Italia, scoppia il caso-oriundi. Lo zio del ‘padovano’ Vazquez: “Franco è un italiano vero, a casa sua si parla il dialetto veneto!”

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Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe/Gazzettino, Andrea Miola

Ne avesse chiamato solo uno, probabilmente la cosa sarebbe finita lì. Ma siccome il ct della Nazionale Antonio Conte, per il prossimo impegno in Bulgaria (qualificazioni agli Europei 2016), ha convocato due oriundi dai nomi non proprio nostrani (il sampdoriano Eder e il palermitano Vazquez), si è scatenato il classico putiferio all’italiana. Con slogan riadattati dalla politica, a partire dal sempreverde: “l’Italia agli italiani”. Dopo un’assenza lunga più di tre mesi, ritorna la Nazionale e con essa tutto il corollario di polemiche. Pomo della discordia, in questo caso, le scelte di Conte, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto di opportunità. Ha fatto discutere, infatti, l’idea di puntare su due sudamericani naturalizzati come il brasiliano Eder e l’argentino Franco Vazuqez. Una miccia accesa da Roberto Mancini, che ha storto il naso: «Io so che la Nazionale italiana deve essere italiana», ha detto. «Chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non meriti di giocare in azzurro». Una discussione che travalica i confini dello sport ed entra in quelli della politica, con il leader della Lega, Matteo Salvini, che non ha perso tempo nel commentare via twitter: «In azzurro solo italiani. Chi non nasce in Italia, pur se ha parenti, non giochi in Nazionale. Da milanista concordo con Mancini». Insomma, più che il prossimo impegno, l’argomento del giorno sono i due “stranieri”, con il presidente federale Tavecchio che ha fatto quadrato attorno al suo Ct: «Se uno ha la cittadinanza italiana, può giocare in Nazionale, con un oriundo abbiamo anche vinto il mondiale del 2006. Il discorso è chiuso». Quindi è toccato allo stesso Conte difendere le sue posizioni: «Si può fare sempre polemica attorno alla Nazionale o attorno a me. Io dico che non sono il primo né sarò l’ultimo a far questo tipo di convocazioni, queste sono le regole, questo è il calcio». A scendere in difesa di Franco Vazquez ci ha pensato anche il suo allenatore a Palermo, Beppe Iachini: «Se uno sente l’appartenenza, in base a un legame affettivo o di parentela, tanti discorsi in più servono a poco. Nel caso specifico, Vazquez ha la mamma padovana, più italiano di così…». E infatti questa convocazione ha portato a festeggiare anche una grande famiglia padovana. Che vuol farsi scivolare addosso queste polemiche. I contatti tra la famiglia Vazquez in Argentina e quella Rossini a Padova, sono sempre continui, e ieri ci ha pensato Tiziano Rossini, zio di Franco, a ribadire l’italianità del nipote:«È italiano in tutto e per tutto, come lingua e come educazione», ha spiegato. «La mamma Marina è nata a Padova e anche il papà ha sangue italiano, visto che la mamma di Oscar Vazquez, si chiama Macchi ed è di Casorate Sempione in provincia di Varese». Una polemica che rischia di offuscare la gioia per la maglia azzurra. «Sappiamo che il calcio è così», continua Rossini, «anche se hanno trovato la persona sbagliata a cui attaccarsi. Perché non hanno detto niente per i vari Thiago Motta e compagni? Franco è un italiano vero che sognava di giocare con questa maglia. A casa sua in Argentina si è sempre parlato l’italiano. Oltre, ovviamente, al dialetto veneto».

Il trequartista del Palermo Franco Vazquez, 26 anni, ha sangue italiano. Per la precisione padovano. La mamma, infatti, si chiama Marina Bianconi ed è nata nel 1960 a Padova, prima di emigrare, qualche mese dopo, in Argentina con i genitori. La famiglia Bianconi è originaria del quartiere Sant’Osvaldo, via Bertacchi. È qui che vivevano e lavoravano Giuseppe e la moglie Lucia Guarotto.  Giuseppe Bianconi, dipendente di una ditta energetica che faceva affari con il Sudamerica, decise di prendere armi e bagagli, sul finire del 1960, e portare la famiglia a Villa Carlos Paz, in provincia di Cordoba. Lì fondò un’azienda meccanica e mise radici, facendo nascere gli altri 5 figli.  Marina, l’unica nata in Italia, si sposerà con Oscar Vazquez, argentino di papà spagnolo e mamma della provincia di Varese, dando alla luce tre figli, tra cui Franco. I legami tra la famiglia Vazquez-Bianconi e l’Italia sono ancora saldi, grazie al rapporto con la famiglia Rossini, a partire da Tiziano, cugino di primo grado di Marina, la quale torna a Padova almeno una volta l’anno.

Ancora una maglia azzurra con un tocco di padovanità, nell’occasione accompagnato da una leggera inflessione sudamericana. La grande festa per la recente convocazione in nazionale di Franco Vazquez contagia pure la nostra città a cui il forte trequartista del Palermo, chiamato dal commissario tecnico Antonio Conte per la sfida di sabato in Bulgaria – in palio la qualificazione agli Europei 2016 – e per la successiva amichevole a Torino con l’Inghilterra, è molto legato per una questione di sangue. Sua mamma Marina è nata infatti all’ombra del Santo per poi trasferirsi quando aveva pochi mesi in Argentina. La donna viveva in zona Sant’Osvaldo fino a che nel 1960 Giuseppe Bianconi, nonno di Franco nel frattempo scomparso, e la moglie Lucia hanno deciso di trasferirsi in Sudamerica, mettendo radici nella provincia di Cordoba dove il capostipite ha creato un’azienda meccanica. Poi Marina ha sposato Oskar, argentino ma di mamma italiana, e dal loro legame ventisei anni fa è nato a Tanti il campioncino rosanero che ha sempre posseduto il doppio passaporto. Seppure con l’Oceano Atlantico di mezzo, le radice italiane e padovane mai sono venute meno in casa Vazquez, con un costante e duraturo rapporto con i parenti in madrepatria. Ad Albignasego vive Tiziano Rossini, cugino della mamma di Franco. «Mia mamma Clara è sorella di Lucia – spiega – Con tutti loro ci sentiamo con una certa frequenza e, quando capita l’occasione, ci incontriamo. L’ultima volta è successo la scorsa estate quando Franco e Paolo Dybala (suo compagno nel Palermo e anche lui possibile futuro azzurro, ndr) sono stati nostri ospiti al termine del ritiro della squadra, con i miei figli Elisa e Alessio che li hanno portati in giro. L’anno scorso, con i rosanero in serie B, siamo invece andati a vederlo a Cittadella. C’erano i suoi genitori e i vari parenti, una quindicina di persone in tutto». Vazquez è soprannominato “El Mudo” perché giudicato piuttosto taciturno. È una definizione veritiera? «In effetti non lo si può definire un grande chiacchierone, ma è una persona seria, umile e di buone maniere con un’educazione italiana al 100 per cento. Siamo veramente felici e orgogliosi per la sua convocazione. Non capita tutti i giorni che un proprio parente giochi in nazionale, lui se lo merita e metterà sicuramente il suo grande valore a disposizione degli azzurri. Tra l’altro mi sono appena sentito con suo papà Oskar che arriverà in Italia domenica per assistere all’amichevole dell’Italia con l’Inghilterra». E allo Juventus Stadium non mancherà la delegazione padovana: «Sicuramente sarò lì. Calcisticamente il mio cuore è innanzitutto biancoscudato, ma è naturale che abbia pure una certa simpatia per il Palermo, che non sapevo fosse pure gemellato, a livello di tifoseria, con il Padova. Il calcio è diventato un’occasione per vederci maggiormente con lui e con la sua famiglia, fermo restando che il legame è sempre stato forte». E lo zio Tiziano ha pure una parola di replica alle dichiarazioni di ieri contro la chiamata degli oriundi da parte del tecnico dell’Inter Roberto Mancini secondo il quale «chi non nasce in Italia e ha parenti lontani non dovrebbe essere convocato in Nazionale». «Non si può generalizzare – risponde – e mi chiedo chi possa essere più italiano di lui, non certo, ad esempio, Thiago Motta. La mamma è padovana, i nonni materni lo stesso e pure la nonna paterna è italiana dato che viene dalla provincia di Varese». E aggiunge: «Franco è sempre cresciuto in una cultura veneta e a casa sua si parla il dialetto che lui capisce bene». Sulla vicenda ieri è intervenuto ieri pure il ct Antonio Conte: «Si può fare sempre polemica attorno alla nazionale o anche, come succede, attorno a me. Io dico che non sono il primo né sarò l’ultimo a far questo tipo di convocazioni; queste sono le regole, questo è il calcio». Vazquez ha due fratelli, Nicolas e Federico. È approdato al Palermo nel gennaio 2012 e nel campionato in corso ha finora segnato 7 gol. Limitandosi agli ultimi anni, si aggiunge a Daniele Gastaldello e Luca Rossettini nell’elenco dei padovani chiamati in nazionale.




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