Live 24! Padova-Sacilese, -3: allenamento pomeridiano alla Guizza, si attendono notizie su Aperi

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.10 – (Il Piccolo) Calabrese, 45 anni il prossimo agosto, Gianluca Gagliardi è il terzo allenatore della stagione sulla panchina della Triestina dopo Lotti e Ferazzoli. Spetta a lui, adesso, cercare di portare l’Unione alla salvezza. Gagliardi, con che spirito si arriva da Cosenza, a cinque giornate dalla fine, per salvare la Triestina? «Quello di salvarla è l’unico motivo per il quale sono qua e che mi ha spinto a lasciare casa e lavoro per venire a Trieste: solo per il piacere di questo sport e il fascino di questa piazza». Trieste resta una piazza importante dopo gli ultimi anni? «Una bella donna rimane sempre una bella donna anche con qualche ruga in più. Chi fa calcio a questi livelli non può perdere l’occasione di venire a Trieste: anche se dista 1200 km, per gli stimoli che dà è preferibile a soluzioni più comode. Io ho avuto il piacere di allenare nella mia città, cosa ancora più difficile perché nessuno è profeta in patria, ottenendo buoni risultati. Ma quello che conta sono gli stimoli, a questi livelli non lo si fa né per gloria né per soldi, anche perché in giro non ce ne sono». Come mai, dopo l’ottima stagione da esordiente sulla panchina del Cosenza, poi è rimasto fermo? «Fortunatamente ho un’attività, avevo un altro figlio in arrivo e non potevo allontanarmi da casa, anche se avevo delle richieste. Anzi, lo stesso discorso con la Triestina era stato accennato ad agosto ed era tornato a dicembre. Se si è concretizzato solo adesso, non è perché si era giunti alla disperazione, ma perché finalmente potevo muovermi». Come è stato il primo impatto con la squadra? «I ragazzi erano dispiaciuti per Ferazzoli, al quale dò il mio abbraccio simbolico: gli allenatori pagano sempre per demeriti non propri, era successo anche a Lotti. Ma ora mancano 5 giornate, non serve piangersi addosso, in qualsiasi modo deve arrivare la salvezza». E la Triestina può farcela? «Il mio augurio è che al di là di polemiche e contestazioni che non devono intaccare la squadra, tutti capiscano che bisogna marciare uniti verso l’obiettivo. Siamo tutti di passaggio, la Triestina rimane. E mi auguro per il bene di questa stupenda città e del suo pubblico, che la squadra possa salvare la categoria e in futuro avere ambizioni importanti». Sul piano tattico ha qualche modulo di riferimento? «Le regole degli under in questa categoria condizionano tutto, inoltre abbiamo tante defezioni tra infortuni e squalifiche. Giorno per giorno ne saprò di più e alla fine il modulo lo faranno i giocatori: andrà in campo chi mi darà garanzie caratteriali. Questa è una maglia pesante e serve personalità: se manca, a volte le capacità rimangono inespresse. Io sergente di ferro? Qualcuno lo dice. A me piace soprattutto inculcare la mentalità vincente, ma prima ci sono sacrifici da fare». Inevitabile che molti ricordino la sua aggressione a Da Dalt di due anni fa: cosa dice di quell’episodio? «Mi dispiace che qualcuno si diverta a mettere in evidenza quello che rimane un episodio spiacevole, ma senza sapere come stanno le cose e dando risalto solo a delle immagini dalle quali sembra ci sia un’aggressione che tale non è stata. Anzi, il ragazzo e i suoi dirigenti sono venuti a chiedermi scusa. Ma non ha importanza, è un episodio spiacevole già chiuso e sepolto, che non c’entra nulla col calcio».

Ore 21.50 – (Il Piccolo) Il giorno dopo l’addio, Giuseppe Ferazzoli si consola con l’affetto dimostrato dai tifosi alabardati e ammette che un esonero non se l’aspettava proprio: «No, non me lo aspettavo: lunedì avevo già le valigie pronte per tornare a Trieste, è stato un fulmine a ciel sereno. La prima cosa che ci tengo a dire è ringraziare la società che mi ha permesso di allenare in una grande piazza, e Trieste perché tra mille difficoltà e problemi l’affetto alla squadra non è mai mancato. E ringrazio per gli attestati di stima dei tifosi: di questa esperienza mi rimane proprio il fatto di aver allenato in una grande piazza e di essere stato apprezzato per la professionalità nel lavoro e ancora di più per la serietà della persona. Dispiace non poter portare a termine il compito, ma non è certo per volere mio». Il tecnico romano traccia un bilancio della sua esperienza, difendendo il suo operato: «Sono convinto di aver fatto un buon lavoro. Purtroppo nelle ultime settimane, dopo una rincorsa importante, come spesso succede è sopraggiunta un po’ di stanchezza fisica e mentale. Anche se tolto il Padova, le altre due sconfitte sono arrivate una al 92’ e nell’altra all’88’ stavamo vincendo in dieci contro undici. Non credo che la squadra abbia mai demeritato e sfigurato di fronte a nessun avversario, mi ha sempre dato tutto giorno dopo giorno. Ma dopo gli ultimi risultati negativi la società ha pensato di dare una scossa e come sempre avviene in questi casi a pagare è l’allenatore». A Ferazzoli resta il rimpianto di non aver potuto portare a termine l’impresa: «Mi dispiace, ero convinto che, superato questo momento, potessi portare la squadra alla salvezza perché tra quelle che giocheranno i playout è quella strutturata meglio. E lo continuo a pensare anche adesso, se arriva mentalmente carica agli spareggi ce la farà: lo spero da tifoso per i giocatori, per Trieste e per la società. Sarebbe un traguardo piccolo, ma decisamente grande per le problematiche di quest’anno. E spero che in futuro possa lottare per qualcosa di più importante». Il tecnico comunque non ha nessun rimpianto: «Tornando indietro farei le stesse scelte, anche quella di essere venuto in una squadra che aveva 2 punti dopo 8 partite con tanti problemi».

Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Questione di testa. Tornati martedì ad allenarsi dopo quattro giorni rigeneranti di pausa a cavallo di Pasqua, i neroverdi pensano ai punti salvezza che mancano e proveranno a conquistarli già ad Arzignano. È sull’aspetto mentale che mette l’accento il difensore del Ripa Fenadora Simone Malacarne. «La testa sarà decisiva», dice il terzino, che suona la carica: «Staccare qualche giorno la spina fa bene dal punto di vista mentale per ritornare più carichi e vogliosi di prima. Stiamo bene e siamo carichi. Vogliamo fare una bella partita con l’Arzignano e portare a casa punti». Fame di punti. «Cerchiamo di fare una buona prestazione domenica. L’obiettivo è vincere, ma anche un punto andrebbe bene», commenta Malacarne. «Sappiamo che non sarà facile, ma se giocheremo da Union sicuramente faremo un’ottima prestazione e porteremo a casa uno o tre punti. Eravamo amareggiati dal pareggio della settimana scorsa, perché potevamo chiudere definitivamente la questione salvezza con una vittoria. Sapevamo però che era una partita tosta, perché non vuol dire niente il fatto di giocare contro la penultima. Il Mori è venuto spensierato a fare la sua gara. Ci è dispiaciuto non vincere, ma alziamo la testa». Rush finale. Mancano cinque partite alla fine del campionato: «Dobbiamo giocarle come se fossero cinque finali, a partire da domenica», dice Simone Malacarne. «Vogliamo fare bene in primis per noi stessi. Prepariamo la partita tranquilli, sereni, con la grinta e la determinazione giuste. Tra domenica e la settimana successiva col Mezzocorona in casa ci sono in palio i punti decisivi per poi giocare ancora più serenamente il derby e la gara con il Padova». Destini incrociati. C’è il Belluno spettatore interessato della sfida di domenica del Ripa Fenadora, visto che i vicentini sono in piena lotta play-off. «L’Arzignano sta facendo molto bene», commenta il terzino dell’Union. «Il Belluno un occhio lo punterà alla nostra partita, ma noi dobbiamo guardare noi stessi e non gli altri». L’Arzignano. Martedì i neroverdi hanno lavorato soprattutto sull’aspetto fisico e tra ieri e sabato cureranno l’aspetto tecnico-tattico. Trinchieri è l’osservato speciale: «E’ un attaccante d’area da tenere d’occhio», sottolinea Malacarne. «Il pericolo principale sarà lui, ma dovremo fare attenzione a tutti gli aspetti. Le palle inattive sia a favore che a sfavore sono da curare molto bene. Dobbiamo stare concentrati al cento per cento per tutti i 90’».

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Squalifiche e sorpassi. Tra recuperi e comunicati il mercoledì dopo Pasqua ha portato novità nella vita del girone C di Belluno e Union Ripa. La prima riguarda la classifica dei neroverdi, i quali sono stati sorpassati dal Montebelluna vittorioso per 3-0 nel recupero contro il Mori. I trevigiani sono saliti a quota 41 lasciandosi alle spalle i feltrini, ora solitari in decima posizione a quota 38. LE SQUALIFICHE – Dal fronte della giustizia sportiva invece ce n’è un po’ per tutti. A cominciare dalla giornata di stop a testa inflitta al gialloblù Mike Miniati e al neroverde Alberto De March. Squalificati pure il mister dell’Altovicentino, Devis Tonini, e il suo giocatore Matteo Gritti, che dunque non potranno essere della partita contro il Belluno domenica prossima. In casa Belluno squalificato invece fino al 22 aprile (dunque per due giornate di campionato) il dirigente accompagnatore Bruno Longo, reo di aver protestato animatamente contro la terna arbitrale nel corso del match di giovedì scorso a Legnago (perso 3-2 per un rigore contestato dai bellunesi). Ieri intanto non si è allenato Pescosta, fermato dall’influenza ma non in dubbio per domenica, quando invece, oltre a Miniati, Vecchiato non potrà contare neppure su Pellicanò, ancora infortunato.

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Scorretti, ma se glielo lasciano fare…». Augusto Fardin e il Belluno se l’aspettavano, sapevano che sarebbe andata a finire così e così è andata a finire. Il Montebelluna ha «vinto facile», ancora una volta ha inscenato il giochetto del quarto d’ora, ha superato il Belluno nella classifica Giovani di qualità e presto si intascherà i 25 mila euro che spettano al primo della graduatoria, lasciando al Belluno quello da 15 mila. LA REGOLA – Nella stagione in corso i fuoriquota obbligatori da tenere in campo per tutti i 90’ sono quattro: un classe ’94, due ’95 e un ’96. Se poi li schieri ancora più giovani, meglio per te. E meglio, soprattutto, per la classifica Giovani di qualità, che per ogni «giovane» in campo nell’undici titolare assegna un punteggio alla società premiando così le compagini più verdi del campionato con un lauto premio a fine stagione. IL GIOCHETTO – Facendo testo l’undici di partenza, Daniele Pasa anche ieri nel recupero contro il Mori ha giocato d’astuzia, schierando ben tre classe 1998 e due 1997, salvo poi sostituire due ’98 dopo appena 15’ di gioco, sullo 0-0. Punteggio ottenuto, anche sul campo, vincendo 3-0. IL SORPASSO – Una manovra, quella dell’ex gialloblù, che ha permesso al Montebelluna di superare al secondo posto della classifica Giovani di qualità proprio il Belluno di Vecchiato. Considerato che i primi, il Mezzocorona, saranno «eliminati» in quanto retrocessi, questo significa che il Montebelluna chiuderà la graduatoria primo e il Belluno secondo, intascandosi rispettivamente 25 e 15 mila euro. E quei 10 mila euro persi per il «giochetto del quarto d’ora» al Belluno proprio non vanno giù. LE REAZIONI – «Pasa non c’entra nulla – commenta amaro il ds Augusto Fardin – è la società che gli ha detto di fare così. Non è giusto, è scorretto, ma si può fare. La Federazione lo permette, la “falla” è nel regolamento. Bisognerebbe tenere in considerazione il minutaggio dei giocatori, non l’essere o meno titolari. Altrimenti così uno che scende in campo negli undici ed esce dopo 5’ fa punti, uno che magari entra al 5’ e gioca tutta la partita non conta nulla». «Comunque niente di nuovo – chiude Fardin – ce lo aspettavamo».

Ore 20.30 – (Corriere delle Alpi) Cinque giornate per battere il proprio record personale. Simone Corbanese mette nel mirino il ventesimo gol in campionato, che gli permetterebbe di eguagliare la stagione 2012-2013, quando il Belluno concluse il campionato a metà classifica con 52 punti. Lo scorso anno il “Cobra” ha messo la firma sul tabellino sedici volte, ma in questa stagione ha ancora cinque partite per migliorare dei numeri già importanti. L’avversario dei gialloblù è l’Altovicentino, seconda forza del campionato; per batterlo servirà una grande prestazione e, se possibile, anche un pizzico di fortuna, quella che è mancata negli ultimi mesi alla squadra bellunese. «A livello personale mi piacerebbe in queste ultime cinque giornate superare quota 20 gol – commenta Simone Corbanese – ma la mia speranza è che i miei gol servano soprattutto alla squadra per raggiungere i play off, un traguardo al quale la società e noi tutti teniamo in modo particolare». Negli ultimi mesi il Belluno non è stato brillante sul piano del gioco, anche per infortuni e squalifiche. Il momento è uno dei più difficili del biennio di Roberto Vecchiato, ma questo non toglie che la squadra ha compiuto un percorso importante, sarà importante non mollare nelle ultime cinque partite fondamentali in chiave playoff. «Per superare questo periodo delicato dobbiamo lavorare ancora più duramente – continua Simone Corbanese – è proprio in momenti come questi che è necessaria ancora più applicazione, negli allenamenti e nelle partite e ben venga quindi la sfida di domenica contro una corazzata come l’Altovicentino. In questo girone di ritorno abbiamo di certo commesso qualche errore di troppo ma l’obiettivo play off è ancora alla nostra portata, dobbiamo solo tornare a fare punti, dipende tutto da noi». Il Belluno viene nuovamente scavalcato nella classifica Giovani D Valore. Ieri pomeriggio il Montebelluna ha recuperato il match contro il Mori S. Stefano vincendo per 3-0. La squadra allenata dall’ex gialloblù Pasa ha schierato ben sette fuoriquota dal primo minuto per essere certa di riprendersi la seconda posizione nella graduatoria giovani, che poi diventerà prima con l’ormai certa retrocessione del Mezzocorona, primo in classifica. Gli ospiti si sono presentati al fischio dell’arbitro con tre ragazzi del 1998, due del 1997 e due del 1995. Il Belluno può comunque consolarsi con la seconda posizione che per il prossimo anno gli garantirà la somma di quindicimila euro, preziosa per il nuovo bilancio. Giovanni Pescosta influenzato. Il terzino fuoriquota del Belluno ieri pomeriggio non si è allenato ma la sua presenza per domenica non dovrebbe essere in dubbio. Paolo Pellicanò invece è rimasto nuovamente fermo ai box per il solito problema al ginocchio.

Ore 20.00 – (Trentino) Davide Zoller non si nasconde e mette in chiaro che la brutta prestazione dei suoi è da condividere con l’allenatore. A tal proposito il tecnico brentegano precisa: «Pur avendo giocato una positiva prima frazione, nella ripresa, complice anche un calo mentale e fisico, non siamo stati all’altezza delle ultime prestazioni. A metà ripresa, nel momento del nostro massimo sforzo, non c’è stato concesso un evidente rigore ed anzi le proteste di Macho e la manina malandrina dopo, ci hanno privato del nostro ariete offensivo. Da quel momento è diventato più difficile. Chiaramente il tutto non è da imputare alla generosità dei miei ragazzi ma alla scarsa abitudine a saper gestire incontri così ravvicinati. Sicuramente domenica prossima col Tamai, anche per l’assenze forzate di dal Fiume e Deimichei, daremo spazio a qualche altro giovane che merita».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Per il Monte giochi praticamente fatti per la salvezza anticipata senza playout. Mister Pasa è più che soddisfatto: «Abbiamo trovato una squadra viva nonostante una classifica deficitaria. Siamo stati bravi a indirizzare la partita a nostro favore e nel 2° tempo abbiamo trovato più spazi anche per effetto dell’espulsione. Abbiamo espresso un buon calcio e sono molto contento. Il nostro obiettivo è stato raggiunto utilizzando anche in questa stagione molti giovani, forse termineremo il campionato con il record in questa categoria. Obiettivi da qui alla fine? Cercheremo di migliorare i 47 punti dello scorso campionato, poi cercheremo di far giocare chi ha avuto meno spazio. Un nome di un giovane fra tutti? Sicuramente quello di Cusinato, classe ’97, punta esterna che ha fatto molti miglioramenti e che può giocare anche da quarto del centrocampo».

Ore 19.20 – (Tribuna di Treviso) Missione compiuta: salvezza ipotecata e classifica Giovani D Valore in saccoccia. Il Montebelluna ritrova la vittoria dopo cinque turni, il Mori è un destino funesto nel nome. Tutto fila come nelle previsioni nel recupero del match rinviato il 29 marzo causa infortunio dell’arbitro. I biancocelesti, per i quali la permanenza nella categoria è ormai una formalità, mandano in campo dal primo minuto i ’98 Michielan, Fasan e Sartori, unitamente ai ’97 Cusinato e Manfrin. Il premio di 25mila euro, messo in palio dalla Lega Dilettanti, finirà per il terzo campionato consecutivo in via Biagi. Manca solo l’ufficialità: la giovanissima formazione schierata da Pasa – due dei tre debuttanti sono stati sostituiti dopo nemmeno 20’ – consente di stroncare la rimonta del Belluno, mentre il Mezzocorona, peraltro prossimo avversario dei montelliani, non può beneficiare del contributo, in quanto destinato alla retrocessione. Come la trentina Mori, virtualmente condannata dal penultimo posto, ma interprete di un primo tempo onesto e non remissivo. La frazione iniziale è stata infatti equilibrata: i locali – allenatore e buona parte della rosa già confermati per l’anno prossimo, motivo in più per chiudere con dignità – hanno sfiorato pure il vantaggio dopo un quarto d’ora, quando Rigo ha sventato in tuffo su Dossi. È stata l’unica vera fiammata trentina. Il punteggio è cambiato sugli sviluppi di una punizione battuta in velocità: Masiero ha sfruttato la dormita di Pruenster, raccogliendo l’invito di Giglio e piazzando la zampata da distanza ravvicinata. Da quel momento, il Montebelluna non ha avuto problemi a far sua la partita. Lo stesso Giglio, tornato in gran spolvero, ha saltato a inizio ripresa il malcapitato Pruenster come un birillo, traducendo in gol l’imbeccata di Fasan. L’espulsione di Deimichei, che ha rimediato due gialli in pochi minuti, il primo per la vana richiesta di un rigore, ha fatto calare definitivamente il sipario. In pieno recupero, e in superiorità numerica, il tris firmato in contropiede da Frimpong. Classifica aggiornata: Padova 72, Altovicentino 64, Sacilese 53, Clodiense, 49, Belluno e Arzichiampo 48, Union Pro 43, Montebelluna 41, Legnago 39, Ripa 38, Fontanafredda 36, Tamai 35, Giorgione 30, Dro 29, Kras 28, Triestina 26, Mori 15, Mezzocorona 12. Giudice sportivo: squalificati Baggio del Giorgione e la coppia del Montebelluna Guzzo-Severgnini.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Il Bassano è più forte e primo con merito, ma prima di dare per scontato il “funerale” del Venezia aspetterei quantomeno di vedere la partita». Domenica a Bassano del Grappa il team arancioneroverde non andrà in gita primaverile per vedere il ponte degli Alpini, bensì per giocarsi nei 90′ dello stadio Mercante (ore 18) la possibilità di avvicinare la matematica permanenza in Lega Pro. Un traguardo cui il ds Ivone De Franceschi guarda con fiducia nonostante oggi sia attesa l’ufficialità della penalizzazione di un punto in classifica. «Scenderemo da 44 a 43 punti, da +8 a +7 sui playout, ma sapevamo che questo momento sarebbe arrivato e quindi siamo sereni e motivati – assicura il dirigente padovano – In fondo non cambia niente, ci restano da giocare 5 partite e riuscire un pò prima o un pò dopo a conquistare la salvezza dipende da noi ma anche dai risultati delle altre». Nelle prossime due giornate si complica non poco il calendario del Venezia, imbattuto da 4 turni (3-0 alla Cremonese e tris di pareggi) e atteso a Bassano per poi ospitare il Pavia sabato 18 al Penzo (ore 15). «Ci aspettano due sfide complicate contro avversarie in lotta per la serie B, però sono convinto che possiamo fare risultato. Arriviamo al derby tutto sommato in un buon momento, abbiamo trovato una certa regolarità anche grazie ai progressi sul piano della condizione di qualche giocatore che lo scorso anno aveva giocato poco». Zaccagni ha un problema muscolare al flessore ma dovrebbe recuperare, Sales e Giorico sono squalificati, mentre Bellazzini continua a convivere con una fastidiosa infiammazione. «Ormai è una costante quella di dover fare i conti con tante assenze – non può che riconoscere il ds lagunare – tuttavia siamo pronti, per l’ennesima volta, a metterci i cerotti e a dare tutto. Il Bassano ha dimostrato di avere tanta qualità oltre alla compattezza di un gruppo che gioca assieme da due stagioni. Lo ripeto, il Venezia non parte battuto e chi vuole intonare il «de profundis» dovrà aspettare domenica sera, col rischio di essere smentito».

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ attesa per oggi la sentenza sul mancato versamento dei contributi relativo alla scadenza dello scorso 16 dicembre: dopo il deferimento, il Venezia dovrebbe ricevere il primo punto di penalizzazione e scendere in classifica a quota 43, a più 7 sulla zona playout. A stretto giro di posta, inoltre, dovrebbe arrivare anche il bis, visto che la società è già stata deferita per il mancato versamento di contributi Inps e ritenute Irpef del periodo novembre-dicembre che andavano documentati entro il 16 febbraio scorso. In questo caso l’udienza è prevista per il 16 aprile. Data entro la quale si spera invece di arrivare puntuali sulle nuove scadenze, visto che il presidente Korablin ha versato per tempo gli stipendi di gennaio-febbraio e parte dei contributi, relativi a gennaio. Manca davvero pochissimo e nella sede di via Torino si respira un cauto ottimismo. «Il presidente ci ha assicurato che nei prossimi due giorni saranno onorate le scadenze. Conto dunque che non vi saranno altri punti di penalizzazione», riferisce il dg Dante Scibilia. I contatti con Mosca sono aperti e, anzi, si sperava che in questi giorni il presidente arrivasse in laguna, visto che a inizio febbraio aveva assicurato che sarebbe venuto una volta al mese e che entro marzo avrebbe trovato i soldi necessari a coprire le spese relative alla stagione in corso, quantificando la somma necessaria in 800mila euro. Invece da allora il patron arancioneroverde non si è più visto e si sperava arrivasse proprio in questi giorni. Magari, è l’auspicio della dirigenza, arriverà per assistere a Venezia-Pavia sabato 18 aprile. Korablin sarà sanzionato con un’inibizione, che gli impedirà di svolgere il suo ruolo di legale rappresentante davanti agli organi federali, presumibilmente per 40 giorni. Dovrà delegare una persona di sua fiducia, probabilmente un componente del cda. Ieri intanto doppia seduta al Taliercio, con la squadra quasi al completo. Solo Raimondi si è allenato a parte.

Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Un punto in meno verso Bassano: oggi la sezione Disciplinare del Tribunale Nazionale Federale ufficializzerà quanto si sa ormai da settimane. Il Venezia scenderà di un punto in classifica, mentre è da vedere quale sarà il periodo di inibizione che verrà inflitto al presidente Yury Korablin, quale rappresentante pro tempore dell’Unione Venezia, società deferita per responsabilità diretta. Gli arancioneroverdi rimarranno al decimo posto con 43 punti, sette lunghezze in più del Monza quint’ultimo e in attesa di ricevere altri due punti di penalizzazione. E domani sarà la volta del Novara con la concreta possibilità che domenica il Bassano si presenti alla sfida con il Venezia da capolista solitaria del girone A della Lega Pro. Se Scialpi ed Esposito sono in corsa per sostituire lo squalificato Giorico, non è difficile individuare in Marco Dell’Andrea il giocatore che sostituirà Simone Sales, anche lui appiedato dal giudice sportivo. Otto presenze per il terzino della Berretti lanciato a Meda contro il Renate da Serena, l’ultima due settimane fa a Gorgonzola contro la Giana Erminio quando giocò sull’out sinistro. «Potrebbe essere nuovamente il mio turno, è vero, non siamo rimasti in tanti dietro tra infortuni e squalifiche». Dalla Berretti alla prima squadra, la stagione è cambiata con il nuovo anno per Dell’Andrea. «Non sono cambiato, so che devo solo lavorare per farmi trovare pronto. In questi mesi, a contatto con compagni più esperti, ho sicuramente acquistato più fiducia e sicurezza». Venezia pronto a sfidare il Bassano che arriva al confronto con sei vittorie consecutive alle spalle. «Conosciamo il valore della squadra di Asta, ma il Venezia è pronto» aggiunge Marco Dell’Andrea, «contro le big del girone ci siamo quasi sempre comportati bene. Vicini alla salvezza? Sì, giusto, vicini, ma non ancora al sicuro, ci manca qualche punto e vogliamo conquistarli rapidamente per poter poi giocare senza assilli le ultime partite». Le prestazioni di Dell’Andrea e la sua età sembrano aver suscitato gli interessi di qualche club di categoria superiore. «Non so nulla, ho letto anch’io, ma non ci penso. Logico che faccia piacere, non mi faccio però condizionare». Dell’Andrea a sinistra con Capogrosso a destra, Cernuto e Legati centrali: la difesa del Venezia anti Bassano è costruita con Peccarisi in lista d’attesa. Ieri doppio allenamento, solo Raimondi ha lavorato a parte. Michele Contessa

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Ad aspettare il Real Vicenza a Sassari domenica ci sarà uno che a Vicenza ha dato tanto. Dieci gol nella stagione 1999-2000 con la casacca biancorossa in un campionato memorabile, quello della promozione dalla B alla serie A. È Cristian Bucchi. Attaccante classe 1977 che ora siede sulla panchina sarda. Come vi state preparando? Classifica delicata la vostra… «Stiamo lavorando molto questa settimana. Affronteremo un´ottima squadra, con un gran allenatore che stimo molto sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista umano. Una grande società, l´anno scorso è riuscita a conquistare la Lega Pro e in questa stagione la sta meritando con grandissimo encomio. Il Real ha fatto un buon campionato, noi dovremo riuscire a far valere le nostre motivazioni che, senza togliere nulla a loro, devono essere quelle di chi vuole conquistare subito la salvezza senza passare per i playout». Cosa può fare la differenza? «Dobbiamo avere assoluta voglia di vincere questa gara e il fatto che loro possano giocare più spensierati di noi, magari anche con meno motivazioni di noi, ma potrebbe essere anche un vantaggio per loro: la spensieratezza ti permette di giocare con più serenità e maggior margine d´errore». Due bomber a confronto, Bruno e Maiorino, ma entrambi in un momento di “stand by”…” «Si, sia noi che loro stiamo avendo un momento in cui fatichiamo a fare gol e anche la fortuna non è che ci assista molto… Chiaro, parlando di singoli, conosco molto bene Sasà ed è sicuramente uno di quei giocatori che può cambiare la partita con un colpo dei suoi. Lo stesso vale per Dalla Bona. Sono ragazzi con esperienza di categorie superiori e che in Lega Pro possono fare la differenza in ogni momento. Poi credo che sia in assoluto un ottimo organico: al di là delle individualità importanti credo ci sia un lavoro dietro da parte dell´allenatore che ha saputo plasmare questo gruppo, dargli un´identità e fargli fare un ottimo gioco». In definitiva lei pensa che il Real Vicenza… «Partendo dal Real, credo si stia assestando bene. Sta mettendo radici molto forti in Lega Pro e nei prossimi anni penso che, se la società avrà voglia di assecondare quello che può essere un progetto tecnico, ci siano le possibilità di ambire a qualcosa di più. È una piazza che ha dalla sua anche molta tranquillità». E il Bassano? «Credo sia la squadra tra quelle che stanno davanti che gioca il miglior calcio. Un calcio propositivo, offensivo. Ha tutte le carte in regola e credo veramente ci siano grandi margini anche da quest´anno per arrivare in serie B». Come vede il Vicenza, la sua ex squadra? «Sta vivendo una stagione da sogno. Prima è arrivato il ripescaggio e ora sta lottando meritatamente per la serie A, perché gioca un ottimo calcio e ha riscoperto e rigenerato giocatori come Di Gennaro e Cocco, che non avevano vissuto negli anni passati delle grandissime stagioni. E quindi penso che essendo una di quelle squadre che non ha nulla da perdere possa lottare fino alle ultime giornate. E io da ex biancorosso non posso che esserne felice. E poi c´è il pubblico… io ho sempre detto una cosa: andando a Vicenza sapevo di trovare un bell´ambiente e una buona società, ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di trovare in una piazza del nord un ambiente del sud. Il calore della tifoseria vicentina è paragonabile al calore del sud. Numericamente non ci saranno i 50mila spettatori, ma quelli che venivano al Menti creavano un ambiente infuocato. Quell´anno che abbiamo vinto il campionato sono stati loro a trascinarci. Sono contento che lo stadio torni a popolarsi e sono sicuro che potrebbe essere come negli anni migliori della storia biancorossa, l´arma in più».

Ore 17.20 – Attese in serata o al massimo domani notizie sulle condizioni fisiche di Sebastiano Aperi, che ieri ha abbandonato anzitempo il campo per un problema al ginocchio occorsogli dopo un contrasto di gioco.

Ore 16.52 – Qui Guizza: ancora a segno Amirante. Fischio finale, la partita termina sul risultato di 9-0.

Ore 16.50 – Qui Guizza: due gol in altrettanti minuti per i Biancoscudati, a segno Amirante e Petrilli.

Ore 16.35 – Qui Guizza: sesto gol del Padova, grande azione personale di Petrilli.

Ore 16.30 – Qui Guizza: 5-0 del Padova e doppietta personale per Zubin.

Ore 16.25 – Qui Guizza: viene disputato un terzo tempo.

Ore 16.20 – Qui Guizza: 4-0 dei Biancoscudati, rete di Degrassi. Termina il secondo tempo.

Ore 16.15 – Qui Guizza: tris del Padova, a segno Zubin. 3-0.

Ore 15.55 – Qui Guizza: inizia la ripresa.

Ore 15.45 – Qui Guizza: termina il primo tempo, Padova avanti 2-0.

Ore 15.35 – Qui Guizza: raddoppio del Padova, rete di Sentinelli con una punizione “alla Cristiano Ronaldo”.

Ore 15.15 – Qui Guizza: Biancoscudati in vantaggio, a segno Dené.

Ore 15.10 – Qui Guizza: inizia l’amichevole.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo. In programma un’amichevole con una selezione di ragazzi africani nati dal 1994 al 1999.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Con più fratture nasali che gol a referto (uno solo quest´anno, ma monumentale a Livorno in Tim Cup, decisivo per la qualificazione), Nicola Bizzotto non getta la maschera. «No, la protezione in faccia non la tolgo più – rivela lo stopperone alla seconda rottura stagionale delle ossa del naso – da qui alla fine la indosserò sempre, tra l´altro non mi dà neppure fastidio» Va bene, sino all´ultimo avremo l´Uomo Mascherato in pista, che non stride neanche visto che Bizzo spesso e volentieri è stato il supereroe della terza linea virtussina. Lo stesso che appena si accende una nuvola d´ira corre in aiuto del compagno in difficoltà e non arretra di un centimetro, orgogliosamente a muso duro con chiunque. «E adesso vedetevela con me» sembra voler dire. E difatti attorno si fanno tutti di nebbia, salvo i provocatori di professione, Bizzo è lo stesso che tre giorni dopo l´intervento chirurgico al naso si è presentato al campo da Asta dicendo che se c´era bisogno lui a Lumezzane era disponibile, a dispetto della settimana di assoluto riposo impostagli dai medici. Come capitan Iocolano che lo scorso inverno due ore prima di Alessandria aveva la febbre alta e due ore dopo zampettava in area e chissenefrega dell´influenza. Atteggiamenti elogiati pubblicamente dal tecnico, perchè Ioco e Bizzo son qua da anni e ci tengono alla maglia. «D´ora in poi contano i dettagli – riattacca il difensore – ogni particolare pesa. Ad esempio i tifosi sono risolutivi. Con l´Alessandria lo sono stati di sicuro: una gran bella cornice di pubblico, un incoraggiamento continuo che a un certo punto ha quasi zittito i supporter ospiti e un atteggiamento positivo da parte della gente. Perchè ci saranno anche col Venezia momenti di difficoltà, ve lo dico sin da adesso e potremo superarli solo se chi ci vuol bene ci appoggerà al massimo». Sottolinea un concetto Bizzotto. «Anche se in questo momento tutti i riflettori sono puntati su di noi, dovremo essere bravi a vivere questa gara con la medesima mentalità che ci ha permesso di costruire la rimonta delle 6 vittorie di fila. È una sfida importante ma non decisiva, dopo ce ne saranno comunque altre quattro».

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La conferma ufficiale è arrivata ieri sera con una nota ufficiale del Vicenza: la trattativa portata avanti dal presidente Tiziano Cunico e dall’advisor dei berici Ippolito Gallovich con il leader della cordata estera, l’imprenditore arabo di origini siriane (con numerose attività a Dubai e residenza in Canada), Yahya Kirdi, è ormai tramontata. Dopo il nulla di fatto di martedì sera, sono arrivate la fumata nera e la rottura definitiva dopo che ieri le parti si erano riparlate e il dialogo sembrava poter proseguire. «Il Consiglio di amministrazione — recita la nota del club biancorosso — sottolinea come lo stesso gruppo non abbia avanzato alcuna offerta scritta per una possibile apertura di una procedura di acquisto delle quote di Vicenza Calcio Spa. Conseguentemente non è mai stata avviata una trattativa privata tra le parti». A questo punto, dopo oltre tre mesi di incontri, confronti e analisi sui conti della società biancorossa, non c’è più spazio per riavvicinare le due parti. E così, trova una via aperta la trattativa che, su un altro tavolo, il presidente di Finalfa srl, Sergio Cassingena, sta portando avanti la trattativa con un gruppo di imprenditori vicentini che stanno cercando di trovare una soluzione per aiutare la società berica nel fare fronte alle prossime scadenze, tra cui la più vicina è quella del 16 aprile quando dovranno essere pagati gli stipendi e i contributi ai tesserati. Nell’incontro tenutosi martedì sera, gli imprenditori vicentini presenti — Alfredo Pastorelli (Colombo Finanziaria Spa), Luigi Morato (Morato Pane Spa), Stelvio Dalla Vecchia (Utensilnord Srl), Marco Franchetto (Pulitalia Spa, e Caffè Vero), Lino Chilese (Came Spa) a cui dovrebbe affiancarsi l’attuale responsabile del settore giovanile, Antonio Mandato — si sono confrontati con lo scopo di riuscire a mettere a disposizione della società biancorossa circa 1,5 milioni di euro che garantirebbero una bella boccata d’ossigeno per le casse di via Schio. Per arrivare all’obiettivo è probabile che il gruppo abbia necessità di essere ulteriormente rinforzato, e tra i vari nomi nuovi è circolato con insistenza quello di Rino Dalle Rive, presidente dell’Altovicentino, in serie D. Ovvio che al centro dell’attenzione ci siano le note situazioni di difficoltà relative al monte debitorio del Vicenza che ammonta a circa 13 milioni di euro e le relative garanzie, le scadenze (circa 400 mila euro) delle rate dell’Iva da pagare e i circa 2,5 milioni che mancano per arrivare al 30 giugno e chiudere la stagione senza penalizzazioni. Anche in questo caso però bisogna fare in fretta, perché il tempo a disposizione è poco, il 16 di aprile è alle porte e la proprietà sa bene che non può non rispettare la scadenza, anche se l’intenzione di onorare fino in fondo tutti gli impegni è sempre stata ribadita a chiare lettere. «Che la situazione del Vicenza sia un po’ complicata è cosa nota – precisa il presidente del Centro di coordinamento club biancorossi, Maurizio Salomoni – ma sono certo che l’attuale proprietà farà fronte agli impegni e alla scadenze in programma, come ha sempre fatto finora. Del resto è impensabile che in un momento così importante del campionato del Vicenza gli stipendi non vengano pagati, sarebbe molto grave ma ribadisco che non ho dubbi che tutto andrà regolarmente secondo le scadenze stabilite». Cosa che potrebbe avvenire anche grazie ad un passaggio di proprietà, o all’aiuto del gruppo di imprenditori locali. «Premesso che della trattativa portata avanti dal presidente Tiziano Cunico non so quasi nulla a parte quello che leggo sui giornali – precisa Salomoni – io mi auguro che il tentativo degli imprenditori vicentini possa andare a buon fine perché sono tutte persone serie e spinte dalla passione per i colori biancorossi».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Due notizie importanti dal Consiglio di amministrazione di ieri del Vicenza Calcio. La prima: la trattativa in corso con il gruppo di investitori stranieri rappresentato dall´uomo d´affari siriano-canadese Yahya Kirdi non approderà a nulla. Dopo mesi di contatti la pista estera in effetti appariva ormai avviata al tramonto e al nulla di fatto, come avevamo anticipato. Ieri è arrivata anche la conferma da parte del club di via Schio: nella nota (che pubblichiamo a fianco) si dice che il gruppo di Kirdi non ha avanzato alcuna offerta scritta per le quote del Vicenza Calcio: come far calare il sipario sulla cosidetta opzione-1. Nella stessa nota della società biancorossa si precisa anche che «non è mai stata avviata una trattativa privata tra le parti». E a questo punto bisognerebbe capire di che cosa abbiano parlato in questi tre mesi il delegato alla vendita Tiziano Cunico e l´advisor Ippolito Gallovich se ora si afferma che non è stata avviata alcuna trattativa con il gruppo di Kirdi. E la risposta in qualche modo è contenuta nella seconda notizia della giornata: il presidente del Vicenza Tiziano Cunico, fino a ieri consigliere delegato alla vendita del club, nel corso del consiglio di amministrazione ha rimesso «irrevocabilmente il mandato», come è precisato nella nota. In pratica è il capolinea di un percorso lastricato di trattative finite sempre in un nulla di fatto. La vicenda legata a Hamdi Mehmeti e Pierre Mbock è solo l´esempio più eclatante, costata fra l´altro 4 punti di penalizzazione nella scorsa stagione. Ma ci sono state anche altre trattative, come quella con il gruppo svizzero, tentativi di trovare finanziatori e investitori all´estero, sempre finiti nel nulla. Come l´ultimo con l´uomo d´affari siriano-canadese Yahya Kirdi. La rinuncia di Cunico prelude fra l´altro, con ogni probabilità anche alla chiusura del rapporto fra il Vicenza e Gallovich: l´incarico di advisor, affidato al commercialista di Pordenone, non sarà rinnovato alla fine di giugno, alla sua scadenza. L´altro aspetto che emerge con forza dalla nota di ieri del Cda è che tutto torna nelle mani di Sergio Cassingena, il presidente di Finalfa s.r.l., la finanziaria che controlla oltre il 90 per cento delle quote del club di via Schio. Cunico ha infatti rimesso il suo mandato nelle mani di Finalfa, dice la nota. E d´altra parte, al di là delle smentite ufficiali, era quanto meno singolare che ai contatti in corso con il gruppo estero da parte di Cunico si fosse sovrapposta negli ultimi tempi la cosidetta opzione-2, cioè il tentativo di convolgimento di imprenditori vicentini sviluppato direttamente da Cassigena, con la partecipazione di buona parte dirigenza di via Schio. Ora appunto tutti i fili tornano a riannodarsi in Finalfa, d´ora in poi sarà solo la finanziaria a trattare la vendita del Vicenza Calcio. Questa la nota del Vicenza: «Vicenza Calcio informa che in data odierna il Consiglio di amministrazione del Club ha provveduto ad esaminare la relazione del Presidente Tiziano Cunico, condotta con il supporto dell´advisor incaricato, inerente la manifestazione d´interesse presentata nelle scorse settimane dal gruppo facente capo al sig. Yahya Kirdi. Il Consiglio di Amministrazione sottolinea come lo stesso gruppo non abbia avanzato alcuna offerta scritta per una possibile apertura di una procedura di acquisto delle quote di Vicenza Calcio Spa. Conseguentemente non è mai stata avviata una trattativa privata tra le parti. Dopo una attenta analisi il Presidente Tiziano Cunico, in qualità di Consigliere Delegato alla vendita, ha deciso di rimettere irrevocabilmente il mandato conferitogli nelle mani di Finalfa srl».

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) C´è ancora l´Avellino nel destino del Vicenza. All´andata proprio la vittoria in Irpinia segnò la svolta nella stagione, facendo crescere l´autostima del gruppo biancorosso che da quel momento iniziò la sua esaltante risalita dai bassifondi ai vertici della classifica. Ad un girone di distanza, domani sera (fischio d´inizio al Menti alle 20,30), la partita contro l´Avellino metterà in palio tre punti dal peso specifico molto elevato: il Vicenza per una sera potrebbe ritrovarsi secondo, agganciato al Bologna, e continuare così a credere fortemente nella promozione diretta. Un sogno che il centrocampista Federico Moretti vuole tenere acceso il più a lungo possibile. Moretti, tra le otto finali che vi aspettano da qui alla fine, quella di domani è una delle più importanti. «Lo sappiamo. Abbiamo l´opportunità di avvantaggiarci in uno scontro diretto, di mettere pressione alle nostre più dirette concorrenti, ma non sarà facile perché avremo di fronte una delle squadre più difficili da affrontare. Noi però cercheremo la vittoria fino all´ultimo minuto, com´è ormai abituale per il nostro modo di affrontare ogni gara». A Vercelli, purtroppo, la sua traversa e il palo di Laverone vi hanno fermati proprio sull´ultima azione… «Abbiamo fatto il pieno di sfortuna in un´unica azione, mi sa che sia una specie di record. Certo ci è dispiaciuto tornare con un solo punto, però dobbiamo ripartire dalla certezza di una prestazione di alto livello, che ha confermato ancora una volta le nostre potenzialità: giocando sempre così, potremo andar lontano». Negli ultimi sei turni si è vinto una volta sola. Domani meglio ottenere qualche applauso in meno e qualche punto in più, è d´accordo? «Ci serve concretezza, questo è innegabile: in serie A potrà andarci solo chi troverà maggior continuità di risultati da qui alla fine. Però io gli applausi, quando sono meritati, me li prendo sempre volentieri, perché testimoniano il fatto che in campo abbiamo dato tutto senza risparmiarci». Da che cosa dipende, secondo lei, il minor “raccolto” di queste ultime giornate? «Ormai le squadre ci conoscono e ci temono, quindi prendono diverse contromisure per arginare il nostro gioco, chiudendosi molto. Va sottolineato, però, che praticamente sempre pur non vincendo abbiamo fatto la partita e creato molte occasioni da gol: questo significa che magari è mancata un pizzico di fortuna o di precisione, ma non che il nostro gioco sia diventato meno efficace, ed è molto confortante in prospettiva». Con il ritorno di Di Gennaro, lei domani giocherà nuovamente da mezzala, dopo aver fatto il regista a Vercelli. «Nessun problema in entrambi i casi. Ormai abbiamo raggiunto una sintonia nel gioco che chiunque scenda in campo, in qualunque posizione, sa bene cosa deve fare e come può interagire al meglio con i compagni». L´Avellino porta con sé il ricordo di una importantissima vittoria all´andata. «Infatti secondo me proprio quella partita ha fatto scattare qualcosa nel gruppo: abbiamo cominciato ad essere sempre più squadra vera, consapevole dei propri mezzi, in grado di essere sempre propositiva e votata alla vittoria. Adesso si tratta di mantenere lo stesso identico atteggiamento fino alla fine, a prescindere dal singolo risultato settimanale». Si punta alla promozione diretta? «Si punta a vincere sempre, è non è retorica. Ovvio che se ci riuscissimo sempre, difficilmente arriveremmo terzi. Ma se anche alla fine si dovesse passare dai playoff, io non sarei preoccupato: stiamo dimostrando di poter giocare come e meglio di qualunque altra squadra, quindi non avrei paura di sfidarne nessuna».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Alessandro Sgrigna è l’ex per eccellenza delle prossime sfide casalinghe dei granata con Carpi e Vicenza, squadre che sono le due autentiche rivelazioni di questo campionato. Il meno sorpreso è però proprio il fantasista romano, che le conosce a fondo. «Il Carpi ormai ha la serie A in tasca – afferma – E dire che cinque-sei anni fa disputava il campionato fra i dilettanti. Sono tutti meriti che la società emiliana ha saputo costruire su una solida base. Il ripescato Vicenza invece sta facendo un campionato incredibile. Con l’arrivo di Marino ha trovato la quadratura giusta, valorizzando al meglio ogni risorsa». Sui suoi trascorsi da ex, ricorda: «La scorsa stagione con il Carpi ci siamo salvati con tranquillità. Essendo neopromossi l’obiettivo è stato raggiunto, ma le premesse per un ulteriore salto di qualità c’erano tutte proprio in virtù di un ambiente sano e motivato a crescere. Per questo non mi sorprendo più di tanto per l’esaltante cammino del Carpi. A Vicenza, invece, ho lasciato una parte del mio cuore con tanti bei ricordi per i sette campionati disputati». Nella gara d’andata a Carpi il Cittadella ha perso per 5-2 con un gol di Sgrigna su un rigore calciato per ben tre volte. «È raro dover battere un rigore per tre volte di fila. E poi è stato inutile in una partita amarissima per noi. Eravamo partiti bene sfiorando il vantaggio, poi siamo stati puniti in modo eccessivo da cinque gol in altrettante occasioni create dal Carpi. La squadra di Castori è micidiale nelle ripartenze e sa capitalizzare al massimo ogni palla-gol che costruisce. Noi comunque sabato dobbiamo puntare alla vittoria». Su come fare per riuscirci, riprende Sgrigna: «Il Carpi di punti deboli ne ha davvero pochi, ma noi dovremo essere bravi a sfruttare le opportunità che ci capiteranno. Sarà importante tenere il pallino del gioco e fare attenzione a non trovarci scoperti sulle loro pericolosissime ripartenze». Nove gol fatti finora, ma Sgrigna non si pone un obiettivo personale: «Intanto vedrò di fare il decimo, poi quel che viene va bene perchè l’importante è che la squadra raccolga punti, indipendentemente da chi segna». SQUADRA. Pellizzer, Rigoni e Cappelletti si sono ieri allenati in gruppo soltanto nella prima parte, ma in precedenza avevano lavorato per oltre un’ora con il preparatore atletico Andrea Redigolo: i primi due e anche Scaglia possono essere considerati recuperati, mentre Cappelletti sta ancora smaltendo il dolore alla schiena accusato dopo la partita con il Latina.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Il capitano è pronto a riportarsi in plancia di comando. Michele Pellizzer mette prudentemente le mani avanti, ma tutto lascia supporre che sabato contro il Carpi, al Tombolato, sarà di nuovo lui a guidare la difesa del Cittadella. «Deciderà Foscarini, ma io ci sono e credo che sarò affiancato da Scaglia che, come il sottoscritto, ha ripreso ad allenarsi in gruppo», afferma il centrale di Asolo. Non sente più male? «Ho qualche noia legata alla cicatrice, dopo la lesione ai flessori della coscia destra, ma non avverto più dolore. Con il senno di poi posso dire che forse ho affrettato il recupero dopo la prima contrattura, rimediata nel corso della gara con il Bologna, ma ora il problema sembra superato». A Signorini cos’ha detto dopo l’autogol che ha compromesso la gara di Latina? «Che sono cose che succedono. Nessuno in spogliatoio gli ha fatto pesare ciò che è capitato, anche perché il primo a sentirsi in colpa è stato proprio lui. Sappiamo tutti che ha anticipato il suo rientro perché ci trovavamo in una situazione di emergenza assoluta, anche a causa dei crampi che hanno messo fuori causa nel giro di pochi minuti Pecorini e De Leidi. Andrea avrà sicuramente modo di riscattarsi. Teniamo presente che il ruolo di difensore centrale è particolarmente delicato, per una questione di tempi di gioco. E lo dico con cognizione di causa: so per esperienza diretta quanto sia difficile entrare in campo a partita iniziata e integrarsi subito nei meccanismi». Contro la capolista ci sarà bisogno della miglior difesa: chi teme di più nella capolista? «È una squadra che conosciamo bene, anche perché dall’inizio della stagione non ha mai cambiato il suo modo di stare in campo. Se devo indicare un solo nome, dico Mbakogu, che però è reduce da un problema al ginocchio e non è detto giochi da subito. In realtà sono diversi gli elementi da temere, anche perché il Carpi ora viaggia sull’onda dell’entusiasmo e chiunque entri si inserisce subito facilmente. Pensiamo a quanto bene sta facendo Lasagna, che sembra giochi da sempre in questa categoria e invece viene dalla serie D». La lezione del match d’andata va capitalizzata, con gli uomini di Castori capaci di travolgervi in mezz’ora, sino al 5-2 finale. «Già. Ho ancora in mente il palo che ho colpito nei primissimi minuti, a cui seguirono almeno altre due grosse occasioni non sfruttate a dovere. Loro sono così: se ne stanno chiusi davanti alla propria area, e poi colpiscono in contropiede. Ecco perché dovremo essere bravi a non cadere nel tranello e dovremo evitare di riversarci nella loro metà campo. Ma io sono fiducioso: questo Citta può vincere sia con loro che con il Vicenza». Ieri pomeriggio Pellizzer si è allenato con i compagni ma, assieme a Daniel Cappelletti e Nicola Rigoni, non ha disputato la partitella di fine seduta, continuando a lavorare con il preparatore Andrea Redigolo sulla tenuta atletica. Nessun allarme, ma scelta dello staff tecnico granata, che non vuole lasciare nulla al caso in vista dell’incontro con gli emiliani. Buone notizie, in particolare, per Cappelletti, negli scorsi giorni costretto al differenziato per un affaticamento muscolare alla schiena: l’impiego del terzino nella gara-clou della giornata in serie B non sembra in dubbio.

Ore 12.00 – (Messaggero Veneto) Un turno a Sottovia, due a Ioppi. Queste le sanzioni inflitte ieri dal giudice sportivo rispettivamente all’attaccante e al preparatore atletico della Sacilese, che erano stati espulsi nel corso dell’ultima gara casalinga con l’Arzichiampo. Il bomber (16 reti al suo attivo sinora) salterà dunque soltanto la prossima e difficilissima trasferta di Padova: scongiurato il rischio di una squalifica più lunga dopo la vivace protesta di cui si era reso protagonista una volta vistosi sventolare il cartellino rosso. Salterà non solo la prossima sfida dell’Euganeo (sarebbe stato un ex), ma anche le due successive, il difensore biancoscudato Niccolini, fermato per 3 turni per «aver colpito con uno schiaffo un giocatore avversario» nel corso del match con la Clodiense.

Ore 11.30 – (Gazzettino) QUI SACILESE. Nell’ultimo turno giocato giovedì scorso i friulani, terzi in classifica hanno rimediato in casa con l’Arzignano Chiampo la prima sconfitta della gestione Marchetto, dopo cinque vittorie e un pareggio. All’Euganeo mancherà per squalifica il padovano Dario Sottovia, autore di 16 reti, ma rientrano dal turno di stop Baggio e l’altro padovano Marco Beccaro. CALCIO PADOVA 1910. Salvo clamorose e improbabili sorprese, dalla prossima stagione la storica denominazione tornerà nelle maglie del Padova. La vecchia società ha infatti provveduto al cambio di denominazione (ora si chiama “Football Padova spa – società in liquidazione”), presupposto necessario perché il sodalizio della coppia Bergamin-Bonetto possa chiedere alla Federcalcio di tornare a chiamarsi Calcio Padova. Tale operazione, va precisato, esula dalla procedura di concordato e potrà andare in porto indipendentemente dall’esito della stessa, discorso che invece non vale per il logo, i trofei e tutto quello che ha un valore economico. In questo caso i tempi sono più lunghi. MONTEBELLUNA OK. Nel recupero della gara sospesa il 29 marzo per infortunio all’arbitro, i trevigiani hanno sconfitto in trasferta il Mori Santo Stefano per 3-0.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Sorpreso il protagonista dell’episodio. «Sapevo che in queste situazioni – commenta Niccolini – ti danno almeno due giornate, ma a tre sinceramente non ci pensavo, dato che l’arbitro non ha visto, e nemmeno il suo assistente se poi ha sbagliato persona. Probabilmente è stato ingannato dalle proteste del giocatore della Clodiense. Qualora si facesse ricorso, penso sia questo il punto su cui appellarsi: sono amareggiato». Una curiosità: proprio sotto la direzione dell’arbitro Parrella di Battipaglia all’andata Segato era stato espulso nella gara con il Mezzocorona, rimediando sempre tre turni di stop, poi ridotti a due in appello. APERI INFORTUNATO. Il giocatore si è fatto male al ginocchio a seguito di una scontro di gioco con un compagno nel corso della partitella a campo ridotto ed è stato portato fuori sulle spalle dal massaggiatore Weis Baron. In serata è stato sottoposto a risonanza e tra oggi e domani si conoscerà il referto. Ancora corsa per Bortot, in gruppo Cunico, ma la sua presenza domenica con la Sacilese non è ancora certa.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Tre giornate di squalifica a Niccolini e un infortunio al ginocchio ad Aperi durante la seduta pomeridiana, in un mercoledì tutt’altro che felice per il Padova. MANO PESANTE. Il centrale difensivo biancoscudato, espulso giovedì scorso a Chioggia, è stato fermato dal giudice sportivo “per avere a gioco fermo colpito con uno schiaffo al volto un calciatore avversario”. Va pure in diffida per l’ammonizione rimediata pochi istanti prima del cartellino rosso. A rischio stop anche Segato e Sentinelli, quest’ultimo ammonito per proteste dopo che, per errore dell’assistente Meloni che ha segnalato l’episodio all’arbitro, era stato erroneamente espulso al posto del compagno. «Valuteremo se fare ricorso – dichiara a caldo il diesse De Poli – Penso che il provvedimento sia stato dettato dal momento un po’ troppo caotico della gara, come si è visto dallo scambio di persona».

Ore 11.00 – (Gazzettino) In rappresentanza del Padova, oltre ai giocatori Mazzocco, Salvadori e Sentinelli, al dirigente Pierino D’Ambrosio, al diesse De Poli e allo sponsor Sandro Vecchiato, era presente anche Giuseppe Bergamin, accompagnato dalla moglie Giovanna. «Il nostro impegno – ha dichiarato il presidente – corrisponde alle vostre aspettative. Quest’anno manca ancora un pochino al traguardo, ma siamo sulla buona strada e la prossima stagione, se Dio vorrà, faremo qualcosa di più e di meglio che possa appassionare questa piazza meravigliosa». Alla domanda su cosa significhi fare di più dopo che si è arrivati al primo posto, così ha risposto, strizzando l’occhio, il numero uno biancoscudato: «Ho detto questo?». Fabrizio De Poli, che ha esibito la maglia rossa Bata numero sette, unica testimonianza dei suoi anni a Padova da giocatore, ha aggiunto: «Con l’umiltà che ci ha contraddistinto, penso si possa fare qualcosa d’importante». Nel corso della serata non è mancato un momento di ricordo di Giuliano Gobbo, grande tifoso biancoscudato mancato venerdì e di cui era appena stato celebrato il funerale a Lion di Albignasego.

Ore 10.50 – (Gazzettino) In casa biancoscudata l’appetito vien mangiando, per i tifosi manifestato da un entusiasmo che non sembra conoscere fine, ma anche in ambito societario, con la voglia di pensare al futuro con le giuste ambizioni. Martedì, nella serata d’inaugurazione del club Aicb “Civico 26 – Quei dea curva sud” con sede nell’omonimo locale di Rubano, è arrivata un’ulteriore conferma dell’aria di festa che si respira da tempo all’ombra del Santo. Circa una sessantina i supporters biancoscudati intervenuti, tutti con un sorriso a trentadue denti. E se già si percepiva la positività della piazza a inizio stagione, nonostante la categoria e una squadra ripartita da zero, adesso che l’atteso traguardo è a un passo la voglia di esplodere è collettiva. A presiedere il sodalizio, il numero 24 in seno all’Aicb, Enrico Tenan, tifoso di vecchia data che ha convogliato in questa nuova creatura la passione di coloro che all’Euganeo occupavano la curva sud, al momento chiusa al pubblico e in futuro sostituita dalla nuova tribuna coperta dietro la porta. «Al momento siamo in 35 – racconta – ma l’euforia e l’amore per questa maglia, nonostante la serie D, stanno crescendo di partita in partita. Non vedevo un clima del genere dai tempi dell’Appiani. In passato ne abbiamo viste di cotte e di crude, ora finalmente possiamo contare su una società seria che ha voluto affrontare questa sfida».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Alla fine il tempo ha dato ragione ai dirigenti seri”) Consigliamo, a chi ne abbia voglia, una visura camerale della Football Padova Spa (in liquidazione) per capire come e perché la precedente proprietà sia stata costretta ad imboccare una via obbligata per scongiurare una terza richiesta di fallimento, stavolta da parte del Comune, dopo quelle presentate, e poi revocate, dall’avvocato Grassani e da una società di brokeraggio di Vicenza. Il cambio di denominazione – da Ac Padova 1910 a Football Padova Spa – è avvenuto il 12 marzo scorso. Ad esso è seguita, il 20, la data d’iscrizione della società nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Così il (vecchio) Calcio Padova è stato “liberato”: nome, logo (lo scudetto), cimeli e storia vanno al Comune, uno dei (tanti) creditori che avanza soldi. Il patto fra le parti è stato sancito così: tu, Penocchio, mi dai indietro ciò che la tifoseria vuole, io ti rateizzo sino a settembre l’ammontare di quanto mi devi, riducendoti l’importo del 50%. Tuttavia, l’accordo globale per la ristrutturazione del debito ancora non c’è – il Credito Sportivo, commissariato, tarda a dare l’approvazione perché le garanzie esibite dall’ex patron bresciano non sono ritenute sufficienti – e, finchè non verrà depositato in Tribunale, anche il Comune dovrà aspettare. Per il momento, però, la mossa imposta da Bitonci all’imprenditore lombardo e al suo ex socio Cestaro è fondamentale per riportarci tutti alla situazione antecedente il disastro dell’estate scorsa. Dalla visura sulla nuova società emerge che il capitale è sempre di 200 mila euro, pari a 200 mila azioni del valore di 1 euro ciascuna, e che l’ex presidente è adesso il liquidatore. Nulla di nuovo, insomma. Ma tra Penocchio e Cestaro ci sarebbe un fossato ancora più largo sul piano delle garanzie offerte ai creditori: se sembrano a posto quelle del cavaliere, lascerebbero a desiderare quelle del titolare del gruppo Ormis. E il mutuo di oltre 1,5 milioni con il Credito Sportivo non estinto rischia di pesare in modo decisivo sul futuro della Football Padova Spa. Per ora la buona notizia è quella che vi abbiamo annunciato ieri: il Padova tornerà a chiamarsi come prima della serie D. Quando i dirigenti sono seri, onesti e credibili, vanno solo aiutati e incoraggiati. E Bergamin e Bonetto se lo meritano tutto, questo ritorno all’antico amore.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Certezza su tempi e modalità del come avverrà il cambio di denominazione, è bene ricordarlo, al momento non ce ne sono: solo verso fine aprile la Federazione dovrebbe diramare un comunicato specificando i passaggi necessari da effettuare. Successivamente, se in linea con quanto avvenuto nelle ultime stagioni, le domande dovranno essere presentate entro fine giugno-inizio luglio: in questo arco temporale la Biancoscudati Padova dovrà indire un’assemblea dei soci, che delibererà il cambio di denominazione. Verbali dell’assemblea, domanda, atto costitutivo, statuto sociale ed elenco dei componenti degli organi direttivi saranno quindi inviati a Roma, con la Figc che poi darà il suo – praticamente certo – parere positivo. Su i calici. E la festa allora sarà doppia. Perché tra la Lega Pro riconquistata e il Calcio Padova di nuovo in mano ai padovani, l’estate sarà serena. «Ed è proprio la categoria la nostra conquista più importante», conclude il vice-presidente. «In un modo o nell’altro nome e logo prima o poi sarebbero tornati, mentre i campionati bisogna vincerli sul campo e conquistare questa categoria non è una cosa semplice. Ma finchè non arriverà l’aritmetica, non potremo essere tranquilli». Da parte loro, i tifosi non stanno più nella pelle: il Calcio Padova sta per tornare. Vincente, in grande stile, dove avrebbe dovuto essere un anno fa se non fosse successo l’imponderabile. Nel mezzo c’è una stagione entusiasmante, che ha riportato in città l’amore per la squadra e la gioia del tifo: non tutto il male, forse, è venuto per nuocere.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il timore – fondato – era che con la vecchia proprietà si arrivasse ad un vero e proprio “braccio di ferro”, con il Biancoscudo nelle mani di un presidente bresciano e la nuova società, tutta padovana, costretta a stare a guardare. Invece c’è stata l’inversione di rotta, in netto anticipo rispetto alle aspettative. «Non me l’aspettavo, lo ammetto», prosegue Bonetto jr., «ma confidavo nel sindaco Bitonci, che sin dalla prima volta che ci siamo visti ci ha sempre dato la propria disponibilità, pronto a venirci incontro e ad aiutarci. Ed effettivamente ha sempre mantenuto quello che ha promesso: noi abbiamo pensato solo al nostro obiettivo sportivo, e siamo rimasti in disparte a guardare quanto accadeva dietro le quinte con la vecchia società. Un mese fa, poi, ci siamo detti disponibili a riprendere logo e denominazione, e se il primo, importante passaggio è avvenuto così presto, grandi meriti vanno dati all’amministrazione comunale». Massimo Bitonci ha messo Penocchio & C. di fronte ad una scelta: da un lato l’immediata “liberazione” del marchio e il pagamento, entro settembre, dei 150 mila euro di debito, dall’altro la minaccia dell’istanza di fallimento da parte del Comune. E i risultati si sono visti subito. «Non sappiamo ancora come ci muoveremo, a stagione conclusa ci siederemo tutti attorno ad un tavolo e decideremo come agire: in ogni caso, tutti vogliamo ripartire già da quest’estate con il nome Calcio Padova e il logo storico della società».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Biancoscudo torna finalmente a casa. «Non se n’era mai andato», tiene a precisare più di qualche tifoso. Presto il Calcio Padova 1910 riavrà nuova vita e ripartirà, con la tara dei debiti scongiurata, dalla Lega Pro: a distanza di un anno dal luglio 2014, che ha segnato la scomparsa dal professionismo del club biancoscudato, tutto ritornerà come avrebbe dovuto essere, prima del patatrac. La novità. Pochi giorni prima della fine di marzo il vecchio Padova ha visto accolta la domanda di cambio di denominazione, per cui oggi è iscritto alla Camera di Commercio come Football Padova Spa: una svolta improvvisa, che permetterà all’attuale proprietà della Biancoscudati Padova di chiedere il cambio di denominazione in Calcio Padova 1910, appunto. «Era uno dei primi obiettivi che ci eravamo posti quando, nello studio del notaio Doria, costituimmo la Biancoscudati Padova», ricorda il vicepresidente Edoardo Bonetto. «Riportare il Padova in Lega Pro, attraverso un piano triennale, e cercare di riprenderci nome, logo e trofei della vecchia società erano i nostri due immediati obiettivi, ciò che i tifosi e la città di Padova ci chiedevano. Siamo molto soddisfatti, stiamo mantenendo quanto abbiamo promesso ad inizio stagione».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sulla stessa lunghezza d’onda proprio Fabrizio De Poli: «Il fatto che nemmeno la terna arbitrale fosse convinta sull’autore del gesto la dice abbastanza lunga…», chiosa il diesse, memore del fatto che l’arbitro, su indicazione del primo assistente, avesse prima cacciato Sentinelli, ritrattando poi la decisione ed espellendo il compagno di reparto. La Sacilese domenica dovrà, invece, fare a meno di Sottovia, fermato per un turno, e del preparatore atletico Enrico Ioppi, squalificato per due giornate per insulti all’arbitro. L’altra brutta notizia è giunta dall’allenamento. Mentre Marco Cunico, pienamente recuperato, e Tommaso Bortot, che ieri ha corso a parte, sono sulla via del reinserimento, a seguito di un contrasto di gioco Sebastiano Aperi è rimasto vittima di un brutto infortunio. Dopo un banale “spalla contro spalla” con Segato, l’attaccante catanese è caduto a terra, dolorante al ginocchio: soccorso dallo staff medico, Aperi è stato subito portato in spogliatoio e poi a compiere gli esami diagnostici di rito. La risonanza magnetica è stata effettuata ieri pomeriggio al Poliambulatorio Arcella, ma i risultati si conosceranno solo oggi: «Il nostro medico sociale ha visto la risonanza, ma ci vuole l’intervento di uno specialista per poter stilare una diagnosi accurata», la spiegazione in serata di Fabrizio De Poli. «In ogni caso, nonostante Sebastiano senta parecchio dolore, il ginocchio non si è gonfiato. La speranza è che non si tratti di qualcosa di troppo grave».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Tre turni di stop a Daniel Niccolini e ginocchio malandato per Sebastiano Aperi. È stato un mercoledì agitato, quello di ieri, per i Biancoscudati. Perché passi pure la soddisfazione, fuori dal campo, per il logo e la denominazione storica che stanno per tornare in viale Rocco, ma sui campi del centro Geremia alla Guizza si è vissuta tutta un’altra aria. Apparentemente tranquilla, all’inizio, ma che poi s’è fatta pesante. Stop Niccolini. In primo luogo per ciò che ha deliberato il Giudice Sportivo: che la squalifica a Daniel Niccolini, dopo il “rosso” diretto sventolatogli in faccia dall’arbitro Parrella di Battipaglia giovedì scorso a Chioggia, potesse andare oltre una sola giornata, lo si era intuito. Che arrivasse addirittura a tre – “per avere, a gioco fermo, colpito con uno schiaffo al volto un avversario” – era un presentimento che puntualmente si è concretizzato: il difensore biancoscudato salterà la partite con Sacilese, Legnago e Kras Repen, con il rischio di vedere i compagni festeggiare la promozione dalla tribuna o, nella migliore delle ipotesi, dall’imbocco del tunnel degli spogliatoi. In società, comunque, non stanno a guardare: «Ne parleremo con il direttore sportivo, ma penso che la strada sia quella del ricorso», precisa il vicepresidente Edoardo Bonetto. «Penso che quello del giudice sportivo sia stato un giudizio molto severo per ciò che fatto Niccolini».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È stato inaugurato martedì sera a Rubano il nuovo club “Civico 26 quei dea curva Sud”, il 24º affiliato all’Aicb. Ospiti del presidente Enrico Tenan i giocatori Salvadori, Mazzocco e Sentinelli, oltre al direttore sportivo De Poli e al patron della Biancoscudati Padova Bergamin. Quest’ultimo ha ringraziato così i tifosi per i tanti applausi ricevuti: «L’anno prossimo vogliamo fare ancora meglio di quanto realizzato quest’anno, per far sì che la piazza si appassioni sempre più». De Poli, invece, ha donato in prestito al club la maglia rossa di quando giocava con il Padova nella stagione della promozione in serie B 1982/83.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) L’entusiasmo dei tifosi ha travolto anche il ds Fabrizio De Poli, tra i più acclamati: «Il calore di questa piazza lo conosco da quando ero giocatore e vestivo la maglia numero 7 — ha detto il dirigente biancoscudato — ma non voglio fare paragoni, perché nessuno dell’attuale rosa mi assomiglia in tutto quanto a caratteristiche. Ma mi piacerebbe lasciare qualcosa d’importante a questa gente: mi piacerebbe che la promozione che vogliamo ottenere sia solo il primo di tanti altri passi che si spera avverranno nel prossimo futuro. Dopotutto a me manca soltanto la promozione dalla B alla A nella mia carriera, tra direttore sportivo e giocatore. Un po’ di tempo credo di averlo ancora a disposizione…». Una battuta, certo, quella di De Poli, considerato che di strada ce n’è da fare ancora tanta, ma la dichiarazione rende bene l’idea della determinazione della dirigenza nel raggiungere gli obiettivi prefissati e della voglia di rilanciare ulteriormente in vista della prossima stagione. De Poli ha poi lasciato intuire come dell’attuale rosa ci saranno diverse conferme e ha lasciato la scena a Giuseppe Bergamin: «Se Dio ce la manda buona – ha sorriso il presidente – speriamo di fare qualcosa di ancora migliore di quanto stiamo facendo per i nostri meravigliosi tifosi».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Poi i giocatori, guidati da Davide Sentinelli, che ha fatto un po’ da «chioccia» a Davide Mazzocco e a Michael Salvadori. È stato lo stesso Sentinelli a sbilanciarsi in modo forse definitivo sull’imminente raggiungimento dell’obiettivo Lega Pro: «C’è sempre stata grande chiarezza da parte dalla società — ha spiegato il centrale biancoscudato — questo è successo sin dall’inizio e credo sia stata la carta vincente per i nostri successi. Sono convinto che taglieremo il traguardo per primi. So che vinceremo il campionato, ne sono sicuro perché ci sono tutti gli ingredienti per arrivare davanti. Manca poco e sono sicuro che ce la faremo. Ne sono sempre stato convinto, anche nel giorno in cui perdemmo con l’AltoVicentino, quando c’era un po’ di preoccupazione. Una grande squadra la si vede anche nelle sconfitte e credo che quel giorno, in noi, sia scattato qualcosa che ci ha fatto capire ancora di più come avremmo potuto arrivare fino in fondo».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) L’entusiasmo di una piazza rinata dalle ceneri di un crac lo si vede anche quando nasce un nuovo club di tifosi. E pazienza se il giudice sportivo squalifica per tre giornate Daniel Niccolini: una sanzione attesa da regolamento dopo la gomitata rifilata a Santi giovedì scorso, ma un eventuale ricorso avrebbe qualche chance di accoglimento. In diffida ci va pure Davide Sentinelli creando non pochi grattacapi a Carmine Parlato in vista della partita con la Sacilese, a sua volta priva di Iotti e Sottovia, in programma domenica all’Euganeo. E così, mentre si fa male pure Aperi (contrasto di gioco un po’ duro e condizioni da valutare), martedì sera all’inaugurazione del «Civico 26 Biancoscudato» di via Rossi a Rubano c’era il gran pienone di tifosi e quasi tutto lo stato maggiore del Padova. Immancabile la presenza di Giuseppe Bergamin, che difficilmente manca a questi appuntamenti, ma anche del direttore sportivo Fabrizio De Poli, amico del titolare Enrico Tenan.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentesima giornata, domenica 12 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora, Belluno-AltoVicentino, Clodiense-Legnago, Fontanafredda-Union Pro, Giorgione-Kras Repen, Mezzocorona-Montebelluna, Mori S. Stefano-Tamai, Padova-Sacilese, Triestina-Dro.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 72, AltoVicentino 64, Sacilese 53, Clodiense 49, ArziChiampo e Belluno 48, Montebelluna e Union Pro 41, Legnago 39, Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda 36, Tamai 35, Giorgione 30, Dro 29, Kras Repen 28, Triestina 26, Mori S. Stefano 15, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventinovesima giornata: AltoVicentino-Fontanafredda 2-1, Dro-Giorgione 3-1, Kras Repen-Mezzocorona 7-0, Legnago-Belluno 3-2, Montebelluna-Tamai 1-1, Sacilese-ArziChiampo 0-2, Union Pro-Triestina 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mori Santo Stefano 0-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 aprile: doppia seduta alla Guizza per i Biancoscudati, infortunio al ginocchio per Aperi mentre Niccolini viene fermato per tre turni dal Giudice Sportivo.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com