Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
«Pronto? Sono sopra il trattorino a tagliare l’erba in giardino». Sono giorni di relax per i biancoscudati che si godono il primato in classifica a cinque giornate dalla fine del campionato, e anche il diesse Fabrizio De Poli si concede una pausa dedicandosi a quello che può essere definito uno svago nella sua abitazione a Tombolo. «Ho 2.500 metri quadrati di prato, mi piace fare giardinaggio nel tempo libero, mi rilassa». Inevitabile che le vicende calcistiche restino in primo piano, tanto più che il Padova a Chioggia ha dato l’ennesima dimostrazione della sua superiorità. «Clodiense e Sacilese sono due tappe quasi determinanti. La prima è stata superata bene, la squadra è stata molto applicata in una gara fondamentale ed è la cosa che più mi è piaciuta. Adesso ci aspetta la Sacilese, un’altra pratica troppo importante. All’andata non meritavamo di perdere, ma al di là di questo il nostro obiettivo finale è vincere». Quale è il segreto di questo Padova? «La nostra fortuna è stata quella di creare un gruppo di giocatori validi ed esperti, guidato da un allenatore bravo».
Nella sua carriera come direttore sportivo ha lavorato in altre piazze importanti: si può dire che questa sia una delle sue stagioni migliori? «La colloco tra le prime, anche se non dimentico i due campionati vinti in tre anni al Cittadella (dalla serie C2 alla B, ndr). È ai primi posti perché quest’anno ho avuto il grande handicap di conoscere pochissimo la categoria e siamo partiti in ritardo rispetto alla concorrenza. Il mio vantaggio è stato quello di poter contare su Parlato che mi ha dato una grandissima mano conoscendo benissimo la serie D, e mi hanno aiutato anche addetti ai lavori che ho conosciuto nell’arco della carriera. Senza tralasciare il fatto che, pur di venire in una piazza come Padova, i giocatori sono pronti a scendere di categoria». Ce ne è uno che avrebbe voluto e invece non è riuscito ad avere? «Arcidiacono, attaccante del Martina. Ci ho provato a inizio stagione e a dicembre». Quello che è invece arrivato e non se l’aspettava? «Ilari, un giocatore fondamentale. L’avevo seguito quando era al Pisa e me lo sono trovato l’anno scorso al Martina. Quando mi ha dato la disponibilità per venire qui ero davvero felice. E questo dimostra ancora di più che è un ragazzo intelligente».
La Lega Pro è davvero a un passo: ha già iniziato a parlare del futuro suo e di quello dei giocatori con la società? «Ci siamo incontrati con la proprietà e con il tecnico, ma aspettiamo che la promozione sia matematica prima di affrontare certi discorsi. Non sarebbe corretto nei confronti del gruppo attuale». In linea di massima crede che sarà sufficiente qualche ritocco o bisognerà stravolgere la rosa per affrontare la categoria superiore? «Ripeto, massimo rispetto per chi sta giocando in questo momento. Poi se fosse per me terrei tutti, ma come succede nel calcio devi mettere in preventivo un’evoluzione. Anche se abbiamo tanti giocatori in gruppo che possono fare la Lega Pro». De Poli festeggerà oggi la Pasqua a casa di parenti a Mestre con la moglie Alessandra e i figli Marco e Andrea: il primo è architetto e gioca nel Rossano calcio a 5 (serie C1), il secondo è segretario al Vicenza. «Pensavo seguisse la strada di Marco dopo essersi diplomato, invece tramite un amico ho saputo che gli sarebbe piaciuto entrare nel mondo del calcio. All’epoca ero al Vicenza e gli ho detto: se vuoi capire come funziona, vieni e ti fai la gavetta. Quando sono andato via, la società gli ha chiesto di fare il segretario».