Live 24! Padova-Dro, il giorno dopo: domenica di riposo, ma da domani si pensa già alla Clodiense

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Ore 22.10 – (La Nuova Venezia) Mancano solo sei giornate alla fine del campionato, e se per il 9 aprile è annunciato l’arrivo della penalizzazione (sicuro almeno il primo dei due punti) che il Venezia avanza da mesi, potrebbe aggiungersene anche un terzo. Facciamo un po’ d’ordine: negli ultimi giorni sono stati saldati dal presidente Korablin i conti relativi al mese di febbraio, ma per quanto riguarda gennaio non sono stati versati i contributi. Ragion per cui, le cose potrebbero complicarsi. Il numero uno russo non arriverà in città, per quel che si sa, prima di Pasqua, e allo stesso tempo non ci sono più state notizie neppure sul futuro dei terreni che deve riscattare per l’ipotetica costruzione di uno stadio che appare sempre più irraggiungibile. E se da un lato il direttore generale Dante Scibilia deve far quadrare i conti, dall’altro il direttore sportivo Ivone De Franceschi deve parametrarsi a una situazione pesantissima tra infortuni, squalifiche e gestione del gruppo. «Sul tema delle penalizzazioni sono perfettamente d’accordo con il presidente della Lega Pro (Mario Macalli, ndr) quando dice che se un club non rispetta i parametri si devono applicare le penalizzazioni in classifica» commenta De Franceschi, «il Monza dovrebbe averne 4 in meno, allora, alcuni ancora in riferimento a irregolarità di settembre e ottobre nello scorso anno. Ma mi chiedo cosa succede se i punti di penalizzazione non arriveranno prima della chiusura del campionato. Allora sì ci sarebbe da dire qualcosa, specialmente per le squadre che potrebbero essere direttamente coinvolte nella retrocessione. Non decido io, e questo vale anche per il Venezia, ma se ci sono delle regole, devono essere rispettate sempre e puntualmente». De Franceschi non cerca scuse sulla situazione della sua squadra, ma osserva: «Stiamo vivendo un campionato particolare, pesante sotto vari aspetti. Da quelli societari alle penalizzazioni in arrivo, ma pensiamo anche ai nove giocatori persi strada facendo per infortuni anche molto lunghi. Giocatori sui quali avevamo puntato con un Venezia che invece non è mai stato al completo. Magari in fase di costruzione della squadra posso aver sbagliato qualcosa pure io la scorsa estate, pur non essendo facile azzeccare venti nuovi giocatori su venti. Però sulla poca continuità avuta pesano tanti fattori. E, nonostante questo, nelle ultime 14 partite il passo è stato da squadra capace di raggiungere i playoff. Ora come ora, se la classifica ci facesse paura, ad altri dovrebbe realmente terrorizzare». Quindi conclude fissando una quota salvezza. «Penso che 44-45 punti significhino garanzia di non fare i playout. Aspetto però mercoledì sera. Dopo la sfida con la Lumezzane avremo tutti le idee più chiare, molto dipenderà dagli scontri diretti che si giocheranno tra chi ci segue in graduatoria. Rimango fiducioso, certo che tutti i problemi incontrati hanno lasciato il segno a livello di rendimento».

Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Su tutte le furie Michele Serena al termine della partita, in sala stampa, a Bergamo. L’allenatore veneziano non si da pace per l’esito della rocambolesca sfida con l’AlbinoLeffe. «Non possiamo che vergognarci. Sono molto arrabbiato. Come si fa a commentare una partita dai risvolti nemmeno lontanamente ipotizzabili». Un attimo di sosta e Serena prosegue a ruota libera. «Pensare che sino ad un quarto d’ora dal termine tutto era filato per il verso giusto. Avevamo segnato tre reti oltre allo sfortunato palo colpito da Greco, un paio di minuti prima dell’intervallo. Ma dal 30’ in avanti e’ calato di colpo un black out totale». Alla domanda di come si spieghi la ragione del buio improvvisamente calato sulla sua squadra l’allenatore non esita a rispondere «Come si puo’ dare una spiegazione a un caso del genere? Espugnando Bergamo, potevamo, con ogni probabilita’, definire in anticipo la nostra permanenza in questa categoria. Un ghiotta occasione, purtroppo gettata al vento». Serena torna a rivivere l’ultimo periodo della partita. «Si sarebbe dovuto amministrare il notevole vantaggio con la dovuta razionalita’. Invece si e’ perso letteralmente la testa». Sul rigore che ha permesso all’AlbinoLeffe di acciuffare il pareggio al secondo dei tre minuti di recupero concessi dall’arbitro… «Se c’era o no il fallo visto l’esito della gara non mi interessa piu’ di tanto». A questo punto l’allenatore sposta l’argomento sull’impegno casalingo in programma a meta’ settimana contro il Lumezzane. «Mi auguro che la lezione serva a tutti i giocatori. Mi attendo, percio’, un immediato riscatto sotto ogni punto di vista. Affronteramo, tra l’altro che al pari dell’AlbinoLeffe e’ in piena bagarre per il discorso salvezza. Non si sarebbe dovuto assolutamente arrivare a quel calo che dire impressionante e’ ancora poco. Anche se mi sforzo, non ricordo un precedente del genere nelle mie carriere da giocatore e da allenatore. L’arrabbiatura tardera’ a passare».

Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia riesce nella fatidica impresa di gettare al vento una vittoria che per oltre un’ora sembrava strameritata. Poi un black out di 4′ minuti con l’Albinoleffe che ci ha creduto, fino al finale thrilling con il rigore nel recupero (un po’ dubbio) trasformato da Momente’ per il clamoroso 3-3. Gli arancioneroverdi arrivano a questo appuntamento con qualche problema di formazione; oltre alla fantasia di Raimondi, (che ne avra’ per un mese a causa della lesione alla coscia), non sono presenti del match nemmeno Peccarisi e Scialpi, che si aggiungono ai lungo degenti Carcuro, Hottor e Giuliatto. Rientrano invece dal primo minuto Cernuto e Zaccagni, ed in extremis ha recuperato dall’influenza anche Giorico. Serena opta per un modulo nuovo il 4-2-3-1 con tre mezzepunte Guerra, Bellazzini e Greco, e l’unica vera punta Magnaghi. L’Albinoleffe si gioca tanto in chiave playout e Mangone risponde con 4-3-1-2 con Silva Reis e Momente’ di punta. Il Venezia inizia il match nel migliore dei modi e dopo soli 40′ secondi e’ gia’ in vantaggio: Guerra scende sulla corsia di destra e cross al centro per l’accorrente Greco, che di testa dimenticato dai difensori non ha difficolta’ nel mettere il pallone fuori dalla portata di Offredi. L’Albinoleffe accusa il colpo e non riesce a creare grossi pericoli dalle parti di Fortunato, che svolge nei primi 45′ un lavoro di ordinaria amministrazione. La squadra lagunare gioca davvero bene di rimessa; Greco e’ un furetto imprendibile per i difensori, ma e’ oscuro e positivo anche il lavoro di Bellazzini e Magnaghi. Al 22′ e’ il numero 11 a cercare la doppietta con una bordata da fuori area che impegna Offredi in due tempi. Poi la gara si addormenta un po’, la squadra seriana perde per infortunio Girasole ed al suo posto al 36′ entra Bradaschia. Il tempo si chiude con un’altra colossale per il Venezia: al 43′ grande assist di Guerra per Greco, che entra in area e con il destro centra il palo a portiere battuto. La ripresa inizia con l’Albinoleffe che sembra avere un piglio diverso, ma al 5′ il Venezia trova il raddoppio: ancora una volta e’ Greco protagonista, perfetto il cross morbido dalla destra e Bellazzini con una splendida girata al volo batte Offredi. Al 13′ si vede per la prima volta la squadra di Mangone con una staffilata del capitano Salvi ma e’ bravo Fortunato a distendersi in tuffo e sventare il pericolo. Ma e’ solo una fiammata, il Venezia torna a prendere le redini del gioco e sfiora ancora il bersaglio con un guizzo di Guerra, ma Offredi sventa il pericolo. La rete e’ rimandata di qualche minuto e giunge al 20′ con una sfortunata autorete di Anghilleri, che devia con il tacco un cross dalla destra di Magnaghi. Il Venezia crede che tutto sia gia’ finito troppo presto, proprio per questo il tecnico Serena toglie dal campo i due grandi protagonisti Greco e Bellazzini, ma subisce il ritorno dell’Albinoleffe, che in 4′ minuti trova due insperati gol: prima con un diagonale di Baraschia, poi con Pesenti, che approfitta di un rimpallo tra Capogrosso e Cernuto e trafigge Fortunati. Il finale e’ davvero inaspettato con Sales che in modo fortuito stende Pesenti, per l’arbitro invece ci sono gli estremi del calcio di rigore, che Momente’ trasforma confezionando la clamorosa rimonta. Un finale di gara inatteso, in particolare l’ultimo quarto d’ora, nel quale il Venezia non è riusciuto a difendere un triplo vantaggio che poteva far già ritenere la gara in cassaforte. Mancanze di concentrazione e carattere che sono costate ai lagunari la possibilità di chiudere il discorso serenità in anticipo. Adesso il Venezia ritornerà in campo mercoledì 1 aprile alle 17 contro il Lumezzane.

Ore 21.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un lampo dopo 40 secondi di gioco. Palla sulla fascia destra a Guerra che crossa al centro per Greco: il suo sinistro è imprendibile. La partita del Venezia inizia nel migliore dei modi con gioco e occasioni che annichiliscono l’Albinoleffe. E sembra tutto facile quando Bellazzini in avvio di ripresa raddoppia e poi su autogol arriva anche il 3-0. E invece il Venezia si siede, subisce un 1-2 da paura all’ultimo quarto d’ora e infine prende il rigore della beffa nel finale. Si torna con un punto, tanto rammarico e la sensazione di essere ancora in bilico in classifica. Dopo il gol del vantaggio, l’Albinoleffe è stordito e la squadra di mister Michele Serena attacca. Dall’altra parte Fortunato interviene sicuro sul tiro di Girasole, ma è ancora il Venezia ad attaccare con il sinistro di Greco dai 30 metri. L’unico brivido nell’area arancioneroverde è alla mezz’ora quando, dopo un batti e ribatti il pallone arriva sulla testa di Momentè che gira da distanza ravvicinata: sventa Legati di testa con un piccolo aiuto involontario del braccio. Tutto regolare per l’arbitro, fortunatamente. Intanto Facciolo (in panchina per lo squalificato Mangone) deve cambiare Girasole, infortunato dopo il fallo di Giorico, ammonito. Il Venezia vorrebbe il raddoppio e lo sfiora al 43’, ma Greco manca la doppietta: è Guerra a lanciarlo in area ma il suo diagonale è troppo largo e colpisce l’esterno del secondo palo. Nei minuti di recupero altra occasione, stavolta con il tiro dai 25 metri di Magnaghi, parato da Offredi. Si riprende con l’Albinoleffe in avanti. Sul cross di Anghileri respinge Cernuto, ribatte Maietti col destro ma Fortunato è pronto. Sul capovolgimento di fronte arriva il raddoppio arancioneroverde. E’ Greco a propiziarlo, saltando Moi e crossando col sinistro al centro dell’area dove Bellazzini gira al volo. L’Albinoleffe attacca a testa bassa, rendendosi pericoloso al 13’ con il tiro dai 25 metri di Salvi che impegna Fortunato. Quando escono dalle secche della propria metà campo, gli arancioneroverdi sono sempre pericolosi, come l’intercetto a metà campo di Guerra che scambia con Greco, ma Offredi è ben posizionato. Al 20’ la difesa seriana pasticcia fino a provocare l’autogol: è Magnaghi a servire un cross in area, deviato in porta da Anghileri. L’Albinoleffe non molla e accorcia con Bradaschia quando manca un quarto d’ora e un minuto dopo un pasticcio della difesa libera Pesenti, che riapre la partita. Il Venezia sbanda, nel finale arriva il rigore da un rinvio maldestro e un successivo contrasto in area. Trasforma Momentè. Il Venezia è un pugile suonato che aspetta il gong.

Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nel big match del sabato di LegaPro splende la stella giallorossa del Bassano. Eccome se splende. La squadra di Asta ieri pomeriggio si è sbarazzata 3-2 dell’Alessandria in una partita dalle mille emozioni e sfrutta il fattore casalingo per superare in classifica proprio i grigi. Per i vicentini è un balzo in avanti fondamentale, con un primo posto temporaneo conquistato in attesa del Novara che, questa sera, ospita il Real Vicenza. La squadra giallorossa vive un momento storico e si candida ad autentica mina vagante del torneo, nelle prossime sei partite che decideranno la promozione diretta in serie B. Alla vigilia del match il Bassano è forte di un bottino di quattro vittorie consecutive che diventano ora cinque gemme. E se da qui alla fine del torneo saranno tutte finali e la prima meglio di così non poteva andare. Pronti, via e dopo neanche 5’ Rossi è già costretto a salvare in angolo un colpo di testa ravvicinato di Iunco. L’Alessandria parte aggressiva, tiene il pallino del gioco per il primo quarto d’ora ma, a sorpresa, è il Bassano a passare. Furlan si inventa un cross lungo che supera tutta la difesa ospite, Cattaneo spunta e di testa e incrocia superando Nordi. Esplode il Mercante, gremito come da tempo immemore non si vedeva. Da qui inizia un’altra partita per i giallorossi. Iacolano è particolarmente ispirato e sfiora il raddoppio con un tiro a giro dal limite, che termina a lato di qualche centimetro. A poco dalla mezzora è Pietribasi a illudere i tifosi: ben servito in area con un lancio lungo fa partire un rasoterra potente che viene deviato in angolo da un provvidenziale tocco di Morero. Che la posta in gioco sia di quelle pesanti lo dimostra il nervosismo che caratterizza tutta la frazione, con l’arbitro Rapuano che fatica più del dovuto per mantenere la gara sui binari coretti. Continui interventi fallosi spezzettano il gioco, peccato che Pietribasi sgobbi pure troppo per rendersi pericoloso e che quando i vicentini arrivano in area la difesa alessandrina è sempre puntuale a chiudere. Tra le note positive anche l’incredibile capacità dei ragazzi di Asta di essere spettacolari, come a 5’ dall’intervallo quando un’azione tutta di prima permette a Iacolano, servito da un colpo di tacco di Cattaneo, la conclusione al volo troppo alta. Il Bassano sembra in grado di andare all’intervallo in vantaggio ma allo scadere succede l’imponderabile. Angolo per i piemontesi, il portiere Rossi si avventura nella classica uscita a farfalle, nessun compagno libera e Morero ne approfitta per pareggiare con un colpo di testa. La ripresa è un susseguirsi di emozioni. I ritmi sono infernali: a salire in cattedra è Pietribiasi che confeziona il suo personale capolavoro. Il «condor», sino a quel momento autore di una prestazione opaca, cala la doppietta in quattro minuti. Nel primo gol grande merito va a Iacolano, che innesca il contropiede facendosi tutto il campo e servendogli l’assist da depositare in rete; nel secondo è lo stesso attaccante a scattare in profondità lanciato da Furlan e a trafiggere Nordi. Tutto finito? Quasi, perché l’Alessandria torna subito in gara con Vitofrancesco, che accorcia le distanze appoggiando in rete un traversone di Sirri che sorprende la retroguardia vicentina. Sul finale Rantier lambisce il palo su punizione ma è l’ultimo sussulto. Al triplice fischio esplode la gioia del Mercante, in un tripudio giallorosso che ora fa venire le vertigini.

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Renzo Rosso è in visibilio e non sta nella pelle: «I ragazzi sono stati favolosi – gongola R.R. – successo sofferto ma che non fa una grinza. Iocolano fantastico, ma tutti sono stati straordinari». Un tifoso lo prende in braccio di peso e lo porta letteralmente in trionfo, lì vicino transita il giornalista Salvo Sottile, ieri in città per la presentazione del suo ultimo libro e ospite della famiglia Rosso, che sorride felice. Come amuleto se non altro ha funzionato alla grande. A fianco il presidente Stefano Rosso scarica la tensione: «Partita eccezionale – attacca – ma abbiamo fatto tutto noi, inclusi i loro gol. In quello serve più attenzione, ma non me la sento di fare classifiche di merito: i giocatori sono stati tutti superbi, dal primo all´ultimo. Il primo posto? Fa piacere, enormemente piacere, ma non ha senso guardarlo oggi. Il futuro è solo Como mercoledì sera. Lì ci attende un´altra battaglia pazzesca, saranno inferociti per il ko di Cremona e per loro potrebbe essere l´ultima chiamata playoff, noi dovremo farci trovare tutti pronti». Il tecnico del Bassano Tonino Asta è contento come un bimbo. «Un tifoso all´uscita degli spogliatoi – racconta – mi ha detto che è già appagato e soddisfatto così e che in tanti anni di Bassano non aveva mai vissuto simili emozioni. Ecco, faccio mio il pensiero di questo sostenitore, complimenti che ti restano dentro a prescindere dall´epilogo che prenderà la stagione». Poi Tonino va sul match: «In termini di occasioni e di qualità di gioco espresso il Bassano è stato decisamente superiore all´Alessandria, anche se sull´1-1 subìto allo scadere del primo tempo ho temuto il contraccolpo emotivo dei miei. Invece nell´intervallo ho caricato i miei, ho detto che è come se fossimo stati noi ad agguantare la parità e che nel secondo tempo avremmo dovuto riproporre la medesima aggressività. E il gruppo è stato smisurato per applicazione e dedizione: Iocolano è stato infinito, aveva i crampi ma correva ininterrottamente, nessuno si è tirato indietro». E a chi, cercando il pelo nell´uovo, rimprovera un finale con qualche sofferenza di troppo, Asta replica così: «È vero, sul 3-1 forse avremmo dovuto gestire diversamente il doppio vantaggio ma ricordiamoci che di fronte avevamo l´Alessandria, un rivale pieno zeppo di pedine di livello». Il cambio di Nolè? «Nella rifinitura Rafa stava bene, in effetti però era timoroso di ricevere qualche contatto brusco dopo la frattura alla scapola. Deve liberarsi di questo paletto psicologico che lo sta condizionando. Dite che su Semenzato era rigore? Mi sa proprio di sì, ma adesso pensiamo a Como che è meglio».

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) È roba da attenti a quei due. Ioco&Condor, una coppia da cinema: braccio e mente del memorabile sabato virtussino nel quale scassinare l´Alessandria, sfondata dalle mitragliate di Pietribiasi e stordita dall´estro e dalla fantasia del capitano, illegale a queste latitudini quando manda a scuola tutti gli altri distillando football d´autore. Bassano scala la vetta per una notte con una gara principesca in cui anche le reti altrui sono una ricca produzione propria, frutto cioè di fragorose amnesie o, se preferite, di gentili omaggi della casa. Ma quale film della partita, questo è un videogame, per i più agée un flipper impazzito all´angolo del bar. In partenza Rossi sventa da Mandrake sull´inzuccata di Iunco e per un quarto d´ora buono l´arbitro Rapuano fischia sorprendentemente a senso unico e caccia addirittura fuori il fisioterapista Felice Zuin reo di avere protestato per l´ennesimo sibilo avverso. Poi però Bassano entra in sala giochi e comincia il divertimento: minuto 18, Furlan pennella un decoro sulla testa di Cattaneo e il più piccolino di tutti di testa fa fessi tutti quanti incornando nell´angolo il cuoio dell´1-0. Acceso l´interruttore è tutto un lampeggiare di luci giallorosse: al 22´ Iocolano apre il suo scrigno da artista del pallone e avvia il personalissimo show del pomeriggio col tiro a giro che accarezza il palo. Quindi Semenzato schizza in percussione (34´), serve Pietribiasi che sbuccia un innocuo confettino. Dopodiché Cattaneo innesca Pietribiasi (38´), costui di tacco prolunga per Iocolano che al volo calcia appena sopra la sbarra. Mezavilla cicca clamorosamente la sfera appena l´Alessandria rimette il nasino fuori dall´uscio e nell´unico minuto di extratime impatta: Rossi canna i tempi dell´uscita su corner e tra mille rimbalzi Morero assesta la pedata con la palla che lentissima rotola dentro come una moviola. Sul momento la netta impressione è che al Bassano nella ripresa possano evaporare tutte le bollicine, sgonfiato dalla delusione e, al contrario, salvo una spazzata scacciapensieri di Semenzato al 5´, poi scoccano i 4 minuti del Condor, mica i giorni: al 16´ Ioco vola via solitario per praterie, la mette in mezzo, un difensore ribatte. Uno qualunque traccheggerebbe per rifiatare, mentre Ioco, ieri lunare, scodella di nuovo per Pietribiasi che sbatte nel sacco il 2-1 da un passo. Sull´assalto seguente al 20´, Furlan affresca un´assistenza col copyright – un esterno destro col contagiri – che manda in porta ancora il Condor che piazza il puntone ad anticipare il portiere vincendo l´uno contro uno con Nordi e stampando il 3-1. Qui il duello parrebbe anche in ghiacciaia non fosse che quei drittoni dell´Alessandria non ne vogliono sapere: altri cinque giri di lancetta, Sirri scende indisturbato (via poi a sapere il perché), trova un filtrante in mezzo laddove sulla riga di porta Vitofrancesco corregge il 3-2 della ritrovata speranza grigia. Che però diventa nera quando il signor Rossi indossa la tuta di Nembo Kid mondando i peccati del primo gol e murando al 33´ la girata a colpo sicuro di Germinale. Il resto è controllata sofferenza, nonostante Nolè da subentrante, guarito dalla frattura alla scapola, ma timorosissimo di un qualunque contatto, si defili da ogni contrasto lasciando di fatto i compagni in dieci. Ma Bassano è ugualmente tetragono e tripallico e tiene botta. Il Soccer Team salpa dunque trionfalmente al comando solitario con la quinta vittoria di fila, in attesa che il Real magari combini qualcosa di buono stasera a Novara.

Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In sala stampa, dopo il fischio finale, c’è ancora molto nervosismo per l’andamento del match. «All’inizio abbiamo sbagliato su due lanci lunghi dei nostri avversari che hanno trovato con Lasagna due reti quasi identiche che hanno messo in salita la nostra partita — spiega il tecnico del Vicenza, Pasquale Marino — poi i ragazzi hanno reagito bene costruendo tante occasioni: bisogna fare i complimenti al loro portiere. Abbiamo creato tanto già nel primo tempo, poi nella ripresa potevamo pareggiare più volte ma non ci siamo riusciti. Sono rammaricato del risultato ma soddisfatto della prestazione e non credo di dire niente di clamoroso se dico che un pareggio sarebbe stato più giusto. Detto questo, il Carpi merita la promozione per quello che ha fatto vedere finora, ma qui non meritava di vincere. Nel secondo tempo abbiamo concesso pochissimo, a parte l’occasione di Mbakogu all’ultimo minuto quando eravamo tutti in avanti. Ma abbiamo giocato pochissimo perché in campo loro erano sempre per terra e continuava ad entrare la barella… Dell’arbitro non voglio dire nulla, non commento la sua prestazione ma di sicuro non sono per nulla soddisfatto». La sconfitta però non scoraggia mister Marino che è convinto che dalla prossima partita a Vercelli, il Vicenza riprenderà la corsa verso le zone alte della classifica. «Giocando in questo modo riprenderemo di sicuro nel cammino intrapreso, la sconfitta brucia ma la prestazione c’è stata e questa è la cosa importante». Chi alla fine della gara è arrabbiatissimo è Andrea Cocco, autore del gol del Vicenza, il quindicesimo in questa stagione. «Siamo arrabbiati, delusi e rammaricati perchè il risultato non rispecchia quanto visto in campo — precisa l’attaccante sardo — la loro partita è racchiusa in due lanci lunghi che ci sono costati i gol. Peccato perché anche dopo il loro primo gol stavamo facendo bene e ci credevamo, chiaro che sul 2-0 eravamo frastornati perché ci tenevamo a fare bene ed eravamo dispiaciuti anche per il nostro pubblico. E’ stata una mazzata. Peccato, ma siamo pronti a ripartire già da giovedì sera a Vercelli».

Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Sogno si ferma sul più bello ma nulla è perduto. E ci mancherebbe. Vince il Carpi, che se sta dominando il campionato con un vantaggio abissale un motivo deve pur esserci. Peccato però, perché dopo un inizio da incubo il Vicenza sembrava davvero poter compiere il miracolo. Davanti a uno stadio Menti esaurito in ogni ordine di posto, Vicenza e Carpi regalano spettacolo calcistico allo stato puro. Alla fine onore a vincitori e vinti, senza distinzione. Però per la storia da scrivere in questa stagione nulla è ancora perduto. Marino conferma la formazione che sabato scorso ha vinto a Modena, con l’unica eccezione di Garcia Tena che prende il posto dello squalificato D’Elia. Nel Carpi alcune assenze pesanti; tra squalificati e indisponibili a mister Castori ne mancano sette. Il temutissimo Mbakogu, castigatore all’andata con la complicità di Bremec e ancora non al meglio, è inizialmente in panchina: al suo posto gioca Kevin Lasagna. L’avvio è terrificante, come contro il Modena: sono passati solo 3’ scarsi quando il Carpi passa in vantaggio; lancio in profondità per Lasagna che in velocità brucia prima Garcia e poi Brighenti e, giunto davanti a Vigorito, infila in rete con un morbido tocco nell’angolino. Il tutto sotto la curva nord, quella degli ospiti, in cui sono assiepati circa 400 tifosi da Carpi: il gol li fa esplodere, come esplode di gioia tutta la panchina carpigiana. Si riparte come nulla fosse. Al 7 Brighenti potrebbe rimediare: rimpallo in area, palla girata di prima intenzione verso la porta ma la conclusione centrale è preda di Gabriel. All’8’ Giacomelli per Cocco a centro area, il bomber è pronto alla conclusione volante ma l’intervento provvidenziale di Gagliolo sventa la minaccia. Si gioca senza respiro, al 9’ ancora Giacomelli che prova il gol ad effetto con una conclusione a giro che finisce alta di poco. Gara bellissima, intensa ed emozionante, giocata da due squadre che interpretano il calcio alla stessa maniera. Al 16’ il patatrac, il Carpi in azione di contropiede raddoppia; azione fotocopia del primo gol, cambia solo il lato di campo: Lasagna fa più che onore al soprannome «KL15» e lanciato in profondità brucia Gentili e infila Vigorito. Il colpo fa male e il Vicenza lo soffre. Anche perché il terreno del Menti, disseminato di chiazze a macchia di leopardo, crea più di qualche problema ai biancorossi e il Carpi non molla di un solo centimetro: corsa a più non posso e pressing ossessivo. Mancano 74’ alla fine ma per il Vicenza si tratta di scalare l’Everest senza bombole: roba da eroi. Squillo del Vicenza al 34’, traversone di Giacomelli per Cocco, conclusione volante e Gabriel si supera deviando in angolo. In contropiede il Carpi è micidiale, quando gioca in velocità la squadra di Castori è impossibile da fermare: al 44’ Letizia lanciato in profondità manca di un nonnulla il tris che chiuderebbe la gara. Nella ripresa Marino prova la mossa della disperazione; fuori Garcia Tena per Vita, con Laverone spostato basso in quello che sarebbe poi il suo ruolo naturale. Dopo 30 secondi il Vicenza reclama un calcio di rigore per un tocco di mano di Romagnoli su tiro di Cocco; per la terna è tutto regolare anche se dalla tribuna l’impressione è che il fallo potesse starci. Al 5’ Cocco fa esplodere il Menti; percussione di Di Gennaro intervento falloso di Gabriel che abbatte il giocatore del Vicenza, l’arbitro concede il vantaggio perché la palla arriva al bomber che insacca a porta vuota. Al 7’ Vicenza vicinissimo all’incredibile pari: Giacomelli in piena area salta in dribbling due avversari e conclude a botta sicura ma Gabriel si salva in angolo. Il Menti è una bolgia, il Vicenza adesso è indiavolato e al miracolo ci crede. Al 31’ la notizia che i tifosi biancorossi aspettavano da tempo: è il momento Ragusa, in campo cinque mesi dopo l’infortunio. Un quarto d’ora per le speranze del Vicenza di ribaltare la gara. E il Vicenza lo meriterebbe, perché nel secondo tempo ha giocata una partita di grande cuore. Si colleziona corner su corner (saranno 8-1 alla fine) ma il fortino eretto dal Carpi resiste fino alla fine. In pieno recupero Cocco prova il numero, cade in area ma è giallo (giusto) per simulazione. Finisce così, con i biancorossi in mezzo al campo a raccogliere i meritati applausi per una gara giocata alla grande. Applausi e lacrime, ma non finisce qua. Alla fine nove gare da vivere e da giocare come altrettante finali.

Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Il tabellino dice che il Carpi, sul campo, ha vinto per 2-1. Quello che il tabellino non dice, ma chiunque fosse presente al Menti ieri può testimoniare, è che il vero vincitore è stato il pubblico biancorosso. Stadio tutto esaurito, per quanto riguarda la disponibilità concessa ai tifosi del Vicenza, già da martedì. Uno spettacolo fin da un´ora prima della partita, con tanti tifosi che si sono avvicinati al tempio calcistico vicentino con l´anticipo che si riserva in occasione dei grandi eventi. Una partita di quelle da Vicenza vero, finalmente, dopo un decennio di sofferenze e mal di pancia. Una partita da Lanerossi, come hanno testimoniato gli ultras della Sud, esibendo al cielo azzurro sopra il Menti gli stendardi con la mitica R all´ingresso delle due squadre. Coreografia anche nella parte nord dei Distinti, dov´è stato calato un grande bandierone biancorosso. Tra gli striscioni, merita una menzione d´onore “Lane & Vino”: binomio di passioni doc. Diecimila cuori fin da subito hanno tentato di sospingere capitan Cinelli e i suoi compagni in campo: “Vincere!” era la parola d´ordine urlata dalle gradinate. Il primo gol del Carpi è arrivato inatteso, quasi fuori luogo, ma sembrava un nuvolone passeggero, destinato a non lasciare tracce: la squadra in campo si è subito rimessa a giocare, i tifosi non hanno smesso di incitarla. Il secondo fulmine di Lasagna, invece, ha fatto capire a tutti che il temporale carpigiano era destinato a far danni. Ma ci vuole ben altro per abbattere un cuore biancorosso. E così, superato lo sconforto, la curva e tutto lo stadio sono tornati a lottare insieme ai giocatori. Significativo, proprio in quel momento, il coro a Pasquale Marino. Il tecnico di Marsala ha ringraziato con un cenno della mano, poi si è rituffato assieme ai diecimila del Menti nel clima da battaglia della partita. Alla fine del primo tempo, nonostante il doppio svantaggio, il Vicenza è sceso negli spogliatoi confortato dagli applausi, che si sono ripetuti puntuali al rientro dei giocatori in campo. La ripresa è iniziata con i fuochi d´artificio: subito il rigore reclamato dallo stadio intero per il fallo di mano sul tiro di Cocco, poi il boato al gol della speranza firmato dal bomber, acclamato a gran voce. Altri due minuti, ed ecco che tutto lo stadio spinge Giacomelli a danzare tra i difensori del Carpi, per poi spellarsi le mani quando solo un guizzo prodigioso di Gabriel nega il gol al folletto biancorosso. Se avesse segnato, sarebbe venuto giù il Menti. La clamorosa rimonta, purtroppo, è rimasta solo sognata. La partita si è chiusa con il Carpi a far festa sotto una curva non molto piena ma comunque calorosa, e i tifosi del Vicenza divisi tra gli improperi all´arbitro e gli applausi a una squadra che ha dato tutto fino alla fine. Appuntamento alla prossima: da qui a fine maggio, sarebbe bellissimo vedere sempre un Menti così.

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) Quando Antonino Ragusa è entrato in campo al 31´ del secondo tempo tutti hanno sperato nel colpo vincente dell´attaccante al suo rientro dopo il lungo infortunio (era assente dal 20 ottobre), invece nemmeno lui è riuscito a centrare il colpo per agguantare il meritato pareggio.
Il primo ad esserne dispiaciuto è proprio Ragusa: «A livello personale – commenta – sono contento, entrare in gare così è difficile, ma ti dà anche carica, ho il rammarico però di non aver dato un contributo importante alla squadra». La scelta del tecnico Marino di farla entrare è stata anche una mossa a livello psicologico. «Sì, c´era bisogno di spingere ancora di più, ma i tifosi c´erano stati al fianco con calore per tutta la gara, li sentivamo bene, sapevamo che sarebbero stati l´arma in più per noi. Purtroppo non è finita come si sarebbe meritato e come avremmo voluto per ripagarli». Certo dover rimontare due gol subìti dopo appena 16´ non sarebeb stato facile per nessuno. «Il Carpi è una squadra molto compatta, ma per me, e non lo dico perchè sono di parte, noi giochiamo mille volte meglio ed infatti adesso c´è un grande rammarico per come è finita». Insomma il Vicenza gioca meglio della prima in classifica? «Esatto, per me sì, noi abbiamo dimostrato di avere gioco e idee, mentre il Carpi ha pensato solo a sfruttare la gente veloce che ha davanti». Certo che vi siete fatti infilare nel giro di 13´ sempre da Lasagna in ripartenza! «Eh sì, purtroppo una volta andati sotto forse ci siamo sbilanciati un po´ per pareggiare, ma facendo così gli abbiamo dato più spazi, che sono infatti il loro pane». Aveva lasciato i suoi compagni in brutte acque e li ha ritrovati a lottare nelle posizioni di vertice. «Sono contento per loro e per me, adesso speriamo di continuare con questo passo, gara dopo gara». Questo stop può influire sul morale? «Secondo me no, ma proprio perchè abbiamo dimostrato di saper giocare meglio di loro e poi noi stiamo già pensando alla prossima gara con la Pro Vercelli». Parliamo un momento di lei, come sta? «Bene, ho recuperato al cento per cento, ma non so se ho i 90´, di sicuro sono a buon punto e sono pronto a giocare per il tempo che il tecnico riterrà necessario».

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Il più arrabbiato a fine partita è Davide Di Gennaro. Il regista biancorosso, ammonito per reazione, era diffidato e sarà costretto a saltare la partita di Vercelli: «La prossima volta, però, la manata magari la do davvero: almeno sarò squalificato per un motivo reale e non per essermi lamentato dell´ennesima entrata dura che è stata consentita al Carpi». Pare di capire che la conduzione arbitrale non l´abbia affatto soddisfatta. «Trovo assurdo che nel secondo tempo non sia stato possibile giocare a calcio. Al Carpi va dato il merito di avere affrontato benissimo i primi venti minuti, ma poi è stato più il tempo perso con giocatori per terra, proteste, barelle che entravano e uscivano Qualche nostro avversario si atteggiava come se fosse Cristiano Ronaldo, c´è stato un fallo sistematico sui nostri portatori di palla, eppure tutto è stato concesso. Complimenti a loro che hanno già un piede e mezzo in serie A, ma se credono di giocarci in questo modo, faranno ben poca strada». Prima che Cocco segnasse, c´era anche fallo da rigore su di lei. «L´arbitro mi ha detto che ha applicato il vantaggio, però vorrei vedere come si sarebbe messa la partita con un rigore per noi e il portiere del Carpi espulso… Comunque quello è il singolo episodio, e mi fa arrabbiare meno; trovo invece scorretta al gestione della partita nel suo complesso». Entrambi i gol del Carpi nascono da palloni persi non per un errore tecnico, ma scivolando sul terreno. «Sulla prima palla è capitato a Giacomelli, sulla seconda a me. Certo che magari, avere un terreno decente, renderebbe meno probabili episodi del genere… Comunque non deve essere un alibi: abbiamo commesso degli errori gravi, a maggior ragione perché sapevamo di dover stare attenti alle loro ripartenze, ci avevamo lavorato in settimana». Quanto le dispiace non poterci essere per cercare subito il riscatto a Vercelli? «Molto, soprattutto perché sono stato ammonito per nulla, però sono sicuro che chi giocherà al mio posto saprà far bene. Noi andiamo avanti per la nostra strada, sapendo di avere al nostro fianco un pubblico eccezionale che sarà sempre con noi fino alla fine».

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Non c´è gioia per il quindicesimo gol stagionale. Andrea Cocco avrebbe più che volentieri ceduto l´affermazione personale in cambio di almeno un punto per il Vicenza: «C´è grande rammarico, perché se c´è una squadra che ha provato a giocare davvero a calcio, in particolare nel secondo tempo, quella è stata la nostra – sottolinea -. Purtroppo abbiamo preso due gol a freddo che avrebbero steso anche un toro, invece superato lo shock siamo riusciti a riprendere in mano la partita e nel secondo tempo abbiamo messo sotto la capolista del campionato». Il suo gol aveva riacceso l´entusiasmo. «Il Menti da quel momento è diventato una bolgia, il pubblico ci ha regalato emozioni da brividi, che credo si possano provare raramente anche in serie A. Eravamo convinti di poter ribaltare la partita, e se fosse entrato il gran gol di Giacomelli probabilmente ci saremmo riusciti, invece Gabriel ha fatto una parata miracolosa». Anche su di lei nel primo tempo il portiere del Carpi ha avuto un riflesso prodigioso. «Bisogna fargli i complimenti, perché la mia conclusione era davvero ravvicinata. Avevo avuto una buona occasione anche su un assist di Giacomelli, ma lì ho sbagliato leggermente lo stop e il difensore è stato bravissimo a togliermi il pallone all´ultimo momento». Che cosa ci può dire dei due rigori che ha reclamato?
«Il primo c´era tutto, era un fallo di mano lampante sul mio tiro. Sul secondo, onestamente, non c´era fallo da rigore: un minimo contatto l´ho sentito, a quel punto mi sono lasciato cadere e l´arbitro mi ha ammonito. Purtroppo in quel frangente, alla fine di una partita così intensa, ho avuto poca lucidità». Crede che l´arbitraggio vi abbia penalizzato? «Mah, non saprei. Di certo nel secondo tempo, quando stavamo dando il massimo per cercare il pareggio, la partita è stata molto spezzettata, si è giocato poco, e questo sicuramente non ci ha favoriti». Il Bologna ha vinto, e purtroppo il secondo posto si allontana.
«Ma noi dobbiamo avere l´intelligenza di non guardare la classifica. Ogni partita va affrontata per i tre punti che mette in palio, ce ne sono altre nove e di sicuro tutte le settimane i risultati potranno favorire ora una squadra, ora l´altra; a prescindere da questo, noi dobbiamo sempre scendere in campo per cercare di raccogliere il bottino pieno, a cominciare da giovedì a Vercelli». Può esserci qualche contraccolpo per l´imbattibilità persa dopo ben 11 turni? «Assolutamente no. Oggi c´è l´amarezza, ma da domani si pensa subito e solo alla prossima partita».

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Fino all´ultimo ci ha sperato, come tutti i tifosi sugli spalti, che il Vicenza riacciuffasse il pareggio, invece è arrivata la sconfitta e al termine della gara il d.g. Andrea Gazzoli commenta: «Dispiace aver dovuto giocare in salita contro una squadra che sa fare bene un certo tipo di gioco, però onestamente nel secondo tempo il Vicenza avrebbe meritato il pareggio». I tifosi alla fine erano molto arrabbiati con l´arbitro. «Senza dubbio il direttore di gara ha permesso un po´ troppo al Carpi che nel secondo tempo ha rinunciato a giocare ma anche per merito nostro che abbiamo saputo metterli in difficoltà, tanto che hanno finito con i crampi, non solo non mi pare siano usciti molto dalla loro metà campo, per questo dico che avremmo meritato ampiamente il pareggio». Non era facile, lo ha detto anche lei, visto che dopo appena 16´ si era sotto di due gol. «Purtroppo due errori nostri». Sugli spalti invece il pubblico ha stravinto e ha dimostrato di meritare il palcoscenico della serie A. «Sì, ma questa è la storia del Vicenza, però alla promozione ci si arriva guadagnandola sul campo per questo li aspettiamo numerosi anche nelle prossime gare perchè le partite da qui alla fine sono ancora tante e la loro spinta sarà importante». Questo stop con la capolista può ridimensionare l´entusiasmo dentro e fuori il campo? «No perchè i ragazzi hanno finito bene: con rabbia e voglia di rimontare». Nota positiva il ritorno di Ragusa dopo il lungo stop determinato dall´infortunio. «Senza dubbio, è un´altra arma a disposizione da qui alla fine». Non si può non parlare della cessione societaria, tanto più che lei è stato presente anche all´ultimo incontro del gruppo di imprenditori vicentini. «Sì, si sono fatte in modo sereno tante valutazioni, l´impressione che ho avuto è che ci sia un interesse concreto». E per quanto riguarda la trattativa estera? «Non ne so quasi nulla, di sicuro mi pare ci sia interesse anche da parte loro, ma bisogna concretizzare». Lei come d.g. cosa dice a chi continua a ribadire che se non entrano forze fresche il Vicenza rischia grosso? «Che questo è da escludere, certo si fa fatica ad onorare tutti gli impegni, ma non mi pare in giro ci siano tante squadre che non facciano fatica, di sicuro noi stiamo rispettando tutti gli impegni».

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Il tecnico Pasquale Marino, in sala stampa, si tocca il nodo della cravatta più volte, come se gli andasse stretto tanto quanto il risultato finale e infatti spiega: «Sono dispiaciuto perchè abbiamo perso una partita immeritatamente se si guardano tutti i 90´ di gioco, il pareggio sarebbe stato più giusto, dunque c´è amarezza, ma solo per il risultato». Dopo 16´ eravate sotto di due gol: pareva che non aveste preso bene le misure.
«Non è vero, abbiamo sempre giocato, semmai c´è stato qualche errore in alcune occasioni perchè, come si era detto alla vigilia, loro giocano bene nel chiudersi e poi nel ripartire, di sicuro nel primo gol c´è stata qualche nostra disattenzione, mentre nel secondo per me è stata casualità perchè c´è stato un infortunio a centrocampo e ci siamo trovati impreparati. Però ci tengo a sottolineare che se non sei squadra capace di una reazione e ti trovi sotto di due gol dopo appena un quarto d´ora rischi l´imbarcata, noi invece abbiamo reagito». Senza dubbio il secondo tempo lo avete fatto voi. «Sì i ragazzi sono rientrati in campo veramente determinati ed infatti sono riusciti a siglare il 2-1, poi c´è stata qualche prodezza del loro portiere, soprattutto nell´azione di Giacomelli, ma noi ci abbiamo provato fino all´ultimo». Insomma un Vicenza sconfitto ma che ha dimostrato che può lottare per la promozione a tutti gli effetti. «Parlo solo di questa gara: non meritavamo di perdere». Ad un certo punto della partita ha buttato nella mischia anche Ragusa. «Sappiamo che ci vuole tempo per averlo al meglio ma uno come lui ti può inventare qualcosa e mi è sembrato logico tentare il tutto per tutto». L´arbitro è stato beccato duramente dal pubblico, a suo avviso è stata una direzione di gara equa? «Preferisco passare oltre, inutile recriminare, poi si può pure sbagliare in qualche circostanza, meglio però che noi pensiamo a correggere qualche errore». Il Carpi a centrocampo era molto aggressivo e veloce nel primo tempo.
«Sì ma si capiva che non avrebbe potuto reggere quei ritmi e nonostante questo se si vanno a vedere le occasioni ne abbiamo avute di importanti pure noi come quella di Cocco, un tiro di Giacomelli, uno su mischia da calcio d´angolo. Nel secondo tempo li abbiamo messi nella loro metà campo e l´unica occasione l´hanno avuta a tempo scaduto». Uno stadio da brividi, oltre diecimila tifosi. «Sì, un clima davvero speciale, peccato che non abbiamo fatto tornare a casa contenti i nostri tifosi, anzi no, io credo che in fondo lo siano stati perchè hanno visto lottare tutti i ragazzi fino all´ultimo secondo, però sì, ci sarebbe tanto piaciuto poter festeggiare qualcosa di più con loro».

Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) Mettiamola così: se proprio bisognava perdere una partita dopo 11 giornate di serie positiva meglio questa, contro un Carpi che è ormai avviato alla promozione che un´altra, magari uno scontro diretto nella corsa ai playoff. Proviamo a metterla così per cercare di rendere digeribile un boccone amaro che sta sullo stomaco. Una sconfitta, la prima in casa con Marino in panchina (si vede che il Carpi, vittorioso anche al suo debutto in biancorosso gli sta proprio indigesto) che brucia comunque. Brucia perdere davanti ad un pubblico record di oltre 10 mila spettatori che hanno a gremito il Menti. Brucia perdere per aver dissipato il primo quarto d´ora, nel quale il Carpi con precisione chirurgica ha infilato due reti più per errori biancorossi che per meriti propri, pur se Lasagna non ha fatto rimpiangere per niente Mbakogu e s´è inventato la serata della vita. Brucia perdere dopo aver giocato assai meglio della capolista solitaria in una ripresa generosa da cui il Vicenza ha però spremuto un solo gol, malgrado sia andato più volte vicino a quella doppia rimonta che gli era già riuscita contro Lanciano e Pescara. Se stavolta non si è concretizzata è perché il migliore del Carpi, Lasagna a parte, è stato il portiere Gabriel, il che la dice lunga. E infine brucia perdere perché nel confronto tra prima e terza della classe con un pubblico da serie A l´arbitro non è stato all´altezza, non solo perché ha negato un possibile rigore all´inizio della ripresa ancora sullo 0-0 su tiro di Cocco deviato con la mano, ma soprattutto perché ha tollerato per tutta la partita l´atteggiamento ostruzionistico del Carpi: fallo tattico in ogni zona del campo e perdite di tempo continue con giocatori a terra per crampi più presunti che veri. I 7 minuti finali di recupero non hanno adeguatamente risarcito il Vicenza, che oltretutto perderà per squalifica Di Gennaro, quest´ultimo ammonito per fallo di reazione (c´era) dopo aver però preso una manata che assomigliava a un pugno da Sabbione, punito solo col giallo. Purtroppo per il Vicenza, che il pari alla fine l´avrebbe anche meritato, gli episodi sono stati decisivi più della qualità del gioco e sono stati tutti sfavorevoli, anche per colpa dei biancorossi. Da dimenticare l´inizio di gara con i centrali difensivi, Gentili e Brighenti, presi due volte d´infilata è quasi scherzati da Lasagna, ma soprattutto in occasione del bis emiliano colpevole tutta la squadra, che ha lasciato campo aperto al contropiede del Carpi. E si sapeva che è micidiale. Il secondo gol non bisognava prenderlo: troppa fretta di rimontare, fatale errore di lucidità. Peccato, soprattutto perché fra il primo e il secondo gol della capolista il Vicenza ha avuto due occasioni con Brighenti e Cocco per riportare subito la gara in parità. Poi invece, 0-2 dopo appena 16 minuti, è stato tutto molto difficile. Con Di Gennaro fuori dai giochi, pressato in modo efficace come i suoi compagni, atterrato dal contraccolpo psicologico del doppio svantaggio, il Vicenza non è mai riuscito nei primi 45´ a fare il suo gioco in transizione, fondato su fraseggio e palleggio e ha dovuto affidarsi quasi solo alla palla lunga sugli esterni, continuando a restare sotto tiro del gioco di rimessa, a quel punto facile facile, del Carpi, maestro nell´andata in porta con tre passaggi. Ma se al Vicenza di ieri non si può non addebitare un primo tempo tra i più sofferti da quando Marino è al timone, occorre però dire che la ripresa è stata tutta un´altra cosa. Veemente e furente, la squadra ha preso di petto la partita, confermando gran carattere e buona condizione, ha costretto il Carpi a ripiegare e gli ha messo una fida blu segnando presto con Cocco il gol dell´1-2 nell´azione fatta proseguire per il vantaggio dopo il fallo da rigore del portiere su Di Gennaro. Se Gabriel non si fosse opposto con grande bravura alla stoccata di Giacomelli dopo uno spettacoloso doppio dribbling in area, il pari sarebbe stata cosa fatta pochi minuti dopo e chissà che orizzonti avrebbe ancora potuto avere la partita. Invece è andata così è il ritorno in campo di Ragusa dopo 5 mesi è stata la sola bella notizia di un finale generoso ma senza frutto. Ora bisogna voltare pagina e tenersi quel che di buono, ed è tanto, il Vicenza ha saputo già dimostrare, per giocarsi al meglio le carte nella volata in zona playoff.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Tutto il resto è noia», cantava Califano. Tutto il resto sono due gol presi malamente dal Belluno. In rapida successione, per di più. Dopo un primo tempo giocato per larghi tratti alla pari con la Sacilese. Recuperare, sotto di due reti in poco più di mezz’ora, diventa una vera e propria mission impossible. Non vuole essere un alibi e tantomeno un’attenuante. E i giocatori gialloblù non lo prendono sicuramente come tale. Ma riconoscono che ieri, a dirla tutta, proprio non era giornata. Non era giornata per il Belluno. Peccato che fosse la ventottesima giornata. E peccato che con i tre punti la Sacilese abbia blindato, o quasi, il terzo posto. Eppure, era sembrato un match alla portata del Belluno. Il gol di Posocco, in avvio, aveva illuso. «Siamo andati in vantaggio con merito – commenta l’autore della rete gialloblù -. Poi abbiamo subito il pari per un grandissimo gol di Spagnoli, su cui davvero non potevamo fare nulla. Da lì la Sacilese ha preso coraggio». E ha riversato tutto il coraggio in campo a inizio ripresa. Un’autentica Caporetto materializzatasi in appena 13 minuti. Il vantaggio di Boscolo propriziato da Solagna dopo appena 2 giri di lancette. L’autogol di Pescosta (sfortunatissimo) per il definitivo 3-1. «Sapevamo che contro la Sacilese serviva massima attenzione – dice Posocco -. Sfortunatamente ci sono capitati due episodi che anche con la massima attenzione sono inevitabili. I due gol ci hanno spezzato le gambe e reagire è diventato difficilissimo. Ce l’abbiamo messa tutta, ma non è bastato». A rompere i piani del Belluno anche la dea bendata, sbendatissima sulla traversa di Pescosta, sbendatissima sulla giornata di Davide Solagna. «Un colpo sulla spalla e si riparte: sono cose che capitano», minimizza il saggio Simone Bertagno. Che difende il portiere gialloblù e guarda oltre. Guarda a giovedì, alla sfida col Legnago. E alla classifica. Addio al terzo posto? «No, finché c’è matematica c’è speranza – sentenzia Bertagno -. Ora dobbiamo pensare a ogni singola partita, senza distrarci. Nell’ultimo periodo non è girata benissimo, ma non dobbiamo fermarci. Squalifiche e infortuni hanno influito. Forse ci abbiamo messo del nostro. Dobbiamo ripartire, già da giovedì. Servono punti freschi per arrivare ai playoff».

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Equilibrio. O equilibrismo. Belluno-Sacilese finisce 1-3. Mister Vecchiato «salva» i suoi e la prestazione. Il risultato? Bugiardo. «La partita è stata equilibrata. Anzi, noi abbiamo fatto più della Sacilese». Sic dixit Roberto Vecchiato, forse con in bocca un po’ di sapore dell’ex, visto che a Sacile, da giocatore, ha scritto pagine importanti di calcio. E quindi? Come si spiega la sconfitta? «Il risultato è condizionato dagli episodi – prosegue Vecchiato -. Al netto di questi, ho visto un match equilibrato, in cui i ragazzi hanno fatto tanto. Perché la Sacilese non è stata più pericolosa di quanto potevamo aspettarci. Del resto, si tratta di una squadra forte, esperta, solida». Forte e solida, la Sacilese. E il Belluno? Giovane lo è senza dubbio, visto che ieri ha schierato dall’inizio ben sei fuoriquota. «Abbiamo l’obiettivo dei giovani di valore – sottolinea Vecchiato -. Anche se magari se ne parla poco». Quanto all’altro obiettivo, il terzo posto, il Belluno sembra averci definitivamente dato l’addio. «Sopravvivremo – il commento del mister -. Dobbiamo fare più punti possibile da qui alla fine e rimanere in zona playoff. Dobbiamo restare tra le prime cinque. E giovedì (il turno pre-pasquale è infrasettimanale, ndr) dobbiamo andare a Legnago per fare risultato».

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) C’era una volta la miglior difesa del campionato. E anche una squadra che, in casa, sapeva solo vincere. Ora, invece, basta levare un tassello dalla retroguardia (lo squalificato Sommacal) per far crollare il castello di certezze e ritrovarsi improvvisamente vulnerabili, mentre il polisportivo è diventato quasi un tabù. Come conferma una sola e singola vittoria negli ultimi 7 incroci casalinghi. L’ultimo dei quali sa tanto di sentenza anticipata: addio terzo posto (ora distante 5 punti), l’obiettivo più realistico appare adesso la conferma della quarta piazza. Nello scontro diretto con la Sacilese (ultimo anticipo stagionale, visto che il derby con l’Union Ripa cade a tre turni dalla fine, quando giocare di sabato è vietato da regolamento), il Belluno paga a carissimo prezzo errori da penna blu nella propria area, regalando due gol su tre a un avversario che, di regali, non ne avrebbe proprio bisogno. La giornata-no del portiere Solagna è solo la punta di un iceberg sul quale la nave gialloblù va a incagliarsi, nonostante lo splendido approccio al match. Il primo acuto, infatti, è dei padroni di casa, in rete al primo affondo grazie a una splendida deviazione aerea del vivace Posocco, ben imbeccato dal sinistro di Mosca. Ma la Sacilese non trema. E si affida ai muscoli e alla velocità dell’imprendibile Mboup, che si beve metà difesa bellunese prima di segnare un gol viziato però da un tocco di mano. E puntualmente annullato. Non c’è fischio che tenga, invece, sul meraviglioso destro a giro di Spagnoli alla mezz’ora: palla sotto la traversa ed equilibrio ristabilito. È nella ripresa che i biancorossi tracimano, complici due «assist» bellunesi: il primo è di Solagna che, sull’innocuo colpo di testa al rallentatore di Spagnoli, tratta il pallone come una saponetta e spalanca la porta a Boscolo. Erano passati 60 secondi: la salita diventa un Everest. Soprattutto nel momento in cui Pescosta svirgola un cross, altrettanto innocuo, del factotum Spagnoli. E beffa il suo portiere con una parabola maligna e sfortunata. Meno di un quarto d’ora e la contesa è già pronta per essere consegnata agli archivi. Perché la reazione del Belluno è tutta in un colpo di testa sul montante di Pescosta. Sul terzo gradino del podio, la Sacilese ha già piazzato le tende.

Ore 18.20 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Este-Mezzolara 0-0, Porto Tolle-Abano 3-1, Scandicci-San Paolo 0-0, Thermal-Jolly Montemurlo 0-3.

Ore 18.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Boom Boom Padova, -11 dalla Lega Pro”) Il Frecciarossa Biancoscudati Padova, che trasporta Parlato e il suo splendido gruppo, corre sul filo dei 300 km/h verso la meta agognata. Mancano sei giornate, un mese e mezzo, all’epilogo, eppure la sensazione – non definiamola certezza, altrimenti qualcuno se la prende – è che il traguardo possa essere tagliato ben prima dell’ultima gara, con il calendario che, guarda caso, si è divertito a mettere contro i nostri, il 10 maggio, l’unica rivale – l’Altovicentino – in grado di contendere loro il pass per la categoria superiore. L’aritmetica, comunque, non può essere confutata e, numeri alla mano, sono 11 i punti che restano da conquistare per avere la certezza, questa sì senza timore di essere smentiti, del salto in Lega Pro, dove il Biancoscudo riapproderebbe sei anni dopo, dato che nel giugno 2009 tornò in serie B grazie alla vittoria nella finale playoff di ritorno con la Pro Patria, a Busto Arsizio. Undici punti, sui 18 a disposizione, significano due possibilità: 4 vittorie (e ce ne sarebbe anche uno in più di quanto richiesto) oppure 3 successi e 2 pareggi. Se infatti l’Altovicentino riuscisse a vincerle tutte e sette, da qui alla fine, compresa quella con la capolista, si fermerebbe a 79, avendo oggi, prima ancora di affrontare il Mezzocorona fanalino di coda, 58 punti in graduatoria. Stando così le cose, la squadra di Parlato è dunque più che mai padrona del proprio destino e, onestamente, non si vede come possa dilapidare un patrimonio di tale sostanza. Aspettando, allora, la (matematica) certezza dell’approdo tra i professionisti, l’ultimo successo ci costringe a ripeterci sul conto di questi giocatori che non conoscono ostacoli nella loro marcia. Mancano Cunico e Zubin, con Ferretti in panchina perché appena recuperato? Non importa, si moltiplicano le energie e si sopperisce in altro modo, con la concretezza di un bomber come Amirante, che in area non perdona. Ancora: bisogna rimescolare le carte con gli “under”, a cui, in base al regolamento, vanno assegnate quattro maglie su undici della formazione iniziale? Ecco che, grazie alle altre (la prima è stata quella di prendere l’attaccante ligure, che con la Lavagnese militava in un altro girone, sempre della serie D) indovinate mosse sul mercato di quel volpone che si chiama Fabrizio De Poli, e alla sagacia di un allenatore preparato come pochi, i conti tornano sempre. Invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Appunto. Sarà anche un campionato modesto, quello di quarta serie, perché la differenza fra chi comanda e chi naviga a metà-fondo classifica è enorme, ma non è mai facile vincere. Men che meno per un club che ha appena otto mesi di vita, e che è nato, sì, sulle ceneri dell’amatissimo Acp 1910, ma dovendo partire da zero su tutto, settore giovanile compreso. Anche e soprattutto per questo il traguardo che si sta per raggiungere è qualcosa di straordinario, oltreché strameritato. Padova sarà pure caduta in basso, ma ha trovato la forza per risorgere. E con persone serie come i Bergamin e i Bonetto alla barra del timone state pure tranquilli che la risalita verso il calcio che conta è appena iniziata.

Ore 17.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic sv (Cicioni 6); Salvadori 7, Sentinelli 6.5, Niccolini 7, Degrassi 6; Nichele 6.5, Mazzocco 6.5; Ilari 6.5, Segato sv (Mattin 6.5), Petrilli 7; Amirante 7.5 (Ferretti sv).

Ore 17.40 – (Mattino di Padova) Al quarto d’ora ancora Amirante ha la palla buona, si libera di Ischia con un “sombrero” in area e sfiora il palo con un tiro in diagonale. La partita cala di ritmo, il Dro mostra buone trame di gioco, ma punge poco e alla fine si scopre troppo subendo il raddoppio in contropiede. È il 35′ quando il Padova recupera palla su un calcio d’angolo a sfavore, scatenando anche le proteste del Dro (che già aveva reclamato al 25′ per un contatto fra Degrassi e Cicuttini lanciato a rete) per un presunto fallo in area di Amirante su Allegretti. L’arbitro, però, lascia correre, Petrilli parte verso la metà campo avversaria, prima di lanciare Amirante e Salvadori, che si trovano in due contro il solo Serrano. Salvadori si ferma e lascia spazio al centravanti, che entra in area e trafigge il portiere in diagonale, con la complicità di una deviazione dello stesso Serrano. Ripresa blanda. Dopo l’intervallo Parlato passa al “4-3-3” con Mattin e Mazzocco ai lati di Nichele, ma i primi venti minuti sono piuttosto soporiferi, con il Padova che si limita a controllare lo sterile possesso palla del Dro. I Biancoscudati non accelerano, al 26′ Petrilli ci prova dalla distanza con un bolide che Bordignon respinge con i pugni, ma rimarrà uno squillo isolato di una frazione molto blanda. Un Dro volenteroso non riesce mai a rendersi veramente pericoloso e gli ultimi 5minuti vengono buoni per tributare grandi applausi ad Amirante e al suo sostituto Ferretti, al rientro dopo più di un mese di stop. Proprio allo scadere Cicuttini ha la palla buona in area, si gira bene ma calcia su Cicioni, mentre sul ribaltamento di fronte è Ferretti ad avere l’opportunità del tris, tirando però alle stelle da buona posizione. Poco male, il Padova compie un altro passo verso una promozione sempre più vicina.

Ore 17.30 – (Mattino di Padova) Il Padova liquida anche il Dro senza penare troppo, vince 2-0 e allunga in vetta alla classifica a + 11 sull’Altovicentino, che questo pomeriggio scenderà in campo a Mezzocorona. Vittoria fondamentale, quando mancano sei giornate alla fine di un campionato che i Biancoscudati hanno sempre più in pugno. Gara risolta da una doppietta di Amirante, arrivato a dieci centri nel Padova, dopo un avvio choc, con l’infortunio di Petkovic (botta alla testa) che ha costretto Parlato a rivoluzionare la squadra già al 4′. Avvio da brividi. Nonostante le assenze di Zubin e Cunico e la grana “under” (infortunati anche Bortot e Lanzotti), il tecnico decide di non cambiare modulo. Confermato il “4-2-3-1”, con il ritorno di Mazzocco e Nichele in mezzo al campo è Segato ad avanzare alle spalle di Amirante. Ma l’esperimento durerà poco. Dopo 59 secondi Proch si avventa su un cross dalla destra e devia il pallone poco lontano dal palo, andando a scontrarsi con Petkovic in uscita. Il portiere è colpito al volto, rimane a terra, entrano medico e massaggiatore, ma dopo qualche secondo si rialza e il gioco può continuare. Il serbo, però, non sta bene e al 4′ si accascia al limite della propria area di rigore mentre il Padova è in attacco. Sono attimi di paura, simili a quelli vissuti a Mogliano dopo la gomitata di Trevisiol a Ferretti, che aveva fatto perdere i sensi al “Rulo”. Fortunatamente Petkovic mostra di essere cosciente, viene soccorso dai sanitari della Croce Verde ed esce in barella tra gli applausi dei tifosi. Ma è qui che iniziano i problemi di Parlato. Non avendo in panchina nessun portiere giovane, con la regola che impone che ci siano sempre 4 “under” in campo, il tecnico è costretto a fare un doppio cambio, proprio come successo nell’intervallo della partita contro il Ripa La Fenadora, sempre per un infortunio di Petkovic. Il sacrificato è Segato, che deve uscire per far spazio al ventenne Mattin, mentre Cicioni si accomoda in porta. Il modulo rimane lo stesso, lo svedese affianca Nichele e sulla linea dei trequartisti avanza Mazzocco. Eppure i Biancoscudati non accusano il colpo e all’8′ si portano in vantaggio: dopo un corner a favore, Ilari, arretrato ad ultimo uomo, imposta dalla trequarti e serve Niccolini al limite dell’area, il difensore tira di prima intenzione, Bordignon respinge male, proprio sui piedi di Amirante, che insacca da pochi passi.

Ore 17.10 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 65, Bologna 56, Vicenza 52, Frosinone 51, Spezia 50, Avellino 49, Pescara 48, Livorno e Perugia 47, Lanciano 46, Bari 44, Entella 40, Cittadella e Modena 39, Pro Vercelli e Trapani 38, Latina e Ternana 37, Crotone 36, Catania 35, Varese 28, Brescia 27.

Ore 17.05 – Serie B, i risultati finali: Bari-Pro Vercelli 1-0, Catania-Avellino 1-0, Cittadella-Ternana 0-0, Lanciano-Entella 1-0, Modena-Varese 1-1.

Ore 17.00 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 69, AltoVicentino 61, Sacilese 53, Clodiense 49, Belluno 48, ArziChiampo 45, Union Pro 40, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 37, Fontanafredda e Legnago 36, Tamai 34, Giorgione 30, Dro e Triestina 26, Kras Repen 25, Mori S. Stefano 14, Mezzocorona 12.

Ore 16.55 – Serie D girone C, i risultati della ventottesima giornata: ArziChiampo-Kras Repen 2-1, Belluno-Sacilese 1-3 (giocata ieri), Fontanafredda-Union Ripa La Fenadora 1-1, Giorgione-Legnago 0-1, Mezzocorona-AltoVicentino 0-2, Mori S. Stefano-Montebelluna sospesa al 14′ st sullo 0-0 a causa di un infortunio occorso all’arbitro, Padova-Dro 2-0 (giocata ieri), Tamai-Union Pro 2-0, Triestina-Clodiense 1-2.

Ore 16.50 – (Mattino di Padova) «Mi è dispiaciuto molto per l’infortunio di Petkovic, per lui e perché è stato costretto a uscire anche Segato. Volevo che Nicola, sulla trequarti, mi aiutasse in entrambe le fasi, ha dinamicità e tiro, e in più poteva farmi cambiare modulo in corsa. Invece ho dovuto togliere un “over” per mettere Cicioni, e la scelta è ricaduta su di lui». Perché non Nichele, che dal punto di vista atletico aveva forse qualcosa in meno? «Perché mi garantiva di più dal punto di vista della forza fisica. In un minuto ho dovuto decidere chi degli “under” far entrare tra Busetto, Fenati e Mattin, e ho scelto quest’ultimo perché era colui che poteva avvicinarsi di più al ruolo di trequartista». Subito dopo, però, sulla trequarti ha spostato Mazzocco. Motivo? «La fisicità di Bertoldi era importante, e Mattin si ritrovava da solo in mezzo a quattro avversari: ho messo Mazzocco per pareggiare un po’ la lotta fisica, ma a fine primo tempo l’ho riportato in mezzo perché mi serviva la sua velocità e il suo essere frizzante tra le linee». Il vostro girone di ritorno sta diventando quasi perfetto, soprattutto in casa. «La statistica dice che raramente è facile vincerne due di fila in casa, tanto più senza subìre gol. La squadra è stata brava, era una partita non facile e si è meritata un giorno di riposo (oggi niente allenamento, ndr). Ma non dobbiamo farci illusioni: anche l’anno scorso la mia squadra (il Pordenone), un gruppo altrettanto stupendo, in poche gare ha rischiato di gettare tutto all’aria. Fino all’ultimo non si molla di una virgola». In vista di Chioggia conta di recuperare qualcuno? «Intanto ho perso Nichele, che sarà squalificato. Spero che possano tornare sia Zubin che Cunico, mentre per Bortot la situazione è un po’ più complessa».

Ore 16.40 – (Mattino di Padova) Non c’è Rocco, non c’è Sandreani, non c’è nemmeno Sabatini. Tra le squadre più vincenti di tutti i tempi, a queste latitudini, da ieri c’è ufficialmente il Padova versione 2014/15. E poco importa che, in realtà, si debba parlare di Biancoscudati Padova e distinguere i record dell’una e dell’altra società: con la 22ª vittoria stagionale è la più vincente in 105 anni di storia del calcio padovano. E la firma in calce è quella di Carmine Parlato, l’uomo che dalla scorsa estate tiene in mano i comandi di una macchina quasi perfetta. «La firma è di tutti, non solo mia», ribatte il tecnico. «Oggi (ieri, ndr) i ragazzi sono stati bravissimi e hanno fatto tutto ciò che avevo chiesto. Non era facile vincere contro questo Dro, che domenica scorsa aveva subìto 5 reti in casa e voleva rifarsi. È stata una partita tirata sino alla fine, una gara “maschia” e di grande determinazione. Faccio i complimenti ai miei, dal primo all’ultimo, perché non è assolutamente facile seguire un percorso simile». La sensazione, dalle tribune, è che la vittoria si arrivata abbastanza in scioltezza. Non è d’accordo? «Magari il Dro non avrà fatto tanti tiri in porta, ma abbiamo lavorato tatticamente in maniera molto impegnata: il rischio era quello di dare troppo campo agli avversari, siamo stati bravi a farli uscire un po’, per poi attaccarli con Petrilli e Ilari, che quando hanno avuto gli spazi giusti sono stati molto bravi». Eppure, dopo un solo minuto, la sorte aveva provato a mettervi ancora i bastoni tra le ruote…

Ore 16.30 – (Mattino di Padova) «Salvadori me l’ha lasciata e mi ha fatto anche un bel blocco sull’avversario. Il Dro ha protestato per il mio fallo ad inizio azione? È stato un contatto spalla a spalla talmente veloce che non mi sono nemmeno accorto. Non so se fosse fallo». La corsa velocissima, da area ad area, dimostra però che la condizione fisica è ottimale. «Sì, sto bene anche se nelle ultime partite, dal 75’ in poi, mi vengono i crampi. Devo conviverci, forse non sono ancora al massimo e credo che i tre anni di stop per l’infortunio al ginocchio influiscano». Dieci gol in undici gare, dall’anticipo contro l’Union Ripa La Fenadora a quello di ieri, la seconda parte di stagione è stata segnata in maniera devastante… «Ma il merito è soprattutto della squadra, senza tanti giocatori così forti al mio fianco non avrei mica segnato tutti questi gol. Per me era importante tornare a segnare, visto che a Trieste sono stato sfortunato nel prendere la traversa ma anche poco bravo a tirare in bocca al portiere nel finale. Contro il Giorgione, invece, volevo segnare anch’io, Zubin è stato molto generoso a lasciarmi calciare il rigore, ma ho tirato male e da lì non ne ho più azzeccata una». Unico piccolissimo neo di una stagione da incorniciare, per chi come lei si è calato con grande umiltà e senza protagonismi in un gruppo già oliato alla perfezione. «Quello che vogliamo tutti quanti è festeggiare, speriamo di farlo presto ma non bisogna pensare di aver già vinto. Le prossime due gare saranno decisive. Affrontiamo Clodiense e Sacilese, avversari davvero molto forti. Raccogliere 6 punti potrebbe essere decisivo per il campionato».

Ore 16.20 – (Mattino di Padova) Alla faccia di chi aveva visto un piccolo calo, lo considerava un po’ in crisi, magari consigliava anche di farlo riposare. Salvatore “Savio” Amirante è tornato, a suo modo: ovvero con una doppietta. E con questi due gol fanno 10 centri in 11 partite con la maglia biancoscudata, 16 stagionali considerate le 6 reti messe a segno ad inizio torneo nelle fila della Lavagnese. Numeri impressionanti per un cannoniere da categoria superiore, che, proprio quando sembrava potesse sfondare tra i professionisti, è stato costretto ad affrontare un calvario fisico (ripetuti infortuni ad un ginocchio che gli sono costati tre interventi chirurgici) che gli ha tolto praticamente i tre anni migliori di carriera. Ma Amirante non si è abbattuto e partita dopo partita si sta riprendendo parte di ciò che un destino beffardo gli aveva sottratto. Ecco perché le ultime tre gare in cui era rimasto a digiuno, sbagliando anche un rigore, sono state superate con scioltezza da un giocatore che ha dovuto affrontare ben altre avversità in carriera. «Mi ci voleva proprio il ritorno al gol dopo tre gare sfortunate per me», sorride Amirante. «E volevo anche un gol così, facile facile. Sono le reti che danno più soddisfazione e in questa stagione non le avevo ancora fatte. Diciamo che il portiere mi ha fatto un regalo». Nel secondo gol, invece, il regalo se l’è fatto da solo. Corsa di 80 metri dopo aver recuperato palla nella propria area di rigore, scatto in profondità a dettare il passaggio a Petrilli e destro sotto l’incrocio.

Ore 16.10 – (Mattino di Padova) Solo tanta paura, ma per fortuna nulla di grave. Lazaar Petkovic non è dovuto nemmeno andare in ospedale dopo lo scontro con Proch, che l’ha costretto ad uscire dal campo dopo poco più di 5 minuti. Il portiere è stato soccorso allo stadio dal medico della Croce Verde, che gli ha dato il via libera per tornare a casa a fine partita. Solo una forte contusione alla tempia sinistra per l’estremo difensore, che non ha mai perso i sensi, accusando esclusivamente giramenti di testa. Le sue condizioni verranno rivalutate domani, alla ripresa degli allenamenti, ma potrebbe recuperare in tempo per la gara di giovedì. A Chioggia, invece, mancherà Nichele, ammonito e squalificato: «Mi dispiace, ma sono contento per questa vittoria molto importante», commenta il centrocampista. «Possono anche sembrare tre punti facili, ma sono stati molto sudati, contro avversari che come sempre si chiudono. Non era facile anche perché c’erano tante assenze e il mister è stato costretto a cambiare ancora formazione. Segno che la rosa è ampia e tutta di qualità». Sorride anche Michael Salvadori: «Abbiamo giocato un ottimo primo tempo senza rischiare nulla», osserva il terzino. «Nella ripresa volevamo continuare ad affondare, ma abbiamo abbassato i ritmi ed è un errore che non dobbiamo più commettere. Ora la tensione non deve calare, pensiamo a raccogliere altre vittorie e speriamo di ricevere un regalo già domani (oggi, ndr) dal Mezzocorona». Salvadori avrebbe anche potuto segnare il suo primo gol in biancoscudato: «Sono scattato in contropiede, ma quando ho sentito Amirante che mi chiamava la palla, ho lasciato spazio a lui, che sicuramente è molto più bravo di me sottoporta. Non ho problemi a giocare a destra e sono contento che oggi sia rientrato Degrassi». Il presidente Giuseppe Bergamin guarda già alla prossima gara: «Chiederemo altri biglietti per Chioggia, ma non dipende da noi. Contro il Dro ho visto una bellissima gara e adesso mi piacerebbe chiudere con sei vittorie su sei».

Ore 15.55 – Serie D girone C, i risultati parziali al termine dei primi tempi: ArziChiampo-Kras Repen 0-0, Belluno-Sacilese 1-3 (giocata ieri), Fontanafredda-Union Ripa La Fenadora 1-1, Giorgione-Legnago 0-0, Mezzocorona-AltoVicentino 0-2, Mori S. Stefano-Montebelluna 0-0, Padova-Dro 2-0 (giocata ieri), Tamai-Union Pro 0-0, Triestina-Clodiense 0-1.

Ore 15.50 – Serie B, i risultati parziali alla fine dei primi tempi: Bari-Pro Vercelli 0-0, Catania-Avellino 1-0, Cittadella-Ternana 0-0, Lanciano-Entella 0-0, Modena-Varese 0-1.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’alleato che non t’aspetti. Il Bassano guarda a Novara-Real Vicenza, in programma oggi pomeriggio alle 18 allo stadio Piola e spera in un «favore» dai cugini biancorossi, che ultimamente non riescono più a viaggiare ai ritmi del girone d’andata. Un girone che ha visto la squadra restare stabilmente nelle primissime posizioni. Nessuna particolare sorpresa nel calo del girone di ritorno: l’obiettivo più reale biancorosso non era e non poteva essere la promozione, ma a un certo punto i risultati positivi in serie avevano fatto sperare in un epilogo stagionale ben superiore alle attese. I piemontesi dal canto loro hanno sempre la spada di Damocle della penalizzazione in arrivo per il caso legata agli stipendi, ma che continua ad essere rinviata. Domenico Toscano, però, vuole concentrarsi unicamente sull’aspetto tecnico. E magari riuscire a vendicare quel terrificante 0-3 subìto all’andata al Menti, forse la miglior partita della stagione del Real Vicenza. «Quella dell’andata non fu per niente una grande partita — ammette il tecnico del Novara — il Real Vicenza meritò senza alcun dubbio di vincere e stavolta dovremo essere completamente diversi nell’approccio al match. Hanno in attacco il capocannoniere del girone e sono una squadra di tutto rispetto, non è molto diversa dallo scorso girone». Marco Cristini, autore del gol del momentaneo vantaggio otto giorni fa a Cremona, non molla la presa e carica anche i compagni di squadra: «So che in molti possono pensare che la nostra classifica sia tranquilla e che non abbiamo più nulla da chiedere al campionato, ma non è così. Il nostro obiettivo — chiosa il centrocampista biancorosso — è quello di onorare la nostra stagione fino alla fine. Non vogliamo mollare di un centimetro e toglierci qualche altra soddisfazione».

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Fischio d´inizio alle 18. La cornice tra le più suggestive della Lega Pro: lo stadio Piola. Tutto pronto per la sfida tra Novara e Real Vicenza. I vicentini si presentano alla corte della capolista (fino a ieri) con la voglia di ripetere il colpaccio dell´andata. E tornare alla vittoria, di cui sono a digiuno da tre partite. Dall´altra parte però, la capolista Novara, in mezzo al polverone della Giustizia sportiva con lo spettro dei punti di penalizzazione che incombe, ma pur sempre la prima della classe. È il Novara delle grandi firme: dall´esperienza di Evacuo e Pesce, alla freschezza dei più giovani Faragò e Vicari, all´argentino Pablo Gonzalez. Le motivazioni non mancano e il primo a dirlo è Michele Marcolini: «Partite come quelle di Novara credo si carichino da sole: andiamo a giocare in un bello stadio, tutto può essere uno stimolo. Dobbiamo essere bravi a far si che anche questo ci dia quel qualcosa in più per presentarci a Novara al 110%». Al Piola con la voglia di riscatto dopo l´1-1 di Cremona che a Marcolini e i suoi non è andato tanto giù: «L´approccio del Real è stato buono, sono soddisfatto – continua il tecnico biancorosso dopo l´espulsione siamo stati bravi a non aver troppa fretta di andare al gol che abbiamo trovato poi a inizio secondo tempo. Quel che non mi è piaciuto e mi ha fatto arrabbiare è che dopo il vantaggio non siamo stati in grado di gestire la partita, e che noi dopo il loro gol abbiamo avuto paura e accusato il colpo. Può succedere, ma sabato è stato troppo evidente». Ma oggi c´è la corazzata di Toscano. Marcolini è fiducioso, seppur consapevole e rispettoso del valore degli avversari: «Sono convinto che il nostro approccio alla partita anche oggi sarà buono, consapevoli che andiamo ad incontrare una squadra fortissima, in grande forma: in casa non prende gol da quattro partite. Una squadra che di bocche da fuoco ne ha da scegliere, perché quando giocano Evacuo e Gonzalez non giocano Della Rocca e Corazza. E quindi abbiamo grande rispetto per quelli che andiamo ad incontrare, ma siamo convinti, e la partita d´andata ne è stata la dimostrazione, che se giochiamo una partita concreta, aggressiva e attenta possiamo dire la nostra eccome». Sì, perché il 3-0 per il Real del girone d´andata firmato Malagò, Bardelloni e Bruno, dimostra che i biancorossi di giocare a pallone sono capaci e ne hanno dato prova anche tante altre volte. Una vittoria oggi darebbe nuova linfa per provare a scalare la montagna, raggiungere la vetta e chiudere in bellezza questa stagione. Ma per vincere servono i gol, che nell´ultimo periodo, rispetto all´andata, hanno faticato ad arrivare e Marcolini commenta così: «Sì, però al ritorno di solito si segna un po´ meno. Le squadre sono molto più coperte. Noi riusciamo quasi sempre ad andare a gol, abbiamo il capocannoniere del girone». E per il mister un´arma vincente per battere questo Novara c´è: «Se siamo undici più bravi di loro, vinciamo».

Ore 14.50 – (Gazzettino) Una sfida più complicata o delicata? Claudio Foscarini, alla vigilia della partita con la Ternana, scontro diretto che potrebbe davvero segnare (in positivo) il finale di stagione della squadra granata, risponde così all’interrogativo: «Direi entrambe le cose. È una gara delicata perché si affronteranno due formazione che lottano per la salvezza. È complicata per il contesto e per l’avversario: non dico che andare a Livorno fosse più semplice, ma quasi. Fuori casa il Cittadella sa fare una buona fase difensiva e ripartire, al Tombolato invece deve proporsi e costruire il gioco. La Ternana poi è la tipica squadra da trasferta, dove ha raccolto più punti rispetto alle gare casalinghe. In attacco può contare su due giocatori temibili come Avenatti e Ceravolo che si integrano bene, e nelle ultime gare, bisogna sottolinearlo, ha raccolto meno di quanto avesse meritato. Non è in crisi di gioco, ma nei risultati». Il tecnico non vuole comunque parlare di gara della svolta. «Ogni volta che affrontiamo questi discorsi ci va male. Restano dieci partite da giocare, dobbiamo arrivare a 50 punti il prima possibile. L’importante è non perdere giocatori perché il Cittadella al completo ha sempre fatto bene».
Foscarini recupera Kupisz, che finora ha fatto la differenza sulla fascia destra: «Lui, Minesso e Bazzoffia sono importanti nel nostro gioco, ma con la Ternana non troveremo tanti spazi, le corsie esterne le immagino ben presidiate. Per questo dovremo muovere la palla velocemente, con l’aiuto di una punta che si allarga e l’inserimento dei terzini. A volte saremo costretti a scavalcare il centrocampo: noi e loro abbiamo punti di riferimento in attacco che sanno controllare il pallone e fare da sponda per i compagni». Il Cittadella sarà in emergenza in difesa, senza Scaglia e Pellizzer. «Chi giocherà farà la sua parte. Ovviamente mi dispiace perdere due giocatori che stavano facendo bene alla vigilia di importanti gare come Ternana e Latina, ma ho grande fiducia nel gruppo». Giocheranno Camigliano e De Leidi, anche se Foscarini non lo dice apertamente: «Più che l’intesa tra i compagni di reparto, mi interessa che i giocatori siano pronti e preparati a livello mentale». Anche la Ternana sarà in formazione rimaneggiata. «Tesser ha i suoi problemi, ma se lui piange io non posso certo ridere, dal momento che mi mancheranno cinque elementi tra squalifiche e infortuni». QUI TERNANA. L’allenatore degli umbri, che in caso di ko potrebbe rischiare l’esonero, si presenta al Tombolato senza sette calciatori: assenti i due nazionali Bojinov e Valjent e gli infortunati Masi, Eramo, Palumbo e Piredda, ai quali va aggiunto Falletti che ha rimediato una distorsione alla caviglia destra nella rifinitura. «Il Cittadella ha la mentalità di squadra di categoria, che sa soffrire», le parole di Tesser. ANTICIPI. Ieri si sono giocati tre incontri: Bologna-Livorno 2-0, Spezia-Pescara 2-2, Vicenza-Carpi 1-2.

Ore 14.30 – (Mattino di Padova) «Non mi parlate di “partita della svolta” che mi vengono i brividi. Ogni volta che avete usato queste parole abbiamo preso ceffoni sulla guancia destra e su quella sinistra. Piacerebbe anche a me infilare tre vittorie di fila e chiudere il discorso salvezza, ma sappiamo che non sempre le cose vanno come vuoi». Claudio Foscarini lo dice sorridendo e ricorda i precedenti con Entella e Crotone, scontri diretti che, in caso di successo granata, avrebbero consentito di vivere con meno ansia le successive giornate. A tutti gli effetti, la gara di questo pomeriggio con la Ternana assomiglia a quelle: un’affermazione consentirebbe al Cittadella di volare a più cinque sugli umbri, al momento in zona playout, e di guardare con più serenità al prosieguo del cammino. Quello che serve è una prova di maturità dopo il colpaccio di Livorno. Difesa inedita. «Leggo che Tesser si lamenta per i suoi sette assenti. Ma se Tesser piange, Foscarini non ride» continua il tecnico presentando il match. «A me mancheranno Benedetti, squalificato, e poi Lora, Schenetti, Pellizzer e Scaglia. Senza questi ultimi perdiamo due pedine fondamentali, ma chi giocherà al loro posto farà la sua parte». I sostituti rispondono ai nomi di De Leidi e Camigliano, con Cappelletti che dovrebbe essere riconfermato in fascia destra, «ma che potrò spostare in mezzo in caso di necessità». Chiaro che quelli dei due centrali difensivi non sono due forfait qualsiasi, e oltretutto va aggiunto che Camigliano ha ritrovato il Tombolato soltanto venerdì, dopo la convocazione con la nazionale under 20, e non ha potuto affinare l’intesa con i compagni di linea come sarebbe stato necessario. Ci sono anche buone notizie, però: a tre mesi di distanza dall’ultima apparizione e dopo l’operazione alla tibia torna fra i convocati Signorini, che partirà dalla panchina. In attacco, invece, solito ballottaggio Coralli-Sgrigna. «Peggio che con il Livorno». «Affrontiamo una squadra in crisi di risultati ma non di gioco» chiarisce Foscarini riferendosi alle quattro sconfitte consecutive della Ternana, che ha raccolto appena due punti nelle ultime sette gare. «Contro Trapani e Carpi, negli ultimi due turni, ha perso senza meritarlo. Inoltre, se guardiamo il suo rendimento stagionale, notiamo come questa formazione sia molto più pericolosa in trasferta di quanto non sia in casa. Ha due punte come Avenatti, bravo a difendere palla, e Ceravolo, che attacca gli spazi, e a centrocampo può contare sugli inserimenti di Gavazzi. Per certi aspetti ero più sereno a Livorno, dove abbiamo potuto contare sulla nostra solidità difensiva e ripartire: con gli umbri, invece, dovremo fare noi la partita, contro un avversario che ci aspetterà nella sua metà campo».

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto) Allarme rosso al Tombolato. Il Cittadella si presenta a uno degli appuntamenti più importanti di questo finale di stagione (fischio d’inizio alle 15) senza i due centrali titolari. Contro la Ternana, in quello che a tutti gli effetti può essere definito uno scontro diretto per la salvezza, Pellizzer e Scaglia alzano contemporaneamente bandiera bianca. Colpa di una lesione muscolare e di una contrattura che mettono fuori causa il capitano e l’ex Torino. La sentenza definitiva arriva con le parole di Claudio Foscarini, che però non sembra preoccuparsi più di tanto: «Sono convinto che chi giocherà farà bene — taglia corto il tecnico — abbiamo uno squalificato come Benedetti e questo infortunio di Pellizzer che ci toglie il capitano ancora per un paio di settimane. La sua assenza si aggiunge a quello di Scaglia. Dispiace per Michele ma abbiamo all’interno della rosa le possibilità di sostituirlo. C’è De Leidi, c’è Camigliano che è arrivato e che si sta inserendo bene, insomma in rosa c’è chi può sostituirlo, visto che mancherà anche Scaglia: ha una contrattura e non vogliamo rischiarlo». La Ternana arriva al Tombolato con l’acqua alla gola. Secondo Foscarini la crisi degli umbri, guidati da un Attilio Tesser sempre più traballante, è solo di risultati e non di gioco. «La Ternana è un po’ in difficoltà — dice — sta attraversando un momento non eccezionale e l’impegno sarà delicato anche per loro. Temo questo match più di Livorno, saremo noi a dover fare la partita. Se vediamo il rendimento stagionale, la Ternana ha fatto molto meglio fuori casa che in casa e Avenatti e Ceravolo sono molto pericolosi, per questo dico che la crisi è di risultati e non di gioco. Col Carpi e col Trapani avrebbe meritato un risultato ben diverso». Niente turnover in vista di giovedì, Foscarini tira dritto e pensa al presente: «Non terrò conto di Latina nelle scelte — chiude l’allenatore — certi ragionamenti li faremo poi. Tornerà fra i convocati Signorini». E finalmente, vien da dire, dall’infermeria arriva una buona notizia.

Ore 13.50 – (L’Arena) Il Legnago in salute delle ultime quattro gare (10 punti) gioca oggi allo stadio «Giuseppe Ostani» di Castelfranco Veneto contro un Giorgione in crisi (un solo punto nelle ultime quattro partite) in zona play out (30 punti). Si gioca oggi uno spareggio importante per la salvezza diretta dei biancazzurri che proprio una settimana fa hanno raggiunto la zona salvezza con 33 punti. Alla fine del campionato mancano 7 gare (4 in trasferta e 3 in casa ) e per la salvezza diretta dei biancazzurri dovrebbero bastare 7 punti. Il Giorgione ha 30 punti in classifica, 19 dei quali conquistati in casa con 6 vittorie e un pareggio. 40 i gol subiti dalla difesa trevigiana e 29 le reti realizzate con Baggio (8), Podvorica(7), Mattioli (5) , Gazzola (4),Vigo (3), Episcopo (2).Fra i biancorossi gioca da dicembre il difensore Gianluca Maran, classe 1994, figlio del mister del Chievo Rolando che quest’anno ha iniziato con il Dro ( 9 presenze). Da quando il Legnago tornato è in serie D ha giocato a Castelfranco Veneto due volte: il 7 aprile 2012 fu 0-0, mentre nel campionato successivo il 12 settembre 2012 la squadra biancazzurra guidata anche allora da Orecchia si impose con un clamoroso 3-0 grazie ai gol di Michelotto, Valente e Moresco. La tradizione è favorevole ai colori biancazzurri e deve continuare anche oggi . Il Giorgione non potrà schierare lo squalificato Adriatik Podovorica. Andrea Orecchia inquadra la gara : «È partita aperta ad ogni risultato, il Giorgione giocherà per vincere, noi non abbiamo le caratteristiche per puntare al pareggio. La formazione nostra? Ho ancora molti dubbi».

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Prima sfida di un trittico per evitare i playout per il Giorgione di Antonio Paganin. Oggi, inizio alle 15, al Comunale arriva il Legnago e sarà la prima di una serie di sfide che vedrà poi i rossostellati affrontare Dro, giovedì prossimo, e Kras Repen. «È una partita da vincere ma da affrontare con attenzione – attacca Paganin nel presentare il match – il Legnago tra le squadre che sta dietro in classifica è la più attrezzata dal punto di vista della qualità. Una squadra che dovremo affrontare con il giusto spirito ma non dovrà essere un assalto all’arma biancaàci teniamo alla vittoria ma l’importante è non perdere per poi poter affrontare gli altri due scontri diretti nel migliore dei modi. Contro Dro e Kras li poi diventa fondamentale vincere per dare un distacco decisivo in classifica». Problemi di formazione? «Podvorica è squalificato mentre per Rocco Donè c’è un leggero infortunio che non mi permette di recuperarlo per questa gara e quindi preferisco non rischiarlo anche in vista delle prossime partite». Dopo la sconfitta di Padova la squadra come sta? «A Padova si può anche perdere per via degli errori che abbiamo commesso. Molti ragazzi hanno patito l’impatto con lo stadio e con quel pubblico, i miei sono quasi tutti ragazzi alla prima esperienza in serie D. Di positivo c’è che siamo l’unica squadra che tra andata e ritorno è riuscita a fare quattro gol al Padovaàne abbiamo anche subito ma penso che il secondo tempo ha fatto vedere una squadra che non vuole mollare e che contro il Legnago metterà in campo tutto l’impegno per conquistare dei punti». Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua (Pazzaia), Prosdocimi (Maran), Eberle, Fontana, Vio, Giacomazzi, Episcopo, Vigo, Gazzola, Mattioli, Baggio.

Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo il pareggio con la Triestina il Montebelluna gioca a Mori per cercare la vittoria che chiuderebbe il discorso salvezza. A quota 37 punti i biancocelesti sono ad un passo dal raggiungimento dell’obiettivo, ragion per cui la squadra di Daniele Pasa è ben consapevole di essere di fronte ad uno snodo fondamentale. «Dobbiamo scendere in campo come se questa partita fosse una finale, perché con la vittoria i giochi sarebbero praticamente fatti – osserva l’allenatore – dobbiamo però stare tranquilli, mancano ancora tante giornate alla fine e il traguardo è comunque vicino». Il Mori deve vincere per sperare nei playout. «Domenica loro hanno vinto in casa del Kras e non molleranno facilmente. Sono tignosi però subiscono molti gol e concedono parecchio. Noi dovremo stare compatti cercando di approfittare degli errori». Come stanno gli infortunati? «Rigo è disponibile però ancora non so se giocherà lui oppure Baù. Invece Nicola De Vido non ha recuperato dalla distorsione alla caviglia, per fortuna tornano Bressan e Fabbian, che hanno scontato la squalifica». Come vi schiererete? «Ormai la squadra può giocare sia a tre che a quattro in difesa, mentre davanti può essere che trovi spazio Masiero. Dipenderà anche dalla regola degli under. Tra questi ultimi mi piacerebbe dare una chanche a Manfrin, sta crescendo e potrebbe scendere in campo». Probabile formazione (3-4-1-2): Rigo, Fabbian, Guzzo, Severgnini; Bressan, Nicoletti, Perosin, Cusinato; Giglio; Sadio, Masiero.

Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro affronta la seconda trasferta consecutiva contro il Tamai (inizio alle 15, arbitra Marco Dante della sezione di Roma 1) con l’obiettivo di vincere per tenere vive le speranze playoff. Le «furie rosse» stanno attraversando un momento delicato vista la crisi di risultati che sta caratterizzando il proprio girone di ritorno (un solo punto di vantaggio sulla zona playout) dopo un’ottima andata. L’allenatore dell’Union Francesco Feltrin sa però che una squadra affamata di punti è ancora più pericolosa: «Sappiamo che i nostri prossimi avversari hanno dei problemi, speriamo di non risolverglieli noi. Il pericolo per noi sarà quello di affrontare fuori casa una squadra che ha un disperato bisogno di fare punti e che concede molto poco in difesa. Nonostante le dieci sconfitte sinora subite infatti il Tamai è ancora la quinta miglior difesa del torneo con 31 reti al passivo, cinque in meno rispetto alla nostra squadra. Domenica a Marano inoltre, i nostri prossimi avversari sono riusciti a passare in vantaggio prima di subire la rimonta dell’Altovicentino, rischiando però di pareggiare allo scadere quando si sono visti fischiare contro un fuorigioco inesistente».
Fra i trevigiani mancheranno il difensore Niero per squalifica, l’esterno Alvise Nobile ed il centrocampista Marco Rossi infortunati. Recuperato in tempo di record invece Serena (dopo la botta rimediata a Pedavena) che potrebbe partire dal primo minuto. Visto l’ottimo momento che stanno attraversando Andrea Nobile e Cattelan e visto il pieno recupero di Comin, mister Feltrin potrebbe schierare tutti e tre gli attaccanti inserendo due giovani in mezzo al campo con Saitta scalato in difesa al posto di Niero. Probabile formazione (4-3-1-2): Noè; Saitta, Zanette, Trevisiol, Furlan; Palmieri, Busetto, Serena; Comin; An. Nobile, Cattelan.

Ore 12.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Lo scorso turno le due Union (Pro Mogliano e Ripa La Fenadora) si sono divise la posta in palio (2-2 firmato da Nobile, Gjoshi, Brotto e Cattelan) nello scontro diretto. Oggi saranno nella Destra Tagliamento per affrontare Fontanafredda (Union Ripa) e Tamai (Union Pro Mogliano). Attenzione, da questo pomeriggio gli incontri di Lega D iniziano alle 15. SALVEZZA MENO 5 – «A sette gare dal termine della stagione e a 5 punti dalla salvezza non butterei via un pareggio con l’Union Ripa». Maurizio De Pieri fa il realista. «Qualcuno – polemizza con moderazione il tecnico del Fontanafredda (35) – si è lamentato delle scarse emozioni nel derby di domenica scorsa a Sacile scirdandosi che siamo una matricola e stiamo facendo miracoli. L’Union Ripa (36) era stata costruita per un campionato d’alta classifica. Ha avuto dei problemi (Parteli tecnico nerverde esonerato e richiamato nel giro di 48 ore inizio marzo, ndr), ma ultimamente si è ripresa. Giocheremo per vincere – assicura De Pieri -, senza scoprirci». Cominceranno gli stessi undici di Sacile (4-3-3): Vicario, Roveredo, Frison, Zorzetto, Malerba, Ortolan, Tonizzo, Nastri, Alcantara, Florean, Nastri. All’andata vinsero i veneti 2-1 (Moresco, Alcantara, Brotto). VINCERE – «Adesso basta, bisogna tornare a vincere». Il diktat è di Stefano De Agostini. Il suo Tamai (31) non fa 3 punti tutti in una volta dal 4 gennaio (2-0 al Mezzocorona) e i playout stanno un solo punto sotto. L’Union Pro Mogliano (40) però nelle ultime 8 giornate ha perso solo con l’Altovicentino. «Hanno – li racconta Stefano – una difesa tosta e sanno riartire bene. Davanti possono scegliere fra velocità (Pavan, Comin, ndr) e potenza (Cattelan, ndr). Sono la sorpresa de girone. Noi però a Valdagno (1-2) abbiamo dimostrato di essere in crescita». Out Davide Furlan e Faloppa, per spezzare la sere nera scenderano in campo (4-3-3): Peresson, Bozzetto, Colombera, Brustolon, Da Bianco, Pavan, Ursella, Petris, Federico Furlan, Sellan, Zambon (Bolzon). All’andata finì 1-1 (Pavan, Comin).

Ore 12.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Tre punti verso la tranquillità. L’obiettivo dell’Union Ripa, ora nona a quota 36, è la salvezza. Da raggiungere prima possibile. Lo scontro diretto di oggi a Fontanafredda (a -1 dai neroverdi) è l’occasione per un balzo significativo in avanti. Il traguardo è sempre quello dei 40 punti: «È una partita delicata – spiega il tecnico Max Parteli – da non perdere assolutamente. La posta è molto alta, la stessa messa in palio nella gara con il Tamai che abbiamo vinto. Dovremo ripeterci senza mezzi termini, l’ambiente è carico. Sarà una sfida di grande livello». Il Ripa è in serie positiva da 4 incontri (1 vittoria e 3 pareggi), i friulani da 2 (1 vittoria e 1 pareggio). «Sono una buonissima squadra alla ricerca di punti. Hanno un ottimo reparto offensivo dove Florean, punta navigata, fa la differenza». Sarà importante non commettere errori come quello costato il gol domenica scorsa. «Ma l’errore è stato collettivo, da una rimessa laterale. In settimana abbiamo lavorato anche su questo». Pesa l’assenza di Brotto, squalificato. «Non è la prima volta, le alternative ci sono e anche la capacità di cambiare modulo in corsa (dal rombo di centrocampo al 4-4-2) ci verrà in aiuto». Questa la possibile fomazione: De Carli, Malacarne, De March, De Checchi, Frangu, Antoniol, Tibolla, Dassié, Cibin, Solagna, Mastellotto.

Ore 11.50 – (Giornale di Vicenza) Ci sarà gran poco di diverso, rispetto a sette giorni fa. L´Arzignanochiampo si ritrova oggi a recitare un copione con battute simili a quelle messe in campo con il Dro. Perché il Kras Repen è della stessa pasta, e sta lì invischiato nel fango dei playout a lottare per la salvezza diretta. E quindi oggi al Dal Molin (calcio d´inizio alle 15) sarà gara tosta. Un girone fa, infatti, la partita contro i friulani ha segnato il vero e proprio cambio di pelle della Banda Beggio, capace di infilare poi una serie positiva da doppia cifra. E proprio contro il Kras era arrivata la vittoria più ampia (1-4), sostituita nei libri domenica scorsa dallo straripante 1-5 in casa del Dro. «L´ingrediente che ha fatto la differenza – spiega il tecnico, Paolo Beggio – è la cattiveria che abbiamo messo in campo. Dovevamo essere superiori ed è su questo che la squadra deve continuare a insistere». Anche perché la trappola è dietro l´angolo. «Al minimo rilassamento mentale – prosegue Beggio – quell´1-5 ci si può rivoltare contro». Nessuno squalificato tra le fila dell´Arzichiampo. Ma è l´infermeria che con ogni probabilità tratterrà Gianluca Draghetti. L´esterno – in grande forma dopo la doppietta di domenica scorsa e il rigore procurato la settimana prima contro il Legnago – è alle prese con un´infiammazione al ginocchio che verrà valutata. Facile però che Draghetti si accomodi in panchina, lasciando una maglia da titolare a Carlotto, con Marchetti pronto a graffiare a gara in corso. Intanto Beggio non fa mistero delle sue mire. «Di obiettivi ne abbiamo ancora – conclude il tecnico -. La quota 50 punti, ma anche il mantenimento della posizione in classifica, se non addirittura tentare di migliorarla. Anche perché giovedì si anticipa il turno di Pasqua, e alle 18 si scenderà in campo a Sacile.

Ore 11.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Giocare sul terreno dello stadio «Nereo Rocco» contro la seppur nobile decaduta Triestina dovrebbe rappresentare per i giocatori della Clodiense una grande soddisfazione. Una grande occasione per i ragazzi di Andrea Pagan per dimenticare anche il pareggio (avvenuto in maniera discutibile) rimediato domenica scorsa con il Belluno. «È stata una grande delusione per quel risultato – ammette l’allenatore lagunare Andrea Pagan – ma ormai è stato metabolizzato e dimenticato. Avevamo giocato una grande partita per quasi un’ora ma poi abbiamo avuto quel calo mentale ed episodi che hanno sminuito la nostra prestazione. Ci servirà da lezione. Guardiamo avanti e oggi ci attende una partita difficile perché la Triestina è una squadra attrezzata e che ha cambiato molto rispetto all’andata. Mi sembra che nelle ultime dieci partite abbia subìto una sola sconfitta, quella con il Padova». Il tecnico granata spera che i suoi giocatori non siano distratti oggi, magari con il pensiero rivolto alla partita di giovedì prossimo in casa contro la capolista Padova. «Al Padova ci penseremo lunedì, oggi voglio massima concentrazione». Per la gara odierna Pagan non potrà contare sul forte centrocampista Mazzetto (squalificato per una giornata) e del difensore Pitteri per un malanno al ginocchio. Anche il bomber Santi non è nelle migliori condizioni fisiche (problema ad una spalla) ma dovrebbe farcela per la partita in terra giuliana. «Santi purtroppo dovrà convivere con quel dolore alla spalla ma oggi sta già molto meglio rispetto a domenica scorsa» tranquillizza Pagan. Per quanto riguarda la formazione il tecnico granata ha qualche dubbio. Ballottaggio in attacco tra il giovane Siega ed uno tra Mastroianni e Santi, a centrocampo tra Olivieri e Boscolo D. Gioachina, mentre in difesa potrebbe trovar posto l’esperto Carlucci. Questa la probabile formazione: Tiozzo L., Moretto, Boscolo D. Berto, Tiozzo F., Carlucci, Olivieri, Casagrande, Piaggio, Pelizzer, Siega, Mastroianni.

Ore 11.10 – (Giornale di Vicenza) A Mezzocorona per continuare la striscia. Ritrovatosi a Santorso per la rifinitura del sabato mattina, l´Altovicentino si scopre più affamato che mai. Sarà la primavera, sarà che “il mago” Peluso ha ripreso a correre e calciare senza avvertire più dolore, saranno i due ragazzi senegalesi in prova o le fragole fatte portare dal presidente per chiudere l´allenamento e divorate con golosità dai giocatori – avranno pure barbe imponenti e creste mohicane ma si tratta pur di sempre di ragazzi – fatto sta che la banda Zanin suda, corre e si diverte come chi sa di essere il più forte. All´andata finì 1 a 0 con rete del bomber tarantino, nel finale e dopo aver sprecato l´inverosimile, oggi potrebbe essere proprio lui, recuperato dalla pubalgia, la novità in distinta dopo una mesata vissuta tra panchina e tribuna. Dunque, facce distese se non radiose, come quella di Brancato al suo quinto gol stagionale. Unica eccezione, Diego Dal Dosso. L´alluce del piede destro del trequartista lombardo non accenna a guarire e quello che sembrava un infortunio banale si sta dimostrando una vera e propria rogna dai tempi di recupero lunghissimi. «In questi giorni sono passato dalle ciabatte alle scarpe, ma ci vorrà ancora un po´ prima che riesca a correre e calciare». La chiamano frattura a legno verde e di solito si rimargina facilmente, «invece nel mio caso ci vorrà un altro mese di fisioterapia e massaggi». Per Burato un surplus di presenze ma Dal Dosso, da leader osserva: «Tutti noi sappiamo che la concorrenza è forte e che bisogna farsi trovare sempre pronti. Andrea gioca perchè se lo merita, sta lavorando sodo. Toccherà a me riprendermi il posto nel rush finale. Il fatto è che nessuno di noi si è arreso all´idea del secondo posto, nel calcio tutto è possibile».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Le quattro formazioni padovane del girone D vanno in campo oggi alle 15. ESTE. Ospita il Mezzolara con la consapevolezza di avere praticamente in tasca i play off anche se Gianluca Zattarin chiede ai suoi di restare sul pezzo: «Cerchiamo di arrivare il più in alto possibile. Dobbiamo restare concentrati, è un periodo importante della stagione nel quale c’è da soffrire un po’ più del solito dato che abbiamo qualche assenza. Vogliamo tornare alla vittoria dopo due pareggi nei quali non siamo stati fortunati negli episodi». Indisponibili Rondon (squalificato) e gli acciaccati Bonazzoli, Rubbo, Turea, Piva Anderson e Albanesi. Convocato il terzino sinistro Passadore, classe 1997, proveniente dagli juniores. ABANO. Va a Rovigo per la sfida con il Delta Porto Tolle. Archiviato il discorso salvezza, gli aponensi sono in lizza per l’ultima poltrona utile in chiave play off con il Bellaria. «Andiamo a disputare la nostra partita in maniera molto serena – esordisce Massimiliano De Mozzi – Se a due-tre giornate dalla fine del campionato saremo ancora in corsa per i play off, ci proveremo, ma viviamo la situazione senza assilli». Assenti gli squalificati Bortolotto e Da Ros, Ballarin rientrerà solo dopo Pasqua. Recuperati del tutto Barichello e Giusti. SAN PAOLO. Affronta la trasferta con lo Scandicci rinfrancato nel morale dopo il successo con il Formigine che ha riacceso le speranze di salvezza. «Ci abbiamo creduto sempre disputando buone prestazioni – sottolinea Vito Antonelli – anche se qualche partita non è andata bene. Il risultato di mercoledì ci ha dato ancora più fiducia e convinzione, ma ho chiesto ai ragazzi di non cullarsi sulla vittoria di pochi giorni fa e dare il massimo in ogni gara». Bianchi ai box per squalifica. THERMAL. Si sposta al “Ballarin” di Chioggia per la sfida salvezza casalinga con il Jolly Montemurlo, occasione nella quale fa il debutto in panchina Massimo Pedriali: «Ho fatto una serie di colloqui individuali con i ragazzi e in allenamento li ho visti motivati, sereni e con tanto entusiasmo. Abbiamo provato anche alcune situazioni semplici per dare a loro la convinzione nei propri mezzi, sono fiducioso». Sempre indisponibili Marzocchi e Baldovin, le condizioni di Lucon e Sadocco saranno valutate prima della gara.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic sv (Cicioni 6.5); Salvadori 6.5, Sentinelli 6, Niccolini 6, Degrassi 5.5; Nichele 5.5, Mazzocco 6; Ilari 6.5, Segato sv (Mattin 6), Petrilli 6; Amirante 8 (Ferretti sv).

Ore 10.20 – (Gazzettino) La fulminea ripartenza del Padova ha prodotto la rete del raddoppio. L’assist è stato di Petrilli che ha premiato un movimento in profondità di Amirante, il numero 9 del Padova (protetto da Salvadori, in proiezione offensiva) si è aggiustato la sfera e poi ha sferrato un destro ad incrociare che, complice anche una leggera deviazione di Serrano, si è insaccato sotto l’incrocio dei pali. Di fatto la partita è finita qui, se si eccettua un’ammonizione assolutamente ingenua (inutile fallo a centrocampo) rimediata da Nichele, che lo costringerà a saltare per squalifica la trasferta di Chioggia, e una bella parata nel finale di Cicioni sulla conclusione da distanza ravvicinata di Cicuttini. Oggi la risposta dell’Altovicentino sul campo del Mezzocorona. Ma, comunque vada, ciò che più conta è che il Padova si è messo alle spalle un’altra giornata di campionato: la Lega Pro è ormai a un passo.

Ore 10.10 – (Gazzettino) A dare un grosso aiuto al Padova ci ha però pensato il portiere del Dro che all’8’ è andato giù goffamente su un tiro tutt’altro che irresistibile di Niccolini, prontissimo Amirante a sfruttare il pallone scivolato dalle mani di Bordignon e a siglare l’1-0. Neanche dopo essere passata in svantaggio la squadra trentina ha modificato il suo assetto tattico (difesa a cinque). L’iniziativa è quindi rimasta ancora nelle mani dei biancoscudati, vicini al raddoppio al quarto d’ora sempre con Amirante: pregevolissima la sua giocata a scavalcare l’avversario, meno precisa la conclusione a lambire il palo. La facilità nel gestire la gara ha probabilmente spinto la squadra di casa ad abbassare il livello di concentrazione. E il Dro ha cercato di approfittarne con una verticalizzazione per Cicuttini, al quale Degrassi ha sbarrato la strada ai limiti dell’area con un intervento ai limiti del “rosso” (sarebbe stata una chiara occasione da gol). L’arbitro ha però considerato regolare l’intervento del difensore biancoscudato, come pure il contatto in area (35’) sul quale gli ospiti hanno reclamato il rigore.

Ore 10.00 – (Gazzettino) Bastano i primi quarantacinque minuti al Padova per archiviare la pratica Dro. Il tutto dosando al meglio le energie e pensando già alla più impegnativa sfida di giovedì prossimo in casa della Clodiense. A decidere la sfida dell’Euganeo è stata una doppietta di Amirante, al sedicesimo centro stagionale (sei con la Lavagnese e dieci in maglia biancoscudata). Troppo superiore la truppa di Parlato rispetto a un avversario a sua volta con la testa già al prossimo turno di campionato, quando affronterà il Giorgione in una sfida importantissima in chiave salvezza. E dire che proprio all’alba della partita un episodio sfortunato ha rischiato di complicare la gara dei biancoscudati. Il portiere Petkovic ha infatti rimediato un colpo fortuito alla testa in una uscita bassa. Coraggiosamente ha provato a rialzarsi e a rimanere in campo, ma dopo qualche minuto si è di nuovo accasciato a terra e ha dovuto alzare bandiera bianca. La regola degli “under” ha così costretto Parlato a un doppio cambio: Cicioni tra i pali e Mattin al posto di uno sconsolatissimo Segato, che i compagni in panchina hanno cercato di rincuorare.

Ore 09.50 – (Gazzettino) «Si sono strameritati una mezza giornata libera (oggi, ndr), glielo avevo promesso se vincevano. Ma fino a quando non arriviamo all’obiettivo, non si deve mollare di una virgola. Stanno vincendo loro. Io li guido? C’è la firma di tutti. Godiamoci questa vittoria, anche se con la testa sono già alla Clodiense. Spero di recuperare Cunico e Zubin, per Bortot è più complesso». Eroe di giornata Amirante, con questa doppietta salito a dieci gol: «Sono molto contento per i gol e per la prestazione della squadra, l’importante era vincere. Se otteniamo sei punti con Clodiense e Sacilese, possiamo festeggiare». Nichele, ammonito, salterà la trasferta a Chioggia: «Ma vengo lo stesso, comunque la rosa è ampia e validissima. Speriamo di continuare così e di arrivare al giusto premio per tutti». Una curiosità di Salvadori sul secondo gol: «Pensavo di essere solo, ho sentito Amirante che mi ha detto “arrivo, arrivo” e ho fatto un blocco lasciandolo segnare».

Ore 09.40 – (Gazzettino) Ecco Carmine Parlato, che dopo pochi istanti ha dovuto operare un doppio cambio. Cosa ha pensato? «Che non è stata azzeccata la scelta di Segato trequartista, nel senso che non ha avuto modo di esprimersi. L’avevo scelto perché fa le due fasi, ha dinamicità, tiro e mi consentiva anche di mettermi 4-3-3. Mi è dispiaciuto molto per la sua uscita e per l’infortunio di Petkovic, a malincuore ho dovuto fare delle scelte. In un minuto e mezzo ho dovuto decidere tra Busetto, Fenati e Mattin, ho optato per quest’ultimo perché è più trequartista». Anche se in quel ruolo nel primo tempo ha giocato Mazzocco. «Per contrastare la fisicità di Bertoldi, ma nella ripresa sono tornato con Mattin: volevo un trequartista più frizzante». Le condizioni di Petkovic? «Ha preso una botta alla nuca, ha avuto un giramento e si è ripreso, ma con la testa è meglio non scherzare. Sembra comunque tutto a posto». Due vittorie in altrettante gare interne consecutive e Lega Pro più vicina. «I ragazzi sono stati bravi, non era una partita facile. Faccio un grande applauso alla squadra».

Ore 09.30 – (Gazzettino) «Un altro passo avanti, arriverà anche il 10 maggio», data che chiude il campionato con il Padova che si auspica di avere in tasca la Lega Pro. Così si presenta il presidente Giuseppe Bergamin: «Non ho visto una gara bellissima, ma è il risultato che ci serviva ed è meritato. Ora speriamo di recuperare tutti i giocatori per questo rush finale nel quale dobbiamo restare concentratissimi. Mancano sei partite alla fine, vorrei vincerle tutte». Giovedì la sfida con la Clodiense al “Ballarin” di Chioggia, e solo 480 tagliandi per gli ospiti. Numero che potrebbe però lievitare, fa capire il presidente: «Vediamo se riusciamo ad averne qualcuno in più, anche se non dipende da noi. Speriamo che sia una trasferta gioiosa anche per il pubblico». Ottenere quanto prima il salto nei professionisti vi consentirebbe di guardare con calma anche al futuro. «Ci stiamo già pensando perché arrivare al 30 giugno è un attimo. Stiamo lavorando non pensando di aver già vinto, anche se solo noi potremo perdere questo campionato. Fare una Lega Pro dignitosa? Come proprietà stiamo valutando quali possono essere le nostre forze. La Lega Pro è una categoria diversa che richiede risorse diverse, troveremo il modo di sopportare questo peso e lo faremo con gioia».

Ore 09.00 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello):Petkovic S.V. (Cicioni 6.5); Salvadori 7, Sentinelli 6, Niccolini 6.5, Degrassi 6; Segato S.V. (Mattin 6), Nichele 7; Ilari 6, Mazzocco 6, Petrilli 7; Amirante 7.5 (Ferretti S.V.)

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Pochi fronzoli, pochi palloni buttati via, tanti gestiti con grande intelligenza. Amirante (14’) con una grande azione personale sfiora il bis personale, ma la festa è solo rimandata: Petrilli (34’) ribalta un’azione difensiva trasformandola in offensiva, Salvadori lascia ad Amirante, che con perfetto tempismo batte ancora Bordignon. È il gol della sicurezza, che di fatto scaccia fantasmi e paure e permette una gestione meno ansiogena rispetto al recente passato. Nella ripresa succede poco, anche se il Dro reclama due volte per episodi a sfavore: un fallo da ultimo uomo di Degrassi e un presunto rigore su Cicuttini. Nel finale c’è pure l’occasione ancora per Cicuttini, che si libera di Degrassi e al 45’ sfiora il 2-1. Il Padova reagisce, va a un passo dal 3-0 con il neoentrato Ferretti e chiude in passerella. L’unico neo del pomeriggio è l’ammonizione a Nichele, che sarà costretto a saltare la trasferta prepasquale a Chioggia: quando c’è lui, lo dicono le statistiche, salvo qualche eccezione, si vince. A sei giornate dalla fine, undici punti di vantaggio sono tanti: se anche diventassero otto dopo l’eventuale successo odierno dell’AltoVicentino (non scontato), sarebbero comunque un gap enorme da colmare. La Lega Pro è a un passo: il verdetto non è ancora emesso ma i segnali portano tutti in un’unica direzione.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La forza di questo Padova la vedi e la tocchi con mano nel momento in cui serve solo essere pratici e portare a casa i tre punti. Nel pomeriggio-vetrina davanti alle telecamere di Raisport funziona e gira tutto a meraviglia: l’attacco segna, la difesa regge, il centrocampo costruisce e copre. Il sunto perfetto di un pomeriggio da ricordare è un’altra vittoria determinante sulla strada della promozione in Lega Pro: 2-0 al Dro, squadra sontuosa e cinica, tre punti da blindare per il momentaneo +11 sull’AltoVicentino, in attesa dei risultati domenicali. In diretta nazionale, sotto un sole che più primaverile non si può, va in scena la versione deluxe biancoscudata. Nonostante le assenze molto pesanti di Cunico, Zubin e Bortot, Carmine Parlato sgancia un undici titolare che sulla carta non fa una grinza. Almeno fino a quando dopo appena cinque minuti non si fa male il portiere Petkovic e il tecnico è costretto a un doppio cambio per non infrangere la regola degli Under: fuori il portiere e Segato, dentro Cicioni e Mattin. Il Dro sfiora pure il gol dopo nemmeno un giro di lancette con Cicuttini, poi il Padova inizia a carburare e al 7’ passa. Niccolini tira a giro, Bordignon para, sulla ribattuta Amirante è prontissimo a ribadire in gol. I Biancoscudati scelgono di viaggiare col pilota automatico.

Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 69, AltoVicentino 58, Sacilese 53, Belluno 48, Clodiense 46, ArziChiampo 42, Union Pro 40, Montebelluna 37, Union Ripa La Fenadora 36, Fontanafredda 35, Legnago 33, Tamai 31, Giorgione 30, Dro e Triestina 26, Kras Repen 25, Mori S. Stefano 14, Mezzocorona 12.

Ore 08.36 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventottesima giornata, sabato 28/domenica 29 marzo ore 15.00): ArziChiampo-Kras Repen, Belluno-Sacilese 1-3, Fontanafredda-Union Ripa La Fenadora, Giorgione-Legnago, Mezzocorona-AltoVicentino, Mori S. Stefano-Montebelluna, Padova-Dro 2-0, Tamai-Union Pro, Triestina-Clodiense.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventisettesima giornata: AltoVicentino-Tamai 2-1, Clodiense-Belluno 2-2, Dro-ArziChiampo 1-5, Kras Repen-Mori S. Stefano 0-1, Legnago-Mezzocorona 2-0, Montebelluna-Triestina 1-1, Sacilese-Fontanafredda 0-0, Union Ripa La Fenadora-Union Pro 2-2.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 28 marzo: il Padova batte 2-0 il Dro nell’anticipo grazie ad una doppietta di Amirante e si porta momentaneamente a +11 sull’AltoVicentino




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