, non una scoperta di ieri, ma l´ennesima conferma. E Beccaro, solido in difesa. Peccato per il giovane Giuseppe Ungaro (1995) che aveva iniziato bene, ma costretto ad uscire dopo appena mezz´ora. E là davanti la “strana coppia”. Bardelloni e Margiotta, mai schierati insieme in attacco, hanno dato ragione a Marcolini. Già ieri il Real è tornato a S. Pio X. Il riposo non è concesso: venerdì c´è il derby. E si sa, il derby è il derby, fa storia a sé. La posizione in classifica non conta. La partita contro il Bassano è molto sentita. E ieri Matteo Piccinni, pilastro della difesa, ha ripreso a correre, ma è difficile prevedere che possa essere disponibile per venerdì. Niente di preoccupante invece per Ungaro, la cui uscita dal campo di Sassari è dovuta ad una ricaduta del virus intestinale accusato in settimana. In via del tutto eccezionale questa settimana sarà possibile acquistare i biglietti in prevendita per Real-Bassano al campo di via Cavalieri di Vittorio Veneto, nei pomeriggi di oggi, domani e venerdì dalle 16 alle 19. Dieci euro prezzo unico per gli adulti, mentre per i bambini un euro. Per i residenti a Bassano, è obbligatorio presentare la tessera del tifoso.
Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Più che una sentenza è uno stillicidio. Il verdetto sul caso Novara sarà reso noto solamente oggi. Già venerdì scorso si era palesata la possibilità che il giudizio potesse slittare sino a martedì ma c´era un ragionevole ottimismo che si potesse conoscere l´esito nella giornata di ieri. Invece gli incartamenti che il Tribunale Federale di Roma deve esaminare in merito alle situazioni di Novara e della Reggina sono particolarmente copiosi. E dunque almeno altre 24 ore a bagnomaria in attesa, confidando che siano davvero 24 ore e non 48 o magari 72. In ogni caso vengono buone le parole di Asta che alla vigilia del rovinoso match col Venezia bocciava la tempistica della faccenda. «Non entro nel merito della vicenda che non mi compete, ma i tempi e le lungaggini di tutta questa procedura lasciano allibiti – il pensiero di Tonino – sono fatti relativi alla scorsa estate, mancano 4 giornate al termine della regular season e ancora non sappiamo l´epilogo…». Tutti allora in anticamera, ma siccome incombe il derby in anticipo tv venerdì sera al Menti col Real, Asta che nell´intervallo della partita coi lagunari ha quasi rovesciato lo spogliatoio tra grida e pugni sbattuti sul tavolo per provare a rianimare i suoi, mai così appannati e chiaramente in blackout nervoso, ritrova equilibrio e fiducia in vista del braccio di ferro con Vicenza 2. «L´ideale col Venezia sarebbe stato segnare in avvio dopo la partenza lanciata dei miei – ammette – ma siccome non ci siamo riusciti, meglio voltare pagina, rintracciare serenità e lucidità e pensare subito al Real. Per me il campionato ha ancora tantissimo da dire, non accetto alcun tipo di scoramento, ci sono ancora quattro finali tutte da giocare e qualche intoppo può capitare anche agli altri. Ragazzi, a volte qualcuno si dimentica del secondo posto in solitaria. Oh, è ancora tutto aperto, i playoff sono ipotecati e siamo tuttora in corsa per la B, ma ci rendiamo conto?». La reazione della gente che al triplice fischio ha applaudito ugualmente la squadra nella sua peggiore performance stagionale la dice lunga su quanto cammino abbia compiuto la Virtus in questo biennio
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La vittoria di venerdì sera con l’Avellino ha riportato il Vicenza ad un solo punto dal secondo posto, che vale la promozione diretta in serie A, e ha mantenuto altissimo l’entusiasmo della tifoseria. Facile prevedere che venerdì sera nell’anticipo serale a Cittadella, la capienza di 7.623 posti dello stadio Tombolato sarà insufficiente di fronte ad una richiesta che, considerata la vicinanza tra le due città, è quasi doppia. La curva riservata ai tifosi vicentini con una capienza di 1.144 posti è già esaurita e da ieri gli appassionati sono alla caccia dei biglietti in altri settori, ricerca complicata anche dalle regole imposte dal Cittadella, che consentirà ai residenti di Pozzoleone, Tezze, Cartigliano, Nove, Marostica, Bassano, Rosà, Cassola, Rossano, Romano d’Ezzelino, Pove, Mussolente l’ingresso allo stadio anche senza essere possessori della tessera del tifoso, che verrà invece chiesta a tutti gli altri tifosi del Vicenza residenti negli altri comuni. A Cittadella il Vicenza cercherà di bissare il successo ottenuto contro l’Avellino, nel tentativo di mettere pressione alle dirette concorrenti impegnate in scontri diretti come quello che vedrà il Bologna ospitare lo Spezia e il Frosinone far visita al Livorno. In previsione della sfida contro Sgrigna e compagni, mister Marino potrà contare sull’intera rosa, ad eccezione di Moretti che verrà fermato per un turno dal giudice sportivo. Nelle prove tattiche di ieri, il tecnico di Marsala ha confermato i dieci undicesimi della squadra vista venerdì sera, schierando Sbrissa al posto di Moretti e dando l’idea che questa potrebbe essere la soluzione che ha più possibilità di essere attuata; l’alternativa è composta da Vita ma al momento il centrocampista romano pare sfavorito rispetto al nazionale Under 19. In casa biancorossa l’attesa per il match con il Cittadella è molto alta, ma c’è grande fermento anche per la soluzione legata al pagamento degli stipendi e relativi contributi dei tesserati, versamento che dovrà essere effettuato entro dopodomani, pena il dover scontare due punti di penalizzazione. Come ampiamente reso noto nei giorni scorsi, l’attuale proprietà non dispone della somma totale necessaria all’impegno ma in soccorso alla società sono arrivati una decina di imprenditori vicentini che si sono impegnati a raccogliere oltre un milione di euro che consentirà il regolare pagamento degli stipendi entro i termini. Ma a che pro, oltre alla passione, il gruppo di imprenditori ha deciso di aiutare l’attuale proprietà? E’ molto probabile che la somma sia regolarizzata sotto forma di prestito, ma la cordata vicentina ieri pomeriggio ha costituito una NewCo chiamata «Vi.Fin» che vede in qualità di soci fondatori gli stessi imprenditori che hanno consentito il regolare pagamento degli stipendi; i componenti sono Alfredo Pastorelli (Colombo Finanziaria Spa), Luigi Morato (Morato Pane Spa), Stelvio Dalla Vecchia (Utensilnord Srl), Marco Franchetto (Pulitalia Spa, e Caffè Vero), Lino Chilese (Came Spa) a cui dovrebbe affiancarsi l’attuale responsabile del settore giovanile, Antonio Mandato, e Roberto Pilla, titolare della omonima azienda che ha sede in Carrè. La cordata, destinata ad allargarsi con ulteriori ingressi, ha come obiettivo quello di entrare nel Vicenza acquisendo una quota di maggioranza che consenta di prendere in mano le redini della società di via Schio, dove Sergio Cassingena rimarrebbe con una quota di minoranza. A riguardo è al lavoro lo sviluppo di un piano di risanamento dei conti del Vicenza calcio da presentare poi a potenziali imprenditori vicentini che siano interessati a collaborare nel progetto.
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Da quando ha rilevato il Vicenza Calcio con il suo gruppo dalla finanziaria inglese Enic, cioè dieci anni fa, l´attuale proprietà ci aveva provato più di una volta, ma ogni tentativo era andato puntualmente a vuoto. Stavolta no, stavolta è fatta e stamattina verrà costituita la Vi. Fin. Spa. Si è quindi arrivati, dopo una serie di incontri, alla conclusione positiva del discorso avviato alcune settimane fa da Finalfa s.r.l., la finanziaria che detiene oltre il 90 per cento delle quote, con un gruppo di imprenditori vicentini disponibili ad un coinvolgimento nel club di via Schio. Fin dalle prime riunioni i contatti sono stati sviluppati direttamente da Sergio Cassingena, il presidente di Finalfa, in un primo tempo in parallelo con la trattativa seguita invece dal presidente Tiziano Cunico e dall´advisor Ippolito Gallovich con un gruppo straniero, rappresentato dall´uomo d´affari siriano-canadese Yahya Kirdi. Ma dopo il tramonto di questa possibilità con la relativa rinuncia di Cunico al mandato di consigliere delegato alla vendita, è rimasta in campo solo l´opzione-2, quella che riguarda gli imprenditori vicentini. E negli ultimi tempi la trattativa, alla quale ha sempre presenziato nelle varie tappe anche il direttore generale del Vicenza Andrea Gazzoli divenuto il portavoce dell´esito dei successivi contatti, ha imboccato la strada giusta, quella che ha portato all´accordo. Non ci sono ancora conferme ufficiali da nessuna delle parti, ma i segnali giunti spingono all´ottimismo. Va precisato subito comunque che l´intesa raggiunta in linea di massima non riguarda il passaggio di proprietà del Vicenza Calcio, che resta semmai sullo sfondo come una tappa successiva di questo primo accordo, ma che si può dire ne prepari le basi. Per il momento le persone che hanno confermato la loro disponibilità come Marco Franchetto (Gruppo Pulitalia e Caffè Vero), Stelvio Dalla Vecchia (Utensilnord), Lino Chilese (Came spa) presidente dell´Arzignanochiampo, Alfredo Pastorelli (Colombo finanziaria), Luigi Morato (Morato Pane), Antonio Mandato (consigliere del Vicenza calcio), Giuliano Fosser (grande distribuzione), sono destinati a vestire nell´immediato più i panni dei sostenitori che dei nuovi proprietari. La formula trovata è quella del finanziamento con diritto di opzione eventualmente da trasformare, a breve termine, in acquisto delle azioni del Vicenza calcio. In pratica con la cifra messa a disposizione intanto si aiuta la società biancorossa a far fronte senza problemi alle prossime scadenze di pagamento imposte dalla Lega, la prima delle quali è il 16 aprile (nel grafico spieghiamo le spese da sostenere da qui fino al 30 giugno), scongiurando così il rischio di eventuali penalizzazioni e garantendo la tranquillità di arrivare in fondo alla stagione senza sgradite sorprese. Risorse fresche, quelle che saranno messe a disposizione dagli imprenditori vicentini del gruppo, necessarie come hanno sottolineato negli ultimi tempi, anche nelle interviste al nostro giornale, sia il presidente di Finalfa Cassingena che Cunico, al timone del Vicenza Calcio. Rispettare le scadenze è problematico per una società sempre alla ricerca di liquidità e per questo in vendita ormai da qualche anno. La via scelta è la più realistica e finalmente praticabile in questo momento: un aiuto economico da parte di alcuni imprenditori che fra qualche mese potrebbe anche trasformarsi nel primo passo per un´acquisizione di azioni, magari anche di minoranza, del club di via Schio e in un futuro a medio-lungo termine anche nel ricambio della proprietà. L´ufficializzazione è ormai questione di ore, ci sarà la fondazione di una società composta da più soggetti giuridici, attraverso i quali gli imprenditori del gruppo gestiranno l´operazione, associandosi fra loro. Dunque non in prima persona, ma attraverso la costituzione di alcune società, che fra l´altro sarebbero evidentemente aperte all´ingresso anche di altri imprenditori, che potrebbero aggiungersi a quelli già presenti. Insomma la svolta c´è ed è di quelle importanti, perchè dopo anni di silenzio alcuni imprenditori vicentini si sono esposti e hanno deciso di dare una mano concreta ai colori biancorossi. La strada è quella giusta, bisogna trovare il coraggio di percorrerla fino in fondo.
Ore 14.50 – (Gazzettino) “Se qualcosa può andar male, andrà male”, recita la Legge di Murphy, e neppure il Cittadella sfugge al famoso pensiero. Al ko con il Carpi, che ha fatto scivolare la squadra in piena zona retrocessione, si è aggiunto ora lo stop forzato a Federico Gerardi. Ieri la risonanza magnetica alla quale si è sottoposto il giocatore, uscito nel corso della partita di sabato, ha scongiurato rotture dei legamenti, ma allo stesso tempo ha evidenziato un serio infortunio. “Distorsione del ginocchio sinistro con interessamento del collaterale laterale” recita il bollettino medico, che tradotto in parole povere significa che l’attaccante rischia di finire in anticipo la stagione. Manca poco più di un mese al termine del campionato, infatti, e i tempi di recupero non saranno brevissimi. Un quadro più preciso lo si avrà comunque nei prossimi giorni. Per Gerardi adesso terapie e lavoro mirato. Foscarini perde così uno dei giocatori più in forma del gruppo, ma può “consolarsi” con il pieno recupero di Scaglia e Rigoni, che lavorano regolarmente con il gruppo e venerdì saranno in campo nell’anticipo serale con il Vicenza. Il derby di venerdì rappresenta un crocevia importante per le due squadre, e si preannuncia una grande cornice di pubblico al Tombolato: ieri si è riempita la curva dei tifosi biancorossi, con 1.144 biglietti venduti in prevendita. Anche la tribuna laterale ovest scoperta, lato nord, sarà adibita a settore ospiti, e di certo si esauriranno in fretta i restanti 300 biglietti disponibili (servirà la Tessera del tifoso per acquistare il biglietto). La sede del Cittadella sarà aperta sino a giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, quindi venerdì mattina, mentre al pomeriggio le biglietterie dello stadio apriranno dalle 16. Ieri intanto, con una nota scritta, è arrivato il sostegno del Coordinamento dei Club Granata al Cittadella, interpretando le parole del presidente Andrea Gabrielli che ha chiamato l’appoggio di tutto l’ambiente all’importante appuntamento di venerdì sera.
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Esodo e controesodo. Se da una parte ci saranno almeno 2.500 tifosi del Padova che andranno (almeno finora non è stato cambiata la sede) a Legnago dove dovrebbero festeggiare la promozione, a Cittadella si assisterà ad una sorta di invasione con il rischio, molto concreto, è di stare al Tombolato ma sentirsi in trasferta. Saranno almeno duemila i tifosi vicentini presenti in tribuna per il derby in programma venerdì sera alle 20.30. Al momento, fa sapere la società granata, è già esaurita la Curva Ospiti Nord, che conta 1.144 posti, ma le richieste stanno arrivando senza soluzione di continuità e le stime, considerando le limitazioni imposte nei giorni scorsi dalla Questura per evitare problemi di ordine pubblico, portano, appunto, alle duemila presenze di sostenitori del Vicenza. Contando che gli abbonati del Cittadella sono 1.577 e che per una partita di richiamo come questa si conta di avere sugli spalti almeno un altro migliaio di presenze, si può pensare a uno stadio diviso in due, con una leggera predominanza di supporters di casa. Ma non è detto. Le limitazioni. La Questura ha posto limitazioni legate a particolari settori dello stadio: l’accesso alla Curva Ospiti Nord e alla Tribuna Ovest scoperta è limitato ai possessori della Tessera del tifoso, mentre l’accesso alla Gradinata Est, per chi arriva dalla provincia di Vicenza, con o senza Tessera del tifoso, sarà consentito ai residenti nei Comuni di Pozzoleone, Tezze sul Brenta, Cartigliano, Nove, Marostica, Bassano del Grappa, Rosà, Cassola, Rossano Veneto, Romano d’Ezzelino, Pove del Grappa e Mussolente. I residenti in questi Comuni potranno avere accesso anche alla Tribuna Ovest coperta senza Tessera del Tifoso. Dove acquistare i biglietti. I tagliandi come sempre sono acquistabili su www.ticketone.it o rivolgendosi alla sede di via Ca’ dai Pase 41/B a Cittadella. I botteghini del Tombolato venerdì saranno aperti a partire dalle ore 18.30. Il sostegno dei tifosi. Anche il Centro Coordinamento Club Granata si fa sentire invitando tutti allo stadio a sostenere il Cittadella, precipitato nuovamente in zona retrocessione. «Il grande sconforto dopo la sublime partita contro la capolista Carpi, con un vano assedio per tutto il secondo tempo, dopo altre precedenti sfortunate esibizioni, deve trasformarsi in una formidabile carica e spinta verso la squadra nel sogno di rincorrere la settima salvezza consecutiva, autentica Coppa dei campioni per tutti noi» si legge nella nota diramata dai tifosi. Stop Gerardi. Ieri pomeriggio prima seduta post Carpi per Pellizzer e compagni, spostata alle 17 per evitare le ore più calde della giornata. Tutti in gruppo i giocatori, tranne Federico Gerardi, uscito anzitempo dal campo nella gara di sabato scorso. La risonanza ha scongiurato rotture ma ha evidenziato una distorsione del ginocchio sinistro con interessamento del collaterale laterale. Nei prossimi giorni si conosceranno i tempi di recupero, che però non saranno brevissimi. Il resto della squadra lavora in gruppo, compresi Rigoni e Scaglia, che si punta ad avere in campo per il derby. Gli unici che hanno fatto una seduta differenziata sono stati Pellizzer e Paolucci. Oggi è prevista una doppia seduta, alle 10.30 e alle 15.30.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto) Lo spauracchio maggiore? Non tanto la classifica, quanto il calendario. Difficile, pieno di tranelli. O, come ha giustamente sottolineato Claudio Foscarini dopo il ko contro il Carpi, semplicemente «più difficile di quello delle altre concorrenti». Il Cittadella s’interroga dopo due sconfitte consecutive che rischiano di complicare terribilmente il cammino verso la salvezza. Niente di definitivamente compromesso, ci mancherebbe, ma certo due campanelli di allarme che fanno riflettere e che inducono ad alzare la guardia. Il terzultimo posto è un guaio transitorio, a patto che la squadra torni a mostrare quella concretezza e quell’attenzione che avevano caratterizzato la parte migliore della stagione. Il calendario mette i brividi: il derby con il Vicenza di venerdì al Tombolato, la trasferta di Brescia altrettanto pericolosa, la visita dello Spezia al Tombolato, la missione complicatissima di Bari al San Nicola, il Frosinone che sbarca nella città murata con la serie A nel mirino, la trasferta terribile a Catania, la chiusura di regular season con il Perugia. Insomma, non certo una passeggiata di salute e, anzi, una strada in salita. Per staccare il pass per la permanenza in B ci vorrà il miglior Cittadella. Quello che ha abituato tutti a un’impresa dopo l’altra.
Ore 13.40 – (Mattino di Padova) La commissione Accordi Economici ha condannato il San Paolo a pagare Tommaso Piaggio per gli stipendi non versati nella passata stagione. È questo l’esito del ricorso, presentato dall’ex giocatore di via Canestrini, oggi in forza nel girone C con la maglia della Clodiense, contro la società che allora si chiamava ancora San Paolo Padova. Il tutto è nato perché la passata stagione, la società si era accordata con il giocatore per il pagamento di 4500 euro lordi per le sue prestazioni: avendone ricevuti soli 1350, il calciatore lo scorso 22 dicembre aveva fatto ricorso presso la Lega Dilettanti, che ieri ha ufficializzato la propria decisione. «La documentazione offre ampio e decisivo riscontro della pretesa azionata dal ricorrente, risultando provata sia la conclusione dell’accordo che la somma pretesa». Il San Paolo, per questo, è stato condannato a pagare entro trenta giorni i 3150 euro di ancora avanzati da Piaggio.
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Mentre a Pordenone, in classifica e allo stadio, si torna a respirare aria di Lega Pro, colui che ha riportato i ramarri nei professionisti si appresta a compiere un altro sbarco. Mancano ormai due punti infatti a Carmine Parlato e al Padova per festeggiare la promozione nella “vecchia” serie C, dove, chissà, potrebbero incrociare proprio i ramarri: 11 le lunghezze di vantaggio sull’Altovicentino con 4 gare ancora da disputare. La festa potrebbe celebrarsi già domenica a Legnago. Il tecnico campano, dopo la risicata vittoria sulla Sacilese, pur non volendo anticipare il verdetto della matematica, e da scaramantico qual è ci si sarebbe stupiti del contrario, ha comunque ammesso: «Se promozione sarà, la ritengo ancora più difficile di quella ottenuta col Pordenone, non fosse altro per la grande pressione che si respira in città (Padova, ndr) e per le aspettative di una tifoseria così vicina alla squadra». Nell’attesa lui pensa a battere il record di punti ottenuto proprio sulla panchina neroverde la scorsa stagione. Ne servirono 85 per domare, all’ultima giornata, la tenace concorrenza del Marano, stavolta il Padova non ha più rivali, ma vincendo le ultime quattro gare (Legnago, Kras, Ripa e Altovicentino) arriverebbe addirittura a 87, dunque due in più dell’impresa dei ramarri. Salvo, in ogni caso, il filotto record di vittorie ottenuto alla guida del Pordenone all’inizio dello scorso torneo: 10 successi di fila (di cui uno a tavolino sul Mezzocorona). Ben che vada a Padova potrebbe fermarsi a nove (di otto il primato stagionale da battere). Non è ancora sicuro, invece, se sarà lui a fermarsi sulla panchina biancoscudata. Un’altra “beffa” all’orizzonte dopo l’inaspettato divorzio dal Pordenone della scorsa estate? Presto per dirlo. La piazza, come in riva al Noncello, vedrebbe di buon occhio la conferma di Parlato anche in Lega Pro. Ma l’esito non è così scontato. Come pure il destino della colonia di ex neroverdi ora nella città del Santo: Niccolini, Dionisi, Segato, Nichele e Zubin.
Ore 12.50 – Manca solo l’ufficialità, ma Legnago-Padova si giocherà al Mario Sandrini di Legnago e non a Rovigo. La notizia è filtrata pochi minuti fa ed è confermata a Padovagoal dal presidente Giuseppe Bergamin: “Confermo che l’orientamento emerso dopo la riunione fra le due Questure è quello di giocare a Legnago. Un peccato, avremmo voluto eventualmente festeggiare con più tifosi, bisognerà in qualche modo accontentarsi. Ci verranno messi a disposizione 1250 biglietti, più i rimanenti invenduti dei tifosi di casa. La Questura di Verona ha valutato che la situazione non presentasse rischi di ordine pubblico. Ci atteniamo a quello che è stato deciso. Nel pomeriggio arriverà l’ufficialità”
Ore 12.30 – (Gazzettino) Tornando all’immediato dopo gara con la Sacilese, cosa ha provato? «Le emozioni sono state intense e l’abbraccio con mio figlio è stato meraviglioso. Quando siamo partiti in agosto sembrava che fosse una gita scolastica, con questo pullman, io ero in jeans e i ragazzi in pantaloncini corti. Riuscire a fare ciò che abbiamo fatto non è cosa da poco. Forse dobbiamo ancora renderci conto di ciò che abbiamo realizzato in questi mesi. Siamo stati bravi, fortunati, ma è stata una cosa intensamente voluta sin dal primo giorno nel quale abbiamo fondato la società. Ricordate che quel giorno avevo detto quale era il mio motto per il 2014: chi non pensa di realizzare l’impossibile, non realizza neanche il possibile. E noi ci siamo riusciti. Mentre alla festa di Natale ho detto che il mio motto per il 2015 è avere un cuore umile. E l’umiltà è quello che ci deve restare dentro, senza montarci la testa». Del budget che lei e il presidente Bergamin avete messo per l’attuale stagione non avete mai svelato le cifre. «Ma questa è una cosa nostra». Immaginiamo che sia comunque destinato a lievitare per affrontare il prossimo campionato. «Per forza di cose salirà in Lega Pro. Ma è solo per il motivo che nei professionisti, a differenza del campionato nazionale dilettanti, devi pagare i contributi Inps e quindi il costo lavoro raddoppia. Ci regoleremo di conseguenza, ma faremo, faremo sì».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Beh, De Poli e Parlato non sono confermati? «Si devono confermare anche loro, ma è chiaro che la nostra intenzione è tenerli. Chi ha lavorato bene merita la nostra fiducia. In questo momento però dobbiamo pensare a vincere il campionato domenica con il Legnago e dalla prossima settimana potremo parlare in maniera ufficiale. Ma è fuori discussione che è nostra intenzione tenerli». Quindi nell’allestimento della squadra non ci saranno grandi stravolgimenti. «Io non sono un tecnico, ho solo detto secondo la mia impressione ci sono molti giocatori che possono stare senza problemi in Lega Pro». Qualche settimana fa riguardo alle vicende societarie aveva dichiarato che sperava di dare qualche notizia dopo Pasqua. Come è la situazione? «Sono appena rientrato dall’Indonesia, oggi pomeriggio (ieri, ndr) abbiamo un incontro con Bergamin nel quale facciamo una panoramica su eventuali soci e strutture, dopodiché abbiamo già alcuni appuntamenti fissati. Tra un paio di settimane mi auguro di organizzare una conferenza stampa per parlare di diverse cose: logo, denominazione, ingresso di soci e conferma del diesse e del tecnico. Questo è l’obiettivo».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Allora come è stato il profumo della Lega Pro? «Bello, al di là del fatto di avere conosciuto il presidente Renzo Rosso. È la prima volta che vedevo una partita di questo campionato e con tutto rispetto abbiamo molti giocatori che ci possono stare». A parlare è l’amministratore delegato Roberto Bonetto che domenica subito dopo la vittoria con la Sacilese è “scappato” in fretta e furia dall’Euganeo insieme al diesse De Poli per andare a vedere Bassano-Venezia congedandosi dalla sala stampa appunto con la frase «vado a sentire un po il profumo di Lega Pro». Bonetto si sofferma sul suo faccia a faccia con mister Diesel. «È un imprenditore che porta alta la bandiera italiana nel mondo e dato che sono amico di Werner Seeber (direttore generale del Bassano nonché ex Cittadella come Bonetto, ndr) ho fatto due chiacchiere con lui nell’area hospitality, fa sempre piacere. Poi ho visto una partita d’alta classifica: può darsi che mi sbagli, ma non ho visto tutta questa differenza con noi». Sta dicendo che siete già proiettati alla costruzione del Padova in ottica futura? «Cominceremo a fare certi ragionamenti con calma ed è un lavoro che faranno il direttore sportivo e l’allenatore che avremo».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Il prezzo previsto per i due settori è di 10 euro, mentre la tribuna centrale (300 posti) costerà 15. «Non ci sarà alcun aumento rispetto al resto del campionato; i biglietti di tribuna scoperta e laterale, pur con lo stesso prezzo, avranno colori diversi e così si possono sistemare gli ultras in un settore e il resto della tifoseria nell’altro». Il Padova rimane in attesa di notizie per potere poi attivare, una volta a conoscenza della sede dell’incontro e dei conseguenti aspetti organizzativi, la propria prevendita. Ieri intanto alle autorità di pubblica sicurezza del capoluogo veronese è pervenuta una nota della Questura di Padova in cui viene segnalata la situazione e le possibili criticità legate all’afflusso a Legnago di un numero di tifosi dai duemila in su e al fatto che al triplice fischio potrebbe scattare la festa promozione. La palla passa dunque alla Questura di Verona che dovrebbe pronunciarsi entro domani. Tra le possibili soluzioni, oltre allo spostamento della partita a Rovigo – e in questo caso si dovrebbe poi attivare la locale Prefettura – l’aumento dei posti del “Sandrini” a disposizione dei tifosi padovani, se non addirittura la concessione agli stessi di tutto lo stadio.
Ore 11.50 – (Gazzettino) E se arrivasse? «Da altre parti noi non giochiamo. Non vedo le condizioni per lo spostamento di una partita dei dilettanti. Se non si è fatto in occasione dell’incontro del Padova a Chioggia, con una capienza di 900 posti e grossi problemi logistici, non vedo perché debba capitare sul nostro impianto che può contenere 2.200 persone. E semmai – aggiunge – esistono le dirette tv e i maxischermi». A dimostrazione della volontà del Legnago di disputare la gara sul proprio impianto, il comunicato apparso già nella serata di domenica con le informazioni sulla prevendita per il pubblico di casa, prevista da mercoledì a venerdì con orario 17.30-19 e sabato dalle 10 alle 12.30. «Per i tifosi biancoscudati – riprende Preto – mettiamo a disposizione tutti i 750 posti della tribuna scoperta e i 500 di quella laterale. Inoltre sono già d’accordo con il Padova che, qualora sabato, al termine della nostra prevendita, avanzassero ulteriori tagliandi, li porterò subito nella vostra città afffinchè siano immediatamente acquistabili ai botteghini».
Ore 11.40 – (Gazzettino) A Legnago o in altra sede (in questo caso con ogni probabilità Rovigo), il dubbio resta. Manca solo la matematica a suggellare il salto in Lega Pro del Padova e domenica prossima, considerate le undici lunghezze di vantaggio sull’Altovicentino a quattro giornate dalla fine, sarà quasi certamente la giornata giusta per l’ufficialità. Dopo le delusioni degli ultimi anni, all’ombra del Santo c’è una voglia matta di festeggiare una promozione e dunque si profila un seguito di massa da parte del popolo biancoscudato – almeno duemila tifosi – nella prossima trasferta, con inevitabili possibili problematiche di capienza per lo stadio “Sandrini” che ospita il match. Da una parte si registra la ferrea volontà della dirigenza del Legnago di non spostare la sede dell’appuntamento, ma al tempo stesso c’è da fare i conti con le esigenze di ordine pubblico che potrebbero portare alla disputa dell’incontro su un altro campo, in primis Rovigo. «Al mille per cento – dichiara il direttore generale dei veronesi Mario Preto – si gioca a Legnago e non ho avuto alcuna indicazione in senso contrario».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) I curatori fallimentari del Parma, Angelo Anedda ed Alberto Guiotto, hanno sottoscritto un importante accordo di sponsorizzazione con Gsport, già partner commerciale di lungo corso del club ducale, e del Calcio Padova 1910. L’accordo riguarda la gestione pubblicitaria della quasi totalità degli spazi allo stadio Tardini sino al termine del campionato di serie A, confermata a Gsport dietro un corrispettivo di 870.000 euro. «Siamo partner del Parma da oltre dieci anni», ha commentato Alessandro Giacomini, a.d. di Gsport. «Fin dalle sue origini la nostra azienda è stata al fianco del club crociato, dando vita ad un legame che si è consolidato sempre più negli ultimi anni, a dimostrazione di tutti i vari investimenti realizzati all’interno del Tardini. Ci sentiamo perciò in dovere, anche in questo momento di difficoltà per la società, di portare il nostro contributo». Gsport era al fianco di Cestaro e Penocchio al Padova prima che, l’estate scorsa, il club venisse escluso dal calcio professionistico.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) La nuova curva Sud dell’Euganeo, che verrà costruita dietro la porta che dà verso il tunnel degli spogliatoi e che contribuirà ad avvicinare sensibilmente gli ultras biancoscudati al campo, non sarà pronta per l’inizio del prossimo campionato di Lega Pro. La conferma è arrivata ieri mattina dall’assessore allo Sport, Cinzia Rampazzo, poco prima della presentazione a Palazzo Moroni del Premio letterario sportivo “Città di Padova Memo Geremia”, intitolato al grande petrarchino del rugby. «La curva si farà, questo è certo, ma prima dovremo aspettare la disputa del meeting di atletica leggera, calendarizzato per domenica 6 settembre», ha spiegato l’amministratore comunale. «Faremo un bando apposito, dopodichè la ditta vincitrice inizierà i lavori, che comunque non dovrebbero durare molto». È probabile che si assista alla fotocopia di quanto visto al “Friuli” di Udine, dove si è giocato quest’anno mentre era aperto il cantiere per la riduzione dello stadio, con alcuni settori totalmente chiusi. Sarà un effetto strano, ma almeno la struttura – che ancora non è stato chiarito di che materiale sarà – permetterà di cancellare quell’obbrobrio che è l’attuale Sud, con la distanza abissale fra gli spalti, chiusi al pubblico, e il terreno di gioco.
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) «Non è la prima volta che i padovani si muovono in massa, quest’anno più volte abbiamo incontrato società che hanno dimostrato elasticità e sono venute incontro ai nostri numeri, quantomeno per un discorso di ospitalità». Sia il Dro che il Mori Santo Stefano, in effetti, avevano individuato il più accogliente stadio di Rovereto per la disputa delle gare casalinghe contro gli uomini di Parlato, e tutti i tifosi biancoscudati ne avevano beneficiato. «Per noi questa è la partita della consacrazione», prosegue Ferretti. «Trovo inconcepibile che non si possa capirne l’importanza». Ma la festa a metà non è certo cosa nuova. A Busto Arsizio, sei anni fa, furono solo 600 i fortunati che videro con i loro occhi la squadra di Sabatini battere la Pro Patria e conquistare la B. Non dovessero esserci posti a sufficienza, la speranza è che l’epilogo sia identico.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Tra cinque giorni, invece, quella con il Legnago potrebbe riportare l’undici padovano nel professionismo dopo una sola stagione nell’inferno dei dilettanti, e ce n’è abbastanza per intuire che la mobilitazione sarà massiccia. «Non meno di 3.000 tifosi», si vocifera negli ambienti della Tribuna Fattori: tanti sarebbero coloro pronti a mettersi in viaggio, se verrà cambiata la sede del match e se tutti avranno la possibilità di acquistare il prezioso tagliando. Un numero molto vicino a quello registrato proprio contro l’Altovicentino, e per l’importanza di una giornata attesa per tutta una stagione non è un dato sorprendente. La critica. Che si giochi a Legnago o a Rovigo (quella di Mantova è un’ipotesi che per motivi ambientali viene considerata marginalmente) la grande carovana biancoscudata si muoverà in auto. Complice anche l’incertezza sulla sede della sfida, né gli ultras né l’Aicb hanno al momento intenzione di fermare pullman, con il rischio che poi i posti a disposizione all’interno dello stadio siano inferiori alle prenotazioni. Sta di fatto che la prima porta sbattuta in faccia alla tifoseria dalla dirigenza veronese non è certo stata accolta di buon grado: «Proprio un comportamento vergognoso», tuona Giorgio Ferretti, presidente dell’Associazione dei Club.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) «Non è la partita della vita», sostengono dalle parti di Legnago per giustificare il loro “niet” allo spostamento di sede del match di domenica. Ma a Padova, ormai, è scattato un vero e proprio conto alla rovescia. Di promozioni, nel suo secolo e spiccioli di storia, la società biancoscudata ne ha vissute 12, di cui 3 negli ultimi vent’anni: quella di domenica non può, dunque, essere catalogata come una giornata qualunque. Ed è per questo che la città, e soprattutto i suoi tifosi, si stanno mobilitando per far sì che Legnago-Padova, se finisse come tutti si augurano, si tramuti in un grande abbraccio collettivo. Numeri imponenti. Il più illustre precedente di quest’anno può bastare già di per sé a sintetizzare la stagione di una tifoseria innamoratasi nuovamente della sua squadra: a Valdagno, lo scorso 4 gennaio, erano circa 2.800 i tifosi biancoscudati presenti, per la sfida con l’Altovicentino. Una gara alla quale la squadra di Parlato era giunta forte dei suoi 5 punti di vantaggio, ma tutt’altro che decisiva, trattandosi ancora dell’ultima del girone d’andata.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Perché, allora, tanta intransigenza? «I padovani vengono in 3.000? Ne prendo atto, ma l’effettivo vantaggio economico noi l’avremmo se giocassimo a Legnago o all’Euganeo, e quest’ultima possibilità non è contemplata dai regolamenti», ha poi puntualizzato Preto. «I tempi sono strettissimi e dovrei spostare tutti i miei cartelloni pubblicitari in un altro stadio, il che annullerebbe il mio guadagno. A Chioggia ho visto in che condizioni si sono ritrovati i tifosi biancoscudati, in uno stadio da 1.000 posti: qui siamo dilettanti, ci dobbiamo adattare alla realtà». E ancora: «Operiamo per soddisfare le esigenze di tutti. Con tranquillità e serenità il Legnago ha già privilegiato i padovani dando loro molti più biglietti di quelli riservati ai propri tifosi. Guardate, il Padova domenica festeggerà, anche se contro di noi non facesse i 3 punti. Ma dev’essere una festa organizzata con la testa: se le Questure vogliono gestire la cosa, bene, altrimenti si va avanti. In 1.250 avranno il biglietto, gli altri festeggeranno a casa loro e saluteranno la squadra al ritorno». Da viale Nereo Rocco, per ora, nessun commento. Ma conoscendo Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, è probabile che oggi facciano conoscere il loro punto di vista. Il Padova è primo, sta per vincere il campionato e i suoi tifosi hanno il sacrosanto diritto di essere tutelati. In casa e soprattutto fuori.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) La palla, a questo punto, passa alla Questura del capoluogo scaligero: o la partita viene spostata in altra sede (stadio Gabrielli di Rovigo, ma c’è anche l’ipotesi stadio Martelli di Mantova), oppure ci si prende la responsabilità di lasciare almeno un migliaio di padovani senza biglietto, coinvolgendo quindi Roma e l’Osservatorio del Viminale sulle Manifestazioni Sportive nella decisione finale. Per oggi è convocato a Legnago un tavolo tecnico tra il club biancoazzurro e il comando locale di Polizia, ma l’ultima parola spetterà comunque al Questore di Verona, d’intesa con il Prefetto. Fuoco e fiamme. Da parte sua, il Legnago non ha alcuna intenzione di traslocare. «Non vado via da qui per fare la festa al Padova», ha dichiarato, minacciando le… barricate, il direttore generale Mario Preto. «Non vedo sinceramente motivi d’urgenza tali da chiederci lo spostamento della gara altrove: è la partita della festa, non quella della vita. Devo tutelare la mia città e i miei sponsor: al Padova abbiamo già riferito che per loro ci sono 1.250 biglietti, più eventualmente quelli che resteranno invenduti nel settore riservato ai locali. Se entro breve non avrò altre comunicazioni, domani sera (oggi, ndr) i tagliandi saranno dati al Padova per la prevendita da loro». Troppi problemi. Se l’incontro venisse spostato a Rovigo, per esempio, l’incasso – che è tutto della società veronese – lieviterebbe di almeno il doppio, visto che ai supporter della capolista potrebbero essere destinati tranquillamente 3.000-3.500 posti.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A.A.A. cercasi stadio disperatamente. Proprio così: Legnago-Padova, in programma domenica alle 15 e valevole per la 31ª giornata del girone C della serie D, è la partita che può regalare la promozione in Lega Pro ai Biancoscudati con tre turni di anticipo: basta una vittoria, oppure anche un pari o una sconfitta nel caso in cui l’Altovicentino non riuscisse a vincere in casa dell’Arzignano, e i tappi delle bottiglie di champagne salterebbero. Una festa che rischia, tuttavia, di essere in tono minore sul campo, perché lo stadio di Legnago difficilmente sarà sufficiente ad accogliere tutte le richieste dei prossimi giorni. I tifosi pronti a muoversi al seguito della squadra di Parlato sono più di 2.000, qualcuno parla anche di 2.500. La capienza. Il “Sandrini”, dove si disputano le gare dei biancoazzurri della Bassa Veronese, tiene al massimo 2.100 persone. Il Legnago ha fatto sapere ai dirigenti del Padova che i biglietti a loro disposizione saranno 1.250: 500 per una porzione di tribuna coperta e 750 per l’intera tribuna scoperta opposta a quella centrale. Il problema è che dalla Digos della Questura padovana già ieri mattina è partita l’informativa ai colleghi veronesi: domenica 19 ci sarà una movimentazione superiore a quelle delle precedenti trasferte, il cui massimo furono i quasi 3.000 allo stadio dei Fiori di Valdagno lo scorso 4 gennaio, nello scontro diretto con l’Altovicentino.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sarà una settimana lunga e di passione, dalla tensione che si accumula giorno dopo giorno alla querelle sullo stadio che rischia di condizionare l’esodo biancoscudato. «Dovremo essere bravi a gestire l’ansia e l’attesa. Da parte mia spero che si giochi a Rovigo. È uno stadio senza pista, avremmo i tifosi attaccati e poi siamo vicinissimi a Padova. Sarebbe bellissimo vedere il “Gabrielli” pieno e poter regalare la gioia più grande ai nostri tifosi, per poi festeggiare tutti assieme». Si aspettava l’ultimo crollo dell’Altovicentino? «Un risultato così pesante no, ma sapevo sarebbe stata dura per loro. Alla fine il primo caldo ha inciso. Ma non voglio guardare in casa altrui, penso solo a noi e a come siamo stati bravi a gestire finora la stagione. Abbiamo vinto su campi duri, mister e società sono stati bravissimi a tenerci sempre sulla corda e il gruppo ha risposto senza mollare mai». L’affetto dei tifosi nei suoi confronti è sempre enorme. «M’inorgoglisce e quasi mi imbarazza, spero di ripagarlo ancora. Il prossimo anno? Chissà, ovviamente sarei felice di rimanere, visto che non ho mai fatto la Lega Pro ed è difficile trovare in giro società così serie. Ma ora sono solo concentrato sulla vittoria del campionato».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sì, perché le vittorie del primo periodo hanno portato la firma indelebile del “Rulo”, autore di 6 gol nelle prime quattro partite, prima di una lunga serie di infortuni muscolari che l’hanno costretto a ripetuti stop. E con la conseguente esplosione di Amirante l’argentino non ha più trovato spazio, giocando soltanto uno scampolo di gara contro il Dro nell’ultimo mese. «Non è facile stare fuori, ma bisogna accettarlo. D’altronde la squadra viaggia a mille e Amirante segna a ripetizione, per cui posso capire che negli ultimi tempi non fosse arrivato il momento del mio ritorno. Adesso spero che sia la volta buona, il sogno è segnare il gol che possa valere la promozione. Mi auguro di riuscirci dal punto di vista personale, ma anche se capitasse ad un altro, ben venga. Voglio tanto festeggiare domenica sera».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È stato il giocatore che più di tutti ha iniziato a tracciare il percorso. E adesso è quello che, dopo un lungo letargo, sogna di chiudere il cerchio. Gustavo “El Rulo” Ferretti scalda i motori e in vista della prossima, decisiva, sfida con il Legnago si candida per una maglia da titolare. D’altra parte Salvatore Amirante non ci sarà, visto che dopo la quarta ammonizione rimediata contro la Sacilese verrà squalificato. Con Cunico ancora in forse, alle prese con il pieno recupero dopo l’infortunio al ginocchio, e Zubin che scalpita, il centravanti argentino prova a farsi largo e a ritrovare una maglia da titolare che manca da tre mesi, quando il Padova piegò il Montebelluna grazie anche ad un suo gol. «Ci spero tanto, vorrei tornare a giocare dal primo minuto», ha confessato Ferretti. «Ormai sto bene da più di un mese, mi alleno tranquillamente senza nessun tipo di problema e sto aspettando solo il mio momento. Voglio confermare quanto fatto ad inizio stagione».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I timori della vigilia, purtroppo, si sono rivelati fondati. La risonanza magnetica alla quale si è sottoposto ieri Sebastiano Aperi, dopo l’infortunio rimediato mercoledì scorso in allenamento, ha rivelato la lesione del legamento crociato del ginocchio destro. Per capire realmente l’entità della lesione bisognerà aspettare ancora qualche giorno e un altro esame che il siciliano farà luned. Solo a quel punto si saprà se sarà necessario, come sembra, l’intervento chirurgico. In ogni caso la sua stagione può dirsi finita. Con il Padova che tornerà ad allenarsi domani, stasera il club “Intrepidi” festeggerà il proprio terzo compleanno alla prosciutteria Azzurra di Brugine.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) E che punti per prima cosa a recuperare il nome Calcio Padova, visto che ormai l’accordo fra Comune e vecchia proprietà è definito nei dettagli: «In settimana chiederò un appuntamento al sindaco — chiosa Bonetto — perché è arrivato il momento di definire tutto e di scoprire le carte. Anche noi dobbiamo essere certi di quello che possiamo fare, abbiamo grande fiducia in Bitonci e in quello che sta facendo per la nostra società e per questi colori». L’anno prossimo torneranno tanti derby, Bonetto però si augura non quello col Bassano. «Sono andato a vedere Bassano-Venezia domenica — dice — e ho parlato sia con Renzo Rosso che con Werner Seeber. Rosso mi ha detto scherzando che ci vedremo l’anno prossimo ma io mi auguro proprio di no, perché il loro posto è in serie B. Devono farcela e secondo me ce la faranno. Seeber, invece, lo conosco da tantissimo tempo, da quando eravamo a Cittadella ed è anche grazie a questi rapporti che abbiamo potuto prendere Bortot. Chissà, magari i buoni rapporti favoriranno qualche altro affare. Prima, però, bisogna chiudere definitivamente il conto e festeggiare. E programmare…».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Ecco, se ripenso a tutto questo devo dire che siamo stati proprio bravi. So bene che Padova con la serie D non c’entra nulla, ma per ripartire bisognava fare il primo passo, quello più difficile. E non era automatico riuscire a vincere il campionato al primo tentativo». I Biancoscudati Padova volano alti nel cielo, a +11 su quell’AltoVicentino che a lungo ci ha provato, ma che alla fine ha chinato la testa di fronte a una squadra praticamente perfetta. La vittoria sulla Sacilese e il contemporaneo ko dei vicentini a Belluno lanciano in orbita la squadra di Parlato. «E la cosa bella è che adesso si potrà programmare con calma il futuro — sorride Bonetto — esattamente quello che volevamo. Il tempo dei Paperoni è finito, pensiamo al fatto che in serie A 16 società su 20 sono ancora riconducibili a un unico proprietario. E allora visto che il mondo del calcio è quello che è, visto che in molti hanno paura di scottarsi, non arriverà magari un socio ricchissimo ma una serie di imprenditori che abbiano voglia di condividere con noi un progetto che guarda lontano. Siamo vicini a chiudere qualcosa, quando sarà il momento convocheremo una conferenza stampa e faremo gli annunci che dobbiamo».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La voce è quella squillante dei giorni migliori. Il ritorno dall’Indonesia, dove si è recato per motivi di lavoro subito dopo Pasqua, è stato dolce come il miele. L’ad biancoscudato Roberto Bonetto guarda ancora una volta la classifica e sorride: «E’ proprio bella, non c’è che dire… Per perdere il primo posto a questo punto dovremmo davvero suicidarci. Bastano due punti, potrebbero bastarne anche meno e poi è fatta. Speriamo già domenica prossima». C’è un gran sole e scoppia la primavera a Padova; il vessillo del biancoscudo veleggia sopra il ponte di comando in tutto il suo splendore. Manca pochissimo, solo la matematica, per abbandonare una categoria che con questi colori c’entra zero. E poi si potrà tornare a parlare di Lega Pro e di professionismo, il primo passo per tornare grandi. «Ho sempre avuto grande fiducia in questa squadra e in questi ragazzi — esulta Bonetto — se penso da dove eravamo partiti l’estate scorsa, ossia dal mettere in piedi da soli io e Bergamin una magnifica utopia, quella di ripartire da zero, mi vengono i brividi. Ricordo i primi giorni, la partenza per il ritiro di Asiago con un pullman noleggiato in fretta e furia, i giocatori che parevano un gruppo di amici pronti per una scampagnata, senza divise, senza palloni, senza nulla…».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Domanda legittima: ma Legnago-Padova dove si giocherà? Il mistero verrà chiarito probabilmente oggi, quando il risultato dei colloqui intercorsi in queste ore fra le questure di Padova, di Verona e di Rovigo verrà reso noto. Al momento la questione è aperta. Il Legnago vuole giocare al Sandrini e ha avviato nella mattinata di ieri la prevendita, precisando che ai tifosi biancoscudati verrà riservata l’intera tribuna scoperta (circa 1250 posti) più gli eventuali invenduti. Il presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin all’ora di pranzo prendeva tempo: «Da quanto ne sappiamo la richiesta di spostare la partita a Rovigo è stata presentata direttamente dalla Digos e dalla questura di Padova per ragioni di ordine pubblico, aspettiamo comunicazioni. Ci atterremo a quello che ci verrà comunicato». Il Legnago rivendica centralità nella gestione della situazione, tramite il dg Mario Preto: «Fino a quando non riceveremo una comunicazione della Questura – evidenzia – per noi si gioca a Legnago. Spostare la sede non ci è possibile, anche legate al ruolo degli sponsor». Da Padova sono annunciate almeno duemila persone per la possibile festa promozione: vincendo i biancoscudati saranno in Lega Pro ma basterà tenere 11 punti sull’AltoVicentino.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentunesima giornata, domenica 19 aprile ore 15.00): AltoVicentino-ArziChiampo, Dro-Clodiense, Kras Repen-Belluno, Legnago-Padova, Montebelluna-Fontanafredda, Sacilese-Giorgione, Tamai-Triestina, Union Pro-Mori S. Stefano, Union Ripa La Fenadora-Mezzocorona
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 75, AltoVicentino 64, Sacilese 53, ArziChiampo e Belluno 51, Clodiense 49, Montebelluna e Union Pro 44, Legnago 42, Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda e Tamai 35, Giorgione 31, Dro 30, Kras Repen 29, Triestina 27, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentesima giornata: ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora 2-1, Belluno-AltoVicentino 3-0, Clodiense-Legnago 0-2, Fontanafredda-Union Pro 0-1, Giorgione-Kras Repen 1-1, Mezzocorona-Montebelluna 0-5, Mori S. Stefano-Tamai 1-1, Padova-Sacilese 1-0, Triestina-Dro 0-0
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 13 aprile: lunedì di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria con la Sacilese, ma a tenere banco è la querelle riguardante lo stadio in cui si disputerà Legnago-Padova.