Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello/Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Da martedì è tornato a lavorare con i compagni, dopo un infortunio che lo sta tormentando proprio nel momento decisivo della stagione. Marco Cunico soffre per una lesione al collaterale del ginocchio, guaio che di solito ci mette diverso tempo a sparire. Tanto che il capitano del Padova non è ancora certo di poter rispondere all’appello per il big-match con la Sacilese. Cunico, la domanda più banale talvolta è anche la più mirata: come va? «Quando ti “pizzichi” il ginocchio, si sa, ci vuole molto tempo per tornare a posto. Io, per esempio, da martedì sto lavorando con il gruppo, ma sento ancora dolore. Soprattutto quando calcio il pallone, una situazione che non mi lascia del tutto tranquillo». Quanto le pesa stare fuori nel momento in cui sta per chiudersi la stagione? «Pesa parecchio, perché non poter aiutare la squadra quando si sta per arrivare al traguardo è un aspetto che crea un po’ di frustrazione. Ma i miei compagni stanno facendo benissimo anche senza di me, sono orgoglioso di essere il capitano di questa squadra». Potremo vederla in campo con la Sacilese, o bisognerà attendere Legnago? «Dovrei andare almeno in panchina domenica, poi se non è questa settimana andremo alla prossima, ma teoricamente i miglioramenti dovrebbero essere significativi un giorno dopo l’altro».
Sentinelli si è sbilanciato: secondo lui il Padova arriverà sicuramente primo… «Diciamo che dopo aver vinto a Chioggia la strada è in discesa. La partita con la Sacilese sarà un altro impegno tosto e so che la stanno preparando come la partita della vita. All’andata ci hanno battuto, adesso hanno gestito un po’ le ammonizioni in modo da essere praticamente al completo. Ma non ci spaventano, siamo pronti ad affrontarli». Si aspettava le sei vittorie consecutive ottenute dall’AltoVicentino? «Sì, anche perché avevano un calendario favorevole, da adesso in avanti il coefficente di difficoltà è lo stesso per noi e per loro». Per il prossimo anno ha già parlato con la società? «Credo che non sia il momento di fare certi discorsi. Noi dobbiamo solo pensare a vincere il campionato, poi ci saranno mesi per gettare le basi per la prossima stagione. So che la società non ha parlato con nessun giocatore, sarebbe antipatico per lo spogliatoio sapere che, magari, qualcuno è stato contattato e altri no: credo che la dirigenza faccia bene a rinviare tutto al termine del campionato».
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Il Padova ritrova Marco Cunico. Da questa settimana ha ripreso ad allenarsi con i compagni e domenica con la Sacilese potrebbe tornare in campo con tanto di galloni di capitano al braccio dopo essere rimasto tre partite ai box per un infortunio al ginocchio rimediato in allenamento 23 giorni fa (scontro fortuito con Fenati). «C’è da limare qualcosa, nel senso che sento ancora qualche fastidio che si attenuerà con il passare dei giorni. Sono in linea con il recupero e con lo staff ho lavorato al meglio anche durante la sosta di Pasqua per esserci con la Sacilese, però devo andare in campo per stare bene altrimenti non ne vale la pena. Oggi forse non sarebbe il caso di giocare, ma sono sensazioni che cambiano quotidianamente. Sono fiducioso». Nonostante la sua assenza pesante, la squadra si è comportata al meglio con Giorgione, Dro e Clodiense. «Mi ha dato un fastidio enorme dover stare fuori dato che sono stato sempre presente dalla prima amichevole, ma fa parte del gioco».
«La squadra ha fatto bene e le due vittorie di fila in casa ci hanno permesso di andare a Chioggia più tranquilli. Era una trasferta nella quale si poteva perdere qualche punto, invece abbiamo vinto meritatamente facendo tutto in maniera eccelsa». Ora vi attende appunto la Sacilese. All’andata era finita con la prima sconfitta in campionato e tra l’altro è stata l’unica gara che ha saltato (squalificato) prima dell’infortunio. «Mi aspetto una partita difficile con una squadra attrezzata, ma sarà bella da giocare dato che loro non verranno a fare le barricate». Otto lunghezze di vantaggio sull’Altovicentino a cinque partite dalla fine, il traguardo della Lega Pro è davvero a un passo. «Lo stiamo acchiappando, è impensabile non prenderlo adesso. Ci mancano otto punti per la matematica, anche se è meglio non fare calcoli. Quello che ci dice la testa è andare in campo per vincerle tutte pensando una gara alla volta, non è retorica. Ma se continuiamo a fare le prestazioni, i risultati vengono di conseguenza».
Passando a lei, è al momento a quota undici sigilli, dieci dei quali messi a segno nella prima parte di stagione. «Sono andato troppo forte all’andata e mi sono un pò bloccato nel ritorno, ma è un bottino personale sul quale avrei messo la firma. La speranza è di segnarne qualcun altro nelle partite che restano, anche se non è questo il traguardo più importante». Tre promozioni con il Portogruaro (dalla serie D alla serie B) e una con il Treviso (C2). Dove colloca la stagione biancoscudata nella sua carriera? «Se la coroniamo con la vittoria del campionato è una soddisfazione impagabile pensando a come siamo partiti. Spero di essere in campo quel giorno, voglio viverla lì». Ha 37 anni, ma può dare molto al Padova anche in Lega Pro. «No ho parlato ancora con la società del futuro, come nessuno dei miei compagni dato che sarebbe una distrazione in questo momento. Mi sento meglio di quattro-cinque anni fa, e questo fa capire quanto sia importante la testa: la mia va a mille all’ora. Spero di restare, significa che è stato apprezzato ciò che ho fatto. Ma prima bisogna raggiungere il traguardo che tutti vogliamo».