Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia
Il martedì, alla ripresa degli allenamenti dopo la vittoria sul Fontanafredda e il vantaggio sulla seconda allargatosi addirittura a dieci lunghezze, cosa pensi di trovare all’Appiani? Aria di festa, sorrisi e pacche sulle spalle? Nemmeno per sogno. A Carmine Parlato, paradossalmente, tutta questa situazione e l’euforia scatenatasi in città nelle ultime 48 ore stanno cominciando a stare sulle scatole. Sembra quasi nervoso, il tecnico del Padova, e, una volta avvicinato, esprime chiaro e tondo il suo pensiero: «Lo affermo una volta per tutte», esordisce, parole decise e voce ferma, «il mio obiettivo, da adesso sino alla fine del campionato, sarà quello di giocare le partite domenica dopo domenica, senza guardare mai più la classifica. L’ho già detto alla squadra: faremo in modo di stare concentrati di settimana in settimana senza interessarci a ciò che dicono gli altri, a ciò che scrivono i quotidiani. Se non ci concentrassimo sull’obiettivo, la nostra strada diventerebbe un saliscendi a livello morale e di testa, che ci porterebbe solo a fare confusione. Quindi, lo ribadisco: non entrerò mai più nel merito della classifica, né degli 8, 10 o 15 punti di vantaggio sulle inseguitrici».
Come mai questa scelta? «Perché andrebbe ad influire sull’andamento emotivo dei ragazzi, ci faremmo del male da soli: da responsabile del gruppo chiedo che non se ne parli più. La realtà dice che siamo a +10? Bene, tutti contenti. Ma continuiamo a stare a +10, psicologicamente parlando. La coscienza di aver già mezza vittoria in tasca non facilita il nostro lavoro, da oggi pomeriggio osso in bocca, calci nel sedere e pedalare». In sostanza, continuare a rimarcare il vostro vantaggio metterebbe ancor più sotto pressione la squadra? «Ci mancherebbe! Noi stiamo bene, ma vogliamo cercare di focalizzarci solo sulla domenica. L’obiettivo è fare più punti possibili da qui a maggio, mi sembra naturale, ma solo quando arriveremo al traguardo che tutti ci siamo prefissati potremo parlarne. Da quando siamo passati in testa, abbiamo subito cominciato a fare calcoli e conti: purtroppo nel calcio conti se ne possono fare, ma solo alla fine». Da adesso in poi, quindi, come si comporterà? «Non mi sentirete mai dire che è fatta, tanto meno a febbraio. Non è fatto un bel niente, mancano tantissime partite e per non distogliere la squadra dall’obiettivo finale, e quindi dall’impegno settimanale, da oggi in poi non risponderò più a domande se il Padova abbia già vinto il campionato o meno».
«Confermo, non abbiamo vinto un bel niente. Questa settimana ci prepariamo come le altre: che si sia vinto, perso o pareggiato, al martedì si riprende in mano la scheda, si tira una bella riga su quel che è stato e si pensa a ciò che arriva subito dopo». Però il presidente dell’Altovicentino, Dalle Rive, ha dichiarato la resa. Lei ci crede? «La sua è stata una frase di circostanza: credo si auguri che il Padova cali il ritmo per permettergli di rosicchiarci qualche punto. Fa parte del gioco, ma non m’interessano le dichiarazioni degli altri, mi preoccupo solo dei miei e dell’ambiente. Non voglio fare il presuntuoso, non lo sono mai stato checchè si dica in giro che Carmine Parlato non voglia prendersi responsabilità né meriti e che da adesso in avanti debba solo gestire al meglio il vantaggio acquisito. Se c’è qualcuno che la vede così, venga in campo al martedì, venga a vedere il campionato e le difficoltà che potremmo trovare se pensassimo di aver già vinto: se in tre partite il Padova scivola e loro vincono, ci ritroviamo ad un punto di distanza. Ho detto tutto».
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«Conoscendo il personaggio, finchè la matematica non gli darà torto non mollerà di un centimetro, anzi…». Le dichiarazioni di resa di Rino Dalle Rive non convincono coloro che negli anni hanno imparato a conoscerlo da vicino. È il caso di Marco Cunico, che se da un lato si aspettava certe parole, dall’altro non ci casca: «Normale che il suo stato d’animo non sia positivo, si trova più indietro di quanto lo era stato nelle ultime due stagioni», rileva il capitano biancoscudato. «Però è una persona molto emotiva, ci sta che a caldo, nel momento dello sconforto, si sia lasciato scappare questi giudizi. Ma dopo queste parole, la prossima partita difficilmente la sbaglieranno: adesso l’Altovicentino ha un calendario molto più facile del nostro, se fossi dall’altra parte non mi sentirei già sconfitto».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex Marano Gustavo Ferretti: «Non me l’aspettavo, lui è uno che non molla facilmente, quindi non vorrei che fosse una dichiarazione scaramantica o un modo per farci stare un po’ più tranquilli e abbassare la guardia. Ma noi siamo consapevoli che non possiamo farlo, dobbiamo ancora vincerne tante e alzeremo il bicchiere solo quando sarà fatta matematicamente. Il Padova non deve mollare, e nemmeno loro lo faranno. Mi metto dall’altra parte: se fossi un giocatore dell’Altovicentino non butterei l’asciugamano bianco sul ring, ma terrei botta finchè la matematica non mi condanna».