Padova, Amirante: “Il destino è in mano nostra, solo noi possiamo perdere la promozione!”

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Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello

Vedendolo giocare, l’opinione comune è sempre la stessa: «Ma cosa ci fa uno come Salvatore Amirante in serie D?». In effetti l’ex centravanti di Savona e Lavagnese ha tutto per sfondare nel calcio che conta: tecnica, senso della posizione, forza fisica, fiuto del gol e chi più ne ha più ne metta. A rileggere la sua storia, poi, si capisce come il destino si sia accanito contro di lui: prima due infortuni nel momento in cui poteva spiccare il volo, poi il crack più grave, quello al ginocchio che tre anni fa gli spezzò la carriera e che rischiò addirittura di chiuderla. Amirante è in credito con la fortuna e, prima o poi, passerà alla cassa a riscuotere.

Amirante, ci vuol parlare di quel maledetto infortunio?
«Giocavo nel Savona, in Lega Pro, e mi ruppi il legamento crociato del ginocchio. Andai sotto i ferri, il problema è che sbagliarono l’intervento chirurgico e io non riuscivo più a tornare. Ogniqualvolta forzavo, il ginocchio mi faceva male, non riuscivo neanche a scattare senza provare dolore. A quel punto decisi di farmi vedere da altri specialisti e cominciò un lungo calvario».

A trent’anni pensa ancora di aver qualcosa da chiedere al mondo del calcio?
«Sono stato vicino alla serie B per due volte nella mia carriera. C’era una trattativa avviata col Vicenza, ma si fermò a causa di un infortunio alla caviglia. Stessa cosa con un club di seconda divisione tedesca, l’Aue e anche in quel caso fui bloccato da un infortunio».

In definitiva il destino le deve restituire qualcosa che le ha tolto?
«Un giocatore di 27 anni è nel pieno della sua forza e della sua maturazione, se perdi tre anni in momento come quello diventa difficile tutto, anche pensare a quello che succede il giorno dopo. Ho ricominciato grazie alla Lavagnese, ma era un terno al lotto. Diciamo come giocare alla roulette sul rosso e il nero. Al 50% vinci, al 50% invece perdi».

A Padova si può dire che ha vinto la sua scommessa?
«Sta andando bene, ho già segnato 8 gol da quando sono arrivato, ma l’obiettivo finale è quello di arrivare in fondo al campionato. Il destino è in mano nostra, penso che la promozione la possiamo perdere soltanto noi».

Cosa l’ha spinta a scegliere Padova sapendo che avrebbe trovato altri due centravanti in rosa come Zubin e Ferretti che non sono esattamente due qualsiasi?
«Padova non è una piazza qualunque. A chi dice che non c’entro niente con questa categoria, rispondo che tutta questa squadra non c’entra niente con la serie D. Quando sono arrivato mi avevano detto che avrei dovuto giocarmi il posto, ma la prospettiva non mi spaventava. Sapevo che avrei avuto qualche chance importante e ho cercato di giocarmela il meglio possibile».

Lei ha uno score realizzativo impressionante ed è abbonato alle doppiette, visto che ne ha già realizzate tre…
«Ho trovato un gruppo fantastico, quando gira l’ingranaggio complessivo è più facile mettersi in mostra e segnare. E così ho fatto»

E se il prossimo anno il Padova venisse promosso lei che farebbe?
«Intanto bisogna conquistarla questa promozione, poi si vedrà…».




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