Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia
È stato il protagonista del match d’andata, dando il “la” con il suo gol (e l’aiuto del difensore bellunese Merli Sala) alla fuga del Padova in testa alla classifica, fuga che oggi è arrivata a toccare il massimo vantaggio: 10 punti sull’Altovicentino. Marco Ilari con il suo guizzo sconfisse il Belluno all’Euganeo il 19 ottobre scorso, cominciando a delineare, per primo, le gerarchie di un girone che fino ad allora aveva visto proprio biancoscudati e gialloblù appaiati al vertice a punteggio pieno. «È stata la prima vera partita importante del nostro campionato», ricorda l’esterno romano. «Nel girone d’andata ho segnato al Tamai, al Mezzocorona e al Belluno, e chissà che la coincidenza non possa ripetersi di nuovo: con le prime due ci sono già riuscito, speriamo bene…». Domani sarà una partita importante come quella di allora? «Sarà molto importante il mese di marzo. Il trittico di sfide che ci aspetta ci permetterà di capire se veramente possiamo arrivare sino in fondo a questa fuga: tra Belluno, Arzignano e Triestina ci giochiamo una bella fetta di campionato». Contro il Belluno lei segnò il suo ultimo gol del girone d’andata, poi arrivò la flessione. Motivo? «C’è stato un momento in cui non sono più arrivati i gol, ho fatto tanti assist ma sono rimasto all’asciutto. Penso che sia stata una flessione fisiologica, è normale che nell’arco di un campionato un giocatore possa incontrare alti e bassi. Mi auguro che quello di novembre-dicembre sia stato il mio punto più basso: mi sono sempre sentito bene, ma anche se ero al top c’erano quei momenti in cui le cose non giravano per il verso giusto. Spero di riuscire ad essere più regolare da qui alla fine».
Nel momento della sua flessione il Padova è passato a due punte, per poi tornare al “4-2-3-1” quando ha ricominciato a “girare”. È proprio Ilari l’ago della bilancia tra l’uno e l’altro modulo? «Penso di no, l’ago della bilancia nelle scelte del mister è stata la condizione di un po’ tutti noi: evidentemente pensava che in quel frangente potessimo dare di più con un altro sistema, indipendentemente dal fatto che qualche singolo non fosse nel suo momento più brillante. Diciamo che nelle ultime partite abbiamo interpretato bene il modulo e giocato bene, ma questo non significa che il “4-2-3-1” sia il nostro modulo migliore». La classifica vi sorride, gli infortuni un po’ meno… «Abbiamo avuto una grossa sfortuna nelle ultime settimane, soprattutto in attacco. Ma nella malasorte abbiamo la fortuna di avere giocatori forti e tanta scelta lì davanti: nonostante gli infortuni di Zubin e Ferretti, c’è Amirante che li può sostituire alla grande. Diciamo che la forza del Padova è proprio non avere una prima scelta in attacco». Nemmeno lei si sente una prima scelta? «Penso proprio di no, possiamo essere tutti decisivi sia partendo dall’inizio che subentrando dalla panchina. È questo che sta facendo la differenza rispetto alle altre squadre: a livello di gruppo, abbiamo un potenziale molto maggiore».