Live 24! Padova-ArziChiampo, il giorno dopo: un pareggio che lascia l’amaro in bocca, ma la difesa continua a reggere

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.30 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 59, Bologna 51, Avellino 49, Vicenza 48, Frosinone e Livorno 47, Pescara e Spezia 43, Lanciano e Perugia 40, Bari 37, Entella, Modena e Ternana 36, Pro Vercelli 35, Cittadella, Latina e Trapani 34, Brescia 33, Crotone 31, Catania 30, Varese 28.

Ore 22.20 – Serie B, risultato finale: Entella-Cittadella 2-1.Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Il gioiellino di Gomes vale il pareggio per il Real Vicenza. Un pareggio giusto per quello che s´è visto in campo, un pareggio sudato e conquistato in extremis dai ragazzi di Marcolini con non poche difficoltà viste anche le condizioni del terreno di gioco che definire brutto pare un eufemismo: “improponibile” ad usare le parole del tecnico biancorosso. «Sembrava cemento» ha precisato Marcolini, tanto da non permettere ai vicentini di fare il loro gioco palla a terra, costringendoli ai lanci lunghi o a sfruttare le palle inattive per provare ad impensierire gli uomini di Sormani. Quella in Alto Adige è stata, come da pronostico, una trasferta molto ostica, così il punto che il Real Vicenza è riuscito a strappare sembra comunque un buon risultato. Buono grazie anche ai finali arrivati dagli altri campi in questo week-end: il Como che non va oltre lo 0-0 contro il Monza e la FeralpiSalò che arresta la sua serie positiva (iniziata il 31 gennaio), in casa della Cremonese al termine di una partita dai continui colpi di scena finita poi 3-2. Guadagna un punto quindi il Real sul FeralpiSalò e lo agguanta a quota 45, il Como rimane lì a +3, mentre il treno di testa, quello che corre verso i play off, viaggia ancora sette lunghezze avanti: il Bassano è l´ultima carrozza a 52 punti. Ma intanto un punticino a quella sopra l´ha rosicchiato la squadra di Marcolini. Le speranze non sono ancora perse, quel che vuole il mister biancorosso è giocare senza assilli, poi quel che viene viene. Certo che, vedendolo così vicino, vien voglia di salirci su quel treno. Anche perché i vicentini le qualità hanno dimostrato di averle e il ritorno di Marcolini sembra aver riportato anche grinta e cuore che hanno permesso sabato di azzuffare un pareggio meritato. La reazione del Real Vicenza a Bolzano su un campo così difficile fa ben sperare per il prosieguo, sia Bruno che Lavagnoli, due punti cardine di questo Real, hanno voluto sottolineare il carattere tirato fuori dalla squadra negli ultimi minuti della partita contro gli alto atesini. Fatto sta che si fatica ancora troppo a trovare il gol, bomber Sasà Bruno è a secco da tre giornate, cosa che non gli capitava da quel famoso filotto negativo che aveva costato il posto a Marcolini, ma per fortuna nelle ultime gare ci hanno pensato i suoi compagni di reparto a bucare le porte avversarie e portare a casa punti importanti. Sì, perchè ora Marcolini avrà qualche bel cruccio nel decidere tra Bardelloni, Gomes e Margiotta protagonisti nelle ultime partite di prestazioni convincenti e gol pesanti. Bardelloni non molla mai, percorre chilometri, ma la porta la vede eccome e quando ci prova è sempre pericoloso. Il portoghese sabato con la sua magia ha mandato in estasi il Real, tre minuti e un gol, una buona media. Margiotta quando è entrato si è messo a disposizione della squadra e la scorsa settimana, contro l´AlbinoLeffe ha trovato il suo primo gol in biancorosso. Ora l´appuntamento è per venerdì, si torna al Menti, dove arriverà la Giana, altra squadra in lotta per la salvezza, alla ricerca di punti preziosi.

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Settimana lunga quella che attende il Vicenza, che tornerà in campo solo lunedì 16 nel posticipo serale con il Catania al Menti. Ma anche settimana in cui potrebbero esserci novità nella trattativa da tempo in corso con un gruppo di investitori stranieri per la vendita della società. Indiscrezioni ne circolano poche, ma di quelle poche bisogna pur dare conto quando riescono a filtrare tra le strette maglie della riservatezza che si sono imposte di rispettare entrambe le parti. Dunque la novità rispetto alle cose già scritte è che sarebbe in programma proprio in settimana lo sbarco in Italia dei potenziali acquirenti, tra i quali c´è sicuramente un arabo. E sarebbe la prima volta, nel senso che finora i contatti sono proseguiti con l´intermediazione di un importante studio milanese di consulenza, mentre stavolta si tratterebbe di un faccia a faccia con chi ha la procura a vendere, cioè il presidente Tiziano Cunico e l´advisor Ippolito Gallovich. Se così sarà, l´incontro dovrebbe avere un qualche sbocco concreto, visto che una bozza di possibile intesa sarebbe già stata redatta da legali e commercialisti delle parti e fra l´altro sembrerebbe prevedere anche condizioni diverse a seconda che il Vicenza rimanga in B o riesca a centrare la clamorosa promozione. Il programmato arrivo in Italia di questi investitori stranieri sarebbe anche collegato al deposito di quelle garanzie bancarie che sempre sono richieste da chi vende e rappresenterebbe, evidentemente, uno snodo di non piccola importanza, a conferma della serietà della trattativa. L´appuntamento sarebbe fissato a Milano, ma poi non è da escludere, anzi appare probabile, che gli investitori interessati al Vicenza vengano anche in città, magari a guardare più da vicino e di persona stadio e centro tecnico di Isola, visto che quest´ultimo rientra nell´eventuale operazione, impostata sull´acquisto del cento per cento delle quote del club. Dunque potrebbe essere una settimana importante sul fronte societario. E tuttavia il condizionale è d´obbligo, considerato che una trattativa è sicuramente in atto ma che sulle modalità con cui potrà svilupparsi o meno l´esperienza insegna a mantenere prudenza. E se poi, per un motivo o per l´altro, non se ne dovesse fare nulla? Il problema che in via Schio si ripresenta ad ogni bimestre, cioè quello di avere i soldi per onorare le scadenze imposte dalla Lega e non incappare in penalizzazioni, rimane. E quindi è ovvio che in via Schio (e in Finalfa, la finanziaria che controlla oltre il 90 per cento delle quote) si lavori anche ad un´opzione-2. Ne abbiamo già parlato: l´idea sarebbe quella di mettere insieme un gruppo di “soci-sostenitori” da trovare nell´ambito imprenditoriale per fare entrare risorse fresche nelle casse in cambio di una partecipazione di minoranza nel club. In parte è una strada già battuta in passato, senza grandi risultati. Ma riprovarci è insieme un´opportunità e quasi una necessità, con le esigenze di via Schio. E anche in questo caso non sono discorsi campati in aria, visto che sarebbe stata anche fissata una data per un incontro con imprenditori vicentini. Vedremo come andrà a finire, con l´auspicio comunque che nel caso degli investitori stranieri si possa sapere chi sono e perchè sono interessati, visto che una società di calcio è anche patrimonio dei tifosi e che le vicende recenti, ad esempio di Bologna e Parma, insegnano che ci sono investitori seri e solvibili e ci sono personaggi dai quali è meglio stare alla larga per non rischiare brutte avventure.

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Un capitano non è solo uno che gioca in un certo modo. È anche uno che dà l´esempio. Con le parole e – soprattutto – con i fatti. E così Alessandro Camisa è rimasto fuori senza fare una piega per cinque turni (anche se uno, in realtà, era per squalifica).E sabato a Pescara, complice l´assenza di Manfredini, ha ritrovato il suo posto al centro della difesa. E la sua fascetta. «Ma anche se se sto fuori – puntualizza – non ho nessun motivo per lamentarmi. Le scelte le fa il tecnico e io, essendo il capitano, devo dare l´esempio. Perchè l´importante non è chi gioca. L´importante è il Vicenza». Però stare in panchina… «È ovvio che si preferirebbe essere titolari, chiunque in una squadra vorrebbe giocare, è normale che sia così. Ma il nostro è un ottimo gruppo, ci sono tanti giocatori che possono ambire a un posto nell´undici di partenza ed è l´allenatore che deve decidere». Com´è stato il suo rientro? «Non ho avuto problemi, a livello fisico è andato tutto bene. Anche perchè in questo periodo ho fatto degli allenamenti mirati: ho una struttura fisica piuttosto grossa e quindi ho lavorato in una certa maniera». La sua prova a Pescara è stata positiva, ma nel complesso la squadra non ha giocato bene. Come mai? «Venivamo da otto risultati utili consecutivi, che adesso sono diventati nove. Avevamo fatto vedere un gioco ottimo e avevamo conquistato vittorie prestigiose contro squadre forti e su campi importanti. Ci può stare, quindi, una partita in cui le cose non vanno per il verso giusto. Ma non voglio fermarmi qui, non intendo andare in cerca di giustificazioni troppo facili». E quindi? «Quindi dobbiamo essere consapevoli che abbiamo delle doti enormi e che giocando come abbiamo fatto a Pescara rischiamo di buttar via quel che di buono è stato fatto fino a questo momento». La cosa peggiore vista nel match dell´Adriatico? «Di errori ce ne sono stati tanti, a cominciare da quelli commessi in uscita con la palla». E sono arrivati due gol evitabili… «Purtroppo sì, in modo particolare il primo, che è nato da un fallo laterale. Ma ce ne sarebbero di situazioni da analizzare… Per essere sintetici, non abbiamo giocato da Vicenza». Come lavorerete per evitare di commettere errori simili in futuro? «Analizzeremo con il tecnico la situazione. Rivediamo sempre degli spezzoni di gara, cerchiamo di analizzare le cose che non sono andate bene e lavoriamo per migliorare». Abbiamo parlato degli aspetti negativi della partita di Pescara, però ce ne sono stati anche di positivi… «Certo. Io ne individuo due: prima di tutto il punto conquistato, che per me è d´oro, poi la nostra grande forza di volontà. Ci abbiamo creduto sino alla fine e siamo stati premiati». Secondo uno dei luoghi comuni del calcio sono le grandi squadre che fanno risultato pur con prestazioni non soddisfacenti… «Lasciamo stare il discorso delle grandi e delle piccole squadre, lasciamo che siano gli altri a dare giudizi su di noi. Il nostro unico interesse deve essere quello di dare il massimo in ogni partita». Torniamo alla gara di sabato: avete dovuto cambiare portiere all´ultimo secondo… «Sì, purtroppo Vigorito è stato bloccato da un fastidio a un ginocchio. Mi spiace per lui, spero si riprenda presto, anche se poi ovviamente si sa che con Bremec si può stare tranquilli». Quindi questo cambio repentino non vi ha creato problemi… «Certo che no». «Anche perchè, come ho già detto, questo è un gruppo ottimo. E ogni compagno gode della fiducia degli altri». Adesso vi attende la sfida interna con il Catania. Che partita sarà? «Non facile, per due motivi. Il primo: affronteremo una squadra forte, che dispone di parecchi giocatori di valore. Il secondo: il Catania si trova in una brutta posizione di classifica e quindi ha grande bisogno di far punti. Per conquistare un risultato positivo, dunque, dovremo scendere in campo con la concentrazione giusta».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Non possiamo creare quattro palle gol e non realizzarne neppure una contro una squadra forte come il Novara. Dobbiamo concretizzare meglio le occasioni che creiamo». Giuseppe Greco è rammaricato, ma tutto il Venezia insiste sulla mancanza di lucidità sottorete ritenendo il risultato troppo pesante. «Il risultato è un po’ bugiardo – prosegue Greco – perché noi fino all’ora di gioco siamo stati in gara e abbiamo avuto anche l’occasione per dimezzare il vantaggio e riaprire la partita, ma Vicari ha salvato sulla linea un gol fatto. Ora dobbiamo ripartire a testa bassa perché sabato ci aspetta uno scontro molto delicato in casa con la Cremonese». Simone Sales stato tra i più positivi ma non è bastato. «Abbiamo commesso errori e siamo stati puniti, nel primo tempo abbiamo avuto le occasioni nelle ripartenze, ma non le abbiamo sfruttate al meglio. Poi al primo tiro Corazza ci ha puniti. I problemi societari e la possibile penalizzazione non stanno scalfendo l’integrità del nostro gruppo. Con Serena lavoriamo bene, ma a Novara contro una squadra tra le più forti del girone, se non la più forte, era difficile fare risultato. Se avessimo riaperto la gara sul 2-0 forse avremmo potuto mettere in difficoltà il Novara nel finale». Federico Varano è tra i giovani più promettenti. «Il Novara ha reclamato per un mio fallo di mano a inizio gara, ma è stato un contatto del tutto involontario e comunque è avvenuto fuori dai 16 metri. Purtroppo abbiamo pagato care le distrazioni e l’abilità di Corazza. Il Novara ha fatto quattro tiri in porta ed ha segnato tre volte, colpendo un palo. Noi ci abbiamo provato, ma non siamo stati altrettanto efficaci». Marco D’Arsié ha esordito tra i pali all’ultimo momento a causa dell’infortunio del titolare Stefano Fortunato. «Ero un po’ emozionato, perché a causa di un incidente al ginocchio non calcavo i campi di gioco da oltre un anno. Un esordio difficile contro una squadra cinica e forte. Noi abbiamo coperto bene il campo, ma il gol di Corazza ha scombussolato i piani. Spiace perdere tre a zero senza in pratica, mai compiere un intervento degno di nota. Il 3-0? Un malinteso tra me e un mio compagno, ma Corazza è stato rapidissimo ad inserirsi.» Vinicio Espinal aggiunge: «Ho giocato in un ruolo non mio, perché per problemi di organico il mister ha deciso così. Io mi adatto ovunque, basta giocare. Spiace perdere così per 3-0, ma sono convinto che se ci fossimo portati sul 2-1 (salvataggio di Vicari ndr) la gara poteva assumere una piega diversa. È andato tutto storto, ma ora non dobbiamo mollare perché ci aspetta una gara delicatissima al Penzo contro la Cremonese . Gli eventuali punti di penalizzazione che potrebbero giungere? Non dobbiamo guardarli. Dobbiamo cercare di fare più punti possibile per allontanarci dalle zone difficili della classifica».

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dimostra grande fair play l’allenatore dei lagunari Michele Serena analizzando la gara nel dopopartita del Piola. «Abbiamo preso tre gol ma il nostro portiere non mi ricordo abbia fatto una parata determinante. Fatta questa premessa posso dire che la mia squadra per le problematiche che attraversa non mi è dispiaciuta. Fortunato si è fermato durante il riscaldamento, tra i pali è andato D’Arsié, ci mancavano già Peccarisi, Giuliatto e Scialpi. Malgrado ciò abbiamo provato a giocarcela, contro un avversario forte, cinico, esperto. Direi quadrato. Soprattutto quadrato, e detto questo dico tutto sul Novara che ha anche la possibilità di avere in panchina i cambi per dare un segnale diverso nell’arco della partita. Noi, in questo momento siamo un po’ contati. In panchina avevo Legati che ha fatto due allenamenti, era al rientro dall’infortunio, non aveva senso correre il rischio di perderlo e farlo giocare. Sabato ci attende una partita importantissima contro la Cremonese che oggi ha vinto 3-2. Debbo pensare anche alle gare successive». Dopo nove trasferte dove ha sempre segnato questa volta il Venezia non ha trovato la via del gol. «Sul fatto che non facciamo gol, a volte ci vuole un po’ più di cattiveria, di convinzione, di rabbia che ci è mancata negli ultimi 16 metri. Credo che un golletto l’avremmo più che meritato per le occasioni che abbiamo avuto. Torniamo a casa con la convinzione di aver dato molto sul piano dell’impegno e della volontà ma non aver raccolto nulla. Malgrado ciò non mi sento di muovere grosse colpe ai miei ragazzi». Poi il tecnico guarda avanti con ottimismo e fiducia, a chi gli domanda di un Venezia versione linea verde con attaccanti come Raimondi e Varano. «Abbiamo dei ’95 che giocano da tempo, del resto sappiamo di dover dare spazio a dei giovani che si stanno ben disimpegnando».

Ore 19.50 – (La Nuova Venezia) Altro che ora di pranzo, altro che occasione per un buon risottino. Il menu novarese prevede tre gol serviti in mischia e un conto decisamente salato. Si chiude sul 3-0 e la prima sensazione che verrebbe da trasmettere via computer è quella del “prendi, incarta e porta a casa”, il punteggio parla da solo. Eppure, stavolta il Venezia ha fatto una partita dignitosa, con qualche errore ma anche con tanta vis propositiva, quella che altre volte era mancata. Esce a testa alta dal “Piola”, non umiliata e nemmeno schiacciata. Ha giocato – e perso – con una squadra più forte. Succede. Non c’è nulla di male a dirlo o ammetterlo. Il Novara è tra le migliori del campionato, forse la migliore, vince e fa tre gol anche nel giorno in cui non può schierare il cannoniere principe (Pablo Andres Gonzalez, squalificato) e rilancia Simone Corazza, che da ragazzino di Alvisopoli come tanti lo ricordano anche al “Penzo” è maturato al ruolo di signor attaccante che a buon diritto potrebbe reclamare la sua chance in categoria superiore, dove già sono arrivati attaccanti che non hanno niente da insegnargli. Vabbè. 3-0 punto e a capo. Giornata storta, Fortunato si fa male nella fase di riscaldamento, sicchè contro il bulldozer Novara va in porta D’Arsiè, 22enne nato a Jesolo e catapultato in campo per la prima volta. Se la cava decentemente, pasticcia in un gol ma non è solo colpa sua, va aggiunto che il Novara è molto concreto e punge solo quando deve pungere, con pochi tiri in porta, giusti e al momento giusto. Espinal difensore centrale fa il suo, se proprio volete il nome di un arancioneroverde da votare come il più efficace, diciamo Varano, che soprattutto nel primo tempo crea parecchi problemi a sinistra, cioè sulla destra novarese. Corre, difende, riparte, Toscano deve ritoccare il suo dispositivo per arginarlo. Prese le contromisure, poi, la partita torna sui suoi binari. Dopo due partite con l’accoppiata Guerra-Magnaghi, Serena cambia l’attacco e propone Raimondi-Greco. Risultato modesto, Greco isolato, Raimondi dopo un primo tempo fantasma si ravviva solo nell’ultimo quarto d’ora e cercando di recuperare i palloni non giocati finisce per sbagliare anche qualcosa di facile. Amen. Il Novara? Squadra robusta, quadrata, di sostanza, perché non fa calcio stellare ma tiene in pugno le operazioni. Si fa viva un paio di volte guidata dall’ottimo Buzzegoli (il migliore in maglia azzurra), e sblocca il punteggio prima della mezzora: Garufo mette in mezzo un pallone, tutto controllano Evacuo, spunta dietro Corazza e con un tocco di piatto mette dentro. Partita finita, perché il Venezia ha le carte in regola per cadere in piedi ma non per rovesciare una partita contro il Novara. Qualche rischio in contropiede, un destro di Giorico che si perde vicino all’incrocio, e i due portieri tutto sommato non si ammazzano di parate. Serena cerca di tirare fuori il meglio che può da una squadra in formazione d’emergenza, capisce e fa capire che non è il caso di buttarsi al suicidio, vuoi mai che aspettando la palla giusta… La palla giusta arriva, nella ripresa, al 12’, ma il Novara è già sul 2-0 perché Freddi in mischia, da azione su calcio piazzato, ha dato il tocco finale e l’ha spinta dentro. Poi, ecco, il tocco di Varano pare già gol ma Vicari salva sulla linea e non c’è bisogno di tecnologia. Salvataggio limpido. Certo che andare sul 2-1 avrebbe riaperto una gara chiusa, ma non è andata così. Manca il gol di Evacuo, ma arriva il bis di Simone Corazza, grande azione di Foglio, palla in mezzo, c’è un mia-tua poco sicuro tra Espinal e D’Arsiè, Falco Corazza piomba sul pallone e fa il terzo, poi esce e di prende la standing ovation novarese. Non resta altro, Raimondi manca il gol al 90’ ma sarebbe stata la stessa cosa.

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Al termine di una partita non certo trascendentale il Bassano ha portato a casa l´intera posta in palio con il minimo sforzo, violando il campo del Lumezzane con gol di Pietribiasi al quarto d´ora del primo tempo e passando all´incasso netto senza (ulteriore) colpo ferire. I giallorossi non hanno impressionato particolarmente, ma vincere in questo modo è comunque sintomo di grande solidità e di una grande squadra.
Il tecnico, Antonino Asta, concorda: «È stata una partita concreta – precisa a fine partita -. In questo momento non vale nemmeno la pena stare a sottilizzare sul gioco. Contano i risultati ed il risultato è arrivato». Un episodio avrebbe potuto cambiare la partita. Il palo di Baldassin con la palla che ha colpito il portiere veneto ed è uscita anziché tornare in rete. «Sì, è vero siamo stati fortunati in quella circostanza. Ma devo dire che nel complesso – continua Asta – la squadra ha lottato con grande determinazione. Abbiamo concesso poco al Lumezzane anche quando siamo rimasti in dieci. Certamente abbiamo anche creato pochi pericoli sotto la porta avversaria, ma l´importante è, comunque, aver vinto». Ragionamento che non fa una grinza. Ma il Bassano, scavallata quota 50, dove può arrivare? La prima posizione è troppo lontana? «Non scherziamo. Noi andiamo avanti per la nostra strada guardando cosa succede domenica dopo domenica. È già un successo essere arrivati a questo punto del campionato in questa situazione. E poi non abbiamo certo particolari grilli per la testa. A fine campionato, tireremo le somme e vedremo dove siamo arrivati». Eppure Alessandria Pavia e Novara non sembrano lontanissime. «Se vi riferite ai primi due posti della classifica – ritorna Asta sull´argomento graduatoria – sicuramente non sono per noi. Certo continuiamo a coltivare questo sogno play off che sarebbe, per noi, una grandissima impresa. Ma è inutile illudere ed illuderci. Voliamo bassi, se poi verrà il nostro momento allora saremo felici di coglierlo al volo». Non sprizza la felicità che dovrebbe essere data dalla vittoria, Asta. Sa che la sua squadra è stata concreta ma non spettacolare come in altre situazioni. «Merito del Lumezzane – spiega il tecnico giallorosso -. Perché abbiamo affrontato una squadra in forma che ci ha messo in difficoltà a dispetto della posizione in classifica che ha. Noi siamo stati bravi a controllare le loro sfuriate e a portare a casa un successo molto importante, ma vanno fatti i complimenti ai rossoblù perché non hanno mai mollato e se la sono giocata fino in fondo».

Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) Il massimo risultato con il minimo sforzo. È quello che raccoglie il Bassano Virtus sul campo del Lumezzane: la squadra di Asta, in campo alle 11, trova il vantaggio al quarto d´ora con Pietribiasi e lo difende fino alla fine, tremando soltanto quando, nel secondo tempo, Baldassin colpisce il palo, per poi soffrire il forcing avversario in inferiorità numerica dopo l´espulsione di Priola. Un successo fortemente voluto nella tana di un avversario in forma (due vittorie e un pari nelle ultime tre giornate) ma pur sempre in zona play-out, a differenza di Rossi e compagni che invece blindano la zona play-off. Nonostante un terreno di gioco in pessime condizioni, Asta schiera un 4-2-3-1 con l´intento di fare la partita, posizionando Furlan, Iocolano e Cattaneo a sostegno di Pietribiasi più Davì e Furlan in mediana, mentre davanti al portiere agiscono Priola e Zanella al centro, Toninelli a destra, Stevanin a sinistra. La prima iniziativa della gara è però del Lumezzane, che impegna Rossi al 6´ con un tiro dell´esterno Potenza, tra i più ricercati nel 4-3-3 di Braghin. I padroni di casa cercano il gioco sugli esterni, ma si rendono sostanzialmente pericolosi soltanto al quarto d´ora, quando Varas raccoglie una sponda di Sarao e conclude in area senza inquadrare lo specchio della porta. Un minuto dopo si assiste ad una lezione di cinismo del Bassano, che praticamente colpisce al primo vero affondo grazie alla qualità del suo miglior attaccante: Iocolano da sinistra crossa un pallone che Pietribiasi prima si porta sul destro e poi indirizza nell´angolino alla destra di Bason. Lo 0-1 consente alla squadra di Asta di giocare con meno pensieri, tanto che a metà tempo si registra un´altra occasione: Toninelli crossa da destra un pallone che Cattaneo raccoglie e gira sul fondo. Il Lumezzane non c´è, il Bassano prova ad approfittarne e così, poco dopo la mezz´ora, il solito Pietribiasi raccoglie un lancio da centrocampo e conclude da fuori area, con il pallone che sorvola seppur di poco la traversa. Davì e compagni appaiono ben messi in campo e non sembrano soffrire un avversario incapace di reagire allo svantaggio. Dopo l´intervallo Asta sceglie di lasciare negli spogliatoi Catteneo ed inserisce Proietti, che si porta a sostegno di Pietribiasi mentre Iocolano passa a sinistra. Il Bassano si aspetta che il Lumezzane avanzi il baricentro e già al 5´ prova a sorprendere l´avversario in contropiede, ma il cross messo al centro da Iocolano viene liberato da Pantano, il quale sfiora anche l´autorete. Ekuban per Varas è la prima mossa di Braghin, ma i suoi riescono a rendersi pericolosi soltanto al 20´, quando Baldassin colpisce il palo con una potente conclusione da fuori area, mentre su capovolgimento di fronte Pietribiasi calcia sul fondo da buona posizione. La partita rischia di cambiare quando, alla mezz´ora, il Bassano rimane in dieci per l´espulsione di Priola, che riceve la seconda ammonizione, mentre l´arbitro Strippoli valuta involontario un tocco di mano in area da parte di Belotti (il pallone era rimbalzato sul braccio dopo aver toccato il suo piede su tiro di Proietti). Asta si copre inserendo Ingegneri e Casarini al posto di Pietribiasi e Furlan mentre Braghini manda in campo Franchini al posto di Pantano dopo aver inserito Cruz Pereira per Meduri. Il finale è sofferto: al 47´ è provvidenziale un´uscita di Rossi su Sarao lanciato a rete da Alimi mentre un minuto dopo Zanella mura una conclusione a botta sicura di Ekuban proprio nel cuore dell´area di rigore. La partita finisce 0-1, fa festa il Bassano.

Ore 18.50 – (Trentino) Davide Zoller si becca per l’ennesima volta i complimenti degli avversari, ma alla fine il Mori Santo Stefano torna a casa a mani vuote. «Alla fine il risultato è giusto – commenta Zoller – perché, nel momento topico della partita, il Legnago ha dimostrato di avere molta più “gamba” rispetto a noi. Peccato perché, per un’ora abbondante, abbiamo tenuto ottimamente il campo: ci siamo difesi con ordine e abbiamo provato a pungere in contropiede. Se poi, alla fine, fossimo stati un po’ più fortunati avremmo potuto strappare anche un pareggio e non sarebbe stato uno scandalo». Con grande orgoglio e dignità, il Mori sta vendendo carissima la pelle contro qualsiasi avversaria e su ogni campo. «Mi dispiace soprattutto per i ragazzi – conclude l’allenatore lagarino – perché, nonostante l’ultimo posto in classifica, durante la settimana lavorano con straordinario impegno e la domenica affrontano le gare con grande professionalità. Onoreremo il campionato sino alla fine, cercando di toglierci qualche soddisfazione, questo è poco ma sicuro».

Ore 18.40 – (Trentino) Il Mori ci prova, lotta con le unghie e con i denti ma, alla fine, esce sconfitto dal “Sandrini” contro un Legnago che ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione della formazione tricolore. La squadra di Zoller resta ultima in classifica ma, e non una frase fatta, è viva e combattiva e non ha nessuna intenzione di mollare la presa. I tricolori, privi dell’infortunato Concli, iniziano con il piglio giusto e senza alcun timore reverenziale: all’8’ Cristelotti serve in verticale Tisi che arriva a tu per tu con Cybulko, ma il direttore di gara ferma l’attaccante trentino per una posizione di offside alquanto dubbia. La replica dei padroni di casa arriva qualche minuto più tardi: traversone di Valente e colpo di testa di Fioretti che non inquadra lo specchio della porta. Al 21’ tornano a farsi vedere i ragazzi di Zoller, ieri in panchina nonostante l’influenza: Libera serve sulla corsa Benedetti che centra per Deimichei, la cui incornata è però fuori misura. Sul ribaltamento di fronte Longato lancia in verticale il bomber Adriano che si affida al lob per superare Poli, ma l’estremo difensore moriano è attento e blocca la sfera. Friggi cerca i pali con un tiro al volo sugli sviluppi di un calcio d’angolo al minuto 26,ma spedisce sopra la traversa. Il primo tempo si chiude con il Legnago che sfiora il vantaggio: furibonda mischia in area trentina e conclusione “sporca” di Fioretti che spedisce il pallone sul palo esterno. Nella ripresa la compagine veronese cambia decisamente marcia e dopo appena due minuti Poli compie il primo grande intervento di giornata per respingere il tiro di Fioretti, innescato dal “solito” Valente. Centottanta secondi più tardi Viviani centra da destra per Tresoldi che, da pochi passi, non trova la porta. Break moriano al 59’: azione sulla sinistra di Deimichei che tocca per Tisi, anticipato in extremis in uscita da Cybulko. Friggi respinge il tiro da dentro l’area di Tisi, che al 64’ chiama il portiere di casa ad un intervento per nulla semplice. Poi solo Legnago: al 65’ Valente calcia dal limite, Pruenster devia il tiro che si stampa sulla traversa a Poli battuto e, subito dopo, il numero uno lagarino compie una parata “da serie A” sulla deviazione di Adriano. Il match si sblocca al minuto 69: traversone di Viviani, splendido “ponte” di Adriano per Fioretti che da pochi passi scaraventa in rete. Acquisito il vantaggio, il team veneto si arrocca nella propria trequarti e il Mori, invece, dà vita ad un assalto finale generosissimo. Manica ci prova con un diagonale potente e preciso all’82’ ma il pallone sfiora il palo e termina sul fondo mentre, in pieno recupero, il portiere di casa Cybulko è semplicemente strepitoso sul colpo di testa a botta sicura di Tisi, ottimamente servito dal calcio piazzato di Cristelotti. Il risultato non cambia più: il Mori esce sconfitto ma a testa altissima. Peccato che i complimenti degli avversari non facciano classifica, altrimenti i trentini sarebbero certamente ancora in corsa per i playout.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È un Maurizio De Pieri avvilito, ma non rassegnato, quello che abbandona il Comunale di Dro. «Oggi – commenta il tecnico – non siamo stati per niente brillanti. Questa sconfitta, contro una squadra che ha comunque giocato su buoni ritmi, ci può anche stare. Anche se, a livello di classifica, adesso le cose si complicano». Il Fontanafredda non è stato brillante. Sono emersi, in un solo colpo, pregi e difetti. Un’attenuante c’è: la rosa, ridotta all’osso, è da agosto che gioca con costanza. «Nei ragazzi – ammette De Pieri – sta probabilmente emergendo la stanchezza, dopo un girone d’andata che ci ha visto protagonisti. Se poi ci si mette anche l’arbitraggio, allora possiamo stare freschi. Il momento è delicato: ci vuole calma per rimettere in ordine le idee. C’è la consapevolezza che dobbiamo lottare sino alla fine per la salvezza. Sino all’ultimo minuto, senza più ansie e paure. Solo così potremo farcela».

Ore 18.20 – (Trentino) «Nel primo tempo potevamo anche concretizzare maggiormente la mole di gioco proposta ma dobbiamo essere soddisfatti perché siamo riusciti ad offrire una prestazione caratterizzata da una grande determinazione. Tutti gli effettivi, quelli che sono entrati, hanno dato il massimo. Questo è il tanto bistrattato Dro che muove la classifica. La vittoria di oggi fa venire buoni anche i punticini che abbiamo conquistato nelle partite precedenti». Non si esalta ma si vede che è contento. Stefano Manfioletti si gode il successo e soprattutto la bella prestazione offerta dai suoi. «Non è un campionato facile, e quando non si ha la formazione al completo diventa ancora più difficile – spiega l’allenatore del Dro – ma oggi abbiamo guadagnato due buoni recuperi, Colpo e Donati, giocatori che ci possono dare una grossa mano. Domenica sarà un’altra battaglia. In ogni partita dobbiamo entrare in campo con la giusta determinazione tenendo ben presente il nostro obiettivo. Per salvarsi bisogna stare fuori dal gruppo delle ultime sei e ciò significa dover portare a casa 37-38 punti. Ci proveremo».

Ore 18.10 – (Trentino) Sul Garda si comincia a respirare il profumo della primavera e a beneficiarne è anche il Dro, ieri protagonista contro il Fontanafredda di una bella prestazione, tra le migliori andate in scena quest’anno ad Oltra: un passo avanti in classifica verso l’obiettivo salvezza, che rimane alla portata dei droati. La cronaca. Il Dro comincia col passo giusto, quello del podista, e una volta partiti Ischia e compagni non si fermano più, con un pressing che si fa sempre più convinto e convincente con il passare dei minuti. All’8 Bazzanella ci prova dai trenta metri con una staffilata che si spegne di un niente sul fondo. Tra i più in forma fra i giocatori locali c’è sicuramente Donati, che è rientrato da poco da un infortunio che lo ha tenuto fermo per molte settimane. Il suo tocco che infila il pallone in area, fra Cicuttini e il portiere ospite, è un colpo di genio che costringe Vicario ad un’uscita quasi disperata ma provvidenziale. La risposta del Fontanafredda è tutta in un tiro da fuori che fa venire qualche brivido a Bonomi ma nulla di più. Intorno al quarto d’ora il Dro alza di qualche tacca la pressione barometrica sul terreno di gioco. Ischia comanda lo schema che prevede un suo calcio di punizione teso per Donati, spostatosi sulla sinistra, che aggancia e colpisce a botta sicura con il pallone che sbatte a terra e si impenna velenosamente verso Vicario, obbligandolo a deviare sopra la traversa. Sugli sviluppi del calcio d’angolo Serrano finisce faccia a terra ma per l’arbitro non è rigore. Poco male, perché al 20′ è Bazzanella a finire atterrato in area e stavolta l’arbitro non ha dubbi. Sul dischetto ci va Donati che insacca. Il pressing del Dro si trasforma in assedio, con Cremonini e Proch a tratti indiavolati e inarrestabili, ma il raddoppio non arriva. Nella ripresa, invece, è il Fontanafredda ad iniziare più determinato e al 7′ va vicino al pareggio: mischia furibonda nell’area dei padroni di casa, palla che arriva a Florean che prende la mira ma angola troppo gettandola sul palo. Lo scampato pericolo è una scossa per i droati che si rimettono a giocare e a creare, a tratti con un calcio quasi spettacolo. Ma il raddoppio non vuole arrivare e così i minuti finali sono al cardiopalma, con gli ospiti che si gettano alla disperata ricerca del pareggio, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di capitan Malerba per doppia ammonizione. L’occasione più ghiotta è a tempo quasi scaduto: Ischia respinge con il corpo un tiro destinato in porta e poi Florean la butta alta da due passi.

Ore 18.00 – (Tribuna di Treviso) Ora l’Union Pro è attesa dalla sentitissima sfida con i “cugini” del Montebelluna, reduce dal pesante ko di Valdagno con l’Altovicentino e raggiunti in classifica in settima posizione. Nessuno si nasconde che sarebbe davvero un colpaccio, ma e meglio restare al presente. Questo il commento a caldo del direttore generale Alessandro Lugnan: «Abbiamo giocato bene e creato molte occasioni, alla fine ci siamo un po’ complicati la vita, tenendo la palla in area nostra al 46′, e il Kras ha fatto gol. Però la gara è sempre stata controllata da noi, è andata via così e l’abbiamo vinta tranquillamente e meritatamente. Abbiamo avuto appunto diverse palle-gol, alcune già nel primo quarto d’ora, in primis con Nobile e Cattelan. Abbiamo aspettato i nostri avversari, che hanno solamente tirato palloni lunghi dal centrocampo. Anche il nostro portiere ha dovuto fare un paio di interventi appena, che rientrano nella normalità delle cose. Abbiamo gestito la situazione e tutto è filato via liscio. Solo il vento ci ha fatto tremare: ma pure quelli del Kras, che ci sono abituati, ci hanno confessato che stavolta la bora soffiava forte….».

Ore 17.50 – (Tribuna di Treviso) L’Union Pro espugna Rupingrande e conquista i tre punti che gli permettono di presentarsi al derby col Montebelluna a pari punti, 36. Ieri, alla fine, l’avversario più pericoloso per l’Union Pro è stato… il forte vento freddo: il Kras Repen ha disputato una brutta partita, sia per colpe proprie che per meriti degli ospiti. Il team di Mogliano si è rivelato “scorbutico” per i padroni di casa e si è difeso anche in undici quando ce n’è stato bisogno; corsa, aggressività e grinta sono stati gli altri ingredienti messi in campo dai vincitori. I carsolini, non hanno avuto un approccio alla gara adeguato e sono incappati nella prima sconfitta casalinga del 2015. I primi a provarci sono comunque i triestini con un tiro da fuori area di Mario, parato da Noè al 4′. La replica è affidata a Cattelan, che chiama in causa l’estremo difensore Mosetti Casaretto al 7′. Tre minuti più tardi l’Union sblocca la situazione: Andrea Nobile va sulla sinistra e mette in mezzo, dove – da sottomisura – arriva l’incornata vincente di Cattelan. Al 17′ gli ospiti vanno vicini al raddoppio con un tentativo di Nobile, parato da Mosetti Casaretto. Dopo la mezz’ora, invece, è il Kras Repen a sfiorare il pareggio con la punizione di Rondinelli, deviata sulla traversa dall’attento Noè. L’ultima annotazione della prima frazione è al 35′, quando Maio – dopo un uno/due con Knezevic – costringe ancora Noè alla parata. Il secondo tempo, partito lento, si riaccende con lo 0-2: al 13′ Nobile riesce ad eludere con il suo taglio Cvijanovic, che sembrava in anticipo, e beffa il portiere di casa. mettendo in cassaforte il successo. I padroni di casa da quel momento faticano a trovare spazi e a fare gioco. La difesa veneta è sempre tosta e concentrata e la bora non agevola la costruzione di azioni da gioco. L’Union Pro infatti punta piuttosto sulle ripartenze, avendo dei singoli dotati di buona tecnica sia a centrocampo sia in attacco (Nobile su tutti, il primo a dare il là al contropiede). E così gli sconfitti si fanno vivi solamente con due calci piazzati: il primo ad opera di Knezevic, che è stato ben neutralizzato da Noè; il secondo, al 46′, è invece quello che vale il gol della bandiera per i locali. Conclusione di Spetic sulla barriera, l’Union Pro non riesce a ripartire a dovere, perdendo palla e consegnandola a Rabbeni, abile a insaccare. Poi, nei minuti di recupero, più nulla.

Ore 17.40 – (Il Piccolo) Nono risultato utile consecutivo, imbattibilità conservata nel 2015 ed ennesimo punto raggiunto in rimonta. Nonostante la prestazione meno brillante rispetto le ultime uscite, il pareggio di Pedavena è un punto ben accolto da Giuseppe Ferazzoli. «Su un campo di queste dimensioni ci alleniamo tutta la settimana, anche se in questa partita abbiamo avuto delle difficoltà in fase di palleggio. Non ci siamo proposti – prosegue il tecnico – e abbiamo buttato via troppi palloni nel corso del primo tempo, fino all’episodio negativo del loro gol. Nel secondo tempo meglio, bisogna dar atto ai giocatori di aver recuperato il risultato nonostante la prestazione che non era delle migliori. Un punto giusto nel complesso, per quello che hanno fatto gli avversari e per come abbiamo replicato noi. L’Union Ripa ha passato una settimana particolare, quindi ci aspettavamo che avessero il coltello tra i denti. Un elogio ai miei giocatori per questo». Giusto dunque il richiamo nella rifinitura di sabato, il rischio dopo i due successi consecutivi era di pagare un lieve rilassamento? «Temevo l’ambiente dell’Union Ripa, dopo la settimana che hanno trascorso. Noi sicuramente a tratti sotto tono, ma in campo vanno due squadre e quindi accogliamo bene il pareggio. Se non si può mangiare il filetto, ci si accontenta del brodo. Il Giorgione ha perso, il Kras ha perso, per cui le difficoltà ci sono per tutte e noi siamo felici di aver mantenuto questa imbattibilità. Ci lascia ben sperare». Un peccato dover affrontare il Padova senza la grinta di capitan Piscopo che verrà squalificato..«Sono sicuro che il primo ad essere dispiaciuto è lui. Di buono c’è che ho tutta la rosa sempre pronta, e quindi chiunque scenderà in campo saprà rimpiazzare al meglio il capitano. Sarà una partita importantissima, servirà tanta concentrazione anche se solo il richiamo dell’avversario dovrebbe essere sufficiente per garantirla. Abbiamo ancora margini di miglioramento, troppe volte regaliamo dieci-quindici minuti agli avversari, e siamo poi costretti ad inseguire».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La quiete dopo la tempesta. Al termine della settimana di passione neroverde che ha coinvolto allenatore, società e giocatori finalmente torna il sorriso nel post in virtù di un bel pareggio con una delle squadre più in forma del momento. «Abbiamo fatto ottima partita – commenta a caldo il centrale difensivo Mattia De Checchi – ed è quello che volevamo. Peccato perché per come si erano messe le cose potevamo portare a casa anche i 3 punti, questo comunque è un buon punto contro una buona squadra». Il difensore prosegue: «Tutto è andato bene fin dall’inizio. Negli ultimi minuti è uscita un pò di stanchezza e quindi ci siamo un pò allungati, ma ci può stare. Abbiamo provato anche a fare gol con Halil (Gjoshi) senza riuscirci, peccato». L’Union ha dato l’impressione di essere ritornata sui binari giusti mettendo sul campo grinta e buon gioco e di tornare indigesta agli avversari che si presentano sul sintetico di Boscherai: «La prestazione nelle ultime gare c’è sempre stata basta andare a vedere le prove con Altovicentino, Kras e Montebelluna. Questo punto è molto importante». Tutto è girato in modo giusto tranne però nella capacità di tiro dei «bombardieri» neroevrdi: «Dobbiamo migliorare sotto questo punto di vista – commenta De Checchi – perché secondo me non siamo abbastanza cattivi, nonostante il grande impegno». Una medaglia va a chi ha fermato la forte punta giuliana, Daniele Rocco: «È un ottimo giocatore – conclude il centrale – bravo a difender palla e aveva fatto diversi gol e però noi ci siamo comportati bene». Il merito va spartito con l’altro difensore centrale Alberto De March: «Lo abbiamo tenuto bene, ma è anche difficile che un giocatore faccia bene tutte le partite. Qui poi il campo è un pò più stretto e lui ha avuto delle difficoltà. Però siamo stati bravi dietro, ormai con De Checchi ci troviamo bene giocando sempre insieme». Continua la disanima di De March: «Abbiamo preso gol su calcio piazzato senza subire nemmeno un tiro tranne per la traversa colpita nata da un tentativo di cross sbagliato. Avanti così e a testa alta perché non meritavamo solo il pareggio». A chiudere ci pensa Marco Dassié, centrocampista: «Bisogna essere solo un pò più attenti sulle palle inattive, infatti abbiamo preso gol, per il resto abbiamo giocato bene».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Volto rilassato come da tempo non si vedeva, mister Max Parteli affronta il post partita in assoluta tranquillità, senza parlare dei fatti dell’ultima settimana, e forte della prova della sua Union: «Vanno fatti i complimenti ai ragazzi. In queste ultime settimane abbiamo subito pochi gol, 3 in 4 gare, ma non è solo questo perché sono calate anche il numero delle occasioni concesse: oggi possiamo contare due mezze occasioni solo i gol subito». Quindi l’Union è tornata a rispondere ai comandi del suo condottiero che riscontra però il problema dei gol su palla inattiva: «C’era molta ansia per i calci da fermo, loro sono una squadra forte fisicamente, e dispiace aver preso gol proprio proprio da angolo nel momento in cui eravamo li a soffrire la pressione della Triestina. Secondo me, superato quel momento, loro non avrebbero più avuto la forza continuare, infatti abbiamo provato noi a vincere. L’unico rammarico è aver preso quel gol». Parteli prosegue sulla rete subita: «Fa male e i ragazzi li ho visti arrabbiati. Tutto positivo perché volevano vincere e non prendere gol». Manca la capacità di mettere la palla nel sacco: «Abbiamo fatto bene anche davanti con i passi in avanti di Solagna e Mastellotto che stanno imparando ad essere punte. Stanno giocando con grande sacrificio per la squadra e dobbiamo dargli fiducia». Con la Triestina si è rivisto lo stesso undici di Montebelluna tanto da dare idea di una possibile ossatura della squadra: «Quando si hanno fuori molti giocatori do fiducia a chi sta facendo bene e vengo ripagato. Quando rientrerà Brotto avrò un attaccante in più, ma anche Gianma dovrà essere bravo a rientrare con l’umiltà e l’atteggiamento giusto, senza responsabilizzarsi troppo. Dovrà avere lo stesso spirito con cui hanno giocato i suoi compagni in queste partite in cui lui non c’è stato».

Ore 17.10 – (Corriere delle Alpi) La voce della società. Nonostante il gentile invito a non ritornare sulla questione esonero-lampo di Parteli, almeno un accenno alla questione da parte della dirigenza ci pareva d’obbligo, ma così non è. E allora giù a raccontare le emozioni del pari con la Triestina: «Per noi è stata una settimana dalle forti emozioni, in tutti i sensi si vogliano e possano leggere», spiega il diesse dell’Union, Alberto Faoro, «e molto impegnativa per la società e per la squadra. Ero convinto, però, che i ragazzi avrebbero fatto contro la Triestina una prestazione importante e così è stato. Non dimentichiamo che di fronte abbiamo trovato una squadra che nel 2015 non ha mai perso e con un attacco molto forte, per cui siamo stati bravi ad indirizzare la gara sui binari giusti. Siamo anche andati in vantaggio ed è un peccato aver preso il loro gol, perché fondamentalmente è stato forse l’unico vero rischio che abbiamo corso durante tutta la gara. Si conferma, quindi, il trend delle ultime settimane, dove a livello difensivo riusciamo a rischiare molto poco, rimanendo compatti e quadrati. Sappiamo bene che in questo momento abbiamo qualche difficoltà in più in fase realizzativa, ma l’importante è dare compattezza e far emergere i valori della squadra». «Alla luce di tutto», spiega Faoro, analizzando anche i risultati dagli altri campi, «questo è un punto che ci permette di guadagnare due posizioni in classifica, mettendoci alle spalle Tamai e Fontanafredda». Urge, comunque, il rientro di un attaccante, sia esso Brotto o Cibin, che comunque nel doppio cambio, entrando assieme a Tomasi, ha allentato la spinta offensiva della Triestina. «Non spetta a me dire che il nostro mister ci ha visto giusto nei cambi, ma questo è un dato di fatto. La cosa importante è aver trovato una quadratura che ci permetta di non rischiare più di tanto. È quindi l’ora di mettere dentro qualche altro mattoncino per raggiungere il nostro obiettivo finale il prima possibile».

Ore 17.00 – (Corriere delle Alpi) Un buon pari contro la Triestina, ma la salvezza è ancora lontana. Vero che la politica dei piccoli passi alla lunga probabilmente pagherà, ma con un punto alla volta il traguardo della salvezza diretta sembra allontanarsi anziché il contrario, come se l’Union corresse all’indietro. E buon per il Ripa Fenadora che delle inseguitrici solo il Legnago e il Dro fanno bottino pieno, altrimenti la mancata vittoria peserebbe molto di più. Mister Parteli ripropone l’undici che bene aveva fatto a Montebelluna e l’Union ripropone la buona prestazione e forse anche qualcosa di più della settimana scorsa, riproponendo, però, anche gli stessi limiti in fase offensiva. Si costruisce molto, ma si creano pochi veri pericoli alla Triestina, tanto che ci vuole il rigore trasformato da Mastellotto per trovare la via del gol. La bella giornata di sole accoglie un gran numero di tifosi ospiti molto rumorosi e calorosi, forse con qualche eccesso di troppo. La gara inizia subito in salita per l’Union con De Carli che deve opporsi di pugno alla punizione centrale di Manzo. I feltrini provano a inserirsi nella difesa ospite, ma il centrale Piscopo fa buona guardia e continuerà per tutta la gara a presidiare con efficacia la zona centrale della difesa. Tibolla prova ad autolanciarsi in avanti, ma trova sulla su strada la difesa ospite. Al 18′ Manzo prova di nuovo su punizione, questa volta da posizione defilata, e capitan De Carli ci mette una pezza. Le due squadre si affrontano a viso aperto con la difesa feltrina che limita molto le capacità e qualità di Rocco: così Crosato prova dalla lunga distanza un cross verso l’area feltrina, ma la potenza è troppa ed il cuio supera tutti e solo la traversa salva i locali dal gollonzo della settimana. La pressione dell’Union aumenta, con i ragazzi di Parteli a presentarsi diverse volte nell’area giuliana, ma senza trovare poi la zampata vincente. Così al 25′ da un fallo su Tibolla arriva il rigore che una decina di minuti prima non era stato concesso a Solagna che anzi era stato ammonito. L’occasione è ghiotta e sul dischetto si porta Mastellotto, bravo a insaccare con freddezza, spiazzando il portiere ospite. Incassato il gol, la Triestina si butta subito in avanti, cercando di dar man forte al suo bomber Rocco. Il Ripa Fenadora si difende con ordine, ma concede un paio di calci d’angolo agli ospiti, che però non creano particolari problemi ai feltrini. Quasi allo scadere Solagna sembra in grado di rubare il pallone a Fiore prima di lanciarsi solitario verso l’area avversaria, ma viene atterrato dallo stesso giocatore che se la cava con una ammonizione. All’inizio della ripresa doppio cambio per gli ospiti che trovano maggiore spinta offensiva con qualche affanno da parte dell’Union nel gestire il momento, ma cerca il contropiede con Solagna che lancia addirittura De Checchi, ma il portiere anticipa e blocca tutto. Al quarto d’ora Antoniol viene colpito duro al naso che sanguina parecchio: esce per farsi medicare e rientra con la muta di una delle riserve e maglia senza numero. Al ventesimo aumenta la pressione dei triestini: punizione di Manzo e Solagna che para di testa. Ma non basta ad evitare la rete che arriva poco dopo su angolo battuto sempre da Manzo: questa volta è Fiore a non perdonare la difesa feltrina. Tocca quindi all’Union effettuare i cambi e l’ingresso di Tomasi e Cibin spengono in parte le velleità di successo dei triestini ed anzi sul finire è il Ripa Fenadora a cercare il gol della vittoria grazie a Gjoshi ed a Frangu ma in entrambi i casi la rete non arriva.

Ore 16.50 – (Trentino) «Mi assumo totalmente le responsabilità della sconfitta. I ragazzi non hanno alcuna colpa, evidentemente non sono riuscito a trasmettere al gruppo le giuste motivazioni». Luca Lomi, oltre che un allenatore capace (e, infatti, piace già a parecchie squadre in proiezione prossima stagione), dimostra di essere anche un signore con la “S” maiuscola. «Questa imbarcata è figlia del pareggio di domenica scorsa contro il Dro – afferma – evidentemente è venuta meno quella tensione che da settembre ad ora ci ha permesso di andare su tutti i campi a giocare a viso aperto contro qualsiasi avversaria. Non voglio che passi il messaggio che siamo allo sbando o che stiamo per sbaraccare. Nessuno mollerà la presa e sono sicuro che questa contro la Clodiense sia solamente una giornata storta nella quale, inutile negarlo, tutto è andato male. Abbiamo l’obbligo di rialzare la testa perché, comunque andrà a finire, dobbiamo onorare sino all’ultimo secondo il campionato. Noi faremo la nostra parte sino in fondo».

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La soddisfazione nello spogliatoio della Clodiense è palpabile. Un successo con cinque gol non è cosa di tutti i giorni. Il bomber Santi è alla sua prima tripletta in maglia granata, con una dedica. «La tripletta la dedico a mio padre che oggi compie gli anni. Per quanto riguarda la gara c’era il pericolo di non affrontarla con la giusta concentrazione – ci dice il bomber granata con 14 gol – Invece siamo partiti forte mostrando tutta la nostra voglia di vincere. Poi logicamente le qualità sono emerse perché se ci sono tanti punti di differenza tra noi e loro un motivo ci sarà. Siamo stati anche bravi a reagire immediatamente al loro momentaneo pareggio e poi è un piacere giocare con questi compagni. Anzi devo ringraziare pubblicamente il mio compagno d’attacco Mastroianni che compie un gran lavoro lontano dalla porta, un lavoro che facilita il mio gioco e le puntate a rete». Unico neo l’ammonizione che lo costringerà a disertare la trasferta a Castelfranco. «Forse è meglio così – conclude Santi – così ho la possibilità di giocare le prossime gare che saranno tutte difficili come quella con il Padova». Dopo un paio di partite in panchina Casagrande ha ripreso la guida del centrocampo lagunare. «Forse giocando meno ho perso un pò di ritmo – confessa il centrocampista lagunare. Comunque oggi mi sentivo bene e la squadra ha girato a meraviglia. Nel secondo tempo abbiamo rallentato per non fare troppo male all’avversario». Così Casagrande spiega il gol del pari del Mezzocorona. «Stavamo ancora esultando per il gol di Carlucci e non ci siamo resi conto della rapidità dell’azione».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con il successo di ieri la Clodiense porta a tre le vittorie consecutive ed allunga a dieci la striscia di risultati positivi. Un successo voluto visto l’approccio della squadra sin dal primo minuto. «Sapevamo che non sarebbe stato facile battere il Mezzocorona anche se si tratta di squadra giovane e si trova sul fondo della classifica – ci spiega il tecnico lagunare Andrea Pagan – I trentini in precedenza avevano battuto il Belluno e pareggiato con l’Arzignano. Per questo dico bravi ai miei per come sono scesi in campo con grande concentrazione e cattiveria agonistica». Il pareggio degli avversari ha però gelato lo stadio. «Siamo stati bravi ad entrare subito in carreggiata – continua il tecnico granata – giocando un buon calcio con tanta determinazione e cercando di chiudere la partita prima possibile. Poi nel secondo tempo non abbiamo forzato più di tanto pensando a migliorare la condizione fisica. Comunque queste sono le partite più difficili, quelle che odio, perché c’è il rischio di non entrare in campo con la giusta concentrazione». Con 44 punti ora si può sognare? «La salvezza – continua Pagan – è stata raggiunta. I 44 punti però non sono figli del caso ma il frutto di tanti sacrifici e tanto lavoro. Ora dobbiamo cercare di migliorare la posizione anche se non sarà facile agganciare il Belluno o la Sacilese. Ma ci proveremo». Gli avvicendamenti l’hanno soddisfatta? «Credo proprio di sì – ammette Pagan. Okroglic, Carlucci e Casagrande hanno giocato bene. Ora godiamoci questa vittoria e da martedì penseremo alla trasferta di Castelfranco contro il Giorgione».

Ore 16.20 – (La Nuova Venezia) La Clodiense passeggia sui resti di un modesto Mezzocorona, imbottito di ragazzini ed in grave difficoltà tecnica e, a quanto pare, economica. Cinque gol granata già nel primo tempo e pratica chiusa con largo anticipo. Poi semplice allenamento nella ripresa, con la squadra di Andrea Pagan che decide di non infierire, “accontentandosi” del risultato maturato prima dell’intervallo. Tutto troppo facile per questa Clodiense che inanella il decimo risultato utile consecutivo e porta a sei i punti di vantaggio sull’Arzignano nella corsa verso i play off. Granata che finora, a salvezza acquisita, non hanno alcuna intenzione di mollare neanche un centimetro per raggiungere un obiettivo che molti davano impensabile alla vigilia del campionato. Riccardo Santi è il mattatore di giornata: segna tre gol, procura un rigore, si porta a casa il pallone e sale a quota 14 reti nella classifica dei capocannonieri. Unica distrazione dei granata il gol del momentaneo pareggio dei trentini subito solo qualche secondo dopo la rete dell’1-0 siglata da Carlucci. Andrea Pagan resta fedele al suo modulo di gioco che tante soddisfazioni sta dando in questa annata straordinaria. Torna tra i pali Okroglic e difesa molto esperta composta da Carlucci, Boscolo Berto, Francesco Tiozzo e Moretto. Casagrande parte titolare in mediana, mentre davanti si ricompone la coppia d’attacco Santi-Mastroianni, con Siega che si accomoda in panchina per entrare poi nella ripresa. Il Mezzocorona si schiera con il rombo a centrocampo con Caridi che occupa il vertice alto e Melchiori che si posiziona davanti alla difesa. Come contro il Mori, la Clodiense parte subito lancia in resta e mette alle corde l’avversario sin dalle battute iniziali. Già al 2’ Santi, di testa, alza sopra la traversa da buona posizione un cross di Pelizzer. Al 6’ arriva il primo gol: corner battuto da Casagrande e sottomisura, in mischia, Carlucci anticipa tutti e mette dentro. Palla al centro e, con la Clodiense che ancora sta esultando per la rete del vantaggio, arriva immediato il pareggio del Mezzocorona: Caridi avanza quasi incontrastato fino al limite e fa partire una rasoiata che non lascia scampo ad Okroglic. La Clodiense si riorganizza e ripassa avanti al 12’: retropassaggio errato di Corrà, si intromette Santi che salta anche il portiere e segna. Tris al 28’: Rossi stende in area Santi, rigore che Mazzetto trasforma. Al 36’ arriva il poker: sassata di Santi su punizione dal limite che piega le mani a Zomer. 5-1 al 44’: palla dentro di Mazzetto e da due passi è ancora Santi a gonfiare la rete. La ripresa è solo accademia e poco più.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Stefano De Agostini in sala stampa a partita conclusa è una presenza che non si verificava da tempo immemore. Il commento dell’allenatore del Tamai subito dopo l’incontro è dunque il più atteso (con la sfilza di sinonimi relativi). «Nel primo tempo siamo stati troppo remissivi – non è tenero l’attacco di De Agostini -, contro una Sacilese che non è certo quella dell’andata. Anzi, direi proprio che è un’altra cosa. Abbiamo pensato troppo a difenderci e pure commesso errori grossi di posizionamento». A parte le due già in zona retrocessione, il Tamai si candida a essere la squadra con la raccolta punti peggiore del ritorno. C’è consapevolezza? «Il Tamai si deve ritrovare – risponde l’allenatore – perché nelle ultime due partite si è visto che ci manca il fuoco dentro. Abbiamo fatto cose scolastiche e basta. Volevo vedere la squadra cattiva e determinata e non sono certo soddisfatto. Subiamo troppo, prendiamo tanti gol, dobbiamo cambiare strada durante la settimana. Sono state due sconfitte meritate, anche questa contro una delle peggiori sacilesi che ho visto». Domenica ospiterete l’Union Ripa che vi precede di un punto: praticamente uno spareggio? «Sarà come una finale – ammette – e prima ci guarderemo in faccia. Inutile nascondere che sono io uno dei principali capri espiatori e uno dei maggiori responsabili di quello che succede, però serve che tutti diano di più». Più problemi di gambe o di testa? «C’è qualche problema fisico, ma dobbiamo andare tutti a 200 all’ora anche con la testa. Tutti dobbiamo avere la voglia di fare risultato. All’andata la Sacilese ci ha massacrato, in confronto: fino a due domeniche fa si poteva almeno stare contenti della prestazione». Tutt’altro animo personale e tenore nelle dichiarazioni da parte di Carlo Marchetto. «I ragazzi hanno dimostrato di avere ancora a cuore il campo – afferma il neomister sacilese – perché già nella prima mezzora abbiamo creato tre palle-gol. Poi la squadra è rimasta corta, nel secondo tempo anche abbassando il baricentro, senza lasciare spazio agli avversari». Per lei esordio casalingo e vincente nel derby, conservando il terzo posto. «È stata una vittoria importante e sentita – sottolinea -, poiché ottenuta contro il Tamai. Quanto alla classifica, è più giusto guardare a noi stessi, cercando di restare sereni. Ci attende una trasferta trabocchetto come quella di Mezzocorona». Arrivato a 12 gol, Dario Sottovia dichiara di «essere contento dopo l’annata scorsa, per niente facile. Dico grazie per la fiducia avuta dalla società, da mister Zironelli prima e da Marchetto ora. La vittoria sul Tamai dimostra che c’è sempre un grande gruppo».

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) In onore del rally day della Serenissima, in programma in contemporanea lungo le strade della città, la Sacilese romba per la seconda volta consecutiva, mette il turbo e lascia sul posto il Tamai. E così il derby del Livenza diventa una partita senza storia. I mobilieri cominciano bene, ma si sciolgono alla prima difficoltà, e lasciano campo a una Sacilese che pur senza strafare si impone in sicurezza, chiudendo il conto già nel primo tempo grazie alle reti di Boscolo Papo e Craviari (alla prima segnatura stagionale). Così i ragazzi di Marchetto, ieri al debutto al XXV aprile dopo la vittoria di Mori, rimangono agganciati al terzo posto, assieme al Belluno. Mentre il Tamai continua nel suo momento negativo: secondo Ko consecutivo e girone di ritorno ancora senza l’ombra di un successo. Qualche sorpresa alle lettura delle formazioni. Marchetto costretto proprio all’ultimo istante a rinunciare a Manucci. Al suo posto Pederiva. Mentre dall’altra parte De Agostini recupera Faloppa e Ursella. Solo in panchina Peresson. Dopo l’iniziale fase di studio, la Sacilese prende il sopravvento. Ci prova Boscolo dalla distanza, Francescutti para a terra. Decisamente più efficace il secondo tentativo dello stesso Boscolo, che prende palla sul vertice sinistro dell’area e in diagonale non lascia scampo al portiere mobiliere. E’ il vantaggio dei padroni di casa. Sull’onda dell’euforia, la Sacilese trova pure il raddoppio. Azione rocambolesca, con Francescutti che respinge una prima conclusione ravvicinata di Sottovia, ci riprova Pederiva e stavolta è Brustolon a immolarsi sulla linea di porta, ma nulla può la difesa del Tamai sul successivo colpo a botta sicura di Craviari. Due a zero, ma la Sacilese sfiora il tris con una botta potente di Spagnoli dal limite. Stavolta Francescutti controlla. Il Tamai torna in campo senza il suo mister, De Agostini, ancora una volta fermato negli spogliatoi da un eccesso di stress. Ma i mobilieri ci provano: al 5′ Furlan dalla distanza, Favaro blocca. Da un’azione di contropiede orchestrata da Spagnoli e Pederiva, Sottovia colpisce in diagonale: tiro potento (nel mezzo un cross di Petris mette i brividi a Favaro): altra azione di rimessa con Favret che innesca Craviari, a sua volta suggeritore Sottovia, libero sulla sinistra dell’area. L’attaccante biancorosso controlla la sfera e scarica in rete. Dodicesima segnatura stagionale per lui. Derby chiuso.

Ore 15.50 – (Corriere delle Alpi) Visibilmente emozionato, Davide Canova si ricorderà per sempre dell’esordio da titolare in serie D. Di certo l’emozione non c’è stata in campo, quando ha dimostrato di saperci stare benissimo nel comunque forte centrocampo gialloblù. Del tutto inaspettata questa maglia numero quatto da indossare? «A dire la verità in settimana Ivan Da Riz mi aveva detto che poteva esserci questa possibilità e, anche per i vari infortuni che abbiamo avuto, mi aspettavo di poter giocare. Sono anche contento che il mister abbia detto che ho giocato bene». Di certo non si è trattato del classico esordio nelle partite di fine campionato quando ormai la posta in palio è pressoché inutile: «Certo erano importanti i tre punti e averli conquistati è una bella soddisfazione. Avevo già debuttato dal primo minuto in amichevole con l’Udinese primavera ma non è certo la stessa cosa. E’ stato davvero emozionato, mi ha ripagato dei tanti sacrifici che bisogna fare tra scuola e allenamenti. Sono contento». Un minuto scarso ma è pur sempre l’esordio in D anche per un altro giovane classe 1998. Luca Ruocco infatti, rilevando Posocco, ha confermato la filosofia del Belluno di lanciare il più possibile dei giovani: «Sono felice, è stata una delle più grandi soddisfazioni, che mi ha dato il calcio. Esordire mi ha reso davvero contentissimo».

Ore 15.40 – (Corriere delle Alpi) Solo l’anno di nascita consegna a Giovanni Pescosta la palma di fuoriquota. Perché in campo, dall’inizio dell’anno, le prestazioni sono sempre state all’altezza e in certi momenti sembrava di vedere uno esperto e non un ragazzo al primo campionato di serie D, dopo l’annata al San Giorgio. Anche ieri una prova di sostanza in tutti i ruoli della difesa che si è ritrovato a coprire, per i vari cambi che Vecchiato ha effettuato nel corso del secondo tempo: «Siamo stati davvero bravi a portarci via questi tre punti. Nel primo tempo, abbiamo fatto bene e anche nella ripresa, anche se in quella doppia occasione abbiamo rischiato parecchio. Però sostanzialmente siamo sempre stati nella metà campo del Giorgione, facendo girare bene la palla e trovando quei due gol, in pochi minuti, che ci hanno dato una vittoria, a mio avviso meritata. Per quanto riguarda le mie prestazioni, penso che gran merito sia dei miei compagni: sono davvero bravi e mi aiutano a giocare con la necessaria tranquillità». Domenica prossima, tra l’altro, ci sarà probabilmente un altro spostamento di ruolo per l’ex San Giorgio Sedico: Mosca infatti ha rimediato un’ammonizione ed era diffidato. L’assenza anche di Pellicanò, che potrebbe rientrare in occasione della prima sfida del mese di aprile, di fatto costringe mister Vecchiato a ripiegare su questa soluzione già sperimentata positivamente contro il Fontanafredda. Ma con un Pescosta a questi livelli diventa difficile avere preoccupazioni per le alternative sulle fasce laterali.

Ore 15.30 – (Corriere delle Alpi) Un gol «abbastanza voluto» e una prova di nuovo d’alto livello. Ha giocato sugli standard, che lo avevano contraddistinto nel girone d’andata Francesco Posocco, che è anche riuscito a trovare la via del gol, dopo quello nel derby di Coppa Italia e nel match casalingo con la Triestina. La prima curiosità è capire se quella strana traiettoria era voluta o se si sia trattato del classico colpo di fortuna: «A dir la verità avevo intenzione di tirare, per fortuna la palla è entrata: direi che va bene così». Nel complesso, comunque, una bella prova di squadra, in una domenica difficile: «Siamo stati bravi nel primo tempo, anche se non siamo riusciti a segnare. Nella ripresa, complice l’uomo in più, abbiamo preso ancora più campo, anche se abbiamo vissuto un momento brutto quando hanno avuto quelle due occasioni, le uniche di fatto però nella partita. Per fortuna, abbiamo trovato quelle due reti, che ci hanno spianato la strada». A inizio stagione il talentino arrivato dal Vittorio aveva auspicato di arrivare a quota cinque in classifica marcatori. Ne mancherebbero tre: traguardo possibile? «Intanto, è stato bello tornare al gol, che mi mancava da un po’ e che sicuramente mi servirà da stimolo per fare meglio. Vedremo nelle prossime partite se riuscirò ancora a trovare la via del gol». E’ entrato l’ex Fabrizio Nenzi, uno che a Belluno ancora ricordano per il siluro che ha affondato la Triestina al Polisportivo. Nell’insolita posizione avanzata ha creato qualche grattacapo alla squadra che ricorda con piacere: «Ho visto un Belluno rinforzato, con un bel gioco, espresso bene. Purtroppo noi ci siamo mangiati due occasioni e, nella nostra posizione, non potremmo permettercelo».

Ore 15.20 – (Corriere delle Alpi) Dica diciassette. Scaramanzie varie non valgono per Corbanese, che allunga così ancora in classifica marcatori. Ma per il capitano gialloblù l’unica graduatoria dove bisogna avanzare è quella del girone C. «Sono contentissimo per la vittoria, contro una squadra tosta che ci ha impegnato molto sul piano della corsa: con la testa siamo stati bravi ad avere pazienza riuscendo così a portarla a casa». Il “Cobra” ha sempre detto di essere uno a cui non piacciono i gol non decisivi. Di certo non è il caso di quello di Castelfranco, che è andato a chiudere una partita che il Belluno ha, dopo aver dominato, anche rischiato di vedersi sfuggire dalle mani. «Effettivamente in quella doppia azione abbiamo rischiato parecchio, però insomma un po’ di fortuna non guasta mai. Tolto questo episodio però la partita è sempre stata in mano nostra e, giocando come sappiamo, l’abbiamo vinta. Era una sfida complicata dalle tante assenze, ma chi è entrato ha fatto sicuramente bene e, in particolare, sono contento per Davide Canova che meritava questo esordio da titolare. Abbiamo dato la dimostrazione di essere un gran gruppo che si è compattato nel momento di difficoltà». C’ è stato anche un possibile rigore reclamato dal Cobra in avvio. C’era quella trattenuta, apparsa abbastanza evidente dagli spalti? «Secondo me, sì però non lo ha fischiato e sinceramente non mi piace molto parlare degli arbitri e mettermi a fare polemica».

Ore 15.10 – (Corriere delle Alpi) Non deve essere stata una settimana tranquilla per mister Vecchiato che, con l’infortunio di Pellicanò, ha visto ulteriormente ridursi la rosa. In più, era un periodo in cui i pareggi erano molti di più delle vittorie. Ma il Belluno è ripartito nel momento più delicato della stagione. Una vittoria, che dà una grande iniezione di fiducia, insomma: «Direi che la nostra vittoria è legittima. Il Giorgione è arrivato a tirare in porta al 60’, in una partita che abbiamo dominato, anche a livello tecnico. Certo l’espulsione ci ha avvantaggiati, ma di fatto, se non avesse fatto fallo il portiere, Posocco avrebbe segnato. Abbiamo dato tutto in una domenica che era senza dubbio difficile, ma non ci siamo mai pianti addosso: il calcio è fatto di momenti felici e più complicati. Ora abbiamo meno frecce al nostro arco di sicuro e c’è anche un po’ di fastidio, perché spesso di tratta di infortuni casuali, ma abbiamo stretto i denti e ritrovato i tre punti. Siamo nelle prime tre posizioni fin dall’inizio, sinonimo di un campionato davvero di alto livello: è importante non scordarlo». Ha lasciato sorpresi tutti la scelta di lanciare dal primo minuto il giovane Canova che, finora, si era visto solo in qualche spezzone di partita. Una scelta solo dovuta all’emergenza infortuni? «Le assenze hanno aiutato questa mia decisione, ma potevo anche fare altre scelte. Era giusto dare un’opportunità anche a lui, visto che si è sempre allenato bene e la sua prova è stata davvero positiva. E’ giusto che questi ragazzi (nel finale ha debuttato anche Ruocco) inizino ad assaggiare il campo di un campionato importante come la serie D». Continua anche il duello per i posti play-off da assegnare dietro alle due battistrada; tra l’altro, dopo il match casalingo con il Dro di domenica, ci saranno proprio in fila Clodiense e Sacilese. E’ il momento di guardarla la classifica? «Lo dico sinceramente, per me non è un assillo: credo che lo sia più per loro. Siamo alla pari con una squadra che, dopo essere finita sette punti avanti a noi lo scorso anno, ha preso anche Beccaro e Sottovia: per noi, essere assieme a loro al momento è un orgoglio. Anche la Clodiense, spesso poco nominata, è lì vicina a noi. La cosa importante è aver allungato sulla sesta classificata, segno che le prime cinque hanno preso un piccolo distacco che però è già importante a questo punto».

Ore 15.00 – (Tribuna di Treviso) Il Belluno ha dimostrato la sua forza, anche se fino al primo gol il Giorgione aveva retto bene l’urto e fino alla fine ha provato a riequilibrare il match, paganco anche un po’ di sfortuna Un gol rocambolesco ha spianato la strada agli uomini di Roberto Vecchiato, che poi hanno trovato un raddoppio favorito dallo sbilanciamento avversario. Il mister del Belluno con onestà conferma l’analisi. «Abbiamo dominato dall’inizio alla fine, ma abbiamo anche rischiato di andare sotto. Poi effettivamente abbiamo un po’ trovato il primo gol e a quel punto è diventato tutto più facile». «Il Giorgione – aggiunge ancora il tecnico bellunese – è una signora squadra e si era difeso, chiudendoci molto bene gli spazi». La situazione di classifica non è quella della vigilia, ma non fa drammi il mister rossostellato Paganin. «Il calcio – spiega – è fatto di mille componenti, abbiamo tenuto molto bene il campo fino al gol che ha sbloccato la partita. Un gol particolare e casuale, nato da un pallone svirgolato che ha lanciato a rete Posocco, poi il tiro è finito sotto l’incrocio. Abbiamo tenuto il campo molto bene, loro hanno un centravanti molto fisico, Corbanese, che deve essere supportato da attaccanti molto veloci. Non dimentichiamo che sullo 0 a 0 abbiamo avuto un’occasionissima, potevamo capitalizzare meglio». Espulsione nata da uno svarione della difesa: ci sono cali di concentrazione? «No, se avessimo ceduto sul piano nervoso di gol ne avremmo presi cinque: si è trattato di una lettura sbagliata di un pallone verticale sul quale si è infilato Posocco».

Ore 14.50 – (Tribuna di Treviso) Un 8 marzo amaro per la vecchia Giorgia. Per l’occasione il calendario le riserva un figo pieno di muscoli, un po’ bullo e poco cortese (stiamo giocando, nessuno se la prenda), che non cede il passo e si porta via i 3 punti. Il Belluno, che si conferma tosto e molto ben strutturato, mantiene il terzo posto alla rincorsa dell’Altovicentino, mentre il Giorgione vede dilapidato il tesoretto di punti che aveva accumulato sul Legnago e si ritrova invischiato in zona playout. Domenica prossima sarà di scena a Castelfranco un’altra big, la Clodiense, prima della trasferta proibitiva a Padova. Quindi ancora in casa contro il Legnago per una sfida che potrebbe avere già sapore di spareggio. Non ha comunque demeritato la Giorgia al cospetto della terza forza del campionato: ha tenuto il campo e ha retto l’urto del potenziale offensivo gialloblù. Ha capitolato più per le conseguenze a lungo termine di uno svarione difensivo iniziale, che per effettivi cedimenti del reparto difensivo. La partita infatti ruota intorno a due momenti, l’espulsione di Bevilacqua (25′ p.t.) e il primo gol rocambolesco del Belluno (24′ s.t.), arrivato quasi a conclamare una malattia fin prima incubata. Il primo episodio: lancio basso e in verticale sul quale restano sorpresi i due centrali del Giorgione, Zanin e Donè, si infila Posocco che si trova solo con Bevilacqua in uscita al limite, dribbling e il portiere tiene in vita la sua squadra sacrificandosi: fallo dal limite su un uomo lanciato a rete. Bevilacqua negli spogliatoi e ben presto lo segue Baggio che lascia spazio a Pazzaia. Secondo episodio, ovvero il gol che sblocca la partita: Mosca svirgola un pallone al limite, che quando tocca terra rimbalzando gira in modo da mettere Posocco davanti al portiere, tiro da due passi, seppur defilato, sotto la traversa. Tra il primo e il secondo episodio ce ne sarebbe un altro, che seppur faccia recriminare non poco i rossostellati, non influenza il risultato, ovvero un palo di Podvorica. Siamo al 19′ del secondo tempo, con il seguente tema tattico: Giorgione in trincea ma con le baionette pronte a pungere, Belluno che pur spingendo non riesce a penetrare le linea difensiva. Fiammata di Podvorica, che ubriaca mezza difesa ospite, solo davanti a Solagna centra il palo; l’azione continua, hanno un pallone letale sia Gazzola che ancora Podvorica, ma finale in angolo. Un’occasione clamorosa che avrebbe potuto scompaginare non poco le carte. Ma la storia non si fa con i se e con i ma. Il secondo gol il Belluno lo segna al 27′, con Corbanese che deposita in rete da due passi un pallone basso deviato da Radrezza. C’è tempo per un’occasione di testa di Gazzola e per una paratona di Pazzaia. Una sfida che pur incanalatasi su un brutto binario, il Giorgione avrebbe potuto con un po’ di fortuna se non far sua, pareggiare. I ragazzi di Paganin hanno ceduto su un episodio sfortunato, molto provati da un lavoro continuo ai fianchi. Hanno ceduto alla lunga pure sul piano fisico, anche se bisogna considerare il grande lavoro sulle corsie esterne dei gialloblù, lavoro ai fianchi logorante per chi è in inferiorità numerica. Belluno, seppur figo, ha il braccino corto, ha soltanto una mimosa, che va – comunque meritata – alla brava arbitra Garoffolo.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna si ferma dopo una serie di cinque risultati utili, ma Daniele Pasa non fa drammi. «Abbiamo trovato di fronte una squadra arrabbiata decisa a invertire il trend negativo dell’ultimo periodo. La gara l’avevamo preparata in una certa maniera – ha commentato il tecnico – ma il loro schieramento a tre dietro ci ha colto di sorpresa. Ma soprattutto su tutte e quattro reti incassate ci abbiamo messo tanto del nostro. Rigo sulle prime due marcature non è stato ineccepibile, almeno a vedere dalla panchina, ma una giornata storta può capitare a chiunque. Ovvio che quando si regala qualcosa a compagini come l’Altovicentino alla fine si paga pegno. Sotto l’aspetto della volontà e della corsa invece non ho niente da rimproverare ai miei. Adesso? Riprendiamo il nostro cammino, non dimenticandoci che il nostro obiettivo è la salvezza».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Prima doppietta per Brancato in serie D e primo gol stagionale per Andrea Bertozzini. Stavolta, però, riflettori sul centrale difensivo, uno che non conosce fronzoli né in campo, né davanti a un microfono: «Sono uscito bene dalla difesa e ho allargato per Cozzolino. Mi aspettavo il cross, invece lui ha tirato, ma quando ho visto la palla arrivare ho pensato solo a tenerla bassa». Rigore in movimento e gol con dedica: «A Rosa, la mia ragazza, e alla mia famiglia. Purtroppo le vedo poco, questa rete è un premio per loro». E prima volta anche per Marco Pavanello, alla gioia di un nuovo esordio. «Proprio così, ho giocato un po´ ad Alessandria, poi, alla Virtus Verona, mi sono fermato tutta la scorsa stagione. Sono arrivato qui a ottobre ed ho ripreso a lavorare. Speravo che prima o poi arrivasse il mio turno e quando il mister mi ha detto che avrei giocato ho fatto uno dei sorrisi più belli della mia vita. Ero felicissimo». Per lui i complimenti di Dalle Rive, che con il Padova a -8, rilancia le ambizioni della sua squadra, e quelli, silenziosi, di Zanin. Bastano tre nomi perchè al tecnico veneziano spunti un fiore in bocca: «I giovani stanno crescendo e lavorando bene. Ho usato questo modulo, Kicaj e Ricci molto larghi a spingere e difendere, perchè avevo bisogno di ampiezza. Tutta la squadra, però, ha mostrato miglioramenti anche se sui calci piazzati continuiamo a commettere ingenuità». Per il resto, guai a esaltarsi: «Non abbiamo fatto niente di straordinario. Il pari del Padova? Guardo ai progressi dei nostri ragazzi. Pavanello? Li voglio vedere tutti». E chi si ferma è perduto, anzi fuori.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Bertozzini su tiro e Brancato su assist di Cozzolino, Cozzolino su lancio profondo di Brancato, ancora Brancato su appoggio di testa di Bertozzini. Insomma allo Stadio dei Fiori – e delle mimose regalate alle donne – se la fanno e se la cantano in tre, ma ben vengano clan così. Perchè se non si butta via una vittoria al 94´ a Mogliano Veneto, figuriamoci un 4 a 1 casalingo contro un Montebelluna reduce da imprese importanti. Contro la meglio gioventù della Marca – non c´è un classe ´80 in lista neppure a pagarlo – Diego Zanin rimescola la formazione proponendo fra i pali Marco Pavanello (Logafatu non è neanche in panchina), come vedremo al suo ri-esordio calcistico, e mettendo sugli esterni Kicaj e Ricci a far da elastico. Non c´è Peluso, ma anche se con quel barbone non sarà mai un tenero orsacchiotto, il Cozzolino concentrato che al 4´ inventa un taglio geniale per il gladiatorio Gambino, anticipato al momento della battuta a rete, è spettacolo indimenticabile per i tifosi di casa. Al 9´ De Vido rompe l´assedio con un “puntalon” sul quale Pavanello sfodera un gran riflesso. Al 18´ padroni di casa in vantaggio con un tiro di Gambino deviato da Bressan, ma Meocci fischia qualcosa e annulla. Nuovo sussulto al 28´ quando l´attivissimo Brancato calcia al volo fuori di poco l´assist radente di Kicaj. Gritti prende un giallo e rischia poi il rigore, ma sulla ripartenza Cozzolino ubriaca il diretto avversario ed esplode un sinistro che Rigo respinge in tuffo sui piedi di Bertozzini, che insacca. Ci prova Gambino con un tentativo di “bicicletta” e al 42´, su perfetto schema di punizione rifinito da Cozzolino, Brancato di testa anticipa e supera Rigo. Doppia B, non sarà Brigitte Bardot, ma chi si accontenta gode. Nella ripresa Pasa passa a 3 davanti e dietro, e prima Manuel Perosin (bolide deviato in tuffo in angolo da Pavanello) poi Masiero di testa ed infine Matteo Giglio in percussione a rimpallo continuo mettono i brividi alla retroguardia di casa. Al 14´ game over: Brancato serve lungo per Cozzolino che si invola come un ragazzino e supera Rigo in uscita con un tocco. Al 18´ palo di Gambino che a centro area resiste alla carica di Bressan e scarica un missile terra aria. Dagli angoli che ne scaturiscono Rigo sugli scudi prima sul bolide di Cozzolino e poi togliendo dalla porta il colpo di testa a botta sicura di Di Girolamo. Fabbian, sostituito ad inizio ripresa e rimasto in panca, si fa ammonire al 28´. Metafisico. Al 31´ Ricci per la testa di Bertozzini, palla a Brancato che la accompagna in rete. La solita distrazione su palla da fermo e De Vido insacca al 35´. Al 39´ è calcio champagne: Ricci ne beve 3, serve Nchama che subito apre per Marrazzo, che lascia a Gambino il quale serve Ricci che la ridà a Gambino e da questi a Marrazzo che di punta sfiora la cinquina. Finisce qui, le coronarie dei tifosi stavolta ringraziano.

Ore 14.00 – (Gazzettino) Il Cittadella sta bene e si è tirato fuori dalla zona retrocessione, ma la strada da percorrere è ancora lunga. E sul percorso che porta alla salvezza la squadra di Claudio Foscarini si trova davanti a un bivio importante. Decisivo, usando le stesse parole del tecnico, che ha definito le prossime partite fondamentali per capire quale sarà il finale di stagione del Cittadella: indirizzato verso un campionato tranquillo oppure costretto a lottare fino in fondo per restare in categoria. «Il pericolo adesso è quello di abbassare la guardia, invece io voglio una squadra capace di continuare il buon momento che sta vivendo», le parole di Foscarini alla vigilia del posticipo con l’Entella. Il tecnico poi aggiunge: «La formazione ligure ha la nostra stessa situazione di classifica e vuole vincere come lo vogliamo noi. Il Cittadella deve darmi un segno di maturità, scendere in campo con il giusto atteggiamento, esprimere un buon calcio e raccogliere punti. Ugualmente, poi, mi piace vedere una squadra che non sia mai contenta di quanto fatto, che voglia lavorare per migliorarsi ancora». L’Entella ha cambiato volto nel mercato di gennaio, soprattutto in avanti. «Ha migliorato il potenziale offensivo, Cutolo e Sforzini sono due attaccanti di valore. Quest’ultimo poi sa calamitare i palloni e fare da sponda per i compagni, facendo leva sul proprio fisico. Non è facile da marcare. Da metà campo in avanti l’Entella è pericoloso». Insidioso anche il “Comunale” di Chiavari, con il suo fondo in erba sintetica mista naturale. «Ho visto che è scivoloso, ho raccomandato ai miei giocatori di controllare bene gli scarpini perché ogni particolare può fare la differenza». Vedendo il ruolino di marcia del Cittadella, come ha sottolineato in settimana il diggì Marchetti, c’è il rammarico per non aver ingranato prima. Si poteva disputare un campionato di ben altro spessore. «Anch’io ci ho riflettuto, se avessi avuto fin dall’inizio questo gruppo si poteva fare qualcosa di importante. Ma c’è ancora il tempo per toglierci belle soddisfazioni: le prossime gare saranno decisive per delineare il nostro futuro». LA FORMAZIONE. Pellizzer, reduce da una contrattura, non è stato convocato per la trasferta di Chiavari, anche perché sia Camigliano che De Leidi sono regolarmente disponibili. Foscarini non sembra peraltro intenzione a stravolgere l’undici vittorioso di martedì sera. Il dubbio riguarda la “spalla” di Stanco in attacco: Sgrigna – che ha riposato nell’ultimo turno – è in vantaggio su Coralli. A centrocampo spazio a Busellato, in difesa confermato il recuperato Camigliano. «Avere tutta la rosa in buone condizioni – sottolinea il tecnico – permette di apportare correttivi durante la gara, ho alternative valide e competitive in ogni reparto». QUI ENTELLA. Il tecnico Luca Prina ha grande rispetto per il Cittadella: «È in un ottimo momento di forma. Nella classifica del girone di ritorno sarebbe secondo. Dalla loro parte hanno l’esperienza e l’abitudine a lottare per la salvezza. Non ci faremo di certo intimorire, sento nei miei ragazzi la giusta rabbia, la fame necessaria per conquistare una vittoria che è importantissima, trattandosi di un vero e proprio spareggio».

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) È fuori discussione che questo sia uno scontro diretto. Ma, per gli uomini di Foscarini, è anche un esame di maturità. Lo ha ribadito lo stesso tecnico del Cittadella, ieri, nella consueta conferenza stampa della vigilia, prima di partire con il nuovo autobus a disposizione della società alla volta di Chiavari, tana della Virtus Entella. «Le prossime due o tre partite saranno cruciali per capire quale potranno essere gli obiettivi di questa squadra. Se avremo la “fame” di vittorie che mi auguro, allora sarà possibile sognare un finale di stagione importante. Se non sarà così dovremo abituarci all’idea di dover lottare fino alla fine per salvarci, come negli scorsi campionati». Il posticipo della 30^ giornata, visto in quest’ottica, riveste un significato ancora maggiore rispetto a quanto non dica la classifica, che vede le due formazioni separate da un solo punto, con i liguri diciottesimi a quota 33, in zona playout, e il Citta tre posizioni più su e con la possibilità, in caso di risultato pieno, di andare ad affiancare il Bari a metà graduatoria. Un traguardo impensabile soltanto un mese fa. Esame di maturità. Il tecnico trevigiano alla fine ha sciolto le riserve, non convocando Pellizzer, nonostante il capitano si sia allenato anche ieri: «Dopo essermi consultato con lo staff medico ho compreso che non valeva la pena di rischiare una sua ricaduta, che avrebbe potuto costargli un lungo stop, anche perché il recupero di Camigliano mi offre più alternative in difesa». Proprio Camigliano è l’unico ex nelle file del Citta e, per la capacità che ha nell’uscire a testa alta dalla difesa e rilanciare l’azione, potrebbe essere preferito a De Leidi per affiancare Scaglia. In mezzo al campo, in una gara “da battaglia” come questa, Busellato potrebbe avere la meglio su Paolucci che, per stessa ammissione dell’allenatore, «non è al top, anche se ha superato il problema al ginocchio che l’ha fermato dopo la partita con il Varese». Davanti Sgrigna dovrebbe tornare ad affiancare l’insostituibile Stanco, facendo valere il suo superiore tasso tecnico in un campo particolare come quello di Chiavari, piccolo e col manto sintetico. Ma, chiunque giochi, dovrà mostrare il piglio richiesto da Foscarini: «Il pericolo, ora, è quello di “addormentarsi”, come troppe volte è accaduto in passato. Io, invece, voglio una prova di maturità: questo Citta non deve mai accontentarsi». Occhio a Sforzini. Le squadre non si sono mai incontrate a Chiavari. L’unico precedente è la gara di andata, quando la Virtus ha espugnato il Tombolato imponendosi per 1-0 con una… botta dalla distanza di Botta, che le valse la prima storica affermazione in trasferta in serie B. Da allora l’Entella è molto cambiato, soprattutto in avanti. «Ora può contare in attacco su un elemento difficile da marcare come Sforzini, che spizza tanti palloni e che apre molti spazi, inoltre Masucci e Cutolo, ai suoi lati, hanno qualità e velocità per metterci in difficoltà. Dovremo stare attenti».

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) La scorribanda per 1-0 a Terni, nel turno infrasettimanale di martedì, ha permesso alla Virtus Entella di interrompere una serie di tre gare senza vittorie: 1-1 con il Trapani, 0-0 a Carpi e 2-5 con il Pescara. Luca Prina, allenatore della formazione ligure, presenta ora così la sfida del “Monday night”: «Dobbiamo vivere la partita con il Cittadella come un vero e proprio spareggio e mettere in campo lo spirito che serve nelle gare da dentro o fuori. Vincere vorrebbe dire ottenere 4 punti, perché in caso di arrivo appaiati a fine stagione gli scontri diretti ci premierebbero». Il tecnico, che stasera non avrà a disposizione il portiere Pelizzoli, i terzini Cecchini e Baldanzeddu, il centrocampista Valagussa e l’attaccante Moreo, parla così del Citta: «La squadra di mister Foscarini è in un ottimo momento di forma. Nella classifica del girone di ritorno sarebbe al secondo posto. Dalla sua parte ha l’esperienza, l’abitudine a lottare per la salvezza in serie B. Non ci faremo certo intimorire, sento nei miei ragazzi la giusta rabbia, la fame necessaria per conquistare una vittoria che è importantissima».

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Date a Mario Vittadello una punta ferma, e lui vi solleverà la Thermal: «La differenza tra noi e la Fortis Juventus sta tutta nelle occasioni che abbiamo sprecato nel primo tempo e nelle tre occasioni che loro hanno realizzato nel secondo. Ci impegniamo durante la settimana per risolvere il problema del gol, perché la squadra gioca bene, crea calcio, abbiamo uomini tecnici in grado di saltare l’uomo, ma poi negli ultimi sedici metri il meccanismo si inceppa. Visto da fuori sembrerebbe ipocrita recriminare dopo aver perso 3-0 in casa, ma chi ha assistito alla partita sa che è un risultato bugiardo». Vitaliano Bonuccelli ammette: «Nella prima frazione se la Thermal avesse segnato non ci sarebbe stato niente da dire. Nel secondo tempo, dopo il primo gol, abbiamo legittimato la vittoria».

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Pesante sconfitta casalinga della Thermal che le busca dalla Fortis Juventus. A fare la differenza è stato il centravanti ospite, Sanni. Il numero 9, a maglie invertite, avrebbe di certo indirizzato il destino a favore dei termali, dominanti fino agli ultimi sedici metri ma sciagurati nel concludere in porta. Cacurio è un goblin che crea scompigli e dispetti tra le linee nemiche, ma non l’orco assassino degli incubi più neri, così a Bonuccelli basta affidarsi ad una buona stella per scampare alla nottata del primo tempo. In soldoni: i toscani sembrano giocare al gatto col topo e dopo i primi 45’ in cui hanno rischiato in almeno tre occasioni di capitolare, si riscattano con una seconda frazione feroce e spietata. In classifica, gli aponensi restano ancorati a 26 punti, in zona playout, mentre la Fortis Juventus conquista virtualmente la salvezza diretta e anzi, trovandosi più vicini ai playoff (- 7) che ai playout (+ 11) legittimano sogni mostruosamente proibiti a inizio stagione. La Thermal recrimina per un episodio dubbio in area avversaria al 2’, quando Ragusa viene atterrato da Tognarelli, il signor Campana da Seregno è però pilatesco. Chissà… Sempre Ragusa, all’8’, ha l’istinto di una baby sitter quando concede la grazia a Bolognesi anziché impallinarlo. Il tris alla rovescia si ascrive al 18’, Cacurio assiste Ragusa che proprio non vuole saperne di segnare e spara oltre le colonne d’Ercole. La ripresa è un muro del pianto per i locali, che si schiantano alla prima difficoltà. Ai toscani viene il classico quarto d’ora, o poco più (gol al 56’, 63’ e 73’), e trionfano: Fusi in caduta trova Sanni all’altezza del dischetto e di prima intenzione fa disperare Merlano; Biagini crossa al centro e Frati raddoppia; il tris è molto simile, al cross di Massaro corrisponde la doppietta di Sanni di testa. I ghirigori di Cacurio e Lucon sono messaggi di speranza per il futuro ma meriterebbero un puntero in grado di sfondare le porte, qualcuno che guarisca l’invidia del centravanti di Vittadello, che rimpiange l’ex Rocco (dieci gol nella Triestina) come un amante abbandonato.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) «Nonostante partissimo da sfavoriti è stata una partita abbastanza equilibrata», afferma il tecnico dell’Atletico San Paolo Vito Antonelli, «abbiamo commesso due gravi errori nei primi due gol del Rimini. Siamo comunque stati ordinati, abbiamo gestito bene il pallone soffrendo poco in fase difensiva. Nella ripresa, invece, siamo nettamente calati, e il gol da corner ci ha messo in difficoltà. Abbiamo provato a rimanere in partita creando delle occasioni davanti, ma il gol è arrivato solo allo scadere su rigore. Adesso ci aspettano dieci partite importanti». Le sconfitte del Formigine e della Thermal Abano permettono all’Atletico di rimanere in corsa per i play-out. «La classifica nelle zone basse non si è mossa, basta vincere le partite giuste per agguantare i play-out, che non sono poi così lontani».

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) In un testa-coda dal risultato pressochè scontato, il Rimini trova altro slancio nella sua corsa verso la Lega Pro, battendo un Atletico San Paolo mai veramente in partita. La classifica parla chiaro: i padovani rimangono ultimi a due punti dai play-out, unico obiettivo rimasto di una stagione da dimenticare. Perchè se nella precedente gara con il Ribelle, nonostante la sconfitta, si erano visti dei passi in avanti, andare in casa della capolista non dà certo una mano ad una squadra in grossa difficoltà e bisognosa di punti. La superiorità degli emiliani la si vede dopo soli 15 minuti, quando Di Deo serve Pera posizionato al limite dell’area: l’attaccante biancorosso conclude in porta con un tiro che si insacca nell’angolino, dove Savi non può arrivare. Passano dieci minuti e il Rimini spreca una ghiotta occasione con Torelli che calcia dal limite dell’area, ma il suo tiro termina fuori. L’Atletico San Paolo pensa a chiudersi in difesa, ma i padroni di casa giocano meglio ed impongono il proprio gioco, segnando il secondo gol allo scadere della prima frazione. Altro gol capolavoro, questa volta siglato da capitan Ricchiuti, che recupera palla a metà campo, arriva al limite dell’area e fa partire un sinistro che termina all’incrocio dei pali. Al rientro dagli spogliatoi non c’è nemmeno il tempo per riorganizzarsi che il Rimini trova la terza rete chiudendo definitivamente la partita. A siglarla è Di Deo che, sul calcio d’angolo di Ricchiuti, colpisce di testa sul secondo palo e piazza alle spalle di Savi. Al 64’ sfiora il poker il Rimini con una splendida azione orchestrata a centrocampo da Di Deo: il centrocampista serve magistralmente Pera in profondità, quest’ultimo crossa in area dove c’è Torelli che, da posizione centrale, calcia addosso a Savi. L’Atletico San Paolo può solo cercare il gol della bandiera, che arriva allo scadere grazie al rigore realizzato da Sambugaro. Ora la testa è già rivolta alla prossima sfida con la Thermal Abano, in un derby tra due squadre separate da due soli punti. Una vittoria gioverebbe sicuramente al morale. Di entrambe.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Dopo la gara, il mister dell’Este Gianluca Zattarin accetta il risultato con qualche rammarico: «Dovevamo chiudere la partita nel primo tempo» commenta, «Anche perché le occasioni per raddoppiare le abbiamo avute. Il Delta Porto Tolle ha sofferto e non è riuscito a creare chissà quali problemi al nostro portiere». Nella ripresa, però, i rodigini hanno dominato: «Abbiamo sofferto un po’, è vero» aggiunge «Ma sapevamo che, contro una squadra del genere, non sarebbe stato facile. Abbiamo subito un altro gol abbastanza evitabile». Il tecnico atestino, che nell’ultimo periodo si sta affidando molto all’esperienza di Emiliano Bonazzoli, teme di dover fare a meno del proprio bomber per qualche settimana, a causa di un infortunio: «Si è girato un po’ il ginocchio, speriamo non sia nulla di grave».

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Ecco i numeri: 1-1 con il Delta Porto Tolle, 52 punti, terzo posto solitario, 14 lunghezze dal Rimini e 5 dalla Correggese. Da non sottovalutare pure il punticino sul Piacenza, che inizia a soffiare sul collo di un Este che, se non ha ancora mollato la presa sul campionato, poco ci manca. I giallorossi, anche contro un Delta più bello da vedere che altro, ce la mettono tutta e, a tratti, soprattutto grazie ai lampi di genio dei soliti noti, riescono a mostrare ottime cose. Manca però quel dettaglio, quella forza in più: c’è chi lo chiama turbo, chi ingordigia e chi speranza. Una cosa è certa, se l’Este avesse giocato a Rovigo non più di due mesi fa sarebbe stato un trionfo: al tempo il Rimini era raggiungibile e la Correggese era una concorrente ma non ancora un problema. A oggi, sembrano pesare l’appetibilità dei playoff, prestigiosi ma non esaltanti come una promozione in Lega Pro (ormai appannaggio dei romagnoli) e quella “strana” statistica che vede gli atestini subire gol da sedici partite consecutive. Qualche volta basta farne uno in più, ma nella maggior parte dei casi serve una difesa perfetta per salire di categoria. Proprio la retroguardia dell’Este, nel primo tempo, dà garanzie, e permette a Beghetto di concedersi qualche discesa in più sulla sinistra. Al 7’, l’esterno si sbarazza di Bonaventura e offre a Bonazzoli il più facile dei piattoni per il momentaneo 1-0. Gli uomini di Zattarin potrebbero raddoppiare con Turea e Rondon, ma il tiro da centrocampo del primo (dopo un pasticcio della difesa del Delta) finisce a lato, mentre lo spiovente del secondo viene bloccato da Bianco. Più preciso è il colpo sotto di Rubbo, che si stampa sulla traversa a portiere battuto (30’). I padroni di casa si risvegliano poco dopo: Pandiani si fa dare palla sulla sinistra e cerca l’affondo ma Lorello esce con troppa foga ingannando l’arbitro, che concede il rigore e ammonisce l’estremo padovano. Lo stesso Lorello poi invoca una macumba per Lauria, che calcia il penalty direttamente a lato. Nella ripresa il Delta Porto Tolle riesce a pareggiare in un amen: al 55’ Giorgino, Conti e Pandiani si scambiano il pallone al limite, e proprio il rasoterra di Pandiani si va ad infilare all’angolino. 1-1. I biancazzurri prendono coraggio, ma non tirano quasi mai in porta. Lo fa invece l’Este con Rubbo (62’), senza fortuna. Si vede gran poco, invece, nell’ultimo quarto d’ora, in cui le squadre si alternano fra attacchi sterili e ripartenze.

Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) L´aggettivo che più gli si addice è “incredulo”. Quasi confuso, a tratti spaesato. Dicono tutto le sue prime parole: «In questi tre anni l´emozione più bella è stata questa». E poi continua a guardarsi attorno, Paolo Beggio. In una sala stampa con una trentina di posti a sedere, giornalisti ovunque e poltrone da serie A che ospitano il collega Parlato. «Sono orgoglioso di questo gruppo di giocatori – prosegue -, perché il pareggio venuto fuori in questo stadio non è certo un risultato isolato e la vittoria sull´Altovicentino l´ha dimostrato. Ci siamo difesi con ordine, e questa era la nostra partita. Abbiamo sofferto i cambi di campo e la loro fisicità». E poi, un appunto: «Non dimentichiamoci che 700 giorni fa noi eravamo ultimi in Promozione, e il Padova in Serie B».

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Toccata e fuga in paradiso. Quello calcistico, ovviamente. Un viaggetto veloce, ma che l´Arzichiampo non si sarebbe perso per nulla al mondo. All´Euganeo di Padova, poi, non si è fermato a scattare solo un paio di foto ricordo. S´è messo bene in posa, ha deciso di resistere, e alla fine ha portato a casa un souvenir a forma di punto-salvezza. I Biancoscudati Padova avevano messo le mani avanti già alla vigilia, proclamando la vittoria dell´andata come «la più immeritata della stagione». La conferma l´hanno avuta ieri, quando ci hanno provato in tutti i modi, ma oltre a Dall´Amico non sono mai riusciti ad andare. E quindi, 0-0. Che per la Banda Beggio è tantissimo. Perché giocare davanti a quasi 5 mila spettatori capiterà chissà quando, un´altra volta. E sapere di aver fatto bella figura, aiuta. E SE… Va detto, e sottolineato, quanto sia stato difficile. Perché esclusa una (seppur ampia) parentesi del primo tempo, il Padova ha messo a dura prova fisico e testa dell´Arzichiampo. Fin da subito. È il 3´ quando la discesa di Ilari finisce in un´imbucata precisa per Petrilli: l´attaccante va a botta sicura, ma Dall´Amico alza il braccio destro e dice “stop”. È rigida, la manovra di costruzione dell´Arzichiampo, e ben distante da quella crema fluida cui si era abituato. Fatto sta, però, che al 26´ Vignaga riesce a spedire in area un cross: Carlotto e Trinchieri ci provano insieme di testa, ma Petkovic fa sua la palla. E poi la palla lunga arriva da una rimessa di Beccaro: Trinchieri spizza all´indietro, ma Simonato non ci crede fino in fondo (30´). Ma il suono che l´Arzichiampo non si dimenticherà facilmente è quello della traversa che Carlotto ha incrociato al 44´: punizione dai 20 metri, arcobaleno quasi perfetto che però s´infrange nell´incrocio interno dei pali. TUTTI DIETRO. All´intervallo, il Padova deve aver frustato la rabbia come se fosse panna da montare. Dal tunnel esce una squadra furibonda, e l´Arzichiampo non può far altro che contenere. Una gran mano, anzi, un guantone, gliela dà Alex Dall´Amico che – a fine gara – si porterà a casa anche i complimenti di Carmine Parlato. Il primo intervento è all´8´: Ilari lotta sul vertice dell´area di rigore e incrocia a mezz´aria un tiro che il portiere riesce a graffiare. Poi è Mazzocco a provarci da fuori: Dall´Amico è coperto, ma sceglie il tempo giusto e ci mette la manona. Arrivano da tutte le parti. Sempre Ilari dalla distanza carica a forza, ma il portiere si mette il mantello rosso e devia sulla traversa (27´). Mantello che dall´Amico non sveste più fino al 38´, quando gli tocca alzare anche il colpo di testa di Almirante. Finisce con l´Arzignano che difende con otto giocatori dietro la linea della palla. Non è tanto bello da vedere? Poco importa, se vale un punto all´Euganeo.

Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6; Bortot 6.5, Thomassen 6.5, Niccolini 6.5, Salvadori 6; Segato 6, Mazzocco 6; Ilari 6.5 (st 45′ Dionisi sv), Cunico 6 (st 43′ Aperi sv), Petrilli 6 (st 14′ Zubin sv); Amirante 6.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Molto attenta alla fase difensiva, la formazione ospite non ha però rinunciato a ribaltare l’azione. Thomassen e Niccolini hanno montato una guardia spietata sul bomber Trinchieri, costretto ad alzare bandiera bianca. A mettere i brividi a Petkovic è stata però sul finire del tempo una calibrata punizione di Carlotto che ha finito la sua corsa sulla traversa, il pallone è quindi rimbalzato in campo a qualche centimetro dalla linea di porta e i tifosi di casa hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Di tutt’altra pasta il Padova del secondo tempo. La squadra ha alzato i ritmi e si è insediata nella metà campo avversaria, costringendo gli ospiti a fare muro davanti alla propria area. Sono fioccate le occasioni da gol, i calci d’angolo, le punizioni, ma tanto ardore è stato sempre disinnescato dai grandi interventi di Dall’Amico, che ha cominciato il suo show neutralizzando un sinistro velenoso di Ilari. Da cineteca la parata in tuffo sul destro dal limite di Mazzocco destinato all’angolo basso (13’). Tre minuti più tardi il portiere dell’Arzignano Chiampo si è salvato d’istinto su una spettacolare giocata di tacco di Amirante, al 26’ ha poi sventato con l’aiuto della traversa una staffilata di Ilari dalla distanza e infine si è esaltato su un’incornata di Amirante. Tra un’opportunità e l’altra, Parlato ha inserito Zubin (fuori Petrilli) e ridisegnato l’assetto tattico della squadra (4-3-1-2) con la speranza di trovare finalmente il colpo del ko. Il Padova ha continuato ad attaccare fino al quarto minuto di recupero, ma tutti gli sforzi della truppa biancoscudata per sbloccare la partita sono risultati vani. L’Euganeo ha comunque apprezzato il grande impegno della squadra e alla fine non sono mancati gli applausi.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Si ferma a sei la striscia vincente del Padova nel girone di ritorno. Merito di un Arzignano Chiampo che come già all’andata ha saputo trovare le contromisure giuste per rendere la vita difficile a Cunico e compagni. Lo 0-0 finale ha però anche un protagonista assoluto, il portiere ospite Dall’Amico, che in almeno cinque occasioni è stato davvero superlativo. La frenata dei biancoscudati ha permesso all’Altovicentino, vittorioso per 4-1 in casa sul Montebelluna, di accorciare a otto punti il distacco in classifica, ma il vantaggio del Padova resta assai rassicurante. Soprattutto se la truppa di Parlato saprà interpretare le prossime gare con la stessa intensità esibita nella ripresa, quando si è giocato praticamente a una porta sola. La nota stonata della domenica biancoscudata riguarda il primo tempo, giocato controvento. A parte un’occasionissima costruita dopo appena tre minuti (bravo Dall’Amico a chiudere in uscita lo specchio della porta a capitan Cunico), il Padova non è infatti mai riuscito a rendersi minaccioso. A destra Ilari ha funzionato a intermittenza anche se Bortot gli ha costantemente garantito le sovrapposizioni, mentre sulla corsia opposta Petrilli ha ingaggiato un duello troppo individuale con Vignaga e il più delle volte è finito nelle grinfie dell’avversario (alla mezz’ora Parlato ha invertito la posizione dei due esterni, ma il prodotto non è cambiato di molto). Anche i corridoi centrali, dove agiva prevalentemente Cunico, sono stati sempre ben presidiati dai giocatori dell’Arzignano Chiampo. Pochissime quindi le soluzioni a disposizione di Segato, che ha cercato con qualche cambio di gioco di sorprendere la retroguardia vicentina, ma senza fortuna. Morale della favola? La manovra del Padova non è mai decollata e i rifornimenti al centro dell’area per Amirante sono arrivati con il contagocce.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Il Padova ha calciato quattordici angoli, senza però riuscirne a sfruttare uno al meglio. «È un aspetto che ho già affrontato con i ragazzi, con l’Altovicentino ne avevamo battuti diciannove. Quando andiamo tanti in area si crea confusione e diventa difficile staccare di testa dato che mancano gli spazi. Se andiamo con qualcuno di meno possiamo sfruttare maggiormente la fisicità dei nostri giocatori». Come mai due sostituzioni le ha fatte solo negli ultimi minuti e non prima? «Ho aspettato perché la squadra stava giocando bene e non volevo stravolgere ciò che buono stava facendo. Alla fine i ragazzi sono usciti stremati, ci tenevamo tutti a vincere. È andata come è andata, ci prendiamo questo 0-0 e andiamo avanti». È il turno di Thomassen: «Nell’arco della gara abbiamo limitato i rischi, purtroppo non siamo riusciti a segnare. Ma voglia e determinazione non sono mancate da parte nostra, anche se essendo terminata 0-0 forse la manovra poteva svilupparsi meglio. Con tutto il rispetto per l’avversario è un risultato che non ci accontenta. Che il vantaggio sull’Altovicentino sia passato da dieci a otto punti non cambia molto». Anche Ilari ha impegnato il portiere dell’Arzignano Chiampo che si è salvato con l’aiuto della traversa: «Abbiamo creato molto, nonostante loro si fossero chiusi in dieci dietro alla linea della palla, ma il loro portiere era in stato di grazia. Credo che neanche lui sappia come ha preso la prima conclusione di Cunico. Il nostro obiettivo era fare 30 punti fino alla fine del campionato, vorrà dire che lotteremo per farne ventisette. È mancato solo il gol, la prestazione è stata più che positiva».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Questo tipo di partite e di risultato vanno accettati, sono comunque contento». Non perde l’entusiasmo il presidente Giuseppe Bergamin per il pareggio dei biancoscudati, per la prima volta a secco all’Euganeo. «È mancato solo il gol, soprattutto nella ripresa quando abbiamo alzato il ritmo per andarci a prendere il risultato. Speravo anche in un colpo di fortuna, magari un tiro deviato o un’autorete, ma non è arrivato. Vuole dire che torneremo a segnare da domenica prossima, la fiducia e l’entusiasmo sono sempre al massimo». Anche perché il vantaggio sull’Altovicentino resta rassicurante (otto punti). «Dobbiamo fare la corsa su noi stessi. Oggi abbiamo portato a casa un punto, partite come queste capitano. Anche se la ripresa è stata un’ambrosiana». Un flash del vice Edoardo Bonetto: «Un pareggio che lascia l’amaro in bocca, abbiamo giocato decisamente meglio di loro creando molte occasioni. Il loro portiere ha fatto i miracoli, e davanti hanno messo Trinchieri a fare sumo con i nostri difensori». La prende con filosofia Carmine Parlato: «È mancato solo il gol, può succedere. Nel primo tempo ci hanno lasciato pochi spazi, tra l’altro eravamo un po’ lenti nelle sovrapposizioni e avevamo il pensiero alle loro ripartenze. Nella ripresa abbiamo cambiato qualcosa alzando il ritmo e abbiamo creato molte occasioni, bisogna fare i complimenti anche al loro portiere. Sono stati bravi e fortunati. Ma ai miei ragazzi non posso rimproverare nulla». Primo 0-0 all’Euganeo. «Ma i ragazzi strameritavano di segnare, abbiamo avuto cinque-sei palle gol ed è un dato importante. Sarei più preoccupato se non le avessimo create».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Quello maturato ieri pomeriggio all’Euganeo è il primo pareggio a reti bianche ottenuto dal Padova in 25 partite dell’attuale torneo. Oltre che al portiere Dall’Amico, complimenti dunque all’Arzignano che finora, tra le avversarie affrontate due volte, è quella che ha maggiormente limitato i danni con l’attacco biancoscudato, subendo solo il gol di Mazzocco dell’andata. Per l’undici di Parlato si tratta del terzo pareggio complessivo, dopo quelli, sempre all’Euganeo, con Clodiense e Triestina, mentre in trasferta mai si è registrato il segno X. Non ha segnato il Padova – era già capitato fuori casa con Sacilese e Altovicentino, sempre grazie a portieri insuperabili – ma per la terza gara di fila non ha nemmeno subìto reti.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, lettera aperta di Gustavo Ferretti dal titolo “Primi grazie a un pubblico meraviglioso”) Dolori e speranze avevano aperto l’inizio di una nuova avventura. Invece siampo primi, nonostante il pari di ieri e nonostante tutti i problemi con cui si era inaugurata la stagione in corso. Chi, come, quando, cosa e perché? Le “cinque w” del giornalismo erano sicuramente in testa a tutti i tifosi. Ma soprattutto una: chi? Ogni giorno si aggiungevano alla rosa nomi e cognomi di giocatori mai sentiti. Invece, questi chi sono riusciti a creare un gran gruppo che insieme alla società e allo staff si sta prendendo grosse soddisfazioni e continua a lavorare per un unico obiettivo. Insieme a tutti noi ci sono loro, un grandissimo pubblico che ti fa esaltare tutte le domenica con la sua grinta delle tribune, permettendoti di fare quello scatto extra quando è già scoccato il 90esimo e non ne hai più. Perciò approfitto di questa possibilità di scrivere per ringraziare in primis chi ha messo gli occhi su di me e poi le famiglie Bergamin e Bonetto per essere state sempre molto attente, sopratutto nei momenti di difficoltà. Ringrazio infine questo stupendo pubblico per avermi dimostrato grande stima dal primo giorno durante il ritiro di Asiago fino ad oggi. Sto lavorando per rientrare il più presto possibile e provare a regalare altri sorrisi a questo pubblico meravigliosi. Non voglio pensare al futuro, ora non è il caso, ma se proprio lo dovessi immaginare, sarebbe in questa città per vivere ancora queste emozioni. Grazie di cuore, continuiamo a sognare il nostro unico obbiettivo tutti insieme…#vamospadova, abrazo a todos…El Rulo!

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Era successo con Triestina e Clodiense, dovremmo per caso fasciarci la testa?”) Due pareggi subìti, grazie ad avversari che osarono, mentre qui – per la prima volta – il risultato non si è sbloccato e le bocche da fuoco biancoscudate sono rimaste all’asciutto (sempre prima volta davanti ai propri tifosi). Questione di mancanza di cinismo e di poca precisione sotto porta? Certo, anche questo, ma se per una domenica l’attacco più forte del torneo (56 reti) fa cilecca, non ci sembra il caso nè di strapparsi i capelli nè tantomeno di suonare le sirene d’allarme. Tanto più con un portiere in vena di prodezze di fronte. È troppo, allora, chiedere all’ambiente di continuare ad avere fiducia e pensare positivo? L’invito è rivolto non tanto allo “zoccolo duro”, rappresentato dalla “Fattori” e da chi frequenta con assiduità lo stadio – quasi 5.000 ieri! – ma a chi, davanti ad un risultato non rotondo, arriccia il naso e parte lancia in resta per tirare bacchettate di qua e di là, magari senza aver seguito dall’inizio del torneo l’avventura di questa squadra e giudicando, come capita spesso, da fuori. Sappiamo bene, perché le promozioni in passato le abbiamo vissute pure noi, che serve la matematica a dare l’imprimatur ad un trionfo, tuttavia non siamo preoccupati. Il Padova è sceso da un + 10 stratosferico ad un + 8 che è e resta sbalorditivo considerando come si erano messe le cose alla fine del girone di andata. Ora guarda al derby di Trieste con la consapevolezza di affrontare un’altra battaglia, e lo fa senza timori. Con un seguito di tifosi che si annuncia imponente. E di questo parleremo da oggi in poi, fregandocene dei fantasmi agitati da chi non ha altri argomenti a cui attaccarsi se non essere menagramo per partito preso.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Era successo con Triestina e Clodiense, dovremmo per caso fasciarci la testa?”) Mettiamola così: prima di giocarle, avreste firmato per 4 punti nelle due partite con Belluno e Arzignanochiampo, magari pareggiando sul campo dei gialloblù e vincendo la sfida con i vicentini? Noi crediamo, senza presunzione, che la stragrande maggioranza dei tifosi biancoscudati non ci avrebbe pensato un secondo, sottoscrivendo tale ipotesi. Bene: i 4 punti sono arrivati, ma con esito opposto rispetto a quanto preventivato. Il Padova ha vinto con la terza in classifica e pareggiato, invece, con la sesta. Ci può stare. Ciò che non ci sta è che, puntuali come le cambiali, saltino fuori i soliti “gufi” – per fortuna sempre di meno – che pigiano con forza il piede su freno, vaticinando rimonte all’orizzonte e avvertendo che, se non si sta con gli occhi bene aperti, si rischia di finire “buggerati”. Ma, perdio, con 8 punti di vantaggio a nove giornate dalla fine dovremmo adesso indossare tutti il cilicio della sofferenza e vivere le nostre settimane nell’attesa che le cassandre di turno siano smentite dai fatti? Lasciamo perdere gli autolesionisti ad oltranza e ragioniamo su quanto accaduto ieri. È il terzo pari interno, e ha molto di simile a quello strappato dalla Triestina più che dalla Clodiense. Vero è che agli alabardati fu concesso un grazioso “regalo” da parte di Niccolini, con il rigore trasformato da Bez tre minuti dopo che Aperi aveva sbloccato il risultato, ma alla fine il punto con cui tornarono a casa non si potè affatto definire un… furto. Così come quello colto, tre turni dopo, dalla Clodiense, con Mazzetto che rispose con un gran tiro a Nichele.

Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6; Bortot 6, Thomassen 7, Niccolini 6.5, Salvadori 5.5; Segato 6, Mazzocco 6.5; Ilari 6.5 (Dionisi sv), Cunico 6 (Aperi sv), Petrilli 5.5 (Zubin 6); Amirante 6.5.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Sei conclusioni verso la porta nei primi 15’, con il portiere Dall’Amico che è prodigioso nel deviare i tiri di Ilari (8’) e Mazzocco (13’) dalla distanza e il colpo di tacco di Amirante sottomisura (16’). Parlato aumenta ancor più il peso in attacco, inserendo Zubin per Petrilli al 14’ e passando al “4-3-1-2” con Ilari arretrato a centrocampo. Il Padova attacca a testa bassa e rischia anche di scoprire troppo il fianco ai contropiedi ospiti, ma l’Arzignano non ne ha più per ripartire, bada a coprirsi e a “picchiare” senza troppe remore. La direzione di gara di Colinucci continua a far discutere e l’emblema della giornata poco fortunata dell’arbitro romagnolo arriva al 31’, quando respinge involontariamente un passaggio filtrante di Cunico al limite dell’area. Nel frattempo, il Padova era andato ancora vicinissimo al vantaggio al 27’ con un bolide di Ilari dai 25 metri che, deviato dall’estremo difensore vicentino, colpiva la parte superiore della traversa. È una giornata stregata e nemmeno bomber Amirante riesce a spezzare la maledizione della porta avversaria, trovando ancora un grande Dall’Amico a deviare in angolo il suo colpo di testa al 38′. L’assedio finale, con i centrali difensivi sempre in avanti a cercare la spizzata giusta di testa, è vano. La capolista resta all’asciutto di reti per la prima volta in stagione in casa, ma esce comunque tra gli applausi.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’occasione d’oro capita già al 3’, quando Ilari trova il corridoio giusto per servire Cunico, lanciando il capitano a tu per tu con il portiere. Dall’Amico, tuttavia, è bravo a respingere la conclusione del numero 10 e fortunato che la sfera capiti sul sinistro (da raffinare) di Bortot, che non riesce a ribattere in rete. Il Padova tiene palla e la fa girare, ma non riesce a sfondare sugli esterni. La formazione vicentina tappa bene le fasce e così ci prova due volte Segato da fuori, ma in entrambe le occasioni (la prima su punizione) non inquadra la porta. La gara non si sblocca e pian piano si fa nervosa in campo e anche sugli spalti, dove il pubblico non gradisce alcuni interventi dei giocatori ospiti, non sanzionati dall’arbitro Colinucci. Ed è molto dubbio anche il fallo che il direttore di gara fischia al 44’ a Segato, ad una ventina di metri dalla porta di Petkovic. Punizione per l’Arzichiampo che Carlotto calcia forte, tesa e a giro, colpendo la parte inferiore della traversa. La sfera rimbalza in campo, la difesa spazza via e i primi 45’ si chiudono con un brivido per i 4.800 dell’Euganeo. Assalto vano. Occorre aumentare la pressione offensiva per mettere in difficoltà una squadra che già all’andata aveva fatto penare Cunico & C. I Biancoscudati premono sull’acceleratore già dall’avvio della ripresa e con il passare dei minuti danno vita ad un assalto incessante.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dopo sei vittorie consecutive la striscia biancoscudata si ferma e il vantaggio sull’Altovicentino torna ad una sola cifra. Niente record (si resta fermi a otto successi di fila) e per la prima volta nella stagione il Padova è bloccato sullo 0 a 0: contro l’Arzignanochiampo arriva il terzo pareggio casalingo del campionato. Gara maledetta per i Biancoscudati, che dopo un primo tempo poco brillante le provano tutte nella ripresa, ma trovano davanti a loro una muraglia insuperabile oltre ad un arbitro in giornata di scarsa vena. La vetta resta comunque saldamente in mano agli uomini di Parlato, che a nove giornate dalla fine, raggiunta quota 60 in classifica, hanno 8 punti di vantaggio sull’Altovicentino, vittorioso 4-1 contro il Montebelluna. Non si cambia. L’unica novità rispetto alla formazione ipotizzata alla vigilia è la conferma di Thomassen al centro della difesa al posto dell’acciaccato Sentinelli. L’undici, quindi, è lo stesso della settimana precedente, passato alla grande a Belluno, visto che il recuperato Zubin si accomoda in panchina. Se c’è un fattore che ha contraddistinto l’ultima striscia di sei vittorie di fila del Padova, è stata la partenza a razzo. Esclusa la gara contro il Fontanafredda, i Biancoscudati hanno sempre sbloccato il risultato nella prima parte della frazione iniziale e così cercano di fare anche contro l’Arzichiampo.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È per questo che Amirante è sembrato troppo isolato? «Non arrivavano i cross e le sovrapposizioni dall’esterno, e per questo “Savio” era troppo solo. A tratti usciva dall’area a prendersi il pallone perché non gliene arrivava nemmeno uno, anche se io gli chiedevo di stare nel cuore dei sedici metri». Nella ripresa cos’è cambiato? «La variazione di modulo li ha un po’ frastornati, ci hanno messo del tempo a mettersi a posto. Abbiamo creato superiorità numerica davanti alla difesa, i terzini spingevano con più intensità, alzando il ritmo, con le due punte loro si sono abbassati in maniera molto intelligente per mantenere meglio le distanze. La gestione della palla è sempre stata nostra, loro ci aspettavano al limite dell’area». Ma qualcosa in area non è andata bene. Com’è possibile battere 14 corner e non buttar dentro nemmeno un pallone? «Quando arrivano così tanti corner, vedi i 19 di Valdagno, dobbiamo ragionare e non buttarla lì a casaccio. I ragazzi l’hanno fatto in maniera organizzata, ma meno siamo in area e meglio è: portare sette uomini all’attacco significa avere altrettanti avversari, e questo non ci aiuta». Dell’arbitraggio, invece, che pensa? «Non è che per un pareggio comincio a parlare di arbitri. L’Arzignano ha utilizzato le sue armi, ci ha chiuso gli spazi azzannandoci e istigando il nostro nervosismo. Ma fa parte delle regole del gioco, se non ci stiamo è meglio che cambiamo sport».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per la prima volta nella stagione il Padova non segna all’Euganeo. Ma Carmine Parlato, che solo una settimana fa spiegava: «Se non troviamo la rete, la gara deve finire zero a zero», non può imputare nulla ai suoi giocatori. Perlomeno per quanto costruito nella ripresa, visto che nel primo tempo qualcosa di impreciso c’era stato, eccome! «È mancato soltanto il gol», commenta il tecnico biancoscudato. «Sin dall’inizio la partita l’abbiamo fatta noi, e nel primo tempo quasi sempre le maniere forti nella metà campo dell’Arzignano e l’intasamento in mezzo non hanno fatto altro che lasciarci pochi spazi di manovra. Nel secondo abbiamo cambiato qualcosa, abbiamo accelerato, e abbiamo creato tante opportunità, nelle quali avremmo meritato il gol. È stato bravo il loro portiere, ma ai ragazzi non posso rimproverare nulla perché hanno fatto ciò che avevo chiesto loro». Non è arrabbiato per uno 0-0 arrivato creando diverse nitide occasioni? «Per la prestazione sul campo strameritavamo il gol, poi che si sia chiuso sullo 0-0 non è un problema se pensiamo alla compattezza dell’Arzignano, al poco spazio che ci hanno lasciato, alla concentrazione che ci hanno messo sino alla fine. Meritavamo i tre punti, ma per un niente non sono giunti: la prestazione è stata positiva, abbiamo creato cinque o sei palle-gol importanti, il rammarico c’è ma solo per il risultato». Nel primo tempo il Padova ha fatto fatica a sfondare sulle fasce… «Sul lato di destra avevamo più fluidità tra Ilari e Bortot, anche se Tommy qualche cross l’ha messo bene e altri meno. A sinistra, invece, mi sgolavo con Salvadori chiedendogli di non lasciare solo Petrilli, che quasi sempre veniva attaccato: nelle sovrapposizioni eravamo un po’ lenti, forse anche perché in testa avevamo il timore di lasciare loro spazi per le ripartenze».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) «Nel secondo tempo è stata un’“ambrosiana”». Dicesi “ambrosiana”, in gergo calcistico, una partita giocata tra due squadre ad una sola porta, e il termine usato da Giuseppe Bergamin riassume alla perfezione il pomeriggio stregato vissuto dal Padova. Tanta fatica per raccogliere appena un punticino, anche se alla fine l’umore in casa biancoscudata resta alto. «Abbiamo mosso la classifica, non abbiamo preso gol e le abbiamo provate tutte», continua il presidente. «Era difficile trovare spazi e alla fine speravo in un colpo di fortuna che potesse risolvere la contesa. Così non è andata, e guardiamo avanti. Ho la massima fiducia, visto che la squadra si è applicata come sempre e non ho visto alcuna flessione. Non guardiamo all’Altovicentino e continuiamo a fare la corsa solo su noi stessi». Tra i più sfortunati, ieri, Marco Ilari, che si è visto negare il gol prima da una grande parata del portiere, quindi dalla traversa. «Capitano quelle gare in cui vai a sbattere contro il muro», si rammarica l’esterno romano. «Il loro portiere era in stato di grazia, credo che non sappia nemmeno lui come ha respinto il primo tiro di Cunico. È mancato solo il gol, ma non cambia nulla rispetto a prima, l’obiettivo è raccogliere 27 punti nelle nove giornate che mancano da qui alla fine. Sperando di trovare, a Trieste, una formazione meno chiusa». Poche le critiche complessive, anche da parte di Dan Thomassen, il migliore ieri, confermato per la seconda gara di seguito e capitano nei minuti conclusivi dopo l’uscita di Cunico: «Non sarà questa l’ultima squadra che ci affronterà così», spiega il centrale danese. «In settimana studieremo bene la partita per capire cosa potremo migliore in tali situazioni. È logico che il pareggio non ci accontenti, ma voglia e determinazione non sono mancate. Dietro abbiamo limitato i rischi e davanti le abbiamo provate tutte per sfondare». Il riavvicinamento dell’Altovicentino che sensazioni vi dà? «Pensiamo a noi e a non abbassare la guardia».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Quella andata in scena ieri è una piccola favola e permette di giustificare la grande (forse troppa) foga agonistica in campo e la festa al triplice fischio. Due anni fa il Padova lottava per i playoff in serie B, mentre l’ArzignanoChiampo calcava i campi della Promozione dilettanti. «Qualche giocatore che in due stagioni è stato protagonista del doppio salto di categoria è rimasto e questo pareggio è un premio per loro e per tutta la società», sorride a fine gara mister Paolo Beggio. «Arrivare a giocare in questo stadio è una grossa soddisfazione, uscire indenni ancora di più. Abbiamo impostato una partita difensiva, perché altrimenti non avremmo potuto competere. Ci è andata bene. Il Padova? È più forte e completo rispetto al girone d’andata».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Nel giorno della Festa della Donna, lo stadio Euganeo si è riscoperto capace di attirare nuove tifose. È stata una vera festa, colorata e piena di sorrisi. A tutti gli ingressi, le supporter hanno ricevuto un rametto di mimosa, che ha contribuito a colorare ancor di più uno stadio baciato dal sole e da una temperatura quasi primaverile come da tempo non accadeva. Contro l’Arzignano l’Euganeo ha fatto registrare il terzo miglior pubblico stagionale, dietro solo alle sfide con Belluno e Triestina. E c’è da credere che questo non sia stato solo perché le tifose, ieri, potevano entrar gratis: in circa 300 hanno usufruito della promozione per la Festa della Donna. In molte, alle biglietterie, facevano la stessa domanda: «Qual è il settore migliore per vedere la partita?». Segno che all’Euganeo, molte di loro, non avevano mai messo nemmeno il naso. Moltissime hanno portato i figli, alcune i fidanzati o le amiche, e l’Euganeo si è riempito fino ai 4.794 spettatori che al fischio d’inizio ne hanno gremito le tribune. Tra il giallo delle mimose, il bianco accecante del sole e il rosso delle bandiere l’Euganeo ieri è stato un tripudio di colore.

Ore 08.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiseiesima giornata, domenica 15 marzo ore 14.30): ArziChiampo-Legnago, Belluno-Dro, Fontanafredda-Kras Repen, Giorgione-Clodiense, Mezzocorona-Sacilese, Mori S. Stefano-AltoVicentino, Tamai-Union Ripa La Fenadora, Triestina-Padova, Union Pro-Montebelluna.

Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 60, AltoVicentino 52, Belluno e Sacilese 46, Clodiense 44, ArziChiampo 38, Montebelluna e Union Pro 36, Union Ripa La Fenadora 32, Fontanafredda e Tamai 31, Giorgione e Legnago 29, Dro, Kras Repen e Triestina 25, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.36 – Serie D girone C, i risultati della venticinquesima giornata: AltoVicentino-Montebelluna 4-1, Clodiense-Mezzocorona 5-1, Dro-Fontanafredda 1-0, Giorgione-Belluno 0-2, Kras Repen-Union Pro 1-2, Legnago-Mori Santo Stefano 1-0, Padova-ArziChiampo 0-0, Sacilese-Tamai 3-0, Union Ripa La Fenadora-Triestina 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 marzo: i Biancoscudati pareggiano 0-0 con l’ArziChiampo, ora sono otto i punti di vantaggio sull’AltoVicentino.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com