Fonte: Il Piccolo, Antonello Rodio
Quattro mesi e mezzo fa, a inizio novembre, proprio a Padova Giuseppe Ferazzoli iniziò la sua avventura sulla panchina alabardata con un insperato pareggio. Ha raccolto una Triestina in fondo alla classifica con soli 2 punti e dopo un girone esatto l’ha portata a 25, facendo riemergere speranze di salvezza che sembravano ormai assopite. E domenica ritrova proprio la corazzata Padova, pronto a giocarsela anche con la capolista. Ferazzoli, qual è il bilancio dopo un intero girone sulla panchina della Triestina? «Egoisticamente dovrei parlare di bilancio positivo, perché in queste 17 partite abbiamo fatto 23 punti. Ma non posso fermarmi a questo, perché sarebbe un’analisi molto superficiale. Il fatto è che non abbiamo fatto ancora niente, dobbiamo rimanere concentrati, consci che la squadra è cresciuta ed è consapevole dei propri mezzi. Perché è indubbio che adesso giocare contro la Triestina è molto difficile». Quindi i veri bilanci sono rimandati alla fine? «Ripeto, non abbiamo fatto ancora niente. Ora abbiamo quattro partite fino a Pasqua, sulla carta con squadre tranquille, ma in realtà abbiamo il calendario più difficile. Dobbiamo restare concentrati e pensare esclusivamente all’obiettivo finale. Solo quando lo raggiungeremo, potrò sentirmi completamente gratificato da quanto avremo fatto grazie ai ragazzi». Ha incontrato tutte le squadre: in una scala di valori dove collocherebbe l’attuale Triestina? «Credo che il Padova non abbia rivali: è una società ripartita in modo importante, con una squadra strutturata e allenata molto bene. Poi dopo ci sono Belluno, Altovicentino e altre due squadre ben organizzate che mi piacciono molto come Sacilese e Clodiense. A parte queste, io credo che la Triestina non sia inferiore a nessuna delle altre».
Ma domenica con il Padova potete giocarvela? «Non è che possiamo giocarcela, dobbiamo giocarcela. Quando dicono che non hai niente da perdere, non è vero: questa è una partita che come le altre vale tre punti. Certo, giochi contro la prima della classe e le difficoltà sono maggiori, ma qualche arma ce l’abbiamo anche noi. Anche se servirà dare il 110 per cento per arginare la loro forza». Rispetto a un girone fa è cambiato tanto. «Senza false ipocrisie, all’andata a Padova siamo stati molto fortunati. Ma in questo momento le due squadre sono differenti rispetto a qualche mese fa, giocano in maniera diversa e con un modulo diverso. Per noi c’è stata una crescita del gruppo, grazie anche agli arrivi di buoni giocatori, e questo unito ai buoni risultati ha portato entusiasmo. I ragazzi hanno avvertito anche l’avvicinarsi della gente, uno spirito alimentato dai buoni risultati. A questo proposito spero anche in una massiccia risposta dei tifosi: i ragazzi sono già pronti a dare il 110 per cento, ma con tanto calore attorno sarebbero ancora più stimolati». Si può contare su un Padova più rilassato dopo l’allungo sull’Altovicentino? «Se domenica avessero battuto 4-0 l’Arzignanochiampo sarei più tranquillo, invece quel pareggio ha fatto alzare loro le antenne. Ma in realtà cambia poco o niente: la loro forza la sappiamo, hanno grandi qualità. Noi dovremo limitarle e cercare di sfruttare le nostre».