Ha suscitato comprensibilmente molto scalpore e alimentato ampio dibattito fra i tifosi l’uscita del sindaco Massimo Bitonci a proposito di un doppio salto di categoria che potrebbe attendere il Padova in caso di promozione in Lega Pro. Le parole del primo cittadino, però, cozzano con gli attuali regolamenti, che chiudono la porta al ripescaggio biancoscudato in caso di fallimento di altri club cadetti (più il Parma). Non so se Bitonci sia a conoscenza di elementi al momento non noti, ma secondo le norme vigenti il doppio salto di categoria per una neopromossa non è tecnicamente possibile. Questo perché quanto accadde il 20 agosto 2003 (quando la Fiorentina fu ripescata dopo la promozione in serie C1 successiva al fallimento della gestione Cecchi Gori, assieme a Catania, Genoa e Salernitana) provocò un drastico cambio del regolamento per evitare che situazioni simili si ripetessero. Fu introdotta un’apposita norma che impedisce a una squadra neopromossa di usufruire di ulteriore salto di categoria. Doveroso precisare questo passaggio per non diffondere false illusioni all’interno della tifoseria, che in queste ore sta già dibattendo la questione. Quindi, a scanso di equivoci: un ripescaggio in serie B, in caso di promozione in Lega Pro, va escluso categoricamente, almeno fino a quando il regolamento sarà quello attualmente in vigore.
Obiezione legittima: e se il regolamento dovesse cambiare? Ho fatto qualche telefonata e nessuno ai piani alti ipotizza neppure lontanamente che sia allo studio una svolta di questo tenore. Il prossimo 26 marzo verranno discussi i criteri di ripescaggio per la prossima estate. Come noto, il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi da tempo è contrario ai ripescaggi in caso di sparizioni o fallimenti e sta tentando in ogni modo di ridurre il numero di squadre cadette da 22 a 20. Non ci è riuscito lo scorso anno, quando il pasticcio Novara-Vicenza-Pisa ha inflitto un ulteriore danno alla credibilità di questo sport, già di per sé ridotta ai minimi termini.
Per questo motivo il mio pensiero è chiarissimo. Meglio pensare innanzitutto a completare la cavalcata promozione verso il ritorno in Lega Pro, che ancora non può dirsi conclusa nonostante il grosso passo in avanti compiuto a Trieste. Inoltre faccio il tifo per un percorso lineare, ossia un ritorno ai piani alti del calcio italiano scalando le classifiche sul campo. Le scorciatoie non mi sono mai piaciute, tanto per essere chiari. Anche a costo di vedere che i furbi ti passano davanti, meglio girare a testa alta senza giochetti o compromessi di palazzo che alla lunga risulterebbero soltanto dannosi. L’attuale organigramma societario del Padova è la migliore testimonianza possibile che si può vincere anche con la trasparenza, con le idee, con la competenza e con una gestione sana e senza ombre.