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Ore 22.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Che si sia osato troppo? Il pensiero di quel modulo (3-4-3) ultraspregiudicato proposto venerdì sera dal Real Vicenza accarezza Michele Marcolini il giorno dopo la sconfitta interna con la Giana Erminio. La squadra non l’ha recepito e ha perso male contro un avversario alla portata. «Ho sbagliato anche io – sospira l’allenatore biancorosso – ero convinto che giocando con le tre punte potesse arrivare un messaggio particolare, che desse coraggio alla squadra. Adesso dovrò valutare alcune cose, vedremo come proseguire nelle prossime partite, sicuramente non è un modulo che può essere usato contro qualsiasi avversario». La mazzata è stata tremenda, adesso i playoff sembrano quasi un sogno, anche se la matematica non condanna ancora il Real all’anonimato. «Io non mi arrendo – chiude Marcolini – abbiamo ancora qualche chance per arrivare agli spareggi promozione. La situazione si è fatta più difficile e la strada è molto più in salita, ma siamo ancora vivi e lo dimostreremo nelle prossime partite». Sempre che Lino Diquigiovanni non decida di cambiare ancora. Una provocazione, forse, ma da queste parti, visti i precedenti, non si sa mai…
Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) È la Giana a tarpare le ali al Real Vicenza. Dopo la sconfitta di venerdì sera contro i milanesi, la squadra di Marcolini vede allontanarsi il sogno playoff. Certo, la matematica non condanna ancora i vicentini, ma a tenerli ancora in gioco per la corsa agli spareggi è più la speranza di risultati favorevoli che penalizzino i diretti concorrenti in un campionato ancora aperto. Venerdì, una partita iniziata con il freno a mano tirato per il Real che si è forse fatto sorprendere da un avversario arrivato a Vicenza con gli occhi agguerriti di chi vuole far punti. La Giana, condotta dai più esperti Gasbarroni e Sinigaglia, ma comunque squadra giovane, ha tolto i punti di riferimento della formazione di Marcolini, forse anche aiutato dal cambio di modulo del Real (dal 3-5-2 al 3-4-3). «Ci siamo trovati di fronte una squadra che fa del disordine la sua forza, non si sapeva mai con che modulo e come potevamo attaccarli – commenta capitan Tomei – questo non va a difesa nostra ovviamente, come nemmeno possiamo attaccarci agli errori della classe arbitrale, tutti possono sbagliare. Diciamo però che il nostro approccio nervoso è stato dovuto anche alla situazione che si è creata dopo il gol non dato a Bruno, io per primo mi sono arrabbiato. Non sono scusanti, ma quello ha avuto il suo valore. Dobbiamo rimboccarci le maniche e, partita dopo partita, fare punti, sperare a questo punto che quelle davanti non corrano tanto e riuscire a riavvicinarci. Purtroppo con questa gara abbiamo messo un tassello in meno: il Bassano se vince va a parecchi punti da noi, ma noi andiamo avanti con serietà e con il nostro professionismo per fare bene». L´episodio a cui fa riferimento Tomei è il gol-fantasma non concesso a Salvatore Bruno al 39´ del primo tempo sullo 0-1 a favore della Giana. La conclusione del bomber biancorosso, dopo aver colpito la traversa sembra aver oltrepassato nettamente la linea di porta, ma né l´arbitro né il suo assistente se ne sono accorti. E, neanche a dirlo, gol sbagliato (o in questo caso non dato), gol subito: sul rovesciamento di fronte, tra le proteste del Real, la Giana ha messo a segno lo 0-2.
Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Al Menti lunedì sera sarà quasi un match da testa-coda ma nessuno in estate avrebbe previsto che la formazione inguaiata nel fondo classifica fosse il Catania, con il Vicenza in piena zona playoff. Quello che affronterà i biancorossi di Pasquale Marino sarà un Catania affamato di punti, ma il Vicenza non ha nessuna intenzione di fermarsi dopo nove risultati utili consecutivi. Lontano dal Massimino il Catania ha centrato solo quattro pareggi, due nelle ultime trasferte che hanno mostrato un lieve miglioramento. Dario Marcolin conta di continuare su quella strada. «Faremo di tutto per continuare a fare punti — spiega il tecnico dei siciliani — il Vicenza è un avversario in grande forma, ha un gioco efficace ma l’atteggiamento coraggioso e volitivo del Catania mi fa restare fiducioso». Marcolin dovrà risolvere qualche problema di formazione, visto che mancheranno a centrocampo Coppola e Rinaudo; Belmonte e Del Prete sono in forte dubbio. «Parlare di chi non potrà giocare non ha mai portato punti — sottolinea Marcolin — chi scenderà in campo avrà la mia piena fiducia e sono convinto che non farà rimpiangere gli assenti».
Ore 21.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il vantaggio è quello di poter giocare avendo ben chiari i risultati della diretta concorrenza. In attesa di Bologna-Modena che si giocherà oggi, la giornata di serie B ha visto sabato la sconfitta casalinga del Carpi che interrompe la sua serie positiva dopo nove giornate; due mesi fa fu il Livorno ad espugnare il Cabassi, stavolta è toccato al Pescara, che consolida i playoff. Nelle zone alte della classifica l’Avellino perde a Lanciano e il Frosinone ottiene un punto casalingo al termine di un match rocambolesco contro la Virtus Entella. A fronte di questi risultati il Vicenza, superando il Catania nel posticipo di lunedì sera, salirebbe a quota 51, al terzo posto in solitaria, quota dove si trova il Bologna che affronterà oggi al Dall’Ara il Modena in un derby sempre molto sentito. «Sono ragionamenti che lasciano il tempo che trovano – sottolinea l’ex allenatore del Vicenza, Rolando Maran – la serie B è un campionato lungo e difficile e in questo momento del torneo avere un punto in più o in meno non fa tanta differenza. L’importante è lavorare bene sia dal punto di vista fisico e del gioco perché tra un mese inizia la volata finale e allora chi ha più gambe e compattezza di squadra ha molte possibilità di arrivare in alto in classifica». A riguardo Maran, che nella stagione scorsa era seduto sulla panchina del Catania, ammette che vedere la compagine siciliana così in basso, è una grossa sorpresa. «In estate, come molti altri addetti ai lavori, avevo pronosticato un Catania da primissime posizioni, una delle favorite alla promozione in serie A — precisa l’attuale allenatore del Chievo — l’organico del resto è composto da tanti buonissimi giocatori e se i risultati non stanno arrivando vuol dire che c’è qualcosa che non va. Cosa, per chi non vive la realtà quotidiana della squadra e della società, è impossibile da dire, però il Catania è un avversario da prendere sempre con le pinze perché può sbloccarsi da un momento all’altro e se la compagine siciliana riesce a mettere in campo tutto il suo potenziale è dura per tutti». Lo sa bene il Vicenza, che domani sera dovrà giocare una partita molto attenta e determinata per avere la meglio su Calaiò e compagni. «La formazione biancorossa sta disputando un bellissimo campionato — sottolinea Maran — sono venuto a vederla giocare un paio di volte al Menti e ho visto una squadra ben organizzata, che sa cosa fare in campo, e che fa divertire il pubblico sugli spalti. Non posso dire che me l’aspettavo così in alto in classifica, ma nemmeno che sono sorpreso del tutto perché ritengo quello del Vicenza un buonissimo organico, molto ben equilibrato e con giocatori di assoluto valore per la serie B». Quando gli si chiede quali sono a suo parere i calciatori più importanti nell’exploit del Vicenza, Maran non ha dubbi nella risposta. «Di calciatori bravi nel Vicenza ce ne sono tanti — risponde il tecnico trentino — ma la mia opinione è che il valore aggiunto della squadra sia Pasquale Marino, un allenatore molto serio e preparato che ha avuto il grande merito di aver dato un’organizzazione di gioco, ed una mentalità propositiva al Vicenza che in serie B non si vede di frequente». Una squadra, il Vicenza, che secondo Maran può centrare i playoff. «La squadra biancorossa ha tutto per farcela — precisa il tecnico del Chievo Verona — oltre al valore tecnico di cui abbiamo già parlato, a Vicenza c’è anche un pubblico da categoria superiore che al Menti potrà comunque fare la differenza».
Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) Tre punti per sognare. Il posticipo di domani sera contro il Catania (fischio d´inizio alle 20.30) offrirà al Vicenza un´occasione davvero ghiotta per proiettarsi verso i vertici del campionato cadetto. In attesa del risultato che scaturirà dal derby emiliano Bologna-Modena, in campo oggi pomeriggio, si può dire che tutte le altre squadre impegnate tra ieri e venerdì abbiano giocato per i biancorossi: conquistando tre punti contro i siciliani, infatti, la formazione di Marino scavalcherebbe in un colpo solo Avellino e Frosinone, entrambe sconfitte, insediandosi al terzo posto solitario della classifica, e potrebbe addirittura agganciare il Bologna secondo, se oggi al Dall´Ara uscisse il risultato più improbabile ma più auspicato dai tifosi vicentini. Tonfo Livorno. Il turno di campionato si era incanalato favorevolmente già a partire dall´anticipo di venerdì, quando a La Spezia il Livorno, il più immediato inseguitore del Vicenza in classifica, ha rimediato tre scoppole ed è quindi rimasto fermo a quota 47. Anche ieri pomeriggio sono arrivate notizie più che gradite. Qualcuno potrebbe obiettare che il Pescara, espugnando il campo del Carpi capolista per 1-2, è arrivato a soli 2 punti. Vero. Ma è altrettanto vero che gli emiliani e il primo posto, in caso di vittoria sul Catania, si avvicinerebbero a 8 lunghezze: un divario sempre importante ma non più incolmabile. Tris dell´ex. Il Vicenza deve poi ringraziare il suo ex attaccante Ferdinando Sforzini, che con una tripletta ha consentito all´Entella di ottenere il pareggio nell´emozionante partita di Frosinone (3-3); i ciociari in questo modo si sono limitati ad affiancare il Vicenza e l´Avellino, battuto a Lanciano per 1-0, così domani i biancorossi avranno l´opportunità di accelerare e lasciarsi momentaneamente alle spalle entrambe le concorrenti. Tensione Catania. Va detto che la partita con il Catania sarà tutt´altro che una passeggiata. Gli etnei sono determinati a strappare punti fondamentali per la salvezza, a maggior ragione dopo il duro confronto che ieri, nel quartier generale di Torre del Grifo, ha visto circa 300 tifosi esprimere la propria rabbia e preoccupazione al capitano Emanuele Calaiò. Proprio Calaiò forma con Maniero una coppia di attaccanti potenzialmente letale: 15 gol a testa per entrambi finora. È possibile tuttavia che domani sera il tecnico Marcolin decida di cautelarsi inserendo Castro al posto di Maniero, con il compito specifico di sacrificarsi in copertura su Di Gennaro: una contromossa ormai abituale per chi affronta il Vicenza, che si è meritato sul campo il timore degli avversari.
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Peccato, davvero. Sarebbe stato un duello nel duello, un sfida tra bomber da scintille: Cocco contro il magnifico tandem Calaiò-Maniero del Catania. Il biancorosso con 13 reti realizzate, i suoi due rivali con 15 centri a testa (anche se Maniero in Sicilia è arrivato solo con il mercato di gennaio dal Pescara). E invece niente. Colpa dell´ammonizione rimediata dal centravanti biancorosso a Pescara: era in diffida e la squalifica lo costringerà a guardare dalla tribuna del Menti domani sera. Peccato, perché Cocco ha segnato oltre un terzo delle reti totali del Vicenza (34), ma per fortuna non è l´unico finalizzatore di una squadra che se non è una coop del gol poco ci manca. Marino sa fin troppo bene che non si può dipendere da un solo giocatore per segnare, o meglio, non si può dipendere troppo. Perché è chiaro che l´assenza di Cocco peserà, come peserebbe nella Juve la mancanza di Tevez. Il bomber e insostituibile, anche perché, fra l´altro, a gennaio un attaccante è arrivato, ma Petagna è un diciannovenne ex Primavera che sta imparando a navigare tra gli scogli di una campionato difficile come la B.Ecco, Petagna, appunto. Toccherà a lui prendere il posto di Cocco contro il Catania nel tridente. È il sostituto naturale del goleador squalificato. E a Bari ha fatto egregiamente il suo dovere firmando il successo con un colpo di testa stile-Cocco a Pescara. Tra i meriti di Marino c´è anche quello di aver saputo portare tanti giocatori in zona-gol, la regia di un film che, parafrasando il celebre film di Visconti, potrebbe intitolarsi…“Cocco e i suoi fratelli”. L´ultimo è stato Cinelli a Pescara grazie al colpo di testa con cui ha realizzato il primo pareggio, l´1-1, e anche il suo primo gol stagionale. Con Cinelli sono ben 11 i biancorossi che hanno segnato almeno una rete in campionato, oltre a a Cocco. Il secondo miglior realizzatore è davvero una grande sorpresa: dietro all´ attaccante sardo c´è infatti Moretti con ben 6 reti. Roba da attaccante e non da centrocampista e infatti mai in carriera aveva segnato così tanto ed è curioso notare che ha firmato due doppiette è che 3 dei suoi 6 gol Moretti li ha segnati direttamente su punizione. E qui emerge l´importanza del lavoro svolto in allenamento da Marino e dal suo staff tecnico nel curare gli schemi su calcio da fermo. Sul podio c´è Ragusa, che le sue 3 reti le ha siglate all´inizio, prima di rompersi il crociato proprio a Catania (dunque un girone fa giusto giusto) a fine ottobre. Ma sulle qualità realizzative di Ragusa non c´erano e non ci sono dubbi, piuttosto altri sono i biancorossi che stanno portando il loro contributo pur giocando in reparto diversi dall´attacco. Due reti per esempio le ha segnate Brighenti, centrale difensivo di altissimo rendimento, come Di Gennaro, che con il gol aveva avuto sempre confidenza, è vero, ma quando giocava da trequartista e non da regista basso come quest´anno nel Vicenza. E due reti le ha firmate pure Giacomelli, che per la verità ne avrebbe segnate di più se la mira fosse proporzionale alla generosità agonistica. E poi come in ogni buona coop che si rispetti c´è la sfilza dei portatori d´acqua, di quelli che hanno portato un mattoncino a testa per arrivare a quota 34 gol. E si tratta di Laverone, Cinelli, Sbrissa, Garcia Tena, Petagna appunto e Lores Varela. Si dirà che un gol cosa può contare? E invece conta pure un solo gol, eccome: quelli firmati da Petagna e dall´esterno ceduto in gennaio al Varese hanno fruttato ad esempio le vittorie sul Bari e sullo Spezia.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nonostante il netto successo, l’espressione del tecnico Michele Serena esprime la grande delusione per l’unica nota negativa della giornata, l’espulsione di Francesco Cernuto a risultato già ampiamente consolidato: «A mio avviso, è stata una decisione indecente. È scivolato cadendo sulla palla, ma Legati era già dietro pronto in copertura, difficile credere che fosse una chiara occasione da gol. Purtroppo, è un episodio che complica notevolmente la prossima partita». Favorito anche dalla prematura espulsione, il Venezia è stato capace di sbarrare la strada agli avversari, potendo anche recriminare per la mancata realizzazione di alcune occasioni che avrebbero arrotondato ulteriormente il risultato: «Avremmo potuto finalizzare altre 4 o 5 azioni, create non avendo frenesia, gestendo bene la superiorità e rimanendo in partita fino alla fine. Dispiace solo per il rosso, visto che ero stato molto attento nel valutare diffidati ed acciaccati per preservare al meglio la rosa. In ogni caso sono molto contento della prova dei ragazzi, che hanno giocato una partita spensierata, sviluppata come ce l’aspettavamo e giocata come l’avevamo preparata, allargando il gioco per cercare di attaccare la profondità. Abbiamo fatto vedere la nostra identità, riprendendo il trend positivo, una cosa che sicuramente non è da buttare». Così come non è decisamente da buttare la prestazione di Giuseppe Greco, trascinatore della squadra e diretto protagonista di tutti e tre i gol: «Devo essere sincero: sul rigore, pensando all’andata, non ho respirato. Da un paio di settimane ha cambiato il modo di calciare, ma è stato freddo e tranquillo come durante tutta la partita, giocando in maniera ispirata galvanizzato proprio dal rigore segnato. È un calciatore importante, ed oggi ha messo in campo quello che mi e ci aspettiamo da un giocatore del suo livello. È stato molto importante nel lavoro che ha fatto con Guerra in fase difensiva limitando Jadid. Se leviamo l’espulsione, è stata una partita perfetta. La coperta è molto corta dietro, e le alternative non sono molte. Ci penseremo da domani».
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tre punti in fienile senza grande fatica: quota serenità più vicina. E poi con questo successo la Cremonese finisce in zona-playout, complice il successo della Giana a Vicenza, e i tre punti conquistati assumono un valore anche maggiore. Il Venezia ringrazia l’abilità di Raimondi, la precipitazione del portiere Galli e la precisione dell’arbitro Bertani: dopo sei minuti rigore, vantaggio e uomo in più. Partita con la Cremonese subito in discesa – anche se bisogna attendere il 44’ per mettere in sicurezza il risultato, blindato poi ad avvio ripresa – con i lagunari padroni assoluti del campo. Se l’obiettivo era cancellare l’ultima prova non certo esaltante si può dire che è stato centrato. Il Venezia ha giocato con semplicita e con efficacia, sfruttando in maniera ideale la grande vena di Greco impiegato come trequartista in assenza di Bellazzini. Tutte le azioni lagunari sono passate per i suoi piedi ed è stato ottimo ispiratore del gioco arancioneroverde, pur togliendo così un po’ la scena a Zaccagni ed Espinal, relegati al ruolo di vere e proprie comparse. Il successo lagunare si è costruito sulla fascia sinistra dove maggiormente c’è stato spazio di manovra senza che in alcuna maniera la Cremonese opponesse resistenza: Greco, ma anche Guerra si sono lanciati lì senza freni. Una gara che dopo il vantaggio su rigore ha avuto la possibilità di diventare una vera e propria goleada, mancata per la fretta e la leziosità di alcuni elementi lagunari, ma anche per almeno un paio di belle parate del dodicesimo grigiorosso Quaini. Ieri pomeriggio contro la Cremonese il Venezia ha fatto vedere un gioco discreto, che ha accompagnato e agevolato il successo: ottima indicazione in vista anche dei prossimi appuntamenti, primo fra tutti quello di sabato prossimo a Gorgonzola contro la Giana. Già perchè la corsa verso la serenità – ricordiamo che in ballo c’è sempre la penalizzazione di due punti per non aver saldato i contributi – è in pieno svolgimento: evitare i playout è il primo obiettivo per Serena e i suoi. La cronaca. 2’ Raimondi scende a sinistra in area e conclude fiacco su Galli. 3’ Greco dalla sinistra mette palla a Raimondi che appena dentro l’area salta con la sfera il portiere che è costretto ad atterrarlo: rigore ed espulsione. 6’ Greco trasforma il penalty. 14’ nuovamente Greco imbecca bene Raimondi in area – azione simile alla precedente – ma questa volta c’è Quaini che non si fa sorprendere e respinge. 33’ Raimondi avanza e appoggia a sinistra a Guerra che quasi da fondo campo cambia gioco su Zaccagni che sul palo opposto in corsa non riesce però a sorprendere il dodicesimo grigiorosso. 44’ Greco serve una bella palla a Guerra sulla sinistra dell’area, servizio subito in mezzo per Raimondi che trasforma. Ripresa. 2’ Raimondi dalla destra mette in mezzo un rasoterra sul quale Guerra non riesce a intervenire. 6’ Greco dalla sinistra serve a Raimondi solo in area una palla solamente da appoggiare in rete. 14’ punizione di Raimondi dalla destra con Quaini che controlla a terra in due tempi. 27’ giro palla del Venezia sulla trequarti difensiva, dalla sinistra Dell’Andrea serve Cernuto che scivola e cade con la mano sul pallone bloccandolo: proprio mentre un grigiorosso stava lanciandosi verso la porta. Per l’arbitro si tratta evidentemente di interruzione di chiara occasione da gol e scatta l’espulsione. Giornata comunque esaltante per i lagunari che ritrovano il successo grazie alle reti di due attaccanti, che scoprono in Greco un ottimo ispiratore per le punte e che mettono in campo la giusta grinta senza nessun affanno o preoccupazione in questa rincorsa alla serenità.
Ore 19.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ una doppia rivincita, di squadra e personale, il 3-0 conquistato ieri al Penzo dal Venezia. Contro la Cremonese c’era da «vendicare» la sconfitta dell’andata, che segnava l’esordio di mister Michele Serena in panchina. Ma a togliersi una vera soddisfazione è soprattutto Giuseppe Greco, che a ottobre aveva sbagliato il rigore del possibile pareggio: con lui il destino si è divertito a riproporre la stessa situazione, stante l’assenza di Bellazzini, ma stavolta può festeggiare. Il Venezia torna alla vittoria, segna tre gol — dopo che una settimana fa ne aveva subiti altrettanti a Novara — e conquista tre punti preziosi (risalendo al nono posto con 41 punti), grazie ai guizzi di Greco e alla doppietta di Raimondi. Il primo gol arriva dopo soli quattro minuti, con il rigore seguito al fallo da espulsione del portiere. L’azione parte dai piedi di Greco, che innesca Raimondi con un bel filtrante, cogliendo di sorpresa la difesa grigiorossa. Raimondi prova a superare Galli che lo atterra: cartellino rosso e rigore. Entra Quaini ma ha poco da fare contro la freddezza di Greco, che lo spiazza e spazza via i fantasmi dell’andata. La Cremonese in dieci si riorganizza con il 3-4-2 ma le occasioni sono tutte arancioneroverdi. La Cremonese si rende pericolosa a spot, confidando nei calci da fermo. Ma proprio quando la squadra avversaria si sbilancia in avanti, il Venezia punge in contropiede: lo fa con Guerra al 33’, che serve Zaccagni, ma il suo tiro finisce tra le braccia del portiere. La squadra di Serena vuole incrementare il vantaggio prima del riposo e ci riesce al 44’, quando l’ennesima azione filtrante buca la difesa, ancora una volta grazie al tocco di Greco: Guerra in area attira su di sé il portiere e con generosità serve Raimondi che non deve fare altro che insaccare. Sul 2-0 il Venezia riprende come aveva finito: attaccando. Raimondi è incontenibile, supera due difensori, entra in area dalla destra e serve un assist per Guerra, anticipato dal portiere. Poco dopo eccolo confezionare il gol che chiude il match. Servito in area, ha il tempo di alzare la testa, guardare Quaini e batterlo con un pallonetto. La partita è ormai in cassaforte, anche se alla mezz’ora Cernuto complica le cose, facendosi espellere per un’ingenuità, ed è la terza volta quest’anno: scivola sul pallone e da terra lo ferma con le mani, meritandosi il rosso. Ripristinata la parità numerica la Cremonese si butta a testa bassa in attacco, senza sortire gran che. La partita e i tre punti sono nelle mani del Venezia.
Ore 19.20 – (Gazzettino) Un tempo a testa, una grande occasione a testa e alla fine un punto a testa. Tra Cittadella e Crotone il pareggio è senza dubbio il risultato più giusto per quanto visto in campo. Soddisfatti gli ospiti, che prima di tutto miravano a non perdere. Un po’ meno i granata, che volevano riscattare con una vittoria il ko di lunedì sera con l’Entella. La squadra di Foscarini ha faticato a scacciare le tossine della sconfitta in terra ligure e per tutta la prima frazione ha lasciato l’iniziativa in mano ai calabresi. Bravo il portiere Pierobon dopo appena quattro minuti a sbarrare la strada a Suciu, liberato da un assist di Torregrossa. Forte del suo fraseggio a due tocchi, il Crotone ha occupato meglio gli spazi e si è insediato nella metà campo avversaria, impedendo di fatto al Cittadella di riproporsi con pericolosità in avanti se si eccettua un’uscita bassa dell’ex Cordaz ad anticipare Coralli in piena area (12’). Gli affanni dei granata sono emersi soprattutto nella misura e nei tempi delle giocate. Proprio un pallone calciato con ritardo da Pellizzer e rimpallato sulla trequarti da Ciano, ha spianato la strada a Dezi che di testa da posizione favorevole non è però riuscito a inquadrare lo specchio della porta. Il solo Kupisz tra i granata ha dimostrato di avere la gamba giusta, esibendosi in poderose sgroppate sulla corsia di destra, ma il più delle volte si è trovato a predicare nel deserto, poco spalleggiato dagli altri giocatori offensivi: troppo timido Minesso, a corto di energie Stanco, confusionario Coralli. Incredibile l’opportunità sciupata dal Crotone al 40’ su una micidiale ripartenza di Torregrossa che prima ha vinto il duello di fisico con Paolucci e poi ha saltato Barreca in prossimità dell’area. Il destro dell’attaccante dal limite è stato respinto in tuffo da Pierobon proprio sui piedi dell’accorrente Matute che quasi a porta vuota ha mandato colpevolmente la sfera sull’esterno della rete. Di sicuro Foscarini si è fatto sentire nell’intervallo e così il Cittadella ha affrontato la ripresa con un piglio più autoritario, alzando finalmente il proprio baricentro. A dare la scossa alla squadra di casa è stato poi l’ingresso al quarto d’ora di Sgrigna al posto di uno spento Minesso. Il fantasista romano ha dato l’impressione da subito di essere ispirato. Al bacio l’assist sul secondo palo per Scaglia (19’) che ha potuto colpire indisturbato con Cordaz ormai fuori causa. Più facile segnare che sbagliare, invece il difensore non ha centrato l’impatto con la sfera e l’occasionissima è sfumata. Il Cittadella ha continuato a cercare il gol per tutta la ripresa, ma senza la necessaria lucidità. Importante soprattutto il movimento ad accentrarsi di Sgrigna, che ha liberato la corsia di sinistra alle accelerazioni di Barreca. Ma proprio Sgrigna ha sciupato nel finale una situazione favorevole di quattro contro tre per i granata e il pareggio è andato in archivio.
Ore 19.10 – (Gazzettino) Una tribuna vip al Tombolato: ad assistere alla partita c’erano il presidente del Borussia Dortmund, Michele Puller, invitato a Cittadella da Loris Beghetto, uno degli sponsor del Cittadella, con il quale è legato da rapporti di lavoro, e il presidente di Mediolanum, Ennio Doris. Entrambi hanno poi trascorso la serata a cena insieme al patron granata Gabrielli. Un punto contro il Crotone non è un’occasione persa, secondo il tecnico Claudio Foscarini: «Avremmo dovuto vincere, per cui abbiamo fatto un passetto indietro in classifica, ma con il Crotone ci sta una partita così. Piuttosto quella di lunedì scorso a Chiavari la ritengo un’occasione persa perchè avevamo creato tanto senza raccogliere niente, lì siamo mancati in qualcosa. Con il Crotone invece sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, lo avevo detto ai ragazzi durante la settimana. La squadra calabrese è in grado di mettere in difficoltà chiunque per il suo tipo di gioco, inoltre ha giocatori di qualità». Sulla partita, continua: «Non abbiamo giocato il primo tempo con la scioltezza necessaria. Eravamo contratti e lo si è notato soprattutto a centrocampo, per cui ne hanno risentito anche gli esterni che hanno dovuto giocare in un altro modo. Nella ripresa si è visto un Cittadella diverso, abbiamo creato alcune chiare occasione e si poteva vincere». «Abbiamo attraversato una settimana poco favorevole – aggiunge Foscarini – con Schenetti, Rigoni e Gerardi che hanno avuto problemi fisici; inoltre il grande rammarico per come è andata lunedì scorso con l’Entella ce lo siamo portato addosso per tutta la settimana». In merito alle sostituzioni, l’allenatore precisa: «Nel secondo tempo dovevamo trovare il guizzo giusto, per cui abbiamo provato anche con soluzioni diverse. Peccato non essere riusciti a sfruttare le occasioni avute. Nel finale più di qualche giocatore aveva delle difficoltà». Sul contributo di Sgrigna sottolinea: «Ha fatto un gran lavoro, lui sa coprire tutti i ruoli davanti e ha liberato spazi importanti per Barreca, bene anche nei rientri». Andrea Pierobon è soddisfatto: «Personalmente sono contento della mia prestazione. Quando non si prende gol almeno un punto si mette in saccoccia. Il Crotone si è confermato squadra ostica, come temevamo, in altre circostanze una partita così la avremmo persa. Guardiamo avanti con positività alla prossima trasferta a Livorno contro un avversario che lascia giocare. Sarà fondamentale essere cinici perchè ci sarà da soffrire, siamo sempre sul filo del rasoio. Noi dobbiamo cercare punti dappertutto». Questa l’analisi del vice presidente Giancarlo Pavin: «La posta in palio era elevata e nel primo tempo abbiamo tenuto un atteggiamento troppo contratto. Nella ripresa ci siamo sciolti e abbiamo creato alcune palle-gol nitide. Il risultato alla fine è giusto. Rispetto a qualche settimana fa abbiamo perso in brillantezza, ma ci sono le attenuanti, oggi l’assenza di Rigoni ha pesato. Con la squadra al completo potremo giocarcela con tutti». Sulla trasferta a Livorno, conclude: «Sarà dura perchè l’avversario vorrà reagire a un momento sfavorevole, ma io resto fiducioso».
Ore 18.50 – (Mattino di Padova) «Abbiamo rinunciato a giocare per venire a tifare. I ragazzi del settore giovanile». Se il Cittadella chiama, tutti devono rispondere, anche i piccoli del vivaio. E con la promozione dei biglietti ad un euro, in Gradinata Est, dove campeggiava il lungo striscione appena citato, in effetti qualche presenza in più stavolta c’è stata, ma non forse nella misura che il presidente Andrea Gabrielli e i suoi collaboratori avrebbero immaginato. E allora? E allora c’è poco da fare, hanno vinto gli assenti, perché, in tutta sincerità, una partita così brutta come quella andata in scena nei primi 45’ di ieri non l’avevamo ancora vista nelle 30 giornate di campionato già consegnate agli archivi prima di questa. Che poi si sia elevata dalla mediocrità assoluta nella seconda parte, è stato più per merito della squadra di Foscarini che di quella di Drago, ma il dato ha poca importanza. La serie B, specie per chi naviga nelle acque infide della bassa classifica, è di un livello davvero basso, il peggiore degli ultimi anni, e non ce ne vogliano Pellizzer & C., ma se sono sempre lì, fra risultati buoni e altri decisamente inferiori alle attese (e alle possibilità), significa che questo valgono. Dunque, sino alla fine bisognerà soffrire per arpionare un’altra salvezza. Un tempo a testa. È il quattordicesimo pareggio (su 31 gare, appunto), e ci sta tutto. Perché la frazione iniziale ha visto i calabresi decisamente più in palla e più pericolosi degli avversari, mentre dopo l’intervallo, grazie ad un paio di innesti mirati e all’allargamento del gioco sulle fasce, il Citta si è rivelato superiore, pur non chiamando mai l’ex Cordaz ad una parata decisiva o comunque complicata. Per cui i ragazzini del settore giovanile avrebbero forse fatto meglio a giocare le loro partite (spostate di orario o rinviate), dato che alla fine il pubblico ha lasciato il Tombolato tra comprensibili rimbrotti e l’amarezza per un’occasione sfumata, quella di allargare il divario fra la squadra del cuore e le concorrenti dirette. Così, invece, la zona playout è sempre lì, incollata come il mastice alle caviglie dei granata. Doris e Puller in tribuna. Non crediamo si siano divertiti neppure Ennio Doris, 74 anni, fondatore del Gruppo Mediolanum e presidente dell’omonima Banca, e Michele Puller, 67 anni, originario di Cittadella, presidente del Borussia Dortmund che mercoledì affronterà la Juventus nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League. Seduti uno accanto all’altro in tribuna d’onore, se ne sono andati qualche minuto prima della conclusione del match. Pierobon c’è. Senza Rigoni (in panchina, ma menomato dall’influenza), Foscarini ha rilanciato Paolucci, ma proprio a centrocampo, alla fonte del gioco, il Citta ha patito molto la migliore disposizione del Crotone, organizzato bene e soprattutto in grado di chiudere tutti i varchi agli esterni di casa, e a limitare notevolmente il raggio d’azione di Stanco (apparso fuori registro pure stavolta, dopo lunedì scorso a Chiavari)e Coralli. In questo modo, dovendo ”fare” la partita, i granata si sono esposti alle ripartenze dei pitagorici, pericolosi al 4’ con Suciu, con il “vecio” portiere bravo a rintuzzarne la conclusione di piede, al 29’ con un colpo di testa di Dezi troppo lungo per Torregrossa sotto porta, e al 40’ con la più nitida delle palle-gol, costruita da Torregrossa, il cui tiro veniva deviato in tuffo dal “Piero”, ma proprio sui piedi dell’accorrente Matute, che spediva fuori da due passi! Scaglia, che errore! Limitato sulle corsie esterne, l’undici padovano ha cambiato passo, e alzato il ritmo, nella ripresa, specie quando è entrato in scena Sgrigna, dopo il quarto d’ora. A porta vuota, di testa, Scaglia, proprio su un cross del trequartista romano, si è divorato l’opportunità del vantaggio (19’), poi lo stesso Sgrigna ha sbagliato la misura, da posizione favorevole, nel destro a giro che è sibilato un paio di metri sopra l’incrocio (38’). Il Citta racoglie 4 punti nei tre scontri diretti, con Varese, Entella e, appunto, Crotone: un paio in più avrebbero potuto e dovuto essere messi nel conto. Speriamo di non doverli rimpiangere, al momento dell’epilogo del campionato.
Ore 18.40 – (Mattino di Padova) «Un’occasione persa? Beh, se ci ripenso il rammarico è forte soprattutto per quanto è accaduto lunedì sera in casa dell’Entella, non per il risultato di oggi (ieri, ndr). Sapevo, infatti, che contro il Crotone avremmo fatto fatica: abbiamo affrontato una squadra “fastidiosa”, che ha qualità, fa possesso palla e, come avevo detto ai miei giocatori, “ti fa andare giù la catena”, non permettendoti di esprimerti al meglio». Claudio Foscarini commenta così lo 0-0 casalingo contro il Crotone. La faccia è scura, anche perché la classifica si fa ancora più corta. «Nel primo tempo siamo stati troppo contratti, si vedeva la tensione. Nel secondo ci siamo espressi in modo migliore, ma partite come questa in genere vengono risolte da un episodio fortunato: noi un’opportunità clamorosa l’abbiamo avuta, con il colpo di testa di Scaglia a porta vuota, ma purtroppo non l’abbiamo sfruttata». Il tecnico del Cittadella conferma le impressioni avute dall’esterno: nella prima frazione la palla girava lenta. «Abbiamo incontrato difficoltà soprattutto a centrocampo: avremmo dovuto allargare di più il gioco sugli esterni, ma anche loro, Kupisz e Minesso, avrebbero dovuto evitare di accentrarsi intasando la mediana. Nella ripresa, invece, con l’ingresso di Sgrigna siamo riusciti a mettere in pratica quello che avevo chiesto. È cresciuto anche Kupisz, però ho dovuto sostituirlo per un problema muscolare, che spero sia lieve». Per Massimo Drago, allenatore dei calabresi, il pareggio è il risultato più giusto, «dopo un primo tempo in cui abbiamo sprecato occasioni da gol ed energie fisiche e mentali, e un secondo in cui, invece, è subentrata la paura di perdere e ci siamo abbassati troppo. Alla fine abbiamo giocato meglio una frazione per ciascuno, era giusto che la partita finisse con le squadre a spartirsi la posta in palio».
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto) C’era pure il presidente del Borussia Dortmund, Michele Puller, in tribuna al Tombolato ieri pomeriggio per assistere a Cittadella-Crotone. Il motivo? Dopo alcune verifiche si scopre che era in compagnia del presidente di Mediolanum, Ennio Doris e che conosce da tempo il presidente Andrea Gabrielli, oltre ad essere originario della zona. Insomma, non era a Cittadella per visionare qualche giocatore ma non si sarà divertito, questo è certo, perché tra granata e Crotone va in scena una partita tutt’altro che esaltante almeno per 65 minuti. Il verdetto finale dice 0-0, non basta una mezzora gagliarda al Citta per mettere al tappeto il Crotone cancellando il ko con l’Entella maturato lunedì scorso a Chavari. Al Tombolato finisce 0-0 fra la delusione generale, il calo fisico e tecnico di qualche uomo condiziona la prestazione dei ragazzi di Foscarini, che spingono nel finale senza però trovare l’affondo giusto. Nel primo tempo succede poco, l’occasione migliore è per Dezi al 17’ e, soprattutto, per Torregrossa e Matute al 44’, ma Pierobon è una muraglia che non si sgretola. Nella ripresa succede poco, almeno fino a quando Foscarini non decide di mandare in campo Sgrigna e Benedetti al posto di Minesso e Busellato. Da quel momento in avanti il Cittadella si trasforma e carica come un ariete, senza tuttavia trovare lo spunto vincente. L’occasione più clamorosa capita a Scaglia, che al 19’ sbaglia a porta vuota di testa il gol dell’1-0. Finale garibaldino dei granata: Coralli ha due vole la chance per il vantaggio, ma nella prima occasione è bravissimo Dos Santos a chiudergli la strada della porta, nella seconda (30’) il centravanti toscano fa tutto bene eccetto il tiro finale, completamente fuori misura. Brividi nei minuti finali: Sgrigna (37’) sfiora il vantaggio con un tiro a giro, poi una punizione di Dezi (41’) mette in difficoltà la difesa granata, che per poco non combina un pasticcio. Finisce 0-0, capire se il Cittadella si sia inceppato oppure se si tratti solo di un passaggio è complicato. «Non la ritengo un’occasione sprecata – spiega Foscarini in sala stampa – consideravo alla stessa stregua il mancato risultato positivo di Chiavari. Abbiamo avuto una serie di contrattempi, ultimo dei quali la contrattura di Kupisz che ci ha privato di un giocatore fondamentale sulle fasce».
Ore 18.00 – Lega Pro, il Bassano vince in Sardegna: battuta 1-0 la Torres.
Ore 17.40 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Imolese 0-0, Este-Fiorenzuola 2-0, San Paolo-Thermal Abano 1-1.
Ore 17.25 – Matteo Bedin: “È stata una partita emozionante, diversa dalle altre. Abbiamo fatto una buona partita ma è arrivata la sconfitta perché quando commetti degli errori col Padova li paghi… Il Padova? L’ho visto bene, speriamo che alla fine arrivino davanti perché hanno una squadra e soprattutto un gruppo costruito per vincere. Io tifo per loro”.
Ore 17.20 – Nicola Petrilli: “Sono contento, in questi stadi trovi l’adrenalina giusta. E sotto pressione forse rendo di più… Abbiamo atteso l’attimo giusto per colpire. La Triestina ha fatto capire una
volta di più che in queste categoria non bisogna mai abbassare la tensione…”.
Ore 17.15 – Emil Zubin: “Potevamo chiuderla prima questa partita, ma anche farlo in pieno recupero va bene perché vale tre punti! La Triestina non ha mai mollato, ma abbiamo dimostrato nuovamente che siamo superiori a tutti… Gli otto punti di vantaggio? Finché la matematica non ci dà ragione non possiamo stare tranquilli”
Ore 17.10 – Marco Ilari: “Sempre bellissimo segnare in stadi e partite simili! Sapevamo che la Triestina è in forma, siamo stati bravi a tenere botta e a chiuderla alla fine. È una vittoria davvero importante, più diminuiscono le partite e meglio è. L’occhio nero? È un “regalo” di Amirante, ma si è rifatto con l’assist per il mio gol… Dedico la vittoria alla mia famiglia!”
Ore 17.05 – Giuseppe Bergamin: “Sono quelle partite che non ti aspetti,non pensavo di soffrire così sul 2-0. Dopo il loro gol siamo andati un po’ in confusione,la Triestina è cresciuta e poi abbiamo avuto anche fortuna. La squadra ha fatto una grande prova di maturità,la gara era difficile,contro di noi tutti danno il massimo. Queste gare si portano a casa col mestiere e con l’esperienza. Vedere questo stadio ? Non c’ero mai stato,mi piacerebbe ci fosse a Padova uno stadio così”.
Ore 17.00 – Roberto Bonetto: “Oggi si è respirato il clima del calcio vero, spero che presto saranno tutte così le trasferte. I ragazzi sono stati bravissimi, alzandosi subito dopo il pareggio. Sono stati meravigliosi, mancano ancora otto domeniche, abbiamo messo un altro mattoncino. Il mister non sbaglia una mossa, questa categoria gli sta stretta e sta dimostrando quando è bravo. Abbiamo creato un gruppo societario splendido, dal segretario a tutti quelli che lavorano e remano dalla stessa parte. Allargare la base dei soci? Dopo Pasqua potremmo fare qualcosa di più completo, stiamo lavorando sotto traccia, in certi momenti il silenzio è d’oro”.
Ore 16.55 – Carmine Parlato: “Abbiamo affrontato una Triestina in palla, e voglio vedere chi riuscire ad espugnare il Rocco! Faccio i miei più sentiti complimenti ai miei ragazzi perché vincere qua è tanta roba. È stata una partita viva ed intensa, nella prima frazione abbiamo tenuta botta, nella ripresa c’è stata qualche sofferenza di troppo ma abbiamo portato a casa questi tre punti. Il cambio di modulo? Ho apportato delle correzioni, e poi mi era sembrato che l’arbitro avesse puntato Cunico… Nel primo tempo c’erano pochi spazi, ma Petrilli ha fatto un eurogol! Il gol preso? Ne parlo martedì coi ragazzi, serve più lucidità in quei momenti ma quando ci sono simili parapiglia in area tutto può succedere. E secondo me non c’era neanche il fallo… Mi auguro di ritornare quanto prima nel calcio che conta, e rivolgo a loro lo stesso augurio. Dedico questa vittoria a mia madre, che oggi compie gli anni!”.
Ore 16.50 – Giuseppe Ferazzoli: “Abbiamo buttato via il primo tempo, ma nella ripresa siamo usciti ed abbiamo messo in difficoltà il Padova, a cui vanno dati i giusti meriti. Mi complimento con i ragazzi per aver tenuto fino alla fine ma dispiace comunque per questa sconfitta. Rifarei le stesse scelte”.
Ore 16.40 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 63, AltoVicentino 55, Sacilese 49, Belluno 47, Clodiense 45, ArziChiampo e Union Pro 39 Montebelluna 36, Union Ripa La Fenadora 35, Fontanafredda 34, Tamai 31, Giorgione e Legnago 30, Dro 26, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.
Ore 16.35 – Serie D girone C, i risultati della ventiseiesima giornata: ArziChiampo-Legnago 1-1, Belluno-Dro 1-1, Fontanafredda-Kras Repen 3-1, Giorgione-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Sacilese 0-4, Mori S. Stefano-AltoVicentino 0-3, Tamai-Union Ripa La Fenadora 0-1, Triestina-Padova 1-3, Union Pro-Montebelluna 3-1
Ore 16.30 – FISCHIO FINALE: TRIESTINA-PADOVA 1-3.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il pensiero per ora è ancora tale. Nel senso che, per sperare in un aggancio al treno che porta alla vetta della Lega Pro, bisognerebbe cogliere la terza vittoria esterna consecutiva nello spazio di tre partite e poi spiccare il volo. A Bassano Antonino Asta fa spallucce, per ora si vive alla giornata e più avanti chissà, fermo restando che i playoff rimangono un obiettivo del tutto alla portata e il primo posto non è ancora un’utopia irraggiungibile. Oggi a Sassari, contro la Torres, si tenterà il colpo gobbo, senza per questo esagerare andando all’assalto senza criterio. «Giocheremo su un campo difficile — sottolinea Asta — la Torres in casa ha conquistato molti punti, infatti si propongono molto di più rispetto al gioco messo in atto in trasferta. Davanti possono contare su giocatori molto pericolosi come Scotto, Barbuti, Maiorino e Baraye, inoltre a seguito della vittoria di ieri della Giana vorranno conquistare i tre punti per allontanarsi dalla zona playout». É indubbio che i successi esterni contro Mantova e Lumezzane abbiano rappresentato una sorta di spartiacque, dopo la mini-crisi invernale che pareva aver annacquato ogni sogno di gloria. La squadra ha ritrovato fiducia, visto che il gioco non era praticamente mai mancato. «Noi vogliamo sfruttare il nostro momento positivo — taglia corto Asta — abbiamo conquistato sei punti nelle ultime due trasferte consecutive e ce la giocheremo dall’inizio fino alla fine. Prima di questo ciclo di tre trasferte ho parlato ai ragazzi dicendo loro che dovevamo pensare alla gare restanti come ad un mini torneo, cercando di fare più punti possibili. Soprattutto fino alle ultime quattro giornate dove ci giocheremo il tutto per tutto, ora è importante muovere sempre la classifica. Quello che stiamo facendo è inaspettato, ma vogliamo provarci fino alla fine a lottare per conquistare il primo posto». Eccolo, dunque, il proposito dichiarato di Asta, che non vuole lasciare nulla d’intentato. Nonostante le assenze, che pesano che privano la squadra di terminali fondamentali per lo sviluppo del gioco giallorosso. «Nolè e Maistrello mancheranno ancora — chiude Asta — e oltre a loro, bisogna pure tenere conto di Priola che è squalificato. La formazione? A centrocampo ho ancora alcuni dubbi, valuterò domani mattina (stamattina per chi legge, ndr )». Vincere a Sassari. A Bassano ci credono, a Bassano ci provano. Perché la B non resti soltanto un sogno.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Da viaggiatore, il Bassano più che commesso è commosso: ultimamente quando si è messo in moto ha finito col vincere. È accaduto a Mantova, Lumezzane e al terzo tragitto di fila a Sassari, nessuno si attende l´hurrà per decreto legge, ma magari un balsamico puntaccio a rinvigorire il quarto posto. Poi qualcuno può anche ingolosirsi per il podio: tra venerdì e ieri hanno pareggiato Novara e Alessandria, i primi rischiano una gravosa penalizzazione, il Pavia invece l´ha spuntata a fatica, ma Asta si guarda alle spalle. «Siamo quarti da soli, oggi disputeremmo i playoff per la B, un risultato impensabile a luglio – attacca don Tonino – perciò non facciamoci incantare da chi ci sta davanti. Proviamo a non perderli di vista e, se capitasse, a scalare ancora qualche posizione; tuttavia l´obiettivo ora dev´essere il rafforzamento del nostro piazzamento. Tiriamo a vincere come sempre, consapevoli che alla lunga anche un punto potrebbe fare comodo. L´unico imperativo è non restare a mani vuote. Ai ragazzi dopo Mantova l´ho detto: giochiamo ogni match come fosse una finale, con la differenza che stavolta serve un filo di equilibrio in più. Non riesci a vincere? Ti tieni il pari che va bene. Ripensando ad Arezzo ho ancora i rimpianti, potevamo tenere quel punto che sarebbe andato benone a noi e a loro. Ma non posso rimproverare nulla ai miei, ho inculcato io loro l´idea che devono giocare sempre per vincere». «Ecco – incalza il timoniere virtussino – a 3 o 4 giornate dalla fine vedremo come saremo messi e al limite in quel momento inseguiremo il tutto per tutto. Ora, qualche calcolo nei paraggi del 90´ non è un reato farlo…».
Quindi Asta maledice la Giana. «La loro vittoria al Menti ha alzato la quota salvezza, ora sono a -2 dalla Torres che con noi dovrà puntare al successo pieno. Davanti i sardi sono rapidi e pericolosissimi con Maiorino e Barbuti, ma immagino che un po´ dovranno anche scoprirsi. Bisognerà colpirli negli spazi». Out Nolè, Maistrello e lo squalificato Priola, è pronto a bruciare i tempi del recupero Bizzotto («Valuterò nel riscaldamento, se lui se la sente va in tandem con Zanella»), mentre Iocolano sarà il capotribù.
Ore 14.20 – (Trentino) La scadenza del 10 marzo non è stata rispettata, ma oggi Lomi e la sua giovanissima (e assai coraggiosa) truppa ci saranno. In via Santa Maria arriva la Sacilese, terza forza del torneo e, sulla carta, l’impegno contro i friulani appare decisamente proibitivo per il Mezzocorona che, tanto per cambiare, si presenterà in formazione largamente rimaneggiata. L’allenatore gialloverde dovrà infatti fare a meno del perno della retroguardia Fochesato, fermato per un turno dal Giudice Sportivo, Misimi, Cristanelli, Baltieri, infortunati, mentre Micheli e Alouani andranno in panchina dopo una settimana trascorsa a letto con l’influenza. Nell’undici titolare si rivedrà Folla, grande ex della sfida, che però non è ancora al meglio dopo l’infortunio muscolare che l’ha costretto ai box per un lungo periodo. La difesa sarà dunque composta da Zomer tra i pali, Corrà e Magnanelli sulle corsie esterne con Folla e Rossi al centro. In mezzo al campo Melchiori agirà da playmaker con il giovanissimo Osti (classe ’97) e Gironimi interni, mentre Caridi sarà il vertice alto del rombo alle spalle del duo d’attacco Rota – Bentivoglio. Oggi la squadra scenderà in campo, poi si vedrà. Di certo vi è che in settimana il gruppo si è allenato costantemente a ranghi ridottissimi. Lunedì i giocatori resteranno a riposo, martedì la seduta è stata annullata per la concomitanza con la sfida della juniores e mercoledì? Se nel frattempo non arriveranno i soldi Lomi e i giocatori non si alleneranno. La Sacilese, terza in classifica assieme al Belluno e squadra che vanta la miglior difesa del torneo con appena 21 reti al passivo, sarà priva dell’ex di turno Beccaro. Marchetto (ex giocatore del Trento), subentrato recentemente a Zironelli, si affiderà al “3-4-1-2” con Boscolo Papo alle spalle della coppia formata da Spagnoli e Sottovia.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Scontro diretto per l’Union Ripa La Fenadora. La truppa guidata da Max Parteli affronterà oggi pomeriggio i friulani del Tamai in una gara che, in caso di vittoria, darebbe una gran boccata di ossigeno ai feltrini. I neroverdi veleggiano in nona posizione con 32 punti mentre le Furie rosse sono dietro di una sola lunghezza: «Sarò una partita difficile e dalla grande tensione – commenta Parteli – che ci obbliga a essere compatti e a mettere in campo una grande attenzione. In questa stagione li abbiamo superati in Coppa, ma ogni gara è a sé, e all’andata finì 0-0. È una squadra, sa giocare e pressa molto, un bell’ostacolo sicuramente». La sfida è di quelle che si possono definire di cartello per le due squadre e l’Union non vede l’ora di tornare ai tre punti, ormai solo un ricordo dei bei tempi. Cosa manca per il successo? «Dobbiamo riuscire a dare concretezza alla grossa mole di lavoro che abbiamo fin qui fatto. Speriamo di sbloccarci perché i ragazzi se lo meritano per quanto hanno fatto vedere sul piano del gioco. Nelle ultime gare almeno tre vittorie ci stavano». Rientra Brotto… «Un’arma in più per l’Union. Anche lui è assente dal gol dal 30 novembre scorso, ma la sua presenza in campo, oltre ad aumentare la possibilità di andare a segno, fa crescere anche la capacità di creare dell’intera squadra. Con le assenze di Antoniol, Solagna, Pellizzer e Sommavilla il suo rientro è veramente importante». Sul fronte Tamai? «Dobbiamo stare attenti ai forti Furlan e Zambon. Anche se non stanno attraversando un bel momento ci sono giocatori di categoria che fanno il proprio dovere. Mancherà Brustolon (l’ex capitano del Belluno è squalificato, ndr): sempre meglio non averlo contro». Ecco la possibile formazione dell’Union: De Carli, Malacarne, De March, De Checchi, Frangu, Tomasi, Dassié, Tibolla, Gjoshi, Brotto, Mastellotto. Si inizia alle 14.30, arbitra Filippo Bonassoli di Bergamo.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La rivolta dei «peones» è in corso dall’inizio del girone di ritorno. La guida il Legnago (12 punti nelle ultime 7 giornate). Una rimonta che ha portato i veronesi ad agganciare il Giorgione a quota 29. Seguono però anche Triestina (15 punti in 9 turni, ultima sconfitta a Fontanafredda) e Kras (16 nelle ultime 8) ora a quota 25 con il Dro. Sono queste le 4 squadre che si giocherebbero i playout se il campionato fosse finito domenica scorsa. Il torneo però andrà avanti per altre 9 giornate e se Fontanafredda e Tamai (31) non ricomincerannoo a darsi da fare il coinvolgimento in zona rossa sarà inevitabile. Negli ultimi 5 turni le furie hanno incassato la miseria di 2 punti. I rossoneri nello stesso periodo uno solo. Ecco perchè diventa importante la gara di oggi (14.30 come su tutti gli altri campi) a Tamai dove arriverà l’Union Ripa (32). Ma più ancora quella all’Omero Tognon dove il Fontanafredda dovrà fermare la rincorsa del Kras. SENZA JOLLY – «Con Legnago e Dro – ammette Maurizio De Pieri – abbiamo buttato via due bonus che ci avrebbero permesso di affrontare l’ultimo quarto di stagione con tranquillità. Singolare – riesce a sorridere il tecnico del Fontanafredda – il fatto che diventi ora importante proprio la sfida con il Kras, già nostro rivale nella corsa promozione in Eccellenza. Non possiamo sbagliare perchè altrimenti potrebbero nascere ansie e paure pericolose in un team giovane e inesperto come il nostro. I carsolini vanno affrontati con intelligenza e concentrazione. Non sono più la squadra da noi strapazzata (4-1) all’andata. Hanno cambiato volto – avvisa De Pieri – grazie a giocatori di valore come il ritrovato Corvaglia, Spetic e Knedzevic». Nel Fontanafredda, squalificato Malerba, inizieranno (4-3-3) Vicario, Cao, Zorzetto, Frison, Roveredo, Ortolan, Tonizzo, Nastri, Alcantara, Gargiulo, Florean. TORNARE FURIE – Occasione d’oro anche per il Tamai che ritrovando se stesso potrebbe ritrovare quella vittoria che manca dal 4 gennaio e scavalcare l’Union Ripa. «Sì – annuisce De Agostini – è il crocevia della stagione». Per non sbagliare direzione (out dal Bianco, Davide Furlan e Brustolon) il tecnico manderà in campo (4-3-3) Peresson, Rigutto, Colombera, Faloppa, Bozzetto, Pavan, Ursella, Petris, Federico Furlan, Sellan e Zambon. TRIS CERCASI – A caccia di una ben più nobile appendice la Sacilese (46) va in Trentino ad affrontare il Mezzocorona (12). Sulla carta la terza vittoria consecutiva della gestione Marchetto è più che possibile. Senza Manolache, Boscolo Papo e Puto, il tecnico si affiderà (3-4-1-2) a Favaro, Manucci, Baggio, Peressini, Craviari, Favret, Mboup, Beccia, Stiso, Spagnoli, Sottovia.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) È tempo di derby per il Montebelluna, che oggi affronta in trasferta l’Union Pro. Dopo la scoppola rimediata contro l’Altovicentino i biancocelesti vogliono riprendere a macinare risultati. Di fronte avranno però una avversaria in salute, appaiata in classifica e che ha tutta l’intenzione di conquistare la leadership provinciale. «Sicuramente loro sono in forma, anche a livello fisico, inoltre ho letto che vogliono rimanere imbattuti fino a fine stagione – puntualizza l’allenatore Daniele Pasa – saranno carichi, però la mia squadra vuole mettersi alle spalle la sconfitta di domenica scorsa. Sarà molto importante non perdere questo scontro». Com’è la condizione della truppa? «Stiamo discretamente bene. Qualche giocatore che finora ha tirato la carretta, come ad esempio Perosin e Giglio, è un pò in flessione di condizione. Per questo conto che siano gli altri a fare la differenza». Quale potrà essere la chiave del match? «Credo che se una delle due dovesse sbloccare la partita avrà grandi benefici, visto che entrambe siamo brave nel giocare a campo aperto». Dopo i quattro gol presi Rigo sarà confermato tra i pali? «Nicola non sarà della partita, ma soltanto perché ha subito una sublussazione della spalla in allenamento. Contro l’Altovicentino ha avuto una giornata no, però secondo me è il portiere con il rendimento più alto del girone. Giocherà Baù, che ritengo comunque un numero uno titolare». A centrocampo non ci sarà lo squalificato Nicoletti. «La sua assenza mi consente mi mettere in campo un altro “vecchio”, può essere che schieri Masiero in coppia con Sadio, visto che tra l’altro mancherà pure Cecchel. Infine recuperiamo anche Garbuio».
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro, dopo la convincente vittoria di Monrupino contro il Kras Repen, ospita il Montebelluna: le due squadre sono appaiate in classifica e con la salvezza ormai a portata di mano. Sul fronte formazione mancherà ancora il centrocampista Rossi mentre Comin rientra dalla squalifica ma potrebbe accomodarsi in panchina vista la buona prova con gol di Cattelan domenica. L’allenatore Feltrin vuole cancellare la sconfitta dell’andata per 2 a 0 nella quale contestò la direzione arbitrale: «Ricordo che è stata l’unica volta da quando siedo su questa panchina che mi sono alterato nei confronti dell’arbitro per aver preso delle decisioni che ci hanno oggettivamente penalizzato. Nei primi 20′ avevamo fatto bene con il loro portiere Rigo che era stato decisivo con un paio d’interventi anche se in quel periodo noi avevamo le polveri bagnate e facevamo veramente fatica a concretizzare le opportunità in attacco. Ora ci ritroviamo con gli stessi punti in classifica e con un morale decisamente migliore rispetto all’andata, speriamo di goderci una bella partita e che lo sia ancora di più verso le 16,30». Cosa teme maggiormente dei cugini? «Sono una squadra giovane con esperienza che ha tanta qualità davanti con l’ex Belluno Samba Sadio, Masiero e Giglio. Inoltre conosco Pasa e so che è un allenatore che fa del bel gioco il suo punto di forza: l’esempio dell’Union Ripa, che aveva dieci punti più di noi e ora rischia di giocare i playout deve farci riflettere sul fatto che un momento buio può capitare da un momento all’altro ed è per questo che dobbiamo vivere questo campionato domenica dopo domenica. Inoltre non abbiamo ancora vinto alcun derby e mi piacerebbe riuscirci nell’ultima occasione».
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Lezione del giorno: imparare dagli errori del passato. È stato chiaro più che mai Paolo Beggio. La partita con il Legnago gli era rimasta impressa come poche altre. «Memori di quello che è successo abbiamo imparato che non dobbiamo buttarci via velocemente». E oggi, alle 14.30 al Dal Molin, per l´Arzignanochiampo c´è la possibilità di mettere in pratica l´insegnamento. MATURAZIONE. «A Legnago non eravamo arrivati con la testa giusta – spiega Beggio – e quello è un passaggio fondamentale. Erano stati commessi errori di atteggiamento e nella preparazione della gara. Senza contare quelli clamorosi in fase difensiva e offensiva». Finì 2-1 per la squadra di Orecchia, con la doppia beffa per la Banda Beggio del gol dell´ex, Emanuele Friggi. Che, per l´occasione, esultò proprio davanti agli occhi dell´ex panchina. «Dopo 42 partite giocate assieme lì per lì non ho capito quel gesto…». Tutto fortifica. «Questa partita si prepara come se fosse il Padova». Un girone fa l´Arzichiampo pagò a caro prezzo proprio a Legnago l´impegno messo in campo contro i biancoscudati la settimana prima. Ma ora, rispetto all´andata, la gara di Padova ha regalato un punto prezioso che l´intera società ha dedicato al suo custode Lino Dalla Gassa, colpito la scorsa settimana da un grave lutto familiare. «Psicologicamente adesso siamo più forti». BENTORNATO. In cabina di regia tornerà Andrea Tecchio dopo aver scontato i due turni di squalifica per l´espulsione diBelluno. Rispetto all´undici di Padova potrebbe cambiare qualcosa. Se toccherà a Urbani la maglia di esterno di centrocampo, Carlotto potrebbe fare coppia in avanti con Trinchieri. Se invece con l´argentino dovesse essere schierato Crestani, Draghetti e Carlotto sono in ballottaggio per il ruolo di esterno sinistro.
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Uscire dalla zona play-out! L’imperativo per i ragazzi di Antonio Paganin c’è già e oggi contro la Clodiense non sarà facile riscattare le due ultime sconfitte consecutive contro Triestina e Belluno. La squadra di Chioggia viaggia nelle posizioni alte e ha dimostrato di poter vincere in qualsiasi campo. Ma al Giorgione tutto questo non interessa, servono i punti e anche se sulla carta in queste due domeniche sarà davvero dura (fra sette giorni il Biancoscudati Padova) per Gazzola e compagni l’imperativo rimane quello di muovere la classifica. «Contro il Belluno abbiamo pagato a caro prezzo gli errori – ha dichiarato mister Paganin -, situazioni che possono accadere nell’arco di un campionato, purtroppo sono capitati sia a Trieste che in casa contro i bellunesi, compromettendo le due gare». E sul rischio che la compagine, alquanto giovane, possa pagare questo periodo negativo Paganin non ha dubbi. «Se la squadra mollava anche con la testa domenica contro il Belluno ne avremo preso almeno cinque di gol, invece abbiamo lottato sino alla fine e non dimentichiamo che in dieci contro undici abbiamo sfiorato per due volte l’uno a zero che avrebbe cambiato completamente l’andamento della partita». Oggi contro la Clodiense mancherà lo squalificato Bevilacqua ed in porta quindi spazio al giovane Pazzaia che già alla fine dell’anno scorso aveva più volte sostituito l’infortunato numero uno. Rientra invece a centrocampo Episcopo dopo il turno di squalifica. Probabile formazione (4-3-3): Pazzaia, Eberle, Maran, Fontana, Vio (Donè), Giacomazzi, Episcopo, De Stefani (Vigo), Gazzola, Mattioli, Podvorica (Baggio).
Ore 13.15 – Qui Trieste: scontri all’esterno dello stadio “Nereo Rocco”, una trentina di ultras biancoscudati ha raggiunto la curva dei tifosi triestini e si è scontrata con altrettanti ultras alabardati. Il breve contatto è stato interrotto dall’arrivo della polizia, che ha diviso i due gruppi. Nel lancio di fumogeni ha leggermente preso fuoco un albero, ma il principio d’incendio è stato subito sventato.
Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La straripante vittoria (5-1) di domenica scorsa sul Mezzocorona ha portato una ventata di tranquillità e serenità in casa della Clodiense. Un clima però troppo rilassato che non è piaciuto all’allenatore Andrea Pagan, tanto che durante gli allenamenti della settimana il tecnico granata ha più volte ripreso i suoi giocatori. «È logico e comprensibile che vi sia un clima disteso perché i ragazzi se lo meritano dopo aver conquistato 44 punti in 25 partite, però non voglio vedere un certo rilassamento – ammonisce Pagan – Ed è compito mio tenerli concentrati». E poi l’allenatore lagunare non si fida della trasferta odierna a Castelfranco. «Il Giorgione – continua Pagan – si trova in difficoltà di risultati e di classifica. È stato raggiunto dal Legnago e non ha un calendario favorevole. Quindi mi aspetto un avversario che giocherà con il coltello tra i denti. Noi dobbiamo assolutamente fare risultato sia per tenere il passo di Sacilese e Belluno che ci sono davanti due punti e che hanno due partite interne più abbordabili della nostra, per poi tentare domenica prossima il sorpasso sul Belluno che verrà a Chioggia». Pagan vuole tanta attenzione e spirito di sacrificio. «In questa fase del campionato – conclude Pagan – le partite si vincono con le motivazioni, tanta intensità e corsa. Noi dobbiamo avere tutto ciò». Contro il Giorgione Pagan non potrà disporre del bomber Santi (squalificato) ma ha tutta la rosa a disposizione, compreso Isotti che sembra essersi ristabilito. Per il tecnico chioggiotto qualche dubbio sulla formazione a cominciare dalla conferma in porta di Okroglic. Poi ballottaggio in difesa tra Carlucci e Pitteri. A centrocampo torna disponibile Boscolo D. Gioachina che ha scontato la squalifica e che si contende un posto con uno tra Mazzetto, Casagrande e Piaggio. In avanti sicura la coppia formata da Siega e Mastroianni. Questa la probabile formazione: Okroglic, Moretto, Tiozzo F., Boscolo S. Berto, Carlucci, Mazzetto, Casagrande, Piaggio, Pelizzer, Siega, Mastroianni.
Ore 13.00 – (Trentino) A Belluno per muovere la classifica. Rinfrancato dal successo ottenuto sette giorni fa contro il Fontanafredda, oggi il Dro fa rotta verso il “Polisportivo” per misurarsi contro la compagine di Vecchiato che, in coabitazione con la Sacilese, occupa il gradino più basso del podio. Nel giro di una settimana la formazione trentina è passata dal terzultimo al quintultimo posto, agganciando Unione Triestina e Kras Repen e riducendo sensibilmente le distanze dal Giorgione, attualmente a più quattro rispetto ai gialloverdi di “patron” Angeli. Evitare gli ultimi sei posti, dunque, è ancora possibile, visto e considerato che il Dro deve ancora disputare tutte gli scontri diretti. Buone nuove arrivano dall’infermeria, ormai totalmente svuotata. Per la prima volta in stagione il tecnico gialloverde Stefano Manfioletti potrà disporre di tutta la rosa, compreso il centrocampista Ruaben, in campo ieri per 45 minuti con la squadra juniores. L’allenatore droato non ha ancora sciolto le riserve riguardo a quello che sarà il modulo a cui si affiderà inizialmente: le indicazioni della vigilia fanno pensare al “4-2-3-1” ma non è da escludere l’utilizzo della difesa a cinque, già vista più e più volte contro avversarie con il tridente. Difficile, dunque, ipotizzare l’undici titolare con Manfioletti che scioglierà le riserve solamente un paio d’ore prima del match. L’ipotesi più prevedibile prevede Bonomi in porta, Chesani (al rientro dopo tre turni di squalifica) e Calcari (o Allegretti) a presidiare le fasce con Ischia e Serrano al centro del pacchetto arretrato. In mezzo al campo sono in tre a giocarsi due maglie con Bazzanella e Colpo favoriti rispetto a Bertoldi, mentre sulla trequarti è certo l’impiego dei due under Cremonini e Proch e di Donati, decisivo sette giorni fa contro il Fontanafredda, alle spalle di Cicuttini. Se, invece, il tecnico del Dro optasse per il “5-3-2” allora ci sarebbe l’inevitabile inserimento di uno tra Allegretti e Adami in difesa con Cremonini retrocesso a metà campo e Proch spostato in avanti a fianco di Cicuttini con Donati che inizialmente si accomoderebbe in panchina. Il Belluno è squadra che esprime un ottimo calcio, anche se la formazione veneta non è in un gran momento di forma visto che ha raccolto appena 5 punti nelle ultime 4 partite. Out per squalifica Mosca, mentre Pellicanò, Masoch e D’Incà sono infortunati, torna titolare il capitano Radrezza (che ha svolto l’ultima parte della riabilitazione post intervento al ginocchio a Rovereto), che andrà a comporre il tridente assieme a Corbanese e Duravia con il giovane Posocco (reduce da una settimana d’influenza) inizialmente in panchina.
Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Diciamoci le cose chiaramente. Alla vigilia di Belluno-Dro, arrivata la notizia dell’indisponibilità di Posocco (influenza) che si aggiunge a quelle di Mosca, Masoch, D’Incà e Pellicanò, Roberto Vecchiato fa un paio di appunti al momento gialloblù. «Quasi impossibile che Posocco ci sia – assicura Vecchiato – è piegato in due». Soluzione pronta? «Radrezza in campo e Canova di nuovo titolare. Saremo in 13 più 5 Juniores che oggi (ieri, ndr) hanno giocato 90’. Momenti che capitano, ma questa squadra ha sempre dimostrato carattere e qualità». Il Belluno non vince due partite di fila praticamente da un intero girone. L’ultima volta fu il 16 e 23 novembre scorsi. «È vero. Chiaro però che non siamo più quelli del girone di andata. Per infortuni e giocatori ceduti, in particolare Samba, la nostra forza di oggi non è paragonabile a quella di novembre e credo di dire una cosa che qualsiasi tecnico potrebbe sottoscrivere. È così, ma questo non significa che faremo di meno, anzi. L’obiettivo è e resta vincerle tutte». Posocco una settimana fa proponeva come obiettivo fare 20 dei 27 punti ancora in palio. «E arrivare a 66? Significherebbe vincerne 6 su 9: mi va benissimo, sottoscrivo. Sarebbero una bella cifra e una grande soddisfazione». Intanto c’è qualcuno che il suo campionato lo fa su di voi. La Sacilese… «Lo so ed è verissimo. Ci sono tanti ex e quella sconfitta a tavolino della scorsa stagione non gli è mai andata giù… Diciamo che pensavano di ritrovarsi più vicini alle prime due, invece gli tocca accontentarsi di noi. D’altronde l’anno scorso finirono a +7 su di noi e in estate hanno preso Beccato e Sottovia. Se oggi siamo a pari punti per me significa che noi siamo migliorati tantissimo. O loro peggiorati: una delle due». Il Dro ha una classifica che vi obbliga a vincere. «Vero. In estate ero convinto fosse una squadra da metà classifica, invece ha sofferto molto. Se vogliono salvarsi devono batterci. Spero che questo li porti a scoprirsi, così potremo ferirli».
Ore 12.40 – (Trentino) Alla ricerca dell’impresa. A Mori arriva la vicecapolista e “corazzata” Altovicentino e la squadra di Davide Zoller sogna di regalarsi un pomeriggio da ricordare. Senza l’influenzato Pozza, con Pruenster e Calliari in panchina perché acciaccati e Libera reduce da tre sfide in tre giorni con la Rappresentativa al “Beppe Viola”, Zoller pensa sia al “4-5-1” che al “4-3-1-2” e non ha ancora sciolto i dubbi. Davanti a Poli la retroguardia sarà formata da Manica, Dal Fiume, Concli e Benedetti, mentre a metà campo ci sarà l’impiego di Sceffer, in posizione di playmaker con Dossi e Cristelotti interni. Eisenstecken sarà il trequartista alle spalle di Tisi e Deimichei. Se, invece, l’allenatore moriano opterà per il centrocampo a cinque, Eisenstecken e Deimichei si allargheranno sulle fasce con Tisi “falso nueve”. «Sulla carta – commenta il tecnico tricolore – non dovrebbe esserci partita vista la disparità di forze in campo, però ci proveremo ugualmente. L’Altovicentino dispone di una “batteria” d’attaccanti che non ha nulla a che vedere con la categoria e noi dovremo essere molto bravi a non perdere le distanze tra i reparti e la testa. Quella di domani (oggi, ndr) sarà l’ultima partita “impossibile” della nostra stagione, visto che chiuderemo la serie di confronti con le squadre d’alta classifica e, da qui al termine del campionato, proveremo a toglierci qualche soddisfazione. La squadra è determinata e il gruppo compatissimo. Detto questo ribadisco quanto già affermato alla vigilia della sfida contro i Biancoscudati Padova: è un onore per il Mori poter ospitare un’avversaria di tale valore». Quella vicentina è una rosa da Lega Pro: il tecnico Zanin ha solamente l’imbarazzo della scelta in tutti i reparti e si affiderà quasi sicuramente al “3-4-1-2” con Gambino e Cozzolino in avanti e l’estroso Peluso a supporto.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Campo sintetico e padroni di casa irrimediabilmente ultimi. C´è tutto per non fidarsi ed infatti, in casa Altovicentino, nessuno si fida della classifica. A cominciare dal tecnico Diego Zanin, che predica concentrazione e umiltà. Perché si comincia sempre da 0-0 e i trentini sono orgogliosi il giusto. All´andata finì in poker, doppietta di Peluso e reti “archeologiche” di Giglio e Paganelli. E oggi, con la rivoluzione di dicembre, la squadra del presidente Rino Dalle Rive fa ancora più paura davanti, anche se il “mago” Peluso scalpiterà probabilmente in panca per i postumi della pubalgia. Mancheranno Dal Dosso, Cortesi e Bertinetti, rientra Pozza e Pavanello torna nei ranghi, ma modulo ed interpreti saranno quelli visti contro il Montebelluna. Con i “san Giuseppe” Gambino e Cozzolino terminali offensivi. E proprio il “Cozzo”, 30 anni il 12 agosto, leone di segno e di fatto, sembra vivere una seconda giovinezza. L´esordio con il Giulianova e la serie A con il Lecce sono lontani 12 anni – come la Nazionale under 20, sette gare e un gol contro l´Austria – anzi da allora il giallorosso è sfumato nel bianco-celeste-blu di Como, Andria, Pro Patria, Spal e Porto Tolle, ma in Riva all´Agno ne ha già fatti tre di gol ed un bel po´ di assist. «In effetti – ci ride su – ho dimenticato di contrattare il premio per i passaggi gol, pazienza». Sincero, rivela: «Il presidente venne a vedermi a Ferrara, ma disse che ero sovrappeso. Quando nel dicembre scorso mi si è prospettato il trasferimento qui non ci ho pensato su, era la seconda volta e andava colta. Ringrazio il Delta per avermi permesso di venire, sono a mille chilometri da casa ma all´Alto c´è un progetto. E lottiamo per un obiettivo. Ho fatto 80 gol in carriera? Sì, credo, ma da napoletano scaramantico non le dirò mai quanti ne farò quest´anno». L´importante è che Cozzolino non dimentichi come si fa.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Con dieci punti nelle ultime 4 partite, l’Abano è riuscito a dare una strappo al campionato e a conquistare, in pratica, la salvezza in anticipo. Oggi, allo stadio delle Terme, alle 14.30 arriva l’Imolese, e Massimiliano De Mozzi, che in stagione ha lanciato tantissimi under, può fare un altro regalo alla sua società: tra quattro gare (compresa quella di oggi), verranno chiuse le classifiche dei Giovani di Valore, con cui la LND premia con riconoscimenti in denaro le squadre maggiormente virtuose sotto questo aspetto. L’Abano è secondo, e se mantenesse questa posizione porterebbe a casa 15 mila euro, che a questi livelli non sono certo noccioline: «Siamo in un momento positivo, cercheremo di continuare a cercare il risultato, ma dovremo anche provare a fare qualcosa per la società», spiega il tecnico neroverde, «il primo posto del Rimini nella graduatoria dei giovani è molto difficile da raggiungere, ma puntiamo a lanciarne qualcuno in più per consolidare il secondo. Sono soldi che potrebbero aiutare la società anche a consolidare il settore giovanile nel futuro: giocherà qualche giovane in più ma non metteremo da parte l’equilibrio della squadra. Avrei potuto mandare in campo gli juniores e vincere la classifica dei giovani, ma non sarebbe stato giusto». Dal primo minuto, quindi, potrebbe esordire il classe ’97 Savio. «L’Imolese gioca con tre attaccanti, e abbiamo deciso di cambiare qualcosa rispetto a domenica scorsa», conclude De Mozzi, che pensa di schierare i suoi con la difesa a tre. Ancora out Murano, Franceschini e Baccarin, mentre Barichello è febbricitante e verrà preservato per il derby con l’Este di domenica prossima.
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) L’Este ha due emiliane da inseguire. Partirà oggi dal Nuovo Stadio (calcio d’inizio alle 14.30) l’ultima “corsa” stagionale dei giallorossi, chiamati alla missione-aggancio nei confronti di Rimini e Correggese. Con la capolista ormai irraggiungibile (a +14), gli uomini di mister Zattarin possono ancora ambire al secondo gradino del podio (a cinque lunghezze), abbandonato neanche due settimane fa. L’Este è reduce da quattro risultati utili consecutivi (due vittorie e due pareggi) ma il passo sostenuto della Correggese – impegnata a Bellaria -richiede un ulteriore cambio di marcia. Quello di oggi, però, non sarà un turno abbordabile, perché il Fiorenzuola, nono a quota 38 punti, ha l’ambizione di chiudere definitivamente il discorso salvezza e insidiare il sesto posto del Bellaria, conteso con Abano e Fortis Juventus. In più, Zattarin sarà costretto a rivoluzionare l’undici iniziale a causa delle assenze di Bonazzoli, Rubbo, Rondon (tutti in infermeria) e Beghetto (squalificato). Bonazzoli, infortunatosi sette giorni fa nel finale del match con il Delta Porto Tolle, ha riportato una leggera distorsione al ginocchio: «Fortunatamente» spiega il tecnico atestino, «la risonanza magnetica ha escluso complicazioni ma la sua situazione dovrà essere valutata». Problemi rispettivamente a polpaccio e adduttori, invece, per Rubbo e Rondon. «Chi scenderà in campo al posto loro farà benissimo» aggiunge Zattarin. «Dobbiamo dare continuità ai risultati, ma stavolta vogliamo i tre punti». L’ex difensore del Padova dovrebbe rimpolpare la formazione con alcuni giovani che, finora, hanno disputato solo spezzoni di partita: il senegalese Layousse Diallo (18 anni) potrebbe andare a sostituire Beghetto sulla fascia sinistra, mentre l’italo-polacco Szymon Fyda (19) è pronto a far coppia con Coraini in attacco. Più scontato, invece, l’impiego di Tessari al posto di Rubbo. Non se la passa bene nemmeno il Fiorenzuola di Alberto Mantelli che dovrà rinunciare a ben sette giocatori tra squalifiche e infortuni: Pizzelli, Casisa, Lucci, Valizia, Guglieri, Franchi (fermato dal giudice sportivo per due giornate) e Petrelli seguiranno infatti i compagni dalla tribuna. I rossoneri, nonostante l’emergenza, cercheranno di rompere una serie di pareggi che dura da tre giornate (Delta, Scandicci, Fidenza).
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Atletico San Paolo-Thermal sarà un derby significativo (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Ilario Guida di Salerno). E non tanto per le rispettive situazioni di classifica, che vedono i gialloblù sempre all’ultimo posto (24 punti) e i rossoverdi al terzultimo (26), con la possibilità di raggiungere ancora la salvezza, quanto per le vicissitudini che ne hanno segnato la stagione, quasi in parallelo. L’Atletico San Paolo ha vissuto, ma soprattutto sta vivendo ancora, gli incubi del fallimento della scorsa estate: il presidente Giuseppe Tramonti, che aveva rifondato il San Paolo cambiandone la denominazione nella speranza di trovare presto acquirenti, ha creduto al team manager Fabio Barbin per la cessione a una holding olandese, tra promesse, sparate su facoltosi professori universitari e dimissioni in polemica con la squadra. Fatto sta che i giocatori non vedono un soldo da settembre, e alle idi di marzo, come conferma mister Vito Antonelli, non si vede uno spiraglio di luce: «Non ci sono novità, anzi si brancola nel buio più totale» ammette il tecnico. «A oggi, sappiamo solo che una cordata di genitori si sta muovendo per salvare il settore giovanile e, forse, aiutare la prima squadra». «Questi ragazzi, però, meritano un applauso» aggiunge l’ex centrocampista, «Perché vengono ad allenarsi ogni giorno nonostante tutto e anche domani (oggi) cercheranno di vincere una partita importantissima, ma non ancora decisiva». Simile, dicevamo, ma di certo meno disastrosa, la situazione della Thermal Abano: la “fuga” estiva di Francesco Chesi, promotore di una sorta di azionariato popolare che non è mai decollato, ha costretto il presidente Pierluigi Maistrello a cambiare le carte in tavola e limitare i danni a suon di tagli, in attesa del “sì” di Gildo Rizzato, presidente dell’Abano, per una fusione che potrebbe concretizzarsi a giugno. La squadra, intanto, si sta affidando all’esperienza di Mario Vittadello per raggiungere la salvezza sul campo. Il tecnico padovano, subentrato a dicembre al dimissionario (per motivi di salute) Vinicio Bisioli, infatti, preferisce parlare solo di calcio giocato. «Affronteremo una partita importantissima e i miei ragazzi ne sono consapevoli» dice il tecnico padovano. «Lo scontro diretto porta delle motivazioni in più, anche se, da ex, un po’ mi dispiace affrontare il San Paolo in una sfida per la salvezza».
Ore 11.50 – (Il Piccolo) Almeno per un giorno, oggi allo stadio Rocco (inizio ore 14.30, arbitra Di Gioia di Nola) si tornerà a respirare l’aria di categorie ben più prestigiose, quelle che per tanti anni hanno fatto da cornice alle infuocate sfide fra Triestina e Padova. Fra Biancoscudati e rossoalabardati ci si ritrova oggi agli inferi della serie D, che per i veneti però sembra davvero di passaggio. La squadra di Parlato infatti sta dominando il campionato, vanta 8 punti di vantaggio sull’Altovicentino e sembra lanciata verso la promozione. La Triestina, invece, ha obiettivi diametralmente opposti: solo da un paio di mesi la salvezza è tornata ad assumere le fattezze di una speranza concreta e non solo di un miraggio. Ma pur in una categoria inferiore e con tanta distanza fra le due squadre, il fascino del derby resta integro, soprattutto fra le tifoserie, che in questi giorni sembrano sentire l’aria infuocata della sfida: un clima acceso, accentuato anche dalle polemiche di questi giorni sul prezzo dei biglietti per gli ospiti, che hanno provocato anche momenti tesi fra le due società. Una querelle che per fortuna si è poi risolta con un gentleman agreement fra le due dirigenze. Quanti padovani ci saranno in curva Trevisan, lo si scoprirà solo oggi: di certo è previsto un afflusso importante. Ma anche dalla sponda alabardata si attendono numeri significativi, visto che Curva Furlan e Centro di coordinamento si sono prodigati per tutta la settimana in appelli per chiamare tanti tifosi alabardati allo stadio. E poi c’è ovviamente il campo, una partita da giocare con il Padova indubbiamente favorito, ma con la Triestina che sembra decisa a vender cara la pelle. Del resto, un girone fa, l’Unione rabberciata di quei tempi (quasi mezza squadra diversa) e con Ferazzoli al debutto in panchina riuscì con parecchia fortuna a strappare un insperato pareggio all’Euganeo. Motivo in più per giocarsela oggi, adesso che la Triestina è diventata una squadra compatta, concreta e perfino temuta, reduce da 9 risultati utili consecutivi e capace di perdere solamente 2 volte nelle ultime 17 partite. Naturalmente le potenzialità del Padova sono enormi e se la capolista potrà sfoderare tutte le sue armi saranno dolori, ma l’Unione degli ultimi due mesi se la può giocare davvero con tutti. In che modo e come se la giocherà, però, è ancora un enigma: mai come in questa settimana infatti il tecnico alabardato ha nascosto le carte provando una notevole quantità di soluzioni. Se ci sarà qualche sorpresa lo si saprà solo alla comunicazione delle formazioni: di certo però c’è un allarme riguardante Manzo, che accusa un problema alla caviglia. Si cercherà di recuperarlo in extremis, ma se l’estroso giocatore campano non ce la farà, Ferazzoli dovrà schierare Giordano come under. Appare certo il ritorno di Celli sulla fascia sinistra dopo due partite iniziate in panchina, anche perché Giannetti servirà al centro vista la pesante assenza di capitan Piscopo per squalifica. A centrocampo invece la leggera febbre accusata venerdì da Spadari (che ha già recuperato ed è convocato) potrebbe dare più di una speranza ad Arvia per affiancare Proia e Bedin, ma anche questo lo si scoprirà solo in campo.
Ore 11.40 – (Il Piccolo) Quasi 200 biglietti venduti ai tifosi alabardati in prevendita al Ticket Point per la sfida di domani contro il Padova. Praticamente un record, visto che per le altre partite casalinghe i tagliandi venduti in prevendita sono davvero pochini. Ma il vero record è quello di Padova dove sono già stati staccati 772 tagliandi. Segno che la sfida odierna fra la Triestina e i Biancoscudati è particolarmente sentita e che oggi, considerato che si prevede anche un afflusso decisamente massiccio da parte padovana (la prevendita ieri a Padova è andata a gran ritmo), il Rocco sarà sicuramente molto più pieno del solito. Oggi comunque le biglietterie dello stadio saranno operative già dalle 13.30 (anche quelle in via Valmaura per gli ospiti), con i seguenti prezzi, che prevedono per le donne sconti come gli under 18: Tribuna Vip 50 euro. Tribuna Pasinati 15 euro interi; 9 euro donne e Under 18; 3 euro gli under 12. In curva Furlan 10 euro gli interi; 7 euro per donne e under 18; 3 euro gli under 12. I disabili entrano gratuitamente.
Ore 11.30 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Bortot, Thomassen, Niccolini, Salvadori; Segato, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 11.20 – (Gazzettino) La decisione di andare in ritiro? «Era stata già programmata in accordo con la società, anche perché il viaggio è lungo». Parlato si aspetta una Triestina diversa da quella dell’andata. «È più squadra, più quadrata e più consapevole. Guardando ai suoi numeri gioca, crea e subisce. Abbiamo preparato la partita in una certa maniera, speriamo di averci azzeccato. Tra l’altro con loro gioca Bedin che era con noi e vorrà far vedere il suo valore, ma anche lui deve fare i conti con vecchi compagni che non lasceranno niente di intentato». Quanto ai biancoscudati, Nichele e Ferretti sono ancora indisponibili, il tecnico recupera però Sentinelli. «Forse ha bisogno di qualche allenamento in più, ma l’importante è che stia bene e può partire dall’inizio». Dubbi di formazione? «Qualcuno è giusto che lo abbia, mi auguro che chi sceglierò sia arrabbiato e voglioso di tornare a casa con il massimo dei punti». Zubin o Amirante davanti? «Possono giocare nel 4-2-3-1 e anche insieme nel 4-3-1-2, come sempre decido la formazione sabato sera. Devo valutare un insieme di cose, inclusi la condizione fisica del gruppo e l’aspetto mentale. Senza però stravolgere la squadra».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Mettiamo qualcosa in più e non torniamo indietro vivendo sugli allori: con l’Arzichiampo abbiamo fatto una bella partita, ma è mancato il gol e non può succedere. Teniamo l’osso in bocca e stiamo sul pezzo». Il primo 0-0 all’Euganeo di sette giorni fa non è stato ben digerito dal tecnico. «Ero arrabbiato (usa un termine più forte, ndr) da martedì per il dispiacere di non avere segnato come meritavano i ragazzi. Abbiamo cercato di correggere ciò che è mancato, ossia il non aver finalizzato con la voglia di gonfiare la rete. Dobbiamo metterci più cattiveria. È una tappa importante del nostro percorso, giochiamo con una squadra blasonata che viene da una serie di risultati utili che le hanno dato morale, ma vogliamo tornare da Trieste con la prestazione e con il massimo dei punti che è la cosa che più conta». La partita è stata caricata in settimana, incluso la querelle sul prezzo dei biglietti tra le società. C’è più pressione sulla squadra? «Assolutamente no, noi ci dobbiamo concentrare solo sul campo. Naturalmente leggi e ti fa un opinione, ma il presidente Bergamin ha già espresso il pensiero della società».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Nel passato è stata sempre un grande “classico”, oggi rappresenta uno degli scogli più complicati da superare in questo finale di campionato. Il Padova affronta la trasferta a Trieste, dove già da ieri sera si trova in ritiro. La posta in palio è alta, dato che dopo la leggera frenata con l’Arzichiampo l’imperativo è riprendere il cammino a passo spedito per spegnere sul nascere qualche speranza (timida) di aggancio che può nutrire ancora l’Altovicentino, staccato di otto lunghezze. Fermo restando che con gli alabardati non sarà facile, se non altro perchè la Triestina ha cambiato pelle rispetto all’andata. E proprio in occasione del pareggio (1-1) all’Euganeo aveva debuttato in panchina Ferazzoli. Come se non bastasse, i numeri dicono che la Triestina è imbattuta nel 2015: tre vittorie e cinque pareggi. Nella rifinitura effettuata nel pomeriggio alla Guizza, Carmine Parlato ha tenuto a rapporto i biancoscudati spronandoli e facendo ricorso anche a qualche espressione colorita. «Si cerca di dare motivazioni in più, mi aspetto che la squadra dimostri un atteggiamento maturo, voglioso e migliore rispetto a domenica scorsa».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Saranno circa un migliaio i tifosi biancoscudati presenti questo pomeriggio a Trieste. Sono infatti 772 i biglietti per il settore ospiti venduti ieri ai botteghini dell’Euganeo nell’unica giornata di prevendita padovana dopo la querelle del giorno prima per i prezzi troppo esosi fissati dalla società giuliana e poi ribassati. La curva Trevisan, il settore che ospita i supporter padovani, può contenere 1.700 persone e dunque c’è la possibilità di acquistare i biglietti direttamente sul posto. I botteghini apriranno alle 13.30 e i tagliandi costano 11 euro (7 euro quelli ridotti per donne e under 14). L’ingresso del settore è in via Valmaura. Per chi volesse seguire la gara dalla tribuna Pasinati il prezzo è di 15 euro (9 per donne e under 18, 3 euro per gli under 12). I tifosi si muoveranno con cinque pullman (3 quelli riempiti dai club dell’Aicb, più altri due organizzata dai ragazzi della Fattori) e in auto. Quelli di oggi, considerata la categoria, sono numeri decisamente significativi, inferiori rispetto alla finale play out di ritorno in serie B del 12 giugno 2010 quando da Padova arrivarono in 2.413, ma decisamente superiori rispetto all’ultima trasferta triestina, il 18 settembre 2010 (250 tifosi), nella stagione della finale play off per la serie A.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Padova, cose da grandi anche a Trieste”) Era un sabato di giugno, vigilia della festa di Sant’Antonio. Anno 2010. Quella sera, nello stesso stadio dove oggi pomeriggio si giocherà la sfida di serie D fra la capolista e una squadra che sta cercando disperatamente di uscire dalle secche della bassa classifica, andò in scena la gara di ritorno dei playout di serie B fra gli alabardati e i biancoscudati. Finì 3-0 per il Padova, guidato da Carlo Sabatini in panchina, con i gol di Vantaggiato, Cuffa e Bonaventura, e per gli oltre 2000 tifosi padovani assiepati in curva quella vittoria rappresentò una sorta di liberazione. Liberazione dall’incubo di una nuova retrocessione in Lega Pro, dopo stagioni vissute nel purgatorio della terza serie. Gioia, balletti in campo, abbracci e urla, ma anche un gesto importante e allo stesso tempo polemico da parte degli ultras: le magliette lanciate dai giocatori ai propri supporter furono raccolte, piegate e riconsegnate a Marcello Cestaro, che era lì, proprio sotto la curva, con i giocatori a saltare come un giovanotto. La distanza fra quello straordinario pubblico, giunto in massa a sostenere la squadra dopo il preoccupante 0 a 0 della partita d’andata all’Euganeo, e il gruppo, riuscito a salvarsi per il rotto della cuffia, dopo infinite polemiche e un pretestuoso silenzio-stampa (era diventata una moda prendersela con i media quando le cose andavano male), non fu semplice da colmare nei mesi successivi. Oggi, a distanza di 4 anni e 9 mesi da allora, è tutto radicalmente diverso, tranne che il palcoscenico dove Triestina e Padova tornano ad incrociare i guantoni (per la verità, dopo quello spareggio, ci fu il 18 settembre 2010, con Calori sulla panchina dei veneti, un altro match, che terminò 0 a 0). Categoria a parte, le società sono nuove, con il Padova amministrato finalmente come si deve, da dirigenti seri, che parlano con i fatti (e non con i proclami o, peggio, le promesse scritte sulle sabbia) e che fanno il passo proporzionato alla lunghezza della gamba. I giorni bui, e densi di incognite, della scorsa estate appartengono all’album dei brutti ricordi. La squadra del cuore, questa squadra in particolare, è prima, viaggia a + 8 sulla immediata inseguitrice e, come ai bei tempi, scatena un entusiasmo genuino e contagioso. Alla gente che ama il Biancoscudo da sempre piace per la sua semplicità e per il cuore che ci mette, domenica dopo domenica. Ecco perché, oggi come allora, a Trieste si va per vivere un derby pieno, intenso, sentito, che riannoda il filo con un passato illustre e, per certi versi, affascinante. Un passato, però, che è e resta confinato nel quadro dei ricordi, e che non può più tornare. Dopo la sfida odierna, ne resteranno altre 8 da disputare da qui al 10 maggio, di cui 5 in casa e 3 fuori (Clodiense, Legnago e Ripa La Fenadora). Uscire imbattuti dal “Nereo Rocco” potrebbe risultare fondamentale per imboccare il rettilineo d’arrivo con una carica ancora maggiore. Il Padova è vicino al traguardo e non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Cose da grandi, appunto.
Ore 10.20 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Segato, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Ma qualche dubbio di formazione c’è: Zubin potrebbe giocare, da solo o al fianco di Amirante, ma devo valutare ancora tante cose e l certezza è che non stravolgerò la squadra». Ieri, prima della rifinitura, Parlato ha cercato ancora una volta di caricare la sua squadra: «Ho cercato di spronare il gruppo e di motivarlo di più: da loro mi aspetto un atteggiamento maturo, voglioso, e migliore rispetto a domenica scorsa: dobbiamo aggiungere qualcosa, non adagiarci sulla buona prestazione e fare un passo indietro. La Triestina che affrontiamo oggi è totalmente diversa rispetto all’andata, e c’è pure un nostro ex giocatore: lui vorrà far vedere quello che vale, i suoi ex compagni non lasceranno nulla d’intentato». In riva al Golfo di Trieste, Matteo Bedin la partita di oggi la sente davvero sua: padovano dell’Arcella, fino a dicembre vestiva la maglia biancoscudata: «Anche se il cuore dice una cosa, ammette, questo è il mio lavoro e il campo è sempre il campo. Andare via non è stato facile. Noi stiamo facendo un’impresa, nel girone di ritorno saremmo terzi e ci proveremo anche oggi. Il campionato, del resto, è solo il Padova che può perderlo».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «E sarà ancora più bello oggi, vedere le anime di queste squadre l’una contro l’altra», ammette il tecnico biancoscudato, «La Triestina sta bene, ma noi vogliamo tornare a casa con i tre punti. Questa settimana è iniziata con una bella incazzatura, con il dispiacere per com’è finita domenica scorsa: dobbiamo confermare la prestazione di sette giorni fa, ma metterci qualcosa in più». Contro l’Arzignano il Padova non è riuscito a segnare, pur mettendo insieme un gran gioco. Però lì, sotto porta, s’è sciolto. «Abbiamo cercato di correggere ciò che è mancato domenica scorsa: la cattiveria giusta. Oggi incontriamo la Triestina, una squadra che ha subito tanti gol ma ne ha allo stesso tempo segnati tanti. Noi l’abbiamo preparata in un certo modo sperando di sfruttare questa situazione». E per prepararla, il Padova l’ha preparata al meglio: per la prima volta in stagione, la squadra è in ritiro a Trieste già da ieri sera così da scendere oggi in campo senza i chilometri di viaggio nelle gambe, e ha un Sentinelli e un Zubin in più nel motore, anche se Ferretti e Nichele saranno ancora in tribuna. «Sentinelli è recuperato, ha bisogno ancora di qualche allenamento ma è al cento per cento e può partire dall’inizio».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Benvenuti nel teatro dei sogni della serie D. Dove tu, giocatore, i tifosi li senti vicini, sono un vero e proprio muro di fronte a te. Dove tu, tifoso padovano, vivi la trasferta dell’anno in un impianto che porta il nome di Nereo Rocco, il più grande allenatore della ultracentenaria storia biancoscudata e ti ritrovi a tifare come quella notte di cinque anni fa quando Vantaggiato, Cuffa e Bonaventura ti regalarono una delle serate più magiche degli ultimi anni. Giocare a Trieste è tutto questo: un’atmosfera magica e speciale, nella quale oggi Parlato e la sua squadra cercheranno di riprendere la marcia interrotta sette giorni fa contro l’Arzignano. All’andata fu diverso: dopo otto vittorie consecutive, il Padova fu fermato dalla Triestina ultima in classifica. Oggi, dopo uno 0-0 dai mille rimpianti, è la Triestina, forte dei nove risultati utili consecutivi, a sognare uno sgambetto che farebbe comunque storia. Da una parte Cunico e Zubin (ma Amirante scalpita) , dall’altra Rocco e Bedin, il padovano dell’Arcella. Con la risposta di massa delle due tifoserie, gli ingredienti per un vero pomeriggio di passione ci sono tutti.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Pino Ferazzoli nasconde le carte alla vigilia del match . Il 4-3-1-2 che ha permesso sin qui alla Triestina di inanellare 9 risultati utili consecutivi (e una sola sconfitta nelle ultime 15) dovrebbe essere confermato, ma c’è anche la possibilità che l’allenatore giuliano decida di coprirsi passando alla difesa a tre. Squalificato capitan Piscopo, che sarà sostituito da Giannetti, in campo tre vecchie conoscenze padovane: oltre all’ex Bedinv (nella foto), spazio al trascinatore degli alabardati Daniele Rocco, ex Thermal, mentre partirà dalla panchina Gusella, ex San Paolo. Prima del match verrà osservato un minuto di silenzio in memoria di Emilio Felluga, ex presidente del Coni friulano scomparso il 4 marzo, e dell’arbitro torinese Luca Colosimo.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono 772 i biglietti staccati in prevendita dai tifosi biancoscudati per la sfida di questo pomeriggio allo stadio Nereo Rocco contro la Triestina. Come era nelle previsioni si preannuncia una nuova trasferta di massa e il numero complessivo dei tifosi del Padova allo stadio sarà anche superiore, visto che più di qualcuno, considerato l’unico giorno di prevendita disponibile, dovrebbe acquistare il biglietto oggi direttamente ai botteghini dello stadio giuliano. Dopo un venerdì di passione, tra l’annuncio dell’annullamento della prevendita, polemiche incrociate tra le due società e il compromesso della vendita dei biglietti a 11 euro, l’assalto alle biglietterie c’è stato fin dalla prima mattina di ieri, anche se non si sono verificate lunghe code. Saranno cinque, alla fine, i pullman in partenza stamattina da Padova, due degli ultras e tre dai vari club.
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Bortot, Thomassen, Niccolini, Salvadori; Segato, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il punto debole potrebbe essere la scarsa tenuta difensiva giuliana, Parlato fa spallucce e tira dritto: «Hanno subito 21 gol su 39 in casa, ma allo stesso tempo segnano anche molto e hanno il maggior numero di pareggi di tutto il girone. Rispetto all’andata la Triestina è più squadra, noi abbiamo preparato qualcosa per aver la meglio e se non funzionerà cambierò in corsa». Le polemiche tra le due società, pur ricomposte dopo ore di tensione, hanno lasciato il segno:«Devo pensare solo al campo — taglia corto Parlato — e portare avanti la nostra squadra per i nostri tifosi. Servirà l’atteggiamento giusto e una partita gagliarda sotto tutti i punti di vista. Serve disponibilità e attenzione». Sulla formazione ancora carte coperte, tanto che, infortuni a parte, neppure i giocatori sono a conoscenza delle reali intenzioni dell’allenatore. Il quale ha voluto la partenza anticipata per Trieste per la prima volta dall’inizio della stagione. «Sentinelli è recuperato — chiarisce Parlato — ed è al 100 per cento e per quanto mi riguarda può giocare senza problemi, mentre Nichele e Ferretti non sono neanche da panchina e speriamo di recuperarli per settimana prossima. Quanto alle mie scelte, mi auguro che chi scelgo sia incazzato e voglioso. E in attacco non è detto che non possano giocare sia Zubin che Amirante con Cunico». Un occhio al Rocco, dunque, e un altro alla concorrenza. Perché d’accordo guardare in casa propria, ma se l’Alto Vicentino si ferma qualche rallentamento controllato può anche essere ammesso.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Polemiche, dietrofront, ancora polemiche, accordi in extremis, assalto ai botteghini, varie ed eventuali. Il tutto come contorno — e non sempre il migliore possibile, a dire il vero — per il «derby» nel nome di Nereo Rocco. La vigilia di Triestina-Padova, snodo cruciale sulla strada della promozione in Lega Pro, si presenta con un po’ di tensione in meno e tanti tifosi in coda alle biglietterie per prenotare il proprio tagliando. Ieri a mezzogiorno erano già stati venduti 500 tagliandi dei 1700 messi a disposizione dal club giuliano, poi nel corso del pomeriggio via via il numero è cresciuto esponenzialmente fino a sfondare quota mille. Un segnale tangibile della voglia della tifoseria biancoscudata di stare vicino alla squadra. Una squadra ancora saldamente al comando del girone C del campionato di serie D ma reduce da un pari casalingo che ha rinvigorito le ambizioni dell’AltoVicentino, che non molla l’osso e rimane aggrappato a una rimonta difficilissima, ma ancora non impossibile. E attenzione alla Triestina, che nel girone di ritorno ha messo la freccia disputando una serie di partite di altissimo livello e con una classifica ora decisamente migliorata. «La Triestina viene da una serie di risultati utili e avrà sicuramente il morale alto — sottolinea Carmine Parlato — ma noi vogliamo tornare da Trieste con la prestazione e soprattutto col bottino pieno… Le insidie maggiori? L’aggressività, noi dobbiamo dare ritmo e disinnescare i loro pericoli. Voglio una squadra vogliosa, non dobbiamo dormire sugli allori. Dobbiamo sempre migliorare, teniamo l’osso in bocca e non molliamo».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiseiesima giornata, domenica 15 marzo ore 14.30): ArziChiampo-Legnago, Belluno-Dro, Fontanafredda-Kras Repen, Giorgione-Clodiense, Mezzocorona-Sacilese, Mori S. Stefano-AltoVicentino, Tamai-Union Ripa La Fenadora, Triestina-Padova, Union Pro-Montebelluna.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 60, AltoVicentino 52, Belluno e Sacilese 46, Clodiense 44, ArziChiampo 38, Montebelluna e Union Pro 36, Union Ripa La Fenadora 32, Fontanafredda e Tamai 31, Giorgione e Legnago 29, Dro, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della venticinquesima giornata: AltoVicentino-Montebelluna 4-1, Clodiense-Mezzocorona 5-1, Dro-Fontanafredda 1-0, Giorgione-Belluno 0-2, Kras Repen-Union Pro 1-2, Legnago-Mori Santo Stefano 1-0, Padova-ArziChiampo 0-0, Sacilese-Tamai 3-0, Union Ripa La Fenadora-Triestina 1-1.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 14 marzo: rifinitura per i Biancoscudati, mister Parlato recupera Sentinelli ma deve rinunciare a Nichele e Ferretti. Prevendita, staccati 772 biglietti.