Live 24! Padova-Giorgione 4-2, Zubin e compagni continuano a correre: sempre otto i punti di vantaggio

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Ore 22.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il tecnico del Venezia Michele Serena è ampiamente soddisfatto del pareggio conquistato oggi al «Città di Gorgonzola» (2.100 gli spettatori paganti per la «prima» del nuovo stadio) contro la neopromossa Giana. In conferenza stampa il tecnico veneziano ha spiegato che questa era una trasferta molto pericolosa. «In settimana, già da mercoledì, avevo messo in guardia i miei giocatori sulla Giana, sia per quanto ha fatto negli anni passati, sia per quanto sta facendo in questo campionato, in cui sta dimostrando di essere all’altezza della situazione. C’era una bella atmosfera legata al nuovo stadio e questo ci ha portato a chiuderci nella nostra metà campo soprattutto nei primi 15 minuti, in cui potevamo fare meglio. Poi fortunatamente siamo stati bravi a riprenderci e a gestire al meglio la gara, creando tra l’altro diverse occasioni contro una squadra che sta lottando con le unghie per salvarsi». Sull’improvviso forfait di Raimondi Serena ha spiegato: «Si è stirato sull’ultimo pallone del riscaldamento. Lunedì faremo degli accertamenti, ma era molto dolorante. Peccato perché ci poteva dare delle soluzioni diverse a livello offensivo, molta più velocità contro una difesa lenta come quella della Giana. Magnaghi ha un altro modo di giocare, lui comunque mi è piaciuto». Nel finale, proprio nel momento in cui i padroni di casa sembravano aver perso la brillantezza iniziale, il Venezia è sembrato accontentarsi del punticino… «D’altronde non avevo più punte – ha spiegato il tecnico del Venezia -. Raimondi era in panchina per onore di firma e quindi potevo inserire solo centrocampisti o difensori. Visto che stavamo soffrendo sulle palle alte e dopo l’ingresso in campo di Perna allora ho pensato di inserire Peccarisi, che tra l’altro ha fatto solo un paio di allenamenti nell’ultimo mese e guarda caso proprio sulla sua testa in pieno recupero è capitata l’occasione che ci poteva dare la vittoria».

Ore 22.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tocca al Venezia «bagnare» con un pareggio a reti inviolate il nuovo campo della Giana, un vero e proprio gioiellino alla cui inaugurazione non ha voluto mancare anche il presidente della Lega Pro Mario Macalli. Michele Serena rinuncia all’ultimo momento a Raimondi, annunciato in formazione alla vigilia del match, affidando a Magnaghi il compito di completare il tridente d’attacco accanto a Greco e Guerra. A completare l’undici lagunare, capitan Legati e Capogrosso al centro della difesa, i terzini Dell’Andrea e Sales e i tre centrocampisti Giorico, Varano ed Espinal. Sono i padroni di casa, sulla spinta di un pubblico entusiasta, a premere subito sull’acceleratore, senza però creare troppi grattacapi a Fortunato. I primi 25 minuti di gioco scorrono via veloci, con le due squadre che mettono in mostra un’impeccabile fase difensiva (puntuali soprattutto Legati e Capogrosso) e poche giocate illuminanti dalla trequarti in sù. Con il passare dei minuti il Venezia inizia a prendere in mano il pallino del gioco, anche se il pressing milanese soprattutto su Giorico ed Espinal, fa sì che al tridente d’attacco non arrivi mai un pallone degno di nota. La prima conclusione in porta è comunque lagunare e porta la firma di Guerra, che alla mezzora splendidamente servito da Varano in area di rigore, si produce in uno spettacolare tiro al volo in acrobazia, che Paleari para con una mano. Ci prova anche Magnaghi da lontano ma la sua mira è da rivedere. Al 40′ Espinal approfitta di un errore di Solerio, ben contrato dal giovanissimo Dell’Andrea (classe 1997), si presenta a tu per tu con il portiere di casa, che però è puntuale nell’uscita e nella deviazione in calcio d’angolo. La prima frazione di gioco si chiude quindi con un meritato pareggio, con gli undici di casa più arrembanti, ma con il Venezia indubbiamente più pericoloso a livello di occasioni da gol. La ripresa si apre con la Giana in costante pressione, con il Venezia che non riesce ad alleggerire la morsa se non con paio di incursioni sulle fasce laterali, che però non danno frutti. Ci prova Guerra a rientrare dalla fascia sinistra e a mettere al centro una palla morbida, sulla quale però è puntuale Paleari a anticipare Greco in presa alta. Grande paura per gli uomini di Serena al 16′, quando Sinigaglia si insinua nell’area veneziana e si costruisce la possibilità di concludere a rete, al momento del tiro però è provvidenziale l’intervento in scivolata di Capogrosso, che manda la palla calcio d’angolo. È il momento di maggior pressione per i padroni di casa che ancora con Sinigaglia, ben servito da Pinto, si inseriscono nuovamente in area, questa volta con una colpevole dormita della retroguardia veneziana, ma Fortunato è puntuale in uscita bassa. Rimette fuori la testa il Venezia al 17′ con Magnaghi, che per un soffio non riesce ad impattare un cross proveniente dalla fascia destra. Dieci minuti più tardi ci prova anche Greco con un tiro da fuori area, che sul terreno bagnato prende una strana traiettoria, ma Paleari, pur con qualche difficoltà ci arriva. Dopo aver tenuto il ritmo alto per tutta la partita la Giana cala il ritmo, ma Serena decide di accontentarsi del pareggio (che vuol dire mantenere 7 punti di vantaggio sulla zona retrocessione) e di puntare tutto sulla carta del contropiede, inserendo un difensore come Peccarisi per Greco. Proprio il nuovo entrato però, al 37′ si fa lasciare sul posto da Sinigaglia, il quale si presenta a tu per tu con Fortunato. La conclusione dell’ex Monza da buona posizione però si spegne a lato. Il Venezia risponde con Guerra sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma il suo colpo di testa è telefonato per Paleari. L’ultima emozione della gara è di marca veneziana con Peccarisi che di testa prova in pieno recupero prova a par piangere Gorgonzola, ma la sua inzuccata finisce alta.

Ore 22.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia torna da Gorgonzola con un punto che non sposta nulla in termini di classifica. Se l’obiettivo era conquistare la tranquillità sulla zona playout a spese della Giana, la missione riesce a metà e si rimane a +7. Ma gli uomini di mister Serena tornano in laguna con pochi rimpianti e la sensazione di aver rischiato grosso. La lista delle defezioni è infatti troppo lunga per sperare in qualcosa di meglio di un pareggio. Mancano Bellazzini e Giuliatto per infortunio, gli squalificati Cernuto e Zaccagni, ma all’ultimo momento dà forfait anche Raimondi che accusa un fastidio muscolare in fase di riscaldamento. Serena deve correre ai ripari, in difesa c’è Dell’Andrea, ma cambiamenti non vengono subito digeriti e il Venezia nei primi minuti è in confusione, subisce l’assalto della Giana che festeggia lo stadio ritrovato attaccando a ripetizione. Al 6’ la prima occasione dei padroni di casa che sfondano ripetutamente sulla fascia destra, con Perico che inventa un cross rasoterra lasciato filtrare da Sinigaglia, per consentire l’intervento di Crotti che però spara alto. E’ sempre Perico a mettere in difficoltà Sales e compagni, che non riescono ad uscire dalla propria metà campo. Passano così tra gli affanni i primi venti minuti. Finalmente si vede il Venezia in attacco, con due tentativi ravvicinati di Varano che prima tenta una girata quasi al volo con il sinistro, respinta dalla difesa e, subito dopo, approfitta del rimpallo entrando in area di rigore: il suo zig zag è efficace, meno il suo tiro che viene deviato. Il Venezia ha preso le misure e ora produce più gioco. Arriva così, alla mezz’ora, l’occasione più nitida, la palla gol servita da Giorico sui piedi di Guerra, che gira al volo ma Paleari è pronto a ribattere. Risponde la Giana in contropiede, fermato fallosamente da Sales che viene ammonito. Gli arancioneroverdi ora ci credono e poco dopo Magnaghi raccoglie la sponda di Greco, dal limite dell’area, sparando alto. Altra incursione, al 39’, stavolta sulla fascia destra dove Dell’Andrea conquista un pallone e lancia sul fondo Espinal, che costringe Paleari a chiudere in corner. Il tempo si chiude con la Giana in attacco, con la conta delle occasioni in favore del Venezia, ma si è fermi sullo 0-0. Si riprende con la Giana più intraprendente, tenta l’effetto-sorpresa ma la conclusione di Crotti viene ribattuta. Gli arancioneroverdi provano un paio di incursioni sulle fasce senza precisione. La squadra biancoceleste chiude bene gli spazi, il Venezia fa fatica, spesso incartandosi in coperture rischiose. Come quella che, al 16’, favorisce Crotti che sferra un passaggio filtrante a liberare Sinigaglia in area: una frazione di secondo prima di calciare, sventano in scivolata Capogrosso e Sales. E poco dopo ancora Sinigaglia semina la difesa, facendosi anticipare all’ultimo da Fortunato. La Giana continua ad attaccare e mister Serena decide di cautelarsi aggiungendo nell’ultimo quarto d’ora un difensore, Peccarisi, a difendere almeno il punto. Si soffre comunque parecchio, al 37’ la Giana sfiora il gol partita con un insidioso diagonale di Sinigaglia. Anche il Venezia prova la beffa che regalerebbe i tre punti, con il colpo di testa di Guerra su calcio d’angolo, parato da Paleari e, nel recupero, con quello di Peccarisi, troppo alto. Si aspetta il fischio finale per tirare un sospiro di sollievo, alla fine è un punto guadagnato.

Ore 22.20 – (La Nuova Venezia) Una festa e una partita. Anzi, una partita per la festa. La Giana ritrova la sua casa, Gorgonzola ritrova il suo stadio, pienone sulle tribune, c’è il parroco per la benedizione, spunta anche il presidente Macalli per la benedizione laica e c’è il Venezia ospite d’onore. Se poi parliamo di calcio, ecco confezionato uno 0-0 che forse va bene sia a Cesare Albè che a Michele Serena, anche se non lo ammetteranno neanche sotto tortura. Nonostante questo, resta il sapore di una buona serata di sport, dai lombardi nessun coro anti Venezia, applausi al loro presidente con un grazie per un calcio genuino in una fase particolare del nostro pallone, fatta di contestazioni, proteste, penalizzazioni, fallimenti, e altre nefandezze. Niente di questo, a Gorgonzola. La sfida è di quelle che sembrano nate per finire in pareggio. Squadre allineate e coperte, prudenza, centrocampo robusto da tutte e due le parti, per vedere un portiere al lavoro bisogna aspettare il 40’, quando Paleari fa scudo con il corpo per sbarrare la strada a Espinal, smarcato da Guerra. Serena come a Novara (Fortunato ko nel riscaldamento) perde un uomo prima di andare in campo: Raimondi, l’uomo più in forma del momento si tocca l’inguine e non per scaramanzia, mancano pochi minuti, si fa in tempo a schierare Magnaghi, per il resto difesa a quattro con Dell’Andrea a destra, Sales a sinistra mentre Espinal ritrova posto in mezzo al campo. Dall’altra parte la Giana Erminio presenta un falso 4-3-3, con Rossini e Pinto molto larghi e in fin dei conti impiegati più sulla trequarti che in avanti. Biraghi è il direttore d’orchestra e finchè il fiato lo sorregge è anche il migliore in campo. Poco da raccontare del primo tempo, un destro al volo di Crotti che si perde nella fiammante nuova curva ospiti rimasta vuota, un bel recupero di Giorico su Rossini in contropiede, un tentativo di Solerio, ma si va all’intervallo con Fortunato ancora ingiudicabile. C’è da aggiungere che se il Venezia brontola per il forfait improvviso di Raimondi, la Giana deve fare i conti con l’influenza (e dunque indisponibilità) di Gasbarroni, e chi ha buona memoria si ricorda il mal di testa che l’ex doriano ha fatto venire agli arancioneroverdi ai tempi del Monza. Si palpita di più nel secondo tempo, la Giana vuole graffiare, il Venezia comunque contiene gli altrui attacchi senza andare in sofferenza. Fortunato si guadagna la pagnotta chiudendo sul lanciato Sinigaglia (17’), poco prima era stato ancora Sinigaglia a piazzare un destro secco salvato in extremis da una spaccata di Sales. Sensazione dalla tribuna: la Giana, che gioca per la prima volta sul suo campo dopo otto mesi di campionato in affitto al Brianteo di Monza, non ha ancora fatto l’occhio alle misure del terreno, ora la palla è corta, ora è lunga, insomma si muove come l’inquilino nuovo, che deve abituarsi. Ultimi brividi, un contropiede di Sinigaglia, una capocciata di Guerra, lo 0-0 è già scritto e nessuno lo cancella.

Ore 22.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Magari servirà a poco per i playoff, ma quantomeno il Real Vicenza mostra l’orgoglio chiesto a gran voce dal presidente Lino Diquigiovanni. Niente di eccezionale, questo va detto, vista la superiorità numerica da metà della ripresa, ma quantomeno il minimo sindacale è raggiunto. A Cremona finisce 1-1 e per poco non ci scappa pure il colpaccio. Si parte su ritmi relativamente alti e al 17’ c’è una grande occasione per il Real Vicenza con Margiotta. Bruno appoggia centralmente per il suo compagno di reparto (preferito a Bardelloni e Gomes), il quale prova la conclusione a botta sicura ma Gamberetti respinge praticamente sulla linea, a Quaini battuto. Il pericolo scampato scuote la Cremonese che prova a ripartire, ma c’è un altro episodio che potrebbe cambiare i destini del match: al 22’ Manaj, già ammonito, si fa espellere per doppio giallo causa simulazione. La Cremonese rimane in dieci, ma paradossalmente costruisce la migliore palla gol in inferiorità numerica: al 28’ Jadid pennella un corner, Gambaretti stacca e il pallone esce di poco. Il Real Vicenza si fa pericoloso nel finale con Bruno, che impegna Quaini in una respinta non semplicissima. Il vantaggio biancorosso al 10’ della ripresa. Cross perfetto di Bardelloni, appena entrato in campo, e poderoso colpo di testa di Cristini che supera Quaini.
Trascorrono appena sei minuti e al 16’ Giampaolo azzecca il cambio risolutore. Fuori Favalli e dentro Pasi, che sarà subito decisivo. Fuga irresistibile al 28’, due avversari saltati e formidabile tiro all’incrocio dei pali su cui Tomei non può nulla. Nonostante la superiorità numerica maturata l’impressione è che il Real Vicenza non stia benissimo fisicamente e che accusi un po’ la fatica. Vani gli assalti nel finale, finisce 1-1 e i ragazzi di Marcolini fanno un piccolo passo in avanti, raggiungendo quota 46. La salvezza, quantomeno, non dovrebbe essere un problema.

Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) Sul gol di Marco Cristini è corso in campo per abbracciare il proprio giocatore e a quel punto, con la Cremonese ridotta da quasi 40´ in dieci uomini, ha pensato che il risultato fosse al sicuro, ma a fine gara il tecnico del Real Vicenza, Michele Marcolini, ha dovuto commentare un pareggio. «Alla vigilia della partita – dice il tecnico – il pareggio poteva essere ben accetto, sapendo che affrontavamo una squadra in difficoltà di classifica che avrebbe dato tutto sfruttando i grandi valori che ha in rosa. E in effetti sul campo la Cremonese ha fatto vedere che non avrebbe accettato la sconfitta. Per come è finita sono arrabbiato, specialmente per l´ultima parte della gara perché la Cremonese è stata più combattiva di noi. Una volta in vantaggio dovevamo essere più bravi a fare il possesso palla e dovevamo chiudere a loro ogni varco anche perché abbiamo sfruttato poco la superiorità numerica. Purtroppo non ci siamo riusciti e per come è andata la gara questo risultato parla più di due punti persi. Peccato perché ci eravamo messi in una posizione di vantaggio senza amministrarla a dovere». La Cremonese ha schierato Brighenti da subito pur con un braccio ancora fasciato per la frattura al polso. «Quando ho letto che Brighenti era convocato mi aspettavo di vederlo in campo e quindi conoscevamo il pericolo, perché un giocatore che ha segnato dieci gol può fare differenza, anche se dopo tanto tempo non è facile rientrare. Lui ha fatto reparto da solo lottando». Così Cristini, l´autore del gol: «Paradossalmente la nostra classifica può sembrare tranquilla ma noi vogliamo terminare il campionato nei migliori dei modi e portare via un pareggio da Cremona dopo aver giocato una gara per settanta minuti con un uomo in più scoccia parecchio. Eravamo passati in vantaggio e abbiamo sprecato occasioni per chiudere la gara. Brava la Cremonese a tenere viva la partita e a raddrizzarla».

Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) In superiorità numerica per oltre un´ora, il Real Vicenza non riesce a vincere a Cremona. Nonostante il vantaggio firmato da Cristini in apertura di ripresa, la squadra di Marcolini subisce il pari di Pasi a 20´ dalla fine, per poi non riuscire a segnare il nuovo vantaggio al cospetto di una squadra che ha dimostrato di avere più fame. Ha fatto troppo poco il Real, nonostante le mosse del proprio tecnico sembravano essere quelle giuste: l´innesto di Bardelloni in apertura di ripresa ha propiziato la rete di Cristini, ma altrettanto giusti sono parsi i cambi di Giampaolo, visto che il gol è nato da una prodezza del giovane Pasi che aveva iniziato dalla panchina. Un punto che mantiene i biancorossi in una situazione di classifica più che tranquilla, ma il ritorno al successo viene ancora una volta rimandato. Per cercare i tre punti, Marcolini presentai suoi con un 4-4-2 che vede la conferma in prima Margiotta e Bruno. Davanti a Tomei, la squalifica di Piccinni costringe il tecnico a ridisegnare una difesa che vede Vannucci e Beccaro al centro con Carlini a destra e Solini a sinistra. La prima occasione per sbloccare il risultato capita al Real è il 17´ quando Bruno raccoglie un pallone da rimessa laterale e crossa in area per Margiotta, la cui conclusione viene ribattuta sulla linea da Gambaretti, poi l´assistente ferma l´azione per la posizione irregolare dello stesso Sasà Bruno. Tre minuti dopo i padroni di casa reclamano il calcio di rigore per un tocco con il braccio di Solini in area, ma l´arbitro Colarossi lascia correre. Lo stesso direttore di gara, al 22´, espelle l´attaccante della Cremonese Manaj, che riceve il secondo cartellino giallo per un´evidente simulazione in area di rigore. La gara resta comunque equilibrata e il primo tempo si chiude con un´occasione per parte: Gambaretti per la Cremonese, Bruno per i biancorossi. Nell´intervallo Marcolini lascia negli spogliatoi Lavagnoli ed inserisce Bardelloni. La mossa è giusta, perché a 10´ l´esterno salta un avversario e crossa in area da destra, Cristini irrompe di testa e segna l´1-0. La gara sembra in discesa ma la Cremonese non molla, e già al 13´ la difesa deve rimediare ad un´incertezza di Tomei sulla punizione di Jadid. A metà ripresa lo stesso Jadid smarca in area Brighenti, e tutto solo calciasul fondo. La pressione dei locali non cala e dopo un tiro da fuori di Jadid parato da Tomei dopo una deviazione si concretizza il pareggio: al 27´ Pasi riceve da Bassoli, lascia sul posto Cristini e dopo essersi accentrato lascia partire un tiro che finisce all´incrocio. L´1-1 è un colpo rispetto al quale il Real Vicenza non sa reagire, anzi è la Cremonese a cercare con forza la rete del clamoroso vantaggio che però alla fine non arriva. Finisce 1-1 con il Real Vicenza che sente di aver mancato – ed è effettivamente così – una grande occasione che avrebbe significato il rilancio.

Ore 21.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per adesso è una scalata in vetta temporanea, perché le avversarie avranno il tempo di rintuzzare l’ennesimo assalto del Bassano. La concorrenza, però, è avvisata: i giallorossi fanno sul serio, non si accontentano assolutamente dei playoff, vogliono provare fino all’ultimo a scalare posizioni, fino a mettere la freccia magari sull’ultimo tornante. Non sappiamo come finirà questa fantastica rincorsa ma il Bassano di oggi, primo giorno di primavera, è un capolavoro di concretezza, rabbia agonistica, capacità di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Insomma, gli ingredienti per una clamorosa salita in serie B ci sono tutti, se poi non ci si riuscirà nessuno potrà rimproverare nulla a una squadra che non finisce mai di stupire. Quarta vittoria consecutiva, dodici punti in cassaforte, la vetta nel mirino. Il momento magico sembra non finire più, anche quando le difficoltà sembrano insormontabili. Dopo il ko interno col Novara i sogni di gloria parevano da riporre nel cassetto, invece sono arrivati dodici punti in quattro partite: battuta 3-2 la Pro Patria in volata e la folle ma entusiasmante rincorsa alla serie B non si ferma. Tre settimane fa sembra tutto perduto, dopo il ko interno con il Novara, adesso invece le quotazioni giallorosse s’impennano, anche perché l’inerzia della stagione è tutta a favore in attesa dello scontro diretto di sabato prossimo al Mercante contro l’Alessandria. E dire che il sabato pomeriggio era cominciato malissimo, con la rete segnata da Candido al 7’ che regala il vantaggio ai bustocchi. Difesa nell’occasione sorpresa e tanti rimpianti per un inizio non certo come quello che si aspettava Asta. Una doccia gelata per l’allenatore e per i suoi ragazzi, che però non si perdono d’animo, si rimboccano le maniche e si rimettono a correre. Prima aggiustano la mira, poi colpiscono quando si presenta l’occasione. Il pari giallorosso arriva al 34’: Proietti serve Semenzato, che azzecca l’inserimento e in diagonale batte imparabilmente Melillo. Il pari mette le ali al Bassano, che insiste alla ricerca del vantaggio e lo trova al 43’: cross di Cattaneo e colpo di testa vincente di Iocolano, che insacca alle spalle di Melillo. La Pro Patria, però, non molla e al 5’ della ripresa pareggia: l’azione è fulminea, Candido è nel posto giusto al momento giusto e non sbaglia. Rossi si dispera, ma non tutto è perduto e c’è ancora spazio per rimettersi in corsa. Sul 2-2 il Bassano sembra disunirsi, poi però riemerge e al 29’ colpisce con Cattaneo, al quinto centro stagionale. Il 3-2 non spegne la Pro Patria, che nel finale va all’assalto della porta di Rossi. Pur con qualche brivido, il fortino giallorosso, retto da un ottimo Priola, non va giù e il Bassano aggancia (per ora) la vetta. L’Alessandria, il Pavia e il Novara, che attualmente tengono le posizioni di testa del girone, sono avvisate fin d’ora: lo scontro al vertice di sabato prossimo al Mercante con i piemontesi può essere la svolta definitiva verso la gloria. «Abbiamo sofferto — esulta Asta nel dopo gara – ma siamo stati bravissimi a non mollare a riprendere due volte la partita. La prima volta dopo lo svantaggio, la seconda dopo aver subito il 2-2 e di questo va dato merito ai ragazzi più di ogni altra cosa». La squadra è tornata a girare, i gol arrivano e anche le assenze sembrano coperte con grande efficacia. Questa volata finale verso la serie B sarà da bere tutta in un fiato.

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Renzo Rosso punta il telefonino sulla squadra che a fine gara salta festante sotto la tribuna per un´istantanea dell´esultanza. E prima di correre in spogliatoio a complimentarsi coi ragazzi detta ai taccuini due battute di felicità.«È stata una sofferenza ma la vittoria è meritata – attacca il Grande Capo – abbiamo due ali come Iocolano e Cattaneo che fanno il diavolo a quattro, poi la rete della vittoria di Veleno mi fa sempre un mucchio di piacere, lo sapete. L´Alessandria? Ma no, godiamoci una domenica con le primissime e basta così, è una partita che dovremo vivere in serenità e con gioia. Punto». Il presidente Stefano Rosso applaude anche lui. «Il successo è legittimo, peccato che si è preso due gol un po´ da polli, ma abbiamo rimediato. Piuttosto certe gare vanno chiuse quando se ne ha la possibilità e qui siamo un po´ mancati, in effetti. Quanto al big match di sabato al Mercante con l´Alessandria, guardate che sono loro che hanno tutto da perdere, mica noi. Noi ci arriviamo leggeri, col sorriso e senza alcun obbligo…». Tonino Asta compare in sala stampa congratulandosi con la Pro Patria per la gara robustissima che ha saputo costruire, quindi elogia i suoi.«Abbiamo realizzato un primo tempo favoloso, il 2-1 parziale era strettissimo, ci stava un vantaggio molto più largo, tra l´altro siamo stati bravi a reagire dopo lo 0-1 a freddo. Poi però l´approccio alla ripresa non mi è piaciuto per niente, troppo molli e compassati, così loro ci hanno castigato in fretta. E lì il Bassano ha avuto la forza di riorganizzarsi e riacciuffare il risultato e anzi mi brucia che nel finale si poteva e si doveva chiudere sfruttando 2 o 3 occasioni nitidissime che avrebbero risparmiato la sofferenza dei minuti conclusivi». Sottolinea un particolare Tonino. «Tatticamente la svolta è stata invertire la posizione degli esterni sul 2-2: Cattaneo a destra e Iocolano a sinistra, così Veleno ha avuto modo di colpire bene col mancino il pallone del 3-2, altrimenti non l´avrebbe infilato. Perchè ho cambiato Zanella? Enrico nelle ultime ore non era stato bene per un virus intestinale, mi ha detto che non ce la faceva più, però Ingegneri è andato dentro coi concetti giusti in testa e ha protetto benone. Ora affrontiamo l´Alessandria senza pensieri e sbarazzini come sempre. Vorrei recuperare Nolè almeno per la panchina».

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) II veleno di Bassano è un mancino assassino di Cattaneo che uccide la Pro Patria e per il quale non c´è antidoto. Luca Veleno è letale e Bassano almeno per metà film è regale. La pellicola del velodromo non sarà forse un kolossal da poltronissima ma è di sicuro una commedia brillante di quelle che ti diverti un mondo e che ti lasciano incollati in prima fila. E allora vale la pena srotolarla e riviverla. Pronti via e la Pro Patria fa subito bingo: settimo giro di lancette e con l´orologio corrono come forsennati i tre davanti dei bustocchi che con una ripartenza micidiale fanno a fette la retroguardia virtussina, sbilanciatissima e pure colpevolissima. Serafini, steso in area, mette in mezzo per Candido che di piattone stampa lo 0-1. Bassano reagisce furioso come a uno a cui abbiano offeso gli affetti più cari. Si catapulta indemoniato al di là della siepe e stringe in buchetta la Pro che inizia a scavare la trincea. Al 12´ Cattaneo scodella il primo di traversoni glassati su cui Iocolano batte di capoccia a colpo sicuro centrando in pieno la traversa. Al minuto 18, pennellata bis di Cattaneo dopo una serpentina ubriacante in area, il sinistro sbucciato di Cenetti non è da copertina e comunque un difensore spazza sulla linea col portiere fuori causa. Quindi Melillo si tuffa sui piedi di Furlan al 24´ sventando la minaccia e quando scocca il 36´ Semenzato si inventa una giocata da standing ovation. Ai 30 metri si mette in proprio, irrompe e prorompe in velocità sulle linee nemiche, uno lo salta in dribbling, il secondo con una finta di corpo, infine uccella il portiere con un tocco nell´angolo che fissa la parità. Il Soccer Team non sta più nella pelle, sembra di aver stappato una birra, ora è tutta schiuma e bollicine: 120 secondi più tardi, terzo assist di Cattaneo per la cabeza di Iocolano che accarezza soltanto a fil di palo. Ma alla riprova la stessa soluzione spacca: minuto 44, Pietribiasi lavora e difende una gran palla, scarica sulla corsa per Cattaneo che cesella di fioretto l´ennesimo traversone su cui si avventa la chioma infinita di Ioco che brucia il controllore diretto con l´incornata sul secondo palo che inchioda il 2-1 alla pausa e incendia il Mercante. Dopo il thè i giallorossi ricominciano vuoti e zavorratissimi e difatti in questa assenza di potere si infila il solito Candido che in appena 5´ mette la testolina da posizione ravvicinata piantando il 2-2 tra le statue di sale della difesa. Quindi una sassata a fil di montante di Proietti (18´) e soprattutto un´iniziativa da slalom gigante di Bovi un attimo dopo, che però sul più bello mastica il cuoio con un mezzo confettino. Passato lo spago, i boys Diesel sterzano: Iocolano scodella dal fondo la sfera, Lamorte anticipa di crapa Spadafora e sulla palla si coordina Cattaneo che imbuca un sinistro mortifero e pestifero nell´angolo basso che non dà scampo a Melillo per il 3-2 dell´apoteosi. C´è il brivido di un gol annullato a Guglielmotti al 35´ (fallo su Iocolano e fischio che arriva prima che il pallone gonfi il sacco) e nel finale il Bassano sprecone e cicalone sciupa la chance di arrotondare due volte con Pietribiasi e una con Spadafora.

Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In sala stampa c’è grande soddisfazione per la vittoria ottenuta in rimonta a Modena. «Sono contento del risultato, ma soprattutto contento della reazione — sottolinea Pasquale Marino — perché dopo il gol siamo ripartiti immediatamente, mettendo in campo una grande prova di maturità. Pur sotto nel punteggio non abbiamo concesso spazi al Modena facendo girare sempre bene la palla, avendo la pazienza di aspettare il momento più giusto per colpire. Una prova di squadra di grande livello in cui la squadra ha mostrato compattezza; i primi a difendere sono gli attaccanti e quando abbiamo il pallone in possesso i primi ad impostare sono i difensori. Abbiamo disputato una prova di carattere, riuscendo anche a gestire bene quando siamo passati in vantaggio, siamo stati intelligenti a non lasciare spazi agli attaccanti del Modena rischiando qualcosina solo sui palloni che hanno buttato in area». Il tecnico del Vicenza è molto contento anche della tenuta atletica messa in mostra. «I ragazzi in settimana faticano con grande impegno agli ordini del nostro preparatore atletico che è molto preparato. Ma direi che molte componenti hanno funzionato nel migliore dei modi, una citazione la merita ancora il pubblico biancorosso che si è presentato a Modena in massa non facendoci mai mancare il sostegno». Contentissimo anche Stefano Giacomelli, autore del gol che ha regalato la vittoria. «Finalmente ho segnato calciando a giro, una giocata che in allenamento provo sempre e spesso mi riesce. E’ stato proprio un bel gol, poi l’ho segnato al mio amico Pinsoglio: sapeva che avrei tirato in quell’angolo ma non è riuscito a parare lo stesso». La prova di Giacomelli è stata però molto positiva anche per la sua partecipazione alla manovra biancorossa, e nelle combinazioni con D’Elia. «Con D’Elia mi trovo bene, ormai giochiamo a memoria — precisa l’ex pescarese — ma tutti abbiamo giocato una grande partita. Una giornata da incorniciare, l’unica cosa che vorrei poter ripetere è il colpo di testa davanti a Pinsoglio nel primo tempo. L’ho colpita male, ma cosa volete, io in testa ho un cuscino…».

Ore 20.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E adesso la serie A dista solo un unico, piccolo punto. Dopo tre pareggi consecutivi riprende la marcia del Vicenza di Pasquale Marino che sbanca il Braglia di Modena e lo fa rimontando il risultato contro una delle squadre più in forma del momento (i «canarini» non subivano gol da quattro partite e venivano dal pareggio centrato nel derby emiliano a Bologna). Nonostante il gol di svantaggio subito dopo 35 secondi di gioco, i biancorossi non si sono scomposti e hanno cominciato a macinare il loro gioco, avanzando il baricentro e chiudendo il Modena nella sua metà campo fino a raggiungere il pari con Cocco alla metà del primo tempo. Nella ripresa, dopo un avvio equilibrato, è stato Giacomelli a trovare il colpo del 1-2 che ha dato il «la» alla sesta vittoria in trasferta della stagione. Il Vicenza, chiusa da tempo la pratica salvezza, ha confermato a Modena di credere nelle sue possibilità e di voler giocarsi tutte le sue carte a disposizione per salire sempre più in alto. Chi pensava che i ragazzi di Marino potessero essere appagati dall’aver raggiunto l’obiettivo salvezza, ha ottenuto dai biancorossi sul campo una risposta maiuscola; la vittoria a Modena e i contemporanei passi falsi delle concorrenti alle zone alte della classifica, hanno portato i biancorossi al terzo posto solitario, ad un solo punto dal Bologna secondo, posizione che vale la promozione diretta in serie A. E in questo contesto è ormai pronto a tornare in campo anche un giocatore importante come Ragusa, che mister Marino saprà utilizzare al meglio nel proseguo del campionato. E sì che la giornata era iniziata nel peggiore dei modi perché il Modena alla prima azione passa in vantaggio; doppio errore difensivo in fase di disimpegno con Sampirisi che si fa soffiare la palla da Rubin sul lato corto dell’area di rigore, da dove il mancino del Modena pennella sul secondo palo per Granoche che, di testa, batte Vigorito. I biancorossi colpiti a freddo tentano di reagire e lo fanno al 4’ con una doppia conclusione dal limite di Di Gennaro, con il primo tiro di sinistro ribattuto e il secondo di destro centrale, facile preda di Pinsoglio. Al 12’ una punizione dal limite calciata dallo stesso Di Gennaro sorvola la traversa, ma non va. Il cronometro arriva al 20’ quando Sampirisi tenta di riscattare la topica iniziale con un cross nel cuore dell’area dove Giacomelli riesce a colpire di testa: la conclusione è troppo debole e centrale e Pinsoglio para a terra. Al 25’ il Vicenza trova il pari; Giacomelli prova il tiro da fuori, Zoboli va al contrasto e la palla smorzata filtra arrivando a Cocco che, solissimo all’altezza del dischetto, può calciare un rigore in corsa trafiggendo Pinsoglio per l’1-1 e per il suo quattordicesimo gol stagionale. Con due reti dopo neanche mezzora sembra che la partita possa decollare, invece non succede più nulla di importante fino al fischio di fine primo tempo. La ripresa inizia con il Modena che tiene il possesso palla ma quando il Vicenza accelera, trova subito il gol. E’ il 63’ quando i biancorossi passano in vantaggio con una rete da applausi di Giacomelli che, spostato sul vertice sinistro dell’area di rigore, si accentra e pennella un destro a giro sotto l’incrocio che fulmina Pinsoglio, per quello che veniva definito un gol «alla Del Piero». Il Modena cerca di reagire ma senza risultati concreti, cercando anche al 75’ un rigore con una netta simulazione di Nizzetto che si vede sbattere in faccia il cartellino giallo dall’arbitro Pasqua. Cinque minuti più tardi Calapai mette un tiro cross in diagonale in area, la difesa lascia sfilare in maniera pericolosa perchè sul secondo palo Granoche è presente ma fortunatamente anche in ritardo sulla traiettoria. A 5’ dalla fine il Vicenza si fa vivo nuovamente dalle parti di Pinsoglio con un tiro cross di D’Elia che l’ex portiere biancorosso guarda sfilare oltre la traversa ma è un secondo tempo in cui, a parte la fiammata di Giacomelli, succede poco. Come conferma all’87’ Granoche che ci prova dal limite mandando la conclusione in curva. I biancorossi finiscono in pieno controllo della gara e nei quattro minuti di recupero gestiscono tranquillamente il risultato, portandosi a casa altri tre punti d’oro.

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) Ancora una prova di spessore quella di Matteo Gentili così bravo da non far rimpiangere uno come Manfredini e non è cosa di poco conto. Nonostante il gol beccato dopo pochi secondi. «È stata una doccia fredda, ma siamo stati bravi a reagire senza scomporci e da lì in poi abbiamo preso in mano il gioco e siamo riusciti a ribaltare il risultato». Una partita che conferma la vostra solidità caratteriale. «Noi siamo una squadra che si allena bene in settimana e quando scende in campo sa quello che deve fare, chiaro dunque che un gol dopo 35 secondi non può minare le nostre certezze, noi stiamo lavorando tutti bene e sapevamo cosa fare per riprenderci il risultato». Quando il Modena ha tentato una piccola reazione voi della difesa avete chiuso tutti i varchi. «Infatti io non ricordo un´occasione per loro; stabilito che sapevamo che avrebbero potuto essere pericolosi con alcune palle in profondità, noi siamo stati sempre concentrati e attenti e sapevamo come doverci difendere. Però i complimenti non vanno fatti solo a noi, ma anche a tutta la squadra, a partire dagli attaccanti». Lei ha dimostrato ancora una volta le sue doti fisiche e non si tira mai indietro quando c´è da lottare. «Ho queste qualità, cerco di sfruttarle al meglio e di metterle al servizio della squadra quando ne ha bisogno, ovvio che preferisco marcare uno strutturato che uno piccolino e agile, ma l´importante è dare sempre il massimo, stavolta è andata bene». Il tecnico alla vigilia aveva detto: noi giochiamo gara dopo gara. «Infatti il nostro obiettivo adesso sono i tre punti con il Carpi al Menti, mancano dieci gare alla fine e cercheremo di fare più punti possibile perchè è un´occasione importante per noi e per l´ambiente e cercheremo di non farcela sfuggire». A Modena pareva di essere al Menti! «I nostri tifosi sono i primi a distaccare tutte le altre tifoserie, non ho mai visto gente così calda, ci fa piacere perchè ci danno una spinta in più ed è bello dare gioia a chi fa tanti sacrifici per seguirci».

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Su, sempre più su. 52 punti in classifica per il Vicenza, terzo da solo ad appena un punto dal Bologna, e 14 reti per Andrea Cocco. Il bomber a Modena è rientrato dalla squalifica e ha puntualmente timbrato il cartellino, firmando per i biancorossi il gol del pareggio. Una rete fondamentale per ridare presto tranquillità alla squadra, il gol che ha dato il via alla rimonta. Cocco, oltre al gol anche una prestazione di grande sacrificio a servizio della squadra. «Se sono riuscito ad aiutare i miei compagni mi fa particolarmente piacere. Quello è il compito principale di un centravanti, specialmente giocando con questo tipo di modulo: bisogna far salire la squadra, favorire i movimenti degli esterni. Se poi a questo si aggiunge anche la soddisfazione di un gol personale che contribuisce a conquistare la vittoria, come stavolta, allora si può dire che è stata una partita perfetta». Non poteva esserci rientro migliore, dopo la squalifica scontata nella gara contro il Catania. «Infatti ci tenevo tanto: sono tornato, ho segnato, abbiamo vinto, e questo naturalmente mi dà tanto entusiasmo in vista dei prossimi impegni». Ancora una volta c´è voluto tanto carattere per rimontare dopo lo svantaggio iniziale. «Purtroppo siamo andati sotto dopo pochi secondi, e prendere gol così a freddo poteva essere molto pericoloso. Invece ci siamo dimostrati solidi e maturi: una vittoria del genere, ottenuta su un campo difficile come quello di Modena, concedendo poco o nulla ai nostri avversari, che anche nel finale di fatto non sono mai riusciti a creare vere occasioni da rete, è davvero importante. Stiamo dimostrando sul campo di essere una grande squadra, di averne le potenzialità tecniche ma anche la maturità mentale». Che cosa si sente di dire ai tanti tifosi vicentini che sognano, soprattutto ai mille che vi hanno sostenuto al Braglia? «Li ringrazio di cuore, perché sono fantastici e noi vogliamo continuare a sognare con loro. Anche a Modena abbiamo giocato in casa, si sentivano solo i nostri tifosi. E sarà bellissimo adesso affrontare il Carpi capolista in un Menti pieno e caldo come non mai».

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Chissà se ieri sera Stefano Giacomelli è riuscito ad addormentarsi. Di certo, chiudendo gli occhi, avrà rivisto centinaia di volte quel pallone magico baciare il palo e poi infilarsi imparabilmente, per il meraviglioso gol che ha regalato la vittoria al Vicenza. Giacomelli, complimenti: un gol così bello, in una partita così importante, è di quelli che non si dimenticano. «Sono felicissimo. Questo tiro a rientrare è il mio preferito: lo provo spesso in allenamento e mi riesce più di qualche volta, invece in partita spesso va male, e allora mi arrabbio. Stavolta invece ho messo la palla proprio bene: il mio amico ed ex compagno Pinsoglio, facendomi i complimenti, mi ha detto che voleva anche buttarsi prima, perché sapeva che l´avrei tirata lì, ma credo che stavolta non ci sarebbe arrivato comunque». La sua rete ha premiato lo sforzo di tutta la squadra, dopo la partenza ad handicap del gol subìto a freddo. «Infatti la partita sembrava aver preso una brutta piega, però ci siamo messi in testa di riprendere a giocare come sappiamo, senza frenesie, e lo stesso abbiamo fatto dopo aver raggiunto il pareggio: ormai sappiamo che è solo così, giocando il nostro calcio, che arrivano i risultati». Ha messo lo zampino anche sul gol di Cocco, e nel primo tempo ha avuto pure una ghiotta occasione di testa… «Ma io al posto della testa ho un cuscino! Ho fatto proprio il massimo del mio repertorio, che in questo caso è pochino, concludendo molto debolmente. Mi fa piacere aver dato un contributo importante alla squadra, perché so che è quello che ci si aspetta da me». Quanto è utile l´intesa ormai collaudata con D´Elia? «C´è poco da fare, quello conta molto. Quando gioca Garcia Tena mi trovo comunque bene, perché Pol è molto bravo e intelligente, però è innegabile che con Sasà ormai ci troviamo anche ad occhi chiusi: io so sempre quando posso contare sulla sua sovrapposizione e lui sa come e in quali spazi passarmi il pallone. Le fasce sono state fondamentali in questa partita: non a caso Marino aveva impostato la preparazione dell´incontro proprio su questo aspetto del gioco». E sabato prossimo al Menti arriva il Carpi capolista… «Un´altra partita da giocare per provare a vincere, come tutte del resto. Ormai la salvezza è acquisita, e già dall´incontro con il Catania siamo consapevoli di poter conquistare ogni volta tre punti importantissimi. Contro il Carpi ci teniamo particolarmente a dimostrare di che pasta siamo fatti, quindi sono certo che già da domani saremo concentrati al massimo per arrivare ad esprimerci al meglio».

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Impresa del Vicenza che a Modena torna alla vittoria e infila l´undicesimo risultato utile. La gara che pareva essere iniziata malissimo, visto che i biancorossi si erano ritrovati sotto dopo appena una quarantina di secondi, al termine si è rivelata un´altra dimostrazione di maturità e di carattere.E a fine partita il tecnico Pasquale Marino lo sottolinea con evidente soddisfazione. «Sono molto contento – spiega nella sala stampa del Braglia – della reazione dei miei, perchè subire un gol a freddo e poi ripartire così, immediatamente, non è da tutti e invece i ragazzi si sono messi subito a giocare fornendo una grande prova di maturità». Bravi soprattutto a non demoralizzarsi. «Direi soprattutto a non perdere la testa e ad avere la giusta pazienza, abbiamo cercato di far girare la palla per trovare i varchi giusti. Sì, sono felice di quello che sta facendo questo gruppo che è capace di lottare su ogni pallone e di sacrificarsi, non per nulla i primi a difendere sono gli attaccanti e questo ci consente di avere un buon equilibrio». Per capire l´impresa che avete fatto è giusto sottolineare che il Modena in casa aveva preso solo 7 gol fino ad ora e voi siete riusciti a segnarne due e partendo pure da -1. «Ma questo è successo perchè siamo intelligenti a non lasciare varchi e spazi alle ripartenze degli avversari, poi abbiamo attaccato ma con ordine e non in modo scriteriato. Lo dico sempre: è fondamentale muoversi con equilibrio». Comunque non avete rischiato quasi nulla nell´arco dei 90 minuti. «Appunto, sì loro nel secondo tempo hanno cercato di fare un po´ di pressione ma di occasioni limpide, per quello che ricordo, non ne abbiamo concesse. Insomma è stata davvero una grande prova di forza da parte della squadra e i ragazzi dimostrano di aver raggiunto una grande maturità». Ancora una volta la squadra ha corso fino alla fine. «E venivamo da una gara molto pesante giocata contro il Catania, ma i ragazzi stanno lavorando bene e si è visto». È giusto sottolineare a questo proposito i meriti del preparatore atletico, arrivato con lei, Mauro Franzetti. «Sì, anche perchè in questa categoria è fondamentale l´aspetto fisico, comunque se il prof lavora con me significa che credevo in lui». Voi avete vinto in campo, i tifosi biancorossi sugli spalti. «L´abbiamo visto appena entrati in campo e sono stati importanti perchè hanno saputo incoraggiare i ragazzi nel momento di difficoltà, siamo contenti di averli riavvicinati, ma dobbiamo continuare così».

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Mesi vissuti a piantare il fatidico paletto a quota 50. Il ritornello ripetuto fino alla noia quando pareva fosse un Everest da scalare per mantenere la serie B miracolosamente ritrovata. Quello era l´obiettivo: salvarsi. Bene, quota 50 è stata superata di slancio ieri con la splendida vittoria di Modena e a dieci partite dalla fine del campionato ora il traguardo è la promozione in A. Si può dire oggi, ad un girone esatto dall´avvento in panchina di Pasquale Marino, invocato dai tifosi biancorossi, che a loro volta hanno vinto per k.o. il duello vocale con i supporter di casa. “Marino sotto la curva” hanno cantato, mentre l´artefice della prodigiosa scalata era però già nella pancia del “Braglia” a godersi il successo. Il Vicenza mette in fila numeri da candidata alla promozione diretta: serie utile giunta a ben 11 partite, ritorno alla vittoria dopo tre pareggi, terzo posto solitario a un solo punto dal Bologna, cioè dal secondo posto, che vuol dire serie A diretta. Marino nel dopogara ha ricevuto tanti complimenti: il suo collega Melotti ha detto che il Modena ha perso da una grande squadra e che il Vicenza lo vede in piena corsa per il secondo posto. E ha ragione, perché i biancorossi hanno vinto una partita nata in salita con l´autorevolezza e le sicurezze della squadra consapevole dei suoi mezzi e convinta di poter giocare contro chiunque per vincere. E con la tenacia del Vicenza che non molla mai. Eppure vincere era tutt´altro che semplice dopo il gol regalato a Granoche da un errore di Sampirisi e da un fatale ritardo in chiusura di D´Elia. Erano passati appena una quarantina di secondi e quel colpo di testa del Diablo avrebbe potuto annunciare il bis della sconfitta dell´andata, fatale a Lopez, che dopo quel k.o. venne sollevato dall´incarico. Ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e questo Vicenza, lo hanno sottolineato ammirati a Modena, è tutta un´altra squadra. Il contraccolpo psicologico è durato qualche minuto, poi i biancorossi hanno preso il pallino della partita e non l´hanno più mollato. Al punto che che al di là di due-tre situazioni insidiose nella sua area, non si ricordano parate decisive di Vigorito. Scalare la classifica verso l´alto era impensabile ed è stato difficile. Molto di più mantenersi ad alto livello, soprattutto quando gli avversari hanno imparato a conoscere il Vicenza, a studiare le contromisure per non farlo giocare. La squadra di Marino però ha dimostrato di essere matura per giocarsi un magnifico finale. Lo aveva già fatto rimontando due volte nella stessa gara Lanciano e Pescara in due sfide finite con altrettanti pareggi, sottovalutati nella loro importanza. Lo ha confermato ieri, riuscendo con la tranquillità dei forti a rimontare prima e sorpassare poi il Modena. Un gol per tempo, l´1-1 di Cocco, al suo centro numero 14, e uno di Giacomelli, “alla Del Piero” hanno detto in tanti, bellissimo davvero. Il Modena non beccava un gol da quattro partite e ha la terza miglior difesa del campionato: fargliene due in casa partendo sostanzialmente dallo 0-1 per quella rete subita a freddo, non era da tutti. Una dimostrazione di forza che spalanca le porte alle migliori speranze. Il Vicenza ha sempre fatto la partita, costringendo il Modena a starsene nella sua metà´ campo a difendersi, affidandosi a ripartenze sempre controllate dalla difesa biancorossa che nulla ha concesso. Determinanti il rientro di Cocco dopo la squalifica e l´invenzione balistica di Giacomelli: entrambi hanno marchiato a fuoco la vittoria insieme al solito Di Gennaro (ex applaudito dai suoi vecchi tifosi), che ormai non fa quasi più notizia, tanto ha abituato tutti a prestazioni di eccellenza in veste di centrocampista completo in tutte le fasi di gioco. L´unica nota negativa di una giornata in cui anche i risultati delle dirette concorrenti hanno sorriso al Vicenza (fermato sul pari il Bologna, sconfitti in casa Avellino e Livorno) è il cartellino giallo che farà scattare la squalifica per D´Elia. Ma questa è ormai una squadra in cui mentalità e meccanismi di gioco funzionano (quasi) indipendentemente dagli interpreti. Il modo migliore per avvicinarsi al big-match di sabato: al Menti arriverà la capolista Carpi, i biglietti stanno già andando a ruba perché nessuno se la vuol perdere e perché Vicenza s´e proprio innamorata di questa squadra che ha i piedi ben piantati nel sogno.

Ore 19.10 – (Gazzettino) Un rigore di Sgrigna, al nono centro stagionale, rovina il debutto in panchina di Panucci e regala tre punti pesanti al Cittadella in ottica salvezza. I concomitanti risultati delle dirette avversarie, infatti, fanno fare un bel balzo in avanti alla squadra di Foscarini, ora a quota 38: agganciati Modena e Trapani, superati Latina e Ternana, quest’ultima prossima avversaria al Tombolato. Alla truppa granata sono bastati undici giornate del girone di ritorno per fare gli stessi punti (19) dell’intero girone di andata. Morale della favola: è decisamente un altro Cittadella. E pazienza se qualche giocatore che finora ha tirato la carretta (Stanco, per fare un esempio) ha perso lo smalto dei tempi migliori. Resta il fatto che Pellizzer e compagni sono migliorati nella mentalità e nel modo di stare in campo. In poche parole, sono diventati una “squadra vera”. Se vogliamo trovare un paio di difetti, possiamo dire che il Cittadella poteva sfruttare decisamente meglio le ripartenze nella ripresa, e magari evitare alcune pericolose punizioni al limite dell’area concesse agli avversari. Parte forte il Livorno del neo allenatore Christian Panucci, subentrato in settimana a Gelain: gli amaranto – schierati con il 3-4-3 – mettono subito sotto pressione i granata (con la classica divisa gialla da trasferta). Molto attivi soprattutto i tre d’attacco, con Galabinov che prova la girata dopo tre minuti di gioco, il pallone finisce sul fondo; quindi Luci pesca l’ex biancoscudato Vantaggiato sul secondo palo, chiude a terra Pierobon. In evidenza anche Bazzoffia sulla destra, alla prima gara da titolare: in affanno Mazzoni su un suo insidioso pallone scodellato nell’area piccola. La squadra di Foscarini tiene bene il campo, senza mai scomporsi, ma perde Scaglia dopo 27 minuti per un problema all’inguine: il difensore si infortuna dopo una chiusura su Galabinov, al suo posto entra Camigliano. Il Cittadella passa in vantaggio al 40′ su rigore decretato dall’arbitro per un tocco di braccio di Galabinov sul colpo di testa di Pellizzer. Dal dischetto Sgrigna trasforma. Provano a reagire gli amaranto. Galabinov salta Cappelletti e tenta il diagonale da posizione defilata, il pallone attraversa tutto lo specchio della porta. Panucci lascia negli spogliatoi uno spento Jefferson per Moscati, e il Livorno riprende a spingere come aveva fatto a inizio gara, senza però impensierire Pierobon. I padroni di casa restano in dieci per il secondo giallo a Bernardini, e con il passare dei minuti perdono brillantezza e lucidità. Il Cittadella può così controllare senza troppi affanni, ma non riesce a chiudere i conti, nemmeno con l’uomo in più. Buona la ripartenza alla mezz’ora di Minesso innescato da Sgrigna, il cross è però facile preda del portiere Mazzoni. Esce Sgrigna per Coralli, un brivido lo procura Vantaggiato al 38′, su punizione dal limite: il destro sfiora il palo alla destra di Pierobon. I granata intanto sprecano un paio di ripartenze, prima con Barreca poi con Paolucci che sbagliano l’ultimo passaggio. L’1-0 è messo in cassaforte, domenica al Tombolato (la serie A riposa per la Nazionale) arriverà la Ternana. Un altro scontro diretto da non fallire.

Ore 19.00 – (Gazzettino) Claudio Foscarini da Livorno si porta a casa la vittoria e i complimenti degli addetti ai lavori. Al tecnico granata fanno indubbiamente piacere gli attestati di stima, ma prima ancora soddisfano i tre punti che rilanciano il Cittadella in classifica. «Alla vigilia del confronto avevo parlato di una partita delicata per entrambe le squadre, per noi c’erano tutte le incognite legate al nuovo allenatore, Panucci, sulla panchina del Livorno. Questi avvicendamenti portano sempre una boccata di entusiasmo all’interno dello spogliatoio, e i giocatori in campo tirano fuori grinta e nuove motivazioni. Lo si è visto, soprattutto all’inizio, quando il Livorno è partito davvero forte, impegnandoci con i tre davanti, specie sulla corsia di destra». Il Cittadella, però, ha retto bene l’urto, senza mai scomporsi: «Dovevamo fare la partita perfetta, e tatticamente ci siamo riusciti», spiega il tecnico, che confida: «Noi siamo più bravi fuori casa, dove bisogna fare un’ottima fase difensiva e poi ripartire. Ecco, forse siamo un pò mancati in questo senso nella ripresa, qualche azione si poteva gestire meglio, però tengo a sottolineare il grande lavoro degli esterni e degli attaccanti, sempre molto compatti. Abbiamo disputato una gara intelligente». Il Livorno non si è espresso in tutto il suo potenziale nemmeno con il nuovo allenatore: «Qualcuno può parlare di un Livorno un pò deludente, ma qualche grattacapo i tre attaccanti ce l’hanno procurato. È il Cittadella, però, ad aver fatto una grande partita». Tre punti decisivi sulla strada della salvezza? «Non so dire se possa essere la vittoria della svolta, in passato ci siamo trovati ad affrontare discorsi analoghi, tante volte ci siamo illusi dopo una vittoria importante senza riuscire poi a confermare i progressi. Preferisco quindi pensare alle dieci partite che ci mancano, saranno dieci finali per noi». A cominciare dalla prossima, con la Ternana appena superata in classifica.

Ore 18.50 – (Mattino di Padova) Una vittoria forse decisiva, di sicuro pesantissima. Il Cittadella sbanca Livorno, conquistando l’ottavo successo stagionale – il terzo nel girone di ritorno fuori casa – e si allontana dalla zona playout, dove oggi, se il campionato finisse, andrebbero allo spareggio Crotone e Ternana. Altro che effetto Panucci, gli amaranto toscani sono sprofondati al cospetto di un avversario più organizzato e determinato, compatto nei movimenti e che, fosse stato solo più cinico nella ripresa, quando si è trovato a giocare in 11 contro 10, avrebbe potuto mettere al sicuro il risultato senza restare in ansia sino al 92’. Peraltro Pierobon non ha fatto una parata che sia una, e questo la dice lunga sulla prova degli uomini di Foscarini, capaci di interpretare al meglio il copione di una gara giustamente temuta alla vigilia, e non solo perché Spinelli aveva cambiato allenatore (dal padovano Gelain al “pupillo” di Capello, debuttante in assoluto in panchina). A viso aperto. Il merito del Citta, che dopo il giro di boa del torneo ha davvero cambiato passo, è stato quello di affrontare a viso aperto Luci & C., preoccupandosi di mantenere le giuste distanze fra reparto e reparto. Il tecnico non ha snaturato il suo “4-4-2”, puntando su Bazzoffia come esterno destro (al posto dell’acciaccato Kupisz, lasciato a casa) e sfruttando, com’è nel Dna del suo gioco, le fasce laterali. Ma è stato dietro, soprattutto, che i padovani hanno offerto una prestazione all’altezza della situazione, chiudendo tutti gli spazi possibili ai vari Galabinov, Jefferson e Vantaggiato, quest’ultimo schierato in un’inusuale posizione di trequartista, troppo lontano dall’area di rigore. Un Citta sul pezzo, insomma, che sembra essere a suo agio in trasferta, perché può sfruttare le ripartenze e muoversi con intelligenza e raziocinio. Unico “neo”, appunto, la poca cattiveria dalla metà campo in su, un paio di discese di Minesso e alcuni rifiniture non proprio eccelse di Sgrigna avrebbero dovuto e potuto favorire il raddoppio della tranquillità. Scaglia ko, rigore sacrosanto. Il Livorno, al di là dell’avvento del terzo allenatore, è squadra con parecchi problemi, uno su tutti: fisicamente non regge i 90’. Dopo un’ora-un’ora e 10’ il suo calo atletico è stato netto, e di questo ha indubbiamente approfittato il Cittadella, sempre presente a se stesso e solido. E pensare che dopo 26’ Foscarini era stato costretto a rimescolare le carte della retroguardia per l’infortunio occorso a Scaglia (contrattura all’adduttore della coscia sinistra), inserendo Camigliano, costretto a fare subito a sportellate con Galabinov. Ma poi il reparto si è sistemato e le cose hanno iniziato a scorrere fluide. Così, al 39’, su punizione di Sgrigna dalla destra, Pellizzer, in missione… avanzata, ha colpito di testa, indirizzando verso il centro dell’area, ma proprio il centravanti bulgaro, arretrato a dare manforte ai compagni, ha allargato il braccio, intercettando il passaggio del capitano granata. Rigore netto, che Sgrigna ha trasformato con un forte tiro centrale. L’unica conclusione a rete della partita, che ha fatto così pendere la bilancia dalla parte degli ospiti. Livorno in 10. Prevedibile, ma confuso, l’assalto dei toscani dopo l’intervallo si è esaurito in poco più di 10 minuti, con Pierobon chiamato in causa da scontati cross bassi dalle corsie esterne, senza tuttavia mai sfoderare un intervento importante. E al 13’ l’arbitro Sacchi, facendo arrabbiare il pubblico di casa, ha deciso che un “mani” di Bernardini, già ammonito nel primo tempo per gioco scorretto, anche se con il braccio aderente al corpo, fosse passibile di ammonizione: secondo “giallo” ed espulsione. Lì la squadra di Panucci è crollata, andando in difficoltà e buon per lei che l’avversario non le ha inferto il colpo del ko. Ma oltre ad una punizione di Vantaggiato fuori di poco non si è andati (38’), nonostante il passaggio al “4-2-3-1”. Per il Citta la primavera sboccia all’insegna dei sorrisi. Ora il peggiore degli errori sarebbe quello di credere che sia fatta: domenica, contro la Ternana finita nei guai grossi, ci vorrà ancora più convinzione per scrollarsi di dosso qualsiasi timore di essere risucchiati nuovamente nelle sabbie mobili.

Ore 18.40 – (Mattino di Padova) Piovono complimenti, nella sala stampa del Picchi, nel dopo partita. E Foscarini, nel giorno in cui il suo piccolo Cittadella rifila una lezione di calcio all’atteso Livorno dell’esordiente Panucci, li raccoglie volentieri e apre le sue dichiarazioni con un «Grazie». Per poi continuare analizzando il match: «questa era una sfida delicata perché il cambio di allenatore porta sempre con sé numerose incognite, anche se i giocatori avversari li conoscevamo. Per spuntarla dovevamo fare la partita perfetta, e tatticamente lo è stata. Adesso in molti parleranno di un Livorno deludente, ma io credo che i meriti siano anche nostri: abbiamo disputato una gara molto intelligente, una grande gara». Se una pecca c’è stata, riguarda l’incapacità di rifilare all’avversario il colpo del ko. «Sapevamo di poter soffrire sugli esterni, con Minesso e Bazzoffia, perché il Livorno ha giocatori di qualità in avanti, e abbiamo chiuso bene. È vero poi che nel secondo tempo potevamo chiudere la partita, ma non abbiamo sfruttato gli spazi che i toscani ci hanno concesso nelle ripartenze». Gli viene chiesto se questa possa essere la vittoria della svolta. E Foscarini tiene a rimanere ben ancorato a terra. «Non so se possiamo definirla così, so però che da qui alla fine abbiamo dieci spareggi da vincere. Purtroppo quando abbiamo cullato sogni di svolte o perlomeno abbiamo sperato di soffrire meno ci siamo sempre ritrovati a fare i conti con una ricaduta. Le affermazioni importanti spesso ci hanno tolto la “fame”, per cui preferisco non parlare di svolta». Ben diverso l’umore di Panucci: «Gli episodi sono stati purtroppo negativi per noi. Abbiamo subito gol su rigore, poi c’è stata l’espulsione di Bernardini che ci ha tagliato le gambe. Il Cittadella non ha fatto un tiro in porta, ma noi abbiamo fatto poco per rimettere in piedi la partita».

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto) Un solo tiro in porta, un gol, con Mazzoni che fa da spettatore. Il paradosso del pomeriggio del Picchi è che il Cittadella vince, si porta a casa tre punti e fa un gigantesco passo in avanti verso la salvezza senza quasi fare fatica. Nemmeno Christian Panucci riesce a risollevare il Livorno dalla crisi in cui è sprofondato. «C’erano molte incognite che potevano indirizzare la partita in un modo o nell’altro — spiega Claudio Foscarini — dovevamo fare una prestazione perfetta e la nostra tatticamente lo è stata. Adesso ci aspettano dieci finali da vincere dopo questo bel successo». L’1-0 finale racconta solo in parte la sostanza di quanto visto sul campo. Sul risultano pesano (stavolta in positivo per i granata) le decisioni dell’arbitro Sacchi, che si rende protagonista in episodi fondamentali della partita. La prima di Christian Panucci sulla panchina del Livorno è un mezzo disastro ma il vento è contrario: mani di Galabinov (evidente) e rigore trasformato da Sgrigna, mani meno evidente di Bernardini nella ripresa con braccio attaccato al corpo, giallo incomprensibile e doppia ammonizione con cartellino rosso. Poi possibile rigore non concesso al 6’ della ripresa per un contatto Barreca-Galabinov. Sul taccuino c’è poco: al 7’ Luci apre per Vantaggiato, che di sinistro da posizione defilata non spaventa Pierobon, al 10’ ancora Vantaggiato tira dalla distanza con mira di poco imprecisa. Il Cittadella si difende con ordine, perde Scaglia per infortunio al 26’, poi passa al 40’ su rigore: penalty come detto dubbio, trasformato in modo impeccabile da Sgrigna. La reazione del Livorno è molto confusa. Al 44’ Galabinov mette in mezzo un pallone invitante che nessuno raccoglie. Nella ripresa l’episodio chiave arriva al 12’: Bernardini viene espulso per doppio giallo, i toscani reclamano anche un rigore al 6’ (possibile spinta di Barreca su Galabinov), ma fanno poco in fase offensiva. E non può bastare qualche punizione per evitare il ko finale. Per il Citta una vittoria da urlo sul campo di una delle pretendenti alla serie A, la classifica sorride.

Ore 18.10 – (Gazzettino) Quello fra Este e Abano è un derby di nome, ma non di fatto. Le due formazioni padovane se la giocano con calma per un tempo, poi mandano in archivio la prima giornata primaverile con un pareggio a reti inviolate: ai punti vincerebbe l’undici di casa, però i ragazzi di De Mozzi si difendono con ordine e riescono a rintuzzare senza troppi patemi le offensive giallorosse. La tattica neroverde manda spesso in tilt la manovra estense, e la squadra di casa è così costretta ad affidarsi alle accelerazioni di Beghetto e all’estro di Rondon per cercare il pertugio giusto. Ne nasce una gara che non solo stenta a decollare, ma che perde via via ritmo, contenuti e spettacolo. Eppure l’inizio del match è scoppiettante e promette un pomeriggio di divertimento al pubblico del Nuovo comunale. Locali e ospiti ribattono colpo su colpo, rendendosi pericolosi fin dall’avvio: al 4′ Rondon ci prova direttamente da calcio d’angolo e colpisce la traversa, poi la palla finisce sui piedi di Tessari la cui botta da un metro è deviata da un difensore appostato sulla linea. La risposta aponense arriva al 13′ con una mischia furibonda dalle parti di Lorello, risolta malamente da un tiraccio di Dall’Ara che finisce fuori di molto. Al 25′ torna in cattedra Rondon, che mette nel mirino l’incrocio dei pali con una punizione dai venticinque: Rossi è costretto a un intervento spettacolare per sventare la minaccia. Dieci minuti dopo l’Este confeziona un’altra azione da applausi. Beghetto crossa con il contagiri, Rondon serve una palla gol su un piatto d’argento e Coraini inzucca debole fra le braccia dell’estremo ospite. Al 40′ i padroni di casa protestano parecchio per un tocco di mano di Antonioli in piena area su cui l’arbitro fa cenno di proseguire. Il primo tempo si chiude con una bordata di Maistrello troppo centrale per impensierire il portiere avversario. Nella ripresa la musica cambia decisamente e i ventidue in campo abbassano il ritmo, rendendo il match noioso e caotico. Per vedere la prima occasione bisogna aspettare addirittura il 25′, quando un piazzato di Baccarin viene messo in angolo per precauzione da Lorello. I ragazzi di Zattarin si svegliano nel finale e cercano di piazzare la zampata, ma ormai è troppo tardi. Al 40′ l’ennesima punizione di Rondon esalta ancora una volta le doti di Rossi e sugli sviluppi del corner Lelj colpisce alto di testa da ottima posizione. Si chiude con una progressione offensiva di Mario che salta due avversari, prende la mira e non trova la porta da due metri.

Ore 18.00 – (Mattino di Padova) Come da pronostico, come non detto. Zero a zero, tanta tattica e poche (o quasi nulle) scaramucce da derby: Este-Abano è una partita a scacchi applicata al calcio e, a tratti, un infuso di passiflora. In pratica, si divertono solo i due allenatori, Gianluca Zattarin e Max De Mozzi, che non possono fare altro che gongolare per le rispettive mosse studiate a tavolino. Poi ci sono gli episodi, è chiaro, ma in una sfida in cui ogni giocatore ha un breviario di marcature e mansioni da recitare a menadito, è difficile pretendere di più. Qualche punizione insidiosa e due-tre azioni a testa bastano per riassumere il match tra giallorossi e neroverdi, con un punto guadagnato che muove poco la classifica, sperando che oggi pomeriggio le rispettive inseguitrici (Piacenza per l’Este e Fortis Juventus per l’Abano) non riescano a completare l’operazione-sorpasso. Al Nuovo Stadio le compagini offrono un buon primo quarto d’ora, scambiandosi i saluti con un corner calciato direttamente verso la porta da Rondon (4’) e un tiro altissimo di Dall’Ara (13’). Troppo poco per infiammare gli animi, che iniziano a scaldarsi un po’, soprattutto quelli di sponda giallorossa, per un rigore negato a Favaro: l’arbitro Vimercati ne esce con qualche sproloquio sulla coscienza, complici altre decisioni, stavolta bipartisan, poco popolari. Ma è la punizione di Rondon (25’), che costringe Rossi Chauvenet al volo plastico, a rompere l’equilibrio. Qualche sussulto in più lo provoca il traversone di Beghetto, corretto da Lelj per Coraini, sfortunato nella deviazione. E non è male nemmeno il destro dalla distanza di Maistrello, bloccato senza fatica da Lorello. Nella ripresa cambia poco: i due allenatori guardano spesso le panchine ma decidono di non stravolgere l’assetto. De Mozzi inserisce Baccarin al posto di Bruinier, mentre Zattarin si limita a mandare sotto la doccia i due esterni Beghetto e Turea per Diallo e Mario. Le azioni più pericolose, però, arrivano da palla inattiva: prima Baccarin, poi Rondon, risvegliano dal torpore Lorello e Rossi, bravi entrambi a mettere in angolo. Rischia qualcosina di più l’Abano, all’’89, quando Mario s’inventa un tunnel da oratorio salvo poi angolare troppo il destro. Ed è l’ultimo lampo del match, che si chiude a reti inviolate. Este e Abano torneranno in campo mercoledì per il turno infrasettimanale. I giallorossi saranno di scena a Fidenza, mentre l’Abano giocherà l’ultima partita allo stadio delle Terme contro il Fiorenzuola prima della chiusura dell’impianto per i lavori di rifacimento del manto erboso, che costringeranno capitan Antonioli e compagni a un filotto di trasferte extra.

Ore 17.40 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Correggese-San Paolo 2-0, Thermal Abano-Romagna Centro 0-3.

Ore 17.20 – Sala stampa, Emil Zubin (attaccante Padova): “Sostituire Cunico non era facile! La gioia per i due gol è ovviamente tanta, ma soprattutto per la vittoria. Oggi ci siamo divertiti sia in campo che fuori. Il terzo gol di tacco sfiorato? Me lo tengo per la prossima partita… Una partita è andata, ma non dobbiamo mollare la presa. Io leader? Sono un leader silenzioso, parlo coi fatti. La dedica? Alla mia famiglia e ai miei figli. “.

Ore 17.15 – Sala stampa, Marco Ilari (centrocampista Padova): “Ho superato il record personale di gol dell’anno scorso, ma spero di non fermarmi! Abbiamo fatto una partenza sprint, mascherando poi anche i piccoli problemi avuti senza alcun ansia. Faccio i complimenti a Fenati al di là dell’assist, perché è entrato subito in partita. Il gol? L’ho dedicato a dei miei amici in tribuna Ovest, perché mi hanno fatto davvero stare bene in questi primi sei mesi a Padova”.

Ore 17.10 – Sala stampa, Giovanni Fenati: “Sono contento dell’esordio, della mia prestazione ma soprattutto della vittoria! Penso di aver sfruttato al meglio l’occasione che mi è stata data dal mister. I miei compagni di reparto più esperti mi hanno dato molti consigli prima della partita, tranquillizzandomi. Ora dobbiamo continuare a vincere finché la matematica non ci darà ragione…”

Ore 17.05 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin: “È stata una partita allegra davanti, in mezzo, dietro… Allegra in generale! Oggi mi sono divertito perché non abbiamo sofferto. Loro sono venuti a giocare “alla garibaldina”, ma la loro spregiudicatezza non ha pagato”.

Ore 17.00 – Sala stampa, Roberto Bonetto: “In caso di promozione in Lega Pro le cifre da mettere sul piatto della bilancia saranno sensibilmente diverse, ma posso tranquillizzare tutti. Io e Bergamin siamo pronti a fare anche da soli, se non arriveranno forze nuove avremo la possibilità di andare avanti e di reggere l’urto della Lega Pro. Stiamo lavorando su 3-4 dossier per eventuali nuovi soci, aspettiamo dopo Pasqua e poi speriamo che il campionato sia chiuso e di poter ragionare avendo la certezza della categoria in cui saremo. Le critiche? Fanno parte del gioco, sappiamo di doverle fronteggiare ma noi abbiamo le spalle larghe e io personalmente so cosa significa tollerarle sia in ambito lavorativo che in ambito familiare. Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, vedremo ad esempio cosa fare con Bresseo e come comportarci per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività settimanale”

Ore 16.55 – Sala stampa, Antonio Paganin (allenatore Giorgione): “Abbiamo completamente regalato il primo tempo, nel secondo tempo è stata un’altra partita. Noi per indole non rinunciamo mai ad attaccare, ma ricordiamoci che avevamo di fronte una squadra formidabile. Calcisticamente noi sappiamo fare male, ma il Padova non c’entra niente. La partita è cambiata quando abbiamo preso la traversa, loro hanno una gestione e una forza incredibile, noi forse fisicamente abbiamo mostrato maggiore tenuta. Il Padova secondo me vincerà il campionato, lo ripeto che con questa categoria non ha niente a che fare. Noi sappiamo giocare palla a terra e siamo felici di aver fatto due gol al Padova. Contro le grandi noi ben figuriamo, perché ci lasciano spazio per giocare”

Ore 16.50 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Mancano 7 partite? Andando oltre coi pensieri potrebbero essere anche 5… Abbiamo fortemente voluto questa vittoria, spingendo molto e finalizzando a dovere quanto creato nel primo tempo. Nella ripresa qualcosa abbiamo pagato, potevamo fare meglio difensivamente nei due gol subiti e anche essere più cinici davanti ma l’importante era portare a casa i tre punti e così è stato. È stata una partita giocata a viso aperto, ma se il primo tempo finiva 5-0 per noi non ci sarebbe stato nulla da dire! Non è facile vincere sempre, preparo sempre la squadra a portare a casa i tre punti ma non è affatto facile. Stiamo tenendo un ritmo davvero alto, e dobbiamo continuare a pensare positivo… L’AltoVicentino continua a correre? Io ed i miei uomini continuiamo a scappare… Amirante? È stato sfortunato, ma se continua a lavorare per la squadra il gol tornerà ad arrivare! 63 gol fatti sono tanti, ma dobbiamo anche rivedere quelli subiti… Bisogna continuare a lavorare per limare anche questi errori! Bortot? Ha sentito un fastidio al flessore, vediamo in settimana cosa diranno gli esami strutturali. Zubin? Ci avevo parlato prima della partita dicendogli che speravo che oggi sarebbe tornato ad essere decisivo come lo è stato per me nella scorsa stagione, e ha risposto alla grande quindi complimenti a lui! Fenati? Ha fatto una buona partita considerato anche che doveva giocare Mazzocco, e ha dimostrato di poter dire la sua anche se ci sono ampi margini di miglioramento”.

Ore 16.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventottesima giornata, sabato 28/domenica 29 marzo ore 15.00): ArziChiampo-Kras Repen, Belluno-Sacilese (sabato 28 marzo, ore 15.00), Fontanafredda-Union Ripa La Fenadora, Giorgione-Legnago, Mezzocorona-AltoVicentino, Mori S. Stefano-Montebelluna, Padova-Dro (sabato 28 marzo, ore 15.00), Tamai-Union Pro, Triestina-Clodiense.

Ore 16.35 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 66, AltoVicentino 58, Sacilese 50, Belluno 48, Clodiense 46, ArziChiampo 42, Union Pro 40, Montebelluna 37, Union Ripa La Fenadora 36, Fontanafredda 35, Legnago 33, Tamai 31, Giorgione 30, Dro e Triestina 26, Kras Repen 25, Mori S. Stefano 14, Mezzocorona 12.

Ore 16.30 – Serie D girone C, i risultati della ventisettesima giornata: AltoVicentino-Tamai 2-1, Clodiense-Belluno 2-2, Dro-ArziChiampo 1-5, Kras Repen-Mori S. Stefano 0-1, Legnago-Mezzocorona 2-0, Montebelluna-Triestina 1-1, Sacilese-Fontanafredda 0-0, Union Ripa La Fenadora-Union Pro 2-2.

Ore 16.25 – FISCHIO FINALE: PADOVA-GIORGIONE 4-2!

Ore 14.30 – (Trentino) Con il cuore e l’orgoglio. Quella appena andata in archivio è stata probabilmente la settimana più difficile della stagione per Luca Lomi e i suoi giocatori. I rimborsi spese che non arrivano (nonostante le continue promesse da parte del presidente Grassi, l’ultima delle quali arrivata nel pomeriggio di venerdì), i numeri sempre più ridotti e le motivazioni che vanno scemando settimana dopo settimana fanno da contorno alla surreale avventura sportiva della truppa gialloverde. Contro il Legnago, squadra che ha ancora molto da chiedere al torneo, il “Mezzo” venderà cara la pelle (come ha sempre fatto da settembre ad oggi), certo è che con due soli allenamenti nelle gambe (il primo dei quali svolto con soli dieci effettivi in campo) sarà durissima resistere all’impatto con la compagine veronese, che nelle ultime tre gare ha conquistato sette punti ed è tornata in corsa per la salvezza diretta. Il Mezzocorona scenderà a “Legnago” con soli 16 effettivi: Folla, Baltieri, Misimi, Baldo, Cristanelli e Rota sono infortunati e, dunque, Lomi, per l’ennesima volta in stagione (per non dire tutte le domeniche) dovrà fare i salti mortali. La formazione è presto fatta con capitan Zomer tra i pali e linea difensiva formata da Corrà e Magnanelli sulle corsie esterne con Fochesato e Rossi al centro. In mezzo al campo Melchiori detterà i tempi della manovra con il giovanissimo (classe ’97) Osti e Gironimi interni. Alouani agirà da trequartista alle spalle della coppia formata da Bentivoglio e Caridi. Il Legnago ha gran bisogno di punti salvezza e, nomi alla mano, è squadra che meriterebbe altra posizione. Gli osservati speciali saranno i due attaccanti, Adriano e Fioretti, ma attenzione anche a Viviano, assist man dai piedi ottimi. L’ex Fersina Tobanelli, invece, ultimamente si accomoda in panchina.

Ore 14.20 – (Trentino) La classifica è quella che è, ma a Mori regna la serenità. La società ha iniziato le grandi manovre in vista della prossima stagione: sono iniziati i colloqui con i giocatori e, a breve, il diesse Addeo parlerà anche con il tecnico Davide Zoller, confermatissimo. Oggi, intanto, la truppa tricolore partirà di buon mattino in direzione di Monrupino per affrontare il Kras Repen e l’intenzione dei trentini è quella di non fare alcun regalo. Per la trasferta in terra friulana Zoller dovrà fare certamente a meno dello squalificato Deimichei (in campo, e per due volte in rete, ieri con la squadra juniores) e porterà in panchina gli acciaccati Pruenster, Calliari e Tranquillini che, però, potrebbero essere impiegati a partita in corso. L’allenatore lagarino si affiderà presumibilmente al “4-3-1-2” con Poli a difesa dei pali e quartetto difensivo formato da Pozza e Benedetti sulle fasce con Dal Fiume e Concli in posizione centrale. A metà campo Sceffer sarà il playmaker con il giovane Libera, sempre più convincente, e capitan Cristelotti interni, mentre Dossi sarà il vertice alto del rombo alle spalle della coppia formata da Eisenstecken e Tisi. Alternative? Dando per scontato che il modulo sarà quello con il trequartista, Dossi potrebbe retrocedere sulla linea dei difensori al posto di Benedetti, con conseguente spostamento di Eisenstecken alle spalle delle due punte che, a quel punto, potrebbero essere Imperatrice e Tisi. Il Kras Repen ha cambiato marcia nel girone di ritorno, grazie anche a diversi innesti operati dalla società friulana nel corso del mercato di gennaio. La squadra, affidata da diverse settimane ad Anton Zlogar, è in corsa per la salvezza diretta. Out per squalifica il difensore centrale Cvijanovic, rientra il trequartista Spetic, domenica assente per infortunio.

Ore 14.10 – (Il Piccolo) Dopo una settimana in cui si è parlato di tutto fuorché di calcio, il problema della Triestina nella trasferta odierna a Montebelluna (inizio ore 14.30, arbitra Tursi di Valdarno) sarà soprattutto quello di ritornare il prima possibile con la testa sul campo. Dallo sciopero di martedì quando è saltato l’allenamento, ai pagamenti a singhiozzo, fino alla riunione di venerdì sera che ha sancito la riappacificazione con la società, la concentrazione è stata inevitabilmente assorbita da altri problemi rispetto a quelli prettamente tecnico-tattici. Ma visto che il comunicato congiunto proprietà-squadra sembra aver voluto eliminare per il momento qualsiasi tensione, ora la mente deve ritornare esclusivamente al campo di gioco. Da questo punto di vista Ferazzoli avrà il suo bel da fare, anche se il tecnico alabardato finora si è rivelato anche abile psicologo riuscendo a dare forza, energia e motivazioni al gruppo nonostante la precarietà della situazione. Oggi dunque c’è da affrontare il Montebelluna, e la mente inevitabilmente va all’andata, quando i veneti passarono con autorità al Rocco e diedero la prima sconfitta a Ferazzoli. Da quella volta, ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, ma il Montebelluna è in zone ancora relativamente tranquille mentre la Triestina sta cercando faticosamente di risalire la china. Dopo la battuta d’arresto con il Padova, che poteva starci considerata la forza della corazzata di Parlato, ora però l’Unione deve tornare a muovere la classifica, se non vuole perdere le ultime speranze di salvezza diretta. La squadra alabardata ha dimostrato in questo girone di ritorno di potersela giocare con squadre di maggior valore rispetto al Montebelluna, motivo in più per affrontare la trasferta veneta con l’imperativo di tornare a casa con qualche punto. Non sarà semplice, ma potrà aiutare il fatto che i veneti dovranno fare a meno dei due difensori Fabbian e Bressan, entrambi squalificati. Come sulla panchina non siederà il tecnico Daniele Pasa, visto che anche l’ex alabardato è squalificato. Quanto alla Triestina, dopo la partenza tatticamente più prudente con il Padova, Ferazzoli tornerà al collaudato 4-3-1-2 che gli ha dato tante soddisfazioni da gennaio in poi. Davanti a Di Piero, la difesa tornerà quella classica di un mese fa: oltre al rientro dalla squalifica di Piscopo, che al centro farà coppia con Fiore, sulla corsia di sinistra dovrebbe essere nuovamente titolare Celli con Crosato confermato a destra. A centrocampo Proia farà il perno basso davanti la difesa, mentre il reparto sarà completato da Arvia a destra e Bedin a sinistra. Manzo ritorna al ruolo di trequartista e farà da supporto alla coppia d’attacco Rocco-Milicevic.

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo due sconfitte di fila in trasferta il Montebelluna prova ad invertire la tendenza ospitando la Triestina. Partita per nulla facile quella che attende la squadra biancoceleste, che al Comunale di via Biagi si troverà di fronte ad un avversario a caccia di punti per evitare i play out. Daniele Pasa, squalificato per la terza volta quest’anno e rilevato in panchina come di consueto da Toni Tessariol, sottolinea: «Nel girone di ritorno loro hanno perso solo una volta, domenica scorsa con il Padova, quindi mi aspetto un avversario parecchio complicato da affrontare, completamente diverso da quello che superammo all’andata. Noi abbiamo necessità di fare punti per arrivare il prima possibile alla quota salvezza, ma non dobbiamo farci prendere dall’ansia sentendo troppo la pressione di dover fare risultato pieno». Siete reduci dalla brutta sconfitta subita con l’Union Pro. Come rimediare? «Credo sia assolutamente necessario eliminare gli errori commessi nel secondo tempo del derby. Nella prima frazione viceversa avevamo fatto molto bene, spero saremo in grado di ripetere la prestazione di quello spicchio di partita. Di sicuro dovremo giocare di squadra, aiutandoci tutti assieme, perché non possiamo immaginare di vincere solo con le prodezze dei singoli quali Sadio oppure Giglio». Il portiere Rigo ha recuperato dall’infortunio? «Nicola avrà bisogno di ancora una decina di giorni prima di essere completamente a posto dal problema alla spalla. Anche stavolta tra i pali toccherà a Baù». Mancheranno anche gli squalificati Fabbian e Bressan. «Siamo in effetti un pò rimaneggiati, anche Nicola De Vido è in dubbio per una distorsione alla caviglia destra. Vedremo se sarà in grado di recuperare». Probabile formazione (3-4-1-2): Baù, Guzzo, Severgnini, Frassetto; Cusinato (De Vido), Garbuio, Nicoletti, Perosin; Giglio; Sadio, Cecchel.

Ore 13.50 – (Trentino) Vietato fare conti: oggi il Dro deve conquistare bottino pieno. Ad “Oltra” arriva l’Union Arzignanochiampo, squadra d’alta classifica che, però, all’andata venne sconfitta dalla squadra di Stefano Manfioletti. Un orecchio sarà certamente teso alla radiolina, sperando in buone nuove da Monrupino e Legnago, ma prima di tutto il Dro deve aiutarsi da solo. I pareggi, ben 11 (è la squadra che ha totalizzato più “ics” in tutto il girone), fanno morale ma non troppa classifica e per i gialloverdi è venuto il momento di cambiare marcia. Il pareggio di domenica scorsa a Belluno ha lasciato tanto amaro in bocca a Ciurletti e compagni, che hanno conquistato una sola vittoria nelle ultime otto partite. Tradotto in parole povere è venuto il momento di dare uno “strappo” alla classifica prima della trasferta (proibitiva) di Padova e la sfilza interminabile di scontri diretti (contro Giorgione, Legnago, Kras Repen e Triestina) che accompagneranno il Dro nell’ultima parte di stagioni. La salvezza diretta non è lontanissima, ma per raggiungerla serviranno come minimo dodici punti nelle ultime otto partite. Manfioletti deve ancora sciogliere le riserve riguardo al modulo iniziale: il tecnico droato sembra orientato a riproporre il “4-2-3-1” già visto la scorsa settimana a Belluno, ma non è da escludere l’impiego del “4-3- 3” che tanto piaceva ad inizio stagione. Out per squalifica Bazzanella e Colpo, due elementi di qualità, quantità ed esperienza, l’undici titolare dovrebbe prevedere Bonomi tra i pali, Calcari (favorito su Allegretti) a destra, Ischia e Serrano nel mezzo e Ciurletti a sinistra. In mezzo al campo toccherà sicuramente a Bertoldi e Ruaben (che non sta benissimo, ma stringerà i denti perché non vi sono altri centrocampisti a disposizione) con il trio composto da Proch, Donati e Cremonini che agirà alle spalle di Cicuttini, unica punta di ruolo nel “4-2-3-1”. Se, invece, Manfioletti opterà per il “4-3-3” allora Cremonini retrocederà sulla linea dei centrocampisti con Proch e Donati che alzeranno il proprio raggio d’azione a fianco del centravanti rivano al quale il Dro chiede i gol salvezza. L’Union Arzignanochiampo ha sin qui disputato un eccellente campionato: neopromossa in categoria, la “matricola” vicentina è sesta in classifica a sei lunghezze dalla zona playoff e con un margine più che rassicurante sulla sestultima piazza. Tra i veneti, che dovranno fare a meno del difensore Vignaga (squalificato), l’osservato speciale sarà il bomber argentino Trinchieri, attaccante di razza come pochi se ne trovano in categoria. Marchetti, appena rientrato da un lungo infortunio, partirà dalla panchina.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) È tutta una questione di prospettiva. Quella dell´Arzignanochiampo inquadra la possibilità di una salvezza ormai concreta nei punti, e in tal caso nel viaggio di ritorno la Banda Beggio potrebbe godersi un tramonto sul lago in grande relax. Mentre, in casa sua, il Dro cercherà oggi (alle 14.30) di mettere a fuoco quella linea d´orizzonte che lo separa dal marasma della zona playout. Ecco perché una vittoria, dall´una come dall´altra parte, potrebbe cambiare la prospettiva del proprio cielo. Ci si gioca molto a Dro. L´Arzichiampo avrebbe voglia di tornare alla vittoria che manca oramai da quattro turni. «A otto giornate dalla fine e con 39 punti – spiega il tecnico Paolo Beggio – è nostro dovere essere ambiziosi. È un obiettivo comune alle richieste del nostro presidente». Si parla di soddisfazioni, quindi. Da gustare ora che ormai la salvezza sembra cosa fatta. «I 50 punti – prosegue Beggio – possono essere un traguardo prestigioso per una squadra al suo primo anno in serie D. È una linea ulteriore che dobbiamo tracciare, dopo quella della salvezza». In caso di vittoria, la classifica direbbe 42. Primo traguardo raggiunto. Oggi Beggio dovrà fare i conti con un Dro che gli ha lasciato l´amaro in bocca nella gara d´andata. «Ci è rimasta addosso la sensazione di avere fatto la partita senza poi aver portato a casa nemmeno un punto. Stavolta dobbiamo rifarci». Mancherà Vignaga, fermato per un turno dal giudice sportivo. La scelta più logica dovrebbe portare a un arretramento di Simonato nel ruolo di terzino destro, con Bolcato confermato sul fronte opposto. A centrocampo, Azzolini andrebbe quindi a fare coppia con Tecchio. Sugli esterni, Urbani a destra e a sinistra un ballottaggio che coinvolge Beccaro, Fracaro e Marchetti. Davanti, con Trinchieri, spazio a uno tra Carlotto o Draghetti.

Ore 13.30 – (Tribuna di Treviso) Decima di ritorno in serie D (ore 14.30) con due incroci di prestigio: il Montebelluna riceve la Triestina e il Giorgione è all’Euganeo con la battistrada Padova. In trasferta anche l’Union Pro, impegnato con il Ripa Fenadora. Montebelluna. Dopo due pesanti sconfitte esterne, il “Monte” ritorna al S. Vigilio per affrontare la Triestina. Squalificati Bressan e Fabbian, problema alla spalla per il portiere Rigo (convocato Scatemburlo), da valutare la caviglia di Nicola De Vido. Squalificato pure mister Pasa, ex di turno, che sostiene: «Abbiamo qualche problema di formazione, vogliamo tener buono il primo tempo con l’Union Pro. La Triestina è cambiata molto rispetto all’andata, vanta giocatori importanti e sta risalendo la classifica con l’obiettivo di salvarsi». In campo con: Baù; N. De Vido, Severgnini, Guzzo, Frassetto; Cusinato, Nicoletti, Perosin, Garbuio; Samba, Giglio. Arbitro: Tursi di Valdarno. Union Pro. Trasferta sul sintetico di Pedavena per la matricola di Mogliano e Proganziol, tranquilla al sesto posto (a -6 dai playoff) e a caccia dell’ennesima rivincita. Assente Alvise Nobile per infortunio, Trevisiol dovrebbe accomodarsi in panchina per un fastidio al tendine. Ballottaggio in attacco tra Cattelan e il recuperato Comin. A parlare è il tecnico Feltrin: «Abbiamo bisogno di non perdere la fame di vittorie, ponendoci qualche obiettivo ulteriore una volta conquistata la salvezza matematica». Il Ripa Fenadora è tornato a vincere dopo 8 partite piegando il Tamai. In campo con: Noè; Saitta, Zanette, Niero, Furlan; Serena, Busetto; Casarotto, Visinoni, And. Nobile; Cattelan. Arbitro: Miniutti di Maniago. Giorgione. Derby d’altri tempi all’Euganeo. Il Giorgione riparte dallo 0-0 con la Clodiense: il successo manca da tre turni e il gol da oltre 180’. La corazzata Padova ha vinto 7 delle ultime 8 gare e punta a difendere il +8 sull’Altovicentino. Mister Paganin: «È una sfida che vogliamo goderci, non capita tutti i giorni di trovare il Padova. Siamo una squadra che non fa le barricate, ce la giocheremo a viso aperto come all’andata: consci dei nostri limiti, ma consapevoli che quando troviamo la chiave giusta le cose si fanno interessanti, come accaduto a Valdagno». Un ex per parte: Vio tra i rossostellati e Bortot tra i biancoscudati. È un turno sfavorevole per i castellani visto che il Legnago (sestultimo) riceve il derelitto Mezzocorona. Paganin ha tutti gli uomini a disposizione. In campo con: Pazzaia; Eberle, Vio, Fontana, Maran; Vigo, Giacomazzi, Mattioli; Podvorica, Gazzola, Episcopo. Arbitro: Cenami di Rieti.

Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro, dopo la vittoria nel derby contro il Montebelluna, affronta in trasferta a Pedavena l’Union Ripa staccata di 4 punti (14,30 arbitra Miniutti di Maniago). Sicuri assenti saranno il centrocampista Marco Rossi e l’esterno Alvise Nobile mentre il difensore centrale Enrico Trevisiol potrebbe andare in panchina per un fastidio al tendine. I trevigiani proveranno a vendicare la sconfitta beffa dell’andata arrivata in pieno recupero con un gol di Brotto. L’allenatore Francesco Feltrin inquadra così la partita: «Non abbiamo parlato in maniera definitiva di salvezza perché vogliamo raggiungerla con un altro risultato positivo. Troveremo un avversario carico grazie alla vittoria fondamentale ottenuta domenica scorsa a Tamai e che sarà senz’altro affamato di punti dopo un lungo periodo di digiuno. Non sarà facile per noi ma giocheremo senza timore per dare continuità al nostro momento positivo. L’Union Ripa gioca sul campo sintetico da due anni ma noi sul sintetico di Mori abbiamo disputato una buona gara e dovremo essere bravi ad adattarci immediatamente alle condizioni che troveremo». Il mister conferma poi di fare un pensierino all’obiettivo playoff: «Vogliamo finire questo campionato a testa alta e per questo abbiamo bisogno di non perdere la nostra fame di vittorie e di porci qualche obiettivo ulteriore una volta conquistata la salvezza matematica». Probabile formazione (4-2-3-1): Noè; Saitta, Zanette, Niero, Furlan; Serena, Busetto; An. Nobile, Casarotto, Appiah; Cattelan (Comin).

Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Non conta chi gioca, ma lo spirito con cui si affronta la sfida». Parola di Max Parteli, allenatore dell’Union Ripa La Fenadora (35), che oggi sarà costretto a piccoli miracoli per mettere in campo la miglior formazione, soluzione del rebus infermeria, per affrontare in casa l’Union Pro (39). Sono molti i nomi dei neroevrdi coinvolti nelle lista acciaccati che si è allungata nell’ultima settimana: «Non sarà a disposizione Ponik – spiega il mister – fermo dopo la botta al ginocchio rimediata nell’episodio costato l’espulsione a Faloppa la scorsa settimana. Saranno della partita, forse però partendo dalla panchina, Tibolla, Frangu e Brotto, ognuno con piccoli problemi fisici. Non stiamo benissimo, è vero, perché nella lista di quelli non al massimo rientrano anche Solagna e Mastellotto, ma questo non mi fa disperare perché le alternative ci sono e la squadra sta crescendo». I nomi sono quelli dei giovani Cibin e Savi, quest’ultimo domenica scorsa ha mostrato ottime qualità. Resta il fatto che sulla strada della ripresa l’Union continua a incontrare ostacoli: «Le difficoltà non mancano – conferma Parteli -, ma la soluzione è quella di ripetere la prestazione della settimana scorsa che ci ha portato alla vittoria sul Tamai. A differenza dei friulani l’Union Pro è in serie positiva con 6 risultati utili nelle ultime 7 gare, grazie a giocatori di spessore come Comin e Cattelan. Dovremo essere bravi a superare la loro linea difensiva: è solida ed è l’unica a essere formata da quattro giocatori over, quindi di grande esperienza». RIUNIONE SOCIETARIA – Venerdì la dirigenza si è incontrata, per un appuntamento atteso, dal quale secondo qualcuno sarebbero potute uscire importanti decisioni per il futuro. Invece, almeno ufficialmente, nessuna novità, come spiega il presidente Nicola Giusti: «Abbiamo discusso di questioni organizzative, eventi che abbiamo in calendario, e informato tutti in dettaglio dei fatti accaduti nell’ultimo periodo. Tutto procede tranquillamente».

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Al XXV Aprile il Fontanafredda in campionato manca da 12 anni. I rossoneri tornano oggi per sfidare la Sacilese in una nuova edizione del derby fra “chegoi” e “selvaggi”. AMARCORD – In leggero vantaggio i padroni di casa, che hanno vinto 14 dei confronti sin qui disputati, compreso quello d’andata al Tognon in novembre. Il Fontanafredda si è imposto 12 volte. Quindici i pareggi. Memorabili le sfide dialettiche che animavano le settimane precedenti e successive i derby quando in tribuna sedevano personaggi come Angiolino Cauz, Rino Maluta, Angelo Sacilotto e Gianni Camatta. Altri tempi: la Sacilese era l’Accademia del Livenza, il Fontanafredda la Juve dei Dilettanti e il calcio regionale viveva di sfottò, battute e autoironia. La lunga pausa ha raffreddato la vis polemica dei duellanti, ravvivata solo in parte dall’esito dell’andata, quando giocò il Fontanafredda e vinse la Sacilese, grazie a una doppietta di Dario Sottovia. OBIETTIVI – Oggi non si giocherà solo per il campanile, locuzione che in tempi di globalizzazione ha scioccamente assunto un significato negativo. In palio saranno punti pesanti per le ambizioni delle due formazioni. La Sacilese (49) arriva al derby con le 3 vittorie consecutive incassate sotto la gestione di Carlo Marchetto e vuole restare sul terzo gradino del podio, tenendosi alle spalle il Belluno (47) al quale forse farà visita sabato in anticipo. Il Fontanafredda (34) deve conservare il margine sulla zona playout, appena 4 punti sotto. HANNO DETTO – Marchetto: «Attenzione al Fontana, mix d’esperienza e gioventù. Bello vedere da avversari Sottovia (4 gol a Mezzocorona) e Florean (doppietta al Kras)». De Pieri: «Sacilese più forte, ma se mettiamo in pratica quanto preparato possiamo farla soffrire». FORMAZIONI – La Sacilese (3-4-1-2) si schiererà con Favaro, Manucci, Baggio, Peressini, Craviari, Favret, Mboup, Beccia, Boscolo Papo, Spagnoli, Sottovia. Il Fontanafredda (4-3-3) comincerà con Vicario, Zorzetto, Malerba, Frison, Roveredo, Tellan, Tonizzo, Nastri, Alcantara, De Martin, Florean. Arbitrerà D’Angelo di Ascoli.

Ore 12.50 – (Messaggero Veneto) La squadra più in forma del momento da una parte, una delle rivelazioni del torneo dall’altra. E in mezzo un derby davvero carico di significati. Al XXV aprile (inizio alle 14.30) Sacilese e Fontanafredda promettono spettacolo. La vittoria di domenica scorsa sul Kras ha rigalvanizzato i rossoneri, che oggi, però, dovranno vedersela con una formazione che nelle ultime tre gare, coincise con la gestione Marchetto, ai rivali non ha lasciato nemmeno le briciole: 9 punti, 9 gol fatti, zero subiti. Per il poker. E’ un derby importante per la Sacilese in chiave terzo posto. Oggi si affrontano quarta e quinta, Belluno e Clodiense (a Chioggia), e domenica prossima (forse l’anticipo) è in programma proprio lo scontro diretto con i bellunesi, appena distanziati di 2 lunghezze. Ecco che il calendario offre l’occasione di allungare. Ma per farlo bisognerà calare il poker al cospetto di un’avversaria che già all’andata, pur perdendo (2-0), mise in difficoltà i liventini. «Non è affatto una gara scontata – conferma Carlo Marchetto –. Loro hanno giovani ed esperti davvero interessanti. E possono contare su un attaccante di categoria come Florean. Dovremo confermare tutto quanto di buono abbiamo fatto vedere in quest’ultimo periodo». Non ci sarà Beccaro, ancora sulla via del recupero. Per il resto (tolti gli infortunati di lungo corso) tutti a disposizione e verso la conferma dell’undici di Mezzocorona. Probabile 3-4-1-2: Favaro; Peressini, Baggio, Manucci; Craviari, Favret, Mboup, Beccia; Boscolo Papo; Spagnoli, Sottovia. Per il bis. Dopo lo spavento delle settimane scorse, il ritorno al successo di sette giorni fa ha riportato il sereno. Anche in classifica: più 4 sui play-out. E oggi, con il Giorgione, sestultimo, impegnato all’Euganeo di Padova, questo derby potrebbe regalare al Fontanafredda il salto decisivo verso la salvezza. «Sulla carta – commenta De Pieri – non c’è storia, ma ho visto i miei giocatori molto carichi». Torna Malerba. Probabile 4-5-1:: Vicario; Zorzetto, Malerba, Frison, Roveredo; Ortolan, Tellan, Tonizzo, Nastri, Alcantara; Florean.

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Sfida d’alta classifica al “Ballarin” di Chioggia tra Clodiense e Belluno. Due i punti di vantaggio in classifica dei gialloblù ospiti che, attualmente, occupano il quarto posto e pertanto per la squadra chioggiotta si prospetta la ghiotta opportunità del sorpasso che garantirebbe la disputa in casa del primo turno di playoff. Regolamento tutto nuovo quest’anno con la quarta in classifica che sfida la quinta, mentre la terza attende la vincente del primo turno e la seconda che invece disputa direttamente la finale di girone. Belluno che, all’andata, si impose per 2-0. «Contro il Belluno», ammette il tecnico granata, «è stata l’unica partita dove siamo andati veramente in difficoltà. Pertanto mi aspetto una partita decisamente impegnativa anche se in questo momento loro hanno qualche defezione importante. Tuttavia rimane una squadra molto organizzata, diretta da un ottimo allenatore». Belluno che arriva a Chioggia con l’infermeria affollata. D’Incà, Pellicanò, Mosca, Masoch e, per ultimo, Radrezza sono fuori causa, mentre in attacco dovrebbe essere Posocco a prendere il posto proprio di Radrezza. Nella Clodiense fermati dal giudice sportivo Davide Boscolo Gioachina e Siega, mister Pagan potrebbe decidere di schierare tra i pali il giovane Okroglic, mentre in attacco Santi, autore finora di 14 reti (senza rigori), sfida il capocannoniere del girone Corbanese (18 gol per lui), ha qualche problema ad una spalla ma dovrebbe farcela. COSÌ IN CAMPO. Stadio “Aldo e Dino Ballarin”, ore 14.30. CLODIENSE: Okroglic, Moretto, Boscolo Berto, F. Tiozzo, Carlucci, Mazzetto, Casagrande, Piaggio, Pelizzer, Santi, Mastroianni. A disposizione: L. Tiozzo, Pitteri, Boscolo Gnolo, Chiozzotto, Boscolo Nata, Olivieri, Isotti, Ruocco, Cigna. Allenatore: Andrea Pagan. BELLUNO: Solagna, Paganin, Pescosta, Canova, Sommacal, Merli Sala, Miniati, Bertagno, Corbanese, Posocco, Duravia. A disposizione: Schincariol, Di Bari, Cosma, Levis, Paier, Ruocco, Ojog, Masoch, Mosca. Allenatore: Roberto Vecchiato. Arbitro: Trischitta di Messina.

Ore 12.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Attenti, decide Posocco. Alla vigilia del delicatissimo match contro la Clodiense, che mette in palio il quarto posto (fischio d’inizio alle 14.30 agli ordini del signor Giuseppe Trischitta di Messina), mister Vecchiato fa il punto della situazione e cala il jolly. «L’uomo partita? Posocco – assicura il tecnico gialloblù -. Dopo una grande partita a Castelfranco ha dovuto fermarsi per l’influenza con il Dro, sono sicuro che oggi darà tutto». La Clodiense sembra in gran forma. «Sì, vero, un’altra squadra che come noi sta facendo un torneo al di sopra delle aspettative e che cercherà di superarci. Su di noi sembra ci sia un’inerzia da picchiata, ma in realtà veniamo da 4 punti in due partite nonostante l’emergenza, quindi ci siamo anche noi. Per vincere». Un pareggio? «Non ci ho fatto nemmeno un pensierino. Avessi 33 punti… Ma ne ho 47, vogliamo solo fare una gran partita». Salvare il quarto posto o riprendersi il terzo? «Si potesse seguire una ricetta precisa direi il terzo, ma non si può. Concentriamoci sul fare bene oggi». Duravia suggerisce di ritrovare l’unità d’intenti. «Credo si riferisca all’attenzione, che è ciò che abbiamo smarrito per strada inciampando in tanti pareggi. Nel girone di ritorno abbiamo subìto tanti gol, è vero, ma mai per errori tattici, sempre per disattenzioni. Idem per i tanti gol sbagliati sotto porta: ci vuole più attenzione, a cominciare dalle partitelle in allenamento». Tra Clodiense oggi e Sacilese sabato prossimo ci si gioca parecchio. «Per esempio la posizione per i playoff, che poi però va mantenuta. E già poterli fare per il secondo anno consecutivo non mi sembra male…». Questa la probabile formazione titolare, quasi obbligata per le defezioni di D’Incà, Pellicanò, Radrezza e Masoch: Schincariol (Solagna); Pescosta, Mosca, Sommacal, Merli; Bertagno, Canova, Miniati; Duravia, Posocco, Corbanese.

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) In settimana De Agostini ha incassato (dopo 3 ko consecutivi) l’ennesimo attestato di fiducia della società, i rossi il blocco dei rimborsi. Una miscela esplosiva che potrebbe far esplodere il Tamai (31) a Valdagno contro l’Altovicentino (55), secondo in classifica all’inseguimento del Padova. «Le furie – garantisce il tecnico – non si arrendono. Ho incassato anche la solidarietà dei ragazzi. Usciremo dal tunnel tutti insieme». Non saranno disponibili per la difficile trasferta lo squalificato Faloppa e gli infortunati Davide Furlan e Zambon.

Ore 12.10 – (Messaggero Veneto) La forza del gruppo per uscire dalla crisi. Tamai sul campo dell’Altovicentino, seconda forza del girone, sperando di invertire rotta. Mobilieri reduci da 3 ko di fila e mai vittoriosi nel ritorno. Dall’altra parte la formazione di Zanin dopo aver perso contatto (meno 8) dalla vetta, ha saputo rialzarsi e arriva da 3 successi consecutivi. «La squadra è con me – dice De Agostini (oggi squalificato) –, usciremo da questa situazione». Probabile 4-3- 3: Peresson; Rigutto, Colombera, Brustolon, Bozzetto; Pavan, Ursella, Petris; F. Furlan, Bolzon, Sellan.

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) «Sono a quota quattro, come a Venafro. Un altro gol e faccio il mio record però, sinceramente, non è questo che mi interessa. Io spero che servano ad aiutare la squadra a raggiungere l´obiettivo che ci siamo prefissati ad inizio stagione». Difensore centrale con licenza di segnare, Rosario Di Girolamo ha già raccolto il testimone di Alberto Ballarin, che lo scorso anno ne fece 4 pure lui. Un bottino che potrebbe rimpinguare presto ma su cui pesa anche l´ombra del gol-vittoria della Triestina: rovesciata regalo per Rocco, freddo nel segnare il 2-3 finale. Di Girolamo che all´andata, a Tamai, siglò il raddoppio, non si nasconde: «Fu un errore cui ripenso ancora e che comunque fu figlio di un momento in cui andava tutto storto. In un anno di calcio c´è da metterlo in conto,purtroppo non siamo stati capaci di uscirne subito. Morale: c´è tanto del nostro negli 8 punti di vantaggio del Padova».  Il difensore-bomber è uno che ha saputo rialzarsi sempre, dopo ogni caduta, segno di un carattere forte: «Nessuno di noi ha smesso di crederci. Le cose ora hanno ricominciato a girare e stiamo tornando ai livelli difensivi di novembre, quando diventammo la migliore difesa del girone». Merito anche del 3-5-2 di Zanin che per inciso oggi non potrà contare sulla spinta di Kicaj, squalificato, e sugli assenti cronici, Dal Dosso, Cortesi e Bertinetti. Ci sarà invece il “Mago” Peluso, alle prese con i postumi di una pubalgia. Dovrebbe partire dalla panchina, lasciando spazio al duo Cozzolino-Gambino. Si vedrà. Intanto, non mostrate la classifica al tecnico Diego Zanin: non la degnerà di uno sguardo. «Dobbiamo pensare ad una gara per volta, facendo innanzitutto noi il nostro dovere. Predico come sempre umiltà e concentrazione; poi, a fine anno, tireremo le somme.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Thermal e San Paolo cercano punti salvezza oggi alle 14.30. THERMAL. Allo stadio delle Terme affronta lo scontro diretto con i pari classifica del Romagna Centro. Sarà in panchina Mario Vittadello, colpito da un lutto in famiglia dato che è mancato il papà e ieri si sono svolti i funerali. A parlare della sfida con i cesenati è il direttore sportivo Carlo Contarin: «È uno scontro diretto nel quale i punti valgono doppio ed è vietato sbagliare. In settimana ho visto bene la squadra, ma è fondamentale riproporsi alla domenica con la giusta attenzione e atteggiamento sapendo che la posta in palio è alta». Indisponibili Marzocchi, Baldovin e Celi. SAN PAOLO. Trasferta proibitiva con la Correggese, seconda in classifica. Caco e Sambugaro squalificati, Rebecca ancora infortunato, Masiero e Longhi reduci dall’influenza. Sono stati convocati anche il portiere Nalin e l’attaccante Mazzucato della squadra allievi. «Giochiamo con un avversario che è difficile da affrontare per chiunque – spiega Vito Antonelli – però inauguriamo un ciclo di partite ravvicinate importanti e daremo il massimo per portare a casa qualcosa».

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) C’è una classifica da scalare e un trend da invertire. Duplice obiettivo che oggi pomeriggio la Thermal dovrà centrare – o perlomeno iniziare a considerare – a tutti i costi, contro un Romagna Centro (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Luigi Santorelli di Salerno) altrettanto impegnato nella lotta per non retrocedere. I ragazzi di mister Mario Vittadello affronteranno una squadra abbordabile, ma con le stesse esigenze: Thermal e Romagna Centro, infatti, sono entrambe terz’ultime a quota 27 punti, e un eventuale colpaccio nello scontro diretto potrebbe favorire l’aggancio al gruppetto composto da Fidenza, Virtus Castelfranco, Ribelle, Mezzolara e Imolese, assiepate a metà della graduatoria ma ancora lontane dalla salvezza matematica. Entrambe le compagini, tra l’altro, devono cambiare assolutamente marcia per dare un senso alla rincorsa finale: la Thermal non vince dal 22 febbraio (2-1 con la Virtus Castelfranco Emilia), mentre il Romagna Centro non vince addirittura dal 15 febbraio (3-0, sempre contro la Virtus). Insomma, la posta in palio è altissima, anche perché l’umore nei rispettivi spogliatoi non è dei migliori e un’altra batosta potrebbe portare un filo di frustrazione. L’allenatore dei rossoverdi Vittadello, però, conosce le dinamiche della categoria e ha il carisma per gestire il momento a dir poco complicato, anche se dovrà reinventarsi ancora una volta la formazione per l’assenza del faro di centrocampo Marzocchi (infortunato) oltre ai “cronici” Baldovin e Orsino. Il tecnico del Romagna Centro Filippo Medri non avrà di questi problemi: l’ex Cagliari e Triestina potrà scegliere l’undici migliore.

Ore 11.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Partita dal risultato scontato oggi all’Euganeo? Contro la corazzata Biancoscudati Padova il Giorgione di Antonio Paganin cercherà di ribaltare il pronostico che la vede nettamente sfavorita contro una squadra che oltre a qualità tecniche e tattiche può contare su una cornice di pubblico di ben altro livello. Ma a Paganin piacciono queste partite contro squadre più forti «sono match che affrontiamo con la consapevolezza dei nostri mezzi e con tanto entusiasmo proprio perché affrontiamo degli avversari molto forti», ripete il tecnico vicentino che non nasconde la speranza di fare il «colpaccio» tipo quello già riuscito a Valdagno contro l’Altovicentino. «Facciamo il colpaccio, sicuro», ha detto anche Episcopo, il fantasista di Fratte di S. Giustina in Colle che in queste partite solitamente si esalta e che già da domenica scorsa aveva lanciato l’urlo di battaglia in vista dello sprint per la salvezza. «A Castelfranco stiamo costruendo qualcosa di nuovo – ha aggiunto Paganin – si sta lavorando bene coi giovani e quello che sta succedendo anche nel settore giovanile, con tanti ottimi risultati, non può che essere la base per i prossimi anni, ora tocca però a noi salvare questa squadra che può diventare l’ossatura per una più competitiva nei prossimi anni. Giocare a Padova per questi giovani non può che essere una grande soddisfazione e un momento di crescita». Oggi tutti disponibili per il tecnico che avrà l’imbarazzo della scelta sia in difesa, dove Vio e Fontana si sono ben comportati domenica e dove scalpita per un posto anche Donè, e in attacco dove il tridente Gazzola, Episcopo, Podvorica è pronto a far sudare i padovani con Baggio pronto ad entrare. Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua, Eberle (Prosdocimi), Maran, Fontana, Vio (Donè), Giacomazzi, Episcopo, De Stefani, Gazzola, Mattioli, Podvorica.

Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Segato, Mazzocco; Ilari, Zubin, Petrilli; Amirante.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sul Gazzettino di ieri il suo collega Zanin dell’Altovicentino ha dichiarato che solo il Padova può perdere il campionato. «Sono abituato a guardare in casa mia, quello che dicono gli altri possono essere frasi di circostanza oppure vere. Io penso a dare il massimo con i ragazzi domenica dopo domenica e alla fine tireremo le somme». Centrando oggi la ventunesima vittoria il Padova eguaglierebbe un record che resiste da settant’anni. « È una motivazione in più per cercare di fare bene. Ma ho già detto ai ragazzi che domani (oggi, ndr) non si scherza, è una gara tosta e dobbiamo avere il sangue agli occhi per farla nostra. Ben venga anche il bel gioco, ma non è il momento di guardare all’estetica: usiamo il bastone e prendiamoci i tre punti». Tornando alla squadra, Sentinelli dovrebbe rientrare al centro della difesa al posto di Thomassen, mentre Nichele e Ferretti difficilmente saranno della partita. «Sono pronti – sottolinea Parlato – ma non ho ancora deciso se portarli in panchina oppure lasciarli a riposare un’altra domenica».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Quanto al sostituto di Cunico, il principale indiziato è Zubin che dovrebbe agire alle spalle di Amirante, anche se al riguardo Parlato rimane ermetico. «Si possono adattare tutti, ma non c’è un altro Cunico: lui lavora di più con i centrocampisti ed è più uomo assist. Al di là di chi giocherà al suo posto, sono importanti tutti. Esigo massima concentrazione e spirito. Cerchiamo di essere più pratici e agguerriti rispetto all’ultima partita casalinga e pensiamo al nostro percorso in una partita nella quale la posta in palio è alta. Affrontiamo una squadra in lotta per la salvezza, noi dobbiamo essere superiori per determinazione e qualità e dobbiamo mettere il piede sull’acceleratore. Non vogliamo lasciare nulla di intentato e mi auguro che tutto l’Euganeo possa avere una sola testa contro il Giorgione. In cinquemila o seimila andiamo a batterli». Il Giorgione apre un trittico di gare ravvicinate prima di Pasqua che può segnare definitivamente l’esito del campionato a favore dei biancoscudati. «Può darsi, ma non facciamo calcoli e pensiamo al Giorgione. Ci aspetta una partita difficile sotto l’aspetto mentale e poi bisogna leggere in campo cosa succede».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Mettere in tasca altri tre punti per fare un ulteriore passo verso la Lega Pro. È questo l’obiettivo del Padova nella sfida casalinga con il Giorgione, primo appuntamento di un doppio turno consecutivo all’Euganeo (sabato prossimo con il Dro) da sfruttare al massimo. Proprio nello stadio amico i biancoscudati vogliono riprendere a correre forte per dimenticare l’ultimo pareggio con l’Arzichiampo, e dopo aver sfondato il tetto delle venti vittorie stagionali a Trieste si punta ad allungare la serie da record. Con i trevigiani Parlato dovrà fare a meno di capitan Cunico, costretto ai box da una forte contusione al ginocchio rimediata mercoledì in allenamento. E ieri ha finito anzitempo la rifinitura Mazzocco, leggermente claudicante nel rientrare in spogliatoio. «Una botta alla caviglia – spiega Parlato – abbiamo preferito mandarlo a fare un po’ di ghiaccio. Speriamo che non sia nulla di grave». L’impressione è che il giovane centrocampista sarà della gara, magari stringendo i denti, dato che la sua presenza come fuoriquota in mezzo al campo è indispensabile per non alterare gli equilibri.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Vittoria sul campo dell’Altovicentino, pareggio in casa del Belluno, in entrambi i casi senza subire reti. Lotta per la salvezza, ma con le grandi il Giorgione si esalta e sogna di mantenere questo trend anche oggi all’Euganeo con una nuova impresa. Così il tecnico dei trevigiani Antonio Paganin presenta la sfida: «Questi sono match che affrontiamo con la consapevolezza dei nostri mezzi e con tanto entusiasmo, proprio perché affrontiamo avversari molto forti. Giocare a Padova per questi giovani non può che essere una grande soddisfazione e un grande momento di crescita». E tra i protagonisti in campo sarà una sfida dal sapore particolare anche per Mattia Episcopo, centrocampista offensivo di Fratte di Santa Giustina in Colle, autore in settimana di un pronostico che non ammette repliche: «Facciamo sicuramente il colpaccio». Il tecnico ospite può contare su tutta la rosa e dovrebbe schierare i suoi con il 4-3-3, puntando in avanti sul tridente formato da Podvorica, Episcopo e Gazzola. Occhio pure al centrocampista Mattioli, autore di una doppietta nella sfida dell’andata vinta dal Padova per 4-2. I botteghini dello stadio Euganeo apriranno alle 13. PRECEDENTI. In campionato le due squadre si sono affrontate solo nella stagione 1999-2000, sempre in quarta serie, l’allora C2. All’Euganeo successo biancoscudato per 2-0 grazie alle reti di Ferrigno su rigore e Della Giovanna. In quella squadra, allenata da Paolo Beruatto e capitanata da Diego Bonavina, militavano, tra gli altri, il portiere Bacchin, il difensore Rosa, i centrocampisti Trotta e Ticli e la punta Gasparetto. SCOMMESSE. Padova nettamente favorito anche in questa occasione. Nell’agenzia Snai di Piazzale Stazione il segno 1 è quotato 1,25 mentre il successo del Giorgione vale 10 e il pareggio renderebbe cinque volte la somma giocata.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Volpe dal titolo “Stadio e Acp 1910, che settimana di passione”) Tra Padova e Giorgione c’è un passato che non smette di venire a galla e un futuro tutto da scrivere. È stata una settimana intensa e ricca di colpi di scena, quella che ha accompagnato il popolo biancoscudato dal trionfo di Trieste alla prima di due sfide casalinghe che possono mettere in ghiaccio il campionato. Una settimana in cui si è parlato poco della vittoria al “Rocco” e della partita di oggi contro il Giorgione. Ma questo non è detto che sia un male, visto che ci si sta avvicinando a grandi passi al rush finale e farlo a riflettori bassi va tutto a vantaggio dei ragazzi di Parlato. Una settimana vissuta con l’euforia del 3-1 rifilato alla Triestina, il cui unico intoppo è stato l’infortunio a Cunico, che per la prima volta in stagione sarà costretto a saltare una partita casalinga. Un piccolo guaio, non essendoci alcun giocatore in rosa dalle caratteristiche simili a quelle del capitano, anche se il Padova, fin qui, ha dimostrato di essere in grado di adattarsi a qualsiasi situazione e assetto. Ma come dicevamo, le luci in settimana sono state puntate altrove. Anzitutto alla situazione drammatica, economicamente parlando, che sta vivendo il Calcio Padova 1910. Il sindaco Bitonci ha voluto smuovere le acque e dopo aver minacciato di presentare istanza di fallimento è stato subito contattato dai legali della Unicomm. Quella che inizia domani potrebbe essere una settimana decisiva in tal senso, con il primo cittadino che punta a definire l’accordo con l’Acp 1910 (altrimenti partirà l’istanza) e compiere il passo decisivo per consegnare alla Biancoscudati Padova, nome e logo storici. Bergamin e Bonetto a questo appuntamento vogliono prepararsi in bello stile e a tal proposito non sono da sottovalutare le dichiarazioni rilasciate da entrambi i soci. «Dopo Pasqua ci saranno novità«, si sono augurati, e in queste settimane presidente e amministratore delegato contano di imbarcare forze fresche, in termini di capitali e risorse umane, per la prossima stagione. Stagione che potrebbe essere giocata in uno stadio Euganeo parzialmente rinnovato. Venerdì a Palazzo Moroni si è riunita la Commissione Sport, con l’assessore Rampazzo che ha messo a bilancio per il 2016, 250mila euro per la costruzione di una nuova curva sud a ridosso del campo. La minoranza Pd ha chiesto che il progetto fosse illustrato nei dettagli, assieme al piano per la riqualificazione dello stadio Appiani, e nelle prossime settimane l’assessore allo sport dovrebbe chiarire i contorni dell’operazione e svelare anche in che modo sarà costruita la curva. Anche se il passo decisivo, per un’operazione tanto attesa dai tifosi biancoscudati, si terrà il 2 aprile, quando il consiglio comunale dovrà approvare il bilancio.

Ore 10.20 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Segato, Mazzocco; Ilari, Zubin, Petrilli; Amirante.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) È Zubin il sostituto naturale di Cunico? «Ci sono diversi giocatori che si possono adattare, ma non abbiamo in squadra un altro Cunico: Marco ha un’altra difesa della palla, lavora molto di più con i centrocampisti, è un uomo assist e la sua assenza cambia totalmente la sostanza della nostra squadra. Al di là di chi lo sostituirà, esigo massima concentrazione e massimo spirito dalla squadra: dobbiamo migliorare molto rispetto all’ultima partita casalinga con l’Arzignano, essere più pratici e agguerriti sottoporta, cercare di avere più fame di loro perché in questa partita la posta in gioco è molto alta». Ferretti e Nichele come stanno? «Sono pronti, ma devo ancora decidere se portarli in panchina o se lasciarli riposare ancora una domenica». In dieci giorni tre gare tra Giorgione, Dro e Chioggia: è un momento decisivo? «Può essere, anche se la più importante è quella di oggi. Non facciamo calcoli, ma è evidente che se tutto andrà come ci auguriamo potrebbe diventare uno snodo importante nella nostra stagione. A Pasqua non voglio arrivare con brutte sorprese».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Perché ne abbiamo davvero bisogno. I record sono sempre una motivazione in più per cercare di far bene, e ai ragazzi ho già detto stamattina (ieri prima della rifinitura) che con il Giorgione non si scherza: è una partita tosta, sportivamente parlando dovremo scendere in campo con il sangue agli occhi e portare a casa i tre punti. Dovremo usare il bastone, lasciamo da parte ogni finezza: se poi arriverà pure il bel gioco, tanto meglio». Si aspetta un avversario che le permetterà di giocare o che si chiuderà in difesa? «Avremo di fronte una squadra agguerrita e che lotta per salvarsi. Dovremo essere superiori, per determinazione e qualità, dobbiamo mettere il piede sull’acceleratore: mi auguro che i nostri tifosi e tutto l’Euganeo possano avere una sola testa. Uniamoci, insieme in cinquemila, e battiamoli». L’assenza di Cunico, tuttavia, le complica i piani… «Purtroppo Marco non ci sarà, ha una forte contusione al ginocchio e speriamo che possa tornare domenica prossima. C’è anche Mazzocco in forse per colpa di una botta rimediata nel corso della rifinitura, ma per ciò che riguarda quest’ultimo la prima sensazione avuta è che non si tratti di nulla di grave».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Otto gare alla fine del campionato, otto come i punti di vantaggio da conservare sull’Altovicentino. La prima, delle cinque sfide che il Padova disputerà davanti al pubblico amico arriva oggi: alle 14.30 i biancoscudati ricevono un Giorgione invischiato in zona playout che venderà cara la pelle, ma dovranno farlo orfani – come accadde all’andata – del loro capitano. Marco Cunico ha alzato bandiera bianca per una forte botta al ginocchio, e nelle rifinitura di ieri pure Mazzocco ha patito un colpo alla caviglia destra: il centrocampista dovrebbe essere regolarmente in campo, ma se non dovesse farcela è ballottaggio aperto tra Fenati (favorito, ancora alla ricerca della prima da titolare) e Mattin, uscito un po’ dalle grazie del tecnico negli ultimi tempi. Conquistando i tre punti, il Padova potrebbe non solo continuare la corsa in vetta – sperando che magari il Tamai faccia il miracolo a Valdagno… – ma conquistare anche la ventunesima affermazione stagionale eguagliando così il primato del Padova di 68 anni fa, unico a riuscirci nella storia biancoscudata. «Mi auguro che di queste ultime otto partite qualcuna la si vinca», sorride Parlato.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Giorgione non sta vivendo un momento felicissimo: con un solo punto conquistato nelle ultime tre gare, la squadra stellata che nel girone d’andata fece un grande regalo ai biancoscudati andando ad espugnare Valdagno ora è ancora in lotta per non retrocedere. Pur se alla pari con il Legnago a 30 punti, oggi sarebbero proprio i trevigiani a giocarsi la salvezza ai playout per effetto della classifica avulsa. Il tecnico Antonio Paganin (nella foto) oggi ha tutti gli effettivi a disposizione, compresi giocatori che hanno un legame con Padova: a cominciare dall’attaccante padovano Episcopo. Dovrebbe partire titolare anche Gianluca Maran, figlio dell’allenatore del Chievo, Rolando.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È l’ultima partita della stagione alle 14.30: a modo suo anche Padova-Giorgione ha qualcosa di caratteristico, visto che sarà l’ultima gara per i biancoscudati a cominciare con questo orario. Dal prossimo weekend – con il ritorno all’ora legale – i match cominceranno infatti alle 15: il Padova, che anticiperà il match con il Dro al sabato, sempre all’Euganeo, scenderà in campo comunque mezz’ora dopo, rispetto all’orario di oggi. I varchi dello stadio Euganeo, questo pomeriggio, si spalancheranno alle 13.30 mentre le biglietterie Sud vicine al parcheggio locali apriranno i battenti alle 13. […] Giovanili. Con quattro giornate di anticipo i Giovanissimi Elite allenati da Alberto Piva hanno già vinto il loro campionato: è già festa per la prima squadra biancoscudata che si è laureata campione nel proprio raggruppamento.

Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Bortot, Thomassen, Niccolini, Salvadori; Segato, Fenati; Ilari, Zubin, Petrilli; Amirante.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A Castelfranco Antonio Paganin sta facendo un ottimo lavoro, nonostante le disponibilità economiche chiare (e non certo eccessive) fin dal principio: «A inizio anno avevo pronosticato una lotta fra Padova e AltoVicentino — spiega l’allenatore vicentino — e così è stato. Il Padova merita il primato, noi proveremo a metterlo in difficoltà con tutte le armi a nostra disposizione. Siamo giovani, vero, ma abbiamo tanto entusiasmo e non ci tireremo indietro». Oggi all’Euganeo è attesa un’affluenza di pubblico consistente. Quel pubblico che attende adesso la delibera comunale in calendario per i primi giorni di aprile per ufficializzare lo stanziamento di 250mila euro da destinare al rifacimento della curva sud con avvicinamento al campo di gioco. Una decisione importante assunta dall’amministrazione municipale venerdì in commissione, come primo passo. I tifosi attendevano questa svolta da almeno un decennio e, dopo un immobilismo persistente, adesso l’accelerata sembra davvero dietro l’angolo. Il tutto sognando la Lega Pro.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) L’assenza di Cunico si annuncia piuttosto pesante, soprattutto se si considera che potrebbe alzare bandiera bianca come Mazzocco e che non vanno dimenticati Nichele e Ferretti. I due senatori difficilmente saranno titolari considerato che vengono entrambi da un infortunio e che hanno bisogno di tempo per un rientro meno graduale: «Mancano entrambi da tempo — taglia corto Parlato — bisognerà valutare se gettarli subito nella mischia o se aspettare un’altra settimana». Il Giorgione è una formazione giovane in lotta per la salvezza, all’andata fu travolta con quattro gol, ma adesso cerca punti pesanti e Antonio Paganin tenterà il colpo gobbo in trasferta. «Serviranno grande concentrazione e grande spirito — conferma Parlato — servono fame e determinazione, abbiamo grande rispetto per gli avversari ma dobbiamo batterli. Io penso soltanto alla partita di oggi, non guardo il calendario in prospettiva: penso a una giornata alla volta, una dopo l’altra, senza fare tabelle. Con il Giorgione sarà importante fare tre punti e poi pensiamo al resto. Non sprechiamo energie a pensare cosa succede nelle prossime settimane, altrimenti poi magari arriviamo ad aprire l’uovo di Pasqua e ci troviamo dentro una brutta sorpresa».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Vallo a far capire alla gente che non c’è (per ora) nulla da festeggiare. Carmine Parlato tira dritto per la sua strada, sbuffa un po’ quando sente odore di verdetti scontati a campionato ancora aperto, fa i conti con una sequenza impressionante di infortuni e prova a far quadrare i conti. La nuova tegola si chiama Marco Cunico ma c’è pure Davide Mazzocco in forte dubbio alla vigilia della partita contro il Giorgione. Due bei problemi, nonostante la rosa offra ampie garanzie, alla vigilia dell’ultima salita che porta al traguardo della Lega Pro. «Mazzocco ha preso una botta alla caviglia — sospira l’allenatore campano — all’inizio non sembrava nulla di grave, poi invece il dolore non è passato come ci saremmo aspettati. Adesso valuteremo un attimo, aspettiamo l’ultimo test prima della partita e poi decideremo se impiegarlo o meno. Per quanto riguarda Cunico, ha una forte contusione al ginocchio e non lo rischieremo. Salterà questa partita e poi vedremo per la prossima. Per la sua sostituzione in molti possono adattarsi ma non c’è un Cunico, quindi cambierà molto anche se so che chi lo sostituirà lo farà a dovere».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventisettesima giornata, domenica 22 marzo ore 14.30): AltoVicentino-Tamai, Clodiense-Belluno, Dro-ArziChiampo, Kras Repen-Mori S. Stefano, Legnago-Mezzocorona, Montebelluna-Triestina, Padova-Giorgione, Sacilese-Fontana fredda, Union Ripa La Fenadora-Union Pro

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 63, AltoVicentino 55, Sacilese 49, Belluno 47, Clodiense 45, ArziChiampo e Union Pro 39 Montebelluna 36, Union Ripa La Fenadora 35, Fontanafredda 34, Tamai 31, Giorgione e Legnago 30, Dro 26, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati in tempo reale della ventiseiesima giornata: ArziChiampo-Legnago 1-1, Belluno-Dro 1-1, Fontanafredda-Kras Repen 3-1, Giorgione-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Sacilese 0-4, Mori S. Stefano-AltoVicentino 0-3, Tamai-Union Ripa La Fenadora 0-1, Triestina-Padova 1-3, Union Pro-Montebelluna 3-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 21 marzo: rifinitura alla Guizza per i Biancoscudati, Cunico alza bandiera bianca mentre Mazzocco è in dubbio




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