Live 24! Padova-Giorgione, -3: allenamento alla Guizza, assente Cunico

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Ore 21.30 – (L’Arena) Il Legnago è tornato da Arzignano con un punto, sfiorando la terza vittoria consecutiva che avrebbe anche meritato. Dopo il vantaggio biancazzurro grazie all’11esimo gol stagionale di Fioretti, a un quarto d’ora dal termine è arrivato il pareggio vicentino su rigore firmato dall’ex argentino Martin Trinchieri. Con una vittoria i biancazzurri sarebbero in zona salvezza, scavalcando Giorgione e Tamai. Invece tutto è rinviato a domenica, quando in riva al Bussè arriverà il Mezzocorrona. Ad assistere alla sfida tra Legnago ed arzignano c’era anche Luca Viviani, il centrocampista biancazzurro da due anni a Legnago sofferente per una borsite al ginocchio destro. È il fratello del ciclista Elia Viviani, argento agli ultimi Mondiali di Parigi e vincitore a Legnago nel 2004 del 40esimo circuito di Ferragosto. «Elia», racconta Luca, «aveva cominciato con il calcio giocando in porta nelle giovanili del Chievo. Poi da quando ha 8-9 anni ha praticato solo ciclismo. Anch’io a sei anni correvo in bici e giocavo anche a calcio: ma a 12 anni ho abbandonato la bicicletta per l’Hellas dove ho giocato nelle giovanili rimanendo in gialloblù fino a vent’anni con l’esordio in C1 a Salerno. Poi mi sono trasferito in C2 prima a Lecco (17 presenze e un gol) e poi nella Pro Patria (due stagioni con 35 presenze con promozione in C1). Quindi a Legnago per il campoionato nel 2013-’14 in D con 31 presenze e 4 gol. Anche Attilio, il terzo fratello Viviani, aveva iniziato con il calcio: ma a 13 anni ha preferito il ciclismo con il Luc Bovolone». Qual è il tuo ruolo preferito? «Ho comiciato come esterno d’attacco sia a destra che a sinistra. Nelle giovanili del Verona ha realizzato tanti gol». Domenica arriverà al «Sandrini» il Mezzocorona, squadra che sembra condannata alla retrocessione. Ma nel match di andata, lo scorso 9 novembre, battè il Legnago con un secco 3-0. «Avevamo qualche assenza e si giocò su un campo sintetico. Noi eravamo reduci da tre vittorie consecutive ed abbiamo perso male. Domenica non riperemo lo stesso errore». Cosa è cambiato nel Legnago dopo l’esonero di Leonardo Rossi e l’arrivo di Andrea Orecchia? «Tante cose: i metodi di allenamento e il modo di giocare soprattutto». Il Legnago si salverà direttamente o dovrà disputare i playout? «Rispetto a qualche settimana fa il nostro destino è nelle nostre mani. Se vinciamo tutte le gare siamo salvi. Abbiamo i giusti ingranaggi per giocarcela con tutte le squadre. Intanto cominciamo da domenica battendo il Mezzocorona. Poi saremo a Castelfranco Veneto con il Giorgione, altra importante sfida per la salvezza diretta».

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) «Qualcosa è cambiato, non c’è dubbio. Lo spirito della squadra in campo è diverso». Dopo un periodo di smarrimento, il Ripa Fenadora si è ritrovato, ne è sicuro il presidente Nicola Giusti. «Spero che la squadra continui a fare punti, che è quello che serve. Abbiamo fatto un passo avanti e bisogna continuare su questa strada, perché ancora la salvezza matematicamente non c’è», dice. «La classifica è molto corta e abbiamo la possibilità di scalare posizioni, non per entrare nei play-off che sono molto lontani ma di arrivare nelle posizioni a ridosso per dare comunque il giusto decoro a questo finale di campionato». Continuità. Mancano ancora otto partite e dopo essere tornata alla vittoria domenica scorsa contro il Tamai (terzo risultato utile consecutivo), l’Union cerca continuità. La squadra ha avuto due giorni di riposo e ha ripreso ieri ad allenarsi in vista dell’impegno casalingo contro l’Union Pro, avversario in grande forma. «Bisogna dare seguito ai risultati», sottolinea il presidente neroverde, che guarda al concreto: «La cosa che mi è piaciuta di più sono i 5 punti nelle ultime tre partite. Alla squadra ho sempre parlato nelle situazioni di criticità, che in questo momento non ci sono per cui non darò indicazioni. Passo a salutare, ma non c’è la necessità di fare discorsi». Sotto con l’Union Pro. «Speriamo di continuare a muovere la classifica», sottolinea Nicola Giusti. «Matematicamente non siamo fuori dalla palude e c’è la possibilità che la quota salvezza si alzi di qualche punto rispetto all’anno scorso. Credo ci vorranno 40-41 punti e bisogna fare ancora un po’ di punti». Adesso il Ripa Fenadora è a metà del guado, al nono posto con 35 punti, 4 in meno dalla coppia al sesto posto composta da Arzignano e proprio Union Pro, mentre dietro il tredicesimo posto è 5 punti sotto. Capitolo stadio Seren. Terminati i lavori all’impianto di Rasai, nei prossimi giorni lo studio tecnico e il Comune si trovano per verificare gli aspetti burocratici e poi viene chiesta la convocazione della Commissione di vigilanza dei pubblici spettacoli. «Il prossimo anno la prima squadra tornerà a giocare a Seren», annuncia il presidente del Ripa Fenadora Nicola Giusti, che conferma l’intenzione di utilizzare l’impianto di Rasai nei periodi caldi e il sintetico del Boscherai nella fase invernale. Il gol e la sirena. Quando l’Union segna, suona la sirena della fabbrica della Birreria Pedavena (quella che durante la settimana scandisce i turni degli operai). È un simbolo di partecipazione del territorio. L’iniziativa è in fase di rodaggio per entrare in funzione a pieno regime dalla prossima stagione. Il dispositivo che fa partire la sirena scatta con una telefonata, sia per le gare in casa che per quelle in trasferta della domenica pomeriggio.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Lauro Florean ha appena segnato una doppietta nel derby regionale contro il Kras. Tanto per scaldare l’altro derby, quello ben più atteso, di Sacile? «L’importante era prendere i tre punti, più che infilare la doppietta», risponde l’attaccante rossonero, ex Pordenone ex pure dei biancoreossi. Fu il primo colpo di mercato dei fontanafreddesi promossi. «Venivamo da un periodo negativo – ricorda Florean – ed era importante vincere, anche perché si trattava di uno scontro diretto, in cui i punti valevano doppio. Personalmente è andata bene: da metà gennaio non segnavo». – Quanto può divenire una vittoria corroborante per la squadra? «È stata di vitale importanza – ammette -. Arrivavamo da altri scontri diretti persi, anche immeritatamente. Era giusto reagire e a livello mentale è stato basilare vincere. Adesso dobbiamo continuare con la stessa prestazione di livello. Il risultato viene di conseguenza». – Domenica al XXV Aprile si confronterà con l’amico Dario Sottovia, reduce da un poker. Come la vede? «Contro il Kras ho giocato più avanti, da prima punta. Mi piace fare l’attaccante, a prescindere da prima o seconda punta. Forse partendo da esterno ero più lontano dalla porta e creavo meno pericoli. Però mi piace anche mandare gli altri a far gol. Non ho problemi ad adattarmi a tutti i ruoli offensivi, a due o a tre. Penso tuttavia soprattutto ai punti che ci mancano per la salvezza e che dobbiamo andare a prendere al più presto». – Lo scorso anno con il Pordenone contro la Sacilese entrò nel ritorno a gara in corso, senza segnare. Questa volta mira a fare meglio? «Mi manca un gol ai biancorossi, è vero. Riuscirci domenica sarebbe una bella soddisfazione. Ma sarebbe ancora meglio muovere la graduatoria di squadra». – Budget, organico e ambizioni molto diverse, ma Sacilese – Fontanafredda come finirà? «La classifica mostra tutta la diversità. Noi siamo molto giovani, a parte io, Malerba e Ortolan. Non abbiamo nulla da perdere contro i favoriti, loro, che penso facciano il miglior calcio della categoria. Pronostico 0-0, lo firmo adesso. Rimarrei a secco, ma andrebbe avanti il Fontanafredda».

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con il pari (0-0) ottenuto a Castelfranco Veneto la Clodiense allunga la striscia positiva di risultati utili (11) e mantiene inalterate le distanze sia dall’Arzignanochiampo (sotto di sei punti), che dal Belluno che precede i lagunari in classifica di due lunghezze. Ma con il Giorgione un punti o guadagnato o due punti persi? «Io credo che sia stato un buon punto – ammette l’allenatore lagunare Andrea Pagan – perché abbiamo giocato contro un avversario difficile, agguerrito e che ha giocato alla morte per vincere la partita. Noi probabilmente siamo stati meno brillanti e continui rispetto alle ultime prestazioni. Abbiamo però avuto alcune occasioni importanti per andare in gol con Casagrande, Piaggio e Pelizzer ma nel contentempo, specie nel finale, abbiamo anche rischiato anche di perdere concedendo qualche occasione di troppo e dove Luca Tiozzo ci ha messo una pezza». Quella sensazione di un certo rilassamento percepita la scorsa settimana, a Castelfranco si è palesata? «Non ho visto nessun rilassamento – ci spiega Pagan – ma fisiologicamente era impensabile pretendere di andare sempre al massimo, abbiamo forse tirato un po’ il fiato. Nonostante tutto è stata una prova di maturità e non abbiamo subito gol». I playoff sono ormai in cassaforte e domenica arriverà a Chioggia il Belluno. «Il punto con il Giorgione è stato utile per smuovere la classifica – conclude Pagan – e quindi abbiamo tenuto inalterato il distacco sia sotto con l’Arzignano che sopra con il Belluno. Domenica riceviamo il Belluno in una partita in prospettiva playoff e che dirà di che pasta siamo fatti». Partita che si preannuncia avvincente ma che non potrà essere giocata da Siega e Boscolo Davide Gioachina squalificati.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’amichevole è andata senza infortuni. E al giorno d’oggi, per il Belluno, è un’ottima notizia. Ieri il gruppo di Roberto Vecchiato ha disputato un allenamento anomalo giocando una partita amichevole contro i trentini del Bleggio, formazione di Prima categoria ospite per un pomeriggio dei gialloblù. Il match, a cui non ha preso parte Marco Duravia – il trequartista ha lavorato a parte -, si è concluso con il risultato di 6-1 per i bellunesi con reti di Corbanese (il bomber, tanto per non perdere l’abitudine, ha firmato una doppietta), Miniati, Posocco, Mosca e Pescosta. Oggi e domani, in vista del delicato match contro la Clodiense, allenamenti regolari. ECO – Attesa invece per l’ecografia a cui si sottoporrà questo pomeriggio Andrea Radrezza per conoscere l’entità dell’infortunio (sospetto stiramento) che lo ha fermato in allenamento martedì in seguito a una fitta accusata all’adduttore nel calciare il pallone. Oltre a lui restano indisponibili Pellicanò, Masoch e D’Incà. SQUALIFICHE – Il giudice sportivo della serie D ha squalificato fino al 1 aprile il massaggiatore del Ripa Marco De Din – fermato quindi per due giornate – per frasi offensive rivolte all’allenatore del Tamai. Squalificati anche Davide Boscolo e Nicholas Siega della Clodiense che salteranno dunque la sfida contro il Belluno.

Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno travolge in amichevole il Bleggio con il risultato di 6-1. L’undici allenato da mister Vecchiato ha svolto ieri pomeriggio al Polisportivo un test positivo contro la squadra trentina che milita in Prima categoria. Il Belluno sulla carta era evidentemente favorito, viste le tre categorie di differenza tra le due squadre, ma una buona prestazione fa sempre bene per il fisico e per il morale. Per i gialloblù sono andati in gol i rientranti Posocco e Mosca, Pescosta e Corbanese, da buon bomber ne ha messi a segno due. Nel primo tempo il Belluno è stata schierata la Prima squadra, mentre nel secondo sono entrati molti juniores. Gli allievi non sono scesi in campo a dare una mano perché impegnati in una partita di recupero. «Siamo tornati alla vittoria – commenta con una battuta il direttore sportivo Augusto Fardin – ma è stata una buona sgambata e una valida alternativa al solito allenamento. La partita è stata una sorta di premio per i nostri avversari che volevano giocare contro una squadra di livello superiore e la loro dirigenza è amica di mister Vecchiato, quindi siamo scesi volentieri in campo». L’avversario di domenica è di ben altro spessore, quella Clodiense che si trova alle spalle del Belluno in classifica, ma con un distacco di sole due lunghezze. Prima di tutto bisognerà non perdere, ma una vittoria sarebbe importante per consolidare la quarta piazza. Periodo sfortunato. Il Belluno tiene duro nonostante per la squadra gialloblù sono veramente settimane da dimenticare. L’allenatore Roberto Vecchiato ha visto accorciarsi la rosa giocatore dopo giocatore, il primo a salutare la compagni è stato Ruben D’Incà con la rottura del crociato, dopo è stata la volta di Yari Masoch (lesione al legamento della caviglia), quindi di Paolo Pellicanò (trauma al ginocchio). Ieri è arrivata l’ultima mazzata sulla banda gialloblù, che ha visto fermarsi anche Andrea Radrezza per un probabile stiramento; l’ecografia di domani potrà tracciare i tempi di un possibile recupero. Martedì Pellicanò ha provato a correre, ma il dolore lo ha fermato e il medico ha ordinato altri quindici giorni di riposo, mentre Masoch riprenderà domani la corsa. «Cosa posso dire? – continua Fardin – siamo sfortunati ma meglio sia capitato adesso che siamo tranquilli, perchè se fosse successo ad inizio anno sarebbe stato peggio. Approfitteremo della situazione per far giocare qualche ragazzo». Al lavoro per la prossima stagione. Il Belluno in classifica è più che tranquillo e il ds Fardin, insieme alla società, sta cominciando a pensare al prossimo anno. «È troppo presto per parlarne ma qualcosa si muove – conclude Fardin – non faremo stravolgimenti, ma l’obiettivo è di aumentare la rosa di una o due unità, anche se questo dipenderà da molti fattori. La cosa più importante, però, è riconfermare il blocco principale della squadra e non credo avremo problemi a farlo».

Ore 18.40 – (Trentino) Il messaggio era stato chiarissimo: se non arriveranno i rimborsi spese, noi non ci alleneremo più. E così è stato: ieri pomeriggio il “Comunale” di via Santa Maria è rimasto deserto, perché staff tecnico e giocatori del Mezzocorona hanno deciso d’incrociare (non solo metaforicamente) le braccia per protestare contro l’ennesima promessa mancata da parte del presidente Alberto Grassi. E, altra notizia ufficiale, anche l’allenamento di oggi è stato annullato. La scadenza del 10 marzo non è stata rispettata e, trascorsa un’ulteriore settimana, la situazione non è mutata di una virgola: il pagamento dei compensi relativi al mese di dicembre non è stato effettuato con buona pace di chi, con i soldi dell’ingaggio, deve (o dovrebbe) provvedere alle spese quotidiane di trasporto e di vitto. La seduta di martedì era stata annullata per permettere alla squadra juniores di disputare (con numeri “credibili”, visto l’elevato numero di giocatori che si dividono tra le due formazioni) il recupero del match di campionato contro l’Union Ripa La Fenadora. Ieri e oggi, invece, la scelta di non allenarsi è nata (comprensibilmente) all’interno dello spogliatoio: il gruppo è compatto e domani si ritroverà in via Santa Maria per decidere se scendere in campo o meno domenica prossima a Legnago. La sensazione è che giocatori e staff non abbiano intenzione di giocare contro una squadra in lotta per la salvezza, a meno che con un incredibile colpo di scena il presidente Grassi non effettui i bonifici promessi nel corso dei prossimi giorni. Ma come si presenterebbe all’appuntamento domenicale il Mezzocorona senza allenamenti nelle gambe e con la testa colma di pensieri “negativi”? Il campionato risulterebbe falsato, ma la colpa non sarebbe certamente di Lomi e dei suoi giocatori.

Ore 18.10 – (Il Piccolo) Ieri pomeriggio la Triestina ha ripreso ad allenarsi sul campo di Prosecco, ma questo non vuol certo dire che sull’orizzonte alabardato sia tornato il sereno. Anzi nella mattinata di ieri la squadra era ancora in stato – chiamiamolo così – di agitazione, tanto che la seduta mattutina era saltata. Insomma sembrava che la protesta cominciata martedì dovesse proseguire a oltranza, almeno in attesa che a tutti i giocatori non fossero arrivati i rimborsi. Come noto, infatti, martedì hanno ricevuto materialmente i compensi solo quattro giocatori, mentre il resto del gruppetto dovrebbe essere completato tra ieri e oggi, almeno secondo le parole di Pontrelli. Altro motivo di insoddisfazione da parte dei giocatori, il fatto che i rimborsi riguarderebbero una sola mensilità, mentre quelle pattuite per questa sessione erano almeno due, visto che il pregresso per qualcuno comincerebbe a essere ormai di qualche mese. Anche se qui le situazioni fra giocatore e giocatore sono diverse e il panorama piuttosto variegato e complicato da ricostruire. Poi però nel primo pomeriggio il gruppo alabardato si è ritrovato, squadra e staff si sono riuniti e di comune accordo hanno deciso di riprendere subito gli allenamenti, anche se non c’era stata ancora nessuna ulteriore verifica sull’arrivo degli altri bonifici. Un preciso segnale di buona volontà e un gesto di responsabilità quello di giocatori e staff tecnico, che significa anche la voglia di non perdere di vista il campionato e la preparazione alle partite. La volontà insomma di non perdere la concentrazione sul campo e sul pallone in questo momento decisivo del campionato. Allo stesso tempo, anche un segnale di buona volontà nei confronti della società, dalla quale però i giocatori giustamente prevedono il rispetto degli accordi e si attendono entro oggi il completamento di almeno un rimborso per tutti gli elementi della rosa. Se vogliamo, quello del ritorno in campo è anche una sorta di segnale distensivo in un momento che indubbiamente è di grande tensione, in attesa del rientro del presidente Marco Pontrelli che non ha certo preso bene le vicende di questi giorni e che dovrebbe tornare stasera a Trieste. Sicuramente parlerà con i giocatori, ma la speranza è che da ambo le parti ci sia senso di responsabilità e non si creino ulteriori frizioni, che in questo momento della stagione sarebbero davvero deleterie. Di sicuro in questi giorni il gruppo ha dimostrato di essere coeso e molto unito, in tutte le sue decisioni, con grande accordo fra giovani e senatori. Una dimostrazione di unità non certo semplice, quando ci sono pagamenti che arrivano solo per qualcuno e per qualche altro no, episodi che avrebbero potuto creare spaccature nel gruppo. E invece sia quando si è deciso di fermarsi che quando si è optato per riprendere, i giocatori hanno fatto blocco: anche questo un segnale di quanto questa rosa sia cresciuta proprio sotto il profilo umano e caratteriale, e di come sia pronta a combattere insieme a Ferazzoli per la salvezza, a partire da domenica quando la Triestina sarà impegnata a Montebelluna.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Importante, ma non fondamentale. Per il direttore sportivo del Venezia, Ivone De Franceschi, la partita che attende dopodomani il Venezia a Monza, contro la Giana Gorgonzola, può essere definita «la partita della stagione solo perché è la prossima». «Tutte le volte che abbiamo fatto questo ragionamento – spiega il ds – il campo ha poi dimostrato che non aveva senso. Sono otto le partite da giocare e il campionato non finirà sabato, né se si vince, né se si perde. Che questa sia una partita importante per la situazione di classifica, non lo nasconde nessuno, però io sono abituato a fare i conti solo alla fine». Intanto, si riparte dal 3-0 alla Cremonese, che ha soddisfatto De Franceschi. «Della prestazione ero stato contento anche a Novara, nonostante il risultato. Sabato scorso, è vero che la gara si è messa subito in discesa, ma ho apprezzato l’atteggiamento positivo che i ragazzi hanno messo in campo fin dall’inizio, con un impegno collettivo in tutte e due le fasi». Per l’ennesima volta, sabato, sarà comunque un Venezia in emergenza, visto che, tra squalifiche, infortuni e problemi vari, l’infermeria è ancora piena. Gli ultimi che si sono aggiunti alla lista sono Greco (gastroenterite) e Espinal (risentimento muscolare), con Peccarisi verso più il no che il sì, mentre per Bellazzini (nella foto) c’è qualche lieve speranza in più. «Valuteremo fino all’ultimo giorno la situazione con lo staff medico, poi faremo la conta. La grande emergenza, del resto, è un leit motiv dall’inizio dell’anno e l’unica possibilità è cercare di prepararci al meglio». Del resto, la Giana non va sottovalutata. «Rispetto all’andata ha cresciuto di molto tasso tecnico con gli inserimenti di Sinigaglia, Polenghi e Gasbarroni e gli ultimi risultati, nonostante la sconfitta interna con la Pro Patria, le hanno dato ragione. L’ho vista a Vicenza, dove meritava addirittura ancor di più della vittoria per 3-1 finale, per cui è un avversario da prendere con le molle, andando però lì senza partire sconfitti, ma per giocarci la nostra partita, cercando di impostarla secondo le nostre caratteristiche». Intanto è fissata per le 19.30 di sabato 28 la gara Albinoleffe-Venezia.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sempre più affollata l’infermeria del Venezia, che sta preparando la sfida di sabato sera (ore 19,30) a Gorgonzola contro la Giana Erminio. Match importante per staccare con sicurezza la zona play out in Lega Pro, distante appena 7 punti, essendo gli arancioneroverdi a quota 41 e proprio la Giana a 34. Preoccupa però la situazione degli assenti e dei probabili forfait, anche ieri il bollettino è stato infausto. Oltre a Maurizio Peccarisi e Tommaso Bellazzini ancora ai box, con speranze di recupero solo per quest’ultimo, ieri si è allenato a parte anche Espinal e c’è da sperare che non sia nulla di grave, ma solo uno stop precauzionale. Ma non è finita qui, perché ieri ha dato forfait pure Giuseppe Greco, l’autore del primo gol di sabato alla Cremonese: per lui una gastroenterite che non sarà facile smaltire entro sabato. E anche se dovesse guarire, certo non sarebbe al top della condizione. A tutto questo si sommano le due squalifiche, di Francesco Cernuto e Mattia Zaccagni, che sguarniranno ancora di più l’organico a disposizione. Ancora una volta mister Michele Serena dovrà fare di necessità virtù, soprattutto in difesa dove gli uomini saranno contati e a centrocampo, dove si potrà fare affidamento su Federico Varano ma anche, eventualmente, su Vincenzo Esposito: il giocatore è rimasto in «purgatorio» da fine gennaio, da quando aveva rifiutato il trasferimento ad Arezzo. Dopo una serie di partite viste solo da lontano, sabato scorso è stato chiamato in causa nel finale del match. E, dopo essere stato sdoganato, stavolta potrebbe partire titolare.

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Venezia sempre più in emergenza: ieri stop anche per Beppe Greco, costretto ad alzare bandiera bianca da un attacco di gastroenterite. Piove sul bagnato nel “lazzaretto” del Taliercio con Michele Serena che ha visto allenarsi a parte anche ieri Peccarisi, Bellazzini ed Espinal e tra i non arruolabili ci sono anche Cernuto e Zaccagni, che sabato sera non potranno giocare in quanto squalificati. Situazione per niente esaltante a tre giorni dalla partita contro la Giana Erminio, che rispetto alla vittoriosa trasferta di Vicenza recupera sia Polenghi e Recino, squalificati contro il Real. Come Pierluigi Penzo, anche Erminio Giana era un militare, ma il sottotenente del battaglione Aosta non tornò mai nella sua Gorgonzola, rimanendo sul terreno del monte Zugna a guerra quasi appena iniziata, nel 1916, per il Regno d’Italia. Trent’anni dopo, nel 1947, terminato il secondo conflitto mondiale, la Giana Erminio cercava un campo dove giocare e in soccorso arrivò la mamma del giovane alpino. Un terreno dove edificare lo stadio per la squadra che portava il nome del figlio caduto durante la Grande Guerra: un terreno ceduto al Comune di Gorgonzola, situato vicino al corso d’acqua che attraversa il paese, sul quale edificare un campo da calcio, racchiuso adesso tra la centrale via Milano, via Inzaghi, via dello Sport e via Buonarroti. Storia da epopea del calcio per il comunale di Gorgonzola, storia di una società che è l’unica tra i professionisti ad avere come denominazione un antroponimo. Così nasce la storia dello stadio comunale di Gorgonzola e, inizialmente, i dirigenti della Giana Erminio, in segno di riconoscenza per il lascito avuto dalla madre, decise di cambiare i colori sociali: maglia nera (in segno di lutto) con bordi bianchi, pantaloncini bianchi e calzettoni neri con risvolti bianchi. Negli anni successivi i colori sociali ritornarono a essere il bianco e l’azzurro. Sono serviti sei mesi per realizzare i lavori di ampliamento e adeguamento del vecchio impianto, lavori iniziati a inizio luglio e terminati a gennaio, poi sono stati necessari altri due mesi per ottenere i permessi e le omologazioni che certificassero l’agibilità per la Lega Pro. Un iter che ha visto anche tre sopralluoghi della Commissione provinciale di vigilanza e uno della Lega. Il nuovo stadio della Giana Erminio conta 3.840 posti a sedere, le spese dei lavori sono state sostenute dal presidente Oreste Bamonte, il quale ha ottenuto a nome della Giana una concessione di gestione e uso della struttura per 12 anni.

Ore 16.30 – Flash di Carmine Parlato a fine allenamento: “Cunico? L’abbiamo lasciato a riposo precauzionale perché ieri ha preso una botta nella partitella finale”.

Ore 16.20 – Qui Guizza: terminano partitella ed allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: eurogol di Petrilli, applaudito dai presenti.

Ore 15.40 – Qui Guizza: leggero problema alla spalla destra per Aperi, che si rialza dopo un minuto.

Ore 15.20 – Qui Guizza: iniziata la partitella a ranghi misti. Con gli Juniores in campo anche Cicioni, Salvadori e Dené oltre a Nichele e Ferretti.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento, prevista una partitella in famiglia con gli Juniores. Non vi parteciperà Cunico.

Ore 14.40 – (TuttoMercatoWeb) Se dovesse fallire il Parma (e non si sa se e quando questo avverrà) si pone un problema futuro per molte società: il sodalizio emiliano ha ceduto giocatori in prestito a diversi club, molti dei quali di Lega Pro, attraverso valorizzazioni e incentivi all’esodo, una politica su cui si può discutere poiché si tratta di decine e decine di calciatori, ma se la società Parma dovesse fallire a campionato in corso, i club di Lega Pro potranno incassare lo stesso quelle somme oppure no? TuttoMercatoWeb.com l’ha chiesto a Giuseppe Mangiarano, dirigente sportivo con esperienze in Serie B, anche come responsabile organizzativo del Padova. “So che alcuni creditori del Parma hanno chiesto il fallimento della società, e la proprietà del Parma dovrebbe presentarsi in udienza. O viene regolarizzata la situazione debitoria, oppure il giudice prende atto dello stato di insolvenza del club e nomina un curatore fallimentare – premette Mangiarano – Per quanto riguarda il discorso valorizzazione, ci sono dei discorsi che non andranno mai a buon fine: se c’è la squadra che ha preso quattro giocatori in prestito con la valorizzazione, la valorizzazione viene confermata solo alla fine della stagione. Alla società che prende il giocatore arriva un documento in cui si dice che sostanzialmente maturerà un premio per la stagione successiva; e al Parma arriverebbe una comunicazione della Lega secondo cui lo stesso Parma dovrebbe dare una certa somma all’altra società. La società del Parma, se fosse stata viva, avrebbe garantito questo disavanzo. Ma ora, non essendoci più un soggetto che potrà rispondere di questi debiti, anche le valorizzazioni non verranno mai riscosse. Però se non ci saranno impedimenti di natura burocratica, perché dovrà esserci il procedimento e la costituzione delle parti, nei prossimi giorni dovrà essere nominato un curatore fallimentare e si dovrà mettere all’asta il titolo sportivo, e dovrà essere diviso il ramo sportivo dal resto dell’azienda Parma”. Cosa accade a un ipotetico calciatore del Parma in prestito in un altro club se il Parma fallisce? Quel club dovrà pagargli comunque tutto l’ingaggio? “Questo è sicuro. In quel caso, il calciatore in prestito dal Parma tornerà federalmente alla società proprietaria, e se poi il Parma non dovesse iscriversi al campionato il 1° luglio, quel giocatore rimarrà libero. I pochi giocatori rimasti in comproprietà passerebbero definitivamente al tabulato dell’altro club che lo aveva, però se è in prestito, il calciatore dovrà essere pagato, la società non avrà la valorizzazione, e al 1° luglio quel calciatore sarà svincolato. È una questione che si ripercuote anche nelle categorie inferiori. E c’è anche un altro dato: quest’anno sono stati introdotti i prestiti biennali, non so quanti giocatori il Parma abbia ceduto ad altri club in prestito biennale, ma alla fine del primo anno in questo caso il calciatore non avrebbe più una società, e pure avrebbe lo status di prestito… Il caso è unico perché non si è mai verificato”. Fermo restando che, a livello di tesseramento, nel momento in cui il Parma dovesse essere dichiarato fallito, i giocatori che sono in prestito in altri club rimarranno lì fino a fine campionato… “Sì, questo sì. Il problema si porrà esclusivamente al 30 giugno: dal 1° luglio quei giocatori saranno svincolati, perché il prestito va dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo. Il problema che sta nascendo riguarda le valorizzazioni, perché se un calciatore di proprietà del Parma riesce a giocare un dato numero di partite con altra società, quella società dovrebbe maturare una certa cifra. Se il Parma non c’è più, non c’è nessuno che potrà pagare. La società che avrebbe dovuto riscuotere quei crediti, in quel caso dovrà organizzarsi diversamente”.

Ore 14.20 – Qui Guizza: l’allenamento odierno inizierà alle ore 15.00

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Emergenza in casa Real in vista del match di sabato con la Cremonese allo Zini. Se a centrocampo il problema di Marco Cristini, che già da martedì ha ricominciato ad allenarsi regolarmente con il resto del gruppo seppur con qualche precauzione, sembra essersi risolto, è allarme rosso in difesa dove Matteo Piccinni venerdì nella partita contro la Giana ha rimediato l´ottava ammonizione e quindi sabato sarà squalificato e dovrà guardare i suoi compagni dalla tribuna. A questo si aggiungono le precarie condizioni di Dario Polverini e Francesco Quintavalla: Polverini è stato fermato la settimana scorsa da una contrattura alla coscia, mentre Quintavalla è ancora alle prese con la frattura alla costola rimediata contro il Lumezzane. Per entrambi gli allenamenti di oggi e domani saranno decisivi e mister Marcolini deciderà solo all´ultimo minuto se schierarli o no contro la Cremonese, ma le probabilità al momento non sono molto alte. La retroguardia vicentina potrebbe essere quindi priva di due dei tre titolari, con solo Riccardo Carlini disponibile. La linea difensiva sabato potrebbe quindi essere inedita: Beccaro e Solini sono pronti a prendere il posto degli infortunati, ma Marcolini potrebbe anche trovare altre soluzioni come quella di schierare Vannucci a sinistra nella ormai consolidata difesa a tre biancorossa, come si è già visto negli ultimi minuti della partita di venerdì scorso quando il tecnico ha sostituito Solini con Ungaro, spostando indietro Vannucci. Ma non è solo Marcolini a dover fare i conti con un´affollata infermeria, anzi Giampaolo, allenatore della Cremonese, è tutta la stagione che lotta contro gli infortuni dei suoi e sabato dovrà far fronte alle pesanti assenze di Brighenti e Kirilov. Inoltre i lombardi portano sulle spalle il macigno della questione tra Jadid e i tifosi grigiorossi: dopo la nota ufficiale di lunedì della società, arriva il duro comunicato della Curva Sud Erminio Favalli che nella parte finale recita: «La posizione d´ora in avanti diventa categorica: quando in campo scenderà Jadid, per noi sarà come giocare con un uomo in meno e senza un capitano. Ha disonorato la Parola, la Maglia e la Curva e questo non verrà tollerato». Come se non bastasse il malcontento dilaga a Cremona anche per la posizione di classifica dei lombardi che rischiano i playout. Si vocifera anche che una sconfitta contro il Real potrebbe portare all´esonero di Giampaolo.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Dietro un look da integralista con barba lunghissima e curata, Dario Toninelli è dogmatico solo con le punte più scorbutiche. «E la Pro Patria dietro magari non sarà irresistibile ma davanti ci sa fare parecchio – avverte il terzino – guardate il cast dei loro attaccanti: Serafini, Candido e Baclet che tra l´altro all´andata ci segnò un gol pazzesco… Tutta gente che può colpire in ogni momento». E sul terno secco infilato in esterna ha una sua idea. «Forse abbiamo rintracciato la concretezza che ci era mancata in passato. Farlo adesso è un buon segno perchè è d´ora in avanti che si scrivono i destini del campionato. Probabilmente siamo meno brillanti di prima però si è guadagnato in praticità e alla fine è alla sostanza che bisogna badare». Adesso che in viaggio Bassano le suona al mondo intero, fa quasi dispiacere tornare a casa. «Ma no – ribatte il difensore al quarto anno di servizio in giallorosso – è vero che in trasferta andiamo forte con 29 punti conquistati su. 55, ma va anche sottolineato che sinora abbiamo disputato più gare lontano dal Mercante che nel nostro stadio, dove comunque si è raccolto 26 punti che non sono affatto pochi. Non è un problema rientrare nel nostro catino, lo sarà di più affrontare la Pro Patria, una formazione rivitalizzata da due vittorie di fila che verrà da noi per proseguire la striscia vincente o quantomeno per strappare un punto: immagino che saranno molto coperti concedendo pochissimi spazi come fanno quasi tutti quelli che vengono in visita». «Di sicuro siamo sereni e spensierati – garantisce Dario – sono quelle davanti che devono afferrare la B. Noi puntavamo a salvarci e ci siamo riusciti con 4 mesi di anticipo, ora inseguiamo il sogno del quarto posto playoff, ci siamo e miriamo a blindarlo. Se poi sapremo rosicchiare qualcosa chi ci precede meglio ancora. Ma in rilassatezza, stiamo fabbricando una stagione inimmaginabile e vogliamo godercela sino in fondo. Chi vedo favorita per il salto in B? Dicono tutti il Novara che a nomi in effetti è la migliore ma dà l´impressione di giocare molto in souplesse. A me ha impressionato molto di più l´Alessandria, combattiva, tenace e di qualità». Chiama il popolo giallorosso al velodromo, Toninelli. «Sabato alle 17 è l´orario ideale per venire alla partita. Mi aspetto che la nostra gente ci stia vicina come sempre. Chi lavora ha già finito e il match finisce in tempo perchè poi i tifosi tornino a casa per cena o vadano a mangiarsi la pizza».

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Contro il Catania ha sofferto guardando i compagni dalla tribuna, fermato dalla squalifica rimediata a Pescara. «Mi dispiace molto per quel cartellino giallo – spiega Andrea Cocco – perché, come ho detto subito, potevo evitarlo. Però ero in diffida da tanto tempo e prima o dopo doveva capitare. Peccato soprattutto perché proprio nel turno in cui mancavo io si è fermato anche Petagna e la squadra un po’ ne ha risentito. Di sicuro non siamo stati fortunati». Il Vicenza contro il Catania non è riuscito a vincere, ma ha centrato il decimo risultato utile consecutivo che ha portato i biancorossi al terzo posto in classifica della Serie B, a tre punti dal Bologna, una situazione impensabile all’inizio del torneo. «La squadra è stata rifatta in dieci giorni a campionato in corso e probabilmente nessuno osava nemmeno pensare che le cose andassero così bene – continua il bomber – All’inizio abbiamo sofferto, ma non poteva essere diversamente. Poi, con l’arrivo di Marino in panchina, la svolta: ci ha dato un’identità precisa di gioco e una mentalità propositiva. Poi l’ambiente di Vicenza ha fatto il resto, con i tifosi che sono fantastici. Dopo quasi un anno che sono qui posso dirlo: a Vicenza si sta proprio bene». Cocco in biancorosso ha ritrovato serenità e anche la via del gol, considerato che l’attaccante sardo è già a quota 13. «Sono molto contento, ho già superato il mio record personale e qui segnare la prima tripletta da professionista mi ha dato un’emozione forte – aggiunge la punta – Soprattutto perché sono stati gol che hanno portato i tre punti contro il Perugia. Spesso mi chiedono se penso alla classifica cannonieri, ma il mio primo pensiero è fare bene per il Vicenza partita dopo partita». Il prossimo impegno vedrà i biancorossi di Pasquale Marino affrontare sabato prossimo il Modena che ha centrato otto punti nelle ultime quattro gare. «Troveremo una squadra che, dopo il cambio dell’allenatore, ha fatto bene e non ha preso gol negli ultimi tre match giocati contro avversari di valore come Brescia, Frosinone e Bologna – chiosa Cocco – Sarà una partita complicata, ma la cosa non ci preoccupa perché in Serie B non ci sono gare facili. Siamo pronti a lottare su tutti i palloni e a dare il massimo per portare a Vicenza i tre punti». A salvezza acquisita, il Vicenza può guardare in alto. In B nel torneo 1986-1987 il Pescara di mister Galeone ottenne la promozione in Serie A da ripescata tra i cadetti, un precedente che il Vicenza potrebbe emulare. «Non so dove possiamo arrivare – conclude l’attaccante – Meglio andare avanti pensando una partita alla volta, cercando di ottenere sempre il massimo. Non siamo appagati, abbiamo tanta voglia di fare bene e di regalare ancora tante gioie al nostro meraviglioso pubblico».

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Vicentini per il Vicenza. I tifosi la loro parte l´hanno sempre fatta anche negli anni grami e ora che stanno vivendo un incredibile sogno anche di più. Adesso potrebbe essere la volta degli imprenditori, in questo caso non sugli spalti del Menti ma in una trattativa per rilevare la proprietà del club. Non se ne parla da oggi, anzi. Ma oggi le basi sembrano essere diverse, più concrete. È il segnale che arriva da un incontro che si è svolto, come già abbiamo riferito nell´edizione di ieri, martedì sera. Sergio Cassingena, nella sua veste di presidente di Finalfa, la finanziaria che controlla oltre il 90 per cento delle quote del Vicenza Calcio, ha invitato alla riunione un ristretto gruppo di imprenditori per verificare se ci siano le basi per parlare di un passaggio di proprietà della società di via Schio. È la cosiddetta opzione-2, così come l´abbiamo chiamata per distinguerla dalla trattativa che stanno conducendo con un gruppo di investitori stranieri l´advisor Gallovich e il presidente biancorosso Cunico. A proposito: quest´ultimo non era presente all´incontro di martedì sera perché da alcuni giorni bloccato a casa da un attacco febbrile, che fra l´altro gli ha impedito anche di assistere alla partita con il Catania lunedì sera. Alla riunione c´erano invece il direttore generale del Vicenza Andrea Gazzoli e il direttore sportivo Paolo Cristallini. E già questo dice che non si è trattato di una semplice chiacchierata, ma che si è voluto offrire a chi potrebbe essere interessato alla trattativa alcuni dati molto operativi. Di quanto si siano detti le parti poco è filtrato, ma su un punto non sembrano esserci dubbi: la base del possibile accordo prevede che sia ceduta la maggioranza delle quote del Vicenza Calcio, ripartite probabilmente tra una decina di acquirenti ma alla fine potrebbero essere anche di più. Su un altro punto si sarebbe già fatta chiarezza: il centro tecnico Morosini di Isola Vicentina in ogni caso rimarrà fuori dalla trattativa, anche perché, tra l´altro, non è di proprietà del club ma della società River e di quella che fa riferimento ad Aronne Miola. C´è poi un´altra questione: in che rapporto sta questo tentativo di coinvolgimento degli imprenditori vicentini con l´altra trattativa in corso, quella con il gruppo straniero, che comprende un investitore del Qatar? Nessun rapporto, nel senso che sono indipendenti l´una dall´altra e anzi, la sensazione è che se dovesse andare avanti il discorso con i vicentini questo significherebbe fermarsi, almeno temporaneamente, con l´altra trattativa. E peraltro l´arrivo in Italia dei due principali esponenti del gruppo straniero, più volte rinviato, sarebbe programmato alla fine di questa settimana, al massimo nella prossima. Ma torniamo all´incontro che si è svolto con il gruppo di imprenditori vicentini: è stato soltanto il primo, ma ha lasciato la porta aperta a futuri sviluppi, tanto è vero che le parti hanno fissato un nuovo appuntamento tra una quindicina di giorni. A quel punto, è lecito immaginare, per tirare le prime somme, visto che già l´incontro di martedì sera è servito a mettere a fuoco molti dei punti più importanti del possibile accordo.

Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Andrea Petagna ne avrà per alcune settimane, dunque non sarà a disposizione per la partita di sabato 21 a Modena e per quella con la capolista Carpi al Menti sabato 28 marzo (inizio alle 18). L´esito della risonanza magnetica cui è stato sottoposto l´attaccante ha confermato la diagnosi iniziale: lesione, di primo grado, al gemello mediale sinistro. La nota pubblicata sul sito del Vicenza Calcio indica in alcune settimane i tempi previsti di recupero per lo sfortunato giocatore, costretto a lasciare il campo infortunato dopo appena 23 minuti dall´inizio della sfida di lunedì sera con il Catania. Un verdetto prevedibile quello dell´esame specialistico, che lascia quindi il tecnico Marino con un solo centravanti di ruolo a disposizione, il bomber Cocco, che a Modena rientrerà dopo aver scontato il turno di squalifica. L´allenatore biancorosso ha già dimostrato ampiamente di saper fare di necessità virtù e probabilmente in questi giorni proverà comunque soluzioni alternative per il reparto offensivo. E d´altra parte già nella gara con il Catania, malgrado l´infortunio di Petagna e un terreno di gioco che di certo non favoriva la qualità di manovra, il Vicenza ha mostrato comunque la capacità di essere pericoloso in fase offensiva. La squadra ha ripreso la preparazione ieri al centro tecnico di Isola. Oltre a Petagna, non hanno preso parte all´allenamento con i compagni Manfredini e Sciacca. Non c´era neppure Vigorito, quest´ultimo però solo perché segue un programma personalizzato da quando è stato frenato da un problema al ginocchio. Manfredini invece non ci sarà neppure a Modena, così come Sciacca. Sono in costante progresso le condizioni di Ragusa, che lunedì sera è andato in panchina. Ma per rivederlo in campo ci vorrà ancora un po´ di tempo, anche perché sarebbe inutile prendere rischi adesso che il traguardo appare così vicino. La squadra proseguirà gli allenamenti in vista della sfida a Modena oggi pomeriggio e dal campo potrebbero arrivare indicazioni utili a capire quale può essere la squadra che Marino ha in mente per sabato.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Stagione finita per Schenetti. Il centrocampista è stato operato ieri al policlinico di Pavia dal dottor Francesco Zanon per rimediare alla lacerazione dell’adduttore che si era procurato nella sfida con la Virtus Entella. Un campionato da dimenticare per lo sfortunato giocatore granata che ha collezionato appena cinque presenze. Dopo l’esordio alla prima giornata con il Modena, era stato impiegato nella sfida in trasferta con il Varese (13 ottobre), ultima apparizione prima di un lungo stop a causa di un’infiammazione ossea al ginocchio. Tanto da rientrare solo in occasione del match pareggiato fuori casa con il Pescara (7 febbraio). Quindi la presenza nell’undici titolare con il Bologna, e poi appunto con la Virtus Entella l’ultimo spezzone di partita con tanto di nuovo forfait che lo costringerà a restare ai box fino al termine del campionato. Intanto, ieri è stato il primo giorno di lavoro sul campo per Christian Panucci che ha preso il posto di Ezio Gelain sulla panchina del Livorno, avversario sabato alle 15 della truppa di Foscarini. L’ex difensore della Nazionale ha parlato ai giocatori, dopodiché è iniziato l’allenamento vero e proprio al termine del quale è seguita la conferenza stampa al centro Coni di Tirrenia. «Voglio intensità, voglia e umiltà. Ora testa bassa e pedalare, concentrati sul Cittadella», sono state le prime parole di Panucci, che nella sua avventura al Livorno avrà come vice Stefano Eranio. «Sono molto felice. Spinelli mi ha messo nelle condizioni di poter lavorare con tranquillità. Ho cominciato la carriera di giocatore con lui al Genoa, e ora sempre con lui inizio la carriera da allenatore. Cercherò di fare il massimo. La squadra ha un potenziale importante, adesso bisogna tirare fuori l’orgoglio. C’è da lavorare anche sulla testa sul morale dei ragazzi». Quindi ha indicato le linee guida: «Per me viene prima il gruppo. Chi merita gioca, chi non merita sta a guardare. Ho trovato lo spogliatoio collaborativo e determinato a uscire dal tunnel. Ai ragazzi ho spiegato che nella carriera di un giocatore arriva il momento dei fischi e bisogna saper reagire». Quanto all’aspetto tattico il Cittadella non dovrebbe trovare un Livorno molto diverso da quello proposto dai predecessori di Panucci. «Non rivoluzionerò quanto visto negli ultimi tempi. Manterrò la difesa a tre, mentre devo valutare se confermare il centrocampo a cinque o se utilizzare un trequartista dietro alle due punte». Con i toscani, tra l’altro, giocano anche gli ex biancoscudati Mazzoni, Vantaggiato e Jelenic.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Potrebbe esserci l’ingresso in società di qualche sponsor? «Non lo so, l’argomento non è stato affrontato in questi termini. La nostra disponibilità non manca, ma non vogliamo chiedere cose che non sappiamo se possono esserci date». Così su un’eventuale ipotesi di azionariato diffuso rivolto alle aziende, con tanti soggetti ad acquisire piccole quota: «Un buona idea a cui non avevo pensato. Bisogna mettere in moto la fantasia per capire la strada migliore da percorrere». L’amministratore delegato Roberto Bonetto ha detto che dopo Pasqua farà sapere qualcosa sul fronte nuovi soci. Vuol dire che è in corso una trattativa? «Stiamo lavorando sotto traccia. Dobbiamo fare i nostri programmi con equilibrio, evitando un passo più lungo della gamba». Come ha festeggiato il compleanno? «In mattinata di buon’ora è arrivata la telefonata d’auguri dei miei quattro nipotini, anzi tre visto che uno è troppo piccolo per parlare. Mi è bastato questo per rendere bella la giornata». Nel pomeriggio Bergamin ha raggiunto la squadra, ricevendo il classico coro augurale e ricambiando con le paste: «I giocatori lo fanno sempre e io mi sento uno di loro».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Il riconoscimento morale a cui il presidente fa riferimento è legato al fatto che l’estate scorsa, al momento della mancata iscrizione al campionato del vecchio Padova, la Lega di serie B, con una decisione poi annullata dal Coni, non prevedeva i ripescaggi e così il Vicenza ha poi beneficiato di un diritto che altrimenti sarebbe spettato ai biancoscudati. «In quel periodo, con un po’ di buon senso, le cose sarebbero potute andare in maniera sicuramente diversa. La realtà, però, è un’altra, inutile immaginare quello che poteva essere e tornare indietro è solo un recriminare da tifoso». E infatti il Padova sta guardando avanti, al di la della categoria da affrontare. L’altra sera al ristorante Tezzon di Camposampiero i due soci Bergamin e Bonetto si sono incontrati con sponsor, inserzionisti e partner. «C’erano alcuni rappresentanti delle tante aziende coinvolte. Ci vedremo a gruppi e quello di martedì era solo il primo incontro a cui ne seguiranno altri». Lo scopo? «Una serata in amicizia per permettere alle persone che ci sostengono di conoscersi tra loro e per ringraziarle, sperando che continuino a darci una mano. È gente simpatica e appassionata e per noi, indipendentemente dal contributo fornito, sono tutti importanti».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Un doppio salto dalla serie D alla serie B. È questa l’ipotesi ventilata l’altra sera dal sindaco Massimo Bitonci, ospite a Vigonza insieme ad alcuni giocatori del Padova della manifestazione “Obiettivo 9.000” organizzata dal club Avis Biancoscudata per promuovere la donazione del sangue. Secondo il primo cittadino, all’auspicata promozione sul campo in Lega Pro, viste le varie società di categoria superiore in difficoltà economiche, potrebbe aggiungersi quella nel campionato cadetto tramite ripescaggio. Solo un sogno? «Se lo dice il sindaco – replica il presidente Giuseppe Bergamin, che ieri ha compiuto 63 anni – io ci credo, anche se non so quali meccanismi debbano essere messi in moto». Un’ipotesi che comunque non dispiacerebbe affatto al numero uno del Padova: «Sarebbe una bella opzione che darebbe una grande spinta, pur con gli sforzi che ne conseguirebbero. Moralmente forse questo dovrebbe esserci riconosciuto, anche se la conquista della categoria sul campo sarebbe la cosa più lineare». Poi aggiunge: «Se una società è sana, ha i conti a posto e rispetta le regole non credo sarebbe scandaloso se venisse premiata».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Si riduce l’elenco degli infortunati, si allunga quello dei giocatori a rischio squalifica. Nella doppia seduta svolta ieri agli impianti della Guizza si sono regolarmente allenati Nichele e Ferretti, ormai ristabiliti dai rispettivi problemi muscolari, ma non al meglio della condizione fisica dopo qualche settimana di stop. Ha iniziato a lavorare con il pallone Busetto che sta archiviando l’infortunio al legamento rimediato a gennaio ma che non è ancora in grado di tornare completamente in gruppo. Nessuna squalifica da parte del giudice sportivo tra le fila di Padova e Giorgione, avversario domenica all’Euganeo. È andato in diffida il giovane Bortot che si aggiunge a Degrassi, Nichele, Amirante e Ferretti. Multa di 500 euro, infine, alla Triestina, con riguardo al derby al “Nereo Rocco”, per l’esplosione di due petardi e l’accensione di un fumogeno prima della gara. Come noto, tre dei prossimi quattro impegni dei biancoscudati saranno in casa. Dopo il Giorgione, all’Euganeo verranno affrontati il Dro (gara anticipata a sabato 28 alle 15) e la Sacilese il 12 aprile. In mezzo la trasferta con la Clodiense programmata per il 2 aprile (giovedì di Pasqua), con calcio d’inizio alle 17.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Tra le beffe che i tifosi biancoscudati hanno dovuto subire c’è anche quella che, in caso di iscrizione in Lega Pro, il Padova sarebbe stato molto probabilmente ripescato in serie B al posto del Vicenza. Ecco perché lo stesso Bitonci, aspettando la promozione in Lega Pro della Biancoscudati Padova, lancia qualcosa che sta nel mezzo tra una provocazione e un annuncio: «Io butto lì questa ipotesi, perché non sperare in un ripescaggio in B?», sorride il sindaco. «Sappiamo che nel panorama calcistico ci sono molte società in difficoltà economiche pesanti, tanto quanto il vecchio Padova. L’auspicio è che queste società risolvano le loro posizioni, ma se non dovesse essere, potrebbe anche prospettarsi un doppio salto per una società sana e ben gestita come la Biancoscudati Padova». Penocchio tace. E intanto, com’è ormai sua consuetudine da quasi un anno, Diego Penocchio continua a stare lontano da Padova e con la bocca cucita. Nonostante quanto stia emergendo nelle ultime ore, con la posizione dei vertici societari del vecchio Calcio Padova che a livello giudiziario sembra farsi piuttosto pesante. Da una parte c’è il prestito richiesto al Credito Sportivo che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia in ottica fallimento. Dall’altra, quanto filtra dalla Procura, che sarebbe pronta a contestare il reato di evasione fiscale, per oltre un milione di euro, al Calcio Padova, nei 12 mesi successivi al passaggio di proprietà del 2013. Penocchio, al riguardo, continua a non esporsi: «Non ho nessuna dichiarazione da fare, non dico niente», le sue uniche parole, anche ieri.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Eventualità che Massimo Bitonci vuole assolutamente scongiurare e per questo il primo cittadino ha confermato il suo intento di dichiarare istanza di fallimento se le cose non dovessero cambiare: «Fino a martedì avevamo queste intenzioni, visto che non si era più fatto sentire nessuno«, ha spiegato. «Dopo l’uscita degli articoli (sul mattino di Padova, ndr)in tal senso, siamo stati contattati dai legali della società, che ci hanno detto che si poteva trovare una soluzione. La stiamo aspettando, anche perché in un primo momento avevamo accettato l’ipotesi transativa che prevedeva da parte nostra l’acquisto del titolo sportivo come parziale compensazione di un debito che, ricordiamo, si aggira sui 300mila euro». A muoversi, così come filtra, sono stati i legali della Unicomm, a conferma che il gruppo di Marcello Cestaro è ancora coinvolto in prima linea per evitare il fallimento. Ma dopo tante parole al vento, a cominciare dalla scorsa estate, Bitonci è fiducioso che possa essere raggiunto un accordo? «Fino a un certo punto», nicchia il sindaco. «È passato quasi un anno dalla mancata iscrizione e noi vogliamo ottenere, tra le altre cose, quello che tanti tifosi ci chiedono: ovvero il nome Calcio Padova 1910. L’importo è molto alto e sono soldi dei padovani, che vanno restituiti. Noi a luglio in poche settimane ci abbiamo messo una pezza e siamo felici che questa pezza si sia rivelata una realtà importante».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Una settimana di tempo. Giorno più o giorno meno. Ma non molto di più. Questo l’ultimatum lanciato dall’amministrazione comunale di Padova nei confronti del Calcio Padova 1910. In poche parole: o si trova un accordo credibile e immediato per la restituzione del debito che la società calcistica ha contratto nei confronti di Palazzo Moroni (il che comporta restituzione anche di nome e logo), oppure sarà lo stesso Comune ad inoltrare istanza di fallimento nei confronti del club di Penocchio. Il sindaco Bitonci, infatti, sembra essere piuttosto preoccupato dell’immobilismo venutosi a creare nei primi due mesi dell’anno. Dopo la richiesta di concordato avanzata dai legali del Padova lo scorso dicembre e la rinuncia allo stesso concordato ufficializzata a febbraio, dopo che il legale Mattia Grassani e la società vicentina di brokeraggio Nipa avevano ritirato le proprie istanze di fallimento, non si è più mossa una foglia. O almeno non ci sono stati i passi avanti che i creditori auspicavano. Il piano di ristrutturazione dei debiti ancora non è stato presentato: un ritardo dovuto a qualche intoppo, a serie difficoltà o ad una strategia ben precisa? Non è escluso che gli avvocati del Calcio Padova vogliano ritardare il più possibile il corso degli eventi per provare ad arrivare alla prescrizione.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il club “Avis Biancoscudata”, presieduto da Giancarlo Agostini, ha intanto organizzato due sere fa al teatro Quirino De Giorgio di Vigonza un evento dal titolo emblematico: “Un goal per la vita – Obiettivo 9.000”. Novemila, infatti, sono le sacche di sangue che mancano per rendere la provincia di Padova autosufficiente e coprire il fabbisogno di sangue senza dover ricorrere all’aiuto di province limitrofe. I rappresetanti del club hanno trovato il pieno appoggio della società biancoscudata, e sul palco sono saliti i giocatori Salvadori, Ilari, Petrilli e Mazzocco, il team manager Pontin ed il collaboratore tecnico Marco Bergamin, oltre al sindaco di Padova Bitonci ed a quello di Vigonza Tacchetto. Il club ha strappato al Padova la promessa di un’amichevole infrasettimanale a sostegno dell’Avis.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) “La domenica dobbiamo essere un tir che va a scontrarsi contro gli avversari”, spiega Parlato. “L’adrenalina sta aumentando, e vi accorgerete che da qui in avanti gli obiettivi di tutti si faranno ancora più importanti e l’unico modo che abbiamo di gestire il nostro vantaggio è scendere in campo al massimo lasciando da parte tutto il contorno”. Nemmeno le cinque gare in casa (delle otto rimanenti) sono un vantaggio: “Anche perché fino ad ora è in trasferta che abbiamo fatto meglio. Quindi voglio un Padova più concentrato, che sappia leggere e gestire bene la partita”. Ultima, ma prima per importanza per un allenatore che del volare basso ha fatto il suo biglietto da visita, la caratteristica richiesta alla squadra dal punto di vista mentale: “Basta una prestazione sbagliata o un gol preso malamente, e sarei costretto a mettere delle toppe alla situazione. Io voglio che nella mia squadra ci siano delle persone serie, che vadano avanti trascinate dall’entusiasmo dell’ambiente ma che sappiano che il momento di fare festa non è ancora arrivato. Siamo contentissimi della nostra situazione in classifica, i giocatori ci stanno dando dentro, ma da adesso in poi vi accorgerete che arriverà pane duro per noi”.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Due gare davanti al pubblico dell’Euganeo per puntare a dare un ulteriore strappo al campionato. Questo l’obiettivo dei Biancoscudati: battere Giorgione e Dro per scollinare, agli inizi di aprile, quota 70 punti e rispedire indietro le gufate che piovono da Valdagno. Come riuscirci? Le armi in possesso di Parlato sono tre. Squadra al completo. Questa la prima bella notizia di metà marzo. Con Busetto ormai avviato verso il recupero (anche se gli ci vorranno almeno altri dieci giorni di allenamenti personalizzati) e Ferretti e Nichele ormai pienamente reintegrati, Parlato ha tutti gli effettivi a disposizione e per non incappare in nuovi guai se li tiene stretti: “Da oggi fermiamo il tour delle amichevoli”, l’annuncio del tecnico biancoscudato. “Non vogliamo rischiare a questo punto del campionato, preferisco averli tutti sotto controllo, e i test magari li riprenderemo tra qualche settimana”. Oggi, dunque, tutti alla Guizza (dove ieri i giocatori hanno festeggiato il compleanno del presidente Bergamin) e momentaneo stop al tour della provincia.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E sin qui nulla di strano, ma nel frattempo i giorni passano e l’accordo di concordato con ristrutturazione del debito di 13,4 milioni di euro secondo l’articolo 182bis della legge fallimentare rimane bloccato e appeso alla firma del commissario D’Alessio. Una volta ottenuta la sottoscrizione, la percentuale dei creditori che avrebbero sottoscritto l’accordo con la proprietà del Calcio Padova Spa, supererebbe di gran lunga il 60% richiesto, arrivando a sfiorare il 73% del totale degli aventi diritto. Questo permetterebbe alla vecchia società (tornata in bonis dopo aver rintuzzato le istanze fallimentari dell’avvocato Grassani e della società Ni.pa) di evitare il fallimento e di essere liquidata. Transazione, questa, peraltro già sottoscritta in libera anche dal Comune di Padova che deve recuperare una cifra di 300 mila euro non ancora incassata. Bitonci è intervenuto nuovamente martedì sera a una serata organizzata dal Club Avis Biancoscudata, specificando di voler concedere «alla vecchia proprietà qualche giorno» per poi valutare «se procedere con un’eventuale istanza di fallimento» Bitonci ha poi lasciato trapelare la possibilità di un doppio salto di categoria dei Biancoscudati. «Molte società in B sono in difficoltà – ha detto – e potrebbe anche presentarsi la possibilità di un ripescaggio fino in Serie B». Peccato che i regolamenti non consentano l’operazione.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La domanda che continua a rimbalzare nelle ultime ore e che è alla base dell’inquietudine del sindaco Massimo Bitonci riguardo al destino del Calcio Padova Spa è la seguente: perché sul definitivo ok del Credito Sportivo alla proposta di saldo del debito di 2,114 milioni di euro presentata dai legali dell’ex presidente del Padova Diego Penocchio tarda? I dubbi cominciano a farsi strada, visto e considerato che, nonostante le rassicurazioni verbali fornite da tutte le parti in causa, il commissario dell’istituto, Paolo D’Alessio, dopo aver dato un assenso di massima, non ha ancora inviato il documento scritto necessario all’ottenimento dell’accordo. E questo nonostante l’interessamento del presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi che, da diverse settimane ormai, sta seguendo la vicenda considerati i rapporti istituzionali molto stretti con il Credito Sportivo. A forza di insistere, si è scoperto il perché del ritardo. È emerso un intoppo tecnico (nessuno fra le parti in causa ha voluto ieri sera chiarire di quale natura sia) su un immobile di Penocchio fornito a garanzia della cifra da pagare. Il Tribunale di Padova e il giudice Caterina Zambotto lo scorso 15 dicembre avevano ritenuto credibili le garanzie fornite dall’imprenditore bresciano, specificando però come, date le tempistiche connesse all’inter deliberativo dell’Istituto di Credito, sarebbe servito altro tempo per arrivare alla quadra finale.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il sostituto procuratore Marco Peraro ha aperto una seconda inchiesta sulla triste parabola del Calcio Padova, sparito dai radar del calcio che conta a luglio dello scorso anno. L’accusa che regge il nuovo incartamento, dopo quello per bancarotta che vede indagato il presidente (di una società che è solo una scatola vuota) Diego Penocchio e l’amministratore delegato del «vecchio» Padova, Andrea Valentini, è la violazione dell’articolo 10 bis del decreto legislativo 74 del 2000, ovvero quello che regola la materia fiscale. In pratica il Padova non avrebbe versato Iva e fatto trattenute contributive sugli stipendi (non pagati) dei dipendenti, come impone la legge. Il fascicolo è solo all’alba mentre continua ad aumentare il «conto» del buco lasciato dalla vecchia gestione. Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza Penocchio avrebbe evaso almeno un milione di euro nell’arco dei dodici mesi in cui è stato alla guida del Calcio Padova. L’indagine era partita dal pm Benedetto Roberti nella primavera 2014, contestando a Penocchio e Valentini la violazione dell’articolo 2638 del Codice di procedura civile («essere stati di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza»). Il sospetto è che a Padova possa succedere quanto accade a Parma, dati anche i legami tra le due società calcistiche: dirigenti e giocatori soprattutto. Mentre si gioca la partita parallela del fallimento di fronte al Tribunale padovano.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventisettesima giornata, domenica 22 marzo ore 14.30): AltoVicentino-Tamai, Clodiense-Belluno, Dro-ArziChiampo, Kras Repen-Mori S. Stefano, Legnago-Mezzocorona, Montebelluna-Triestina, Padova-Giorgione, Sacilese-Fontana fredda, Union Ripa La Fenadora-Union Pro

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 63, AltoVicentino 55, Sacilese 49, Belluno 47, Clodiense 45, ArziChiampo e Union Pro 39 Montebelluna 36, Union Ripa La Fenadora 35, Fontanafredda 34, Tamai 31, Giorgione e Legnago 30, Dro 26, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati in tempo reale della ventiseiesima giornata: ArziChiampo-Legnago 1-1, Belluno-Dro 1-1, Fontanafredda-Kras Repen 3-1, Giorgione-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Sacilese 0-4, Mori S. Stefano-AltoVicentino 0-3, Tamai-Union Ripa La Fenadora 0-1, Triestina-Padova 1-3, Union Pro-Montebelluna 3-1.

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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 marzo: doppia seduta di allenamento per i Biancoscudati, ormai stabilmente in gruppo Nichele e Ferretti. Torna a lavorare col pallone anche Busetto.




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