Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe
Sei gare alla fine del campionato, al Padova potenzialmente potrebbero bastarne 4 per vincere il torneo, anche se, a detta di tutti, i giochi si potrebbero decidere nelle prossime due partite. Con la 28ª giornata, che ha lasciato inalterate le distanze tra Biancoscudati e Altovicentino (ieri vittorioso 2-0 a Mezzocorona), prima e dopo Pasqua la capolista affronterà quarta e terza in classifica, ovverosia Clodiense e Sacilese, mentre la squadra di Zanin se la vedrà con il Fontanafredda e con il Belluno, adesso quinto. Appuntamenti segnati in rosso nello spogliatoio biancoscudato, come conferma uno dei pilastri della formazione di Parlato, Marco Ilari. «Sono le partite più importanti della stagione e da lì capiremo come sarà il rush finale. Se potremo quasi chiudere la questione oppure se ci sarà da portarla sino alla fine. Ma soprattutto la 30ª giornata, con l’Altovicentino che va a Belluno, sarà determinante».
La partita con il Dro verrà forse ricordata per due aspetti: il primo è quello del record di vittorie nella storia del Padova. Chi l’avrebbe mai detto la scorsa estate? «È stupendo e deriva tutto dal lavoro settimanale che facciamo con lo staff. Un lavoro andato avanti tappa per tappa e questo è stato fondamentale. Non ci siamo mai adagiati sul vantaggio, ragionando volta per volta». Il secondo aspetto è la doppia sostituzione arrivata dopo 5’ per l’infortunio di Petkovic e l’obbligo di mantenere 4 “under” in campo. Sabato è toccato a Segato uscire, l’altra volta in cui si era verificata una situazione analoga a pagarne le conseguenze fu proprio lei. «Capisco che Segato ci sia rimasto male. Più che essere arrabbiati con l’allenatore, si è arrabbiati con questa maledetta regola. È assurda, chi è bravo gioca indipendentemente. In questo modo il giovane viene utilizzato solo per far numero e, una volta che non serve più, lo si fa fuori».
«Questi paletti portano a non avere quella selezione naturale che c’è nel calcio, come nella vita. E i risultati poi si vedono quando le squadre italiane vanno in Europa». Lei è uno dei titolari inamovibili. Ha già parlato del rinnovo di contratto con la società? «No, ma adesso non è il momento. È ovvio che sarei felicissimo di giocare qui, a maggior ragione in caso di Lega Pro. Sto vivendo un anno bellissimo, e mi sono trovato molto bene in questa città». Giovedì c’è la Clodiense, la squadra più in forma del 2015. Cosa c’è da temere? «Sono veramente forti. Corrono, corrono molto. Ci possono dare tanti grattacapi, dovremo essere bravi a reggere l’urto e controbattere». Obiettivo del finale di stagione, dal punto di vista strettamente personale? «Mi piacerebbe arrivare in doppia cifra come gol. Non l’ho mai fatto in carriera e adesso sono a 8. Manca poco».