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Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Un pareggio che riporta il sorriso in casa Giorgione. Contro la Clodiense, la squadra di Paganin ha disputato una buona prova, peccato che non siano arrivati i tre punti perché, per quanto visto, forse Gazzola e compagni meritavano qualcosa in più rispetto allo 0-0. Un risultato che serve a muovere la classifica col Giorgione che a quota 30 è però ancora in compagnia del Legnago in sestultima posizione, quindi invischiato nella fascia playout. Ora la testa è già alla quasi proibitiva trasferta all’Euganeo di Padova contro una capolista in piena forma e ormai lanciata verso la vittoria. Chi tra gli uomini di Paganin è già pronto per la sfida è il fantasista Mattia Episcopo rientrato dopo la squalifica e che non vede l’ora di sfidare i padovani. «Domenica faremo il colpaccio – spiega con una battuta che sa di carica per tutto l’ambiente – contro il Padova possiamo fare quello che ci è già riuscito in altra occasione (trasferta con l’Altovicentino, ndr), d’altronde la squadra sta bene e lo si è visto anche contro la Clodiense dove abbiamo giocato senza concedere nulla agli avversari e ci è mancata solo un pò di fortuna». Dopo due sconfitte consecutive il pareggio contro la Clodiense ridà morale. «Sì, ma dal punto di vista del gioco non stavamo comunque andando male, sono mancati solo i risultati e abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Se mancano i risultati poi manca la fiducia ma penso che col punto raccolto contro la Clodiense possiamo andare a Padova con altro spirito». Anche da Padova possono arrivare punti preziosi. «Sì, sono fiducioso anche per la salvezza, sicuramente eviteremo i playout, la squadra sta migliorando e ha acquisito quella compattezza che ci può permettere di conquistare i punti per la salvezza diretta».
Ore 21.40 – Questo, invece, il flash con Davide Mazzocco: “La Triestina ci temeva, e noi abbiamo portato a casa la vittoria grazie alla maggior voglia. Il futuro? Padova è una piazza importante con dei tifosi straordinari e mi trovo davvero benissimo, ma spero che non fallisca il Parma perché il calcio italiano perderebbe un patrimonio”.
Ore 21.20 – Un flash di Michael Salvadori: “È sempre emozionante giocare a Trieste, se poi si vince dopo una partita così tirata e con un tifo così caloroso è ancora più emozionante! È stato davvero bellissimo… Il mio sogno? Vincere il campionato, poi per il futuro si vedrà!”.
Ore 21.00 – Qui Vigonza: iniziata la serata organizzata dal club “Avis Biancoscudata”. Presente il sindaco di Padova Massimo Bitonci, il sindaco di Vigonza Nunzio Tacchetto, i biancoscudati Michael Salvadori, Davide Mazzocco, Nicola Petrilli e Marco Ilari, Marco Bergamin e Giancarlo Pontin.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il frutto di tre settimane. A 24 ore dal gol con cui ha steso il Tamai e a una settimana da quello con cui ha fermato la Triestina, Matteo Mastellotto sveste immediatamente la maglia di bomber, la riappoggia sulle spalle di Brotto e – come dice lui – «fa il suo». «Ma quale bomber -assicura il neroverde che domenica ha regalato nuovamente il sorriso della vittoria all’Union Ripa – il bomber è e rimane Gianma (Brotto, ndr), io faccio semplicemente il mio, aiutando la squadra seguendo quello che mi chiede il mister: stare davanti. Che poi fare gol sia decisamente bello, questo è innegabile». Il Ripa ha svoltato? «Il Ripa ha svoltato da almeno tre settimane, da quando ha ripreso a far bene e meritare di più di quanto effettivamente abbia raccolto. Domenica invece è arrivata anche la vittoria, che è l’unica cosa che in questo periodo ci mancava e che sicuramente porterà una ventata fresca per il morale». Come? «Continuando a lavorare esattamente come stiamo facendo da qualche tempo. Poi vedremo come andrà, partita dopo partita». Il colpo dell’esonero e contro esonero è stato assorbito? «Noi non dobbiamo parlare di questo, dobbiamo solamente fare il nostro lavoro. E domenica ci siamo riusciti». Il momento difficile è definitivamente alle spalle? «Sì, e non è stato altro che questo: un momento difficile. Sarebbe bello vincere sempre, come abbiamo fatto per anni, ma è dura. E non dimentichiamoci da dove siamo partiti sei, sette anni fa: dalla Prima categoria. Certo che dopo annate strepitose un calo si nota di più, ma è stato un momento di crisi come capita a chiunque». Ora a cosa si punta? «Alla salvezza, quello che arriverà in più sarà un bene». Qual è la quota salvezza? «Non ne ho la minima idea, ma so che se si vince ci si arriva». La classifica del Belluno la guardi mai? «Sì e mi rende felice. Per me il derby dura 180’ in una stagione. Per il resto sono solo contento che Belluno abbia due squadra in serie D. I campanili non fanno per me». Il tuo futuro? «L’Union Pro domenica e la salvezza con questa maglia».
Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) Ora non è il momento di abbassare la guardia, anzi, nelle prossime decisive sfide ci sono in palio punti importanti per centrare una salvezza il più possibile tranquilla. Questo il messaggio che lancia la società dopo la vittoria scacciacrisi di domenica contro il Tamai. «Siamo molto contenti, però non vogliamo trovarci nella situazione di vanificare domenica prossima quello che abbiamo fatto», ammonisce il direttore sportivo del Ripa Fenadora Alberto Faoro. «Non è il momento di celebrarsi. Potremo dire di essere usciti dal periodo di difficoltà quando saremo salvi. Bisogna tenere alta la guardia, perché non abbiamo ancora fatto niente. Servono molta concentrazione e determinazione». Tre punti che fanno morale e classifica. «Nelle ultime cinque partite avevamo preso tre o quattro tiri in porta e con il Tamai neanche uno. Ci mancava questa vittoria come il pane e siamo riusciti ad ottenerla con una grande prestazione, che dà la dimostrazione di una grande compattezza e comunione d’intenti da parte di tutti», commenta il ds dell’Union. «Non è solo grinta e spirito di sacrificio, ma anche qualità. Comunque non è sicuramente il momento di cullarsi sugli allori. Bisogna tenere schiacciato l’acceleratore. È il terzo risultato utile consecutivo e vogliamo assolutamente allungare la striscia positiva». Settanta lunghi giorni. Tanto è passato dall’ultima vittoria, quella di inizio gennaio con il Giorgione. Sono 3 punti preziosissimi, conquistati senza Antoniol, Solagna e Pellizzer squalificati e Frangu e Sommavilla non a disposizione per problemi fisici. Davanti ha debuttato da titolare il baby Savi (1997). «C’erano delle assenze, ma chi ha giocato si è fatto trovare pronto. Hanno fatto bene tutti», sottolinea Alberto Faoro. «È da accettare che in un campionato così difficile possono capitare dei momenti di difficoltà. Non ce lo aspettavamo in questa misura, ma se ne esce con la dimostrazione che bisogna restare sempre compatti e lavorare sul campo tutti con lo stesso obiettivo». Vittoria scacciapensieri. Il ritorno al successo toglie apprensione all’Union, ridando tranquillità con una boccata d’ossigeno: «Anche la classifica è notevolmente migliore rispetto alla settimana scorsa», commenta il ds neroverde. «I tre punti non possono che essere la prima fonte di soddisfazione, al pari della prestazione positiva che dà un sapore ancora migliore. Però non dobbiamo mollare adesso. Bisogna stare sul pezzo». Sospiro di sollievo per Tibolla. Nel finale del primo tempo, il centrocampista ex Roma ed ex Chievo viene colpito in area al costato e si accascia al suolo: la terna arbitrale non vede e così non solo mancano un rigore e un rosso, ma si passa qualche minuto di spavento, con Tibolla sostituito e portato fuori in barella. Gli esami ospedalieri fortunatamente hanno escluso fratture, limitando il tutto a una forte contusione.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Con le 4 reti messe a segno a Mezzocorona, Dario Sottovia si è portato al secondo posto della classifica marcatori a quota 16, a due sole lunghezze dal “Cobra” (Simone Corbanese), che però nei suoi 18 centri ne ha ben 7 giunti dal dischetto. Avesse tirato Sottovia anche i 6 rigori di Baggio e i 2 di Beccia, ora sarebbe probabilmente ben oltre quota 18. In ogni caso è stato lui l’uomo della nona di ritorno in Lega D, giornata in cui la Sacilese ha staccato anche il Belluno ed è rimasta sola al terzo posto. COLPACCI BIANCOROSSI – Prima Beccaro (7 centri), poi Sottovia. I due ex Marano stanno lasciando il segno in riva al Livenza. «Sì – annuisce Denis Fiorin – venivano entrambi da una stagione non molto fortunata. Peccato che Marco si sia fermato a causa di un problema a un flessore. Dario – ricorda Fiorin – è arrivato da noi in prestito gratuito». Un vero affare. «Con i vicentini aveva firmato appena due gol, tanti quanti – strizza l’occhio il ds – ne ha infilati quest’anno nella rete del Marano, ora Altovicentino. È un giocatore d’area fantastico, capitalizza tutto quello che passa dalle sue parti. Cosa ha detto dopo i 4 centri di domenica? Li ha dedicati al presidente Presotto, che ha scommesso su di lui la scorsa estate. Ora che la scommessa è vinta, sono certo – Fiorin scherza, ma forse non troppo – che a fine anno ci dirà: grazie tante. Poi – profetizza – se ne andrà come fece due anni e mezzo fa Adriano, che qui da noi timbrò 18 gol e poi passò al Delta». DOPPIO LAURO – Sottovia ha rubato la scena anche a Lauro Florean, che ha firmato una doppietta nel derby (3-1) con il Kras. Successo importante, che permette al Fontanafredda (34) di raddoppiare il margine di sicurezza dalla zona playout (Giorgione e Legnago a 30). «Abbiamo spazzato via la serie nera – commenta con soddisfazione De Pieri -. Ora andremo più sereni al derby di Sacile». Già, domenica al XXV Aprile tornerà la classica biancorossonera. All’andata a Fontanafredda vinse la Sacilese (2-0), proprio con una doppietta di Sottovia. DISARMO ROSSO – Chi si sta inguaiando sempre più invece è il Tamai (31), che con l’Union Ripa (0-1) ha incassato la terza sconfitta consecutiva. «Ci è andata anche bene – premette sconsolato Stefano De Agostini – perché nonostante tutto manteniamo un punto di vantaggio sulla zona playout. Però – ammette – sembra che la squadra non mi ascolti più. Ognuno va per conto suo. Se non ci daremo una regolata, non sarà facile incassare i punti per restare in Lega D». Il calendario non darà una mano ai rossi, che domenica andranno a Valdagno per affrontare un Altovicentino lanciato all’inseguimento della capolista Padova.
Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Sogna Sacile, respira Fontanafredda, finisce in apnea Tamai. Tre squadre, sensazioni differenti in serie D. Non si ferma la marcia dei liventini targati Marchetto, alla terza vittoria consecutiva e pure alla terza gara senza gol al passivo. Il tutto all’insegna di un bomber di razza come Dario Sottovia, autore di un magnifico poker già entrato nella leggenda. Si rianima il Fontanafredda, grazie a un altro attaccante di categoria superiore come Lauro Florean, mentre incappa nel terzo ko di fila e ora si ritrova a un solo punto dai play-out il Tamai di De Agostini. Dedica. Quattro gol tutti in una volta? Per Sottovia è un record personale, con una dedica speciale: «Al presidente Presotto che ha scelto di puntare su di me quest’estate, pur se venivo da una stagione non esaltante a Marano. A Sacile mi sto prendendo delle grandi rivincite». E Marchetto gongola, perché al termine della vittoria di Mezzocorona, la sua squadra si ritrova da sola al terzo posto. Allentata la morsa del Belluno, fermato in casa dal Dro, e allungo (più 4) sulla Clodiense, bloccata a Castelfranco. Sollievo. Domenica al XXV aprile derby tra Sacilese e Fontanafredda. I rossoneri hanno scelto il modo migliore per prepararsi, ovvero tornando alla vittoria dopo quasi 2 mesi di astinenza. I play-out sono stati ricacciati a 4 punti. Si è battuta una diretta rivale (il Kras), si è risvegliato un attaccante dai cui piedi sembrano dipendere le sorti fontanesi. Florean sa segnare soltanto gol pesanti. Non per niente, quando lui è andato a bersaglio in questa stagione, il Fontanafredda ha sempre vinto (5 gare). Per lui si tratta della seconda doppietta, dopo quella al Dro dello scorso ottobre. Rischio controllato. A Tamai è suonato l’allarme. Ora sì. La terza sconfitta di fila ha aperto ufficialmente la crisi mobiliera. Non preoccupa tanto il solo punto di margine sulla zona degli spareggi-salvezza, sebbene ora Giorgione e Legnago facciano veramente sentire il fiato sul collo, quanto il modo, dopo l’abulica prestazione nel derby di Sacile, con cui è maturata la sconfitta con l’Union Ripa. «Prova sconcertante», l’ha definita Stefano De Agostini. La squadra non sembra più seguire le sollecitazioni del tecnico, tornato a rischio dopo le rassicurazioni della settimana scorsa. Al momento, però, di cambiare non se ne parla. La società ha smentito qualsiasi voce di esonero. Ma il problema è che all’orizzonte c’è la trasferta sul campo dell’Altovicentino. Non certo l’ideale per scacciare le nubi sopra la panchina mobiliera.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Una stagione, o quasi, in una settimana. Se domenica prossima il Belluno squadra si giocherà il quarto posto a Chioggia, tra questa sera e lunedì prossimo il Belluno società metterà in campo il proprio futuro imminente, alias stagione 2015/2016. QUARTO POSTO – Partendo da chi il calcio lo gioca i gialloblù di Roberto Vecchiato iniziano oggi la marcia di avvicinamento a un match estremamente delicato che fa traballare il quarto posto a sole 24 ore dalla perdita del terzo. In sette giorni, a conti fatti, Corbanese&Co. potrebbero infatti vedersi soffiare due posizioni in classifica: prima dalla Sacilese, poi dalla Clodiense. Domenica è infatti in programma lo scontro diretto con la formazione chioggiotta, una delle più in forma del campionato, a fronte del momento difficile di un Belluno falcidiato dalle assenze. Se si vince il morale s’impenna e si schizza a +5 sulla quinta, se si perde il quarto posto se ne va. Nei prossimi giorni, allenamento dopo allenamento, gli aggiornamenti su chi recupera e chi invece alzerà ancora bandiera bianca. DA RIZ – Nel frattempo, venendo a chi il calcio lo amministra, la società si prepara a imbastire la nuova stagione. Il primo incontro in ordine di tempo, dopo le conferme ormai datate di Roberto Vecchiato e Augusto Fardin, è in programma questa sera con Antonio Tormen, dalla scorsa estate responsabile del settore giovanile. E con l’ex giocatore, mister, ds e dg gialloblù verrà ufficializzato quanto già trapelato nelle scorse settimane: il suo ruolo, il prossimo anno, sarà coperto da Ivan Da Riz, oggi vice di Vecchiato, incarico che non lascerà per abbracciare pure quello di responsabile del settore giovanile. PERISSINOTTO – Lunedì prossimo poi il consiglio di amministrazione si radunerà per una riunione che all’ordine del giorno prevede proprio l’impostazione della prossima stagione con tanto di ruoli e compiti. Così, dopo due anni a firma Carbonari e altrettanti a firma Gallio, sembra proprio che questa volta Gianpiero Perissinotto non potrà dire di «no», diventando lunedì stesso, o nelle settimane successive, il nuovo presidente del Belluno Calcio. Sempre ovviamente che il consiglio lo voglia. Ma il consiglio, si sa, lo vuole eccome.
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Le assenze contro il Dro non devono essere un alibi. Marco Duravia analizza il pareggio casalingo contro i trentini, ma non vuole sentir parlare di infortuni e squalifiche. «Un gol stupido non lo concedi per le assenze – spiega il centrocampista di Montebelluna – se avessimo tenuto lo 0-0, poi l’avremmo sicuramente sbloccata a nostro favore. Se lo stesso Belluno di domenica scendesse in campo dieci volte contro il Dro, e stesse più attento, vincerebbe sempre. Il match non è stato bellissimo anche se, ma non vuole essere una scusa, il campo aiuta. Il Dro è venuto per difendersi e dopo 7’ sono passati in vantaggio, era quello che cercavano. Poi si sono messi tutti dietro e le cose si sono fatte difficili. Regalando gol così ti costringe ad inseguire e ribaltare il risultato utilizzando molte energie psicologiche e fisiche. Quando giochi in queste condizioni sembra di sbattere contro un muro, il nostro portiere ha subito due tiri, quello del gol, e uno nel finale. È difficile pensare di non concedere qualcosa durante le partite, se poi prendi anche gol allora le cose si fanno in salita. Hanno pesato le assenze? Diciamo che non avere ricambi ha influito perché non ti permette di correggere la partita in corsa, il gol però non centra con questo». Sorpassati dalla Sacilese. I gialloblù hanno perso la terza posizione e la Clodiense dista solamente due punti dai bellunesi. Tenendo conto della situazione, qual’è il reale obiettivo del Belluno? «Non è facile parlare di terzo o quarto posto, quello che è sicuro è che la partita di domenica contro la Clodiense sarà fondamentale, poi penseremo alla Sacilese in casa nostra. Nel campionato bisogna però guardare anche ad altre dinamiche: noi abbiamo perso male con il Mezzocorona e pareggiato con il Mori qualche settimana fa, chi le affronterà adesso sarà avvantaggiato perché stanno mollando, visto che ormai difficilmente potranno risalire la classifica. Un esempio è la Sacilese che ieri ha vinto 4-0 in casa del Mezzocorona». Nonostante gli ultimi mesi il Belluno sta facendo un gran campionato. «Sicuramente non è facile per una squadra, ma anche per il mister, perdere pezzi in corsa e ricostruire. Adesso stiamo lottando per il secondo o terzo posto nella classifica “Giovani D Valore” che può portare ad un premio economico importante oltre che a far esordire, e quindi mettere in vetrina, alcuni giovani». Ieri mister Vecchiato ha detto che la Sacilese in questo momento è più forte di voi. «Sono d’accordo, hanno giocatori forti e numericamente stanno meglio, ma io sono uno che pensa che i propri compagni di squadra siano sempre più forti degli avversari e per questo non ho nessuna intenzione di mollare nella lotta al terzo posto».
Ore 18.40 – Serie D girone D, anticipo per Belluno-Sacilese: si giocherà sabato 28 marzo, in contemporanea con Padova-Dro.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una prova di carattere e di qualità, che ha trascinato il Venezia nel dilagante successo di sabato sulla Cremonese (3-0). Le parole di Giuseppe Greco esprimono la soddisfazione della squadra, che dopo la severa sconfitta di Novara, ha avuto la forza di rialzarsi subito guadagnando tre punti pesanti. «Ci siamo divertiti, agevolati sicuramente dall’espulsione, in una gara che abbiamo comunque interpretato al meglio partendo col piglio giusto, creando subito l’occasione che poi ha generato il rigore. Nel primo tempo inoltre abbiamo avuto molte palle per il raddoppio, e nel secondo siamo rientrati con la giusta cattiveria e la giusta concentrazione per poterla chiudere». Ha spianato la strada ai suoi compagni con il rigore, calciato con grande freddezza, sul quale svela un retroscena. «Da un paio di mesi ho cambiato il modo di tirare, ispirandomi ad un giocatore di serie A. Da allora, ad ogni allenamento, cerco di calciare in questo modo lavorando nell’abituarmi a guardare fino all’ultimo il portiere. Visto il risultato degli ultimi due, per ora non posso lamentarmi». Così come non ci si può lamentare della prova degli arancioneroverdi, capaci di compattarsi ed esprimere al meglio la propria identità. «Abbiamo dimostrato le nostre potenzialità, una cosa che, purtroppo, non siamo riusciti a fare con continuità durante la stagione. È un nostro limite, sul quale lavoriamo da molto, perché sembra che ci sia sempre bisogno di una scossa per farci tornare ad essere noi stessi. Si veda la partita di Novara, per esempio, dove nonostante il passivo, abbiamo giocato a mio avviso una buona partita sul piano del gioco. Sabato ognuno di noi ha tirato fuori qualcosa in più, aiutandosi a vicenda e cercando di essere più squadra, dimostrando ancora una volta il livello e la caratura di questo organico. Forse, alcune volte ci piacciamo un po’ troppo, ma non sempre riusciamo a replicare le cose positive, ed anche su questo cerchiamo di lavorare molto». Perché se non fosse stato per qualche debacle, ora forse il Venezia guarderebbe in un’altra direzione. «Mancano poche partite, e adesso come adesso, il nostro pensiero è quello di raggiungere al più presto i 44/45 punti, che ipotizziamo essere una realistica quota salvezza. Tutto quello che verrà in più lo prenderemo, ma vogliamo salvarci al più presto, giocando partite con la lucidità che abbiamo messo in campo con la Cremonese. E soprattutto con lo stesso atteggiamento e la stessa consapevolezza nei nostri mezzi, evitando di innervosirci se non troviamo immediatamente il gol come successo con l’Arezzo. Ma adesso, pensiamo solo alla Giana». AL TALIERCIO – Ieri si è fermato precauzionalmente Sales per un affaticamento mentre Peccarisi e Bellazzini hanno lavorato a parte. In arrivo le squalifiche per Cernuto (espulso) e Zaccagni. Giuliatto si sottopone oggi all’intervento alla cartilagine della caviglia sinistra.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Archiviata la netta vittoria (3-0) con la Cremonese, la squadra di Michele Serena torna subito in campo per preparare la sfida di sabato con la Giana Erminio. I punti guadagnati al Penzo hanno ridato ossigeno alla classifica dei lagunari, che dopo trenta giornate li vede al nono posto con 41 punti e distanti sei lunghezze dalla zona infernale dei playout. Ieri la squadra ha rivisto il manto del Taliercio per una sessione di allenamento pomeridiana e oggi è prevista una doppia seduta. L’obiettivo di Serena è mantenere alta la concentrazione, arrivando così all’appuntamento di sabato prossimo con la giusta determinazione. I veneziani se la vedranno al Brianteo di Monza con la Giana, attualmente quintultima con 34 punti e in piena lotta playout. Il Venezia arriverà al match senza Giuliatto (operazione oggi alla caviglia sinistra per un problema alla cartilagine) e forse anche Sales. Restano in dubbio Bellazzini e Peccarisi. E in queste ore dovrebbe arrivare l’ufficialità dal Comune di Gorgonzola il via libera ad aprire le porte dello stadio di casa del Giana dopo l’ok della Commissione provinciale di vigilanza. Quasi certamente la sfida di sabato segnerà l’esordio della Giana tra le mura amiche.
Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) La difesa del Venezia perde anche Alberto Giuliatto. Il giocatore verrà operato domani a Bologna dal professor Giannini. Un intervento alla caviglia sinistra, in cui si è manifestato un problema degenerativo alla cartilagine, e che potrebbe essere il motivo dei ripetuti problemi muscolari al polpaccio accusati negli ultimi mesi. Piove quindi sul bagnato per la squadra di Serena, che a Monza sabato sera arriverà con gli uomini contati e una panchina in cui verrà fatto spazio di sicuro a quale elemento del settore giovanile. «Giuliatto ha optato per l’intervento chirurgico dopo le visite mediche fatte a Bologna, e a questo punto la sua stagione è chiusa» commenta il direttore sportivo De Franceschi, «purtroppo sta andando così, con una stagione imbarazzante per certi versi, poiché ci siamo trovati a fronteggiare una lunghissima serie di infortuni e defezioni non dovute al lavoro sul campo, ma a incidenti che hanno falcidiato la rosa e tenuto a lungo fuori dal campo molti giocatori. Basti pensare a Carcuro, Hottor e allo stesso Espinal che poi per fortuna è rientrato. Non mi piango addosso, ma la situazione non è stata facile e non lo è neppure ora». Ieri nel corso dell’allenamento pomeridiano al Taliercio, Bellazzini e Peccarisi hanno lavorato a parte proprio con Hottor e Carcuro, mentre Sales è rimasto a riposo precauzionale per un affaticamento ai flessori. E per sabato contro la Giana Erminio (si gioca al Brianteo alle 19.30), gli uomini saranno realmente contati. «Cercheremo di metterne assieme almeno undici…» aggiunge De Franceschi, «Bellazzini dovrebbe unirsi al gruppo giovedì, ma è logico che non sarà al massimo dopo una decina di giorni di infermeria. Peccarisi? Una situazione tutta da valutare perché non sappiamo se potrà recuperare. Espinal verrà schierato ancora una volta da centrale difensivo, e questo perché non ci voleva l’espulsione di Cernuto contro la Cremonese. Un aspetto che ha creato nuovi problemi nel numero di difensori disponibili. Poi mancherà anche Zaccagni, squalificato, ma un uomo per il centrocampo lo avremo per coprire la sua assenza». Oggi doppio allenamento al Taliercio: alle 10.30 e alle 15.
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Sarà ancora battaglia per il Real Vicenza. Sabato la delicata trasferta a Cremona per provare a tenere accesa la speranza di arrivare ai playoff. E a fare lo sgambetto ai vicentini questa volta ci proverà la Cremonese, altra squadra affamata di punti, che non sta attraversando un periodo positivo: solo una vittoria nelle ultime sei partite che ha costretto i lombardi nella zona più bassa della classifica. A 35 punti, la Cremonese si trova in quindicesima posizione, solo un punto in più della Giana, che lo scorso venerdì ha spezzato l´entusiasmo vicentino. Allo stadio Zini il Real Vicenza sarà dunque chiamato ad un ´altra battaglia contro una squadra in piena lotta salvezza: la quindicesima piazza tiene fuori dalla zona playout la Cremonese, ma la Giana è lì ad un punto pronta ad approfittare dei suoi passi falsi. Dire quindi che sarà una partita difficile è un eufemismo: le motivazioni degli uomini di Giampaolo sono lampanti. La Cremonese ha estremo bisogno di una vittoria per provare ad allontanarsi dalle retrovie. Ma i ragazzi di Marcolini devono dimostrare di non essere la squadra vista venerdì sera al Menti e, in primis, archiviare la pratica salvezza che, con una vittoria sabato a Cremona, sarebbe ad un passo da essere chiusa. E poi c´è da sfatare il tabù delle ultime in classifica: nell´ultimo periodo i vicentini sono stati sconfitti da tre squadre che stanno provando ad afferrare l´ancora per rimanere in Lega Pro. E quest´ancora sembra che sia il Real a lanciarla: Giana, Lumezzane e Renate hanno approfittato dei passi falsi dei biancorossi raccogliendo punti preziosi che sarebbero valsi al Real i playoff, ad oggi obiettivo quasi utopico. Uno dei punti di domanda a cui dovrà rispondere questa settimana il tecnico vicentino è se abbandonare definitivamente il modulo 3-4-3, provato contro la Giana, e che non ha evidentemente dato i suoi frutti. Capitolo infortunati. Per sabato dovrebbe recuperare Marco Cristini che da oggi tornerà in gruppo dopo il problema al ginocchio. Di sicuro non recupererà Francesco Quintavalla, fermo da due settimane per la frattura ad una costola. Ha già ripreso a correre ma il vero problema è il dolore, che ancora tormenta l´ex Savona. In dubbio per la sfida dello Zini c ´è il centrale Dario Polverini, escluso dell´ultimo minuto di venerdì per una contrattura alla coscia. Ieri ha lavorato a parte, in settimana verranno fatte le valutazioni.
Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mantova, Lumezzane, Sassari. Quando ormai il Bassano sembrava tagliato fuori dalla corsa al primo posto, sono arrivate tre vittorie da urlo in trasferta. Consecutive, nitide, inequivocabili e, soprattutto, ottenute in condizioni di emergenza. L’1-0 alla Torres è la conferma definitiva. Per la vetta il Bassano ci proverà fino alla fine e, solo in assenza di certezza in tal senso, si rassegnerà ai playoff. In testa Alessandria e Pavia a quota 58, dietro il Novara a 57. Il Bassano insegue a 55. «Stiamo facendo qualcosa di straordinario — ammette Antonino Asta — sono orgoglioso dei miei ragazzi e dell’orgoglio che stanno mettendo sul campo. Sentiamo l’entusiasmo della città e della nostra gente, queste tre vittorie consecutive fuori casa sono tanta roba, alleno un gruppo meraviglioso che non molla mai. Non so se ce la faremo ad arrivare primi ma non molleremo fino alla fine. Se poi non ce la faremo, allora penseremo ai playoff». La corsa è complicatissima ma le distanze sono ridotte e c’è ancora qualche bonus che il calendario offre da giocarsi nella maniera migliore. Ad esempio il match di sabato alle 17 al Mercante contro la Pro Patria, penultima in classifica. In ripresa sì, ma non al punto da mettere paura a una corazzata come quella giallorossa. Che non avrà magari i valori tecnici delle prime ma quanto a orgoglio e grinta non è seconda a nessuno.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Alla fine giù dalla Torres gli ultrà sardi avrebbero voluto buttare i giocatori rossoblù, convocati sotto la curva per un chiarimento molto concitato. Bassano che invece ha azzeccato tre scorribande da sballo in appena 10 giorni, dopo che in tanti gli avevano già impartito l´estrema unzione dopo il doppio ko di Arezzo e Novara in casa, se la gode. La score è eloquente: 29 punti su 55 raccolti in esterna, i restanti 26 a domicilio. Come dire che i giallorossi in versione export sono quasi implacabili. I virtussini hanno zittito anche coloro che rimproveravano a Seeber un mercato invernale striminzito. Il Soccer Team è sopravvissuto benone ad assenze molteplici e contemporanee, surrogando il prolungato forfait del faro Nolè, uno da 9 gol e 9 assist, mica pizza e fichi, con la forza di tre vittorie di fuorivia e assorbendo la lungodegenza ai box dell´unico sfondatore Maistrello coi guizzi del condor Pietribiasi che con l´avvicinarsi della bella stagione ritrova i suoi colpi. Proprio la luna propizia del centrattacco scledense (11 reti spremute da 14 autentiche palle gol, coi soli errori con Cremonese e Novara al Mercante e Pro Patria all ´andata) è la password della Virtus per restare in scia delle big acclarate, con la differenza che loro la B devono acchiapparla per obbligo contrattuale e Bassano invece no. Anche se nel frattempo si è installato sulla poltrona del quarto posto, buona per i playoff, e dà l´impressione di starci come un pascià. Sabato alle 17 arriva la Pro Patria, rivitalizzata dalle 2 vittorie di fila. Poi ci sarebbe la domenica seguente anche l ´Alessandria in visita, scontro diretto per i piani alti, ma se lo andate a dire ad Asta, da cuore Toro nell ´anima, vi incornerebbe seduta stante. Il futuro è la Pro. A proposito dei bustocchi: Bizzotto appena rientrato e ammonito, sarà squalificato un turno, mentre Cenetti, Proietti, Toninelli e Iocolano vanno ad ingrossare la lista dei diffidati e al prossimo giallo scatta lo stop. Oltre a Bizzotto sarà out naturalmente il colosso Maistrello, mentre Nolè nella migliore delle ipotesi potrebbe accomodarsi in panchina per uno spezzone di gara. In compenso rientra Priola e sarà lui ad affiancare sabato Zanella nel cuore dell´area. Infine ieri a Coverciano, Alessandro Dal Monte, povese, preparatore atletico giallorosso è giunto 2° al Cronometro d´Oro, il premio al miglior trainer dello scorso torneo della Lega Pro. Primo Capogna del Frosinone.
Ore 16.20 – Queste, invece, le dichiarazioni rilasciate da Fabrizio De Poli: “La vittoria di Trieste? Abbiamo risolto bene una pratica importante, vincere lì è un segnale di forza. E la cosa più importante è avere ancora otto punti di vantaggio… Cosa mi aspetto dalle prossime otto partite? Vorrei fare 21 punti. Le prossime sfide casalinghe? Dovremo fare particolare attenzione perché il Giorgione è una squadra in forma, e nel Dro ci saranno due giocatori importanti che verranno squalificati dal Giudice Sportivo e che quindi torneranno riposati contro di noi”
Ore 16.10 – Un flash di Carmine Parlato al termine dell’allenamento: “Nichele e Ferretti sono recuperati ma devono mettere benzina nel motore e quindi stiamo lavorando a step graduali. Busetto? A livello atletico sta bene, ma bisogna vedere come reagisce il ginocchio nel lavoro col pallone”.
Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 15.20 – Qui Guizza: presente anche il ds Fabrizio De Poli, tornato dal viaggio in SudAmerica.
Ore 15.00 – Qui Guizza: esercizi per la manovra della palla. Lavorano a parte Busetto e Lanzotti.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per il primo allenamento settimanale. Torna in gruppo Ferretti e Nichele.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza ci prova in tutti i modi e per tutti i 95’ di gioco, ma alla fine non va oltre lo 0-0. Peccato perché l’occasione per scalare posizioni in classifica era ghiotta, visti anche i risultati delle dirette avversarie in lotta nella zona nobile della serie B. Terzo pari di fila, che non scalfisce però quelle che sono le ambizioni e le possibilità di questa squadra. L’assenza di una punta centrale di ruolo alla fine ha pesato, però rimane il fatto che la squadra ci ha provato fino all’ultimo. Il Menti si veste a festa: d’altronde, per le serate di gala è d’obbligo presentarsi addobbati di tutto punto. Il pubblico risponde presente: all’incirca novemila spettatori sugli spalti malgrado la serata inclemente e la pioggia battente, a dimostrare che il popolo biancorosso all’impresa ci crede, eccome. Mister Marino scioglie all’ultimo i dubbi di formazione che lo hanno tenuto occupato per tutta la settimana. In porta ritorna Vigorito che a questo punto diventa a tutti gli effetti il nuovo numero uno dei biancorossi; in difesa spazio a Gentili, preferito a Camisa che inizialmente si accomoda in panchina. A sinistra si rivede anche D’Elia, al rientro dopo l’infortunio subito contro il Crotone. Ovviamente il bomber Cocco non c’è, appiedato per un turno dal giudice sportivo: al suo posto al centro dell’attacco gioca Petagna. Alla lettura delle formazioni la sorpresa più bella e più gradita da tutti i tifosi: Antonino Ragusa ritorna in panchina, dopo un recupero che ha del miracoloso (infortunio subito contro a Catania nella gara d’andata del 25 ottobre). In attesa di rivederlo in campo, si spera molto presto, tra gli assoluti protagonisti un piccolo assaggio del clima agonistico. Prima dell’inizio gara minuto di raccoglimento in ricordo del giovane arbitro di Lega Pro Luca Colosimo, tragicamente scomparso la scorsa settimana al ritorno da una gara di campionato. Pronti e via e il Vicenza potrebbe passare in vantaggio; un liscio della difesa ospite libera Laverone davanti a Gillet ma la sua conclusione viene ribattuta dal portiere, sulla respinta raccoglie Petagna ma Gillet è attento e libera nuovamente. Al 13’ è la volta di Giacomelli a sfiorare l’incrocio con un tiro dal limite. Si fa vedere il Catania al 17’ con un tiro dalla distanza di Castro, che Vigorito controlla con qualche difficoltà. Piove a dirotto sul Menti, il terreno è viscido ed insidioso e mantenere l’equilibrio non è semplice ma il Vicenza non rinuncia a giocare come sa, palla a terra e fraseggio fitto. Al 24’ tegola sul Vicenza; esce Petagna per un guaio muscolare. Al suo posto entra Spinazzola con Giacomelli che viene dirottato a fare il finto nueve . Mma senza una punta centrale di ruolo diventa tutto più difficile e occorre manovrare ancor di più e il terreno di certo non aiuta. Il Vicenza tiene palla, prova a spingere e a fare la partita ma il primo tempo finisce senza altre occasioni. Al rientro dopo 20 secondi il Vicenza ha la più ghiotta occasione per passare in vantaggio; palla dentro di Giacomelli per Laverone che viene ribattuto in angolo da un intervento provvidenziale di Mazzotta. Al 12’ Gentili con un tiro preciso gonfia la rete avversaria ma il gioco era fermo per una segnalazione di fuori gioco. Vicenza costantemente in avanti alla ricerca della giocata da tre punti. Ci prova Cinelli al 19’ di testa, conclusione debole fermata da Gillet. Al 27’ Spinazzola viene cinturato in area da Capuano e cade a terra: le proteste dei biancorossi sono vibranti ma per l’arbitro è tutto regolare e si può proseguire. Al 43’ Di Gennaro prova dal limite il tiro della disperazione, Gillet blocca in sicurezza. Il Vicenza finisce in avanti ma non ne ha più. Finisce in parità ma gli applausi sono tutti per i giocatori biancorossi.
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Si è dato da fare su un fronte d´attacco in cui ha dovuto interpretare due ruoli: il suo e anche quello del centravanti che il Vicenza non aveva più dopo il ko di Petagna. Peccato solo per l ´ammonizione perché Stefano Giacomelli ha corso e si è dannato l´anima per cercare di sbloccare il risultato. Spiega: «Sì, è stata un´ammonizione per proteste, ma mi aveva fischiato tre falli contro incredibili e sono sbottato. Non ce l´ho fatta a stare zitto. Mi spiace». Comunque, nonostante il campo pesante, il Vicenza ha fatto vedere un´altra buona prestazione. «Infatti c´è stata, ma come abbiamo sempre fatto. Peccato per lo 0-0 finale perché abbiamo avuto delle palle-gol per passare in vantaggio. Avessimo vinto avremmo fatto un bel balzo in avanti in classifica, ma l´importante è continuare così». L´uscita per infortunio di Petagna l´ha obbligata a passare in un ruolo non suo al centro del tridente. «L´importante è rendersi utili, il tecnico mi ha chiesto di spostarmi e di andare a prendere la palla tra le linee avversarie. Abbiamo provato a giocare anche sulle fasce per cercare di sfondare però anche il campo pesante non ci ha certo favorito». Almeno si può dire che ora la salvezza è stata raggiunta… «Beh, mancherebbe ancora un punto, ma a dire il vero noi guardiamo sempre una gara alla volta e quindi non cambia poi molto. Di sicuro possiamo fare bene da qui alla fine».
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Due rimpianti. Lorenzo Laverone è stato protagonista all´inizio del primo tempo e della ripresa. Laverone, nella prima occasione Gillet si è opposto al suo tiro… «Magari un attaccante lì sarebbe stato più freddo. Ho preso in pieno il portiere, peccato. Ero stato bravo a crederci vedendo Capuano in difficoltà». Nel secondo tempo invece… «Ci sono arrivato sul cross di Giacomelli e avevo anche indirizzato in porta il pallone, ma il mio tentativo è stato murato e il Catania s´è salvato». C´è un terzo rimpianto. C´era il rigore su Spinazzola? «È sembrato evidente. Come sempre se c´è un mezzo episodio non ce lo fischiano a favore». Poteva cambiare la partita? «Assolutamente sì a quel punto della gara». L´arbitro vi ha detto qualcosa? «No, nulla. Ma poi per me personalmente è inutile cercare di approcciare con l´arbitro, tanto rischi solo di rimediare un cartellino giallo. Comunque sia finora ci hanno dato tre rigori in tutto il campionato. Mi sembra un po´ poco». Venendo alla partita, quando vi ha condizionati l´uscita di Petagna per infortunio? «Parecchio perchè non potevamo più sfruttare, a quel punto, i suoi centimetri in area di rigore. Abbiamo dovuto fare un gioco diverso. Stefano (Giacomelli) ha caratteristiche diverse da Petagna e non è una punta centrale. Sulle palle alte facevamo fatica a combinare qualcosa». C´è rammarico per l´occasione mancata? «Parlare di occasione mancata mi pare un po´ esagerato. Stiamo giocando alla grande, non perdiamo da parecchio e la squadra è unita. A Modena faremo un´altra grande gara».
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Per Leonardo Spinazzola quella con il Catania è stata la partita dei rimpianti. Il rammarico più grande è legato al rigore che l´arbitro Gavillucci di Latina non ha fischiato al 27´ della ripresa, quando Capuano ha affossato nel cuore dell´area catanese l´esterno biancorosso: «Era fallo netto –assicura Spinazzola – sono stato strattonato e sono caduto, non è vero che mi sono appoggiato e poi lasciato cadere. Peccato, perché poteva essere l´episodio che ci aiutava a sbloccare una partita molto chiusa, in cui non è stato facile trovare spazi. Il Catania, tra l´altro, schierava tre difensori molto strutturati fisicamente, che su un terreno di gioco così pensante si trovavano particolarmente a loro agio, a differenza di noi che in genere amiamo giocare palla a terra». E dire che quasi subito il Vicenza ha avuto una doppia occasione clamorosa per segnare… «Infatti quello è un altro motivo di rimpianto, così come il gol annullato a Gentili per fuorigioco. In quel caso non ho nemmeno fatto in tempo ad illudermi, perché avevo visto subito il guardalinee che lo aveva segnalato». L´infortunio di Petagna ha reso molto più difficile lo sviluppo dell ´azione offensiva, soprattutto su un campo così pesante, è d´accordo? «Sicuramente. Tra l´altro a mio parere Giacomelli è stato anche bravo a sacrificarsi in quel ruolo, ma mica potevamo crossare alto in mezzo pretendendo pure che la prendesse di testa… Abbiamo fatto girar palla il più possibile, provando a stanare i difensori del Catania, ma non siamo riusciti a trovare lo spiraglio giusto». Come valuta la sua prestazione? «Posso e devo fare molto meglio, infatti anche questo è un motivo di rammarico. Magari non è stato semplice entrare così a freddo, ma quella non può essere una scusante: devo essere mentalmente più pronto, probabilmente già durante la settimana devo riuscire a prepararmi meglio, anche se ovviamente solo scendendo in campo con continuità è possibile rendere al massimo delle proprie potenzialità». La vittoria mancata, considerando i risultati delle altre formazioni di testa, lascia l´amaro in bocca? «In effetti sì. Adesso che la salvezza è ormai acquisita, è giusto che proviamo a giocare ogni partita con la voglia di vincere, per dire la nostra fino in fondo nella lotta per la promozione. Dato che ci siamo, è giusto provarci con tutte le nostre forze, a cominciare dalla prossima partita sul terreno del Modena».
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) L´espressione non è quella di chi è contento, nonostante il Vicenza continui la sua striscia positiva, ma il d.g. Gazzoli spiega: «Mi dispiace perché nonostante la difficoltà del terreno pesante e nonostante ci sia capitato l´infortunio a Petagna i ragazzi hanno saputo tener bene il campo ed hanno anche creato tre importanti occasioni da gol, mentre il Catania ha fatto ben poco in avanti. Certo, è squadra ordinata». Nel dopo-partita si è discusso molto sul rigore non dato per l´intervento su Spinazzola, lei che ne pensa? «C´era, non ci sono dubbi una volta rivisto in televisione. Quello che dispiace è che quando c´è il fallo ed il rigore è netto sarebbe giusto che ci venisse dato. Comunque andiamo avanti». Non si è toccata quota 50, ma praticamente il Vicenza non guarda più la lotta per non retrocedere. «Sì, possiamo girare pagina, l´obiettivo salvezza può dirsi raggiunto». E allora qual è il prossimo obiettivo? «Posso iniziare a programmare la prossima stagione perché questo è il mio compito». Ma scusi, il suo contratto non scade il prossimo 30 giugno? «Appunto e quindi fino al 30 di giugno ho molto da fare. Qui lavoro bene e mi trovo altrettanto bene e dunque è sottinteso che spero di restare». Per quanto riguarda la vendita della società si sa qualcosa sulla trattativa in corso portata avanti dal presidente Cunico? «Non sono aggiornato però so che ci sono ancora dei passaggi da affrontare. Da quel che ho capito di concreto non c´è ancora nulla». Oggi c´era la scadenza per versare i contributi Irpef… «Tutto a posto, abbiamo pagato, nessun problema».
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Alla fine è il Vicenza a recriminare sul risultato perchè ci ha provato fino all ´ultimo a piegare il Catania, superando tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare in una partita certamente ostica. Ma i biancorossi non sono riusciti a far breccia pur provandoci fino all´ultimo e il Catania si è salvato quasi allo scadere grazie ad una strepitosa parata di Gillet su bel tiro del solito Di Gennaro. Pasquale Marino lo sottolinea subito, appena arriva in sala stampa: «Avremmo meritato di più per quello che si è visto in campo, non sono contento del risultato e di sicuro non siamo fortunati: già ci mancava Cocco e dopo 20´ abbiamo perso pure Petagna». Comunque avete disputato un´altra buona gara. «Sì abbiamo sempre tenuto il pallino del gioco e abbiamo creato tre belle occasioni da gol, in più mi è stato detto che il rigore era netto». Beh anche lei dalla panchina si è arrabbiato nell´occasione! «Da distante si fatica a valutare bene ma chi ha visto le immagini ha detto che era netto». Il Catania è stato avversario soprattutto ordinato. «Ha dimostrato di essere forte, davanti ha giocatori di spessore tecnico elevato però non ha creato quasi nulla , la partita l ´abbiamo quasi sempre fatta noi e purtroppo quando c´è una squadra che attacca è ovvio che è pure quella che soffre di più il terreno di gioco pesante. Era difficile trovare il fraseggio stretto, ovvio che è più facile difendersi e ripartire». Perdere Petagna non è stato guaio di poco conto. «È chiaro che senza il riferimento in avanti la nostra manovra è stata limitata, oltretutto loro dietro erano strutturati assai bene e allora abbiamo cercato di servire tra le linee Giacomelli e qualche volta è andata pure bene, però devo dire bravi ai ragazzi che ci hanno provato fino alla fine, a loro non ho nulla da rimproverare». Ad un certo punto si è visto Ragusa scaldarsi, è stato tentato di farlo entrare? «No, mai pensato, deve lavorare ancora e di sicuro con un campo così pesante non era la gara adatta». Moretti è parso sotto tono, forse comincia a sentire la stanchezza? «No, solo ha sofferto forse più di altri il campo pesante». Intanto continua la striscia positiva. «Sì ed è importante, così come siamo stati bravi a non subire gol: ripeto, il Catania ha un grande potenziale in avanti ma è merito nostro se non ha potuto sfruttarlo».
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) I quasi 9 mila che hanno sfidato una serata da lupi e in gran parte si sono inzuppati d´acqua per stare vicini al Vicenza che fa sognare, avrebbero meritato una buona stella. E invece di stelle neanche col binocolo in cielo e neppure in campo. Perché se hai il bomber squalificato (Cocco) e dopo 23´ perdi pure il sostituto (Petagna) per infortunio muscolare già non ti dice bene. E se poi devi attaccare un fortino come quello del Catania magari potresti provarci anche con la fanteria leggera che ti rimane, cioè con un tridente formato da Laverone, Giacomelli prima punta “arrangiata” e baby Spinazzola, ma su un campo decente, non imbevuto d´acqua. Così il Vicenza creato da Marino per giocare al pallone non può far valere la geometrica qualità del suo gioco palla a terra. Quello è più terreno da “uomini cingolati” come quelli che schiera il Catania, alla disperata caccia di punti-salvezza. Magari su palla da fermo? Gentili in gol ci andrebbe pure sugli sviluppi di una punizione, ma il guardalinee alza la bandierina: niente da fare, fuorigioco. Ok ci sta. Ma che non ci sia ombra di buona stella per il Vicenza, ammirevole nella sua generosità, si vede al 27´ della ripresa, quando Giacomelli si riallarga sul suo territorio preferito per mettere palla in mezzo per Spinazzola, avvinghiato da un difensore del Catania che neanche nel più passionale tango. Sarebbe, è, rigore, ma il mediocre Gavillucci, che troppo ha tollerato il “palla o gamba” degli avversari, non vede e comunque non fischia. Così finisce con il terzo pareggio di fila e stavolta senza gol, nè presi nè segnati. Un punto che sta stretto assai al Vicenza ma che lo tiene comunque in quota altissima: terzo posto a pari merito con l´Avellino, a tre sole lunghezze dal Bologna secondo, cioè dalla promozione diretta. Ai biancorossi resta un solo rimpianto: la palla che Laverone s´è ritrovato fra i piedi dopo appena 3 minuti, regalo della clamorosa “ciccata” di Capuano. Quasi incredulo l´esterno ha calciato addosso a Gillet, molto bravo poi a ribattere anche la botta immediata di Petagna, che ha calciato come meglio ha potuto. Sciupata l ´occasionissima per rompere subito la partita contro un Catania abbottonato nel suo 5-3-2 che lasciava ai soli Rosina, Castro e Calaiò il compito di provarci, il Vicenza s´è ritrovato penalizzato dopo l´infortunio di Petagna dalla mancanza di un attaccante centrale e dalle condizioni del terreno. Impossibile giocare palla alta e lunga per appoggiarsi a una punta centrale, molto complicato tentare con la palla a terra. Eppure se c ´è stata una squadra che ha provato a vincere è stato il Vicenza e dopo 60 secondi della ripresa Mazzotta ha “murato” Laverone nel tentativo di volée da ottima posizione e gli avversari si sono visti in avanti solo su un contropiede velenoso disinnescato da Vigorito in uscita bassa. Punto stretto, che conferma però che il Vicenza ha tutte le carte in regola per fare corsa di vertice, non appena riavrà una punta. A proposito, Ragusa ieri era in panchina e potrà essere una bella carta in più.
Ore 13.00 – (Gazzettino) I quattro punti conquistati negli scontri diretti con Varese, Entella e Crotone hanno lasciato qualche rammarico in casa granata, ma il tecnico Foscarini non si piange addosso: «È inutile recriminare su quel che è stato, guardiamo avanti e puntiamo a fare bene nella prossima sfida a Livorno». L’allenatore del Cittadella non si sottrae comunque a qualche considerazione: «A Chiavari siamo mancati in qualcosa che conta perchè perdere la partita facendo meglio dell’avversario sotto tanti aspetti, non va bene. Con il Crotone, invece, conoscevamo le insidie. La squadra calabrese ha un buon possesso palla e sa mettere in difficoltà chiunque. Nel primo tempo siamo stati poco intraprendenti, ci voleva più coraggio». Ed è proprio questo requisito che Foscarini chiede ai suoi giocatori per la trasferta di sabato in terra toscana: «Sulla carta le difficoltà appaiono superiori rispetto ad altre partite, ma per come siamo messi noi non possiamo guardare nè al blasone, nè al potenziale dell’avversario. Dobbiamo cercare l’impresa che ci è riuscita negli anni scorsi e non vedo perchè non dovrebbe riuscirci anche questa volta». Quanto alla classifica e alla quota salvezza, il tecnico sottolinea: «La stagione scorsa si pronosticavano i 50 punti, poi ne sono serviti di meno. Quest’anno il campionato è più equilibrato del solito e nel fondo classifica c’è una grande ammucchiata. Personalmente tengo validi i 50 punti e quindi dovremo fare almeno quattro-cinque vittorie». SQUADRA. Ieri la ripresa della preparazione. Gerardi e Donazzan sono rimasti a casa con la febbre. Mai come quest’anno l’influenza ha bersagliato i granata. Foscarini conferma: «Dobbiamo prendere atto che questo fenomeno si è accanito contro i nostri giocatori come non mai». Schenetti e Kupisz sono invece rimasti a riposo per problemi fisici. Il primo lamenta una lacerazione mio-tendinea all’adduttore lungo della coscia sinistra. Il polacco si è sottoposto a radiografia con esito negativo, per cui si tratta solo di una lieve contrattura alla coscia. TIFOSI. Il Club granata Cittadellese di Roberto Zanon organizza il pullman per sabato a Livorno. Iscrizioni all’Ortofrutta Lena, al bar Da Claudio e al bar Stadio. Domenica il club I Love Citta sarà in Piazza Pierobon con le uova pasquali per una raccolta fondi a favore di Noemi, una ragazzina di 7 anni colpita da una malattia metabolica rara.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Solo una contrattura, da valutare nei prossimi giorni. Meno grave di quanto temuto l’infortunio di Tomasz Kupisz, che si è sottoposto ieri pomeriggio a un’ecografia di controllo all’Ospedale di Cittadella: il medico sociale Carlo Rettore non ha riscontrato lesioni. L’esterno offensivo granata potrebbe recuperare in tempo per la trasferta a Livorno di sabato. Ieri ancora riposo per Gerardi dopo l’attacco influenzale di venerdì scorso, a lui si è aggiunto Donazzan.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Una delle maggiori incognite da qui al termine della stagione, per il Cittadella di Claudio Foscarini, sono gli infortuni che continuano a martoriare la rosa. Contrattempi più o meno gravi che, in tutta evidenza, complicano il lavoro dell’allenatore granata e che riducono le possibilità di scelta. Gli ultimi ko sono quelli di Kupisz e di Schenetti. Meno grave quello del polacco, che si è sottoposto ieri ad una ecografia all’ospedale di Cittadella. Il medico sociale Carlo Rettore non ha riscontrato lesioni ma solo una lieve contrattura. Per il Livorno il suo recupero è possibile, mentre potrebbe essere terminata anzitempo la stagione di Andrea Schenetti. «Il suo infortunio non ci voleva – sospira Foscarini – la sua assenza rende più difficili le rotazioni. A Livorno potrebbe mancare anche Kupisz e avrei solo Bazzoffia e Minesso disponibili oltre a Pecorini, che può essere schierato a centrocampo». Al Picchi potrebbe partire titolare Bazzoffia, arrivato a gennaio e che ancora non ha avuto la possibilità di disputare una partita intera. Ieri non si è allenato Gerardi, reduce dal forfait di sabato per influenza. Schenetti, nei prossimi giorni sosterrò una visita specialistica per valutare la migliore terapia per il recupero.
Ore 12.20 – (Gazzettino) «In questo momento la società sono io e domenica ero presente allo stadio. Penso che le parole del nostro allenatore siano state dovute solo a un momento di nervosismo al termine di una partita che la squadra sperava di vincere». Il presidente Giuseppe Tramonti risponde così al duro sfogo di Vito Antonelli, che dopo l’1-1 all’Euganeo nel derby di domenica con il Thermal ha accusato senza mezza termini la dirigenza gialloblù di avere abbandonato la squadra al proprio destino, aggiungendo che non erano stati mandati alla partita alcuni ragazzi della squadra juniores che lui aveva convocato. «Domenica ero all’Euganeo – prosegue Tramonti – tanto che vendo anche i biglietti allo stadio e questo non dovrebbe competere a un presidente. Quello che io avevo promesso, l’ho mantenuto. Poi so che doveva andare un ragazzo della juniores, ma non si presentato perché ammalato e si è dimenticato di avvisare. La società ha piena fiducia nel lavoro di Antonelli, capiamo il momento difficile che stanno attraversando i giocatori e da loro non possiamo neanche pretendere più di tanto. Facciano ciò che si sentono. Hanno comunque garantito il loro impegno e da parte mia c’è l’impegno a coprire le trasferte fino al termine del campionato». Non finisce qui. «La fregatura – continua il presidente del San Paolo – l’hanno presa loro ma anche il sottoscritto: ci eravamo fidati di questo gruppo olandese annunciato da Barbin il quale continua a dire che arriverà. So che i genitori si stanno dando da fare, penso che sia quella l’unica prospettiva futura. Ma ci vuole tempo. Ho ancora la fortuna di avere al mio fianco Flavio Schiavon (sponsor principale, ndr) che nonostante le difficoltà ci sta aiutando, lo ringrazio pubblicamente. E ci stanno danno una mano anche altre società: da oggi (ieri, ndr) la squadra ha iniziato ad allenarsi ai campi dell’Esedra Don Bosco. Questo per dire che facciamo quello che possiamo». Nelle sue dichiarazioni l’allenatore del San Paolo si era soffermato anche sul direttore generale Cresta, affermando che da un po’ di tempo non aveva più notizie sul suo conto. Pronta la replica dell’interessato: «Bastava chiedere al presidente Tramonti, che è il punto di riferimento della squadra, e tutto sarebbe stato chiarito in fretta. Sono a casa perchè il 6 marzo è nata mia figlia, tornerò nel momento in cui la situazione familiare è risolta».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Le due squadre di Abano calcheranno l’erba dei vicini che in questo momento è certamente più verde. Dal 29 marzo, Abano e Thermal emigreranno a Este, Legnago e Chioggia per disputare le rispettive partite casalinghe a causa dei lavori di rifacimento del manto erboso dell’impianto di Monteorton, in vista del 24° Torneo Internazionale di Calcio Giovanile che dovrebbe iniziare il 22 aprile. La dirigenza neroverde ha ottenuto il “sì” del presidente dell’Este Renzo Lucchiari per giocare al Nuovo Stadio la partita del 2 aprile con il Fidenza, mentre l’accordo con l’entourage del Legnago Salus è stato raggiunto per la sfida con il Mezzolara del 12 aprile. «Giocheremo l’ultima partita in casa, contro il Fiorenzuola, mercoledì 25 marzo, in occasione del turno infrasettimanale» annuncia Nicola Bertoli, direttore generale dei neroverdi. «I lavori di rizollatura del campo inizieranno il giorno successivo». Una soluzione che permetterà alla società aponense di affrontare la questione senza troppo dispendio di energie e denaro. La Thermal Abano, invece, disputerà le partite contro Jolly Montemurlo (29 marzo) e Delta Porto Tolle (19 aprile) al “Dino Ballarin” di Chioggia, quartier generale della Clodiense: «La Clodiense ci ha dato la disponibilità per entrambe le gare» afferma Carlo Contarin, diesse della Thermal Abano Teolo. «Gli impegni delle squadre, fortunatamente, non si sovrappongono, permettendoci così di non girovagare per il Veneto in cerca di altri stadi liberi». L’ultima volta la Thermal era stata costretta a giocare addirittura allo stadio Tenni di Treviso. Per Abano e Thermal, infatti, sarà la seconda tornata di trasferte extra, dopo l’esodo dello scorso settembre, seguito dalla polemica con l’Assessore allo Sport di Abano Angelo Montrone, che aveva deciso un intervento di manutenzione del campo a campionato già iniziato.
Ore 11.50 – (Gazzettino) «La ripresa è stata totalmente diversa: c’è stato il loro forcing iniziale, ma nel momento in cui abbiamo raddoppiato avevamo già preso le misure. E se loro non avessero accorciato le distanze, chissà come sarebbe finita». Da fuori l’impressione è che sul 2-0 avevate la gara in controllo, preso il gol siete andati leggermente in affanno. «Ma non abbiamo preso tiri in porta. Vorrei soffrirle tutte così… È vero, hanno colpito una traversa e c’è stata quella indecisione tra Thomassen e Petkovic, ma nient’altro. Mentre noi abbiamo avuto quattro-cinque palle gol, oltre al 3-1 di Zubin». Sulla gestione delle sostituzioni spiega: «Cunico, Ilari e Petrilli avevano speso moltissimo anche nell’interdizione. Loro attaccavano in profondità, mi serviva tenere su palla e con il primo doppio cambio la squadra ne ha beneficiato 15-20 minuti. Poi ho visto che non siamo riusciti a fare il 3-1 e ho messo Sentinelli che mi dà forza ed esperienza, oltre ad avere capacità di testa nelle palle inattive». Nel dopo-gara ha dedicato la vittoria a sua mamma Teresa che ha compiuto 74 anni. «Lei è a Napoli, le ho mandato gli articoli tramite Whatsapp. Mi ha ringraziato, spero di portarla presto a Padova».
Ore 11.40 – (Gazzettino) «Ringraziando il cielo, le cose stanno andando come ci auguravamo. Lasciamo che l’obiettivo finale sia come un sogno che noi tutti vogliamo andare a prenderci e pensiamo a una gara alla volta. Quella con il Giorgione è la più importante». Quanto è orgoglioso di questo Padova? «Tanto, tanto. Ma cerchiamo di arrivare fino in fondo. Farò i complimenti ai giocatori nel momento in cui tagliamo il traguardo che ci siamo prefissati. Sono ragazzi molto disponibili, stanno facendo sacrifici enormi, stanno cercando di tenere botta e alcuni di loro stanno buttando giù bocconi amari dato che non giocano. La società ci è vicina, la stampa ci sta aiutando in questo percorso. Ci guadagniamo tutti se arriviamo a un livello più alto. Ma viviamo settimana per settimana, sperando alla fine di farci i complimenti a vicenda». Tornando alla vittoria con la Triestina, il tecnico ha già rivisto la partita: «Non tutta, ma gran parte. Nel primo tempo non abbiamo rischiato niente, potevamo finalizzare anche meglio l’occasione di Amirante e in alcune situazioni potevamo gestire meglio la palla in mezzo al campo».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Otto lunghezze di vantaggio con altrettante gare da giocare, delle quali cinque all’Euganeo dove il Padova ha sempre vinto a parte tre pareggi. Dopo aver superato a pieni voti anche lo scoglio Triestina, i biancoscudati vedono più vicina la Lega Pro. Per carità, fino a che la matematica non diventa realtà è giusto rimanere “sul pezzo”, ma Cunico e compagni hanno più che mai il destino nelle loro mani. «La percentuale si è alzata, ma non faccio previsioni – afferma Carmine Parlato – Godiamoci questa vittoria di Trieste dove abbiamo fatto una prestazione ottima, stiamo tenendo l’osso in bocca e non dobbiamo mollarlo. E da domani (oggi, ndr) pensiamo al Giorgione che avrà le stesse motivazioni degli alabardati visto che deve salvarsi. Tenendo a mente che se qualità e determinazione non sono al top, fai fatica con chiunque». Il calendario propone due partite di fila (Giorgione e Dro) nello stadio amico: il presidente Giuseppe Bergamin nel dopo-gara ha affermato che questo doppio turno casalingo va assolutamente capitalizzato. «È dal 5 agosto che stiamo dando il massimo insieme alla società – replica Parlato -».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Dopo il consueto lunedì di riposo, i biancoscudati riprendono oggi alle 14.30 la preparazione agli impianti Geremia alla Guizza. Oltre che iniziare a mettere a fuoco la sfida con il Giorgione in programma domenica all’Euganeo, prima sfida di un doppio turno casalingo consecutivo che vedrà impegnato il Padova sabato 28 marzo con il Dro, sarà anche l’occasione per monitorare la situazione degli acciaccati Nichele e Ferretti che proprio nel corso di questa settimana dovrebbero tornare ad aggregarsi con i compagni. Senza dimenticare il recupero del lungodegente Busetto, che sembra ormai vicino al rientro, e quello di Lanzotti. Giovedì, diversamente dalle ultime settimane, niente amichevole con squadre del territorio. TIFOSI. Questa sera alle 20.45 al teatro Quirino de Giorgio di Vigonza (piazza Zanella) va in scena l’iniziativa «Un goal per la vita – Obiettivo 9.000» organizzata dal club Avis Biancoscudata. Interverranno all’evento i giocatori del Padova e il sindaco Massimo Bitonci.
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Una plusvalenza notevole, marchio di fabbrica della gestione Ghirardi a Parma. L’anno successivo Baraldi convince Cestaro a cedere all’imprenditore bresciano Diego Penocchio, per 5 anni vice-presidente del Parma con il concittadino Ghirardi. La partnership tra i due club si rafforza ancora di più e arrivano a Padova altri cinque giocatori dalla via Emilia. Ma è una cifra minuscola, se paragonata ai 300 calciatori mossi sul mercato, nell’estate 2013 dal Parma, che ufficialmente ha anche creato un legame con due società satellite, Gubbio e Nova Gorica, alla quale – via Padova – finisce Bruno Vicente. Come amministratore delegato, in viale Rocco, arriva Andrea Valentini, presidente di Sts, società che cura la gestione di servizi e sicurezza allo stadio Tardini. Valentini, da Parma, porta con sé la consulenza di AB Global Service (società incaricata di curare i campi di Bresseo, oltre a quelli di Collecchio) e il figlio Marco, che da osservatore della società ducale diventa responsabile dell’area tecnica del Padova. I due club condividono anche lo stesso gestore di pubblicità, la bresciana G-Sport, sospettata, nell’indagine della Procura e della Finanza, di essere anche socio occulto di Penocchio nel Padova,anche se i due titolari, Italo e Alessandro Giacomini, non sono indagati.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Calcio Padova e Parma Football Club. Due storie che si sono più volte intrecciate negli ultimi anni, che hanno viaggiato su binari paralleli e che ora rischiano di avere lo stesso, triste, epilogo. Ci sono parecchi punti di contatto nelle vicende calcistiche e giudiziarie dei due club, i cui rapporti sono tuttora al centro di un’indagine della Guardia di Finanza padovana. Una vicenda in salsa veneto-emiliana, ma con uno spiccato accento bresciano. In principio fu Baraldi. I rapporti stretti tra Padova e Parma nascono nel gennaio 2012, quando Marcello Cestaro assume Luca Baraldi come consulente personale. In realtà Baraldi è stato chiamato dal gruppo Unicomm con un preciso mandato: gestire la società biancoscudata e preparare la cessione del pacchetto azionario. È un uomo di finanza, entrato nel mondo del calcio proprio a Parma con Callisto Tanzi. Nell’estate 2012 Baraldi prende il controllo anche della gestione sportiva, tagliando i costi e puntando su tanti prestiti. Di questi, cinque arrivano dal Parma, a cui si aggiunge la comproprietà di Galli, rientrata in un affare tortuoso, visto che alla controparte il Padova cede Portin, per un’operazione complessiva di 4 milioni.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Sono tre i personaggi che, con responsabilità diverse, hanno avuto un ruolo fondamentale nel precipitare degli eventi in casa biancoscudata, a partire da gennaio 2014 e sino alla fatidica data del 15 luglio 2014, quando, a causa della mancata presentazione del ricorso alla Covisoc, il Padova non viene iscritto al campionato di Lega Pro, scomparendo dal calcio professionistico, pur restando affiliato alla Figc: Diego Penocchio, Andrea Valentini e Marcello Cestaro. Il primo, 59 anni, bresciano, imprenditore del settore meccanico-metallurgico (il gruppo Ormis che dirige ha sede a Castegnato), irrompe sulla scena a fine giugno 2013, quando, dopo una trattativa rapidissima, acquista la Spa di viale Rocco dal cavaliere di Schio, diventando presidente con il 48% del pacchetto azionario (mentre alla Unicomm resta il 52%), per poi acquisire il 100% delle quote alla fine dell’anno, quando l’ex patron esce definitivamente di scena. Il costo dell’operazione è di 200 mila euro, pari al valore delle 200 mila azioni intestate a Iniziative Euganee, la srl appositamente costituita con capitale sociale di 10 mila euro. Cestaro, 76 anni e mezzo, proprio per il fatto di essere rimasto all’interno del Cda sino a dicembre, è coinvolto a pieno titolo nella disastrosa gestione dell’ultimo campionato di serie B, e ora, dopo aver dato i soldi della sponsorizzazione Famila a Penocchio (oltre 3 milioni di euro), rischia di doverne versare altri 6-7 per pagare i debiti del club, sempreché ci sia un’intesa completa sul piano di rientro, che non è stato ancora presentato in Tribunale, nonostante sia trascorso più di un mese dalla rinuncia al concordato preventivo. Quanto ad Andrea Valentini, 68 anni, maceratese, è stato il “braccio operativo” di Penocchio, insieme al quale è indagato dalla Procura della Repubblica per i possibili intrecci fra Parma e Padova. Amministratore delegato della società, prima è entrato in collisione con l’ex direttore sportivo Alessio Secco, poi con la tifoseria. È sparito anche lui, come Penocchio, seguito dal figlio Marco, subentrato poi a Secco nella gestione dell’area tecnica.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Penocchio avrebbe chiesto la rinegoziazione, ovvero un’operazione attraverso la quale il mutuatario e l’istituto di credito si accordano per modificare il tasso d’interesse e il piano di ammortamento, spostandone in avanti il termine, ma il Credito Sportivo, da questo punto di vista, non sarebbe del tutto convinto a concedere il “via libera” a tale intesa. Soprattutto dopo essersi visto arrivare, la scorsa primavera, le Fiamme Gialle, su mandato dei colleghi padovani, negli uffici romani: è stato infatti proprio il mutuo ottenuto da Penocchio, con la garanzia dell’istituto bancario UniCredit, una delle prime operazioni finite sotto la lente d’ingrandimento della Finanza. Innanzitutto per la causale con la quale il prestito era stato erogato, “spese generali di gestione societaria”: difficilmente, infatti, il Credito Sportivo elargisce liquidità alle società o agli enti di amministrazione se non vincolandole ad un progetto ben definito, come la costruzione o la ristrutturazione di uno stadio o di un impianto, o alle spese di gestione di un impianto sportivo in particolare. E non è nemmeno chiaro, inoltre, se Andrea Valentini abbia giocato un ruolo nella stipula del prestito con il Credito Sportivo, del quale era stato presidente dal 2002 al 2005. Il risultato, alla fine, l’hanno visto tutti: il Calcio Padova, incassati oltre ai milioni della sponsorizzazione Unicomm anche i soldi dal Credito, più il contributo della Lega di serie B, si è ritrovato negli ultimi mesi della scorsa stagione agonistica senza la liquidità per far fronte alle incombenze.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Sulla strada che porta al piano di ristrutturazione del debito del Calcio Padova 1910, ammesso e non concesso che a questo punto ci si arrivi, c’è uno scoglio ancora difficile da superare, lo stesso che, probabilmente, aveva cancellato le speranze di arrivare al concordato preventivo: l’accordo con il Credito Sportivo. Diego Penocchio ha avviato una pratica di rinegoziazione del mutuo, acceso per una cifra che sembrerebbe aggirarsi intorno a 1,5 milioni di euro e sottoscritto per la durata di tre anni, ottenuto dall’istituto romano. È stato infatti lo stesso patron bresciano a firmare le carte del prestito, poche settimane dopo l’insediamento in viale Nereo Rocco, e quindi ben prima che l’amministratore delegato Andrea Valentini cominciasse a parlare dei progetti di ristrutturazione del Centro sportivo Euganeo di Bresseo, richiedendo al sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, una garanzia fideiussoria che il primo cittadino del Comune collinare aveva subito rispedito al mittente. Ma rientrare del prestito, ora, è diventato un problema, e dopo il mancato accordo che avrebbe permesso alla Spa biancoscudata di superare la quota del 60% richiesta per il concordato preventivo, è stato annunciato il piano di ristrutturazione del debito per via “privata” , del quale ancora oggi i contorni sono assai nebulosi.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A questo punto, è importante capire come si comporterà la Unicomm, dunque il suo proprietario. L’accordo auspicato dagli avvocati di Penocchio, se ci sarà, riporterà il cavaliere di Schio alla ribalta, ma con l’obbligo di tamponare le falle apertesi nella nave, poi arenatasi. Il deficit accertato supera i 13 milioni di euro, con il piano di ristrutturazione si potrebbe scendere a 6, massimo 7. Ma la domanda è lecita: sarà solo il colosso della grande distribuzione di Dueville ad accollarsi l’onere di mettere ogni cosa a posto ed evitare così il crack? Cestaro a parole dice di non volerne sapere, ripete un giorno sì e uno sì che le responsabilità sono di Penocchio e dei suoi collaboratori, eppure la realtà è che, essendo stato al fianco dell’imprenditore bresciano per sei mesi dopo la cessione della società, tocca pure a lui farsi carico dei debiti contratti. E non si può permettere, in un momento delicato come l’attuale anche per il suo gruppo, di rischiare un’accusa di bancarotta. Ci sono migliaia di famiglie in ballo, per cui è meglio pagare e chiuderla lì. Ma se manca l’intesa con Penocchio, il quadro si complica. Il titolo sportivo. Ultima annotazione: se il Comune, indipendentemente dall’azione legale che intraprenderà o meno, tornerà in possesso del nome ufficiale e dello scudo biancoscudati, ne resterà proprietario. L’idea di Bitonci, già annunciata qualche mese fa, è di darli in comodato d’uso, di stagione in stagione, alla nuova dirigenza, sottoscrivendo con essa un preciso impegno. Insomma, un patrimonio della città che deve restare nelle mani della massima istituzione, il Comune, a garanzia dei padovani.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Dopo mesi di silenzio, giustificati anche dalla necessità di capire quali contromosse, sul piano civile, avrebbe adottato il vecchio gruppo dirigente, l’indagine della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza su Penocchio e Valentini, raggiunti da avvisi di garanzia nel giugno scorso per violazione dell’articolo 2638 del codice di procedura civile (“essere stati di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”) , registra novità importanti. Pur nel riserbo strettissimo che circonda l’operato degli uomini del Comando provinciale di via San Fidenzio, l’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata su nuove ipotesi accusatorie, sempre nei confronti di Penocchio e Valentini: reati di natura fiscale. I dati incrociati e soprattutto le carte sequestrate nelle perquisizioni di 10 mesi fa avrebbero fatto emergere parecchie incongruenze nella gestione. Ricordiamo che, a partire da marzo 2014, il Padova non pagò più nessuno, per cui tecnici e giocatori ancora oggi avanzano 4 mesi di stipendio (se l’accordo sulla ristrutturazione venisse depositato, sarebbero tra i creditori privilegiati). Ma sono decine le persone che aspettano una soluzione positiva, tra ex dipendenti, fornitori di servizi e imprenditori che, in qualche modo, hanno collaborato con la società biancoscudata. Senza contare l’Erario.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Scongiurato tale rischio, il silenzio che ne è seguito è sembrato significativo al riguardo: meno si parla del vecchio Padova e meglio è. Ma non la pensano così a Palazzo Moroni, dove in queste ore Massimo Bitonci ed il suo staff starebbero meditando un’azione clamorosa, visto e considerato che l’amministrazione municipale avanza poco più di 300 mila euro dal club sparito l’estate scorsa dal calcio professionistico italiano: presentare, a firma del primo cittadino, una (nuova) richiesta di fallimento. Ieri il sindaco ne ha discusso con il capo di gabinetto Andrea Recaldin e ha domandato un parere anche ai legali dell’Ente municipale. Avrebbe rotto gli indugi – questa l’indiscrezione – perché irritato proprio dal silenzio seguito all’incontro con un emissario di Penocchio il mese scorso. Emissario che gli si era presentato davanti con un preciso mandato: il debito con il Comune poteva essere estinto con la restituzione del logo e del titolo sportivo alla città, valutazione intorno ai 70-80 mila euro, più attrezzature, macchinari della sede e altro materiale, e la differenza sarebbe stata saldata con l’esborso di denaro. A tale proposta, redatta su carta, il sindaco ha apposto la sua firma, ma dopo quella visita non si è più fatto vivo nessuno dell’Ac Padova 1910. Per illustrare modalità e tempi relativi al pagamento. Ecco spiegato il motivo per cui Bitonci vuole vederci chiaro, ed è evidente che, se il Comune dovesse intraprendere le vie legali, la situazione per Penocchio (e Cestaro, suo socio sino a fine 2013) precipiterebbe. Il fallimento rappresenterebbe una jattura, avendo rinunciato, appunto, al concordato.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Dov’è il piano di rientro dei debiti accumulati dal Calcio Padova 1910, annunciato nell’atto, depositato presso la sezione fallimentare del Tribunale l’11 febbraio scorso, con cui l’ex società biancoscudata rinuciava al concordato preventivo nei confronti degli oltre 100 creditori che aspettano di essere pagati? Sono trascorsi un mese e cinque giorni (con oggi) da quando il collegio di magistrati (composto da Maria Antonia Maiolino, presidente, Manuela Elburgo e Caterina Zambotto) ha preso atto del cambio di strategia scelto dalla vecchia proprietà, e comunicato dagli avvocati Marco Orizio e Stefano Vergano di Brescia e Fabio De Blasio di Padova, e non c’è traccia di nulla.Nel documento presentato ai giudici, dopo la comunicazione del ritiro dell’istanza di concordato, si auspicava di «poter depositare quanto prima possibile istanza di omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis legge finanziaria, nel tempo strettamente necessario a consentire l’accordo con l’Istituto per il Credito Sportivo e con Unicomm srl». Il “prima possibile” sta forse diventando “il più tardi possibile”? Irritazione a Palazzo. La mossa di metà febbraio sembra infatti acquistare, con il passare dei giorni, un senso preciso: trovato l’accordo con l’avvocato bolognese Mattia Grassani e con la società vicentina Ni.Pa Broker, che avevano chiesto il fallimento della Spa di viale Nereo Rocco, si è imboccata la strada di un’intesa privata con i creditori, convinti di trovare alla fine la quadra su tutto. Ovviamente con tempi più… dilatati, senza la spada di damocle sulla testa dei 60 giorni da rispettare per la presentazione del ricorso al concordato dopo aver ottenuto tale proroga a metà dicembre.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un goal per la vita, obiettivo novemila. Questo il titolo della serata organizzata dal club Avis Biancoscudata. Questa sera a partire dalle 20.45 al teatro Quirino De Giorgio di Vigonza, andrà in scena un evento che coinvolgerà società e giocatori della Biancoscudati Padova, con l’obiettivo di sensibilizzare tifosi e cittadini alla donazione del sangue. Novemila, infatti, sono le sacche che mancano per coprire il fabbisogno di sangue del Dipartimento di Medicina Trasfusionale della Provincia di Padova.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Intanto questa sera al ristorante al Tezzon di Camposampiero è in programma, come già trapelato nei giorni scorsi, una cena fra i vertici dei Biancoscudati Padova e 14 imprenditori padovani già in orbita della squadra in qualità di sponsor o comunque convocati per l’occasione per valutare un possibile ingresso nel pacchetto azionario del club nella prossima stagione: «Abbiamo creato un gruppo societario splendido — spiega l’amministratore delegato del Padova, Roberto Bonetto — dal segretario a tutti quelli che lavorano sodo e remano dalla stessa parte. Per quanto riguarda l’allargamento della base dei soci, dopo Pasqua speriamo di poter comunicare qualcosa di più completo. Stiamo lavorando sotto traccia e in certi momenti il silenzio è d’oro…». In queste ore si sono intensificati i contatti con un paio di imprenditori dell’Alta padovana e l’idea di Bonetto e Bergamin rimane sempre la stessa: consolidare quanto costruito nell’attuale stagione, per evitare che mai più si ripetano scenari come quelli del 15 luglio del 2014. Una data nera e purtroppo indimenticabile per Padova e per 105 anni di gloriosa storia societaria.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Noi tutti ci auguriamo di tornare il prima possibile in Lega Pro e nel calcio professionistico — sorride Carmine Parlato, ospite ieri sera di Biancoscudati Channel su Telenuovo — e credo che siamo sulla buona strada. Ma non è assolutamente il momento di mollare la presa, i punti di vantaggio non sono pochi, ma il calendario è ancora insidioso e non possiamo distrarci per nessun motivo. Vincere a Trieste è stata senza dubbio una tappa importante, penso che ben poche squadre da qui al termine del campionato riusciranno a espugnare il terreno del Rocco». Per completare la missione, a giudicare dalle difficoltà palesate in alcuni frangenti nella costruzione della manovra, Parlato spera di recuperare il prima possibile Matteo Nichele, fulcro del centrocampo alle prese con un fastidioso infortunio al ginocchio che non gli dà tregua. I medici vogliono andarci con i piedi di piombo per evitare guai più seri, questa settimana verrà fatto il punto della situazione per capire la data del possibile rientro.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un passo avanti importante, forse quello decisivo. L’impressione, diffusissima ascoltando le voci più disparate dei principali punti di riferimento del tifo biancoscudato, è che il Padova vincendo a Trieste abbia messo una serie ipoteca sulla vittoria finale del campionato di serie D. Non è ancora fatta, ovvio, ma i segnali convergono tutti in un’unica direzione. Nonostante gli infortuni, le difficoltà contingenti e una concorrenza che non molla l’osso, il distacco dall’AltoVicentino, vittorioso come ampiamente preventivabile sul Dro, è rimasto inalterato a otto punti. Ma c’è una giornata in meno da giocare e, soprattutto, la grande rivale dovrà affrontare la terza forza del campionato, ossia il Belluno di Roberto Vecchiato. Al Padova, invece, restano due ostacoli durissimi da superare, la Clodiense e la Sacilese, ma in quest’ultimo caso ci sarà il vantaggio di poter giocare in casa, con tutto quello che ne consegue quanto a qualità del terreno di gioco e calore di un tifo sempre appassionato.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventisettesima giornata, domenica 22 marzo ore 14.30): AltoVicentino-Tamai, Clodiense-Belluno, Dro-ArziChiampo, Kras Repen-Mori S. Stefano, Legnago-Mezzocorona, Montebelluna-Triestina, Padova-Giorgione, Sacilese-Fontana fredda, Union Ripa La Fenadora-Union Pro
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 63, AltoVicentino 55, Sacilese 49, Belluno 47, Clodiense 45, ArziChiampo e Union Pro 39 Montebelluna 36, Union Ripa La Fenadora 35, Fontanafredda 34, Tamai 31, Giorgione e Legnago 30, Dro 26, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati in tempo reale della ventiseiesima giornata: ArziChiampo-Legnago 1-1, Belluno-Dro 1-1, Fontanafredda-Kras Repen 3-1, Giorgione-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Sacilese 0-4, Mori S. Stefano-AltoVicentino 0-3, Tamai-Union Ripa La Fenadora 0-1, Triestina-Padova 1-3, Union Pro-Montebelluna 3-1.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 16 marzo: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria di Trieste.