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Ore 22.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La partita non gli è piaciuta, «Cosa si può dire di una squadra che ha perso?». Ma Yuri Korablin, alla sua prima al Penzo in questa stagione, si è tolto più di un sassolino dalle scarpe. Non tanto per i risultati sportivi, quanto piuttosto per la situazione di difficoltà in cui si trova la società che, dice, non riceve aiuto dal territorio, tantomeno dalle istituzioni. Alla squadra chiede «lavoro, pazienza e carattere», mentre ai tifosi chiede di comprendere il momento. I tifosi li ha incontrati ieri prima del match, ascoltando le critiche per la sua assenza in questi mesi e per i mancati pagamenti da cui deriveranno punti di penalità. «Le critiche sono ragionevoli, ho promesso loro che ci incontreremo una volta al mese». Stessa promessa ai suoi dirigenti per la questione finanziaria. «Entro metà marzo risolverò i problemi finanziari», ha promesso Korablin che ha anche quantificato la cifra da trovare: «Ottocentomila euro per chiudere il bilancio 2014, coprire i debiti e andare avanti con i pagamenti», ha detto assicurando che una parte della cifra è già stata trovata e versata in conto. Non ha spiegato il perché del ritardo, dato che le motivazioni (crisi russa e sanzioni) sono le stesse di qualche settimana fa: «Ma ho scritto alla Lega per spiegare ed evitare le penalità». Infine ha tuonato contro i suoi revisori contabili «tutti pensano a controllare, nessuno ad aiutare» e contro Comune e Casinò, che in questi anni secondo il patron non hanno dato abbastanza sostegno al progetto sportivo e a quello dello stadio. «Siamo andati a bussare a tutti, ci hanno presi in giro. Un progetto sportivo si regge sull’infrastruttura da cui ottenere ricavi. La situazione dipende da come il Comune vuole trattare la nostra questione». E Korablin non abbandona: «L’obiettivo è conservare il club e andare avanti. Vanno gettate le basi per la prossima stagione».

Ore 22.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Secondo ko consecutivo per il Venezia, che nel derby al Penzo si deve arrendere al Real Vicenza di Paolo Favaretto. Non un bello spettacolo per il presidente Korablin, che ha assistito per la prima volta quest’anno alla partita, al chiuso dell’area hospitality. Abbracci e sorrirsi solo prima del match per il ritorno dell’ex tecnico (e giocatore) arancioneroverde, emozionato per il suo primo ritorno a Sant’Elena da avversario. Ma c’è ben poco da sorridere per il Venezia che parte bene, va in vantaggio grazie al rigore conquistato da Raimondi e trasformato da Greco, ma poi subisce l’onda d’urto del Real, ripiega nella propria metà campo e, prima e dopo l’intervallo, subisce un 1-2. Le assenze (Sales, Legati, Bellazzini) e gli acciacchi pesano ma comincia a farsi pesante soprattutto la classifica, con la zona playout sempre più vicina. Nei primi minuti c’è solo da segnalare l’ammonizione a Peccarisi e, al 12’, la cavalcata di Varano che entra in area ma il suo appoggio è debole. Al 19’ Raimondi con un guizzo in mezzo a tre difensori prova ad entrare in area, ma viene atterrato dal limite. La punizione a rientrare battuta da Scialpi aggira la difesa, ma non sorprende Tomei. Un minuto dopo il Venezia si allunga in contropiede, Raimondi vola verso il fondo dell’area, Carlini è in anticipo ma sbaglia lo stop e atterra l’avversario. Batte dal dischetto Greco con tutta calma, spiazzando Tomei. In vantaggio, il Venezia si lascia schiacciare nella propria metà campo. Dalla Bona al 26’ batte una punizione insidiosa dai 30 metri e il rimbalzo in area per poco non beffa Fortunato. Gli arancioneroverdi rispondono in contropiede con Raimondi che lancia Greco con un diagonale, costringendo Tomei all’uscita. Il Real insiste, Bardelloni sferra un diagonale alto sulla traversa, poco dopo ci prova Bruno mentre mister Serena perde la voce a furia di urlare ai suoi di salire. E arriva inevitabile il gol. A Fortunato riesce un miracolo sul tiro dal limite di Bardelloni, deviato in angolo. E stavolta, con Bruno ben piazzato al centro dell’area, c’è poco da fare. Come a Salò una settimana fa, il Venezia rientra negli spogliatoi a capo chino. L’incubo si materializza alla ripresa delle ostilità. C’è appena il tempo di sperare nell’incursione di Raimondi lanciato in porta, ma non trova il tempo per calciare e viene ammonito per proteste. Ed ecco il gol che manda Favaretto e i suoi in paradiso. La difesa si perde Bardelloni che cavalca per sulla sinistra, sferra un diagonale che attraversa lo specchio della porta e si infila all’incrocio. Il Venezia è in confusione, passaggi imprecisi, tiri non se ne vedono. Inizia la girandola dei cambi, ma è sempre il Real a farsi pericoloso. Alla mezz’ora Margiotta, ex insieme a Malagò, entra in area e Fortunato respinge. Nel finale un batti e ribatti in area illude i tifosi ma finisce con un pugno di mosche. Come questo derby.

Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Dobbiamo fare mea culpa, punto». Per sua stessa ammissione la ferita del «come» era maturata la sconfitta di Salò (in rimonta e con due gol subiti nella zona Cesarini dei due tempi) era ancora aperta. Per questo Michele Serena sperava che i suoi non ricadessero nella stessa buca. «Dovevamo tenere il vantaggio fino al riposo, perché sicuramente poi avremmo assistito ad un’altra partita – la delusione del tecnico arancioneroverde – Purtroppo le ingenuità ci sono state fatali, penso soprattutto sul secondo gol vicentino: posso solo dire che le limeremo col tempo, a livello personale e di squadra». Mister Serena non imputa niente ai suoi sul piano dell’atteggiamento. «L’approccio è stato buono, infatti c’è stata partita da entrambe le parti, noi ci abbiamo sempre provato, in campo ho tenuto sempre tre attaccanti però è vero che di palle nitide da parte nostra non ne ricordo, soprattutto nel secondo tempo. Peccato per le ripartenze sfruttate male, quella di Raimondi, che purtroppo non ha visto i compagni al centro meglio piazzati, e qualche altra». Domanda tanto scontata quanto inevitabile a proposito della classifica, con il malcelato auspicio che la Giana non batta il Monza, eventualità che comporterebbe un ulteriore passo verso la zona playout. «Io penso alla partita di sabato prossimo a Monza perché lì cercheremo di recuperare i punti persi col Real Vicenza. Il morale? Ora la squadra è a pezzi, ha perso un’occasione davanti ai propri tifosi. Però bisogna andare avanti con serenità, abbiamo solo perso una partita di calcio, nella vita c’è di peggio. Purtroppo anche a questa sfida non siamo arrivati nelle condizioni tecniche ottimali, mi spiace che questo ko rovini la nostra buona media dell’ultimo periodo». Testa bassa e tanta rabbia per Andrea Raimondi sfinito in sala stampa. «Pazzesco, praticamente una sconfitta in fotocopia a quella di Salò – l’incredulità dell’attaccante padovano -. Veniamo sempre e comunque puniti al minimo errore ma francamente, dopo tanti episodi simili, non può più essere solo un caso». Raimondi ha avuto il merito di procurarsi il rigore dell’illusorio vantaggio di Greco. «Il fallo c’era tutto sul mio anticipo, il rammarico è semmai per qualche contropiede che avremmo potuto sfruttare meglio, io per primo, ma purtroppo non ho visto i compagni liberi. La classifica? Penso solo a vincere sabato prossimo a Monza».

Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non si interrompe il momento no del Venezia che è costretto ad arrendersi al Penzo al Real Vicenza dell’ex Favaretto. Anche questa volta la “zona-Cesarini” di fine primo tempo è fatale per subire il gol del pareggio e far traballare la convinzione di un team arancioneroverde che nella ripresa non riesce più a riprendere il controllo del match, anzi subisce la rete del ko. La voglia di far dimenticare la beffa di Salò anima il Venezia in avvio di gara: Scialpi guida con passo non troppo spedito il gioco lagunare in assenza (la prima in stagione) dello squalificato Bellazzini. Inizia il Real ad essere pericoloso con una grande botta di Dalla Bona su punizione che Fortunato alza in angolo (6′). Sul corner successivo l’incornata di Polverini finisce di un nulla sul fondo. Al 22′ è proprio Scialpi su piazzato a far volare Tomei mentre dopo appena 60 secondi è bravo Raimondi nel gestire la situazione in area con Carlini che lo atterra per il rigore. Lo batte Greco che spiazza Tomei. Venezia in vantaggio con inevitabile reazione biancorossa che porta a una serie di azioni interessanti. Al 26′ piazzato dalla sinistra di Dalla Bona che rimbalza in area e Fortunato toglie d’istinto. Nel volgere di pochi secondi al 34′ Bardelloni e Bruno hanno buone palle in area che mandano alte. A un minuto dalla fine è sempre Bardelloni a chiamare Fortunato a una super deviazione in angolo. Ancora un corner di Dalla Bona per la testa di Bruno che brucia Peccarisi e pareggia prima della pausa. Ripresa poco concreta da parte lagunare. Con giocate spezzettate, qualche assolo inconcludente, tanto movimento ma nessun vero pericolo per Tomei. Inizia subito male la seconda parte: al 9′ Bardelloni scappa sulla sinistra, lascia sul posto Dell’Andrea ed entra in area da sinistra infilando Fortunato nel sette lontano. Vantaggio Real Vicenza e gara in salita per i lagunari che non trovano più la lucidità necessaria. Al 13′ è Malagò a provarci dalla distanza con un rasoterra sul quale l’estremo lagunare si allunga. Due le azioni degne di nota dei lagunari: al 25′ un tocco di testa di Guerra in area su traversone dalla sinistra che finisce sul fondo e al 30′ una punizione di Scialpi che sfiora il palo di destra. Al 32′ infine Margiotta scende a sinistra e dal fondo conclude su Fortunato che respinge. Prova deludente dei lagunari che confermano il momento di particolare difficoltà.

Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Attacca il Comune e il Casinò, lamenta un disinteresse del territorio per la realtà-Venezia, assicura che i fondi necessari ci sono e che saranno regolati tutti i sospesi: sono 800mila gli euro a disposizione già da lunedì prossimo. Yury Korablin, presidente del team arancioneroverde ieri sconfitto al Penzo (1-2) dal Real Vicenza, non si sottrae alle domande della stampa anche se poi risponde solamente a quelle che maggiormente gradisce, usando anche a mo’ di scudo la necessità dell’intermediazione del traduttore. Comunque è in città e ci resterà almeno sino a lunedì. Non lo conferma ma indubbiamente nella sua agenda ci sono annotati gli incontri con il commissario Zappalorto e con il proprietario terriero Sabbadin per la questione aree e nuovo stadio a Tessera. La partita passa in secondo piano dopo un attimo anche se l’amarezza è molta. Korablin si surriscalda quando si parla di situazione finanziaria e lamenta un disinteresse da parte del Comune, tanto che nella saletta sopra la tribuna centrale si lascia andare ad un paio di manate di rabbia contro la parete e a un paio di pugni ben assestati sul tavolo. “Siamo qui a parlare della situazione del Venezia quando da quattro anni vado in Comune e mi sembra di sbattere contro un muro. Mi è sembrato che quasi quasi ci prendessero in giro. Dove sono Ravà e tutte quelle persone che parlavano… A che sono serviti tutti gli incontri con l’allora sindaco Orsoni? Qui vedo che solamente quei 500 tifosi che sono in curva ci tengono davvero alla squadra”. Poi rincara la dose contro l’amministrazione comunale ritenendo evidentemente non soddisfacente il “rimborso” avuto un anno fa per la temporanea migrazione a Portogruaro. “Il Comune non è stato vicino alla società e ai suoi tifosi come invece meritavamo. E poi c’è da dire che per vivere bene un sodalizio ha bisogno di un aiuto costante dal territorio: non ho visto da quando sono qui nessuna persona proporsi per aiutarci nel cammino”. Nel contempo il presidente assicura che la situazione di difficoltà di liquidità sarà superata entro metà marzo. “Sono arrivato con 800mila euro necessari per saldare i sospesi del 2014 e affrontare i pagamenti più urgenti stipendi compresi. In questo momento è davvero difficile trasferire il denaro dalla Russia all’Italia. Per spiegare le difficoltà che ho incontrato ho scritto una lettera alla Lega Pro nella quale puntualizzo il tutto e chiedo la possibilità di non incorrere nelle penalizzazioni: non c’era la possibilità di far arrivare il denaro per tempo”. La continuità alla guida della società Korablin l’ha confermata direttamente ai tifosi in un incontro che ha avuto prima del match con i rappresentanti della Curva Sud. “Si sono usati tono duri e schietti – riferisce il presidente – e capisco che i tifosi fossero preoccupati da questa situazione. Ho assicurato che una volta al mese avrò un incontro con loro per rispondere alle loro domande ma ho anche chiesto un aiuto per sostenere la squadra a chiudere nella maniera migliore la stagione, agevolando la programmazione di quella futura”. Perchè il presidente non intende mollare. “Affatto. Anzi voglio buttare le basi al più presto per costruire la formazione del futuro. Avrete notato come sia rinato il nostro settore giovanile: è da lì che voglio partire per rilanciare la società, per garantirle un futuro”. Che passa attraverso altre situazioni, “Il principale impegno è conservare il club e proseguire con il nostro progetto. La sicurezza economica una società la raggiunge quando è in grado di guadagnare da sola”. Ciò significa che incontrerà Sabbadin per i terreni e il Commissario per lo stadio? “Se ci saranno sviluppi importanti vi riferirò. Per il momento no comment”. Amara sconfitta con il Real Vicenza. “Non si può perdere in casa, mai. Alla squadra chiedo comunque lavoro, pazienza e carattere. Gli errori commessi fanno ormai parte del passato: bisogna avere un carattere forte per affrontare al meglio il futuro”.

Ore 21.50 – (La Nuova Venezia) La Quaresima rispetta lo stato dell’arte in casa del Venezia: c’è poco di cui festeggiare. La sconfitta contro il Real Vicenza lo impone, ma stavolta non c’è spazio neppure per le recriminazioni. Se l’attacco non trova la porta, a parte su rigore, e il centrocampo subisce di continuo, si vada a ringraziare Fortunato se il passivo non è peggiore. Lasciando stare inutili paragoni madridisti con il nome della squadra ora affidata all’ex Paolo Favaretto, non si può concedere un tempo all’avversario, oltretutto se si è in svantaggio e per di più di fronte al proprio pubblico. Ci si aspetta altro. Certo, si possono tirare in ballo alcune assenze di peso, ma questa è la realtà dei fatti e questo 1-2 , ancora una volta in rimonta, non deve far pensare a una partita troppo equilibrata. Illusione. Quella che regala al pubblico del Penzo il vantaggio su rigore. I primi venti minuti di partita sono giocati da ambo le squadre a viso aperto: contropiede, interventi al limite, voglia di portare a casa i tre punti e di giocare bene. Le squadre ci riescono, con Dalla Bona che al 5’ mette a dura prova i riflessi del portiere del Venezia, calciando una punizione che si alza all’ultimo, indirizzata sotto la traversa. Nel botta e risposta, in cui Raimondi pare essere indiavolato, arriva al 19’ una buona conclusione di Scialpi deviata in corner, mentre due minuti più tardi c’è il rigore. Varano crossa dalla sinistra, il rasoterra è intercettato in scivolata da Carlini che, tentando di rialzarsi, stende Raimondi che sopraggiunge da dietro. Fischio arbitrale ineccepibile, con Greco che allontana i brutti ricordi di Cremona e spiazza Tomei con un tiro a rincorsa breve. Risveglio. È amaro quello del Venezia, perché Fortunato si deve ergere suo malgrado a protagonista. Al 24’ interviene su un pallone scodellato in area da Dalla Bona e diretto all’incrocio dopo una deviazione involontaria nella mischia creatasi di fronte alla porta, quindi rischia grosso sulle conclusioni di Lavagnoli e Bardelloni, salvando al 44’ ancora su quest’ultimo. Il monologo vicentino si conclude un minuto più tardi, quando Bruno di testa (da corner) devia quel tanto che basta per il pareggio. Buio. Ti aspetti un secondo tempo di gran carriera da parte del Venezia, e invece vedi tanto Real sul prato del Penzo. Bravo del cercare di infilarsi tra le maglie della difesa, dove anche Peccarisi perde lucidità e si sente la mancanza di Legati, perfetto nell’arginare i tentativi di Raimondi e Scialpi sul fronte opposto. Tomei può star tranquillo: Guerra non è pervenuto, ma non è una novità ormai, e Greco a parte il rigore si spegne. Il centrocampo di casa balbetta, e così Bardelloni pesca il jolly all’8 con un sinistro che fulmina Fortunato da dentro l’area. Pensi che ci sia tempo per la rimonta e chissà cosa, almeno un punto andrebbe bene per la classifica, invece la squadra di Serena è tutta in una punizione a giro di Scialpi, con la palla che non passa molto lontano dal palo alla sinistra di Tomei. Anzi, è l’ex Margiotta a far vedere le streghe alla retroguardia di casa, ma Fortunato ci mette una mano e una pezza, evitando il peggio. Il nervosismo fa il resto, tra gli arancioneroverdi, non sul fronte dei falli, ma sulla voglia di recuperare lo svantaggio. Una voglia arruffata, che finisce con il trasformarsi in imprecisione e caos. Qualche mischia, un “‘mia-tua” tra Fortunato e Capogrosso che per poco non fanno la frittata, e poco altro. Paolo Favaretto vince in laguna, magari avrebbe preferito non farlo, ma si deve essere professionisti fino in fondo. Giusto così, anche mettere talvolta i ricordi da parte, perché ieri il suo Real ha meritato, e il Venezia dovrà rimboccarsi le maniche tra una settimana al Brianteo di Monza, perché non ci sarà da scherzare: il Carnevale ormai è finito da un pezzo, la classifica comincia a scricchiolare e anzichè parlare di playoff la classifica va guardata dal Venezia in giù prima che scatti l’allarme.

Ore 21.40 – (La Nuova Venezia) «Se siamo in questa situazione è anche per la mancanza totale di supporto da parte del territorio a questo club». Yuri Korablin è tornato, e dopo aver rivisto dal vivo il suo Venezia dopo quasi sette mesi, la prima volta in questo campionato e allo stadio Penzo, non ha risparmiato critiche tra conti da saldare, penalizzazioni in arrivo e progetto stadio. Dopo un inizio titubante, il presidente del Venezia diventa un fiume in piena. «Quanti incontri ho avuto con l’ex sindaco Orsoni negli ultimi anni? Quanti con il Casinò? Chi ci ha aiutati veramente finora dal territorio? Nessuno. Qui esistono solo tanti controllori e nessuno che dà una mano. Ho trovato solo muri contro i quali ho sbattuto i pugni senza avere risposte. Il Venezia ha bisogno di sostegno, di aiuto, e noi il nostro lo stiamo facendo. Lo dimostrano i risultati del settore giovanile, la base di tutto, anche per poi far sì che il club possa guadagnare e sostenersi. Da oltre vent’anni sono nel mondo del calcio e so cosa è il meglio per una squadra». Per lo stadio non ci sono al momento in programma incontri con il commissario Zappalorto e il proprietario dei terreni che Korablin deve riscattare, e domani il presidente rientrerà in Russia. Arrabbiato per la sconfitta interna della squadra con il Real Vicenza, aggiunge: «Se di sbagli ne sono stati fatti, ormai sono dietro le nostre spalle. Alla squadra chiedo solo due cose: avere pazienza e lavorare con carattere. Guardiamo avanti perché non è un segreto che oggi la cosa più importante da fare sia risolvere tutti i problemi finanziari del club. Il mio obiettivo è quello di farcela entro metà marzo, ma conto di poter fare i primi pagamenti lunedì. Ci sono almeno 800 mila da versare per far fronte alla situazione per saldare i debiti 2014, gli stipendi arretrati della squadra, dei dipendenti e alcuni creditori. Con lo staff dirigenziale stiamo lavorando in questa direzione, e a tutti, squadra compresa, ho detto che si deve fare il meglio per poter creare le basi solide per la prossima stagione. Il tutto, cercando di migliorare i risultati ottenuti fino a questo punto. Mancano solo alcuni trasferimenti bancari, ma ce la faremo». Intanto, in vista delle penalizzazioni in classifica, Korablin assicura: «Ho scritto una lettera alla Lega, nella quale ho spiegato le ragioni dei problemi che abbiamo avuto. Ora la squadra dovrà fare il possibile per recuperare sul campo i punti che ci potrebbero essere tolti d’ufficio. Sono sicuro che i giocatori di Serena daranno il massimo. Oggi (ieri, ndr) prima dell’inizio della partita ho avuto anche un confronto con i rappresentanti della Curva Sud. Dialogo diretto, sincero e senza mezze parole. Accetto le critiche che mi sono state rivolte. Mi hanno chiesto di essere più vicino alla squadra e io a loro di fare altrettanto. Dobbiamo andare avanti con il nostro progetto, e cercheremo comunque di avere un confronto mensile con la tifoseria per guardarci negli occhi».

Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Era la sfida tra due amici, prima che fra due colleghi. Si è trasformata in un trionfo di Paolo Favaretto, che mette ko Michele Serena e lancia in orbita il Real Vicenza. Il Venezia perde 2-1, affonda ancora prigioniero dei suoi problemi societari sempre più gravi e vede di fronte a sé un futuro a dir poco grigio. Il primo tempo va a fiammate: al 21’ Scialpi su punizione costringe Tomei a un volo plastico a togliere il pallone dal sette, al 24’ il Venezia passa: Carlini stende Raimondi, è rigore e sul dischetto si presenta Greco, che non sbaglia. La reazione del Real Vicenza è rabbiosa: sul taccuino ci sono una punizione di Dalla Bona sventata da Fortunato (25’), un diagonale di Bardelloni (43’) su cui Fortunato si supera e il pari firmato da Bruno, che al 44’ di testa anticipa Peccarisi e scolpisce l’1-1. Il Venezia accusa il colpo e nella ripresa si disunisce: all’8’ il Real Vicenza ribalta il risultato, merito dell’ex Bardelloni, che s’inventa una percussione personale a superare Fortunato. A quel punto il Venezia è come un pugile suonato: Malagò (13’) sfiora il tris, poi girandola di cambi e altra punizione insidiosa di Scialpi. Gli esiti non sono quelli sperati, Margiotta va ancora a un passo dal 3-1 (31’) e non succede più nulla. Il Real Vicenza va che è un piacere, Favaretto ride, Serena piange: per il Venezia si annunciano tempi cupi, al presidente Korablin il compito di dissipare le nubi. Ieri l’imprenditore russo era al Penzo dopo una lunga assenza. Nelle ultime settimane si sono alternate le voci più disparate sul conto della sua situazione finanziaria ma il patron arancioneroverde ieri ha cercato di fare chiarezza, assicurando che entro la fine di marzo tutte le difficoltà, dovute principalmente alla situazione politica non facile in cui si trova la Russia, verranno risolte. Korablin ha poi incontrato anche i tifosi veneziani, ascoltando le voci critiche che lui stesso ha giudicato «ragionevoli».

Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) La legge degli ex affonda il Venezia, rilanciando un Real Vicenza che il tecnico Paolo Favaretto applaude per il cinismo dimostrato. «Per me è una vittoria particolarissima, tanto importante per la mia squadra quanto delicata sul piano emotivo», le parole in sala stampa dell´ex mister lagunare. «Prima della partita i tifosi mi hanno regalato una sciarpa a dimostrazione del reciproco affetto che ci lega, poi però tutti hanno giocato senza guardare in faccia nessuno». E il team berico ha avuto la meglio rilanciandosi dopo il ko in casa del Renate. «Una gara in salita ma nella quale abbiamo cercato e voluto l´1-1. Il pareggio è arrivato quasi a fine primo tempo però era nell´aria, avevamo creato situazioni anche nitide. Sul 2-1 a inizio ripresa i ragazzi sono stati bravi ad approfittare di un´apertura favorevole sulla fascia, dopodicché giustamente ci siamo difesi, bene, portando a casa tre punti fondamentale per continuare a cullare un sogno». Il Real Vicenza ha mostrato la propria fame di playoff. «L´avevo detto alla vigilia e lo ripeto: non guardo la classifica – taglia corto Favaretto – ma preferisco che viviamo alla giornata con l´obiettivo di fare più punti possibile. Vedremo a 4-5 giornate dal termine dove saremo». Dall´ex più atteso, che sedeva in panchina, a quelli scesi in campo il passo è breve: Emanuele Bardelloni, che a Venezia non aveva lasciato il segno (2 presenze nella Lega Pro2 2012/13), si è preso una bella rivincita. «Non la cercavo onestamente – assicura l´attaccante – però sono felice di aver firmato un successo importante e meritato. A Venezia più che altro non avevo avuto l´occasione di mettermi in mostra, l´allenatore (Diego Zanin, ndr) mi aveva messo subito in disparte. Il mio gol? Dalla Bona è stato scaltro e preciso nel lanciarmi sulla fascia, poi in effetti il sinistro mi è riuscito bene battendo Fortunato che in precedenza era stato super nel negarmi la gioia del gol». Per l´ex giocatore del Como un nuovo inizio anche personale. «Dopo l´operazione al menisco ero un po´ uscito dal giro, stavolta ho avuto la fiducia del mister e credo di averla ripagata. I playoff? Siamo venuti a vincere a Venezia mica per niente». Chiude il giro dei biancorossi Matteo Malagò, veneziano doc. «Ho quasi segnato? Meglio non aver fatto centro dai – si schernisce il centrocampista pensando agli amici in tribuna – Diciamo che è andato tutto bene, io non ho scontentato nessuno e soprattutto il Real Vicenza ha vinto. Ci volevano questi tre punti, una vittoria di spessore e di peso che chiude un periodo così così solo sul piano dei risultati, non di certo delle prestazioni». La svolta, anche per lui, è arrivata con Favaretto. «Sto da Dio col mister: mi lanciò in serie D proprio a Venezia e ritrovarlo qualche anno dopo in Lega Pro, una categoria che affronto da debuttante, mi dà grandissimi stimoli».

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Vincere per reagire. E vincere per continuare a lottare per quel sogno chiamato playoff. Bisognava rialzare la testa ed è stato fatto. La sconfitta contro il Renate (la prima della gestione Favaretto) aveva lasciato l´amaro in bocca e molta delusione. Riprendere la corsa nel derby contro il Venezia rappresentava la migliore cura per una squadra dai due volti: dopo una prima parte di stagione entusiasmante, l´inizio della crisi che non sembrava conoscere fine. Il ritorno al successo esterno che mancava da otto giornate conferma però che il Real Vicenza era sulla buona via per guarire e ripartire. Vittoria per 2-1 ai danni del Venezia e classifica che torna a sorridere ai biancorossi, sempre più lontani dall´essere interessati dalla lotta per i playoff e con la possibilità di tornare a dare uno sguardo alle zone nobili della classifica, quelle che avevano presidiato ad inizio anno ma che hanno poi abbandonato lentamente. Favaretto conferma nove undicesimi degli uomini scesi in campo contro il Renate, a centrocampo preferisce Malagò a Sandrini e concede a Bardelloni, a digiuno di gol da quasi due mesi, una maglia da titolare al fianco di bomber Bruno. E dire che dopo un avvio di gara sotto tono le cose per il Real Vicenza non si erano affatto messe bene: partenza ad handicap generata da una clamorosa ingenuità di Carlini, che regala un rigore ai padroni di casa, trasformato da Greco (24´) e match subito in salita. Tutto però è cambiato proprio dopo lo svantaggio, perché solo da allora il Real Vicenza inizia a giocare e le emozioni nascono solo ed esclusivamente nella metà campo dei lagunari, che riescono a rimanere a galla solo grazie ad uno strepitoso Fortunato, bravissimo a negare il pari immediato a Dalla Bona con un colpo di reni che toglie la sfera da sotto la traversa. Il centrocampista del Real Vicenza, sfumata la possibilità di pareggiare il match, decide allora di regalare ai suoi attaccanti due assist al bacio che non sono sfruttati al meglio per questioni di centimetri. In chiusura di primo tempo il protagonista è ancora il numero uno lagunare, con un intervento da applausi sulla botta dal limite dell´area di Bardelloni ma incolpevole sul successivo colpo di testa di Bruno, lasciato tutto solo in area di rigore sugli sviluppi del corner. Il capocannoniere della Lega Pro non perdona e pareggia meritatamente prima dell´intervallo. Al Venezia mancano ritmo ed intensità che invece il Real Vicenza non si fa mancare nemmeno nel secondo tempo, iniziato con un´ottima occasione da rete sciupata da Bardelloni che da buona posizione non riesce ad impattare bene di testa. Il suo digiuno di gol termina però pochi minuti più tardi, quando dopo essere entrato in area di rigore lascia partire un sinistro che non lascia scampo a Fortunato (8´). Rimonta completata, ma soprattutto meritata. Perché dopo gli affanni iniziali il Real Vicenza è riuscito a prendere in mano la partita, senza farsi condizionare dall´andazzo che la gara aveva improvvisamente avuto. Gli uomini di Favaretto, trovato il vantaggio, non spingono con insistenza. Con ordine e senza nemmeno troppi sforzi si difendono senza mai soffrire seriamente. L´unico vero brivido procurato dalla squadra di Serena arriva alla mezz´ora, su punizione di Zaccagni che sfiora il palo. Poi è Margiotta, l´ex di turno, che appena entrato prova a chiudere definitivamente la pratica Venezia, ma anche lui è costretto a fare i conti con un super Fortunato.

Ore 20.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza se l’è dovuta sudare. Ci sono voluti ben 73 minuti prima di aver ragione del Crotone, ultimo in classifica ma che, da come gioca, di certo non merita il posto che occupa ora. Vicenza imbrigliato, pochi sbocchi e pochi spazi a disposizione e quando ti trovi davanti avversari così tutto diventa più difficile. Il Vicenza soffre, dimostra una buona maturità nel gestire la gara senza perdere lume e ragione, poi nel momento più critico il gol liberatorio di Giacomelli. Ed è un’autentica espolsione di gioia quella che si alza dalle tribune del Menti, perché una roba così, le cinque vittorie di fila ed il terzo posto in graduatoria (almeno finchè Livorno ed Avellino non giocheranno oggi) da queste parti non si vedeva da molti anni, forse da troppi. Che non sarebbe stato per nulla facile ne’ semplice lo si sapeva. Per tutta la settimana si è assistito all’esaltazione di questo Vicenza, media nazionali compresi. Di come con Marino il Vicenza sia, assieme al Carpi, la rivelazione del campionato; di come con Marino nel girone di ritorno il Vicenza sia al primo posto da solo, di come con Marino tutta la Vicenza sportiva stia cominciando a fare un sacco di ragionamenti. Ci mancava pure in questi ultimi giorni la pubblicazione del calendario dei playoff. Arriva il Crotone, ultimo in classica, e il risultato e l’esito pare debba essere scontato; invece no, nel calcio non c’è nulla di scontato altrimenti sai che bello che sarebbe… Le vittorie te le devi soffrire. E guadagnare. Lo sa bene mister Marino, dall’alto della sua esperienza, che in settimana aveva parlato di gara molto insidiosa. E così è stato. Nel Vicenza rientra Giacomelli dopo aver scontato il turno di squalifica; per il resto tutti confermati, compreso Manfredini anche se non al meglio. Cocco non è nemmeno convocato e siede in tribuna, causa i postumi dell’attacco febbrile che lo ha tenuto fermo ai box per tutta la settimana. Il Crotone è molto arroccato in difesa con il solo Torregrossa a vedersela davanti. Al 12’ su azione di contropiede, il Vicenza potrebbe sbloccare la gara ma Petagna solo davanti al portiere spreca malamente un pregevole assist di Giacomelli. Al 22’ su azione d’angolo ci prova Brighenti di testa a scavalcare il portiere, la palla danza vicino alla linea di porta ma la difesa sbroglia. Non è semplice aprire le maglie avversarie chiuse a difesa del fortino: per il Vicenza tanto possesso palla ma di tiri in porta nemmeno uno e il Crotone riesce senza correre troppi rischi nel suo intento della vigilia. Nella ripresa la partita segue lo stesso copione dei primi 45 minuti di gioco, anche se gli ospiti paiono rinfrancati e tentano anche qualche sortita offensiva. Come al 22’ quando con una azione in velocità per poco Dezi di testa non beffa Vigorito. Pericolo scampato e al 28’ quello che tutto lo stadio si aspetta. Azione iniziata da Giacomelli, cross dalla destra di Laverone la sfera giunge nuovamente a Giacomelli che al volo in semi rovesciata la scaraventa sul sette della porta difesa da Cordaz: i 7.500 spettatori venuti al Menti possono liberare le loro urla di gioia. In quel che resta del match il Crotone prova a ribaltare il risultato, ma il Vicenza non corre pericoli e la porta a casa. Quinta di fila e adesso tutti a Bologna, per vedere l’effetto che fa.

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Thomas Manfredini sorride, forse nemmeno lui quando ha accettato di venire a Vicenza pensava che avrebbe vissuto momenti così belli. Quinta vittoria di fila, un cammino nel girone di ritorno travolgente, ma il difensore dall´alto della sua esperienza commenta: «Di certo è un momento buono, anzi ormai non è nemmeno più solo un momento, speriamo adesso di continuare il più a lungo possibile». Stavolta è stata gara di sofferenza ed avete dimostrato di saperla fare. «Sì è un periodo in cui stiamo facendo una serie di cose buone, stavolta contro il Crotone è stata una delle gare più difficili che abbiamo giocato nell´ultimo periodo, anche perchè noi avevamo tutto da perdere». Sulle ali però di quattro vittorie. «Ma sapevamo che avremmo trovato un avversario che ha grande bisogno di punti ed infatti prima di tutto ha cercato di non farci giocare per poi cercare di sfruttare le ripartenze in velocità, ma siamo riusciti a disputare una grande gara dimostrando maturità, perchè non ci siamo disuniti, poi è anche vero che in questo periodo ci va tutto bene e dunque siamo contenti». Lei come sta? Si è temuto avesse qualche problemino… «Bene, o meglio ho qualche acciacco ma niente di che, tanto che riesco a gestirmi senza tanti problemi. Il fatto è che non giocavo da un po´ di tempo ed ora ho fatto quattro gare di fila; ci sta, vista anche la mia età, che qualcosa ne risenta però devo dire che, ad esempio, ora sto bene». Sarà contento, il tecnico Marino ha dimostrato da subito di avere grande fiducia in lei, ormai la coppia titolare di centrali è formata da lei e Brighenti. «Ma no, certo mi fa grande piacere avere la fiducia del mister anche perchè qui ci sono altri bravi centrali e la concorrenza è serrata, comunque su tutto l´importante è continuare così, anzi godiamoci questo momento». E ora subito a testa bassa verso Bologna. Nessuno avrebbe pensato potesse diventare una sfida al vertice. «Sì però io mi sento di dire una cosa:prendiamo le cose alla leggera». Scusi, cosa intende? «Che bisogna godersi questo momento e dunque sarà importante andare a Bologna senza tanti pensieri, andiamo a giocarcela e sarà quel che sarà. Certo, in questo momento sappiamo che possiamo affrontare tutti a viso aperto e senza timori».

Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Una liberazione. Quando Stefano Giacomelli ha visto il pallone gonfiare la rete e si è reso conto di avere segnato il gol che ha sbloccato (e poi deciso) la partita con il Crotone, l´emozione per lui è stata incontenibile, tanto da sciogliersi in un pianto di gioia: «Mi sono scese le lacrime perché questo gol lo aspettavo da tanto tempo, dalla trasferta di Varese – racconta felicissimo il fantasista biancorosso -. Lo voglio dedicare a tutti, alla squadra e ai tifosi. Questi tre punti che ci fanno salire ancora in classifica, avvicinandoci all´obiettivo della salvezza». Ci racconta questa rete?
«Laverone ha messo in mezzo un gran pallone e io ho pensato di cambiare movimento: il mio marcatore si era abituato al fatto che mi accentrassi, stavolta invece all´ultimo momento mi sono staccato e sono arretrato sul secondo palo, trovando lo spazio giusto per provare il tiro al volo, che per fortuna si è infilato a fil di palo». Ha scelto l´occasione giusta per sbloccarsi: un gol bello e da tre punti. «Infatti, meno male. In queste ultime due partite mancava il nostro bomber Cocco, ma a Bari è stato decisivo Petagna e stavolta io. Venerdì a Bologna contiamo di riavere a disposizione anche il nostro centravanti, ma credo sia molto positivo il fatto che anche noi siamo riusciti a centrare il bersaglio». Tutto il Menti l´ha applaudita e acclamata a gran voce. «Sono le emozioni più belle che ti può regalare il calcio. Ringrazio i tifosi per questa dimostrazione di stima e di affetto. Io provo a meritarmeli dando sempre tutto in campo, anche quando magari poi mi capita di sbagliare sottorete: se la prestazione è comunque utile alla squadra e so di avere fatto del mio meglio, va ugualmente bene». All´inizio della partita aveva confezionato un assist al bacio per Petagna, ma avrebbe anche potuto tirare… «Infatti ci ho pensato, ho avuto la tentazione di saltare l´ultimo uomo e concludere, ma ho visto Andrea che mi sembrava messo meglio.  Purtroppo non gli è riuscito l´aggancio, ma non importa: eravamo partiti nel modo giusto e dovevamo continuare così». In realtà è stata molto dura trovare il varco giusto, è d´accordo?
«Sicuramente. Il Crotone si è difeso molto bene, cercavamo di far girare palla ma non riuscivamo a trovare sbocchi. Tra l´altro dovevamo anche stare attenti alle loro ripartenze, infatti sugli esterni io e Laverone spesso abbiamo ripiegato in copertura». E venerdì si va a Bologna per una sfida d´alta classifica. Chi lo avrebbe mai detto alla vigilia del campionato? «Noi dobbiamo solo guardare al presente, al fatto che mancano ancora 7 punti alla salvezza, e a prepararci per giocare questa partita con entusiasmo, al massimo delle nostre capacità. So che tanti tifosi vicentini verranno a sostenerci, proveremo a renderli orgogliosi di noi».

Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Si passa una mano sul volto il d.g. Andrea Gazzoli alla fine del primo tempo: «È dura, c´è da soffrire». Aveva ragione ma il Vicenza dimostra maturità e piega pure il Crotone. Alla fine il dirigente biancorosso commenta soddisfatto: «Lo sapevamo che sarebbe stata dura anche perchè dopo quattro vittorie di fila giocando in casa e con l´ultima in classifica c´era il peso del pronostico che si poteva dare quasi per scontato, ma noi sapevamo che non sarebbe stato così». Un altro passo avanti, ma verso l´alta classifica. «Di certo abbiamo superato un gradino importante». Cosa le è piaciuto di più del Vicenza? «La prova di maturità, perchè ha avuto pazienza. Il Crotone sa far male quando riparte in velocità, dunque serviva massima attenzione, poi si è stati bravi a sfruttare una delle poche occasioni». Il gol sbagliato da Petagna nel primo tempo grida ancora vendetta. «Ha dovuto controllare col sinistro, ma poi anche questo fa parte del percorso di crescita di un giovane e comunque gli va riconosciuto che si è sacrificato tanto». E ora venerdì sera la trasferta a Bologna per una sfida d´alta classifica. «Certo sarà una bella sfida, io penso che a livello mentale è stata più difficile la gara col Crotone, mentre col Bologna sarà più complessa a livello tecnico perchè affronteremo una squadra fuori categoria che mi era molto piaciuta già nella gara d´andata». Almeno la pratica salvezza ormai si può dire archiviata? «È chiaro che si è molto vicini a quello che era il primo obiettivo da raggiungere, di certo con questa vittoria si è salito un gradino difficile che ci proietta in alto». Lo avrà sentito anche lei: sono già pronti 8 pullman per la trasferta di venerdì sera a Bologna. «Con questa partita la curva Sud è stata esaurita per la quarta volta in questo campionato ed è senza dubbio un segnale importante. Questi risultati poi creano un grande coinvolgimento dei tifosi che altro non vogliono se non vedere la loro squadra vincere». E a proposito della trattativa in atto per la vendita della società? «Non ne so nulla, o meglio ho sentito qualche voce, di certo io continuo a fare il mio percorso, ma come tutti in società, quindi la cosa non mi influenza per nulla».

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) Pasquale Marino non si smentisce e a fine partita, di fronte ai giornalisti, non si scompone nemmeno dopo la quinta vittoria consecutiva ottenuta dal suo Vicenza. Che sia contento glielo si legge in volto ma l´espressione è la solita e anzi lui prima di tutto sottolinea la difficoltà della partita. «Ve lo avevo detto alla vigilia e non lo avevo fatto per mettere le mani avanti, ma perchè sapevo che il Crotone è una squadra che fuori casa si sa addirittura esprimere meglio, non per nulla aveva vinto a Bologna e ad Avellino e a Catania ha pareggiato». Senza dubbio vi ha reso la vita difficile. «Eh sì, perchè è messa bene in campo, poi si difende con ordine e nel primo tempo infatti ci ha lasciato poco spazio, anzi ad un certo è pure riuscita a prendere in mano la gara ed ha avuto una buona occasione per segnare. Non ho difficoltà ad ammettere che è stata la gara più sofferta dell´ultimo periodo». Quinta vittoria di fila, ormai sono numeri stratosferici. «Sono numeri importanti ma quello che mi soddisfa di più è che stavolta i ragazzi hanno dimostrato una buona maturità, perchè nel momento di maggior sofferenza hanno saputo raccogliersi bene e poi meno male che abbiamo avuto la fortuna di trovare il gol e da lì abbiamo saputo gestire bene la gara fino alla fine, concedendo quasi nulla». E pensare che Petagna aveva avuto un´occasione d´oro per segnare già all´11´ del primo tempo. «È andata così, magari la volta dopo lo fa, bisogna essere ottimisti, fra l´altro non avevo nessun attaccante centrale in panchina… no questa è una battuta, caso mai ci tengo invece a dire che il ragazzo si è sacrificato molto, ma come tutti del resto». E invece finalmente è arrivato il gol di Giacomelli! «Era ora! Mi fa piacere perchè è un ragazzo che si sacrifica molto per la squadra, copre bene tutta la fascia. Di solito quando si trova davanti alla porta è poco lucido e stavolta invece lo è stato, soprattutto ha tagliato ed è andato a chiudere quando la palla era dall´altro lato, senza dubbio ha fatto bene questo movimento». C´è da preoccuparsi per D´Elia? «Non ho ancora parlato col dottore, mi pare abbia un problema all´adduttore». La decisione di far uscire Di Gennaro poteva sembrare un azzardo,come mai questa scelta? «Aveva preso una gran botta alla fine del primo tempo e stava stringendo i denti, ha tirato fino a quando ha potuto e poi l´ho sostituito». Sbrissa è entrato bene. «Come sempre si fa trovare pronto, ma come pure Vita». Alla fine ha confermato Vigorito in porta. «E perchè non avrei dovuto confermarlo?». Vicenza terzo in classifica… «Piano, c´è la partita tra Livorno e Avellino che sono entrambe lì, vediamo come va, certo non possono perdere tutte e due. Detto questo, è ovvio che fa piacere, però mancano 7 punti alla quota salvezza, poi guardate non lo faccio per scaramanzia ma lo sapete che è dall´inizio che guardiamo di gara in gara: quando avremo 50 punti parlerò del resto». Va bene, ma ormai possiamo dire che si è salvi? «Diciamo che con questa vittoria gli abbiamo dato una bella botta, però matematicamente ancora non lo siamo».

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Battuto pure il Crotone. Sono 5, “manita” tonda tonda come ormai si dice alla spagnola. Sciamando dal Menti nel freddo bagnato della sera ma ardenti nelle emozioni e nei sogni i tifosi se lo chiedevano: ma da quanto il Vicenza non vinceva cinque partite di fila? Da tanto, da ben 12 anni, dal febbraio 2003, l´anno di Mandorlini, che sulla panchina biancorossa ne vinse 7 di fila, ma con una squadra costruita per la promozione e con due signori del gol lì davanti tipo Schwoch e Margiotta. Ieri mago Marino non aveva neppure Cocco, il suo unico bomber (11 gol), in tribuna dopo una settimana di febbre. E Petagna, il centravanti di scorta, ragazzone di belle speranze (19 anni e mezzo), autore del gol-partita a Bari, non ha concesso il bis e ha “bruciato” dopo undici minuti la palla per spaccare subito la gara su assist al bacio di Giacomelli. Ecco, il folletto del tridente: è sbucato lui, a poco più di un quarto d´ora dalla fine, dalla foresta dei difensori avversari in cui un po´ s´era perso ma mai scoraggiato il Vicenza. È sbucato e ha cacciato in gol con una mezza girata simile alla volée con cui il tennista rabbiosamente schiaccia oltre la rete: game, set, partita. Giacomelli non segnava dal 29 novembre a Varese ed è stato bello che a griffare il successo sul Crotone, quello del pokerissimo, sia stato lui, il migliore ieri e un simbolo di tenacia e generosità agostica. Oltre che uno dei non pochi giocatori presi per la Lega Pro, come Laverone che gli ha scodellato il cross, e che sotto la guida di Marino si sono riconvertiti in protagonisti in serie B. Ieri è stato complicato, molto. Perchè il Crotone ultimo in classifica s´è difeso a denti stretti con due linee ravvicinate davanti alla difesa e il solo Torregrossa sperduto in avanti. Trovare un varco era come cercare un ago nel pagliaio, da perderci la testa. E magari anche la partita. Capita non di rado di rimetterci le penne al primo acuto degli avversari dopo aver inutilmente speso tesori di risorse per superarli. Infatti quando nella ripresa il Crotone è venuto avanti il Vicenza s´è allungato un po´ troppo e Dezi ha avuto sulla testa la palla del vantaggio. L´ha sciupata, come Petagna nel primo tempo, e qualche minuto dopo Giacomelli non ha perdonato. Non è stato il Vicenza dominante della vittoria sul Trapani, non è stato quello spumeggiante e trascinante del secondo tempo col Perugia, non è stato neppure quello cinico e indenne da rischi che ha espugnato i campi di Terni e di Bari. Ma è quando vinci anche partite rognose come quella di ieri, quando esci con i tre punti dalla ragnatela di sfide complicate come un cubo di Rubik che la dimensione di squadra vera ne esce rafforzata. La cinquina con il Crotone vale una notte al terzo posto, in attesa del posticipo di oggi fra Livorno e Avellino. Vale un biglietto per la lotteria dei sogni e anche uno per la super sfida di venerdì 27 a Bologna: il Centro Club ha riempito 8 pullman e cresceranno. Comunque vada è già un successo: Marino e la sua squadra stanno vincendo la partita più difficile, far rinascere orgoglio ed entusiasmo nel popolo del Menti.

Ore 19.40 – (Gazzettino) Il Bologna infligge la prima sconfitta nel girone del ritorno ai granata. A decidere la gara la rete realizzata da Laribi quando mancavano quattro minuti all’intervallo, a certificare la netta supremazia della formazione rossoblù. Tutt’altro copione nella ripresa, con il Cittadella a comandare le operazioni e a sfiorare il pareggio in quattro circostanze. Ma gli errori di mira, la sfortuna (palo di Minesso) e la bravura del portiere Coppola hanno negato alla squadra di casa quell’1-1 che alla fine sarebbe stato ampiamente meritato. Troppo timoroso l’approccio alla partita della truppa di Foscarini. È stato così gioco facile per il Bologna insediarsi nella metacampo granata e far valere la propria superiorità tecnica. Molto ispirato soprattutto Laribi, abile a muoversi tra le linee e ad aprire gli spazi per i compagni. Spuntati invece entrambi gli attaccanti: Cacia si è reso pericoloso solo con un colpo di testa sventato in angolo da Pierobon, pressochè nullo Mancosu ad eccezione di un pallonetto sballato da posizione favorevole. Tutto schiacciato all’indietro, il Cittadella non è quasi mai riuscito a mettere il naso nell’area avversaria e troppo spesso si è affidato ai lanci lunghi per innescare Stanco e Coralli. Ridotta all’osso anche la spinta sulle corsie esterne: a sinistra Minesso non ha mai trovato il modo di far valere il suo scatto palla al piede, sul lato opposto Schenetti ha giocato sempre con il freno a mano tirato. Qualcosa è cambiato nei meccanismi granata quando Foscarini ha accentrato Minesso alle spalle delle due punte, lasciando tutta la fascia a disposizione di Barreca le cui accelerazioni hanno colto di sorpresa la retroguardia del Bologna e costretto in una circostanza il portiere Coppola a una difficile respinta di piede. Già penalizzato dalle assenze degli infuenzati Sgrigna, Kupisz e De Leidi, il tecnico del Cittadella ha poi dovuto rinunciare a cavallo della mezz’ora anche a Pellizzer (problema muscolare). Al posto del capitano ha fatto il suo debutto Camigliano che pochi minuti dopo il suo ingresso in campo ha rischiato di perdere un pallone suicida, rimediando in extremis. Nulla però ha potuto la difesa granata in occasione del gol ospite (41’): bellissimo lo scambio tra Krsticic e Masina, pallone radente al centro e girata vincente di Laribi per la gioia degli oltre 1.500 sostenitori del Bologna arrivati al Tombolato pieni di entusiasmo, a cominciare dal tifosissimo Gianni Morandi. Nella ripresa, come detto, l’incredibile metamorfosi del Cittadella che ha cominciato finalmente a giocare alla sua maniera. A dare fuoco alle polveri è stato un micidiale sinistro di Minesso che si è stampato sul montante, poi Stanco in corsa da distanza ravvicinata non è riuscito incredibilmente a centrare lo specchio della porta, quindi è stato Coralli con un gran destro al volo a mettere i brividi a Coppola, infine il nuovo entrato Benedetti quasi dal dischetto del rigore ha calciato addosso al portiere. E al Cittadella sono rimasti solamente i rimpianti.

Ore 19.30 – (Gazzettino) Il tecnico granata Claudio Foscarini analizza così la gara con il Bologna: «Abbiamo sprecato il primo tempo lasciando spazio e subendo il gioco del Bologna. Nell’intervallo ho chiesto ai miei giocatori un cambio di atteggiamento, che c’è stato. Abbiamo visto il Cittadella che si doveva vedere, cioè una squadra che manovra in modo più convinto creando i presupposti per ottenere il risultato. Siamo una squadra che quando è aggressiva riesce a imporsi, altrimenti rischia di uscire sconfitta». Le parate del portiere felsineo Coppola e la non sufficiente pericolosità nelle conclusioni dei granata hanno però impedito il meritato pareggio. «Nella ripresa – continua Foscarini – abbiamo alzato il ritmo e fatto correre la palla in modo più veloce. Le occasioni per segnare siamo riusciti a costruirle, purtroppo non è bastato e recriminare non serve perchè rimane il fatto che abbiamo perso la partita». Le condizioni fisiche della squadra granata non erano ottimali. «Hanno avuto l’influenza il giorno della partita Kupisz, Sgrigna e De Leidi, avevamo recuperato in extremis Cappelletti, mentre Rigoni, Pellizzer e Scaglia in settimana erano rimasti fermi qualche giorno. Certamente qualcosa abbiamo concesso anche per queste debilitazioni. Ho dovuto far scendere in campo Schenetti nonostante non avesse il passo, nè i 90 minuti sulle gambe; sono comunque contento per quello che ha fatto. Avevamo la necessità di trovare l’episodio a favore, che nella ripresa non si è verificato. Il mio cruccio, però, è quello di aver concesso al Bologna il primo tempo». Su Pellizzer, che è uscito dolorante, e sulla classifica, l’allenatore del Cittadella conclude: «Per il capitano temiamo uno stiramento, verificheremo al più presto l’entità dell’infortunio. Per quanto riguarda la classifica, l’ammucchiata a quota 30 punti mi sta bene. Più siamo meglio è perchè possiamo giocarcela». Agostino Camigliano ha fatto il suo esordio in maglia granata: «Era da un po’ di tempo che non giocavo, ma non ero emozionato. Il campo richiede tutta la concentrazione». Cacia non lo ha messo in soggezione: «È uno che gioca con il corpo e usa anche le mani. Mi sono adeguato, ma non c’era il rigore che ha reclamato. Il Bologna ha vinto perchè ha qualità e il gol lo ha trovato». Sulla partita, continua: «Noi abbiamo fatto la nostra parte, la squadra c’è, ci può stare un incidente di percorso, però dalla prossima sfida dobbiamo rialzare la testa. Siamo stati anche sfortunati con un palo e alcune occasioni non finalizzate. Il pareggio ci stava, ma dobbiamo resettare questa sconfitta e pensare alla partita con il Lanciano. In casa o in trasferta per noi non fa differenza».

Ore 19.20 – (Mattino di Padova) Come all’andata – era il 27 settembre 2014 – il Bologna supera il Cittadella di misura e mette le mani su tre punti pesantissimi per la sua classifica, nonostante il – 1 arrivato in settimana da parte della Disciplinare per il mancato pagamento di contributi previdenziali relativi al campionato precedente, quand’era in serie A. E come al «Dall’Ara», a risolvere la sfida è stato ancora Karim Laribi, trequartista di origini tunisine (ma, di fatto, italiano a tutti gli effetti), che all’andata aveva realizzato il gol-partita al 2’ della ripresa, sorprendendo la difesa granata, mentre stavolta ha fatto centro al 41’ del primo tempo, girando in corsa al volo di sinistro, sotto la traversa, un bel pallone servitogli dalla fascia da Masina, imbeccato a sua volta da Krsticic. E così, addio serie positiva: mentre la squadra di Lopez, con l’ottavo risultato utile consecutivo, di cui questa è stata la sesta vittoria (oltre a due pareggi), ha consolidato il suo ruolo di vice-capolista, avvicinando ulteriormente il Carpi solitario in vetta (e distante ora cinque lunghezze), l’undici di Foscarini si ferma a quota cinque partite positive: aveva raccolto 11 punti su 15, una media da promozione. Con 11 su 18 il trend rimane ugualmente notevole, ma le conseguenze della nona sconfitta stagionale sono evidenti sulla graduatoria: di nuovo impelagato nella zona a rischio, insieme a Modena, Entella e Latina con le quali divide il quint’ultimo posto, uno scalino sopra il Brescia, anche se bisognerà aspettare il risultato odierno di Pescara-Catania per avere la certezza che non ci saranno altri sorpassi. Netta supremazia. Il rammarico in casa padovana per un pareggio che avrebbe potuto starci, e che non avrebbe fatto gridare allo scandalo, è giustificato da ciò che il Citta ha combinato nella ripresa, dopo un primo tempo di chiara marca rossoblù. Vero è che, falcidiato dalla seconda ondata di influenza che si è abbattuta sul gruppo, l’allenatore ha perso inaspettatamente a poche ore dalla gara il polacco Kupisz, il difensore De Leidi e l’attaccante Sgrigna (tutti febbricitanti), recuperando Cappelletti, ma nella prima frazione non c’è stata praticamente partita, tale e tanta si è rivelata la supremazia di Matuzalem & C. da considerare persino stretto il risultato minimo di vantaggio con cui i felsinei sono andati al riposo. Un Bologna padrone del campo nel senso letterale del termine, al quale è mancata, sino a pochi minuti dallo scadere, solo la zampata decisiva sotto porta per timbrare il cartellino. Sostenuto da oltre 1.200 tifosi – splendida la coreografia in curva nord – “lo squadrone che tremare il mondo fa” ha creato occasioni da gol con Mancosu, Matuzalem, Cacia, invocando, prima della rete-partita di Laribi, un rigore per una trattenuta di Camigliano sullo stesso Cacia (fallo apparso abbastanza netto, ma Maresca ha sorvolato, 39’). Una volta sbloccatisi, tuttavia, gli emiliani si sono come rilassati, convinti di aver svolto il compitino loro richiesto, senza spremersi poi più di tanto. Palo e super Coppola. Dopo il the, riordinate le idee con il mister, il Citta ci ha messo invece più convinzione e coraggio, scrollandosi di dosso quel timore reverenziale che lo aveva condizionato sin lì. E ha creato pericoli al titolato avversario, salvato dai legni della porta di Coppola e dal suo estremo difensore: prima Minesso ha colpito con un gran tiro di sinistro il palo, e Schenetti, sul prosieguo dell’azione, in diagonale ha sfiorato il bersaglio (4’), poi Stanco ha girato di punta, mancando di un niente la porta, un bel pallone crossatogli da Barreca (8’), infine Benedetti si è presentato solo davanti a Coppola (37 anni a giugno) e ha calciato a colpo sicuro, trovando le mani protese del portiere a sventargli la conclusione (33’). Un Coppola protagonista assoluto, perché nella prima parte della contesa si era opposto benissimo di piede ad un sinistro di Barreca, dopo uno-due con Coralli (34’). Come dire: se è lassù, il Bologna deve ringraziare anche chi ne difende i pali. Si torna a soffrire. Il Lanciano, prossimo avversario, ne ha prese due a Bari, e sabato avrà il dente avvelenato. Il Citta è avvisato: in Abruzzo sarà durissima. Ma lo era anche a Vercelli e sappiamo com’è finita. L’importante è superare il ko di ieri con il minimo danno. La bagarre lì sotto è tanta, e più si è, meglio è. Ai granata il consiglio è scontato: voltare subito pagina e prepararsi ad un’altra battaglia. Da affrontare con l’elmetto.

Ore 19.10 – (Mattino di Padova) Rammarico. Per la prima sconfitta del girone di ritorno, per quel primo tempo regalato, per l’infortunio di Pellizzer e per aver chiuso il match con Coppola, portiere del Bologna, fra i migliori in campo. Claudio Foscarini non nasconde la delusione: «Abbiamo sprecato un tempo. Nella prima mezz’ora ci siamo dimenticati di giocare “da Cittadella” e abbiamo provato a reggere il confronto sul piano del palleggio contro una squadra più forte, mentre dovevamo puntare di più sull’aggressività e sul ritmo. Poi, dopo i primi 30’, abbiamo cambiato atteggiamento e modulo, schierandoci in modo speculare a loro, con il rombo a centrocampo, e questo ci ha aiutato a contrastarli: a quel punto si è visto il Citta che volevo». Dispiace non aver affrontato la squadra più attrezzata della serie B al meglio. «Avrei voluto arrivare a questa gara al 100%, invece, dopo una settimana travagliata, all’ultimo ho perso Kupisz, Sgrigna e De Leidi a causa dell’influenza, in più si è aggiunto l’infortunio di Pellizzer, vittima di uno stiramento. La classifica? C’è un’ammucchiata a quota 30 punti e questo ci aiuta: più siamo e meglio è». Pure Diego Lopez, allenatore del Bologna, riconosce i meriti del Citta: «Nel secondo tempo ci ha messo in difficoltà, ma alla fine siamo stati bravi a reggere quando ha spinto. La mia squadra ha qualità e può vincere le partite in qualsiasi momento».

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto) Molto onore ma purtroppo zero punti in classifica. Ci prova, accarezza a lungo il sogno di bloccare la corazzata Bologna, ma alla fine si arrende con l’onore delle armi e tanti rimpianti. Un palo, almeno tre occasioni nitide e un infortunio, quello di Pellizzer, che rischia di essere serio (sospetto stiramento). Il Cittadella va ko al Tombolato (decisiva la rete di Laribi al 41’) e incassa la prima sconfitta del 2015 dopo 11 punti conquistati nelle prime cinque partite del nuovo anno. Non è un dramma, si può voltare pagina in fretta e ripartire, poi bisognerà con calma rivedere alcuni momenti del match che potevano essere gestiti diversamente. «Abbiamo sprecato un tempo – ammette nel dopogara Claudio Foscarini – solo dalla mezzora abbiamo cambiato atteggiamento mettendoci sul campo in modo speculare a loro. Siamo stati troppo timidi nel primo tempo, subendo il gioco del Bologna. E ciò ha portato alla interruzione di una serie positiva di risultati». Il virus influenzale che ha falcidiato in settimana la squadra miete tre vittime nella notte della vigilia: Kupisz, Sgrigna e De Leidi vanno ko e finiscono dritti a letto, Schenetti torna titolare dopo quasi quattro mesi di assenza. In attacco Coralli viene preferito a Gerardi accanto a Stanco, il resto sono conferme. Per venti minuti non succede nulla: troppo compassata e prevedibile la manovra del Bologna, che punta sulle qualità dei singoli, mentre i granata attendono il momento giusto per colpire in contropiede. Sul taccuino solo fiammate, poche occasioni vere: al 17’ Mancosu prova a sorprendere Pierobon con un pallonetto la cui mira è sbagliata di poco, al 31’ ancora Mancosu spara alle stelle da ottima posizione. Il Cittadella si vede al 34’, quando Coralli serve Barreca che costringe Coppola a un ottimo intervento di piede. Nel finale di tempo il Bologna reclama due volte il rigore, ma in entrambi i casi Maresca lascia correre, poi al 41’ Laribi colpisce. Diagonale perfetto su assist di Masina e vantaggio blindato al termine del primo tempo. Nella ripresa il Cittadella esce dai blocchi con rabbia e sfiora il pari: al 3’ Minesso colpisce il palo, sulla ribattuta Schenetti in diagonale mette a lato, al 7’ Stanco spara alto su assist di Barreca e al 16’ Coralli alza la mira da ottima posizione, mentre al 33’ Benedetti spara su Coppola da ottima posizione. Il Bologna regge l’urto, poi pian piano esce dal guscio. Cacia trova sulla sua strada un ottimo Pierobon (22’), Matuzalem dalla distanza (24’) spedisce a lato. Nel finale la spinta granata si esaurisce e a festeggiare sono i 1200 tifosi arrivati da Bologna. La serie A adesso è sempre più vicina.

Ore 18.40 – (Gazzettino) L’Abano espugna il campo della Correggese (seconda in classifica) e vede più vicina la salvezza portandosi al settimo posto a 36 punti, con dieci lunghezze di vantaggio sui play out. Fresca di rilancio nel derby con il Thermal, la truppa neroverde concede il bis in terra reggiana e conferma di aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Aponensi avanti 3-0 grazie a un autogol di Carminucci e ai sigilli di Bortolotto e Barichello, poi la parziale rimonta degli emiliani. Nel finale espulso Ianneo (doppia ammonizione). Primo tempo a senso unico con l’Abano padrone della situazione, tanto che Barichello colpisce subito un palo. Poi Volpe deve uscire su Franceschini lanciato in contropiede. Il vantaggio è rimandato di pochi istanti con Carminucci che nel tentativo di liberare in angolo infila nella propria rete. L’Abano non molla e Volpe deve sventare un’altra minaccia. Il raddoppio si materializza poco prima del riposo. Fa tutto Bortolotto che supera Mei e Zinetti in velocità e insacca sotto le gambe del portiere. La ripresa si apre con il tris neroverde. Bortolotto ruba palla a Selvatico e serve a centro area Barichello che realizza. A riaccendere le speranze di casa è il sigillo di Chiurato su assist di Carminucci. A questo punto la Correggese torna a crederci e Murano (praticamente inoperoso nella prima frazione) si oppone ai tentativi di Ferrari, Chiurato e Bertoli. Proprio un’uscita errata del portiere padovano consente però a Bertoli di accorciare ulteriormente le distanze. Intanto nelle fila neroverdi entra Zompa (al posto di Bortolotto), poi è il turno di Bordin e Zanardo. Murano ci mette una pezza sul pallonetto di Chiurato. La squadra resta anche in dieci (espulso Ianneo), ma non si fa scappare la vittoria. Così a fine gara il tecnico De Mozzi: «Sono contentissimo anche per la classifica. È stato un bel colpo e spero che queste ultime due vittorie ci diano fiducia. Nel primo tempo c’era solo la mia squadra in campo. Potevamo fare più gol, sfruttando meglio anche qualche ripartenza nella ripresa».

Ore 18.30 – (Mattino di Padova) Euforia a mille nello spogliatoio dell’Abano dopo l’impresa di Correggio. «Abbiamo disputato un primo tempo fantastico – gongola mister Massimiliano De Mozzi – Siamo andati meritatamente in vantaggio e il risultato ci era persino un po’ stretto, viste le tante nitide occasioni da gol create. Nella ripresa abbiamo invece sofferto perché la Correggese si è buttata in avanti in massa per recuperare la gara. I loro due gol sono nati da nostre ingenuità ma ci sta con squadre di questa caratura». Tre punti preziosi come oro colato per la classifica neroverde. «Ci siamo allontanati ancora dalla zona pericolo ma adesso non dobbiamo assolutamente mollare la presa. L’obiettivo è arrivare a 43-44 punti il più in fretta possibile».

Ore 18.20 – (Mattino di Padova) Anticipo dal sapore della grande impresa per l’Abano di Massimiliano De Mozzi, che sbanca con un pesantissimo 3-2 il campo della Correggese infilando la seconda vittoria consecutiva dopo il trionfo nel derby di domenica scorsa contro la Thermal. Un successo tanto inatteso quanto meritato per la truppa neroverde, che si conferma una vera bestia nera per gli emiliani, già piegati di misura (1-0) anche all’andata. La cronaca. Appena il tempo di prendere posto in tribuna che l’Abano sfiora subito il bersaglio: merito del bomber Fabio Barichello, che con un gran diagonale centra in pieno il palo a portiere battuto (3’). Il vantaggio è nell’aria e arriva puntuale al 14’ sempre grazie ad una pregevole iniziativa dello scatenato Barichello, che sguscia via lungo l’out di destra e mette in mezzo un cross deviato in rete da uno sciagurato colpo di testa del difensore locale Andrea Carminucci. L’1-0 mette le ali ai padovani, che in chiusura di frazione concedono il bis con una zampata di Enrico Bortolotto su splendida sventagliata di Alessandro Ballarin. Ma non finisce qui, perché in avvio di ripresa arriva pure il tris: la firma è del solito Barichello, che gira in porta un perfetto appoggio di Max Giusti. La Correggese schiuma rabbia e pochi minuti dopo torna in partita con una sassata mancina del neoentrato Chiurato (53’). I padroni di casa caricano a testa bassa e al 62’ serve un ottimo riflesso di Maicol Murano per togliere dall’angolino una capocciata di Nicola Ferrari. Il giovane portiere aponense non può nulla però al 74’, quando è Matteo Bertoli ad incornare in fondo al sacco un preciso suggerimento di Lorenzo Lari. Gli ultimi minuti sono da infarto, con la Correggese avanti all’arrembaggio e l’Abano dietro a difendere. Murano si supera un’altra volta su un morbido pallonetto dell’indomito Chiurato (84’) e in zona Cesarini arriva persino l’espulsione per doppio giallo dello stopper Michele Ianneo. Ma anche in dieci il bunker neroverde regge alla grande e il risultato non cambia più.

Ore 18.00 – Lega Pro, Bassano sconfitto 1-0 ad Arezzo.

Ore 17.40 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Jolly Montemurlo-San Paolo 3-1, Scandicci-Este 1-1, Thermal Abano-Castelfranco 2-1.

Ore 17.20 – Sala stampa, Salvatore Amirante: “Sarò ripetitivo ma sono felicissimo perché ho segnato, abbiamo vinto e l’AltoVicentino ha perso… Bortot mi ha fatto un assist magistrale, volevo entrare in porta col pallone ma è sempre meglio non rischiare! Dobbiamo continuare così, finché la matematica non ci dà ragione continuiamo a pedalare”.

Ore 17.15 – Sala stampa, Tommaso Bortot: “Nel primo tempo il Fontanafredda si è difeso molto bene, ma col cambio di modulo nella ripresa siamo riusciti a spuntarla. Siamo ben indirizzati, ma dobbiamo continuare a lottare a testa bassa. Qua a Padova è tutto fantastico, questo pubblico ti dà una carica incredibile… L’assist per Amirante? Mi è uscito il passaggio giusto, ce n’era bisogno e l’ho fatto!”.

Ore 17.10 – Sala Stampa, Gustavo Ferretti: “Il gol mi rende felice, ma questo piccolo indurimento al muscolo mi scoccia. Mi è venuto proprio quando ho colpito di testa, ma dev’essere una cosa da niente. Ho preferito chiedere il cambio per non rischiare… Mi scoccia perché in settimana mi alleno tranquillamente e poi mi torna questo problema. I dieci punti di vantaggio? Non è fatta, è l’esperienza del passato a dirmelo. Dobbiamo continuare così”.

Ore 17.05 – Sala stampa, Roberto Bonetto: “Dieci punti di vantaggio è tanta roba, ma dobbiamo stare tranquilli e sereni perché non abbiamo ancora fatto niente. Buttare via un simile vantaggio sarebbe un suicidio… Come mai questo ampio vantaggio? Almeno metà è dovuto al fatto che noi siamo più gruppo, più squadra… Sono particolarmente contento per il gol di Ferretti, se lo merita!”.

Ore 17.00 – Sala stampa, Maurizio De Pieri (allenatore Fontanafredda): “Negli spogliatoi ho fatto subito i complimenti alla mia squadra perché fino all’1-0 avevamo rischiato solo una volta. Abbiamo giocato la nostra partita con ordine, ne usciamo a testa altissima”.

Ore 16.55 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin: “Abbiamo portato a casa una vittoria fondamentale perché abbiamo incontrato anche delle difficoltà. Non è ancora finita ma non possiamo dilapidare un simile vantaggio… Solo noi ormai possiamo fare un danno!”.

Ore 16.52 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Dieci punti? I conti non vanno ancora fatti e per un semplice motivo. Nei campionati che ho fatto grazie a dio ho sempre avuto squadre competitive. E’ maledettamente difficile avere questo passo, quando avremo un momento negativo, dove magari prendi gol, dobbiamo poi preoccuparci. In questo momento c’è grande entusiasmo, complimenti ai ragazzi che sono riusciti a non subire reti, però non credo che guardare alla classifica sia troppo producente. Dobbiamo rispettare la maglia, dobbiamo dare ancora qualcosa in più. Sono sincero, non avrei mai immaginato di essere in una situazione simile, grande merito va ai ragazzi che si comportano bene, hanno mentalità vincente, in una squadra che sa quello che vuole. Nessuno di noi avrebbe mai pensato a una cosa del genere, ce lo stiamo meritando, godiamocela. Sono soddisfatto per una serie di cose, abbiamo avuto un attimo di assestamento, siamo stati bravi e fortunati a credere in questo modulo. Bortot? Da l’impressione di non soffrire la categoria, di essersi adattato al meglio, sono contento per lui. E’ già importante aver vinto noi, vediamo poi cosa succederà. Dopo Mogliano è scattato qualcosa, è stata la sola partita sbagliata e non si possono condannare i giocatori. Quella partita è stata una botta sui denti che ha dato a tutti noi quella certezza calarci nella categoria”.

Ore 16.50 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Era una partita delicata per un insieme di cose, era importante, ci hanno fatto la sorpresa di presentarsi col 5-3-2 e quindi la squadra ha carburato un po’ e gradualmente prima di entrare in partita. Non c’era quella grande fluidità di manovra, a volte abbiamo fatto passaggi che non c’erano. I ragazzi avevano memorizzato un tipo di modulo con sovrapposizioni. Abbiamo creato molto, non finalizzando al meglio. Ho aspettato fine primo tempo per cambiare il modulo. Come sempre succede nel calcio poi sblocchi la partita e si sono aperti tanti varchi. Mi dispiace per Ferretti, perché speravo fosse arrivato il suo momento per riprendersi quello che si merita, ci ha dato una grossa mano però poi è successo di nuovo qualcosa a livello muscolare che non mi capacito. In settimana abbiamo anche fatto un programma diverso per lui. Sembra facile capire, in settimana non ha niente, la domenica succede spesso. Quello che ha non è prevedibile. Non si riesce ad addomesticare quello che ha e gran parte della vittoria voglio dedicarla a lui. E’ merito suo se abbiamo sbloccato il match, ha dato una grande forza su palla inattiva. Quando mi ha accennato all’indurimento mi sono dispiaciuto, ma non poteva peggiorare”.

Ore 16.41 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiquattresima giornata, domenica 1 marzo ore 14.30): Arzichiampo-Clodiense, Belluno-Padova, Fontanafredda-Legnago, Mezzocorona-Dro, Montebelluna-Union Ripa La Fenadora, Mori S. Stefano-Sacilese, Tamai-Kras Repen, Triestina-Giorgione, Union Pro-AltoVicentino

Ore 16.40 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 56, AltoVicentino 46, Belluno 43, Sacilese 40, Clodiense 38, ArziChiampo 37, Montebelluna 35, Union Pro 33, Fontanafredda e Tamai 31, Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 29, Legnago 23, Kras Repen 22, Dro e Triestina 21, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.

Ore 16.37 – Serie D girone C, i risultati della ventitreesima giornata: AltoVicentino-Triestina 2-3, Belluno-ArziChiampo 1-1, Clodiense-Mori S. Stefano 3-1, Dro-Tamai 1-1, Giorgione-Mezzocorona 2-1, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora 1-0, Legnago-Union Pro 2-4, Sacilese-Montebelluna 1-2

Ore 16.35 – TERMINA LA PARTITA: PADOVA- FONTANAFREDDA 2-0. L’ALTOVICENTINO PERDE CON LA TRIESTINA, BIANCOSCUDATI A +10!

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non si molla nulla. Il grido di battaglia di Antonino Asta alla vigilia di Arezzo-Bassano echeggia forte e chiaro. I giallorossi puntano dritti sulla Toscana e pensano al colpo gobbo che rinvigorirebbe le ambizioni promozione in chiave primo posto. «E’ una trasferta ostica – ammette l’allenatore di Alcamo – tra le mura amiche l’Arezzo osa molto di più e le ultime due vittorie hanno dato loro morale. E’ una squadra quadrata, compatta, tra le migliori difese del torneo. Sono sicuro che ci concederanno pochissime occasioni. Dovremo essere concreti, voglio vedere una squadra matura, con magari meno azioni corali visti i pochi spazi che troveremo e più duelli vinti uno contro uno». Asta punta dunque sulla qualità dei singoli, Angelo Nolè su tutti, uno che ha dimostrato spesso e volentieri di sapere e di poter fare la differenza, anche se vanno registrate due assenze pesanti, una delle quali inattesa: «Purtroppo mancheranno Ingegneri a causa di una forma influenzale e Maistrello che si è infortunato durante la rifinitura – sospira Asta – e nelle prossime ore valuteremo l’entità dell’infortunio del nostro attaccante. Credo nei miei giocatori ed è importante per noi continuare a stare lì in alto. Ora avremo quattro trasferte su cinque gare, ci giochiamo molto quindi in queste prossime partite. I complimenti degli avversari per il nostro bel gioco? Fanno molto piacere anche se come dico sempre sarebbe meglio non riceverli e portare a casa i tre punti». Missione possibile: espugnare Arezzo, il Bassano ci prova.

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Si è rotto Maistrello, il re dell´extratime, quello che spara sentenze sul filo di lana. E anche il matchwinner dell´andata, colui che giustiziò l´Arezzo alla sua maniera, cioè nei minuti di recupero. E tanto basta e avanza per mandare di traverso il sabato del villaggio virtussino, reso sbilenco e bislacco dal ko del gigante buono. Di minuti ne mancavano una manciata anche alla fine della rifinitura ieri mattina allo Sporting Club, c´era Asta che provava simulazioni d´attacco con situazioni preparate appositamente per Tommy il colosso, quando in uno di questi movimenti il panzer virtussino ha messo male il piede sul terreno insaccando il quinto dito. All´ora di pranzo non camminava neanche, gli accertamenti radiografici richiederanno nuovi approfondimenti e la visita specialistica dell´ortopedico Ave, ma la prima diagnosi a caldo oscilla tra la speranza di un semplice ematoma con possibile microfrattura (in tal caso lo stop sarebbe almeno di 15-20 giorni e 3 o 4 gare ai box) o il rischio di una rottura del metatarso e relativi due mesi buoni in riparazione. Tonino Asta prima di salire sul pullman in direzione Toscana aveva la faccia di chi accetta i disegni del destino con sereno fatalismo. Anche perchè in organico uno con le caratteristiche del biondone svezzato dalla Berretti non c´è, in panca andrà Spadafora che è uno scattista alla Pietribiasi, non uno sfondatore. E dunque confidare che non piova perchè il carrarmato che pianta i cingoli nel fango adesso resta in garage. Ad Arezzo temevano di brutto il granatiere del Soccer Team, una discreta botta di scarogna ha tolto un pensiero a Eziolino Capuano, che ieri ai giornalisti ha dichiarato che lui è comunque tranquillo dopo le ultime due vittorie di fila: «Se battiamo il Bassano siamo formalmente salvi, se pareggiamo puntelliamo la classifica e se perdiamo avremo perso da una signora squadra». Quindi la guida amaranto ha lasciato intendere anche il canovaccio tattico. Chi annunciava un Arezzo spregiudicato, pronto a darsi alla pazza gioia sull´onda dei due successi scolpiti di recente, dovrà ricredersi. Capuano non arretra dal suo verbo: coprirsi ed eventualmente ripartire. E se ripartono gli altri, fallo tattico immediato come recita il diktat di una formazione che è la migliore del campionato a impedire il gioco altrui. «Ma io penso invece che in casa avanzeranno un po´ di più del solito – anticipa Asta – semmai dovremo essere noi pratici e concreti, si è lavorato apposta su questo aspetto con soluzioni nuove. Certo, non mi attendo una sfida per palati fini, sarà fondamentale vincere i duelli individuali per provare a imporsi». Allora all´occhio perchè l´Arezzo medita di schierare il creativo Yaisien, un francesino di scuola Psg, di proprietà del Bologna, che se è di luna storta può deliziare nel giardino di casa, ma se è in vena fa ammattire qualunque retroguardia. A spanne toccherà a Cenetti agire nella sua zona. «Siamo in una fase cruciale del torneo – avverte Asta – delle prossime cinque partite ne avremo quattro in trasferta, da qui passa il nostro futuro. Vincere è importante ma lo è ancora di più non perdere: tuttavia è l´ora di cercare di diventare adulti nell´atteggiamento in campo e nella capacità di finalizzare – chiosa Tonino – un risultato positivo ci farebbe approdare lanciati al big match di sabato prossimo col Novara al Mercante».

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Attenzione al Mezzocorona. Contro l’ultima in classifica, che però è partita anche con un «handicap» iniziale di 4 punti, il Giorgione di Antonio Paganin cercherà di riscattarsi dopo la sconfitta immeritata di Arzignano. Sulla carta l’avversario sembra facile da affrontare ma il tecnico castellano mette in guardia chi pensa sarà una passeggiata. «Considero il Mezzocorona una delle squadre che gioca meglio in rapporto alle qualità che ha disposizione – attacca Paganin – è la formazione più giovane del girone ma con problemi societari e senza tanti giocatori di qualità. Gioca però a viso aperto contro qualsiasi avversario e anche domenica scorsa contro il Padova è riuscita a segnare un gol ad una squadra nettamente più forte». Cosa significa questo? «Significa che dovremo stare attenti e giocare come sappiamo fare e controllare bene i loro due migliori giocatori, Caridi e Bentivoglio, due punte in grado di metterci in difficoltà». La difesa quindi dovrà essere molto attenta. «Si, non dovremo commettere errori per non compromettere la partita. In difesa rientrano Fontana e Vio mentre mancherà Donè che è squalificato, così come Mattioli». Nell’ultima esibizione casalinga contro il fanalino Mori S. Stefano avete vinto ma avete faticato. «Il Mori è una squadra che si chiude e cerca di non farti giocare mentre il Mezzocorona, pur con pochi giocatori di qualità, cerca di giocare in maniera aperta e propositiva, per questo motivo penso che sarà una bella partita, una sfida tra due squadre che vogliono e devono vincere, loro per avvicinare la zona playout e noi per cercare invece di allontanarla». Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua, Prosdocimi, Eberle, Fontana, Vio, Giacomazzi, Episcopo, De Stefani, Gazzola, Baggio (Zanin), Podvorica.

Ore 14.20 – (Trentino) Il cuore oltre l’ostacolo. Oggi a Castelfranco Veneto il Mezzocorona giocherà contro il Giorgione e le tante, troppe, difficoltà “interne” che, ormai da sei mesi e mezzo (preparazione estiva compresa), condizionano il percorso della formazione di Luca Lomi. Giovedì staff tecnico e squadra hanno incontrato il presidente Alberto Grassi: il massimo dirigente rotaliano ha garantito al gruppo che, entro un paio di giorni, la società provvederà a saldare una delle mensilità arretrate. Sarà il momento del “dentro o fuori”: se la promessa verrà mantenuta Lomi e i giocatori proseguiranno nell’avventura, in caso contrario quella di domenica prossima contro il Dro sarà quasi sicuramente l’“ultima” del tecnico altoatesino sulla panchina gialloverde e, come lui, tanti calciatori saluteranno la compagnia. Intanto, però, c’è da pensare alla trasferta di Castelfranco contro il Giorgione, sestultimo della fila. Per l’impegno odierno Lomi non potrà disporre di Baltieri (stagione finita: nei giorni scorsi è stato operato al ginocchio infortunato contro il Belluno), Baldo (pubalgia), Crestanelli (ricaduta dell’infortunio patito ormai un mese e mezzo or sono), mentre Folla andrà in panchina, ma non è ancora pronto. Rispetto a domenica scorsa rientrano dopo la squalifica Alouani e Misimi e, dunque, la formazione iniziale sarà quella “tipo” con Zomer tra i pali e quartetto difensivo composto da Corrà e Magnanelli sulle corsie esterne con Fochesato e Rossi al centro. In mezzo al campo Melchiori agirà da playmaker con Alouani e Misimi interni e Caridi vertice alto del rombo. Davanti spazio ancora alla coppia composta dal bomber Bentivoglio e Rota, alla ricerca ancora del suo primo gol con la maglia del Mezzocorona.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro nella sesta giornata di ritorno affronta in trasferta il Legnago Salus con l’obiettivo di mettere una bella ipoteca sulla salvezza (14.30, arbitra Lavelli di Sesto San Giovanni). In caso di bottino pieno infatti i trevigiani porterebbero a 10 punti di vantaggio sui veronesi che attualmente occupano l’ultimo posto dei playout. In difesa rientrerà Trevisiol dalla squalifica mentre per lo stesso motivo mancherà il centrocampista Busetto con Rossi in panchina dopo il lungo stop. Il Legnago è imbattuto da 4 gare e già all’andata blocco l’Union sullo 0-0, due motivi in più per non sottovalutare l’avversario. Sottolinea l’allenatore Francesco Feltrin: «Il Legnago è una squadra in salute, ricca di giocatori talentuosi e che ha le capacità e le qualità per poter uscire da questa situazione. Mi auguro solamente che possano tornare a fare punti a partire dalla prossima domenica. Per la prima volta nel corso di quest’anno, Marco Rossi andrà in panchina dopo essere rientrato in gruppo in questa settimana, cosa che potrebbe toccare presto anche ad Alberto Bonotto fermo dallo scorso giugno per l’infortunio al ginocchio subito contro il Villafranca». I veronesi hanno fin qui subìto 39 gol, è la difesa il loro punto debole? «Hanno avuto qualche difficoltà in fase difensiva ma credo che faccia parte del passato, anche noi del resto abbiamo subito otto reti in due gare e senza di queste saremo una delle difese meno battute del girone». Probabile formazione (4-2-3-1): Noè; Niero, Zanette, Trevisiol, Furlan; Serena, Appiah; Al. Nobile, Casarotto, An. Nobile; Comin.

Ore 14.00 – (Trentino) In Laguna a caccia dell’impresa. Con il morale alto e la voglia di non mollare la presa sino a quando la matematica consentirà di sperare, il Mori Santo Stefano scende oggi a Chioggia per affrontare la Clodiense, squadra d’altissima classifica che davanti al pubblico amico non perde dal 19 ottobre. La vittoria di domenica scorsa contro il Dro ha permesso ai lagarini di raggiungere il Mezzocorona a quota 11: i playout restano lontanissimi, ma Zoller e la sua coraggiosa truppa credono ancora nel “miracolo”. La rincorsa agli spareggi salvezza passa ovviamente dalla ricerca di un risultato o più risultati “miracolosi” per cercare di accorciare le distanze e poi giocarsi tutto nelle due sfide dirette che i tricolori disputeranno in trasferta. Per la sfida di oggi l’allenatore moriano ha praticamente tutto l’organico a disposizione, compreso Dal Fiume, uscito malconcio dal derby contro il Dro, che andrà in panchina e sarà impiegabile a partita iniziata. Lo schieramento, dunque, dovrebbe ricalcare per dieci undicesimi quello di domenica scorsa. Il modulo sarà ancora il “4-3-1-2” con Poli tra i pali, mentre la linea di difensori sarà formata dal rientrante Pozza e Dossi sulle corsie laterali con Pruenster e Concli in mezzo. Il centrocampo sarà composto da elementi “over” con Sceffer mediano, capitan Cristelotti e Calliari (apparso in crescita dopo una prima parte di stagione sotto le aspettative) interni. Eisenstecken agirà da trequartista alle spalle del tandem d’attacco formato dagli insostituibili Deimichei e Tisi. Il giovane Libera, in rampa di lancio, dovrebbe partire dalla panchina al pari dell’ “ariete” Tranquillini, che ormai è recuperato dall’infortunio patito un mese e mezzo or sono, anche se non ha ancora i novanta minuti nelle gambe. La Clodiense, che non perde da sette turni (due vittorie e cinque pareggi) ed è sesta in classifica ad una sola lunghezza dalla zona playoff, oggi si presenterà in formazione rimaneggiata viste le assenze dell’attaccante Santi (uno dei punti di forza della rosa di Pagan), del difensore Moretto e dell’esterno Tiozzo Fasolo. In avanti spazio alla coppia Mastroianni – Pellizzer, mentre a metà campo il volto noto è quello del “tuttofare” Mazzetto, che un paio di stagioni or sono ha vestito la maglia del Trento in serie D.

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Occasione da non perdere oggi per la Clodiense che allo stadio “Aldo e Dino Ballarin” (ore 14.30, arbitro Fontani di Siena) ospita il Mori Santo Stefano, ultimo in classifica. Trentini già quasi condannati alla retrocessione, ma che hanno trovato nuova linfa e speranze, domenica scorsa, battendo il Dro e agganciando il Mezzocorona. Anche stavolta però l’allenatore Andrea Pagan dovrà fare la formazione con la lista degli squalificati in mano. Se il bomber Riccardo Santi, infatti, dovrà scontare ancora l’ultima delle tre giornate di squalifiche, questa settimana il giudice sportivo ha fermato per un turno Francesco Tiozzo (espulso a Fontanafredda) e Andrea Moretto (ammonito in Friuli, ma fermato per una gara in quanto diffidato). I granata ritrovano comunque Casagrande, perno di centrocampo, mentre in difesa, se la scelta è obbligata in mezzo (Carlucci e Davide Boscolo Berto sono gli unici centrali rimasti), sulle corsie esterne prende corpo l’ipotesi di Davide Boscolo Gioachina nel ruolo di terzino sinistro, già coperto in passato, per avere maggior spinta. Opzione che potrebbe rispedire Okroglic tra i pali. In attacco la scelta dovrebbe ricadere su Siega e Mastroianni, con Urtiaga che scalpita dopo una buona settimana di allenamenti. «Per noi è una partita fondamentale, perchè vincere significherebbe praticamente chiudere il discorso salvezza e rivedere gli obiettivi» avverte l’allenatore Pagan, «tuttavia non dobbiamo pensare ad un Mori arrendevole, perchè comunque è una squadra viva, in difficoltà, ma non ancora spacciata, con un fronte d’attacco piuttosto importante. Piuttosto speriamo che le condizioni meteo (previsti pioggia e vento) non influiscano sull’esito della gara». Probabili formazioni. Clodiense: Okroglic, Pitteri, Boscolo Berto, Carlucci, Boscolo Gioachina, Mazzetto, Casagrande, Piaggio, Pelizzer, Mastroianni, Siega. A disposizione: L. Tiozzo, Boscolo Nata, Boscolo Gnolo, Chiozzotto, Cigna, Olivieri, Ruocco, Isotti, Urtiaga. Allenatore: Pagan. Mori S. Stefano: Poli, Dal Fiume, Prünster, Concli, Cristelotti, Sceffer, Deimichei, Callari, Eisenstecken, Tissi, Dossi. A disposizione: Rossati, Cunego, Scevola, Imperatrice, Manica, Tranquillini, Pozza, Libera, Bendetti. Allenatore: Zoller.

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Il Kras Repen è una bella gatta da pelare». Così inizia il pensiero di Nicola Giusti, presidente dell’Union Ripa La Fenadora, decima con 30 punti, relativo alla 23. giornata di campionato che vedrà impegnati i suoi neroverdi nella sfida esterna con i carsolini biancorossi, quindicesimi con 19 punti e in piena zona playout. «Questa squadra – continua il presidente – tralasciando la posizione in classifica, è molto temibile sul proprio campo e noi fuori dalle mura amiche non abbiamo un ruolino di marcia invidiabile». Per una maggiore concentrazione continua anche il «silenzio stampa» legato ai giocatori e allo staff tecnico, a parlare rimane solo la dirigenza. Presidente, come sono andati gli allenamenti?
«Da due settimane ci concentriamo sul Kras, perché con l’Altovicentino, secondo in classifica, gli stimoli sono automatici. Questo è il nostro vero banco di prova e ai ragazzi è stata chiesta determinazione e attenzione viste sette giorni fa. Ma non basta, devono proseguire». L’Union ha ripreso il passo, ma cosa si era rotto nel meccanismo? «Non si è rotto nulla. Viene fatto spesso il nome di Moresco come grande assente. Quando era con noi in alcune gare non ha giocato. È stata fatta una scelta che lo ha visto identificato come giocatore importante, ma non indispensabile. Altro esempio quello di Salvadori, sostituito più che bene da Frangu. La verità è che c’è stato un clamoroso calo di concentrazione. Le sconfitte sono arrivate per errori dei singoli, distrazioni sottovalutate anche dalla società. Dobbiamo ritrovare lo spirito pratico: basta chiacchiere. Per questo motivo vogliamo che i giocatori si concentrino esclusivamente sul loro impegno».

Ore 13.30 – (Il Piccolo) Riprendere a correre dopo il ko di Montebelluna. Non c’è altra soluzione per il Kras Repen che quest’oggi alle 14.30 ospiterà l’Union Ripa La Fenadora. Allo Stadio comunale di Monrupino arriverà una squadra che non gode certo di ottima salute. Il team veneto ha guadagnato un punto nelle ultime cinque partite (non vince dal 4 gennaio, 3-1 contro il Giorgione). «Affrontiamo una squadra dotata di grande potenziale con due centrali difensivi di spessore, un centrocampo di qualità e degli attaccanti sempre pericolosi», ammonisce il dirigente carsolino Tullio Simeoni. Per cercare di tornare alla vittoria, dopo il brutto pari con la Triestina e la sconfitta a Montebelluna, oggi il Kras Repen potrà schierare per la prima volta quella che di fatto dovrebbe essere la coppia centrale difensiva titolare, composta da Manuele Del Nero e Miroslav Cvijanovic. Sulle fasce Slavec si collocherà a sinistra, ballottaggio invece tra Simeoni e Boskovic per la fascia destra. Il centrocampo dovrebbe essere formato da Babichev, Rondinelli e Spetic, quest’ultimo spostato dunque in avanti dopo le tante partite giocate, peraltro con ottimi risultati, da difensore centrale. Davanti, accanto a capitan Radenko Knezevic, si svolgerà un doppio ballottaggio. Il primo tra i fuoriquota Maio e Tawgui, il secondo invece tra Rabbeni e Corvaglia. In panchina siederanno di sicuro Budicin, Bozic e Gulic. Il match di oggi sarà diretto dall’arbitro Alessandro Maninetti di Lovere (Bergamo), coadiuvato dagli assistenti Valerio Gubitosi e Orazio Luca Donato di Milano. Un ultimo appunto riguarda il gemellaggio tra le due tifoserie. Il Gusv, il gruppo di tifoseria organizzata dell’Union Ripa La Fenadora, è in parte arrivato già ieri sera a Repen. «Siamo in contatto da diverso tempo e dopo la bella ospitalità ricevuta nella gara di andata contiamo di fare altrettanto qui a Monrupino», racconta Luca Sarazin il capo degli UlKras-Red Boys, il gruppo della tifoseria biancorossa. «In campo si sfideranno due squadre che ultimamente non stanno passando un bel periodo – conclude Sarazin – invece sugli spalti le due squadre troveranno le due tifoserie unite insieme per una gran bella festa dello sport».

Ore 13.20 – (Trentino) Un unico risultato a disposizione e l’organico ridotto all’osso. Ad “Oltra” arrivano le “furie rosse” del Tamai e il Dro, reduce dalla pesantissima e beffarda sconfitta di Mori, può solamente vincere. Lo impone la classifica, visto che il Giorgione, ovvero la salvezza diretta, è distante sei lunghezze, ma i gialloverdi devono anche guardarsi le spalle visto che Kras Repen (a meno uno) e Triestina (a meno due) sono a un tiro di schioppo. La squadra di Manfioletti arriva all’impegno odierno con una rosa che definire ristretta è puro eufemismo: Bertoldi e Chesani sono squalificati, Ruaben (che andrà in panchina, ma solamente per onor di firma) e Colpo (che si è bloccato nell’allenamento di rifinitura) sono infortunati e Donati non è ancora al meglio della condizione. L’allenatore droato non ha ancora scelto a quale modulo affidarsi vista la penuria di centrocampisti a propria disposizione. L’unico mediano di ruolo abile e arruolato è Fabio Bazzanella, per il resto il tecnico trentino sarà costretto ad “inventare”. Probabile l’utilizzo del “5-3-2”, diventato ormai un marchio di fabbrica, con Bonomi tra i pali (è favorito su Bordignon, che a Mori non ha fatto benissimo) e linea difensiva composta da Calcari e dal giovane Grossi sui lati con Serrano, Ischia e Allegretti al centro. In mezzo al campo Ciurletti, al rientro dal primo minuto, verrà riproposto nel ruolo di plamaker (che aveva già ricoperto a inizio stagione) con Bazzanella e Cremonini interni, mentre in avanti il tandem sarà composto da Cicuttini e da Proch, attualmente l’attaccante migliore del roster gialloverde. Manfioletti, anch’egli squalificato e sostituito in panchina dal “vice” Roberto Andreatta, pensa però anche al “4-2-3-1”. In quel caso Allegretti verrebbe dirottato a destra, Calcari presidierebbe la corsia di sinistra con Bazzanella e Ciurletti davanti alla difesa e inevitabile inserimento di Ajdarovski sulla trequarti a fianco Proch e Cremonini alle spalle dell’intoccabile Cicuttini. Il Tamai, guidato in panchina dall’ex tecnico del Mezzocorona Stefano De Agostini (che sarà affiancato dall’allenatore della juniores Luca Saccon), staziona a metà classifica e non sta attraversando un buon momento di forma (quattro pareggi e una sconfitta nelle ultime cinque partita). Per l’impegno odierno De Agostini dovrà fare a meno dello squalificato Federico Furlan, il cui posto nel tridente verrà preso da Bolzon. In dubbio il portiere Peresson.

Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sette punti di vantaggio sulla seconda, Carmine Parlato non li ha avuti nemmeno a Pordenone la scorsa stagione, quella dei record. Padova in fuga (già a quota 53) e Altovicentino (46) ormai rassegnato? Lo scopriremo oggi con i biancoscudati che ospitano il Fontanafredda (31) e i bianconeri la Triestina (18). Intanto dietro si è già scatenata la lotta per il secondo posto ed è bagarre. CORSA A TRE – «Tutto può succedere – Zironelli (Sacilese con 40 punti) vede la coda dell’Altovicentino e la schiena del Belluno (42) – Sei punti di distacco con 12 giornate ancora da giocare non sono tanti. Molto dipenderà dagli infortuni e dalle squalifiche. Noi abbiamo 3 giocatori che hanno già finito la stagione (Grazzolo, Grion e Piscopo, ndr) e attualmente ben 8 diffidati. Se la fortuna ci desse una mano potremmo anche vivere un’altra stagione da bacheca dei ricordi». Intanto oggi (inizio alle 14.30 come per tutti) la Sacilese dovrà sbarazzarsi del Montebelluna (32), già battuto due volte in questa stagione, ma avversario tutt’altro che morbido. «Lele Pasa sta facendo un ottimo lavoro – giudica Ziro – con un gruppo di giovani di valore che hanno anche già una buona esperienza. Domenica scorsa battendo il Kras (2-1 con reti di Samba e Garbuio) è uscito da un momento di difficoltà (2 soli punti nelle 5 gare precedenti). Sarà una bella partita». Squalificato Mboup. Rientrerà Boscolo Papo che completerà il centrocampo con i confermati Craviari, Favret e Beccia. Davanti a Favaro giocheranno Peresini, Baggio e Manucci. In attacco Beccaro, Sottovia e Spagnoli. MAS ROSSONERO – Chiusi da un pronostico scontato i rossoneri (31) a Padova giocheranno per far saltare il banco. «Non abbiamo nulla da perdere – conferma De Pieri -. Godiamoci al meglio due ore indimenticabili». Squalificati ancora per un turno Tacoli e Tellan, sulla piccola motosilurante (Memento Audere Semper) che andrà contro la corazzata di Carmine Parlato saliranno (4-3-3) Vicario, Cao, Frison, malerba, Zorzetto, Ortolan, Tonizzo, Nastri (Roveredo), Alcantara, Gargiulo e Florean. DRO NERO – Furie (30) a caccia di punti. «Conosco i trentini – avvida De Agostini – e non mi fido di loro, anche se nelle ultime 3 hanno fatto un solo pareggio. Meritano almeno almeno una decina di punti in più. Noi per altro – scuote la testa – non è che nello stesso periodo abbiamo fatto molto meglio (Due punti, ndr)». Tre le assenze pesanti fra i rossi: gli infortunati Peresson e Pavan e lo squalificato Federico Furlan. Giocheranno (4-3-3) Franceschini, Colombera, Brustolon, Faloppa, Bozzetto, Kryeziu, D. Furlan, Petris, Bolzon, Sellan e Zambon.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Trasferta di elevata difficoltà per il Montebelluna, che va a far visita alla Sacilese quarta in classifica. Rinfrancati dalla vittoria con il Kras Repen, i biancocelesti sono attesi dal primo di tre impegni contro avversarie di ottimo spessore. Si inizia con i friulani, una delle squadre di maggior tasso tecnico del girone, come sottolinea lo stesso Daniele Pasa, che sconterà il secondo turno di squalifica venendo sostituito in panchina da Toni Tessariol: «La loro qualità l’abbiamo già vista all’andata. Però da allora la mia squadra è cresciuta di molto e la vittoria di domenica scorsa ci ha dato ulteriore fiducia. Ce la possiamo giocare». Come si schiererà la squadra? «La Sacilese gioca con tre punte, ci conseguenza credo che ci sistemeremo con quattro difensori. Per il resto dovremo aspettarli, non avrebbe senso scoprirci perché loro sono molto bravi anche nel ribaltare l’azione». Mancheranno lo squalificato Fabbian e l’infortunato Semenzin. «Gabriele ha preso due giornate dopo l’espulsione con il Kras. Il suo è stato un errore da non ripetere, spero serva da lezione per tutti. Invece Riccardo si è fermato ancora, dispiace perché questa per lui si sta rivelando come una stagione davvero jellata». Come sta Giglio? «Fisicamente ha recuperato, domenica ha voluto tirare il rigore sbagliandolo. Capisco che si voglia sbloccare, però gli ho detto che non deve intestardirsi. Tornerà al gol quando meno se lo aspetta». Probabile formazione (4-3-1-2): Rigo, De Vido, Guzzo, Bressan, Severgnini; Cusinato, Perosin, Nicoletti; Giglio; Sadio, Masiero.

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) E adesso comincia il divertimento. Chi l´avrebbe mai detto, un girone fa, che il biglietto per Belluno-Arzichiampo (calcio d´inizio alle 14.30) valesse una partita da playoff? La classifica parla chiaro. E dice pure di più. Ovvero che la banda Beggio ha gambe che corrono praticamente il doppio del Belluno: 11 punti contro i 6 dei ragazzi di Vecchiato nel parallelo del girone di ritorno. Che poi l´Arzignanochiampo sia in uno stato di grazia ormai da quasi tre mesi è noto a tutti: chiedere alle vittime illustri Altovicentino e Sacilese per credere. «Ricordo bene la partita d´andata – spiega Beggio – perché il Belluno è una delle squadre che gioca meglio a calcio nel girone insieme con Giorgione e Sacilese». Il 2015 iniziato con il piede giusto consente di guardare con meritata serenità all´ultima fase della stagione. «Era il nostro obiettivo, non volevamo perdere punti negli scontri diretti. Così adesso è davvero bello essere in questa posizione di classifica e poter verificare quanto siamo forti con la testa», Ci sono dei simboli in questa stagione, qualche esempio che conferma quanto sia sopra la media pensata l´andatura della squadra di Beggio. «Andare a Belluno con tre attaccanti a fine febbraio è la dimostrazione di che stagione stiamo facendo – aggiunge il tecnico – Trinchieri, Carlotto, Draghetti, Fraccaro e con il rientrante Marchetti sono tutti giocatori che posso utilizzare a seconda della situazioni. Non mi aspettavo di avere questa possibilità, anche se ci speravo in cuor mio». NON MOLLARE MAI. Perché adesso l´abbondanza è il miglior compagno di viaggio per Beggio. Tutti si giocano le maglie da titolare perché la squadra riesce a sostenere il lavoro delle punte. E, di conseguenza, anche gli innesti a gara in corso possono mutare l´andamento delle varie partite. A Belluno oggi sarà necessaria anche una prova di carattere, di testa. Particolare che è già emerso in maniera positiva la settimana scorsa contro il Giorgione. «È stata una prestazione che ha soddisfatto tutti perché nelle difficoltà abbiamo dimostrato di saperci ricompattare – ammette Beggio – Il rigore è stato il bivio del match, ma in realtà la svolta se la sono creata dentro i ragazzi, con la testa. Questo gruppo non molla mai, tutti hanno questa caratteristica». Tattica, tecnica, cuore. Basta shakerare per avere l´attuale Arzichiampo.

Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il giorno di Andrea. Il mister non si sbottona, pensa solo a come battere l’Arzignano di Martin Trinchieri (ore 14.30) e ritrovare subito i tre punti. A quanto pare però una delle armi che Roberto Vecchiato metterà in campo per riuscirci si chiama Andrea Radrezza. Secondo alcune voci infatti il capitano gialloblù dovrebbe tornare titolare proprio oggi, a un anno esatto dalla sua ultima partita iniziata tra gli 11 in campo al fischio d’inizio. «Ho già deciso, ma non è corretto parlare di formazione prima di farlo con la squadra – sostiene Vecchiato – ci mancheranno gli squalificati Merli Sala e Pescosta e forse Masoch, ma poco importa. Meglio oggi che contro il Padova no?! Stiamo smaltendo piano a piano tutte le diffide, il ché potrebbe voler dire evitare squalifiche nelle ultime 10 giornate. Non sarebbe male…». L’Arzignano è o non è la squadra più in forma in questo momento? «Forse sì, ma non mi sorprende. A inizio anno era nella mia top five. È una squadra forte, soprattutto da centrocampo in su. Sarà una partita difficile e le partite difficili si vincono con il proprio bel gioco e sapendo soffrire. Vincerla vorrebbe dire arrivare allo scontro con il Padova con una carica particolare. E non dimentichiamoci mai che abbiamo perso 5 punti su 6 contro le ultime due della classifica». Corbanese-Trinchieri sarà la sfida nella sfida. «Quel che conta è che vinca il Belluno. Se poi lo farà con i gol che permetteranno a Simone di confermarsi in testa alla classifica dei cannonieri, tanto meglio». Il girone di ritorno si sta rivelando ostico e sorprendente. «Lo avevamo detto e previsto. A chi però ci fa notare di aver avuto un periodo di flessione faccio notare che prima di Mezzocorona eravamo a -6 dalla seconda, oggi siamo a -4. L’unica a parte sembra il Padova». Lo vede già in Lega Pro? «Ci è molto vicino. Ma magari poi perde con il Belluno…». Lo scopriremo domenica prossima: oggi (inizio 14.30; arbitro David Capelli di Bergamo) bisogna pensare all’Arzignano. Ecco la possibile formazione titolare: Schincariol; Paganin, Sommacal, Di Bari, Pellicanò; Bertagno, Duravia, Miniati; Posocco, Radrezza, Corbanese.

Ore 12.30 – (Il Piccolo) La Triestina in questo campionato ha pareggiato sul campo della capolista Padova, ha diviso la posta anche in casa della Sacilese quarta in classifica ed è reduce da un 2-2 con il Belluno, terza forza del campionato. Con questi precedenti, oggi l’Unione affronta con una certa fiducia la trasferta a Valdagno in casa dell’Altovicentino (inizio ore 14.30, arbitra Buonocore di Marsala), seconda in classifica staccata però ora di ben 7 punti dalla vetta. Già, perché gli alabardati, oltre al fatto di una tradizione positiva con le grandi e di essere imbattuti in questo 2015, possono contare anche su un momento non esattamente felice dei rivali veneti. L’Altovicentino, infatti, nelle ultime tre giornate ha ottenuto solamente un punto. Inoltre sarà privo dello squalificato Pozza, e sempre a centrocampo avrà delle assenze importanti causa infortunio. Insomma, la Triestina dell’ultimo mese può sicuramente giocarsela e uscire indenne da Valdagno, puntando magari al colpo grosso. Comunque un pareggio, anche se muoverebbe poco la classifica, darebbe ulteriore morale alla truppa alabardata. E poi la squadra di Ferazzoli deve anche arrivare nel miglior modo possibile allo scontro diretto di domenica prossima al Rocco contro il Giorgione. Nonostante il clima attorno alla squadra ritorni a essere caldo per vari motivi, il tecnico e i suoi ragazzi hanno dimostrato in questo periodo di riuscire a isolarsi dai vari problemi quando si tratta di scendere in campo, tutti decisi a guadagnarsi la salvezza. La Triestina dovrà però fare i conti anche con due assenze importanti: quella di Manzo, che ha appena ripreso ad allenarsi dopo lo stiramento accusato durante il match con il Kras, e quella di Fiore, squalificato. Per quanto riguarda la difesa, dopo l’ultima rifinitura di ieri pomeriggio al Grezar su un terreno sconnesso pieno di insidie, ha preso strada l’ipotesi di Giannetti schierato come centrale accanto a Piscopo: evidentemente non si vuole rigettare subito nella mischia Antonelli, lasciandolo tranquillo dopo gli errori delle sue ultime uscite. Per quanto riguarda i terzini invece non ci sono dubbi, con Crosato a destra e Celli a sinistra. Per quanto riguarda l’assenza di Manzo, proprio come contro il Belluno toccherà ancora a Loperfido sostituirlo nella casella degli under. A centrocampo dunque ci sarà Spadari a fare ordine davanti la difesa, con il supporto di Loperfido e Bedin, sperando che quest’ultimo superi del tutto un leggero risentimento muscolare (altrimenti è pronto Arvia). Nel ruolo di trequartista ci sarà invece ancora Proia, che ha dimostrato di essere l’unico dei centrocampisti a disposizione di aver attitudine all’inserimento. In attacco la consueta coppia Rocco-Milicevic.

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Un po´ di fortuna. E quei tre punti che mancano ormai da troppo. Contro la Triestina, Diego Zanin si affida alla cabala del numero 7 e al senso di sacrificio dei suoi attaccanti. «È la mia settima gara e fino ad oggi abbiamo preso solo un gol su azione. Indipendentemente da chi giocherà in avanti, ho bisogno che ci scrolliamo al più presto di dosso lo sconforto e che lì davanti diventiamo più decisi e soprattutto cinici». Parole che fanno da apripista al bollettino medico, che racconta di un centrocampo falcidiato dalle defezioni. Non saranno del match, infatti, Stefano Pozza, squalificato, e gli infortunati Alessandro Cortesi e Diego Dal Dosso. Se a questi si aggiunge anche Maurizio Peluso, che negli schemi del tecnico veneziano funge da trequartista (per lui pubalgia), la coperta vicentina in mediana diventa davvero corta. Punto fermo, Burato, mentre gli altri due centrocampisti saranno scelti fra Brancato, Nchama Oyono e Pignat. E non è detto che alla fine non giochino tutti e tre, se, come paventa qualcuno, dal mazzo Cozzolino-Gambino-Marrazzo potrebbe uscirne fuori uno. E non Marrazzo, che la porta in questoperiodo lavede bene. Alla rifinitura di stamattina l´ultima parola. « – «Dovremo fare i conti con un campo pesante ed una squadra che nelle ultime sfide ha dimostrato di essere viva e grintosa» – insiste Zanin. I giuliani, sempre sotto, sono riusciti a strappare pareggi importanti contro Arzichiampo, Sacilese e Belluno, grazie ad un Rocco davvero spietato. «Lui è uno che sa fare il suo mestiere, ma in genere questa è una squadra più attrezzata del Kras». Scongiuri a questo punto obbligatori, del resto che gli alabardati siano una squadra da prendere con le pinze lo conferma anche il pareggio dello scorso anno a Marano. Allora c´era Godeas e Mehmeti aveva cominciato quel giorno stesso la sua ennesima scalata societaria, oggi le cose sono cambiate ma la voglia di riscatto degli avversari è immutata. «Al di là del loro blasone – chiude Zanin – si sa che nel ritorno i punti contano doppio e chi è dietro vende cara la pelle. Noi non possiamo più permetterci passi falsi e anche da parte mia cercherò di non stravolgere una squadra che comunque sta proponendo un bel calcio. Dobbiamo essere più cattivi e chiuderle prima, anche se tra pali e rigori non dati ormai abbiamo un conto chilometrico con la dea bendata». Via le paure, insomma, ma occhio ai calci da fermo. L´allenatore Giuseppe Ferazzoli li ha provati. Altovicentino avvisato…

Ore 12.10 – (Gazzettino) Tutte a caccia del riscatto oggi alle 14.30 le nostre rappresentanti. ESTE. Brucia ancora la sconfitta rimediata in pieno recupero mercoledì con la Correggese che è costata il secondo posto in classifica. Gianluca Zattarin si attende risposte dai suoi nella trasferta con lo Scandicci: «Il ko di mercoledì fa ancora male, abbiamo buttato via un risultato importante e la possibilità di tenerli dietro in classifica. Voglio una grande reazione, ci dobbiamo riprendere i punti persi con la Correggese e anche quelli con il Formigine». È la terza partita in una settimana e il tecnico potrebbe cambiare qualche interprete. Squalificato Coraini, al suo posto Bonazzoli. SAN PAOLO. È impegnato alle 15.30 in trasferta nello scontro diretto con il Jolly Montemurlo (un punto avanti). L’imperativo è dimenticare la scoppola (4-0) con il Piacenza per riprendere il cammino verso la salvezza. «Dopo un mese fatto a mille – afferma Vito Antonelli – una giornata storta ci può stare, l’importante è ripartire subito. Ci aspetta una gara importante, tecnicamente abbiamo qualche giocatore che può eccellere, ma la salvezza passa attraverso la determinazione e l’unione del gruppo». Matteini e Rosiglioni non fanno più parte della rosa. «I giocatori sono liberi di fare le loro scelte, ma chi mi segue deve farlo al 100 per cento per cercare di salvarci a prescindere dalla situazione societaria, anche se è difficile lavorare in questa situazione». Masiero, Bianchi e Longhi non sono al top. THERMAL. Ultimo in classifica e reduce da quattro sconfitte, deve invertire il trend nella sfida a Monteortone con la Virtus Castelfranco. «Da qui alla fine sono tutte gare da affrontare come finali – sottolinea Mario Vittadello – E dato che le cose non girano neanche per il verso giusto con due gol che ci sono stati annullati con Abano e Scandicci e che ci sono costati tre punti, dobbiamo fare per forza qualcosa di più mettendoci rabbia agonistica e voglia di imporci a tutti i costi. La squadra deve capire che non ci sono più margini, mi aspetto una carica maggiore da parte di tutti». Solo all’ultimo si saprà se Vitagliano e Franciosi saranno recuperabili per la gara.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) La situazione in casa Atletico è sempre più drammatica. Non bastasse una classifica ingrata, (i gialloblù sono al penultimo posto davanti solo alla Thermal), la situazione societaria torna nuovamente d’attualità. La cordata guidata da Roberto Tonicello, Giorgio Malimpensa e alcuni genitori dei ragazzi del settore giovanile, sembra aver compiuto una brusca frenata: troppi i dubbi legati al presente e al futuro della società, con l’ombra degli olandesi (presunti, a questo punto) che, con in mano una lettera d’intenti come quella firmata a dicembre, sulla carta potrebbero addirittura rivalersi nei confronti di un ipotetico nuovo acquirente. E così, ancora una volta, l’Atletico brancola nel buio e la squadra comincia a perdere i pezzi: Davide Matteini, a Livorno da un paio di settimane per curarsi il ginocchio infortunato, difficilmente rientrerà a Padova una volta guarito. «Non posso pretendere da giocatori non pagati da mesi di essere qui ad allenarsi», ammette il tecnico, Vito Antonelli, «La situazione è di nuovo in stand-by, e questo continua a non far bene a una squadra cui mancano completamente di certezze. Ai giocatori posso solo fare un applauso per quello che stanno facendo, ma andare avanti così non è certo semplice». Oggi, (si inizia alle 15.30), l’Atletico incontra in Toscana il Jolly Montemurlo che lo precede di una sola lunghezza nel folto gruppo di squadre che compongono la trafficatissima zona playout: «Diamoci dentro perché troviamo un avversario senza grandi eccellenze tecniche», suona la carica Antonelli. «L’importante è passare sopra alla giornata storta di domenica scorsa, una battuta d’arresto ci può anche stare ma oggi voglio rivedere la fame, l’unione e la voglia di vincere».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Testa bassa e coltello tra i denti. Obiettivo riscatto per la Thermal di Mario Vittadello, che alle 14.30 ospita allo Stadio delle Terme la Virtus Castelfranco (arbitra Valerio Maranesi di Ciampino) nella speranza di dare un calcio alla crisi e scrollarsi di dosso l’ultimo posto solitario del girone D di serie D. Un appuntamento da non fallire per i padroni di casa, reduci da una striscia nera di quattro sconfitte consecutive e alle prese pure con la classica «nuvola di Fantozzi» che tra infortuni e noie muscolari comincia davvero ad affollare l’infermeria. Nulla da fare infatti per gli acciaccati Baldovin, Celi e Orsino e bandiera bianca pure per il terzino Macolino, appiedato dalla febbre: a forte rischio anche il roccioso centrocampista argentino Vitagliano, che si è allenato a parte per un problema agli adduttori, e l’attaccante Franciosi, che nella migliore delle ipotesi andrà in panchina. Insomma, un autentico bollettino di guerra. «Diciamo che non ci gira proprio bene» allarga le braccia mister Vittadello, ex Monselice e Real Vicenza «Al di là delle assenze, siamo stati pure penalizzati da alcuni errori arbitrali senza i quali la squadra avrebbe di certo qualche punto in più. Contro Abano e Scandicci ci sono stati annullati due gol regolari, il calcio è anche questo. Comunque non dobbiamo mollare, voglio tornare a vedere una Thermal combattiva. Servono fame e rabbia agonistica, bisogna dare il massimo per ribaltare la situazione. Questa società merita di restare in categoria». Il primo step sarà ritrovare una vittoria che manca addirittura dal 4-1 al Fiorenzuola dello scorso 11 gennaio.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Dentro o fuori. Per l’Este è arrivato il momento di dare un chiaro segnale a chi sta davanti, visto il distacco dalla capolista Rimini di ben 11 punti. Perché la sconfitta di mercoledì nel recupero contro la Correggese non è stata ancora digerita e il conseguente sorpasso in classifica fa ancora più male. Oggi, alle 14.30, i giallorossi andranno a fare visita allo Scandicci, squadra con obiettivi ben diversi, ma bisognosa di punti per tenersi lontana dalla zona playout. Se la partita d’andata (terminata 2-0 per l’Este, doppietta di Rondon) rappresentò una passeggiata, quella di oggi sarà una partita delicata, visto che i toscani nelle ultime quattro partite in casa hanno ottenuto due vittorie e altrettanti pareggi. «Loro sono una squadra molto esperta», spiega il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin, «possiedono tanta qualità. Non è un caso che siano riusciti ad arrivare in semifinale di coppa. Sarà una formazione difficile da battere, ci vorrà l’Este migliore per tornare a casa con i tre punti». In settimana il mister si è fatto sentire in allenamento, perché gli errori individuali visti mercoledì scorso a Correggio non devono essere ripetuti. «Quando si commettono, c’è poco da dire. Dobbiamo solo pensare a rimboccarci le maniche e giocare una gran partita, per riuscire a portare a casa punti che abbiamo perso nelle ultime due giornate. Se ripenso alla sfida di domenica scorsa contro il Formigine, abbiamo perso due punti a causa di errori individuali. Dobbiamo smetterla. Pretendo una grande reazione, voglio vedere una squadra matura ed ottenere a tutti i costi la vittoria». Visto il doppio impegno settimanale, Zattarin avrà la possibilità di cambiare qualcosa nella formazione, dando spazio a chi ultimamente ha avuto poco minutaggio. Con la squalifica in attacco di Coraini, spazio fin da subito a Bonazzoli che, contro la Correggese, è entrato a partita in corso dando maggiore peso davanti. Lo Scandicci sarà impegnato anche mercoledì prossimo in Coppa Italia Dilettanti proprio contro la Correggese, con l’opportunità storica di ottenere l’accesso ai playoff che, secondo regolamento, viene dato alle migliori tre squadre della coppa. All’Este sarà assegnato il compito di frenare l’entusiasmo dei toscani, per tornare a vincere e rimanere nelle zone nobili della classifica.

Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Amirante.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Anche perchè non potete permettervi di amministrare il vantaggio di 7 punti sulla più diretta inseguitrice. «In questo momento dobbiamo pensare a raccogliere la vittoria, pensare a tutto il resto fa diventare la realtà ancora più difficile. C’è un entusiasmo enorme che fa bene se si trasforma in fame, intensità e voglia di vincere, ed è quello che voglio domani (oggi, ndr) dalla squadra. Dobbiamo essere i principali attori del campo: ci siamo presi questo periodo molto positivo e dobbiamo stare attenti a non incappare in qualche errore che può essere legato a noi stessi». Lei ha sempre dichiarato che il girone di ritorno è un altro campionato più difficile, ma conquistando trenta punti nelle ultime dodici gare avreste la certezza della promozione in Lega Pro. «Intanto portiamo a casa questi tre punti… Però, credetemi: se facciamo calcoli è un disastro e ci creiamo solo problematiche mentali. Dobbiamo lavorare con la testa settimana per settimana. Ci aspetta una partita molto delicata nella quale dobbiamo fare nostra la vittoria e continuare questo trend positivo senza incorrere in atteggiamenti di rilassamento. Se dovessi notare una cosa del genere, andrei a rimediare immediatamente». Alla rifinitura hanno partecipato regolarmente anche Ferretti e Aperi, che sono quindi a disposizione. Ma difficilmente il tecnico modificherà qualcosa rispetto all’undici iniziale proposto con il Mezzocorona. «La squadra sta viaggiando bene, sta a me valutare se dare continuità o inserire qualche elemento che ha fatto bene a partita in corso, ma non vorrei stravolgere più di tanto». Per il portiere Petkovic non è ancora arrivato il momento di rientrare quanto meno in panchina. «È presto. Ha ripreso questa settimana ad allenarsi in maniera molto graduale e nei prossimi giorni continuerà il suo percorso, dopo di che vediamo se sarà disponibile».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Con quattro vittorie consecutive alle spalle, che hanno fatto lievitare il vantaggio in classifica sull’Altovicentino a sette lunghezze, il Padova punta a mettere in riga anche il Fontanafredda (già superato 3-1 all’andata) nella sfida in programma all’Euganeo. Fattore campo che fin qui i biancoscudati hanno sfruttato quasi alla perfezione (26 punti in dieci partite) e che può essere un’arma in più nel rush finale di campionato dato che Cunico e compagni giocheranno sette delle dodici gare che restano proprio nello stadio amico. Testa comunque tutta rivolta oggi al Fontanafredda che viaggia all’ottavo posto (31 punti) e che ha una differenza reti in pareggio all’insegna del numero 35 (tanti sono i gol fatti e subiti). «È un avversario da rispettare – esordisce Carmine Parlato – con giocatori di categoria: Florean è un signore attaccante che ho avuto l’anno scorso al Pordenone, Malerba è un ottimo difensore, il centrocampo è abbastanza tosto con Tonizzo, Ortolan e Nastri, che era con me a Pordenone. So quello che possono dare, dobbiamo avere una grande attenzione e capire che è una partita molto delicata nella quale dobbiamo stare sul pezzo e continuare il nostro percorso». Perché delicata? «Quando tutte le componenti vanno bene, più si allunga il periodo positivo e più ti viene incontro quello negativo, la difficoltà è in questo. Dobbiamo portare a casa i tre punti e se arrivano attraverso la prestazione è meglio. Ma dobbiamo fare nostra la vittoria e concentrare le energie principalmente su di noi. Mi auguro che si continui a giocare nelle due fasi in undici, non possiamo permetterci di regalare nessuno. Siamo in un momento in cui le cose stanno andando per il verso giusto e dobbiamo continuare il nostro percorso».

Ore 10.50 – (Gazzettino) La concomitanza della partita di oggi con i campionati Italiani indoor di atletica leggera che si disputeranno nel vicino Palaindoor comporterà qualche piccolo cambio di abitudini per i tifosi biancoscudati. Considerato il rischio di non trovare posto nel parcheggio sud dell’Euganeo, normalmente utilizzato dal pubblico di casa, nell’occasione sarà possibile usufruire anche dell’intero parcheggio nord che di solito è a disposizione solo dei sostenitori ospiti. Novità pure sul fronte delle biglietterie, operative a partire dalle 13. Anche in questo caso, oltre ai botteghini sud, saranno utilizzabili dai supporter padovani anche quelli posti sul lato nord. C’è comunque la possibilità di munirsi anticipatamente dei tagliandi, acquistabili fino alle 12 nei consueti punti vendita del circuito Ticketone, ma in questo caso è opportuno verificare la loro apertura domenicale, o attraverso il relativo sito ticketone.it. Altro consiglio, per evitare, code, ritardi e contrattempi, è quello di raggiungere lo stadio con un certo anticipo e, tempo permettendo, muovendosi in bicicletta o moto. E a proposito di tifosi, l’attenzione è già rivolta alla trasferta di domenica prossima a Belluno per il quale a disposizione del popolo biancoscudato ci saranno un migliaio di biglietti, al costo di 15 euro (10 per donne e ragazzi tra i 12 e i 18 anni) che dovrebbero essere disponibili in prevendita anche a Padova. Nei prossimi giorni se ne saprà di più. Ieri pomeriggio intanto, alla presenza di numerosi tifosi, al negozio Intercity Firm in via Dante 93, nell’occasione tappezzato di foto storiche del Padova, è stata presentata la consueta maglietta tematica biancoscudata, questa volta denominata “Appiani Patria Nostra”. FIOCCO ROSA. Congratulazioni al preparatore atletico Alan Marin e alla sua compagna per la nascita della figlia Emma, avvenuta giovedì.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Volpe dal titolo “Chi l’avrebbe mi detto: Euganeo, stadio brutto ma portafortuna”) Il fortino dell’Euganeo. Detta cosi suona anche strano, visto lo stadio dispersivo e soprattutto disprezzato con il quale si trova a fare i conti il Padova. Eppure è tra le mura di viale Rocco che la formazione di Parlato sta costruendo la sua cavalcata solitaria in vetta alla classifica. E oggi ha l’opportunità di scrivere un altro piccolo record. Tra i tanti primati conquistati dai biancoscudati in questa stagione, c’è quello del miglior rendimento casalingo di tutto il girone. All’Euganeo Cunico e compagni non hanno mai perso, raccogliendo otto vittorie e appena due pareggi. Dovessero allungare questa striscia anche oggi pomeriggio contro il Fontanafredda (possibilmente, si augurano i tifosi, con una vittoria) supererebbero la serie positiva del Padova 2008/09. Quella fu l’ultima formazione biancoscudata a centrare una promozione, al termine di un’annata pazza e altalenante, che vide anche un doppio avvicendamento in panchina, con la parentesi Tesser (prima e dopo Carlo Sabatini), che produsse pure la prima sconfitta in casa, il 15 febbraio contro il Verona. Mai nessuna squadra, da quando è stato inaugurato l’Euganeo nel 1994, è riuscita ad arrivare a marzo senza perdere nemmeno una partita in casa. Nell’impossibilità di ricreare il vero fattore campo, in termini di tifo e pathos, che regalava l’Appiani, oggi il Padova ha l’opportunità di dare gloria anche all’Euganeo e premiare un tifo che, da inizio stagione, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno ed è sempre stato ripagato. Per il primato di imbattibilità casalinga basterebbe non perdere contro il Fontanafredda, ma è ovvio che per la classifica servano assolutamente i tre punti. Troppo importante mantenere a distanza di sicurezza l’Altovicentino, per scoraggiare qualsiasi tentativo di rimonta. I vertici biancoscudati, fino a questo momento, hanno evitato qualsiasi calcolo, ma con sette partite ancora da giocare all’Euganeo, forse potrebbe bastare anche solo raccogliere sempre bottino pieno tra le mura amiche, per poter brindare alla promozione in Lega Pro. È ancora lunga e in questo momento ciò che più interessa a Parlato, oltre ai punti, è tenere unito tutto il gruppo. Nonostante una rosa extra large e tanti big a disposizione, finora lo spirito di squadra ha prevalso sugli individualismi, ma da qui a fine stagione le scelte si faranno sempre più pesanti. A scanso di sorprese dell’ultim’ora, per la prima volta quest’anno, il tecnico dovrebbe presentare un undici identico a quello della settimana precedente. Più di qualcuno dovrà ancora ingoiare un boccone amaro, con Carmine Parlato che sarà chiamato a confermarsi, come fatto finora, grande maestro della gestione del gruppo.

Ore 10.20 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Amirante.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Hanno giocatori di categoria come Florean, un signor attaccante con grandi capacità balistiche che ho avuto l’anno scorso a Pordenone e che è un punto di riferimento importante, o come Malerba, che è sempre stato un ottimo difensore, e un centrocampo abbastanza tosto. So quello che possono dare: dovremo avere grande attenzione». Confermerà la formazione che aveva cominciato la gara di Rovereto? «In linea di massima la squadra sta viaggiando bene, ma a differenza di una settimana fa i miei dubbi sono aumentati: chi non è partito titolare col Mezzocorona ha alzato le sue quotazioni, facendo bene dall’ingresso in campo a Rovereto. Sta a me, ora, decidere se dare continuità a quell’undici iniziale o se inserire qualche elemento che ha fatto bene a gara in corso. Prendo in considerazione quest’ipotesi, ma di certo non stravolgerò la formazione». Nel complesso, la squadra come sta? «Non ho Zubin, ma recuperiamo Aperi, che ha superato il test e sta bene, e pure Ferretti, che è riabilitato, quindi entrambi sono a disposizione. Per Petkovic invece è ancora presto: ha ripreso ad allenarsi, magari potremo vedere tra sette giorni se sarà in grado di venire in panchina. Per ora no”.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il rischio, a +7 dall’Altovicentino, è pensare di poter amministrare il vantaggio? «Le cose stanno andando per il verso giusto, ma dobbiamo stare sul pezzo. C’è un enorme entusiasmo, e questo va bene solo se si trasforma in fame, in intensità, in voglia di vincere la partita: è questo che voglio oggi dalla squadra. Sul campo dobbiamo essere noi i principali attori, come ci siamo presi questo momento positivo dobbiamo stare attenti a non inciampare sui nostri stessi errori. Non possiamo permetterci di sederci sui sette punti di vantaggio: se vedrò questo atteggiamento, prenderò le mie contromisure». C’è qualcosa, invece, che teme dell’avversario? «Il Fontanafredda è una squadra da non sottovalutare. Rispetto all’andata hanno perso un punto di riferimento davanti, ma ne hanno guadagnato in mezzo: è una squadra che fa tanti gol fuori casa, ha pareggiato a Chioggia e ha perso immeritatamente a Belluno, diciamo che il collettivo è la loro forza».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tra il Padova e la Lega Pro ci sono trenta punti. Lo sancisce la classifica, lo mette per iscritto l’aritmetica: oggi, nella prima delle ultime dodici gare del campionato, il Fontanafredda arriva all’Euganeo cercando di mettere i bastoni tra le ruote alla truppa di Parlato, lanciata nella sua corsa in testa al girone C e avanti di sette punti rispetto alla prima inseguitrice, l’Altovicentino, attesa dalla sfida casalinga con la Triestina. Di calcoli, però, il tecnico biancoscudato non vuole farne: «Pensiamo solo a portare a casa i tre punti e a scalarli dai trenta che ci servono», spiega Parlato. «Cominciare a fare calcoli dubito possa aiutarci a livello mentale: io credo che ci porterebbe solo nuovi problemi, quindi continuiamo a lavorare con la testa di settimana in settimana. Cominciando da oggi: ci attende una partita molto delicata. Perché la ritiene delicata? «Per il nostro cammino, per il momento che stiamo attraversando, per i rischi che corriamo. Vogliamo e dobbiamo portare a casa i tre punti, e se arriveranno attraverso una buona prestazione tanto meglio. L’importante, come al solito, è però innanzitutto prenderci la vittoria. Ai ragazzi ho sempre detto di concentrarsi, mi auguro che in tutte e due le fasi non si regali nulla all’avversario».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Parlato non cambia. Viaggia spedito verso la conferma l’undici che domenica scorsa aveva iniziato la sfida contro il Mezzocorona, con Amirante in campo dal 1’ e Nichele e Mazzocco in cabina di regia (con Segato pronto a subentrare). Ferretti sarà solo in panchina, mentre in porta confermato il giovane Lanzotti. Tifosi. Cambia l’accessibilità dell’Euganeo: questo pomeriggio, infatti, in concomitanza con i campionati indoor di atletica in corso di svolgimento al palazzetto attiguo al parcheggio Sud, i tifosi biancoscudati potranno usufruire del parcheggio sul lato Nord dello stadio Euganeo, solitamente riservato ai tifosi ospiti. Contestualmente, oltre alle biglietterie Sud saranno aperti anche i botteghini dietro la Curva Nord. La prevendita dei biglietti continuerà sino alle 12 tramite il circuito Ticketone, mentre dalle 13 apriranno i battenti le biglietterie dello stadio.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Nelle ultime due gare ha raccolto solo un punto, ma il Fontanafredda è tutto meno che una squadra da sottovalutare. Senza gli squalificati Tellan e Tacoli, mister De Pieri si presenta all’Euganeo con il suo classico 4-3-1-2 senza alcun timore. Rispetto alla gara d’andata mancherà il bomber Massimo De Martin, che ha lasciato la squadra qualche mese fa, mentre sarà regolarmente presente, anche se probabilmente partirà dalla panchina, il giovane Davide De Martin, ex Primavera biancoscudato e in ritiro ad Asiago con Cunico e compagni prima di essere scartato. In formazione diversi i “figliocci” dell’ex tecnico del Pordenone: Frison, Roveredo, Florean e Nastri.

Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Amirante.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) All’andata la vittoria fu agevole, ma ogni partita fa storia a sé. «È una squadra da rispettare con giocatori di categoria come Florean e Malerba — osserva Parlato — e ha un centrocampo tosto. Segnano molto in trasferta ma subiscono anche molto, la loro forza è il collettivo. Sarà una partita molto delicata per il nostro cammino, servono i tre punti e dunque dobbiamo concentrare le energie solo su di noi. Non possiamo permetterci di concedere regali, soprattutto in questo momento della stagione. C’è un enorme entusiasmo ed è un gran bene, ma deve essere trasformato in fame e in voglia di fare ancora meglio». Pochi dubbi sulla formazione, che dovrebbe ricalcare in gran parte quella vittoriosa a Rovereto contro il Mezzocorona. Non ci sarà Emil Zubin, vittima di uno stiramento, mentre sono stati convocati sia Aperi che Ferretti. Nessuno dei due è al meglio, qualche scricchiolio muscolare induce alla massima prudenza, considerati i precedenti stagionali di diversi giocatori. Entrambi andranno in panchina, pronti a subentrare. «Ci saranno sia Aperi che Ferretti – conferma Parlato – per quanto riguarda poi l’undici titolare sono valutazioni che spettano al sottoscritto, tenendo presente che si può essere utili anche a partita in corso, come dimostrato più volte da diversi componenti della rosa». In poche parole, ecco la forza del gruppo, la vera arma in più di questo Padova che fugge veloce verso la Lega Pro. Anche se, forse, è meglio non dirlo a voce troppo alta.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Che ci sia il rischio di soffrire di vertigini? La classifica è di quelle che fanno venir voglia di pensare al futuro, ma solo quanti non conoscono a fondo la complessità della gestione di un campionato (figuriamoci poi se questo campionato è quello della ripartenza e che rimanere in serie D sarebbe una sorta di sciagura a cui nessuno vuole neppure pensare) possono ipotizzare che i giochi siano fatti. Carmine Parlato è uno di quelli che sa come si vince, sa come si fa, quali insidie nascondono le curve apparentemente più semplici da affrontare e, soprattutto, sa bene che nemmeno con 7 punti di vantaggio e sette partite in casa da giocare su dodici ci si possa sentire al riparo da trappole disseminate ovunque lungo il percorso. Oggi tocca al Fontanafredda tastare il polso ai Biancoscudati, in un Euganeo bandito a festa anche se il carnevale è finito. La squadra c’è e scoppia di salute, segna a raffica, rintuzza bene anche gli errori di cui ogni tanto si fa carico la difesa e con l’arrivo imminente della Primavera può ulteriormente decollare. «La strada per certi versi può essere considerata meno in salita di prima – sottolinea Parlato – ma mancano dodici partite e di cose ne possono succedere… Per cui bisogna tenere la guardia alta, noi siamo sul pezzo e continueremo a comportarci come quando eravamo costretti a inseguire. La nostra forza la conosciamo, sappiamo dove possiamo migliorare e siamo consapevoli che i punti bisogna conquistarli sul campo. Non è ancora finita, continuiamo a ragionare una partita alla volta e sono sicuro che andremo lontano. Ora il pensiero è solo per il Fontanafredda».

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventitreesima giornata, domenica 22 febbraio ore 14.30): AltoVicentino-Triestina, Belluno-ArziChiampo, Clodiense-Mori S. Stefano, Dro-Tamai, Giorgione-Mezzocorona, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora, Legnago-Union Pro, Padova-Fontanafredda, Sacilese-Montebelluna.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 53, AltoVicentino 46, Belluno 42, Sacilese 40, ArziChiampo 36, Clodiense 35, Montebelluna 32, Fontanafredda 31, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 26, Legnago 23, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 18, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventiduesima giornata: ArziChiampo-Giorgione 2-1, Fontanafredda-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Padova 1-4, Montebelluna-Kras Repen 2-1, Mori S. Stefano-Dro 2-1, Tamai-Legnago 1-1, Triestina-Belluno 2-2, Union Pro-Sacilese 1-1, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana,, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 21 febbraio: rifinitura all’Appiani, regolarmente in gruppo Ferretti ed Aperi.




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