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Ore 21.00 – Ricordiamo che i Biancoscudati torneranno ad allenarsi martedì pomeriggio presso gli impianti di via Gozzano alla Guizza.
Ore 20.20 – (Trentino) Tre punti pesantissimi. Tre passi in avanti verso la sestultima piazza con il discorso salvezza diretta che è tutt’altro che chiuso. Il giovedì pomeriggio del Dro è stato quasi perfetto: la squadra gialloverde ha fatto ampiamente il suo piegando per 3 a 1 il Giorgione e, dagli altri campi, sono arrivate notizie ottime. In primis la sconfitta esterna (maturata in extremis) della Triestina contro l’Union Pro, ma anche il pareggio del Tamai sul campo del Montebelluna: i friulani hanno sì 6 punti in più rispetto alla compagine di Stefano Manfioletti, ma hanno conquistato una sola vittoria nelle ultime 12 partite e sono in grande difficoltà. L’aggancio, dunque, è tutt’altro che impossibile, visto e considerato che il Dro sarà padrone del proprio destino dovendo ancora affrontare Triestina (in trasferta, Clodiense e Legnago (entrambe in casa), Kras Repen (in trasferta) e Sacilese (in casa). Per essere certi di chiudere in sestultima o quintultima posizione potrebbero bastare 7 punti (a patto di non perdere a Trieste), dai 9 in su si può addirittura sperare nel “colpo grosso”. Intanto, però, Manfioletti si gode il successo pieno e meritato maturato giovedì. «La squadra ha fatto un’ottima partita – queste le parole del tecnico gialloverde – e, a parte i dieci minuti iniziali dove non siamo stati impeccabili, ha interpretato la gara come doveva. Siamo rimasti concentrati anche dopo la rete (estemporanea, ndr) del Giorgione, arrivata subito dopo il 2 a 0 firmato da Donati, e nella ripresa siamo riusciti a difenderci senza rischiare e a colpire in contropiede. Fisicamente stiamo molto bene e le recenti prestazioni, compresa quella contro il Padova, ci fanno ben sperare per il finale di stagione. Adesso ci attende un altro spareggio: al “Nereo Rocco” sarà fondamentale non perdere, ma non scenderemo in campo con l’idea di difenderci e basta. Non l’abbiamo fatto a Padova e non lo faremo domenica prossima». Manfioletti sarà certamente assente: l’espulsione patita contro il Giorgione lo costringerà infatti ad accomodarsi in tribuna. LA CLASSIFICA: Biancoscudati Padova 72 punti; Altovicentino 64; Sacilese 53; Clodiense 49; Belluno e Arzignanochiampo 48; Union Pro 43; Legnago Salus 39; Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 38; Fontanafredda 36; Tamai 35; Giorgione 30; Dro 29; Kras Repen 28; Unione Triestina 26; Mori Santo Stefano 15; Mezzocorona 12.
Ore 19.50 – (Il Piccolo) Sette punti dalla salvezza diretta. L’impresa sembra di quelle titaniche per il Kras, anche perché mancano solo 5 partite prima del termine della stagione regolare. Sicuramente la roboante vittoria 7-0 ai danni del Mezzocorona ha però ridato fiducia alla squadra che dopo la sgambata mattutina di ieri è ufficialmente in ferie (si tornerà al lavoro martedì). Una vittoria ottenuta contro una squadra composta perlopiù da Juniores che comunque per quasi mezz’ora è riuscita a respingere diligentemente gli attacchi carsolini. «Per noi contava solamente il risultato finale. Una vittoria facile? Vincere non è mai facile, non bisogna mai sottovalutare l’avversario», racconta Simone Castellano, partito da titolare dopo tanti mesi di panchina. Il terzino sinistro classe 1996 è felice della propria prestazione, ma soprattutto di quella della squadra. «Non sono mai mancato ad un allenamento, mi sento bene e sono felice di aver potuto giocare tutta la partita. Quest’anno nel mio stesso ruolo c’è un giocatore valido come Slavec quindi non ho trovato tanto spazio, ma quando vengo chiamato in causa io ci sono sempre. Sono felice che la squadra sia tornata a muovere la classifica», racconta il difensore triestino. Con questi tre punti le 4 squadre ora nei play-out si ritrovano in un fazzoletto di 4 punti. E se fosse finito il campionato ora, il Kras dovrebbe affrontare nello spareggio secco il Dro in trasferta. «Credo ancora nella salvezza diretta – racconta Castellano – Ci aspettano cinque finali, nelle quali dovremo dare il tutto per tutto a partire tra due domeniche quando affronteremo il Giorgione. Se dovessimo fare i play-out preferirei giocare col Dro, ma la cosa più importante sarebbe farlo davanti al nostro pubblico». Sull’ipotetico derby salvezza con la Triestina, Castellano non ha dubbi: «Se dovessimo giocare al Rocco sarebbe un’altra grande emozione come quella vissuta all’andata contro gli alabardati, ma spero che le due formazioni non si affrontino perché ciò significherebbe che la provincia di Trieste dovrebbe sicuramente perdere una squadra dalla D».
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) La sconfitta di Dro complica ulteriormente la cassifica del Giorgione che ora è pienamente nei playout e, calendario alla mano, diventa difficile conquistare la salvezza senza l’appendice degli spareggi. Una partita stregata quella di Dro dove la squadra rossostellata ha avuto anche le sue occasioni ma ancora una volta ha pagato a caro prezzo gli errori commessi. «Avevamo puntato molto su questa partita – ammette il presidente Orfeo Antonello – ho visto la partita e devo dire che abbiamo regalato un tempo agli avversari, abbiamo commesso più di qualche errore e l’abbiamo pagato a caro prezzo. È un periodo che va così, speriamo che la ruota giri». Ora diventa difficile evitare i playout? «È difficile ma non impossibile. Siamo fiduciosi, diventa fondamentale la sfida interna con il Kras Repen e le altre che ci attendono in seguito, diciamo che se ritroviamo un pò di fortuna e qualche gol in più ma anche qualche palo, qualche infortunio e anche amnesie difensive in meno, possiamo anche farcela senza disputare i playout. Con la regola dei sette punti di distacco dalla terz’ultima ora il nostro avversario diretto è la Triestina, che sta sotto di quattro punti, mentre il Tamai ci precede di cinque. Ripeto, è difficile ma non impossibile e se vinceremo contro il Kras se ne potrà parlare. Ci sono ancora 5 turni e 15 punti e prima della fine incontreremo anche qualche squadra che può essere già soddisfatta e appagata e quindi potrebbe diventare più agevole da incontrare». Di solito quando una squadra è così in difficoltà il primo pensiero va ad un possibile cambio di allenatore: «Di cambiare allenatore non se ne parla nemmeno, con la squadra e col mister abbiamo parlato ancora prima della sfida contro il Dro, ci siamo confrontati sui problemi e sulle possibilità che questa squadra ha e ha dimostrato di avere. Ricordiamo che si tratta di un gruppo molto giovane, purtroppo sta pagando a caro prezzo questi errori anche di gioventù e qualche ingenuità di troppo. Ora questa mini sosta arriva a puntino, speriamo di recuperare qualche uomo anche se per Maran il campionato è finito e per Vio invece vedremo come andrà il ricorso. Speriamo nei rientri di Donè e Vigo».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Altro pareggio interno per il Montebelluna, che contro il Tamai non va al di là dell’1-1. Il cammino della squadra di Pasa verso la salvezza prosegue un passo alla volta, ed anche se il traguardo è ormai a portata di mano, lo smalto dei tempi migliori sembra smarrito. A dare una mano al Monte è arrivato il gol di Matteo Nicoletti, una vera e propria «chicca» dal momento che per il centrocampista di Trevignano si è trattato della prima gioia personale dopo quasi due stagioni in biancoceleste. «Era da tantissimo tempo che aspettavo di sbloccarmi, finalmente è arrivato il mio momento e sono felice, per me ma soprattutto perché il gol è servito a raddrizzare l’esito della partita – dice il 24enne centrocampista – Giglio è stato bravo a recuperare palla a centrocampo e poi a puntare la difesa, io mi ero allargato e quando me l’ha data ho calciato sul primo palo. Probabilmente il portiere avversario non se l’aspettava». Potevate fare qualcosa di più? «Nel secondo tempo ci abbiamo provato con Giglio, poi c’era forse un rigore su Masiero, però il punto conquistato va comunque bene. Dobbiamo rimanere sereni, la salvezza è vicinissima e mancano ancora sei partite». Mercoledì è in programma il recupero con il Mori. «Loro sono quasi spacciati, però abbiamo visto anche domenica scorsa che non molleranno facilmente. Se rimaniamo concentrati possiamo comunque chiudere i discorsi».
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro con la vittoria contro l’Unione Triestina in rimonta per 2-1 si gode le feste pasquali in massima serenità. Alla ripresa del campionato i biancoblù affronteranno il Fontanafredda, in trasferta, cercando quella vittoria che terrebbe vive le speranze playoff (5 i punti da recuperare a Belluno e Arzignano). L’allenatore Francesco Feltrin analizza l’ultima partita partendo dalle note negative: «Non mi sono piaciuti Cattelan e Comin in attacco che, giocando in coppia, hanno qualità e caratteristiche per fare molto meglio. Alla fine comunque Cattelan ha segnato il gol partita e Comin ha corso e si è sacrificato anche se ha perso troppi palloni». L’ingresso di Andrea Nobile nella ripresa si è dimostrato una carta vincente. «L’avevo visto un pò stanco a Tamai e volevo dargli un pò di riposo anche se gli avevo detto che almeno una mezz’ora l’avrebbe giocata. Visto che eravamo sotto l’ho inserito subito ad inizio ripresa e ha fatto molto bene». Il mister chiude poi con una battuta: «Spero di festeggiare la mia centesima panchina con l’Union Pro vincendo a Fontanafredda sempre che la società non cambi allenatore prima». Il presidente Marco Gaiba, che assiste divertito all’intervista, conferma sorridendo che «la centesima gliela facciamo fare sicuramente». E visti i risultati di queste 3 stagioni i tifosi si augurano di vedere Feltrin in panca per altre 100 gare.
Ore 17.50 – (Corriere delle Alpi) Cercasi presidente. Nicola Giusti, numero uno del Ripa Fenadora, si sta guardando intorno per trovare il successore. A giugno il suo mandato scadrà e le cariche andranno rifatte. Vista la stagione difficile che sta attraversando la squadra del Boscherai, Giusti sottolinea che tutti sono in discussione; a partire – ovvio – da lui stesso. «Quest’anno è stata sottovalutata la serie D», commenta, «e non parlo di qualcuno in particolare ma guardo la cosa a 360 gradi: il che vuol dire società, staff tecnico e giocatori. Il girone di ritorno della scorsa stagione ci ha ingannati, ma sono il primo a dire che si può sbagliare: l’importante è rimediare, non ripetere gli errori fatti e fare tesoro dell’esperienza di questo periodo difficile. Cambiamenti? Non ci sarà nessuna rivoluzione. Solitamente rinnoviamo le cariche dirigenziali a febbraio, ma quest’anno abbiamo deciso di rimandare a fine anno calcistico. Non nego che cerco qualcuno che possa subentrarmi». Se Nicola Giusti non farà più il presidente rimarrà all’interno della dirigenza? «Non me ne vado di certo», commenta con un sorriso, «resto in società al 100%. Per quanto riguarda quest’anno, sono convinto che l’esperienza della scorsa stagione ci abbia ingannati. La squadra ha iniziato a girare quando siamo andati a giocare al Boscherai, che è stata una nostra grande forza. La D però ha squadre molto forti e preparate e hanno preso le contromisure». Mancano cinque giornate e il vantaggio sul Giorgione è di otto punti. Per la salvezza è ormai fatta? «Prima del match contro il Mori avrei detto di sì», continua Giusti, «adesso invece bisogna fare punti e raggiungere la quota necessaria a mantenere la categoria. Contro il Mori abbiamo sprecato un’occasione per chiudere questo discorso, e questo lo dice la classifica. Al di la del rigore sbagliato, un episodio può succedere, la prestazione non è stata brillante e abbiamo fatto un passo indietro rispetto alle ultime partite. Nel finale di una stagione però una giornata storta può capitare. Forse si inizia a sentire il traguardo vicino». La prossima partita sarà in casa dell’Arzignano, una delle squadre ora più in forma.. «Stanno facendo un gran girone di ritorno, un po’ come noi lo scorso anno», conclude il presidente del Ripa Fenadora, «andiamo in casa loro parcheggiando la corriera davanti alla nostra porta cercando di non subire gol. Poi vedremo». Per il prossimo match Parteli dovrebbe recuperare Gianmarco Brotto, rimasto fermo ai box contro il Mori per un’infiammazione al ginocchio. Non sarà del match invece Alberto De March che giovedì è stato espulso per doppio giallo e dovrà scontare una giornata di squalifica.
Ore 17.20 – (Il Piccolo) Un’altra brutta tegola sulla Triestina. Dopo il momento opaco che ha portato un solo punto nelle ultime quattro partite e l’incredibile sconfitta nel finale con l’Union Pro, ora bisogna fare i conti anche con un infortunio piuttosto serio capitato a Luca Piscopo. Come si ricorderà, il capitano era dovuto uscire durante il primo tempo della partita di Mogliano Veneto dopo un brutto pestone rimediato già nei primi minuti di gioco. A un certo punto Piscopo non ce la faceva più e ha dovuto lasciar posto ad Antonelli: il piede destro però ha continuato a fare molto male e pertanto si è proceduto con gli opportuni esami del caso. Nella serata di venerdì, è giunto anche il responso: gli esami strumentali a cui si è sottoposto il capitano alabardato, hanno evidenziato la frattura composta della falange ungueale dell’alluce del piede destro. I tempi di recupero stimati dovrebbero essere attorno ai 20-25 giorni: in sostanza Piscopo salterà sicuramente la prossima delicatissima sfida interna del 12 aprile contro il Dro e la trasferta del 19 aprile in casa del Tamai. La speranza è che il capitano possa recuperare in fretta e rientrare già dalla partita casalinga contro il Mori S. Stefano del 26 aprile. E in ogni caso bisognerà andarci molto cauti, perché sarà fondamentale avere Piscopo in piena forma per le ultimissime partite di campionato e soprattutto per l’ormai molto probabile play-out. Di certo un problema in più che non ci voleva in questo momento già così difficile, nel quale la squadra ha effettivamente avvertito un calo dopo un lungo periodo positivo. E nel quale, con una rosa in certi reparti davvero all’osso, qualsiasi assenza o calo di forma si paga in maniera evidente. Riguardo al caso specifico del reparto difensivo, Ferazzoli avrà a disposizione due opzioni per sopperire alla pesante assenza di Piscopo. La più lineare sembra quella di far giocare Giannetti in coppia con Fiore al centro della difesa, con Crosato a destra e Celli a sinistra. Proprio Celli è un altro che non sta passando un buon momento, da qui la sua esclusione a Mogliano Veneto. Ovviamente nel caso toccasse a Giannetti giocare a sinistra, come spesso è avvenuto, sarebbe Antonelli a far coppia con Fiore. In qualche occasione, inoltre, magari in qualche momento particolare di una partita, Ferazzoli avrebbe sempre la possibilità di giocare con tre centrali dietro, ovvero Fiore, Giannetti e Antonelli. Ma intanto un passo alla volta: innanzitutto bisognerà pensare alla prossima importantissima sfida contro il Dro, nella quale oltre a quella di Piscopo bisognerà sopperire anche ad altre due assenze, ovvero quelle di Manzo e Giordano, che saranno squalificati.
Ore 16.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno deve prima di tutto ritrovare la solidità difensiva. I gialloblù nel girone di ritorno hanno subito 22 gol in 12 giornate: decisamente troppi per una difesa che è stata la migliore fino a gennaio. Gli infortuni e le squalifiche non hanno di certo aiutato, ma per la volata valida per i playoff servirà ritrovare la giusta compattezza. «Ci possono essere diverse spiegazioni per i tanti gol subiti», commenta l’allenatore Vecchiato, «una potrebbe essere che ogni domenica devo cambiare i quattro difensori. Ma sicuramente da parte della squadra c’è anche più superficialità e meno attenzione rispetto al girone di andata. Questo non vuol dire che ci sia meno impegno, ma solo che a questo punto della stagione si sente un po’ di stanchezza mentale. A questo gruppo ho chiesto tanto, ho spremuto tutti, e un momento difficile fa parte del calcio, soprattutto se hai una rosa molto giovane. Sfortuna? Da tecnico non cerco scuse: gli episodi in alcuni momenti sono stati decisivi, ma contro la Sacilese ci siamo fatti noi due gol: c’entra poco la sfortuna». Hai già digerito la sconfitta di Legnago? «Ormai ci sono passato sopra, ma è normale che mi ha dato fastidio», dice il tecnico, «non meritavamo di perdere: siamo riusciti a pareggiare e l’episodio del rigore ha condizionato il risultato. Il penalty? Non c’era, era addirittura fallo per noi. Ci sono responsabilità sui due gol che abbiamo preso ma comunque la sconfitta sa di beffa. Il Belluno ha fatto una buona partita creando molte occasioni e mostrando tanta quantità. Ultimamente gli episodi non ci girano a favore». Marco Beccaro nel mirino del Belluno. Il ds Augusto Fardin ha confermato l’interesse della società verso l’attaccante della Sacilese. Il tutto sembra sia partito da una cena dove al tavolo c’erano Vecchiato, Bertagno e l’attaccante. I tre hanno giocato insieme ai tempi del Real Vicenza. «Una cena vuol dire tutto e niente», spiega Vecchiato nascondendosi, «mangio spesso con gli amici. Beccaro è un ragazzo che conosco bene e in attacco può giocare in tutti i ruoli. Mi piaceva molto anche l’anno scorso, oltre che quando ci giocavo insieme al Real Vicenza. Adesso però non pensiamo a queste cose, siamo concentrati in quello che dobbiamo fare». I playoff adesso sono a rischio. «E’ vero, e dispiace», conclude l’allenatore, «non abbiamo fatto bene il ritorno ma nonostante questo la classifica è buonissima. Ce la giochiamo.Mancano cinque partite e proveremo a fare più punti possibili. Per domenica avro Miniati squalificato mentre Pellicanò e Masoch oggi (ieri, ndr) non si sono allenati. Dovremo tirare fuori il carattere». Per il big match contro l’Altovicentino difficilmente Pellicanò tornerà a disposizione, a rischio anche Masoch.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ultima sosta stagionale, in occasione della Pasqua, per un Venezia che nelle restanti 5 giornate inseguirà la matematica salvezza. Con 8 punti di vantaggio sui playout il team arancioneroverde vede la linea del traguardo, ma non può ancora cantare vittoria alla luce della doppia spada di Damocle rappresentata in primis dall’incombente penalizzazione di due punti e da un calendario tutt’altro che in discesa.
Al team di Michele Serena, infatti, restano due gare casalinghe e tre trasferte, la prima tra una settimana in casa del Bassano capolista (stadio Mercante ore 18), mentre sabato 18 (ore 15) a Sant’Elena arriverà il Pavia a -4 dalla vetta, ma sempre in corsa per la serie B. Premesso che la Lega Pro deve ancora ufficializzare date e orari, il Venezia nella terz’ultima giornata farà visita alla Torres a Sassari, poi si congederà dal Penzo con la Pro Patria ultima della classe e chiudere ad Alessandria contro un’altra pretendente al salto di categoria. La pausa della Lega Pro intanto presta il fianco ad un confronto numerico tra il Venezia di Alessandro Dal Canto e quello di Michele Serena. Quest’ultimo ha ereditato la panchina dal collega alla 10. giornata, con la squadra quattordicesima in classifica a 10 punti (3 vittorie, un pareggio e 5 ko) per una media punti di 1,1. Con Serena, invece, gli arancioneroverdi hanno giocato 24 partite con una media di 1,4, mentre in classifica sono saliti all’attuale decima. posizione. Prendendo in considerazione la sola gestione-Serena il Venezia ha vinto 9 volte, pareggiato 7 e perso 8, per un totale di 34 punti che nella classifica parziale collocherebbero Legati e compagni al 7. posto, sempre ben lontani dalla zona playoff. Nelle 24 uscite più recenti meglio del Venezia tra le squadre di “medio livello” hanno fatto solo Como (37), FeralpiSalò e Mantova (36), essendo sempre insostenibile il passo delle quattro big Novara (51), Alessandria (48), Bassano (44) e Pavia (43). Il ritmo del Venezia di Serena è stato superiore a quello di Real Vicenza-Arezzo (29) e Sudtirol (32) che pur stanno davanti in classifica.
Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «All’andata non si riusciva mai a pareggiare. Adesso abbiamo infilato tre pareggi consecutivi. Più una vittoria. Sono quattro partite consecutive che facciamo punti». Nonostante l’arrabbiatura per quel 3-3 con l’AlbinoLeffe, Michele Serena prova a guardare il lato positivo di quest’ultimo periodo, chiuso con il pari interno contro il Lumezzane. Il Venezia ha conquistato sei punti nelle ultime quattro gare e, arrivato a quota 44 con cinque partite da giocare, vede ormai vicina la linea della salvezza. «Il nostro primo obiettivo è arrivare il prima possibile al mantenimento della categoria e ci stiamo arrivando. Poi, se ripenso alla partita di mercoledì con il Lumezzane, ci sta non essere riusciti a vincere. Avevamo ancora le scorie dell’Albinoleffe e poi la partita si è messa subito male. In ogni caso, siamo riusciti a pareggiare e abbiamo ancora mosso la classifica — commenta il tecnico arancioneroverde — se poi guardo alla partita di Bergamo, abbiamo giocato un’ora e un quarto di gran calcio: il Novara con l’AlbinoLeffe ha pareggiato a fatica». Il Venezia nel girone di ritorno ha conquistato 19 punti in 14 giornate (4 vittorie, 7 pareggi, 3 sconfitte), tenendo una media di poco inferiore a quella delle squadre di vertice. «Questa è una squadra che ha qualità e che, da quando sono arrivato — sottolinea Serena — ha sbagliato una sola partita, quella con il Lumezzane dell’andata. Per il resto il gruppo ha un’identità precisa, che riesce a mantenere sempre, nonostante tutte le assenze che abbiamo avuto e abbiamo tuttora. Assenze che ci impediscono di lavorare bene durante la settimana». Infortunati di lungo corso, vedi Hottor e Carcuro tuttora fermi, prima Espinal e adesso Raimondi, situazioni da gestire di volta in volta, come i problemi di Bellazzini e Peccarisi che hanno messo a dura prova il lavoro degli arancioneroverdi. Dopo la pausa di Pasqua martedì al lavoro per preparare il derby a Bassano (mancheranno Giorico e Sales per squalifica). «Giocheremo la nostra partita, anche se sappiamo che non sarà facile. Le prime quattro della classifica non sono lì per caso — chiude Serena — e hanno certamente qualcosa in più».
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) A cinque giornate dalla chiusura del campionato sono ancora apertissimi i giochi nel girone A. Quattro squadre, Bassano, Novara, Alessandria e Pavia, in quattro punti che si andranno, con ogni probabilità, a contendere il passaggio di categoria. E poi il Como, a quota 54, a sei lunghezze dal trenino di testa, pronto ad approfittare degli eventuali passi falsi di quelle davanti. Ad oggi non ancora matematica l´esclusione del Real Vicenza dai giochi per la promozione: i biancorossi si trovano in settima posizione, a 13 punti dalla quarta (il Pavia a 60). Un miracolo: non tanto per le cinque vittorie che servirebbero ai ragazzi di Marcolini per raggiungere i play-off, che potrebbero essere nelle corde dei vicentini, quanto piuttosto le cinque sconfitte che dovrebbe incassare il Pavia, di certo non in un periodo brillante, ma pur sempre una delle migliori formazioni del girone. Senza contare poi che davanti al Real ci sono anche Como e FeralpiSalò. A questo punto il bel sogno vissuto dalla società di Diquigiovanni, sembra a tutti gli effetti svanito. Ma la settima piazza, o forse anche qualcosa di più, visto che il sesto posto è a soli due punti, rimane un risultato più che dignitoso. Innanzitutto il Real deve lottare per ottenere il massimo. In palio un possibile abbinamento di prestigio in Coppa Italia. E poi c´è l´orgoglio personale dei giocatori, oltre che di mister Marcolini e di tutta la società, in primis del presidente Lino Diquigiovanni. Ancora c´è il derby in vista: Real Vicenza e Bassano si scontreranno al Menti il prossimo 17 aprile (20.45). E si sa, i derby, nel calcio, fanno storia a sé. Ma non da meno è il titolo di capocannoniere del girone che al momento è nelle tasche di Salvatore Bruno: una soddisfazione condivisa da tutto il gruppo. Le motivazioni non mancano. Quel che manca da un po´, invece, è la vittoria. E a dirla tutta anche la fortuna. Oltre alle tre pesanti squalifiche di Dalla Bona, Quintavalla e Polverini, giovedì contro l´Arezzo, Marcolini ha dovuto fare i conti con gli infortuni di Matteo Piccinni e Marco Cristini. Per Piccini stagione quasi terminata: stop di almeno due settimane a causa di un lieve stiramento accusato contro il Novara. Per Cristini invece si tratta di distorsione alla caviglia. Dopo la breve pausa pasquale lo staff del Real verificherà le condizioni del centrocampista vicentino.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Due derby e una data da cerchiare in rosso: venerdì 10 aprile, quando si conoscerà la decisione del Tribunale federale in merito alla penalizzazione del Novara. Gli addebiti che vengono contestati al club piemontese, capolista del girone insieme al Bassano, riguardano irregolarità a vario titolo su pagamenti e dichiarazioni contabili realtive al periodo da maggio a novembre 2014. Il Bassano, appaiato a quota 64 ai piemontesi, attende con ansia la decisione della giustizia sportiva, che arriverà comunque in ritardo rispetto alle attese. «La cosa non riguarda solo noi — spiega il dg giallorosso Werner Seeber — ma anche tutte le altre squadre in lotta per il primo posto e, in aggiunta, pure il Novara stesso. Credo che ogni anno si dica che la giustizia sportiva non funziona, poi però succedono sempre le stesse cose. Lo dico con grande serenità, nel senso che noi non guardiamo a quello che accade in casa altrui, ma allo stesso tempo sarebbe giusto che certe decisioni non venissero prese a metà aprile, quando mancano cinque giornate alla fine della regular season. Non voglio entrare nel merito della vicenda, pensiamo soltanto a noi, ma questo è il nostro pensiero». Seeber guarda al calendario con relativo distacco e si interroga su quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane. Alle porte ci sono due derby, il primo contro il Venezia di domenica prossima, il secondo contro il Real Vicenza anticipato a venerdì 17 aprile alle 20,45. «So che molti sostengono che il peggio sia alle spalle — dice — ma la verità è che questo è un campionato in cui si può battere la prima e perdere contro l’ultima. Anche il Novara, ad esempio, ha pareggiato a Bergamo una partita che tutti pensavano avrebbe vinto. Questo dimostra che non esistono partite facili e non la solita frase fatta. Se si entra in campo senza concentrazione si rischiano figuracce». Ma Seeber rinnova anche la sua fiducia nel gruppo giallorosso: «Credo che non corriamo questo rischio, la squadra ha tanti ragazzi che hanno fame di vittorie. E la voglia di emergere, spesso, fa la differenza, risultando persino più importante dei soldi investiti».
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Cinque puntate da qui alla fine significa prepararsi ora a imboccare il lungo rettilineo prima dello striscione d´arrivo. Una volatona selvaggia nella quale il calendario giocherà fatalmente una parte risolutiva, quasi quanto la possibile penalizzazione del Novara venerdì prossimo. Quattro in lizza per lo sprint con in palio la B e allora valutiamo nel dettaglio in rigoroso ordine di graduatoria. Il Novara a quota 64 avrà in sequenza Mantova fuori, Giana Erminio in casa, Pordenone in esterna, Arezzo a domicilio e Lumezzane in trasferta. Considerando che il ruolino da viaggio dei novaresi non è esattamente invidiabile, una scaletta con tre gare lontano dal Piola e sempre con rivali impegnate nella bagarre salvezza non è propedeutica al cambio di passo. Tuttavia il Novara possiede il cast più ricco del girone. Lì il pensiero, semmai, è legato unicamente ai punti che potranno essere sanzionati al club tali da condizionarne il percorso di rincorsa. Il Bassano che lo appaia invece, ha un programma di gare apparentemente più morbido ma disseminato di trappole: si comincia col Venezia al Mercante si prosegue con l´anticipo del Menti col Real: un derbissimo che i biancorossi vorranno vincere per chiudere col punto esclamativo un´annata lo stesso di segno positivo, ma che col derby in cassa assumerebbe un gusto speciale, ça va sans dire. Poi, sfida interna alla bestia nera Renate, mai battuta in 3 anni e passaggio al Brianteo di Monza coi brianzoli assetati di punti sopravvivenza. Infine, ultima tappa al velodromo col Feralpi Salò che lui sì dovrebbe arrivare con l´animo in pace. Forse. Così a sfogliare i rivali dell´Alessandria, terza a 62, l´impressione è che i piemontesi stiano meglio di tutti: Monza in casa, Salò fuori, Como in casa che però potrebbe essere già out dal barrage playoff, Renate in esterna, presumibilmente già salvo alla penultima e Venezia al Moccagatta per una chiusura in grande stile. E quindi il Pavia: subito il Renate scottato dall´inopinato stop col Pordenone, secondo match a Venezia, gara casalinga con l´Alto Adige, tappa a Como e congedo tra la propria gente col Real Vicenza. Novara ha così il calendario più in salita, Bassano e Pavia si equivalgono e l´Alessandria quello più in discesa di tutti. Sulla carta va così, poi se di mezzo c´è un pallone che rotola la carta si straccia molto in fretta.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il suo Vicenza vinse il campionato di serie B nella stagione 1976-1977, gettando le basi per quello che per tutti divenne poi il Real Vicenza che finì secondo in serie A alle spalle della Juventus. Giorgio Carrera, 60 anni compiuti da poco e che Helenio Herrera e Nereo Rocco definirono uno dei liberi più forti della sua epoca, è rimasto tifoso biancorosso, legatissimo a quei colori per i quali rifiutò una importante offerta economica del Napoli, scegliendo di restare a Vicenza semplicemente perché quella era la città dove voleva giocare. Come tutti i tifosi biancorossi, anche Carrera, dopo anni in cui al Menti di buon calcio se ne vedeva poco e si lasciava lo stadio delusi, in questa stagione è entusiasta del Vicenza e del suo campionato. «Il calcio a volte regala sorprese positive e insperate — sottolinea il libero del Real Vicenza di Fabbri — tutto è iniziato con un ripescaggio con norme e regole che faccio fatica a comprendere, perché per me dovrebbe contare solo il risultato del campo. Detto questo — continua Carrera — la squadra ha avuto un discreto inizio, soprattutto se si valuta le difficoltà che ha incontrato, poi con l’arrivo di Pasquale Marino ha mostrato un crescendo che nessuno avrebbe nemmeno potuto sperare. Del Vicenza mi piace il fatto che la squadra gioca a calcio, non butta mai via un pallone e tutti sanno bene quello che devono fare in campo. Una squadra che ha un impianto di gioco ben preciso in cui tutti i giocatori hanno libertà di inventare; organizzati, però nella massima libertà di espressione». Una situazione che ha caratterizzato anche il gioco di quel Vicenza che quasi quarant’anni fa faceva spellare le mani ai trentamila tifosi biancorossi che affollavano il Menti, tanto che Carrera qualche somiglianza tra il tecnico di allora, Giovanbattista Fabbri e quello di adesso, Pasquale Marino, la vede . «Fatta la doverosa premessa che il nostro era un calcio molto più tecnico di quello che si gioca adesso, paragoni in questo senso è sempre difficile farli ma qualche analogia c’è. Marino è un allenatore che ha un’idea di calcio propositivo, vuole che i suoi giochino sempre il pallone, ha organizzato un possesso palla intelligente, nel senso che chiede pazienza e di attendere il momento giusto per verticalizzare. Insomma qualche similitudine c’è, di sicuro allora noi giocavamo bene e lo stesso si può dire per il Vicenza di adesso». Un giudizio positivo, tanto da portare Carrera ad affermare che dopo il Carpi, ormai in serie A, la promozione diretta la meriterebbe proprio il Vicenza. «Dal punto di vista del gioco non vedo nessuna squadra superiore al Vicenza — sottolinea l’ex libero biancorosso — in questo momento il gruppo di Marino ha preso consapevolezza dei suoi mezzi, gioca a memoria tanto che anche a Vercelli, pur senza un giocatore chiave come Di Gennaro, la squadra ha creato gioco ed occasioni e solo la sfortuna ha impedito di tornare con i tre punti. Ma nel calcio se giochi bene alla lunga i risultati ti danno ragione, e questo Vicenza, che anche a livello atletico dimostra di stare molto bene, merita di andare in serie A. E’ un’occasione più unica che rara, ed è anche per questo che non bisogna fallirla». In più la gente biancorossa è sempre più presente e giocare al Menti per gli avversari non è certo molto facile. «Nelle ultime partite rivedere lo stadio pieno, almeno per la capienza attuale, è stato bello. La gente può essere l’arma in più in questo finale di campionato: si è creata una bella simbiosi tra tifoseria e squadra e questo va a favore del Vicenza nella volata finale».
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Tra le avversarie che il Vicenza dovrà sfidare da qui alla fine del campionato ci sono anche tre formazioni in lotta per la salvezza: dopo la Pro Vercelli, che oggi giocherebbe i playout con il Crotone per evitare il quarto posto in Lega Pro, i biancorossi si troveranno ad incrociare sul loro cammino anche Cittadella, Brescia ed Entella, pure coinvolte in una volata incerta sul fondo quanto al vertice. Tanto più che l´incertezza sembra riguardare già il post-campionato. Ed il perché è presto spiegato. La situazione del Parma sta alimentando voci su un possibile ripescaggio in serie B, un po´ come avvenne l´agosto scorso. Allora il Vicenza vinse una sorta di biglietto della lotteria perché il fallimento del Siena (ripartito dalla serie D) liberò un posto nel campionato cadetto. Posto per il quale fece richiesta il Novara con un ricorso accolto solo in parte dall´organo giudicante del Coni, posto che invece venne assegnato al Vicenza dal Consiglio federale sulla base di una graduatoria molto complessa, derivante dall´esame di diversi parametri. Ora la situazione sembra riprodursi, perché il Parma, avviato alla retrocessione in B sul campo, rischia seriamente di fallire subito dopo e a quel punto di dover ripartire dalla serie D. Ovvio che i club coinvolti nella corsa-salvezza guardino anche alla possibilità di un ripescaggio, tutt´altro che scontato in realtà, visto che il Consiglio federale potrebbe modificare la normativa. Intanto però il Vicenza si ritroverà di fronte rivali assai motivati a raggiungere la miglior posizione possibile, perché anche una sconfitta ai playout potrebbe aprire la porta a un ripescaggio. E proprio il Vicenza ne sa qualcosa…
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Forma fisica, condizione psicologica, panchina lunga, anche un pizzico di fortuna ovviamente: sono tante le variabili che peseranno in un´incertissima volata per la promozione e i playoff. E tra queste c´è pure il calendario, perché tutti dicono, ad agosto, che non conta nulla e che tanto prima o poi gli avversari bisogna incontrarli tutti, ma poi quando si arriva alla stretta finale fa una certa differenza lo spessore dei rivali da affrontare. Tanto per capire: giocare con il Varese, con tutto il rispetto, non è come trovarsi davanti il Carpi, almeno sulla carta. Poi magari finisce che il Brescia, ultimo e staccato, batta a domicilio un Pescara considerato tra le più in forma, come è successo giovedì sera, ma questo è un altro discorso.
Com´è il calendario del Vicenza nelle ultime 8 tappe del campionato e qual è la situazione dei biancorossi negli scontri diretti? Anche questo è un aspetto da non sottovalutare, perché in caso di arrivo a parità di punti essere in vantaggio sarà come avere un punto in più degli avversari. Vediamo cosa riserva il calendario alla squadra di Marino: anzitutto un ugual numero di gare in casa e in trasferta, 4 e 4, ma distribuite in modo tale che alla terz´ultima e penultima giornata il Vicenza affronterà due partite esterne consecutive, a La Spezia e a Livorno. Le gare interne prevedono l´arrivo al Menti dell´Avellino (venerdì 10, alle 20,30) e poi di Varese, Entella e Frosinone. Due gli scontri diretti: quello con gli irpini (Vicenza in vantaggio dopo il successo per 1-0 all´andata) e all´ultimo turno con i laziali (berici sconfitti 1-0 all´andata). Lontano dal Menti il Vicenza dovrà affrontare il Cittadella e il Brescia, in lotta per la salvezza, e due dirette concorrenti nella corsa di vertice: come detto, lo Spezia (biancorossi vittoriosi al Menti 1-0) e il Livorno (all´andata in casa 0-0). Per quanto riguarda gli scontri diretti, oltre alle squadre già citate, delle prime 8 restano fuori il Carpi (l´unica ad aver vinto tutti e due gli incontri col Vicdenza, ma ormai con un piede e mezzo già in A), il Bologna e il Perugia. E qui va benissimo perché i biancorossi sono in vantaggio con entrambe (0-0 e 2-0 con gli emiliani; 2-2 e 3-1 con gli umbri). Insomma, Marino e i suoi sprintano con buone carte.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Laverone, risposta secca: il Vicenza andrà in serie A? «Eh… risponderò a giugno». Prende tempo Lorenzo Laverone. Ma è pure consapevole del fatto che il proverbio “chi ha tempo non aspetti tempo” ha un suo perchè. Già, perchè di fronte alla prospettiva di accontentarsi, di pensare che per come era iniziata la stagione il semplice fatto di partecipare ai playoff è già tanta roba, il suo commento è secco. «Non ci accontentiamo». Non vi accontentate perchè… «Perchè occasioni così non capitano tutti gli anni. Siamo arrivati fino a qui superando tante difficoltà e facendo molti sacrifici. Non vedo perchè ora dovremmo accontentarci». Facciamo un passo indietro. Il Vicenza torna da Vercelli con un punto e quattro legni di cui due suoi… «Non so cosa dovevo fare per segnare. Penso per esempio al primo legno: ero in posizione defilata e ho preso il palo interno… ». E poi è arrivato pure il secondo. «Davvero non so che dire. Evidentemente non doveva entrare. Ma non abbiamo niente da rimproverarci. Si vede che doveva andare così. Abbiamo preso quattro pali, il portiere della Pro Vercelli ha fatto miracoli… Non so proprio cosa avremmo potuto fare di più». Certo, la sfortuna ha avuto il suo peso. Ma di occasioni ne avete sciupate tante… «Questo evidentemente è uno di quei periodi in cui bisogna lavorare, stringere i denti, tenere duro e guardare avanti». Perchè? «Perchè per segnare dobbiamo creare 5-6 palle-gol nitide. Spiace che le cose vadano così, ma mi consolo pensando a come ci esprimiamo in campo. Non ci sono dubbi sul fatto che contro la Pro Vercelli avremmo meritato noi di vincere. Siamo andati a fare la nostra partita e abbiamo dominato». Grande rammarico, insomma. «Certo. Alla fine abbiamo perso due punti». Che sarebbero stati particolarmente preziosi, visti i risultati delle dirette concorrenti. «Ma anche a prescindere da questo. Noi non guardiamo gli altri, giochiamo ogni partita per vincere, indipendentemente dall´avversario che affrontiamo e dagli impegni delle altre squadre. Scendiamo in campo con personalità e carattere, penso che abbiamo dimostrato di possedere queste doti». Il sintetico di Vercelli non è sembrato in ottime condizioni. «Comunque si poteva giocare. Non era, per capirci, come quello di Chiavari. Là sì che c´erano problemi per chi cercava di costruire». Due parole sulla sua prestazione. È tornato a correre come qualche settimana fa… «Sì, diciamo che la pila è carica». Una buona notizia per un Vicenza che ha bisogno del suo dinamismo. «Sto bene dal punto di vista fisico. In qualche partita ci sta che si renda meno, un calo a un certo punto della partita è fisiologico. Tengo comunque a sottolineare che se la mia pila è carica, lo stesso discorso va fatto per i compagni di squadra. Siamo arrivati ad ottenere certi risultati perchè tutti hanno dato il loro contributo». E ogni tanto le succede di ritrovarsi a fare il terzino… «Ci sta, avendo anche caratteristiche difensive può succedere che mi alterni con i compagni in fascia quando loro salgono. Ma è tutto normale, sono situazioni preparate in allenamento». Ora vi attende la sfida con l´Avellino: un altro big match, un´altra sfida “calda” con un Menti che si annuncia di nuovo esaurito… «Il fatto che i tifosi siano con noi ci fa piacere e ci carica ulteriormente. Daremo il massimo perchè possano essere soddisfatti sino alla fine». Cos´è che potrebbe fare la differenza a favore del Vicenza in questo finale di stagione? «Due cose: l´organizzazione di gioco e lo spirito di sacrificio. Sono due caratteristiche di questa squadra, che poi si uniscono alla voglia di riscatto di chi era arrivato a Vicenza dopo una stagione così così».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Andrea Pierobon chiama tutti a sostegno del Cittadella. Le prossime due partite si giocheranno al Tombolato, contro avversari di grande richiamo, la capolista Carpi e il Vicenza, e serve il pubblico delle grandi occasioni per aiutare la squadra granata. «Tutti assieme ce la faremo», il messaggio ai tifosi del portierone ai tifosi. Che poi aggiunge: «Dobbiamo cercare di capitalizzare al massimo le due gare in casa. Saranno complicate, difficili sulla carta, ma non mi sento affatto sconfitto in partenza. Il Cittadella visto nel primo tempo di Latina mi dà grande fiducia, se recuperiamo qualche giocatore e gli episodi non ci saranno tutti contro come nell’ultimo periodo, possiamo fare bene». Già, il Cittadella di Latina: quanti rimpianti. «Purtroppo è così, abbiamo perso una gara che meritavamo di vincere. Se penso che eravamo in vantaggio e stavamo dominando gli avversari, mi torna un grande rammarico, anche perché ho preso tre gol in un colpo solo quando nelle precedenti tre partite la porta era rimasta immacolata». Il patatrac è iniziato con l’autogol di Signorini. Pierobon rivive mentalmente l’episodio: «Non ho chiamato il pallone, semplicemente quando ho visto che Sowe era in vantaggio su Signorini sono andato a chiudere lo specchio della porta, proprio come ho fatto poco più tardi sullo stesso attaccante. Signorini è riuscito a sporcare il pallone con la punta del piede, ne è uscita una traiettoria che mi ha spiazzato. Capita una volta su venti, è successo l’altra sera». Guardiamo avanti. «La piccola sosta ci farà bene. Alla ripresa degli allenamenti saremo pronti a ricominciare, con la testa sgombra, e con qualche giocatore che rientrerà in gruppo. Dobbiamo lasciarci alle spalle un momento negativo: i risultati, certi episodi come il palo di Coralli con la Ternana, tutta una serie di giocatori infortunati nello stesso reparto. Abbiamo già dato abbastanza». Qualcosa da migliorare c’è, lo sottolinea anche Pierobon: «Nella gestione dei singoli episodi dobbiamo essere più cinici, freddi. A Latina per esempio dovevamo sfruttare il grande lavoro collettivo e chiudere la partita nel primo tempo». Foscarini, analizzando i risultati dell’ultimo turno di campionato, ha detto che la quota salvezza potrebbe lievitare dai canonici 50 punti: «Non penso, da qui alla fine ci sono tanti scontri diretti che faranno la selezione. Noi dobbiamo arrivare in fretta a quota 50, basteranno». L’augurio di Andrea Pierobon per la Pasqua: «Godetevi serenamente questi giorni di festa. Per qualche ora pensiamo alle nostre famiglie e alle persone care, che è la cosa che più conta». Per il calcio giocato, appuntamento a domani pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) E se raggiungere quota 50 non bastasse più? Col campionato a 22 squadre sono sempre stati questi i punti per considerarsi sicuri della salvezza in serie B, ma il particolare andamento della stagione in corso potrebbe rimettere in discussione quella che era considerata una certezza. Lo stesso Mark Iuliano, dopo Latina-Cittadella, ha lanciato l’allarme: «Non penso ne basteranno 50. Lo pensavo già prima e a maggior ragione dopo i risultati dell’ultima giornata e le vittorie del Brescia a Pescara e del Crotone, che è una buona squadra, sullo Spezia» ha dichiarato l’ex difensore della Juventus. E Claudio Foscarini, come la pensa? «Non lo so più, dopo i risultati dell’ultimo turno credo ce ne vogliano di più» ammette il tecnico granata, che ha concesso tre giorni di riposo ai suoi uomini, pronti a ritrovarsi al Tombolato domani pomeriggio. «Anche negli anni scorsi, però, la situazione era simile in questa fase della stagione: rientra nella norma che le squadre dietro galoppino e che quelle davanti frenino, perché quelle che rischiano di retrocedere hanno più motivazioni. Ma se tutte andranno avanti di questo passo la soglia di alzerà». Il confronto con la scorsa stagione aiuta poco: alla fine, al Citta, ne bastarono 47 per festeggiare mentre, con gli stessi punti, il Varese finì ai playout, superando poi il Novara. Ipotizzando che quota 50 resti valida, ai granata mancano 11 punti per raggiungerla. Dovranno raccoglierli nelle otto giornate che mancano, sfruttando le cinque gare previste al Tombolato contro Carpi (sabato 11 aprile), Vicenza, Spezia, Frosinone e Perugia (tutte squadre più in alto in classifica), e le tre in trasferta: i cruciali scontri diretti con Brescia, Bari e Catania. Ma alla fine, forse, è meglio lasciar perdere la calcolatrice e vivere giornata per giornata, come suggerisce il dg Stefano Marchetti: «Francamente trovo difficile parlare di quota salvezza in una situazione come quella attuale. Ci sono otto squadre raccolte fra i 38 punti del Catania e i 40 che hanno Latina, Ternana ed Entella, e in mezzo ci siamo anche noi. Con tutte queste formazioni coinvolte non è proprio il caso di mettersi a far conti. Sappiamo che almeno altri 8-10 punti dovremo per forza riuscire a portarli a casa e che saranno fondamentali gli scontri diretti. Dopodiché mi auguro di recuperare giocatori importanti che a Latina non abbiamo potuto utilizzare, come Rigoni, Pellizzer e Scaglia».
Ore 11.10 – (Gazzettino) La Lega Pro è davvero a un passo: ha già iniziato a parlare del futuro suo e di quello dei giocatori con la società? «Ci siamo incontrati con la proprietà e con il tecnico, ma aspettiamo che la promozione sia matematica prima di affrontare certi discorsi. Non sarebbe corretto nei confronti del gruppo attuale». In linea di massima crede che sarà sufficiente qualche ritocco o bisognerà stravolgere la rosa per affrontare la categoria superiore? «Ripeto, massimo rispetto per chi sta giocando in questo momento. Poi se fosse per me terrei tutti, ma come succede nel calcio devi mettere in preventivo un’evoluzione. Anche se abbiamo tanti giocatori in gruppo che possono fare la Lega Pro». De Poli festeggerà oggi la Pasqua a casa di parenti a Mestre con la moglie Alessandra e i figli Marco e Andrea: il primo è architetto e gioca nel Rossano calcio a 5 (serie C1), il secondo è segretario al Vicenza. «Pensavo seguisse la strada di Marco dopo essersi diplomato, invece tramite un amico ho saputo che gli sarebbe piaciuto entrare nel mondo del calcio. All’epoca ero al Vicenza e gli ho detto: se vuoi capire come funziona, vieni e ti fai la gavetta. Quando sono andato via, la società gli ha chiesto di fare il segretario».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Nella sua carriera come direttore sportivo ha lavorato in altre piazze importanti: si può dire che questa sia una delle sue stagioni migliori? «La colloco tra le prime, anche se non dimentico i due campionati vinti in tre anni al Cittadella (dalla serie C2 alla B, ndr). È ai primi posti perché quest’anno ho avuto il grande handicap di conoscere pochissimo la categoria e siamo partiti in ritardo rispetto alla concorrenza. Il mio vantaggio è stato quello di poter contare su Parlato che mi ha dato una grandissima mano conoscendo benissimo la serie D, e mi hanno aiutato anche addetti ai lavori che ho conosciuto nell’arco della carriera. Senza tralasciare il fatto che, pur di venire in una piazza come Padova, i giocatori sono pronti a scendere di categoria». Ce ne è uno che avrebbe voluto e invece non è riuscito ad avere? «Arcidiacono, attaccante del Martina. Ci ho provato a inizio stagione e a dicembre». Quello che è invece arrivato e non se l’aspettava? «Ilari, un giocatore fondamentale. L’avevo seguito quando era al Pisa e me lo sono trovato l’anno scorso al Martina. Quando mi ha dato la disponibilità per venire qui ero davvero felice. E questo dimostra ancora di più che è un ragazzo intelligente».
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Pronto? Sono sopra il trattorino a tagliare l’erba in giardino». Sono giorni di relax per i biancoscudati che si godono il primato in classifica a cinque giornate dalla fine del campionato, e anche il diesse Fabrizio De Poli si concede una pausa dedicandosi a quello che può essere definito uno svago nella sua abitazione a Tombolo. «Ho 2.500 metri quadrati di prato, mi piace fare giardinaggio nel tempo libero, mi rilassa». Inevitabile che le vicende calcistiche restino in primo piano, tanto più che il Padova a Chioggia ha dato l’ennesima dimostrazione della sua superiorità. «Clodiense e Sacilese sono due tappe quasi determinanti. La prima è stata superata bene, la squadra è stata molto applicata in una gara fondamentale ed è la cosa che più mi è piaciuta. Adesso ci aspetta la Sacilese, un’altra pratica troppo importante. All’andata non meritavamo di perdere, ma al di là di questo il nostro obiettivo finale è vincere». Quale è il segreto di questo Padova? «La nostra fortuna è stata quella di creare un gruppo di giocatori validi ed esperti, guidato da un allenatore bravo».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Due mesi fa, nel giorno del suo settantasettesimo compleanno, Ruggero Ranzato, tifoso storico del Padova e fondatore nel 1975 del Centro coordinamento club biancoscudati, aveva ricevuto la visita di una delegazione di giocatori e dirigenti biancoscudati. Ieri, in occasione delle festività pasquali, è stato direttamente il presidente Giuseppe Bergamin ad andarlo a trovare, accompagnato dalla moglie Giovanna e dal presidente dell’Aicb Giorgio Ferretti. Sono rimasti insieme per più di un’ora, ricordando episodi del passato e con la gioia comune per un presente felice e per il traguardo ormai vicino. E restando in tema di tifoseria organizzata, martedì sera verrà festeggiata a Rubano la nascita di un nuovo club Aicb denominato “Civico 26”. LUTTO. Ha destato profonda commozione tra il popolo biancoscudato la notizia della scomparsa di Giuliano Gobbo, tifosissimo del Padova e per lungo tempo presidente del club “I Ruspanti” di San Bellino. È mancato venerdì sera, all’età di 67 dopo una lunga malattia che non gli impediva di frequentare fino a poco tempo fa i campi della Guizza per seguire con passione la squadra.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Veniamo alla passione per le moto, e per le Harley in particolare. «È un amore scoppiato una decina di anni fa, anche se da piccolo avevo un Trial King da 50 cc. Un amico mi invitò a provare l’Harley e mi piacque così tanto che ne ho comprate due: una Forty Eight 1200 e una Rocker 1580. Una, in realtà, è di mio figlio Paolo, che fa il cuoco a Rio de Janeiro. Spostarmi su quelle due ruote per me ha un significato di aggregazione, stare insieme ad altri che condividono la tua stessa esigenza. Ho partecipato per tre anni al Faaker See, il raduno europeo delle Harley Davidson che si svolge in Austria, poi sono stato a Saint Tropez, a Barcellona e in altri posti noti». Lei, però, è pure un musicista. «Sì. Sono un sessantottino, e in quel periodo tutti suonavano dalle mie parti, in Emilia, con complessi e complessini vari. Il rock è stata la mia passione, me la cavo bene con chitarra e sassofono. E stravedo per gli AC/DC, uno tra i gruppi di maggior successo degli anni 70/80. Fra l’altro il 9 luglio saranno all’autodromo di Imola, e con Zancopè e alcuni giocatori del Padova seguirò il loro concerto». C’è altro da sapere, ancora? «Beh, prima di fare l’allenatore sono stato vigile del fuoco a Parma. E mi hanno spedito nel 1976 in Friuli, a dare una mano alle popolazioni colpite dal terremoto». Tornando al calcio e al Padova, ormai ci siamo… «Finchè non abbiamo la certezza matematica, dobbiamo stare sul pezzo e pensare ad una partita alla volta. Certo, detto fra di noi, il 26 aprile vorrei festeggiare, dopo la partita con il Kras Repen. Così il 27 parto e vado a trovare mio figlio in Brasile. Per poi rientrare prima dell’ultima sfida, quella con l’Altovicentino. Sa, ci tengo ad esserci, per ovvie ragioni…». Resterà anche nel 2015/16? «Mi alletta l’idea di continuare. Un altro anno qui lo farei volentieri. Ma non dipende solo dal sottoscritto». Auguri, mister.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Già che siamo in vena di confidenze, ci svela chi è il più mattacchione della rosa e quello che la fa dannare? «Mi trovo davvero bene con i ragazzi. Devo rispondere, giusto? E allora dico che Niccolini è quello che mi tiene testa, con le sue gag, perché io sono uno che racconta barzellette e si lascia andare a battute, mentre Petrilli e Aperi sono i più… scanzonati. Una parola in più la spendo per il capitano: Cunico è immenso, anche se non gioca, com’è accaduto ultimamente per infortunio, c’è sempre, nello spogliatoio e fuori. Un leader vero. Quando sostengo che ho ritrovato il calcio dei bei tempi, alludo proprio al fatto di avere un gruppo sano. Nessuno pensa al proprio orticello e basta». Sia sincero: mai litigato o discusso una sola volta con Parlato? «Premessa: per svolgere il ruolo di vice al meglio devi sposare ciecamente le idee del primo allenatore. Con Carmine il rapporto è buonissimo. Tante volte lo voglio contraddire per indurlo a riflettere, poi la decisione finale spetta sempre a lui. Mi confessa ciò che pensa, se intende operare un cambio mi chiede un’opinione. All’inizio non era facile capirlo. Ma devo ammettere che quest’anno ho imparato tantissimo da lui a livello difensivo. E poi mi diverto, proprio perché non sono nè mi sento un corpo estraneo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Da una telefonata, fatta in amicizia, è nata l’idea di puntare su Parlato, un nome peraltro che lui aveva già segnato sul taccuino, insieme ad altri due. Gli ho detto: “Guarda che è l’uomo giusto per voi. A Pordenone, pur trionfando, non lo hanno confermato, e un tecnico che ha una voglia e una rabbia come quelle che lui cova dentro di sè può essere molto utile alla causa”. Era un week end, stavo facendo un giro in moto e il diesse mi chiese il suo numero. Glielo diedi, si parlarono e la domenica, alle 18, trovarono l’accordo. Poi entrambi hanno spinto affinchè venissi a Padova e così ho accettato». Ma è vero che non ne voleva più sapere di allenare? «Sì, dopo trent’anni di questa vita, sempre lontano da casa, mi ero un po’ stancato. Tenga presente che avevo subìto tre esoneri in carriera ogni volta con la squadra prima in classifica, e dunque può immaginare che tipo io sia. Quando sono giunto qui, invece, ho scoperto un ambiente che mi ha ridato nuovo entusiasmo. Parlo di una proprietà che è uno spettacolo, di un gruppo di giocatori straordinari, dove non ce n’è uno fuori posto, di un collega come Parlato, appunto, con cui si è creata un’intesa mirabile, giorno dopo giorno. È un lavoratore instancabile, pensi che dopo la partita di giovedì a Chioggia era già lì che pensava alla Sacilese. Non si ferma mai».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quel signore che vedete in sella ad un’Harley Davidson, con abbigliamento casual e atteggiamento da vero “rider”, è il vice-allenatore della Biancoscudati Padova e all’anagrafe dichiara 63 anni, compiuti il 20 febbraio scorso. Certo, se la capolista del girone C della serie D naviga con il vento in poppa verso il porto della Lega Pro, il merito è dei Bergamin e dei Poletto (la società), dei De Poli e dei Parlato (la componente tecnica), della squadra tutta, ma anche, se permettete, un po’ suo. Perché Rino Lavezzini, originario di Salsomaggiore Terme (Parma) e ora residente a Marina di Carrara, in Versilia, di calcio ne ha masticato parecchio nella sua vita e tanta esperienza, messa al servizio di un club partito da zero su tutto, ha sin qui pesato molto per avvicinare l’obiettivo del salto di categoria. È una Pasqua serena per un uomo che ha girato in lungo e in largo nella sua carriera, e che in Veneto, prima che su quella del Padova, si è seduto sulle panchine del Giorgione (serie C/2, 1994/95) e del Vicenza Primavera (2010/11), e che accetta di parlare di se stesso quasi sottovoce, come se non volesse disturbare. Innanzitutto, ci racconta com’è arrivato qui, l’estate scorsa? «È stato Fabrizio (De Poli, ndr) a contattarmi. Sono vent’anni che lo conosco, per me è come un fratello.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un altro grande tifoso biancoscudato ci ha lasciato. Venerdì sera è mancato Giuliano Gobbo, 67 anni. Era malato da tempo. Figlio di Armando, segretario del Calcio Padova negli anni ’50, aveva coltivato una passione sviscerata per la squadra della sua città. Uomo pieno di iniziative, generoso e sempre disponibile, negli anni ’80 fondò il club dei “Ruspanti”, con più di 500 iscritti. Era un organizzatore nato: memorabile, fra le moltissime trasferte a cui partecipò, quella di Venezia nel 1982, quando portò un cucciolo di leone allo stadio “Penzo”. Esauritasi l’epoca dei “Ruspanti”, assieme allo zoccolo duro di questi ultimi creò un nuovo club di soli amici, gli “Arrapaho”: attorno ad esso è ruotata gran parte della sua vita. Oltre agli amici, piangono Giuliano il figlio Riccardo e la compagna Elena, che ha condiviso con lui la grande passione per il calcio e lo ha seguito ad ogni evento del Padova. I funerali si svolgeranno martedì 7, alle ore 15.30, nella chiesa di Lion di Albignasego. La redazione sportiva del “mattino” è vicina ad Elena e Riccardo in questo momento di dolore.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Oltre al big-match contro la seconda della classe, il Padova deve ancora affrontare nell’ordine la Sacilese all’Euganeo, il Legnago fuori casa, il Kras Repen in casa e il Ripa la Fenadora sul neutro di Feltre. Proprio a questo proposito sono state avviate le procedure tecniche per lo spostamento di quest’ultima partita in un complesso che potrà ospitare un massimo di mille tifosi biacoscudati. «Battere la Clodiense — sottolinea Ilari — è stato un passo fondamentale verso il primo posto. Manca, però, ancora un altro piccolo sforzo e dovremo compierlo con grande concentrazione nelle prossime partite. Abbiamo otto punti di vantaggio sull’Alto, ma bisogna arrivare all’ultima giornata a +4, per evitare di doverci giocare tutto in 90 minuti». Fermo restando che sono discorsi ancora prematuri, dell’attuale rosa biancoscudata hanno chance concrete di una conferma Salvadori, Mazzocco (che si svincolerà dal Parma), Segato, Amirante, Ilari, Petrilli e Petkovic. Ci sono altri giocatori, tra cui ad esempio Niccolini e Cunico, che potrebbero rimanere in rosa e altri che sono in fase di valutazione da parte della dirigenza. Decisioni, queste, per le quali bisognerà attendere la certezza matematica del ritorno fra i «pro» dopo il crac di poco meno di un anno fa.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Prima fra tutte una questione tecnica e contrattuale, visto che il probabile ritorno nel professionismo implicherà il termine di tutti gli attuali vincoli sottoscritti. «Ovviamente ogni discorso andrà rinviato a fine stagione — spiega il direttore sportivo Fabrizio De Poli — ma al momento siamo nei dilettanti e i contratti sono molto particolari, oltre che in scadenza al termine dell’attuale stagione. Bisognerà ridiscutere con ogni giocatore che decideremo di confermare il nuovo eventuale contratto per la Lega Pro». Fra i papabili per una conferma c’è anche Marco Ilari, autore nell’attuale stagione di ben nove reti, record personale della sua carriera fino a questo momento. «Mi piacerebbe chiudere la stagione in doppia cifra — racconta Ilari — ma sono disposto senza problemi a rimanere fermo a 9 senza più segnare pur di vedere il Padova promosso in Lega Pro… Questa categoria, non mi stancherò mai di ripeterlo, non c’entra proprio nulla con questa meravigliosa piazza e con questi meravigliosi tifosi». Il calendario dice che al 10 maggio, giorno in cui si disputerà lo scontro diretto all’Euganeo contro l’AltoVicentino, manca poco più di un mese e appena cinque partite.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Uno sguardo al passato, uno al presente e uno al futuro. A Padova si vivono giorni felici, appesi a una Pasqua foriera di buone notizie e a un futuro che si sta costruendo con grande determinazione. Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto andranno avanti anche in caso di promozione in Lega Pro, come già annunciato, e attendono l’ok definitivo in arrivo dopo Pasqua per irrobustire il pacchetto azionario del club. Al momento, secondo quanto filtra dalle «segrete stanze» biancoscudate, l’ipotesi che va per la maggiore è quella di un ingresso multiplo di soci di minoranza che affianchino i due imprenditori nella gestione senza rilevare il pacchetto di maggioranza. Oltre ai Supermercati Alì, che potrebbero essere coinvolti nel riammodernamento dello stadio Euganeo e in qualche strategia comune, in ballo ci sono anche un paio di imprenditori dell’Alta Padovana e un altro possibile socio veneto. Il tutto mentre, nel caso in cui la rincorsa promozione venga completata con successo, sarà necessario ripensare quasi completamente la squadra per una serie di ragioni.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentesima giornata, domenica 12 aprile ore 15.00): ArziChiampo-Union Ripa La Fenadora, Belluno-AltoVicentino, Clodiense-Legnago, Fontanafredda-Union Pro, Giorgione-Kras Repen, Mezzocorona-Montebelluna, Mori S. Stefano-Tamai, Padova-Sacilese, Triestina-Dro.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 72, AltoVicentino 64, Sacilese 53, Clodiense 49, ArziChiampo e Belluno 48, Union Pro 41, Legnago 39, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 38, Fontanafredda 36, Tamai 35, Giorgione 30, Dro 29, Kras Repen 28, Triestina 26, Mori S. Stefano 15, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventinovesima giornata: AltoVicentino-Fontanafredda 2-1, Dro-Giorgione 3-1, Kras Repen-Mezzocorona 7-0, Legnago-Belluno 3-2, Montebelluna-Tamai 1-1, Sacilese-ArziChiampo 0-2, Union Pro-Triestina 2-1, Union Ripa La Fenadora-Mori Santo Stefano 0-0.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 4 aprile: primo giorno di riposo pasquale per tutti i Biancoscudati.