Fonte: Gazzettino, edizione di Belluno
Una domenica fuori dalla norma. Andrea Radrezza è bellunese d’adozione e padovano di nascita. Praticamente l’impersonificazione del big match di domenica pomeriggio, quando al polisportivo si scatenerà un Belluno-Padova che promette fuochi d’artificio. «Sarà bellissimo, una grande emozione – assicura il centravanti gialloblu tornato titolare domenica scorsa dopo un anno e il lungo infortunio al ginocchio – al Padova sono cresciuto, ho imparato tanto, ho giocato una finale scudetto con la Berretti e ci sono nato. Trovare ora quei colori e quella città come avversari sarà sicuramente stimolante». Cosa dobbiamo aspettarci? «Per cominciare un migliaio di tifosi in più sugli spalti. Ma non solo; sarà una domenica speciale, diversa dal solito, fuori dalla norma. Giocare davanti a 2/3 mila persone ha tutto un altro sapore, un pubblico così ti dà tantissimo, tutto. E visto che in casa ci siamo noi dev’essere un’arma in più per noi». Sarà, soprattutto, una partita tostissima. «Certo. Sono lontani 13 punti, sono fortissimi e in palio ci sarà tanto. Anche noi però vogliamo portare a casa qualcosa. Ad esempio fare punti e bella figura davanti ai nostri tifosi e avvicinarci ulteriormente al secondo posto. Il mister è preparatissimo e in settimana sicuramente ci preparerà ruolo per ruolo». Non credi che l’Altovicentino si stia rivelando meno inarrivabile di quanto sembrasse? «È vero. È e resta una corazzata, ma sinceramente nemmeno io mi aspettavo un calo così. Sono finiti a 10 punti dal Padova e a solo 3 da noi. Insomma sono lì; noi però, pur puntando al loro posto, dobbiamo pensare a noi stessi. Con l’obiettivo di chiudere la stagione più in alto possibile». E se il primo gol di Radrezza post-infortunio arrivasse contro il Padova? «È un sogno. E i sogni talvolta si avverano». Chissà quante dediche pronte… «Tante, ma ne basterebbe una: a me stesso».