Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
«La mia ultima partita con l’Union Ripa è stata proprio con il Belluno all’andata. È un ricordo positivo, dato che il giorno dopo mi ha chiamato De Poli per venire al Padova». Michael Salvadori è trentino di Fiera di Primiero, ma può essere considerato bellunese d’adozione dato che oltre all’esperienza all’Union Ripa ha giocato per due stagioni anche a Feltre. E domenica torna ad affrontare il Belluno, questa volta con la maglia del Padova. «Quando ero all’Union Ripa era sempre il derby nel quale avevamo il maggiore numero di spettatori. Loro sono una squadra forte e lo dimostra il terzo posto, tanto più che hanno un grande allenatore e sono una delle compagini che gioca meglio. Però se noi andiamo lì con la solita testa e diamo continuità a quello che stiamo facendo, penso che non dovrebbero esserci problemi». Per lei è una partita diversa dalle altre? «No, ma la sento come i miei compagni perché è prima contro terza in classifica». L’esperienza con l’Union Ripa le è stata utile per la sua maturazione. «Sì, ho fatto un anno e mezzo lì e ho avuto la fortuna di avere compagni che mi hanno aiutato molto a crescere.
«Adesso sto raccogliendo i frutti e spero di continuare a migliorare. Anche qui al Padova ho un grande allenatore, è il migliore della categoria. Devo sfruttare questa occasione e imparare il più possibile anche in vista del futuro. Sono molto contento di essere al Padova, tutto l’ambiente è unico. E avere quattromila tifosi che cantano tutta la partita è emozionante». Domenica allo stadio Salvadori potrà contare anche sul sostegno di qualche bellunese. «Alcuni tifosi dell’Union Ripa saranno presenti dato che è una bella partita, mi hanno già informato. Li sento spesso e si ricordano di me in modo positivo, è una cosa che mi fa piacere». Padova con dieci lunghezze di vantaggio sull’Altovicentino, ormai sembra fatta. «Anche i miei amici dicono che solo noi possiamo perdere il campionato, ma non la penso così. Se dovessimo perdere tre gare e loro vincerle, si porterebbero a un punto. Dobbiamo restare con i piedi per terra e tenere alta la tensione pensando sempre di andare in campo come se avessimo gli stessi punti dell’Altovicentino».