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Ore 22.50 – Lega Pro: colpaccio esterno del Bassano, che batte 2-1 il Mantova.
Ore 22.20 – (Trentino) Con orgoglio, dignità e professionalità. Sino alla fine, senza guardare la classifica e pensare ai verdetti aritmetici. O, per lo meno, sino a quando potranno farlo. Il pareggio nel derby contro il Dro ha, di fatto, condannato il Mezzocorona alla retrocessione in Eccellenza. Dieci punti di distacco (proprio nei confronti della squadra di Manfioletti: le altre hanno allungato il passo) ad altrettante giornate dalla fine sono un divario quasi incolmabile. «Lo sappiamo – commenta amareggiato Luca Lomi, condottiero coraggiosissimo di un Mezzocorona compatto e “maturo” – e non possiamo che prendere atto della situazione. Credo che, ad oggi, le nostre possibilità di raggiungere la salvezza non superino il cinque per cento, ma noi ci proveremo lo stesso. La situazione è quella che tutti conoscono, ovvero molto difficile e con tante incertezze, però lo spogliatoio è unito e c’è la volontà di chiudere la stagione nel modo migliore possibile. Senza regalare nulla a nessuno». Ecco, appunto. In tanti sostengono che, nel ritorno, siano solamente le squadre trentine a “farsi” la guerra, mentre fuori regione ci siano “aiutini” quando la classifica lo richiede. Ho giocato a calcio per tanti anni e in categorie superiori. Ebbene, sul campo nessuno mi ha mai regalato nulla e, allo stesso tempo, non ho mai regalato niente ad altre squadre. Dunque non vedo perché, parlando del caso specifico, il Mezzocorona avrebbe dovuto dare via libera al Dro. Sono uno sportivo e, dunque, vinca il migliore. Sempre e comunque. E poi io sono straconvinto che, se domenica avessimo conquistato i tre punti, saremmo tornati in corsa per i playout. La settimana scorsa, finalmente, il presidente ha pagato una delle mensilità arretrate. E ora? Assieme al presidente Grassi abbiamo fissato delle scadenze (l’ultima il 20 luglio, ndr). La prima è stata rispettata, adesso aspettiamo fiduciosi la prossima (il 10 marzo) e, intanto, non possiamo fare altro che allenarci seriamente e preparare la trasferta di Chioggia. Insomma: staff tecnico e giocatori hanno sempre rispettato gli accordi. Adesso ci aspettiamo che anche dall’altra parte ci sia la stessa correttezza sino al termine della stagione. E se così non dovesse essere? Beh, ognuno farà le proprie valutazioni, questo è fuori da ogni dubbio, ma pensarci prima significherebbe perdere di vista l’obiettivo. Che, lo ripeto, è quello di lavorare durante la settimana, affrontare a testa alta le partite e mettersi in mostra per il futuro. Tanti dei miei giocatori possono avere un futuro e stanno cercando di sfruttare questa stagione per mettersi in mostra. Lei, i suoi collaboratori e i giocatori siete stati anche troppo bravi e pazienti. Alleno un gruppo molto intelligente. E compatto come pochi altri ne ho visti.
Ore 22.00 – (Trentino) Un punto che serve a poco. Il pareggio raggiunto in extremis contro il Mezzocorona sa tanto di “brodino” insipido per il Dro, da domenica sera terzultimo in classifica. Triestina, Kras Repen e Legnano hanno conquistato il bottino pieno (clamorosa, soprattutto, la vittoria dei veronesi, che hanno rimontato da 0 a 2 a 3 a 2 contro il Fontanafredda, prossimo avversario dei droati, dimostrando di essere più vivi che mai) e guadagnato terreno rispetto alla compagine gialloverde. Chi vuole guardare il bicchiere mezzo pieno può affermare senza timore di essere smentito che, a conti fatti, domenica il Dro ha recuperato un punto sul Giorgione, attualmente la prima formazione che conquisterebbe la salvezza diretta. Certo è che, se la stagione regolare terminasse oggi, la compagine di Stefano Manfioletti (che contro i friulani farà il proprio ritorno in panchina dopo due turni di squalifica) disputerebbe la sfida playout in trasferta contro il Legnago con un solo risultato a disposizione. L’imperativo, a questo punto, è quello di conquistare almeno il quintultimo posto per usufruire dei benefici del caso nello spareggio salvezza e, una volta recuperate due posizioni, se ci sarà ancora tempo, si guarderà al Giorgione o chi per lui, visto che Fontanafredda, Tamai e Union Ripa La Fenadora (che ha cambiato guida tecnica: Lauria ha preso il posto di Parteli) attualmente non possono dormire sonni tranquilli. Domenica prossima Manfioletti recupererà Bertoldi e Calcari, che hanno scontato le rispettive squalifica, e Colpo sarà sicuramente più in condizione dopo il lungo stop per infortunio. Con qualche freccia in più al proprio arco, il Dro avrà un unico risultato a disposizione, ovvero la vittoria. Visto il ritmo delle altre (nel ritorno solo il Padova ha fatto meglio di Triestina e Kras Repen) fare un solo passettino (leggasi un punto) alla volta non basta più: adesso è il momento di centrare i tre punti.
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Brutto colpo per il Giorgione a Trieste. Quattro gol subiti e una sconfitta al “Nereo Rocco” lascia i ragazzi di Paganin a 29 punti con le inseguitrici, Triestina compresa, che si avvicinano. Per il giovane centrale difensivo Gianmarco Vio la sconfitta è sin troppo pesante. «Sul piano del gioco forse non siamo stati così male – ha commentato Vio -. Incassare 4 gol non capita spesso. Abbiamo trovato una squadra in grande forma e trascinata da un pubblico che non si vede tutte le domeniche. Noi dovevamo fare qualcosa di più». Solo la difesa sotto accusa? «No, non è una questione di singoli o di reparto. Io mi prendo le mie responsabilità. Ho commesso un errore ingenuo in occasione del loro primo gol, ma abbiamo perso come squadra e cercheremo di rifarci come squadra». In trasferta da un pezzo non riuscite più a fare punti? «La mentalità non cambia. Cerchiamo sempre di giocare il nostro calcio: purtroppo non sempre è andata bene. A Trieste forse all’inizio abbiamo patito l’atmosfera». Ora Belluno e Clodiense in casa con punti assolutamente da conquistare per tenere sotto la zona playout. «Si e dobbiamo conquistare questi 6 punti. Non sarà facile: gli avversari sono di rango ma dopo la sconfitta di domenica non abbiamo alternative: quello perso fuori dobbiamo conquistarlo in casa».
Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Con il pari senza reti contro l’Union Ripa il Monte inanella il quinto risultato utile di fila. I biancocelesti aggiungono così un altro tassello in chiave salvezza e conservando un tranquillizzante 7° posto. Arrivato al termine di un match con pochissime emozioni, lo 0 a 0 di domenica ha confermato l’ormai completato percorso di maturità della truppa di Pasa, che ha saputo sopperire senza danni alle assenze di Severgnini, Fabbian e Masiero. «È stato un match abbastanza chiuso. Ci siamo annullati a vicenda – osserva il difensore Luca Frassetto – anche all’andata c’era stato un sostanziale equilibrio. Riconosco che non ci sia stato un grande spettacolo da vedere, per entrambe era importante non perdere». Potevate fare qualcosa di più? «Volevamo non prendere gol e ci siamo riusciti. Per il resto, l’Union Ripa era messa bene dietro, non era facile fronteggiare giocatori come De March e De Checchi». Che effetto ha fatto giocare contro De March, compagno di squadra lo scorso anno? «È stata una sensazione particolare. Anche perché qui da noi lui era uno degli elementi più importanti del gruppo. Ci siamo salutati a fine partita e fatti i reciproci auguri per il prosieguo del campionato». Con questo punto siete arrivati a quota 36. La salvezza si sta avvicinando. «Siamo sereni e tranquilli. Anche la vittoria di Sacile ci ha dato ulteriore fiducia. Siamo maturati rispetto al passato e quindi vogliamo arrivare il prima possibile al traguardo». Domenica vi aspetta l’Altovicentino. «Sono secondi ma non sono in un grande periodo. Ormai sono fuori dalla corsa per la vittoria finale e credo cercheranno soprattutto di non farsi raggiungere dalla terza. Noi vogliamo vincere o almeno non perdere, sarà comunque una bella sfida da giocare».
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro domenica era quasi riuscita a fermare l’Altovicentino secondo in classifica ma una giocata della bestia nera Peluso (doppietta all’andata) al 5′ di recupero ha rovinato i piani ai trevigiani che avevano già sconfitto le big Padova e Belluno e pareggiato contro la Sacilese. Più del punto in meno in classifica (7 i punti di margine sulla zona playout) sarà da assorbire la botta psicologica in vista della dura trasferta di domenica contro il Kras Repen che già all’andata riuscì ad espugnare lo stadio di Mogliano. L’allenatore Francesco Feltrin analizza la sconfitta tirando in ballo anche una questione fisica: «Stiamo un attimino rifiatando dopo la rincorsa che ci ha portato in questa posizione di classifica, qualche segnale lo avevamo già avuto nelle partite precedenti. È ovvio che brucia perdere così perché ormai pensavamo di aver conquistato il punto. Nel primo tempo non si è vista la differenza di valori, il rammarico sta semmai nel fatto che dovevamo andare al riposo in vantaggio». Sul gol partita ha qualcosa da recriminare ai suoi? «L’azione è partita da un lancio lungo in area che è poi arrivato a Peluso, l’errore è stato quello di lasciargli troppo spazio per andare al tiro. Alla fine loro si sono buttati in avanti con la forza della disperazione perché sapevano che andare a 12 punti di distacco dal Padova sarebbe stato un divario incolmabile». Quanto ha pesato in attacco l’assenza di Andrea Nobile? «Ci sono mancate le sue ripartenze, avevo chiesto ad Appiah e Serena di attaccare la profonità, nel primo tempo ci siamo riusciti abbastanza bene mentre nella ripresa abbiamo pagato un po’ lo sforzo».
Ore 20.40 – (Il Piccolo) Già è un muro invalicabile in difesa. Se poi si mette a segnare gol fondamentali come accaduto domenica a Tamai, allora la storia inizia a essere davvero interessante. Lui è Manuele Del Nero, toscano, padre di Simone e Sofia, sposato con Chiara, cuoco provetto, ma soprattutto difensore centrale di grandissima qualità del Kras Repen. Nato a Carrara il 18 dicembre 1984 Del Nero vanta nel suo curriculum qualche presenza in C1 con Lucchese e Spezia, tanta C2 con Castelnuovo Garfagnana e soprattutto Carrarese. Ultimamente, invece, due stagioni in serie D con il Chiavari, l’esaltante esperienza in Sardegna con il Porto Corallo in Eccellenza e la recente (dis)avventura in Piemonte, all’Acqui Calcio. «All’Acqui c’erano grandissime ambizioni per approdare in Lega Pro. Siamo partiti bene, ma poi la pressione era davvero troppo alta. Anche a causa dello stress sono stato vittima di un infortunio», racconta Del Nero. «Quando ho avuto l’opportunità di tornare a giocare, sempre in D, qui a Monrupino, inizialmente ero un po’ scettico soprattutto per il trasferimento della mia famiglia. Ma poi, grazie anche a mia moglie, abbiamo deciso di compiere questo passo e rimettermi in gioco, con umiltà», racconta il difensore toscano. «Come mi trovo a Monrupino? Si lavora bene, con tranquillità. E’ un ambiente ideale per potersi esprimere al meglio. Sono davvero contento e sono convinto che potremo toglierci delle belle soddisfazioni». Con l’arrivo di Del Nero la difesa biancorossa ha trovato il suo assetto ideale: «Ho giocato con Spetic, un elemento estremamente duttile, e ora con Cvijanovic, altro giocatore di qualità ed esperienza. Sono contento, perché mi sento bene e credo di dare il mio contributo a una squadra che ha tutti i mezzi per salvarsi direttamente». E a Tamai è arrivato pure il gol: «Una soddisfazione enorme. Il gruppo è fantastico, qui ho ritrovato il portiere Mosetti con cui avevo giocato a Chiavari, e poi c’è Rondinelli che ho conosciuto all’Acqui. Il Kras è una squadra davvero affiatata».
Ore 20.20 – (Il Piccolo) La rinascita della Triestina si fonda su vari motivi: la compattezza del gruppo, l’abilità di Ferazzoli nell’organizzare il materiale a disposizione, gli innesti di Manzo, Spadari e Crosato, la continuità di Proia. Ma se bisogna scegliere il detonatore principale che ha portato a una crescita esplosiva dell’Unione, non ci sono dubbi: l’artefice si chiama Daniele Rocco. Non si tratta solo della caterva di gol che l’ex bomber dell’Ufm ha assicurato da dicembre in poi, ma anche delle autentiche invenzioni in fase offensiva, della furia agonistica e della capacità di trascinare la squadra nei momenti più difficili che l’attaccante monfalconese, 25 anni compiuti da un mese, ha saputo mettere in mostra. Certo, il dato più lampante di questi tre mesi è quello delle reti segnate: in 11 partite giocate, Rocco ha segnato la bellezza di 10 gol, che significa quasi una realizzazione a partita. Vero che quattro di queste reti sono arrivate su rigore, ma quasi sempre è stato lo stesso bomber a procurarsi i penalty con delle brillanti giocate personali. Insomma, l’impatto di Rocco sulle potenzialità offensive della Triestina è stato devastante. Senza dimenticare che nella prima parte di stagione, quando militava ancora nel Thermal Ceccato, il bomber aveva già messo a segno 5 reti: insomma il monfalconese viaggia a una media super avendo già segnato 15 reti a inizio marzo. Ma per lui non è certo una novità: lo scorso anno, sempre con la Thermal, realizzò 18 gol, prima ancora a Monfalcone altre 18 reti in serie D e l’anno precedente addirittura 29 in Eccellenza. Ma i gol da soli non bastano a dare i punti. E l’aspetto ancora più impressionante, che denota come tutta la squadra sia cresciuta attorno all’attaccante, sono i punti realizzati dalla Triestina con Daniele Rocco in campo, ovvero da dicembre in poi. Nelle undici partite giocate dall’arrivo dell’attaccante, l’Unione ha raccolto la bellezza di 18 punti (4 vittorie, 6 pareggi, 1 sconfitta): ovvero una media di 1,8 punti a partita che, proiettata su un intero campionato, significherebbe fare una stagione da oltre 61 punti, un dato che lo scorso anno, giusto per fare un esempio, avrebbe assicurato il quarto posto in classifica. Ma senza andare ai se restiamo su un dato più concreto: se questa media tenuta da dicembre in poi venisse mantenuta fino alla fine, significherebbe mettere in saccoccia altri 18 punti da qui all’ultima giornata di campionato: e obiettivamente, anche se la quota salvezza potrebbe alzarsi visto l’andazzo delle ultime settimane, con 42 punti finali sembra davvero difficile non pensare a una salvezza diretta. Con Rocco si può fare, anche se ovviamente da solo non basta e tutta la Triestina deve continuare ad andare forte attorno al bomber monfalconese.
Ore 20.10 – Lega Pro: vittoria per il Real Vicenza del rientrante mister Marcolini, che batte 2-0 l’AlbinoLeffe.Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà il primo derby della Sacilese senza Mauro Zironelli. Sarà probabilmente l’ultimo derby biancorosso del Tamai con Stefano De Agostini. Fra un allenatore che è andato e uno che poi sembra non rimarrà (ha saggiato entrambe le panche), Sacilese – Tamai di domenica si ripropone dopo il 2-1 favorevole alle Furie maturato all’andata. VINCENTI PRESENTI – L’aver sfruttato in pieno il confronto con la cenerentola Mori Santo Stefano (ultima, non lo si dimentichi, con meno di un quarto dei punti), ha concesso alla Sacilese del new entry Marchetto di salire al terzo posto. Ora è appaiata ai rivali del Belluno. Il girone di ritorno della Sacilese cominciò a gennaio con la sconfitta in casa del Kras a Monrupino. Affrontare la compagine che più recentemente è stata superata dai carsolini, chiude il cerchio delle coincidenze. Undici sono i punti finora accumulati nella seconda parte di stagione. VITTORIA CERCASI – Cinque punti dalla prima di ritorno a oggi sono invece quel che oppone il Tamai, frutto di altrettanti pareggi. Due sconfitte e zero vittorie (l’ultima il 4 gennaio, conclusione dell’andata, in casa con un Mezzocorona penultimo) nascono non tanto dell’appannamento fisico. La testa e i gol risultano mancanti. L’assenza di qualche vecchio in campo (non ultimo il portiere) e di qualcuno che si faccia sentire in spogliatoio lasciano impronte pesanti. De Agostini già un paio di settimane fa aveva rimesso il mandato alla società che, come lunedì, ha inteso proseguire sulla strada comune. PRESTAZIONE CHE FU – All’andata il Tamai vinse la sua prima partita in casa con il derby più sentito. La Sacilese perse per la seconda volta contro le Furie, dopo la sconfitta di settembre in Coppa Italia. Stefano De Agostini compiva 50 anni: la squadra gli confezionò la ciliegina sulla torta a domicilio, visto che quella domenica era assente per un’indisposizione (imprimatur stagionale). Giocò nettamente meglio la squadra di Zironelli, ma perse patendo il 2-1 di Zambon in zona Cesarini e, soprattutto, in più che sospetto fuorigioco.
Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) È partita l’avventura di Renato Lauria come allenatore della prima squadra del Ripa Fenadora. Ieri il mister chiamato dalla Juniores a sostituire Massimiliano Parteli, ha diretto il suo primo allenamento. Pomeriggio soleggiato e sprazzi di cielo sereno come auspicio anche per la nuova Union targata Lauria, i neroverdi si sono ritrovati sul campo del Boscherai per cominciare a preparare la partita spartiacque di domenica, in casa con la Triestina. Forse l’incontro più importante della stagione, che il Ripa Fenadora affronterà per la prima volta dopo una vita senza il tecnico del doppio salto dalla Promozione alla serie D. Una giornata passata tra il campo e una lunga riunione, che ha voluto mettere un po’ di chiarezza sul difficile momento della formazione feltrina, in realtà il primo momento difficile da quando è al timone il presidente Nicola Giusti. Intanto la squadra è in silenzio stampa, dirigenti compresi, per ricompattarsi e ritrovare serenità. Timoniere o traghettatore? Sta prendendo forma l’Union di Lauria, scelto perché conosce già bene l’ambiente e i giocatori, ha esperienza e c’è fiducia nel suo lavoro (quest’anno la società gli ha affidato l’incarico di responsabile del settore giovanile e sta facendo molto bene alla guida della Juniores). Ha prevalso la soluzione interna e a fine stagione si vedrà se la società confermerà Lauria, andando avanti con lui in panchina anche il prossimo anno oppure se cercherà un altro allenatore. Dipenderà inevitabilmente dai risultati che otterrà la squadra. In ogni caso sarà un’estate calda in casa neroverde, con un profondo rinnovameno della rosa, a questo punto inevitabile. Rivoluzione silenziosa. Nella finestra invernale la dirigenza ha già cominciato a guardare al futuro prendendo tre giovanissimi: Enrico Savi, attaccante dal Montebelluna, Federico De Min, terzino sinistro dall’Altovicentino, e Matteo Salsano, portiere dal Chievo Verona, tutti classe 1997, annata che l’anno prossimo entrerà nel novero dei fuoriquota. Proprio il capitolo portiere fuoriquota è uno dei più delicati, visto che il capitano è Paolo De Carli. È cominciata una piccola rivoluzione silenziosa, in attesa di vedere se il prossimo sarà un mercato con i fuochi d’artificio con arrivi e adii illustri. Non è una settimana come le altre. Ieri nessuno ha parlato. La squadra è in silenzio stampa e concentrata sul campo perché la partita di domenica è decisiva. Serve una svolta dopo cinque sconfitte e due pareggi che hanno fatto scivolare la squadra al nono posto in classifica. Sotto con la Triestina. Domenica arriva al Boscherai una squadra in forma. I friulani sono in zona play-out con 24 punti, ma hanno infilato otto risultati consecutivi, tra cui spiccano la vittoria in trasferta con l’Altovicentino di due settimane fa e il pareggio in casa col Belluno la domenica precedente. Sono reduci dal successo 4-2 sul Giorgione. Nelle ultime dodici partite hanno sempre segnato (24 i gol messi a segno), ma ne hanno anche sempre subiti (20).
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Le condizioni di Yari Masoch preoccupano l’ambiente gialloblù. Dopo undici giorni dall’infortunio ai tendini della caviglia il centrocampista agordino del Belluno non riesce ancora a correre e la situazione non sembra migliorare. Ieri pomeriggio il ragazzo si è sottoposto ad una nuova risonanza e oggi si avrà il responso. La speranza è che non si tratti di niente di grave ma il giocatore non è ancora riuscito ad allenarsi fino ad ora e questo non lascia presagire niente di buono. Hanno lavorato a parte anche Paolo Pellicanò, Simone Bertagno e Stefano Mosca, reduci da qualche acciacco dopo il big match contro il Padova. Mister Vecchiato per la trasferta di domenica contro il Giorgione può tirare un sospiro di sollievo almeno sul fronte squalifiche dove non dovrebbero esserci esclusioni. Allenamento in rossonero. Tre ragazzi del Belluno, classe 2002, si sono allenati lunedì al Centro Sportivo di Vismara, dove risiede il Settore Giovanile del Milan. Oltre ai tre giocatori del Belluno erano presenti anche ragazzi provenienti da tutta Italia, tutti tesserati con le società affiliate alla Scuola Calcio Milan. I ragazzi gialloblù coinvolti sono stati: Filippo Rubinetto, Klersian Haroku e Luca Marengon.
Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Le assenze ci sono e sono molto pesanti. Alzano bandiera bianca due degli interpreti migliori del Bassano 2014-2015: Furlan e Nolè non ci saranno questa sera a Mantova per il turno infrasettimanale della Lega Pro. Un menù indigesto, quello proposto nelle ultime settimane ad Antonino Asta, che prende atto con rammarico di come il primo posto sia ormai traguardo fuori portata. Il ko di Novara e la persistente difficoltà ad andare in gol preoccupano il tecnico giallorosso. Stasera alle 20,45 c’è la chance di riprendere fra mille difficoltà la marcia interrotta. «Dispiace molto – ammette Asta – perché creiamo tanto ma purtroppo non riusciamo a concretizzare. È difficile capire perché, visto che nel girone di andata siamo state fra le squadre più prolifiche della categoria. Noi andiamo avanti per la nostra strada, continueremo a crederci e a giocare divertendoci, scendendo in campo per ottenere sempre i tre punti, perchè è nella nostra mentalità. Ci ha fatto piacere che anche la gente ci abbia applaudito così tanto e che sia orgogliosa di quello che stiamo facendo». Notizia dell’ultimora, la mancata diretta Rai per problemi di palinsesto. La tv di stato ha cancellato la diretta di Mantova-Bassano, inizialmente prevista su Raisport, con una decisione a sorpresa che ha spiazzato più di qualcuno. Il match potrà essere seguito comunque in diretta streaming su Lega Pro Channel all’indirizzo www.sportube.tv .
Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Silenzio, parla Asta. E scoppia l´incendio. «Io mi sono stufato di leggere del Bassano in crisi o cose del genere – attacca come ai tempi del Toro don Tonino – forse qualcuno si è dimenticato che questa squadra da matricola della Lega Pro unica si è salvata oltre un mese fa, che è rimasta al comando una vita intera e che è ancora in corsa per i playoff per la B. Ma quale crisi? Col Novara e l´Arezzo il pari sarebbe stato sacrosanto alla luce delle occasioni costruite, con la Cremonese strameritavamo di vincere, non so cosa si pretenda. Ricordo che l´ultima esperienza in C1 giallorossa è finita con una retrocessione, qua i ragazzi stanno facendo un lavoro semplicemente straordinario e se qualcuno denigra il nostro cammino non ci sto più. Per questo non finirò mai di ringraziare la nostra gente che sabato dopo la seconda sconfitta consecutiva ci ha applaudito a scena aperta. Loro hanno capito. La verità è che combattiamo con avversari che hanno budget nemmeno lontanamente avvicinabili, loro come quarta punta inseriscono Della Rocca, uno che segnava in A, se permettete il mio organico è diverso, eppure me la gioco alla pari lo stesso». E non è finita qui. «Adesso è arrivato il momento in cui i giocatori non hanno solo un´influenza ma infortuni più laboriosi, capita nel corso della stagione. Ne ho diversi fuori – prosegue – e siccome il nostro mercato è stato molto misurato e oculato, tante alternative non ne ho. Ma va bene così, intendiamoci, basta saperlo. Per dire, stasera a Mantova (alle 20.45, è saltata in extremis la diretta Rai, ndr) siamo in piena emergenza (out Furlan squalificato e i lungodegenti Nolè, Bizzotto e Maistrello) e in panca dovrò precettare Trento dalla Berretti. Ma non importa, vogliamo ugualmente fare punti». Alle viste un cambio di modulo per fare fronte alla raffica di defezioni. «Sto pensando a un centrocampo a tre, con Davì a fare legna in mezzo – anticipa il trainer – questo non significa che vivremo in attesa per poi ripartire, le rare volte che l´abbiamo fatto ci è andata male, ma certamente saremo un filo più coperti e prudenti. Tra l´altro il Mantova a condizione sta benone e possiede i mezzi per farti male». E se a Genova Gasperini ha additato alla pubblica gogna Roncaglia reo di un erroraccio, mentre Mihajlovic ha afferrato per il coppino in mezzo al campo Regini per lo stesso motivo, Asta con meno irruenza bacchetta i suoi centrali. «Col Novara i due gol sono arrivati esclusivamente per grossolane sbavature di Ingegneri e in parte di Zanella – riconosce – sia chiaro, sono due giovani disponibilissimi ed eccezionali, ma a certi livelli sanno per primi loro che certe disattenzioni costano un patrimonio. Io non posso accettare tutto, allora dico che in caso di pericolo si spazza via l´area come succedeva una volta e si sta tutti più tranquilli. Perchè non mi va più di regalare gol a nessuno, a noi di omaggi non ne arrivano mai…». Manco per sbaglio.
Ore 18.20 – Lega Pro: termina 0-0 la sfida tra Venezia ed Arezzo.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Lo ha ammesso candidamente appena saputa la notizia dell’esonero: «Diciamo che non sono sorpreso, ma non posso nemmeno dire che me l’aspettassi… Ero consapevole che sarebbe potuto accadere che il Real Vicenza mi richiamasse». Michele Marcolini si prepara a un nuovo debutto in panchina. Torna in sella poco più di un mese dopo il suo esonero che aveva fatto scalpore. Il suo successore Paolo Favaretto ha collezionato due vittorie, un pareggio e una sconfitta. Troppo poco per un vulcanico Lino Diquigiovanni, che ha deciso di cambiare ancora. Il presidente non si rassegna a un campionato di medio cabotaggio, ci ha preso gusto e vuole i playoff: «Rispetto a quando sono stato esonerato – taglia corto Marcolini – la situazione non è migliorata e ora avremo un calendario tutt’altro che abbordabile, visto che dovremo affrontare tutte le migliori». Oggi arriva l’Albinoleffe, forse l’unica partita sulla carta alla portata fra le prossime in calendario. Va comunque detto che, dopo il cambio in panchina, i lombardi hanno preso ritmo e al momento sono tutt’altro che una squadra in disarmo. Si gioca alle 18, ancora in casa dopo il ko col Lumezzane e l’impressione è che Marcolini andrà sull’ultraconsolidato 3-5-2. Dubbi in attacco sul partner di Bruno: Margiotta, Bardelloni e Gomes De Pina si giocano una maglia, con il primo favorito. Per il resto torna a disposizione Piccinni, che tuttavia non è al meglio.
Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Un ritorno al passato, ma guardando al futuro. C´è fermento attorno al Real Vicenza dopo il dietrofront di Diquigiovanni che ha cambiato nuovamente le carte in tavola riportando Michele Marcolini alla guida dei biancorossi, che oggi alle 18 affrontano al Menti l´AlbinoLeffe nel turno infrasettimanale. Un ritorno che pare aver ridato anche ai giocatori entusiasmo e serenità. «Il clima è ottimo, sono contento di questi giorni, abbiamo subito ricominciato a lavorare, ripartendo da dove abbiamo lasciato», commenta Marcolini. Ma non c´è tempo di stare qui a parlare di stati d´animo, visto che oggi si torna in campo e sarà lì che bisognerà dimostrare che la squadra c´è e può ambire a qualcosa di importante che non sia solo la salvezza. «Mi spiace aver avuto così pochi giorni per preparare questa partita – dichiara il tecnico – il mio ritorno purtroppo ha coinciso con un turno infrasettimanale, comunque ci si conosceva già bene quindi, anche se abbiamo avuto poco tempo, stiamo cercando di presentarci all´appuntamento nei migliore dei modi». Gli orobici arrivano al Menti affamati di punti, decisivi per loro in chiave salvezza. Terzultimi della classifica, gli uomini di Mangone sono alla ricerca della vittoria, da cui sono in astinenza dal primo febbraio. Ma sicuramente una squadra da non sottovalutare o prendere sottogamba per la posizione: negli ultimi turni ha dimostrato di poter fermare formazioni più quotate come la Feralpi Salò o il Bassano, che non è riuscito a strappare più di un punto a Bergamo. L´ultima vittoria dell´Albinoleffe, tra l´altro, è stata ai danni del Como, altra avversaria diretta del Real Vicenza in ottica playoff. Bestia nera per il gruppetto delle inseguitrici del trio di testa Novara-Alessandria-Pavia, gli orobici si presentano quindi come avversari temibili, ma il Real ha l´obbligo di portare a casa i tre punti per rosicchiare qualcosa alle squadre che lo precedono. Marcolini guardando alla sfida di questa sera dice: «Quella che ci attende sarà una partita molto difficile, perchè comunque l´AlbinoLeffe è una squadra che si sa difendere bene e lì davanti ha giocatori di ottima qualità. Una formazione molto compatta che spesso si difende con sette, otto uomini, riesce a chiudere tutti i varchi, quindi sarà difficile trovare spazi, ma noi dovremo cercare di dare ritmo alla partita e sfruttare le poche occasioni che ci concederanno. Come sempre per vincere ci vuole grande intensità e capacità di riconquistare palla. Inoltre dobbiamo avere compattezza di squadra perchè si difendono in tanti, ma poi riescono a ripartire velocemente soprattutto se gli avversari, quando attaccano, si sfilacciano. Dovremo essere bravi a rimanere compatti e poi… bisogna andare più forte di loro». Tutti disponibili eccetto Quintavalla: è confermata per lui una microfrattura a una costola ed è a riposo forzato per almeno una settimana. Dubbi da sciogliere in attacco. Chi sarà la spalla di Bruno? Probabilmente Bardelloni, Mentre al posto di Quintavalla giocherà Vannucci, poco considerato da Favaretto, e molto, al contrario, da Marcolini.
Ore 17.20 – Dan Thomassen intervistato da Padovagoal al termine dell’allenamento odierno: “Ho letto l’intervista di Centofanti sul Corriere e credo che, rispetto a quanto accaduto in quel tempo, adesso c’è stata tanta voglia di ricompattarsi. Si è creato tanto entusiasmo, c’è una bella differenza e non c’è stata una frenata così brusca e la ripartenza, mentre al tempo c’era un lento declino che aveva logorato l’ambiente”. Thomassen prosegue: “Se non si trovano due imprenditori padovani come Bergamin e Bonetto, sicuramente non sarebbe stato mantenuto questo entusiasmo. C’è stata tutta una serie di cose che si sono sommate l’una all’altra che hanno fatto sì che questo entusiasmo si mantenesse anche dopo tanto tempo”. Sul suo ritorno: “Per me è stato un fulmine a ciel sereno, è successo tutto molto in fretta, anche se il ritiro è stato per forza di cose un po’ caotico con un via vai di giocatori. Ma sono stati bravi a creare quello che abbiamo adesso”. Sulla classifica: “Bisogna considerare che abbiamo dieci punti di vantaggio, ma che in realtà sono sei per via dello scontro diretto. Non do percentuali, penso solo al’Arzignano, che all’andata ci ha messo molto in difficoltà. Non va trascurato il minimo dettaglio, mi godo il momento, ma niente percentuali”.
Ore 16.50 – Coppa Italia di Eccellenza, andata dei quarti di finale: semaforo rosso per il Campodarsego, sconfitto 1-0 a Busto Garolfo (provincia di Milano) dalla Bustese. Ritorno tra sette giorni allo stadio “Gabbiano”.
Ore 16.25 – Qui Appiani: termina l’allenamento. Problemi per Ilari e Lanzotti, che dovranno sottoporsi ad accertamenti medici.
Ore 16.00 – Qui Appiani: non si vede Ilari, assenti Zubin e Lanzotti: quest’ultimo svolge lavoro differenziato.
Ore 15.40 – Qui Appiani: lavoro differenziato per Gustavo Ferretti. Si vede dunque anche il Rulo.
Ore 15.30 – Qui Appiani: Partitella in corso su un quarto di campo. Nichele svolge lavoro differenziato.
Ore 15.10 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia, basta passi indietro. Questo l’ordine impartito ai suoi da un Michele Serena che si aspetta molto dai 90’di questo pomeriggio al Penzo (ore 15) contro l’Arezzo. «Chiedo ai miei ragazzi una prova di maturità, per compiere quel salto di qualità che in varie altre occasioni siamo stati lì lì per raggiungere e che invece, nostro malgrado, ci è sempre sfuggito – ricorda il tecnico arancioneroverde -. Oggi una volta ancora siamo reduci da una buona prestazione, facciamo in modo di non indietreggiare ancora». Sabato sbancare Monza, contro un avversario in crisi nera ma tutt’altro che arrendevole, non è stato affatto facile. «Questo Venezia è una buona squadra, la sfida con l’Arezzo è un’altra chance per prendere questa consapevolezza. Dico questo in primis alla luce delle caratteristiche dell’avversario: è vero che all’andata abbiamo vinto in casa loro, ma al termine di una battaglia. Aspettiamoci lo stesso». Ripensando alla rimonta vincente del Brianteo, ottenuta peraltro in inferiorità numerica grazie alla doppietta di Guerra su doppio assist di Zaccagni, mister Serena elogia l’atteggiamento della squadra. «Non è scontato che un gruppo abbia questa disponibilità, e lo sottolineo perché da mesi siamo alle prese con infortuni e squalifiche che, in questo momento, sono quasi tutte concentrate in difesa. Legati? È in recupero ma è ancora presto per rischiarlo, mancherà Cernuto per squalifica e qualcuno dovrà adattarsi fuori ruolo perché dietro siamo contati». Le tre gare in nove giorni imposte dal calendario non spingono Serena a prendere in considerazione il turnover. «No, è vero che qualcuno è affaticato, altri come Giorico ed Espinal hanno giocato la loro prima gara dopo tanti mesi. Tuttavia confido nella scia «nervosa» che, dopo Monza, può far trovare a tutti le energie necessarie. A fare la differenza e a dare forza non sono solo le qualità tecnico, tattiche o fisiche, ma anche le motivazioni e la voglia. Su queste componenti io scelgo la formazione». Nell’inquadrare l’undici toscano il tecnico lagunare alza le antenne. «L’Arezzo ha qualità, è ostica e non disdegna la «rissa» sul piano agonistico. Ecco perché batterlo sarà come superare il famoso esame di maturità».
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia alla prova di maturità oggi pomeriggio con l’Arezzo, nel turno infrasettimanale. E’ l’auspicio di mister Michele Serena, che vuole dare continuità alla vittoria di sabato a Monza. «I tre punti in palio sono importanti, non c’è dubbio, ma da questa partita mi aspetto di vedere quale livello di maturità ha raggiunto la squadra». Contento per la prestazione in Brianza, il tecnico arancioneroverde muove però un appunto ai suoi giocatori, «colpevoli» in troppe occasioni di aver mollato la presa. «Troppe volte – ricorda mister Serena – dopo buone prestazioni siamo incappati in qualcosa di non positivo, non voglio dire un atteggiamento di appagamento, ma in qualcosa siamo mancati. Adesso invece dobbiamo fare il salto di qualità. E l’ultima scintilla che chiedo alla mia squadra». Squadra che, ancora una volta, si presenta con i giocatori contati, soprattutto in difesa: manca Cernuto squalificato per la doppia ammonizione di Monza ed è sempre out Legati, anche se dovrebbe a breve rientrare. Ha però terminato il triplo turno di stop Sales: «In questo reparto ho i giocatori contati, siamo un po’ corti. Faremo con quelli che abbiamo, sapendo che qualcuno dovrà giocare fuori ruolo». Potrebbe adattarsi Capogrosso a fare il centrale, a fianco a Peccarisi, con Giuliatto e Sales esterni. Nella conta delle defezioni, manca anche Esposito che lunedì si era fermato per un problema muscolare e non figura tra i convocati: in realtà, da quando non ha accettato il trasferimento proprio ad Arezzo, Esposito è uscito dalle rotazioni e non ha più messo piede in campo. A centrocampo mister Serena potrebbe riproporre Espinal con Zaccagni e Giorico, anche se qualche dubbio sulla effettiva tenuta dei giocatori rientrati da pochissimo c’è: «Giorico ha dato tutto nei 75 minuti di Monza, potrebbe fare lo stesso anche con l’Arezzo, sapendo che in questi casi molto si gioca a livello nervoso più che fisico. Vedremo, valuterò il recupero». In alternativa c’è Varano. Il Venezia vuole provare a sfruttare il turno casalingo per mettere altri punti tra sé e la zona playout (la Giana è a 6 lunghezze), mentre l’Arezzo insegue a quota 36, con un solo punto di scarto dopo essere stato scavalcato sabato dopo la sconfitta di Pordenone. La squadra di Eziolino Capuano arrivava da tre successi consecutivi (con Bassano, Mantova e Renate), mentre in Friuli è capitolata nonostante il Pordenone fosse rimasto in dieci dal primo minuto. Una circostanza che ha provocato polemiche e contestazioni da una parte della tifoseria, che ha avanzato addirittura il sospetto di irregolarità. Su questo nei giorni scorsi è dovuto intervenire il presidente Mauro Ferretti, che ha rinnovato la fiducia nel tecnico e nella squadra, respingendo le accuse al mittente. Di sicuro la squadra amaranto oggi al Penzo vorrà subito rifarsi. «L’Arezzo è una squadra ostica, spigolosa, difficile da affrontare. Non disdegna di mettere la partita sul piano della rissa agonistica. Noi dovremo essere bravi e – spiega mister Serena – condapevoli che ci aspetta una partita del genere». Gli amaranto arrivano in laguna privi di Dettori, influenzato, Padulano infortunato (distorsione alla caviglia) e Guidi squalificato. Rientrano Carcione e Villagatti ed è probabile che mister Capuano rimescoli le carte non solo per le assenze, ma anche pensando ai prossimi impegni. Stessa cosa dovrà fare Serena, per dosare le energie in questa settimana che si concluderà con la trasferta a Novara domenica. «Due partite in tre giorni si possono fare, perché subentra il fattore nervoso a sopperire quello fisico. Gli strascichi arrivano dopo, ma per quello ci penseremo. Intanto – chiude Serena – concentriamoci su questa sfida».
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) L’Arezzo ritorna a Sant’Elena a distanza di otto anni e mezzo dall’ultima apparizione. I toscani erano in serie B, il Venezia neopromosso in serie C/1: un abbinamento deciso dal sorteggio della Coppa Italia e gli aretini passarono (23 agosto 2006) nel secondo turno a eliminazione diretta (1-0) con un calcio di punizione trasformato da Floro Flores al 9’ del primo tempo supplementare, dopo che il Venezia aveva colpito la traversa con Gennari e il palo con Corradi. Quell’Arezzo era guidato in panchina da Antonio Conte, il Venezia aveva eliminato il Treviso nel primo turno. Nel 2005 le strade delle due squadre si erano separate in serie B e in quella stagione l’Arezzo vinse in rimonta (1-2) al Penzo con i gol di due bomber d’eccezione, Spinesi e Abbruscato, che rovesciarono l’autorete iniziale di Torricelli. Doppia sfida al Baracca in serie C/1 all’indomani della fusione: Perinelli risolse nel finale (1-0, al 36’ della ripresa) il match del 1988, mentre l’anno successivo decise un rigore di Castelli (1-0) dopo 3’ di gioco.
Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Tre punti per mettersi al sicuro e dare continuità alla vittoria di Monza. Michele Serena chiede il salto di qualità definitivo alla sua squadra contro un avversario scorbutico, l’Arezzo, che insegue a un punto ma che deve recuperare il match di Lumezzane. Turno infrasettimanale, programmato inizialmente per mercoledì 25 marzo(12ª giornata di ritorno), ma anticipato di tre settimane per la concomitanza con la semifinale tra Italia di Lega Pro e Turchia. Gara infrasettimanale tabù per il Venezia (0-1 con l’Alto Adige di mercoledì, 0-3 con l’Alessandria di martedì), ma i numeri vanno sconfitti. La vittoria avvicinerebbe il Venezia a quota 45 tenendo conto che prima o poi arriveranno anche i due punti di penalizzazione e che domenica gli arancioneroverdi viaggeranno verso Novara. All’andata, in notturna, decisero (2-0) l’eurogol di Magnaghi e la zuccata sotto misura di Marino. Rientra Sales, esce Cernuto: giudice sportivo sempre attivo con il Venezia e scelte quasi obbligate per Serena, che recupera Peccarisi al centro della difesa, e schiera Sales o Capogrosso al suo fianco. In mezzo al campo si va verso la riconferma del trio Zaccagni-Giorico-Espinal che consente al tecnico di posizionare dietro le punte Bellazzini. Guerra, anche dopo la doppietta di Monza, sembra al sicuro, poi in tre si giocano l’altra maglia in attacco. Non ha recuperato Esposito (problema muscolare), solo diciotto i convocati da Serena. L’Arezzo reduce dalla sconfitta (0-1) di Pordenone, arrivata a sorpresa e in superiorità numerica per 89’, dopo tre vittorie casalinghe consecutive visto che il match di Lumezzane è stato rinviato per neve. Toscani in salute, nonostante quel passo falso, con 12 punti nelle ultime sei gare dove non è mai uscito il segno ics. Capuano recupera Villagatti in difesa e Carcione a centrocampo, si ritrova con Guidi squalificato, quindi ballottaggio tra Crescenzi e la riconferma di De Martino, mentre Dettori è rimasto a casa a causa dell’influenza, Paduano è out per una distorsione alla caviglia e l’ex arancioneroverde Erpen fuori da alcune settimane per un problema muscolare alla coscia. Squadra che prende pochi gol in casa (7), un po’ di più in trasferta (17) dove ha perso sette delle tredici gare disputate. Probabili formazioni. Un. Venezia (4-3-1-2): 1 Fortunato; 2 Sales, 5 Capogrosso, 6 Peccarisi, 3 Giuliatto; 7 Zaccagni, 4 Giorico, 8 Espinal; 10 Bellazzini; 9 Magnaghi, 11 Guerra. A disposizione: D’Arsié, Dell’Andrea, Scanferlato, Scialpi, Varano, Greco, Raimondi). Allenatore: Serena. Arezzo (3-5-2): 1 Benassi; 2 Crescenzi, 3 Panariello, 6 Villagatti; 7 Franchino, 5 Carcione, 8 Coppola, 4 Gambadori, 11 Sabatino; 9 Bonvissuto, 10 Testardi. A disposizione: Rosti, De Martino, Cucciniello, Barusso, Mariani, Yaisien, Montini. Allenatore: Ezio Capuano. Arbitro: Maggioni di Lecco.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E il sogno continua. Non sarà certo una partita da applausi come quella di venerdì scorso a Bologna, ma il 2-2 di ieri sera tra Vicenza e Virtus Lanciano permette ai biancorossi di Pasquale Marino di continuare una striscia di risultati positivi che perdura dall’inizio dell’anno. Qualcuno forse ci aveva fatto la bocca al settimo successo consecutivo, dopo la magistrale vittoria al Dall’Ara, ma il punto conquistato al Menti vale il bicchiere mezzo pieno e permette ai biancorossi di restare in scia con le prime, al terzo posto alla pari con il Frosinone. Un pareggio acciuffato nel finale, quando tutto sembrava compromesso. La casellina delle sconfitte nell’anno nuovo resta felicemente vuota, mentre salgono a otto i risultati utili consecutivi. Il miraggio di volare continua e anche la speranza di lottare sino al termine della stagione per giocarsi le proprie chance in chiave promozione in serie A. Squadra che vince non si cambia, così Pasquale Marino sceglie di mantenere lo stesso undici che ha espugnato Bologna. L’ormai classico 4-3-3 non subisce modifiche con la coppia Brighenti- Manfredini a guidare la retroguardia e Di Gennaro in cabina di regia, affiancato da Moretti e Cinelli. Davanti spazio al tridente con Cocco unica punta, Laverone e Giacomelli sugli esterni. Il Vicenza prova subito a prendere le redini del match, grazie agli ospiti che lasciano fare. Il possesso palla dei vicentini provoca la prima occasione dopo soli tre minuti, con Moretti che di testa angola poco per la facile parata di Aridità. Lo spauracchio per i biancorossi viene invece da Thiam che quasi casualmente al 10’ colpisce la palla dal limite e a momenti sorprende Vigorito. Sul rovesciamento di fronte l’occasione è sui piedi di Cinelli che stampa sulla parte alta della traversa un tiro a giro. Moretti non è in gran serata e allora ci pensa a Cocco a caricarsi la squadra sulle spalle. In due occasioni la punta sfiora il vantaggio, prima con un diagonale debole, poi con un colpo di testa ravvicinato. La chiave del primo tempo è comunque nei due episodi tra il 33’ e il 37’ che gelano il Menti. Prima Di Gennaro si procura un rigore per un colpo di mano di Aquilanti che Cocco dal dischetto calcia male, con un rasoterra che esalta Aridità bravo a stendersi e bloccare in due tempi. Poi da una mischia in area sull’ennesimo calcio d’angolo battuto dal Lanciano nasce il vantaggio della Virtus. La difesa berica non libera lo spiovente e Amenta, difensore col vizio del gol, la risolve complice una deviazione di Moretti. Gol sbagliato e gol subito coi berici che devono ribaltare il match nella seconda frazione. E in avvio di ripresa Di Gennaro ci prova con un siluro di sinistro che Aridità respinge con i pugni. Il Lanciano aspetta e quando può sfrutta gli spazi per ripartire. Come quando Vigorito si esibisce in doppio intervento da antologia che salva il risultato. Nel momento di maggior sofferenza i biancorossi trovano il pareggio: cross di Laverone, velo di Cinelli per l’inserimento di Brighenti che trafigge Aridità, con un tiro centrale e preciso. Il Vicenza sembra in grado di vincere ma un’ingenuità di Manfredini su tiro di Paghera ribalta ancora la gara: mano in area, espulsione per il difensore e rigore che Piccolo trasforma. Nel finale succede di tutto. Mammarella si becca il rosso, Di Gennaro centra la traversa sulla conseguente punizione e Cocco sfrutta la ribattuta trovando lo shoot che consegna un pari ormai insperato.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Serata dolceamara per Andrea Cocco. Prima il rigore sbagliato, poi il gol del definitivo 2-2 acciuffato quasi con rabbia a una manciata di minuti dalla fine. Una zampata che ha fatto esplodere il Menti dopo che la magistrale punizione di Di Gennaro si era stampata sulla traversa. Cocco, è maggiore la gioia o il rimpianto? «Purtroppo devo dire che il mio errore dal dischetto ha condizionato molto l´andamento della partita: se fossimo andati in vantaggio sono convinto che sarebbe andata diversamente. Ho tirato il rigore come nella gara interna contro il Cittadella, probabilmente avranno visto il filmato: un errore che non avrei dovuto commettere». Per fortuna si è riscattato con la gran botta del pareggio. «Infatti mi do un 6 solo per quel gol. Di Gennaro aveva calciato una gran punizione, io sono riuscito a colpire il pallone nel modo giusto. È stato comunque importante raddrizzare una partita che a quel punto sembrava molto difficile riprendere. Questo pareggio ci consente di trovare continuità di risultati in vista della difficile trasferta di Pescara». Con questo gol è arrivato a quota 12, eguagliando il suo record stagionale: soddisfatto? «Ci tenevo, e magari è anche un po´ una liberazione, perché era da un po´ di partite che non segnavo e si era aggiunto anche l´errore del rigore Adesso spero di tornare a fare gol con un po´ più di continuità e di facilità». Si è interrotta la serie di vittorie consecutive, ma questo è comunque un punto d´oro: è d´accordo? «Per come si era messa la partita sicuramente sì. Contro una squadra così fisica e chiusa, una volta passati in svantaggio e in inferiorità numerica, non era certamente facile recuperare».
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Nicolò Brighenti era riuscito a rimettere le cose a posto all´8´ del secondo tempo, segnando quello che sembrava poter essere il gol della svolta, ed invece c´è stato da soffrire quasi fino alla fine. «Sì, effettivamente si era messa male e ad un certo punto abbiamo temuto anche il peggio- spiega il difensore – invece anche stavolta è venuto fuori il carattere della nostra squadra e, anzi, poi abbiamo spinto fino all´ultimo secondo, senza smettere di crederci». Un gara più difficile del previsto? «No, lo sapevamo che non sarebbe stata una partita facile. Il Lanciano lo conosciamo e si sa che dà battaglia su tutti i campi; è una squadra fastidiosa e lo ha dimostrato ancora una volta. Intanto questo è stato un altro passo verso il nostro obiettivo dei 50 punti. Raggiungiamo questo primo step e poi ce ne porremo degli altri». Ancora lei goleador, ci sta pigliando gusto? «Eh sì, poi è proprio bello segnare. Sono contento anche perché è insolito per me andare in gol, sono il primo ad essere quasi incredulo, ma la cosa che più mi fa piacere al di là di tutto è stata che così si era rimessa in piedi la partita, purtroppo poi ci siamo ritrovati di nuovo sotto, ma anche in questa seconda occasione è venuto fuori il nostro gran carattere». Stavolta qualche sbandamento in difesa. «Sì, forse si è sofferto più del solito, abbiamo perso qualche pallone di troppo e subìto qualche ripartenza, ma come sempre quando le cose vanno bene è merito di tutti e quando si prende qualche imbarcata è colpa di tutti. E comunque noi sappiamo che c´è da migliorare, però adesso dobbiamo già pensare alla gara col Pescara che vedrete sarà altrettanto tosta».
Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Partita di sofferenza che, a fine gara, si riflette tutta sul viso del direttore generale Andrea Gazzoli. «Sì, è stata dura – conferma -. L´aver sbagliato il rigore e, poco dopo, esser andati sotto poteva crearci non pochi problemi, ma la cosa più bella della serata è stata proprio la grande reazione mentale e questo è un aspetto molto importante in vista delle prossime prossime prove che dovremo affrontare». Cosa le è piaciuto di più? «Non ci siamo persi d´animo, soprattutto quando abbiamo preso l´espulsione e il rigore, perché lì avrebbe potuto accadere». È sembrato, comunque, un Vicenza meno spumeggiante del solito. «Sì, però, intanto bisogna riconoscere che il Lanciano è una buona squadra e poi non è semplice quando l´avversario gioca con quasi tutti gli uomini dietro la palla». Ha visto che è stato raggiunto il record di presenze? «Sì e questo ci fa davvero tanto contenti anche perché il nostro pubblico è importante, ma da qui alla fine lo sarà sempre di più». Peccato perché si puntava alla settima vittoria di fila «Va beh, pazienza, prendiamoci questo punto che ha comunque il suo peso perché ci fa restare sempre terzi in classifica. Ma sì, la salvezza, possiamo dirlo, è ormai un risultato quasi acquisito».
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Pasquale Marino aveva messo in guardia alla vigilia sulle insidie che la gara avrebbe avuto ed infatti è stata dura tener testa al Lanciano. «Purtroppo questa volta- commenta il tecnico – gli episodi non ci sono stati favorevoli o quanto meno non abbiamo saputo sfruttarli». Si riferisce al rigore sbagliato da Cocco? «Di certo se fossimo stati noi a fare gol per primi la gara si sarebbe messa in modo diverso e la strada sarebbe stata spianata perchè avremmo potuto usufruire di qualche spazio in più ed invece è stato tutto l´opposto». Infatti siete dovuti andare sempre in rimonta. «E devo ringraziare la squadra perchè non molla mai. Dopo aver sbagliato un rigore, aver preso gol subito dopo e aver chiuso sotto il primo tempo, sotto non era facile rientrare in campo con la cattiveria giusta ed invece i ragazzi ne sono stati capaci. Così come non si sono smarriti quando siamo rimasti in dieci ed abbiamo pure subito gol su rigore: a quel punto non solo abbiamo pareggiato ma abbiamo pure cercato di vincerla fino alla fine». Stavolta avete avuto qualche difficoltà in più rispetto ad altre partite, forse anche per merito del Lanciano. «Di certo si sono difesi bene e ci hanno pure pressato però, ripeto, se l´avessimo sbloccata per primi sarebbe stata un´altra gara, così come a mio avviso nel secondo tempo abbiamo giocato assai bene: manovrando la palla e creando belle azioni». Cocco è il primo rigorista? «Sì». Record di presenze… «Abbiamo fatto di tutto per rimandarli a casa… al di là delle battute sono contento è ovvio, poi la squadra lo merita perchè ha voglia, cuore e non si arrende mai». Comunque siete sempre terzi in classifica. «Fa piacere, la matematica ci dice che ora mancano tre punti a quota 50».
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Non è stato eguagliato il record delle sette vittorie di fila in B? Spiace, certo. Ma ce n´è un altro che la dice lunga sull´entusiasmo che questo Vicenza ha generato tra i tifosi. Ieri sera, infatti, è stato sfondato il muro dei 9mila spettatori al Menti. 9.247, per la precisione (3.836 paganti e 5.411 abbonati). Si tratta del record stagionale, che si colloca in scia alla trasferta di massa di venerdì scorso al Dall´Ara di Bologna. Ma torniamo ai numeri del Menti. Che sono, nel loro insieme, ragguardevoli. Il record di presenze allo stadio in questa stagione era stato stabilito sabato 4 ottobre, quando al Menti venne a giocare il Bologna per una partita che resta un classico evergreen, anche in serie B. Allora 8.358 spettatori in via Schio, di cui 3.086 paganti. Quota ottomila era stata superata anche nella gara con il Brescia, particolarmente sentita per la rivalità tra le tifoserie. E quella gara fra l´altro venne giocata in un giorno festivo, lunedì 8 dicembre: 8.330 i presenti, di cui 30.36 paganti. Gran pubblico in via Schio anche sabato 7 febbraio: il botteghino ha registrato 7.629 spettatori, di cui 2.218 paganti, per l´incontro col Perugia. Il minimo stagionale era stato registrato invece sabato 20 dicembre con appena 3.519 presenze per la sfida contro lo Spezia, ma va sottolineato che avevano dovuto acquistare il biglietto anche gli abbonati, essendo una delle due gare extra, considerato che al momento del ripescaggio in B era già state vendute le tessere per il campionato di Lega Pro che ha due incontri in meno.
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Dalla tasca non esce il settebello, la settima vittoria consecutiva, ma in tasca resta un punto prezioso per il Vicenza di ieri sera, più vicino alla sconfitta che al successo sul Lanciano ma capace di aggrapparsi a tutto il suo temperamento per salvare il risultato. Due volte in svantaggio, la squadra di Marino ha recuperato sempre, agganciando il punto a due minuti dalla fine e in dieci contro undici, chiudendo all´arrembaggio. Considerando che sullo 0-0 Cocco ha sbagliato il rigore che avrebbe potuto dare un destino diverso alla partita, riscattandosi poi con l´autografo sul pareggio, è andata bene. È andata bene pure per la classifica, che resta scintillante: terzo posto insieme al Frosinone, nella serata in cui il Bologna, secondo, non va al di là del pari in casa con il Latina e l´Avellino perde sul terreno della capolista Carpi. È andata bene anche perché sul bellissimo tiro al volo con cui il bomber biancorosso (12 reti per lui) ha infilato all´angolino il gol del pari, nè l´arbitro nè il guardalinee si sono accorti della probabile posizione di fuorigioco attivo di Sbrissa. Ma va pure detto che la sfortuna s´era accanita sul Vicenza: parte alta della traversa colpita da Giacomelli sullo 0-0 e di nuovo traversa centrata da Di Gennaro nell´azione poi trasformata nel pari da Cocco. Non è stato il Vicenza di Bologna, ma ogni partita è diversa da quella che è venuta prima e da quella che verrà e s´è visto subito che il partitone vinto al Dall´Ara aveva caricato addosso ai biancorossi una pressione eccessiva. Di fronte al pubblico-record della stagione, 9.200 spettatori, il Vicenza è partito come dovesse dimostrare di essere il Real Madrid o vincere una finale di Coppa. Troppa voglia generosa di strafare, di spaccare il mondo e così troppe giocate tentate oltre le righe, il desiderio di far vedere di meritare il ruolo di vertice che il Vicenza s´è già conquistato con pieno merito. Con un altro calcio però, fatto di misura, equilibrio, tempi giusti, tranquillità e sicurezza. Ieri sera la pressione ha pesato molto, nella testa e nelle gambe dei biancorossi, anche comprensibilmente. Ma sono stati granellini che hanno inceppato i meccanismi tante volte ammirati. Quando Cocco ha tirato, male, e ha sbagliato il rigore sullo 0-0, sembrava avere il mondo sulle spalle. Si sono viste discussioni in campo tra i giocatori del tutto inusuali, a tratti un´eccessiva frenesia di corrispondere alle attese, enormi, nate dopo Bologna. E lì sono nati errori cui la squadra ad orologeria di Marino non ci ha abituato, certo propiziati anche dall´atteggiamento aggressivo ed efficace in pressing e raddoppi di un Lanciano sornione che ne ha approfittato per mettere due volte il naso davanti. Grazie anche alla ben nota velenosità di Mammarella nel calciare da fermo: il primo svantaggio, un gollonzo dopo batti e ribatti in mischia, nasce da una parabola dalla bandierina d´angolo del mancino abruzzese. Non è mancata però al Vicenza, un po´ fuori giri anche in qualche prestazione individuale, la gamba e soprattutto una straordinaria forza di carattere per rimettersi sempre in piedi. C´è riuscito una prima volta con Brighenti. Ma a quel punto s´è fatto di nuovo prendere dalla voglia di cercare subito il raddoppio e da un grave errore di Moretti è nato il contrattacco che avrebbe potuto chiudere la gara: rigore contro con espulsione di Manfredini e nuovo svantaggio. Il Vicenza però non ha mollato e il pareggio conquistato in extremis con tutta la forza di volontà che aveva dentro è un premio meritato e un gran bel segnale per il futuro. Basta che la squadra ricordi che non bisogna spaccare il mondo tutte le volte, che nessuno ha chiesto di stravincere tutte le partite e il campionato e se qualcuno ieri sera ha arricciato il naso perché non è arrivata la vittoria ha torto marcio e la squadra tiri dritta per la sua strada, perché ha già fatto tantissimo regalando un sogno a una città. E il bello è che è un sogno che continua, basterà cullarlo con un po´ più di serenità.
Ore 12.10 – Giudice sportivo: nessuna sanzione o squalifica per Padova ed ArziChiampo.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Torna alla vittoria il Cittadella davanti ai propri tifosi, e lo fa nel delicato scontro diretto con il Varese, il primo di tre incontri fondamentali nella corsa verso la salvezza: lunedì prossimo i granata giocheranno in trasferta con l’Entella, quindi ospiteranno il Crotone. Alla squadra di Foscarini basta un tempo per mettere al sicuro il risultato con il Varese, tre gol e altrettante occasioni non concretizzate in una frazione dominata in lungo e in largo. Turn over per il Cittadella: riposo per Sgrigna e De Leidi, usciti per crampi nel corso della partita di Lanciano, in mediana torna Paolucci al posto di Busellato, la coppia d’attacco è formata da Stanco e Coralli che vince il ballottaggio con Gerardi. Nel Varese da domenica c’è un nuovo allenatore, Dionigi, che cambia subito lo schieramento tattico: avanti con il 3-4-3 con il trio Forte-Miracoli-Falcone in avanti. Un modulo che lascerà ampi spazi per le scorribande dei giocatori di casa sulle corsie esterne. Comincia bene il Cittadella. Dopo appena tre minuti di gioco la prima conclusione nello specchio della porta del Varese, direttamente dal calcio d’angolo di Minesso. Perucchini smanaccia sulla linea di porta. Rispondono gli ospiti all’11’ con il cross in area di Falcone, Miracoli arriva con un attimo di ritardo all’appuntamento con il pallone. I granata passano in vantaggio un minuto più tardi: sponda di petto di Coralli per Stanco, destro rasoterra nell’angolino dove il portiere non può arrivare. Quinto gol in otto partite. Sbloccato il risultato, il Cittadella controlla la partita e si affida alle ripartenze: Minesso protagonista al 20′, cross al centro per Kupisz, conclusione rimpallata. Vicinissimo al raddoppio il Cittadella al 26′, angolo di Paolucci e testa di Rigoni, il pallone sfiora il palo, subito dopo Kupisz appoggia per Coralli, destro a giro centrale, facile l’intervento del portiere. Il 2-0 è solo rimandato di qualche minuto, arriva alla mezz’ora: discesa dirompente di Kupisz e tocco al centro per Coralli, piatto destro in rete. L’esterno polacco quando parte è inarrestabile. Al 32′ il suo diagonale attraversa tutto lo specchio della porta e termina sul fondo. Sfiora il bis Coralli al 39′ su imbeccata di Minesso: l’attaccante prova il pallonetto sull’uscita di Perucchini, pallone alto sulla traversa. Il 3-0 del Cittadella al 41′, su rigore decretato per un calcio di Simic a Stanco che lo stava dribblando. Dal dischetto Minesso spiazza il portiere. Si va negli spogliatoio con il Cittadella che si sente i tre punti in tasca. Fuori Miracoli e Forte nel Varese, dentro Kurtisi e Barberis. I lombardi cominciano con maggiore convinzione la ripresa, ma non riescono mai a rendersi pericolosi dalle parti di Pierobon, praticamente inoperoso. Foscarini è costretto a due cambi forzati: escono per infortunio prima Camigliano e poi Paolucci, in campo De Leidi e Busellato. Al 28′ il primo tiro nello specchio della porta del Varese, lo scocca Capezzi, para a terra l’attento Pierobon. Il Cittadella controlla il passare dei minuti, senza ulteriori patemi.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Claudio Foscarini fa i complimenti ai suoi giocatori: «Era una sfida con tante incognite, a partire dal fatto che il Varese aveva un allenatore nuovo, ma i ragazzi sono stati molto bravi. C’era tanta voglia di fare risultato, e ci siamo riusciti con una buona circolazione di palla, affondando quando dovevamo farlo. Poi nella ripresa abbiamo gestito tanto, forse troppo, lasciando un po’ l’iniziativa agli avversari. Ma l’abbiamo fatto con maturità, è stato un bel passo in avanti». Sul rigore di Minesso spiega: «Doveva calciare Coralli, che ha ceduto il tiro al compagno. È un gesto che va molto apprezzato, e dimostra l’affiatamento all’interno del gruppo». In chiusura, si sofferma anche sulla classifica: «Il campionato non è mai stato equilibrato come quest’anno. Dietro si sta marciando e bisogna stare attenti, ma siamo sulla strada giusta». Filippo Scaglia commenta così: «Abbiamo disputato un grande primo tempo. La partita era stata preparata con cura, sapendo che era importante perché contro una diretta concorrente. Ora siamo pronti per la trasferta di lunedì a Chiavari, siamo carichi per i due imminenti scontri diretti con Entella e Crotone. Dobbiamo restare concentrati, così i risultati verranno di conseguenza». Sul successo dell’Entella a Terni, conclude: «Siamo entrambi nella stessa situazione, per cui non ci regaleranno nulla». Il diggì Marchetti ha voluto dedicare il successo al tifosissimo Giovanni Pieressa, scomparso pochi giorni fa.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Sei punti in un colpo solo, e con che autorità, anzi sarebbe meglio dire con quale facilità! No, non diamo i numeri, ma la vittoria del Cittadella sul Varese vale il doppio della posta in palio, perché scava un fossato di sei lunghezze (appunto) fra i granata e i biancorossi lombardi e mantiene la squadra di Foscarini in acque relativamente più tranquille, anche se la zona playout è sempre lì, un gradino sotto. È la conferma che in questo girone di ritorno Coralli & C. hanno cambiato pelle, come i camaleonti, grazie agli innesti, indovinatissimi, di Kupisz e (soprattutto) Stanco, ma anche della crescita sontuosa manifestata da tutta la squadra, il cui ultimo posto di un paio di mesi fa appare ora solo un brutto ricordo. Virata la boa di metà campionato, il Citta ha infilato 4 successi , oltre a 3 pareggi, perdendo una sola volta, proprio al Tombolato, contro il Bologna. Un ruolino di marcia da alta classifica, valso sin qui la bellezza di 15 punti sui 24 a disposizione. Stanco, la prima volta in casa. Non si doveva sbagliare quello che tutti consideravano, alla vigilia, uno spareggio-salvezza, e gli uomini di Foscarini non hanno fallito la prova. Prima di tre sfide consecutive con avversari dello stesso livello, la gara con i lombardi avrebbe dovuto e potuto rappresentare uno snodo cruciale della rincorsa a posizioni meno pericolose, e così è stato. Si dirà: troppo facile contro una formazione allo sbando, dopo un cambio di guida tecnica (da Bettinelli a Dionigi) che non ha sortito (ma sarebbe stato un mezzo… miracolo) gli effetti sperati, anzi ha accentuato la sensazione di disagio e di smarrimento già emersa contro il Brescia sabato scorso, con la confusione aggiunta dalla decisione del nuovo allenatore di schierare una difesa a 3, a differenza del suo predecessore, fedele ai 4 dietro. Le partite, però, bisogna interpretarle come si deve per farle proprie, e i granata hanno avuto un approccio molto positivo al match. La riprova? Stanco e la sua quinta “gemma” (in otto partite, media sbalorditiva), che ha fatto saltare di gioia il pubblico del Tombolato, annichilendo lo stesso Dionigi, che si aspettava ben altro esordio in panchina. Al 12’ l’ex Modena di prima intenzione, su appoggio di petto di Coralli, ha indovinato con un gran destro da fuori area l’angolo alla sinistra di Perucchini. Finalmente l’urlo liberatorio davanti al proprio pubblico, dopo aver impresso la firma sulle imprese di Avellino e Vercelli e aver portato via punti pesanti da Pescara e Lanciano. Tutto risolto in 40’. Sullo slancio, e con il Varese costretto inevitabilmente a venire avanti per cercare di arpionare il pareggio, il Citta si è scatenato, mettendo in cassaforte il risultato nel giro di mezz’ora. Sulle corsie esterne i padovani non hanno trovato ostacoli, grazie ad un Kupisz in serata di grazia (migliore in assoluto insieme a Stanco) e ad un Minesso che con un paio di ripartenze ha seminato il panico nelle retrovie. Splendida l’azione del raddoppio, sull’asse Stanco-Kupisz: cross rasoterra del polacco e girata secca, di destro, di Coralli, sul primo palo. Nono centro per il “cinghiale”. Al 40’, dopo che Coralli si era divorato un’altra occasionissima, la “frittata” di Simic, che dentro l’area ha scalciato Stanco, bravo a superarlo e poi a restare in piedi ugualmente, nonostante il fallo, avvenuto sotto gli occhi di Ghersini, che ha indicato subito il dischetto. Rigore affidato a Minesso, cittadellese doc, che ha spiazzato l’estremo difensore biancorosso. Ripresa soft. Dopo l’intervallo, nonostante l’avvicendamento di due pedine su tre in attacco da parte di Dionigi, il Citta ha vissuto di rendita, controllando i velleitari tentativi di un avversario con il morale a terra e abbandonato dai suoi tifosi, che hanno lasciato quasi tutti (erano una cinquantina) lo stadio a metà del secondo tempo. Bravo Pierobon a guadagnarsi la pagnotta, deviando in angolo un tiro “velenoso” di Barberis (37’), ma per il resto niente altro. Lunedì 9, con le altre che avranno già giocato, i granata sono attesi a Chiavari dallo scontro diretto con l’Entella, passata a Terni. Altri punti doppi in palio, ma giocando così non si deve avere paura di nessuno.
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) «Temevo questa partita perché presentava molte incognite, a partire dall’allenatore nuovo. I ragazzi, però, sono stati molto bravi: si è percepita da subito la loro voglia di fare risultato. Abbiamo iniziato la gara molto bene, mostrando una buona circolazione della palla e affondando quand’era il caso. Nel secondo tempo poi abbiamo lasciato un po’ troppo l’iniziativa all’avversario, ma a quel punto poteva starci». Claudio Foscarini commenta così la larga vittoria ottenuta sul Varese. «Ci siamo trovati di fronte una squadra che ha sempre provato a giocare e questo per certi aspetti ci ha facilitato le cose, perché avevamo più spazio a disposizione. Certo è che il nostro atteggiamento è cambiato in queste ultime partite. L’unico motivo di rammarico è legato alle condizioni di Camigliano, che potrebbe essersi leggermente stirato, e di Paolucci, anche lui vittima di un problema muscolare», prosegue il tecnico. «Il rigore di Minesso? È stato Coralli a decidere di concederlo al compagno. Un bel gesto». La classifica è cortissima. «Già, per questo ripeto che la strada è quella giusta ma è ancora lunga». Sull’altra sponda Davide Dionigi, che lunedì ha diretto il primo allenamento a Varese, non poteva certo compiere miracoli. «Questa partita mi è servita per capire dove lavorare», commenta sconsolato. «Nel primo tempo la differenza c’è stata soprattutto nella condizione fisica che, evidentemente, manca alla squadra. E lo dico indipendentemente dai cambiamenti che ho provato a portare a livello tattico. In un giorno era difficile fare di più, ma ho ancora fiducia».
Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Tutto sin troppo facile. Tre gol in un tempo, supremazia netta, occasioni in serie, calcio champagne. Da leccarsi i baffi, il 2015 del Cittadella è un bijoux. In vetrina ci sono tutti i pezzi migliori e tutto quello che serve per blindare la cadetteria. Il mercato di gennaio porta in dote una squadra nuova, compatta, cinica e capace sempre di trovare la chiave giusta per interpretare avversario e partita. Il Varese ne esce mortificato, schiacciato in modo talmente abnorme da suscitare qualche perplessità, soprattutto ricordando le difficoltà societarie e il cambio di allenatore da Bettinelli a Dionigi che non porta il benché minimo beneficio. Alla lettura delle formazioni è quasi tutto confermato rispetto alle previsioni della vigilia. Nell’undici titolare ci sono Coralli, Paolucci e Camigliano, fuori Sgrigna, Busellato e De Leidi, mentre Minesso strappa la riconferma. Dopo appena due minuti il Cittadella sfiora subito il vantaggio con Minesso, che pennella un corner quasi perfetto, che Perucchini è costretto a smanacciare. Ma per il vantaggio è solo questione di tempo: al 12’ Coralli appoggia per Stanco, che infila Perucchini con un formidabile tiro al volo che s’infila all’angolino. Con il passare dei minuti si capisce che non c’è proprio storia: il Varese sembra una squadra allo sbando, senza un’idea di gioco, senza voglia di sacrificarsi, senza idee e che non trae il minimo giovamento dal cambio di allenatore. Dionigi sgancia un 3-4-3 solo apparentemente spregiudicato e che invece fa acqua da tutte le parti. L’unico sussulto arriva al 23’, quando Stanco perde un brutto pallone al limite dell’area, ma Miracoli non riesce a trovare spazio per il tiro. Per il resto è una sinfonia granata che mette in mostra interpreti ispiratissimi. Il migliore è Kupisz, che sulla destra è devastante e travolge sia Cristiano che Simic. L’azione che porta al raddoppio di Coralli al 30’ è quasi tutta merito suo: discesa irresistibile, appoggio al bacio per il centravanti toscano, che trafigge in diagonale Perucchini. Reazione del Varese? Nulla o quasi, tanto che al 41’ arriva pure il tris. Simic colpisce con un calcione Stanco, che rimane in piedi. Ghersini assegna il penalty fra lo stupore generale. Sul dischetto si presenta Minesso che, di fatto, chiude i conti dopo nemmeno un tempo. Dionigi non trova un senso a un primo tempo disastroso e, in apertura di ripresa, comincia sostituendo due terzi dell’attacco. Fuori Forte e Miracoli, dentro Kurtisi e Barberis, ma non ci sono progressi significativi. Un centrocampista in più per tentare di arginare la piena, peccato che a giochi fatti muovere le pedine sullo scacchiere serva davvero a poco. La ripresa è quasi soporifera e difficilmente potrebbe essere altrimenti. Si vivacizza solo per l’infortunio di Paolucci, costretto a uscire al 20’ per un guaio che purtroppo pare serio. Il resto è il festival delle occasioni sprecate, con Coralli che due volte potrebbe lanciare il contropiede e che s’inceppa sul più bello. Poco male, il verdetto già acquisito. Il Cittadella vince e va a gonfie vele. La salvezza è davvero vicina.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Sempre in tema portieri, Petkovic non ha lavorato con i compagni proseguendo un lavoro differenziato. Corsa leggera a parte anche per Busetto e per Ferretti, entrambi comunque indisponibili per domenica. E giovedì 12 marzo il Padova disputerà un’amichevole al Petron con una squadra formata da ex detenuti. Intanto, proprio De Poli ha fatto rientro a Padova dopo la missione di tre giorni in Bulgaria, dove insieme a Marco Bergamin ha gettato le basi per una collaborazione con il Pirin Blagoevgrad, società di serie B. «Abbiamo raggiunto un’intesa per una partnership in base alla quale avremo una priorità nell’opzione di loro giocatori e diventeranno per noi una base logistica in Bulgaria, tanto che parteciperemo a un maxi raduno con duecento ragazzi che organizzeranno in primavera».
Ore 10.30 – (Gazzettino) SQUADRA. Ripresa della preparazione ieri all’Appiani in vista della sfida casalinga con l’Arzignano Chiampo. Oltre a iniziare a preparare la prossima sfida di campionato, è stata anche l’occasione per fare il punto sugli acciaccati. È ormai sulla via della guarigione Zubin, come spiega il diesse De Poli: «La lesione si è cicatrizzata, in questi giorni effettuerà un lavoro differenziato e vediamo come si sente verso fine settimana». Oltre all’attaccante, Parlato conta di aggregare al gruppo in settimana anche Nichele che ieri ha fatto un po’ di corsa a parte insieme proprio a Zubin e a Ilari, con quest’ultimo che con il Belluno ha rimediato una botta al fianco. Da verificare invece le condizioni di Lanzotti (distorsione alla caviglia). «È a casa a Modena e non può appoggiare il piede – spiega Parlato – Domani (oggi, ndr) rientra a Padova e farà accertamenti».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Sarà una Festa della donna speciale per tutte le tifose biancoscudate domenica all’Euganeo in occasione della sfida con l’Arzignano Chiampo. Tanto per cominciare il Padova regalerà un biglietto omaggio per i settori di tribuna ovest, tribuna est e tribuna Fattori a tutte le tifose che lo richiederanno: sarà sufficiente presentarsi domenica alle biglietterie Sud dello stadio (apertura alle 13) dove sarà predisposto un apposito “sportello donna”. Il club biancoscudato ha pensato anche alle tifose che sono abbonate e che dunque hanno già diritto all’ingresso: per premiare l’affetto e la fedeltà dimostrate, la società darà loro la possibilità di ricevere un biglietto omaggio valido per una delle ultime cinque partite di campionato, biglietto che potranno ritirare telefonando in sede (049-604498) o inviando una email (biglietteria@biancoscudatipadova.com). Non finisce qui. Sempre domenica agli ingressi dello stadio gli steward distribuiranno alle tifose una mimosa, simbolo per eccellenza della Festa della donna. Mentre la Dermomed, sponsor ufficiale dei biancoscudati, omaggerà tutte le donne con un profumo e agli ingressi sarà possibile prenotare gratuitamente un trattamento del viso con Skin (nuovo prodotto di bellezza).
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tornando al presente, ieri il Padova ha ripreso ad allenarsi nello stadio di via Carducci in vista della gara di domenica con l’Arzignano. Sotto osservazione i tanti acciaccati: Ferretti e Busetto non ci saranno, Ilari ha preso domenica una botta al fianco ma dovrebbe farcela, mentre Parlato conta di riavere Nichele e Zubin a disposizione, anche se per qualche giorno continueranno a seguire un programma differenziato. Attese per oggi, invece, novità su Lanzotti: il giovane portiere, vittima venerdì di una distorsione alla caviglia, rientrerà in città e si sottoporrà ai controlli del caso. Oggi doppio allenamento all’Appiani, domani seduta pomeridiana sempre in via Carducci. La tradizionale amichevole del giovedì, che questa settimana non avrà luogo, verrà proposta fra otto giorni con un bel triangolare. L’iniziativa. Giovedì 12 marzo, alle 15, i biancoscudati prenderanno parte infatti al triangolare denominato “Un calcio al pregiudizio”, affrontando due squadre di ex detenuti: da un lato la rappresentativa degli ex carcerati del penitenziario romano, dall’altra la Nazionale Calcio Rebibbia, una realtà che riunisce sia i detenuti che alcuni agenti di polizia penitenziaria. L’incasso, con ingresso ad offerta libera, verrà devoluto all’associazione Fiori Blu, che sostiene i bambini portatori di deficit visivo e le loro famiglie. Un fine lodevole, una giornata atipica e una location assolutamente d’eccezione: il triangolare, salvo diverse indicazioni, dovrebbe aver luogo al campo sportivo “Walter Petron” di via San Massimo, il primo campo della storia del Calcio Padova dal 1910 al 1916.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ieri pomeriggio, all’Appiani, si è rivisto infatti il direttore sportivo Fabrizio De Poli, appena rientrato dal viaggio in Bulgaria con il collaboratore Marco Bergamin. I due sono andati a conoscere la realtà del Pirin Blagoevgrad, una società di serie B che presto potrebbe diventare partner dei Biancoscudati: «Siamo andati principalmente per conoscere le persone che vi lavorano», la spiegazione di De Poli. «Sono un sodalizio bene organizzato, con uno stadio e un centro tecnico molto funzionali, e un settore giovanile assai sviluppato. In linea di massima ci siamo lasciati con la promessa che a breve venga messa nero su bianco la partnership tra le due società: questo significa che il Padova avrà un diritto di prelazione sui giocatori provenienti dal loro settore giovanile, e che la loro società diventerà anche una nostra base di lavoro per lo scouting nel loro Paese». Già prima della fine della stagione, in questo senso, potrebbe tenersi proprio presso il centro tecnico del Pirin un maxi-raduno di giovani calciatori bulgari (almeno 200), al quale presenzieranno anche alcuni dirigenti biancoscudati, alla ricerca di possibili obiettivi per il futuro.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Le parole del presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin hanno aperto una breccia ancora più ampia nel cuore di moltissimi tifosi. «Viene naturale e logico pensare che chi stia facendo bene vada confermato anche l’anno prossimo», ha detto il patron della Biancoscudati Padova in tv domenica sera a proposito di Parlato, e la piazza, tornata a sognare ad occhi aperti, sul web ha esultato come avesse già vinto il campionato. I tifosi, nei loro commenti, hanno apprezzato le parole del patron dando il loro spontaneo benestare – se mai ce ne fosse stato bisogno – alla conferma del tecnico che nell’inferno della serie D ha riportato la città sulle ali dell’entusiasmo. E lui? Il diretto interessato, come ormai è nel suo stile, ci va cauto: «Da un lato le parole del presidente fanno sicuramente piacere. Dall’altro…». Niente da fare, di sbottonarsi proprio non vuole saperne. «Le mie energie mentali e fisiche le spendo su questo campionato: arriviamo dove dobbiamo arrivare, e poi dopo valuteremo il futuro. Penso che sia giusto fare una cosa alla volta». Non si smuove di un centimetro… «Ho già detto e ho già dato», taglia corto. Poi fa per andarsene: «Comunque io sono qui, e abito a Padova…». È questa l’unica dichiarazione che si lascia scappare. Il futuro lo tiene chiuso in un cassetto insieme ai sogni. Ed è l’unico, in una società che al futuro sta pensando eccome.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova pensa alle sue tifose. Domenica prossima, giorno della Festa della Donna, la società biancoscudata ha infatti deciso di regalare un biglietto omaggio a tutte le rappresentanti del gentil sesso che lo richiederanno per i settori Tribuna Ovest, Tribuna Est e Tribuna Fattori dello stadio Euganeo. Per ricevere il tagliando sarà sufficiente che si presentino alle biglietterie sud dell’impianto di zona Due Palazzi il giorno della gara, dove sarà predisposto un apposito sportello. Agli ingressi, inoltre, tutte le donne riceveranno in omaggio una mimosa e un prodotto Dermomed, sponsor ufficiale della squadra biancoscudata. Il Padova, però, non si è dimenticato delle tifose che domenica, prima dell’impegno di campionato contro l’Arzignano, entreranno all’Euganeo con il loro consueto abbonamento: ognuna di esse potrà, in una qualunque delle cinque partite casalinghe successiva alla gara con i vicentini, ricevere un biglietto-omaggio da regalare ad un’altra persona per vivere in compagnia le emozioni del finale di stagione. E considerando che saranno tutte comunque molto interessanti, c’è solo l’imbarazzo della scelta fra Giorgione, Dro, Sacilese, Kras Repen e, buon’ultima, Altovicentino, il 10 maggio.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Domenica 15 marzo il Padova va a Trieste, campo storicamente ostico, mentre l’AltoVicentino non dovrebbe avere grossi problemi contro il Mori Santo Stefano. Domenica 22 il Padova sembra avere un turno più abbordabile contro il Giorgione all’Euganeo, mentre l’AltoVicentino avrà il suo bel daffare per mettere ko il Tamai. Domenica 29 marzo le due grandi rivali sembrano poter incamerare altri tre punti: l’AltoVicentino sul campo del Mezzocorona, il Padova in casa con il Dro. Altro impegno molto complicato nel giovedì prepasquale: biancoscudati di scena a Chioggia, contro una squadra che già all’andata strappò un pareggio all’Euganeo. E da non sottovalutare neppure l’incrocio dell’AltoVicentino con il Fontanafredda. Il 12 aprile data da cerchiare in rosso: Padova-Sacilese e Belluno-AltoVicentino, l’impressione è che i giochi si decideranno qui. Poi il derby dell’AltoVicentino con l’ArziChiampo e la trasferta a Legnago per il Padova, poi ancora un turno favorevole a entrambe (Giorgione-AltoVicentino e Padova-Kras Repen). Il rush finale: Fenadora-Padova e AltoVicentino-Clodiense precedono lo scontro diretto del 10 maggio. Che a Padova nessuno si augura sia decisivo.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il primo alleato di Carmine Parlato nella corsa a ostacoli verso la promozione è il calendario. Perché sarà pur vero che il Padova deve affrontare ancora alcune delle squadre più quotate della serie D, ma è altrettanto vero che il fattore campo avrà il suo peso specifico da qui alla fine della stagione. L’AltoVicentino, ad esempio, deve ancora affrontare il Belluno in trasferta, oltre a dover recuperare un gap di dieci punti. Analizzando nel dettaglio il cammino che aspetta i biancoscudati al prossimo 10 maggio le insidie ci sono, sì, ma il rendimento della squadra autorizza un deciso ottimismo. Si comincia domenica quando all’Euganeo arriverà l’ArziChiampo, già battuto all’andata e che rappresenta comunque un ostacolo non certo agevole da superare. Il tutto mentre sulla carta l’AltoVicentino non dovrebbe faticare troppo contro il Montebelluna, squadra giovane e che in trasferta spesso non è riuscita a offrire lo stesso rendimento di casa. I 36 punti all’attivo, tuttavia, fanno ben capire come l’undici trevigiano possa rappresentare una mina vagante da non sottovalutare.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (venticinquesima giornata, domenica 8 marzo ore 14.30): AltoVicentino-Montebelluna, Clodiense-Mezzocorona, Dro-Fontanafredda, Giorgione-Belluno, Kras Repen-Union Pro, Legnago-Mori Santo Stefano, Padova-ArziChiampo, Sacilese-Tamai, Union Ripa La Fenadora-Triestina
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 59, AltoVicentino 49, Belluno e Sacilese 43, Clodiense 41, ArziChiampo 37, Montebelluna 36, Union Pro 33, Fontanafredda, Tamai e Union Ripa La Fenadora 31, Giorgione 29, Legnago 26, Kras Repen 25, Triestina 24, Dro 22, Mezzocorona 12, Mori Santo Stefano 11.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventiquattresima giornata: Arzichiampo-Clodiense 1-3, Belluno-Padova 0-2, Fontanafredda-Legnago 2-3, Mezzocorona-Dro 1-1, Montebelluna-Union Ripa La Fenadora 0-0, Mori S. Stefano-Sacilese 0-2, Tamai-Kras Repen 1-2, Triestina-Giorgione 4-2, Union Pro-AltoVicentino 0-1
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 3 marzo: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, lavorano a parte Zubin, Ferretti, Ilari, Nichele e Petkovic.