Live 24! Padova-Fontanafredda, -3: termina 5-1 l’amichevole col San Marco, assenti Ferretti ed Aperi

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Ore 22.00 – (Trentino) La voce era nell’aria già da qualche giorno, ma da ieri ha anche i crismi dell’ufficialità: Danilo Tarter non è più il direttore sportivo del Mezzocorona. Il dirigente di lungo corso dei gialloverdi, da tredici anni responsabile (prima come team manager, in serie D e Lega Pro, e poi come ds) della prima squadra ha rassegnato infatti le proprie irrevocabili dimissioni al presidente Alberto Grassi. «La mia decisione – spiega Tarter – ha una duplice motivazione: in primis mi auguro che questo mio gesto “stimoli” i vertici societari a confrontarsi seriamente. La situazione, come è arcinoto, è difficilissima e serve chiarezza: lo meritano lo staff tecnico della prima squadra e i giocatori che, dimostrando un incredibile attaccamento alla maglia, stanno onorando alla grande il campionato. Poi, altro aspetto, sono stufo di dover mettere la faccia a fronte di tante, troppe promesse non mantenute. Io ho sempre parlato chiaramente con tutti, allenatori, giocatori, procuratori e genitori, senza mai nascondere le difficoltà della società, ma sono esasperato da questa situazione». In estate è stato proprio Tarter a portare Luca Lomi in via Santa Maria e, con una disponibilità economica praticamente pari a zero, ha costruito la rosa della prima squadra. Un gruppo affiatato, che manca esclusivamente di esperienza perché la qualità complessiva dell’organico gialloverde è più che buona, grazie anche allo straordinario lavoro di Lomi che sta dimostrando di essere un tecnico assai preparato. «Il rammarico – conclude Tarter – è che, a mio avviso, questa squadra, con un innesto d’esperienza per reparto, potrebbe salvarsi tranquillamente e senza dover ricorrere ai playout. Bisogna fare un monumento a Lomi e ai ragazzi che, tra mille difficoltà, si allenano e la domenica danno sempre il centoventi per cento. A conti fatti, se togliamo la partita d’andata a Belluno e la sfida di domenica scorsa contro il Padova, il Mezzocorona ha sempre giocato a viso aperto e alla pari con gli avversari. E, aggiungo, quattro sconfitte sono arrivate nei minuti di recupero. Senza la penalizzazione la squadra sarebbe a 15 punti. Per il resto io non cambio idea. Con tanta amarezza, ma non ho intenzione di andare avanti in queste condizioni». Ieri pomeriggio allenamento “misto” in via Santa Maria con diciassette giocatori in campo (pochini comunque) tra prima squadra e juniores. Domenica il Mezzocorona affronterà sicuramente il Giorgione a Castelfranco Veneto, poi chissà cosa accadrà: se non succederà qualcosa Lomi e i giocatori potrebbero anche chiamarsi fuori.

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Dopo due partite (contro Kras e Belluno) nel quale aveva potuto schierare il pacchetto dei titolari in difesa, Ferazzoli stavolta dovrà rimettere mano al reparto arretrato. Come previsto, dopo l’ammonizione rimediata contro il Belluno, il giudice sportivo ha infatti squalificato per una giornata il difensore centrale Francesco Fiore, che salterà così la trasferta di domenica a Valdagno, dove l’Unione affronterà una delle big del campionato, l’Altovicentino. La formazione veneta sta però attraversando un momento opaco e nelle ultime giornate il distacco dalla capolista Padova è salito a ben 7 lunghezze. Un’assenza comunque pesante quella di Fiore, visto che anche il compagno di reparto Piscopo sembra beneficiare della sua presenza: non che nelle ultime partite il reparto arretrato sia stato esente da pecche ma certamente c’era una certa solidità e non si sono registrati svarioni molto gravi. Ora, con tutta probabilità, a Valdagno dovrebbe toccare ad Antonelli che fino al rientro di Fiore giocava titolare: il difensore, come noto, si è macchiato di diversi errori in passato ma avrà l’occasione per rifarsi. Più difficile pensare a Giannetti, utilizzato di solito da terzino o nella difesa a tre, o a qualche altra soluzione. In ogni caso, forse è anche positivo che Fiore debba restare fuori con l’Altovicentino e possa essere disponibile la settimana successiva quando la Triestina riceverà al Rocco il Giorgione, squadra sulla quale fare la corsa per un’eventuale salvezza diretta. Intanto è entrato in diffida Bedin, che si aggiunge così a Ventura e Giordano. Anche l’Altovicentino avrà uno squalificato, Pozza, che penalizzerà un centrocampo già rimaneggiato da un paio di infortuni. Queste le decisioni del giudice sportivo: 3 turni a Chesani (Dro), 2 a Bertoldi (Dro) e Fabbian (Montebelluna), una a Tiozzo Fasiolo e Moretto (Clodiense), Pozza (Altovicentino), Mboup (Sacilese), Furlan (Tamai), Busetto (Union Pro), Done e Mattioli (Giorgione), Merli Sala e Pescosta (Belluno), Fiore (Triestina), Beccaro e Pregnolato (Arzignano).

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro si aggiudica il derby amichevole contro il Treviso con un rotondo 4 a 0 maturato solo nell’ultima mezz’ora di gioco quando i padroni di casa mettono in campo il tridente «pesante» composto da Cattelan, Comin e Andrea Nobile mentre i biancocelesti sono imbottiti di giovani. Nei primi 60′ invece la partita è equilibrata con la squadra di Rorato che fa vedere buone cose. Nella ripresa solita girandola di sostituzioni che sbilancia le forze in favore dell’Union. Il primo gol arriva al 16′ con il centrocampista Palmieri che sorprende Franceschini, unico giocatore rimasto in campo per tutta la partita. Al 24′ arriva anche il raddoppio di Lele Comin che concede il bis personale al 30′ con un bel destro su azione di contropiede. Prima del fischio finale va in gol anche Cattelan con un pregevole sinistro a girare dal limite dell’area che si infila imparabile alle spalle di Franceschini. FELTRIN – L’allenatore dell’Union Pro, Francesco Feltrin, commenta così la sgambata vincente della sua squadra: «Abbiamo provato un paio di giovani e dato minuti a Cattelan e Fuxa che avevano bisogno di giocare. Nel primo tempo eravamo un pò contratti con 7 fuoriquota in campo, la manovra era poco fluida. L’importante era correre, ho tenuto a riposo qualche titolare facendogli giocare solo l’ultima mezz’ora. Un buon test in vista della trasferta di domenica a Legnago che per noi può essere decisiva in chiave salvezza. Ho provato Appiah e Serena davanti alla difesa visto che per la prossima avremo Busetto squalificato».

Ore 20.30 – (L’Arena) La fortuna una volta toglie ed una volta dà. Il 18 gennaio il Kras Repen aveva ottenuto al «Sandrini» di Legnago il pareggio con un tiro all’incrocio di Maio al 95′; domenica scorsa a Tamai il Salus ha trovato il pareggio quasi al 95′ con un missile su punizione all’incrocio dei pali di Valente. Poi gran bagarre in campo fra giocatori delle due squadre. Un giocatore del Tamai aveva qualcosa da dire a Falchetto, poi gran grappolo di giocatori biancorossi e biancazzurri con qualche spintone e discussioni subito smorzate dall’allenatore del Legnago Andrea Orecchia e dal capitano della Bassa Emanuele Friggi. Non è bello vedere svanire una vittoria al 95′: i tifosi friulani e le frecce rosse locali contestavano quella punizione per un fallo su Valente, mentre giocatori e tifosi del calcio club «Radioscarpa» festeggiavano sul campo e con applausi Nicola Valente per quella bomba di destro. Il Legnago a Tamai ha sofferto nel primo tempo la potenza offensiva degli avversari ed è stato tenuto in partita dal portiere Fazzino. «La mia parata più difficile?», afferma l’estremo difensore biancazzurro. «È quella su Furlan dopo una decina di minuti». Niente da fare invece per il gol del vantaggio friulano siglato da Sellan su servizio di Zambon che aveva scavalcato Gona e Friggi. Nella ripresa il Tamai non ospita in panchina mister De Agostini (ex Sambonifacese) che per la quinta volta in questo campionato accusa un malore: una settimana fa per uno sbalzo di pressione durante Padova-Tamai era stato ricoverato all’ospedale di Padova e trattenuto in osservazione. In campo un Legnago diverso, sfortunato o sprecone con quel palo su incornata di Fioretti, con Longato che tira debolmente, con Friggi che non inzucca in porta il servizio di Tresoldi. Ma Valente, entrato in campo al posto di Viviani, trova su punizione il suo quarto centro e un punto importante. Il Legnago sempre in zona playout ha guadagnato un punto sulla zona salvezza occupata dal Giorgione (26 punti, 3 in più del Legnago) sconfitto ad Arzignano dopo essere passato in vantaggio con Episcopo ed aver sprecato il rigore del 2-0 con Vigo, ma poi sorpassato grazie al gol dell’ex Legnago Trinchieri (13 gol finora) che ha servito l’assist del 2-1 a Carlotto (11 gol). Lo scontro diretto Giorgione-Legnago è fissato per il 29 marzo a Castelfranco ma il Legnago deve vincere partite. A cominciare da domenica prossima al «Sandrini» con l’Union Pro di Mogliano Veneto. «Per salvarci direttamente dobbiamo vincere le tre partite casalinghe che precedono la sfida di Castelfranco con Union Pro, Mori e Mezzocorona», conferma Friggi. L’Union Pro ha 30 punti, 11 conquistati in trasferta in 10 gare e 19 in casa in 12 gare. All’andata a Mogliano fu 0-0, Nobile calciò alto un rigore e il portiere biancazzurro Cybulko fu il migliore.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) A testa bassa senza parlare. Continua la scelta dell’Union Ripa La Fenadora, a quota 30 e decima in classifica, di continuare il percorso in campionato in un silenzio stampa che lascia libertà di parola solo ai dirigenti. Una decisione intrapresa la scorsa settimana e mirata a ridurre le possibili distrazioni di giocatori e staff tecnico costretti, termine forse esagerato, ad impegnarsi solo nel loro lavoro. «Una decisione – spiega il direttore generale neroverde, Mario Dal Soler – presa per evitare che continuassero le polemiche». Polemiche innescate per altro non dalla stampa, ma dagli addetti ai lavori. «Non stiamo facendo una Seconda categoria, con tutto il rispetto – continua Dal Soler – ma una serie D. Un campionato importante durante il quale, se le cose vanno male, è necessario stare vicini alla squadra. Se la domenica ci sono 300 tifosi e almeno 297 sono allenatori, non va bene. In questa stagione sono state fatte delle scelte, come quella di non prendere una nuova punta dopo Moresco. Una scelta anche di risparmio, dobbiamo stare attenti anche al bilancio e mantenere sempre le promesse fatte ai giocatori». Con l’addio di Moresco è coinciso l’inizio del periodo nero dell’Union, ma i segnali di domenica scorsa sono confortanti: «Se giochiamo come con l’Altovicentino non ci saranno problemi a fare i punti necessari per la salvezza. Gli obiettivi cambiano in una stagione e tutti devono essere intelligenti e capirlo». I neroverdi domenica saranno ospiti del Kras Repen (19), gara difficilissima.

Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Anche i sindaci spingono l’Union. Da Seren (dove il Ripa Fenadora ha la sede) a Pedavena (dove gioca, in attesa che il campo di Rasai sia omologato per la serie D), i due primi cittadini sono anche i primi tifosi neroverdi. Intanto la squadra si sta preparando al delicato scontro di domenica contro il Kras Repen. Torna a disposizione il bomber Brotto dopo aver scontato una giornata di squalifica e sarà un’arma in più per mister Parteli. Seren. «Psicologicamente è un momento un po’ difficile per la squadra, ma domenica ha fatto un’ottima prestazione contro una squadra di altissimo livello. Significa che c’è stata la reazione e credo ci sia stata anche la ripartenza mentale», l’augurio del sindaco-tifoso Dario Scopel. «È un grande gruppo, con un grande allenatore e una grande società, ho fiducia che tornino i risultati positivi, come i ragazzi ci avevano abituato fino a poche settimane fa», aggiunge Scopel, che anche se non va allo stadio tifa da lontano. «La domenica guardo sempre i parziali della partita su Facebook e mi informo su come vanno le cose». Pedavena. Sugli spalti per Ripa Fenadora-Altovicentino c’era invece il sindaco pedavenese, Teresa De Bortoli, che al Boscherai si vede molto spesso. «La squadra c’è e si è visto», esordisce. «Domenica ha dimostrato tutto quello che vale. Vorremmo sempre vederla vincere, ma chiaramente non è possibile. Ci sono dei periodi in cui non gira, niente di preoccupante, è un momento passeggero. La squadra è amalgamata e credo che ci aspetti una bella primavera. Anche il sintetico del Boscherai, che ha avuto problemi di drenaggio, è tornato in buone condizioni». Considerazioni in casa Union. I neroverdi sono usciti rinfrancati dal pareggio con l’Altovicentino: «Un’importante iniezione di fiducia, che chiarisce una volta per tutte come lo spirito “contadino” e battagliero, insieme all’importante organizzazione tattica preparata in settimana, possono permettere di giocarsela fino in fondo ogni domenica», scrive la società sul proprio sito internet. «E domenica si va a Trieste, contro il Kras Repen, una sfida dura che può rappresentare un ulteriore punto di svolta della stagione».

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Nessun anticipo: la super sfida tra l’Ital-Lenti Belluno e i Biancoscudati Padova si giocherà regolarmente di domenica. E, precisamente, il primo giorno di marzo. Ora è ufficiale: l’idea di mandare in scena di sabato il big match al polisportivo è definitivamente tramontata per questioni logistiche, organizzative, ma anche perché non ci sarebbero particolari vantaggi in termini di afflusso di pubblico. La tifoseria biancoscudata, si sa, ama spostarsi in massa. E non è un mistero che la presenza di tifosi ospiti sarebbe superiore proprio la domenica. Da qui, la scelta di non inoltrare alcuna richiesta alla Federazione da parte delle società: come da calendario, il fischio d’inizio di Belluno-Padova verrà dato il 1. marzo. SQUALIFICATI – Ma non è il caso di guardare troppo avanti. L’attualità incombe. E incombe, soprattutto, un confronto impegnativo con la quinta forza del campionato di serie D: l’Arzignanochiampo. La squadra vicentina, in cui milita e segna l’ex gialloblù Trinchieri, ha appena agganciato la zona playoff, dopo aver messo in fila ben nove risultati utili. E di fronte a un collettivo che ha trovato una simile continuità di rendimento, il Belluno si presenterà, di fatto, senza metà difesa: ovvero, senza il terzino destro Giovanni Pescosta e l’esperto centrale Ivan Merli Sala. Per entrambi, è arrivata ieri la notifica del turno di squalifica. SOLUZIONI – Di conseguenza, mister Roberto Vecchiato dovrà varare una linea a 4 difensiva assolutamente inedita: se il sostituto naturale di Pescosta è Paganin (in termini di ruolo e anche di età), un po’ più complicato sarà rimpiazzare Merli Sala. Due le soluzioni: spostare Pellicanò dalla corsia mancina al centro (e quindi al fianco di Sommacal), con l’inserimento di Mosca in fascia. Oppure, lanciare dal primo minuto l’ultimo arrivato ai piedi delle Dolomiti: il giovane Andrea Di Bari. Classe 1995, reduce dall’esperienza all’Este, Di Bari in gialloblù si è visto finora solo a sprazzi. Domenica arriverà il suo momento? Intanto, il gruppo continua ad allenarsi a ranghi completi: l’unica eccezione (oltre a Ruben D’Incà, per il quale il campionato è già finito), riguarda il giovane Paoletti, ancora non al meglio.

Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Sfida agli ex. Il Belluno si prepara al match casalingo contro l’Arzignanochiampo sapendo che sulla sua strada troverà una parte del proprio passato. In maglia vicentina, infatti, ci saranno il bomber Martin Trinchieri e il centrocampista Roberto Roverato. L’attaccante, ex Belluno, non ha bisogno di presentazioni avendo giocato per tre stagioni in gialloblù (tra il 2005 e il 2008) mettendo a segno 41 reti in campionato in 100 presenze. Quest’anno il bomber argentino ha già timbrato 13 volte il cartellino, due in meno del “Cobra”, capocannoniere del girone. Numeri che spaventano, tanto più se devi affrontarlo senza i difensori Merli Sala e Pescosta, entrambi squalificati. Avventura in giallobù più breve, invece, per Roverato: per lui una sola stagione in piazzale della Resistenza, il secondo anno di C2, quello della retrocessione, con 32 presenze. «Di Belluno ho sempre ricordi bellissimi», ammette Trichieri, «non solo calcisticamente parlando, ma anche a livello personale: è una città dove ho vissuto tre anni, conoscendo tante persone. Prima ero stato al Venezia, al Montebelluna e al Chioggia, poi sono arrivato a Belluno, ero molto giovane, ma mi sono trovato bene. Domenica sarà un bel ritorno, incontrerò una società che mi ha dato tanto». Trinchieri e Corbanese bomber amici. Nella stagione 2007-2008, l’ultima della punta argentina in gialloblù, i due hanno giocato insieme. «A Simone auguro il meglio», continua Trinchieri, «è una brava persona e un ottimo calciatore. Nel mio ultimo anno a Belluno ricordo che c’era anche Andrea Radrezza, mentre nel primo ricordo un giovanissimo Ivan Merli Sala». Un gran campionato. Martin è alla sua seconda stagione con l’Arzignanochiampo, dove l’anno scorso ha contribuito alla promozione in serie D con 18 reti in Eccellenza. «Quest’anno il nostro obiettivo è la salvezza, il prima possibile. Le cose stanno andando bene e se dovesse arrivare qualcosa in più ben venga. Il gruppo è forte e molto unito e domenica giocheramo per la vittoria. Se segno esulto? Voglio vincere e fare gol, ma il Belluno è una società che mi ha dato tanto, quindi in caso non esulterò». Due squalifiche per parte. Se mister Vecchiato dovrà rinunciare a due difensori, il tecnico dell’Arzignanochiampo, Paolo Beggio, avrò lo stesso problema visto che Beccaro e Pregnolato sono stati appiedati dal giudice sportivo. È morto Coramini. Il Belluno piange la scomparsa di Alberto Coramini, il difensore padovano che giocò in gialloblù per due stagioni, negli anni Settanta.

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà il suo primo ritorno allo stadio Penzo. Da avversario. «Non oso immaginare la mia emozione quando rimetterò piede in quello stadio» dice Paolo Favaretto, senza dubbio il grande ex del derby di sabato pomeriggio tra il Venezia e il suo Real Vicenza.
Giocatore prima e allenatore poi, tra giovanili e prima squadra. Una vita in arancioneroverde per il tecnico mestrino, che approdò al Venezia post-fusione di Zamparini, giocando per due stagioni (1987-1989), peraltro con Michele Serena compagno di squadra. Poi, una volta intrapresa la carriera di allenatore, di nuovo in laguna da vice allenatore di Nello Di Costanzo, Giancarlo Corradini e Fulvio D’Adderio tra il 2005 e il 2008, una parentesi con gli Allievi nazionali mentre il Venezia, guidato da Michele Serena, faceva i conti con il fallimento del 2009. E fu proprio «il Rosso» a prendere in mano la squadra nella stagione della rinascita in serie D, per poi rispondere l’anno successivo alla chiamata del Padova, che gli affidò la Primavera. Destini che si incrociano con l’amico Serena, pure lui partito dalle panchine delle giovanili arancioneroverdi. «E’ un amico carissimo, c’è grande stima tra noi», conferma Favaretto che al Real Vicenza ha portato un altro ex, il vice-allenatore Massimo Melucci, mentre dall’altra parte ritroverà Massimo Lotti, suo portiere nell’ultima stagione al Venezia. «Non so davvero cosa proverò quando rivedrò lo stadio e i suoi tifosi. Spero che siano tanti sugli spalti — aggiunge Favaretto — e sono sicuro che sia io che Michele, al fischio d’inizio, non penseremo più a nulla se non alla partita. E tutti e due avremo il coltello tra i denti. Arriviamo entrambi da una sconfitta simile, maturata negli ultimi minuti. Avremo voglia di riscatto». Favaretto è arrivato al Real lo scorso 27 gennaio, dopo l’esonero di Michele Marcolini. La squadra berica attualmente sta sopra al Venezia con 38 punti, quattro in più degli arancioneroverdi e da quando è arrivato il nuovo tecnico ha collezionato un pareggio, una vittoria e, nell’ultima giornata, la sconfitta con il Renate. «Non è mai facile subentrare – osserva – nella mia carriera mi è capitato cinque volte e ci sono mille aspetti e mille sfumature da tenere presente. Abbiamo iniziato un percorso, vedremo. Sabato sarà una partita difficile, tra due buone squadre: a decidere il risultato saranno gli episodi». Ieri intanto al Taliercio ancora allenamento a parte per Giuliatto e Cernuto.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È un percorso a ostacoli la marcia di avvicinamento del Venezia ai 90′ di sabato al Penzo col Real Vicenza (ore 17). Un derby ancor più delicato dopo il 2-0 che ieri la Giana Gorgonzola ha rifilato al Pordenone, riducendo a 7 punti (senza contare il -2 che sarà inflitto al Venezia) il margine sui playout. Domani sera dovrebbe tornare in laguna il presidente Yury Korablin, intanto però tra squalifiche (Bellazzini, Sales), infortuni (Legati) e acciacchi (Giuliatto, Cernuto) l’unico respiro di sollievo è il recupero di Espinal. «Quanto sono mancato al Venezia in questi quattro mesi e mezzo? Ci vorrebbe la sfera magica per dirlo – sorride il 32enne dominicano – ma posso garantire che il Venezia a me è mancato moltissimo. Ho faticato a smaltire un infortunio tendineo per certi versi peggiore rispetto a quello, pur lungo, dello scorso anno a Benevento dove mi ruppi il perone». Venerdì nel ko di Salò a segnare è stato Raimondi ma tutta la squadra è corsa ad abbracciare Espinal. «Un gesto che mi ha commosso e che conferma come io sia parte del gruppo. Se posso parlare da «giocatore» devo ringraziare tutti, dai compagni allo staff medico, dai dirigenti ai magazzinieri che hanno fatto notte aspettando la sera che terminassi il mio lavoro rieducativo». Mister Serena nel momento di gettarlo nella mischia anziché catechizzarlo si è limitato ad augurargli bentornato. «Credevo che a Salò sarei andato in tribuna come 19. convocato e non mi aspettavo di giocare quasi mezzora. Per certi versi mi sono emozionato come un esordiente, poi però l’adrenalina ha avuto il sopravvento. Quando sarò titolare? Beh, io spero già col Real Vicenza, ma se anche dovessi giocare un minuto per me sarebbe una conquista dopo tanta sofferenza. Ho cercato di curare i particolari nella mia preparazione, non mi tirerei indietro».

Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Peccarisi e Raimondi in gruppo, Cernuto e Giuliatto ancora a parte: Serena recupera metà dei giocatori indisponibili martedì, ma la situazione, soprattutto in difesa, rimane di emergenza considerando che il tecnico non potrà utilizzare contro il Real Vicenza né Sales né Legati. Varano ed Esposito a caccia della maglia lasciata libera dallo squalificato Bellazzini, meno chances per Espinal. E’ comunque fondamentale che il Venezia recuperi sia Cernuto che Giuliatto in tempo per sabato. Intanto ieri la Giana Erminio ha battuto (2-0) il Pordenone (2-0) nel recupero in programma a Monza. La Giana rimane al quint’ultimo posto, ma sale a 27 punti, a tre lunghezze da Cremonese e Mantova e a 7 dalVenezia. Oggi rientra in gruppo anche Marco Dell’Andrea, reduce dallo stage di Coverciano con l’Under 21 di categoria.

Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Compagni di squadra, amici, testimoni di nozze, avversari a calcetto a metà settimana prima al Green Garden e poi alla Grotta, ma sabato pomeriggio avversari. Sulle due panchine di Unione Venezia e Real Vicenza: Michele Serena contro Paolo Favaretto. Una storia iniziata trent’anni fa nelle giovanili del Mestre prefusione: Paolo il “rosso”, classe 1967, Michele il “biondo” minore, classe 1970. Avversari per la prima volta. Serena a abita a Carpenedo, Favaretto a Zelarino, spesso si ritrovano in Piazza Ferretto per un caffè. Entrambi a casa all’inizio di questa stagione, poi sono saliti in corsa sul treno targato Unione Venezia l’uno, Real Vicenza l’altro. Un’amicizia nata trent’anni fa nelle giovanili di un Mestre storico, comandato da Guido Robazza con Edi Sartori e Giorgio De Lazzari, dove stava chiudendo la carriera Fabiano Speggiorin, il regista-capitano, l’uomo che meglio di ogni altro può presentare questa sfida nella sfida. «Favaretto ha sempre avuto un carattere pazzesco fin da ragazzino, il “rosso” del centrocampo» ricorda Fabiano Speggiorin, «in allenamento mi marcava e non mi mollava un centimetro, non aveva rispetto per i più vecchi… Si è preso anche qualche bella gomitata, assorbiva senza fiatare e continuava a martellare. Michele era più piccolo, ma si parlava già molto bene di lui. Quando il Mestre era in casa e c’era la concomitanza andavo a vederlo giocare al mattino al “Bacci”, si vedeva che avrebbe fatto una splendida carriera». Una stagione e mezza insieme nel VeneziaMestre di Zamparini, poi nell’autunno del 1990 Michele Serena spiccò il volo verso la Juventus. Con Fabiano Speggiorin è iniziata anche la carriera di allenatore dell’attuale tecnico arancioneroverde. «Ero andato a Conegliano, cercavamo un allenatore giovane e pensai a Michele», ricorda Speggiorin, scouting del settore giovanile dell’Unione Venezia, «dopo il primo allenamento, ritornando a Mestre in auto, mi disse che non avrebbe continuato, invece ritornò e si appassionò. Conoscendolo bene, credo che Favaretto sentirà molto questa partita, anche se farà di tutto per mascherare le emozioni». Sposato con Patrizia, due figli, Riccardo e Filippo, che stanno seguendo le sue orme “calcistiche”, Michele Serena; sposato con Daniela, due figlie, Martina campionessa italiana junior di atletica leggera sui 60 metri e Francesca invece Paolo Favaretto. Entrambi passati per le giovanili del Venezia e poi per la prima squadra. «Nella primavera del 2008» ricorda anche Andrea Seno, allora direttore sportivo della società arancioneroverde, «decidemmo di cambiare D’Adderio e puntammo su Michele Serena anche in previsione della stagione successiva». Nell’estate del 2009, all’indomani del secondo fallimento, Andrea Seno puntò su Paolo Favaretto. «Serviva un allenatore che conoscesse bene la serie D, e Paolo era al top, ma che conoscesse anche l’ambiente e che fosse attaccato alla maglia. Ne parlai con il patròn Rigoni e la scelta fu avvallata, Favaretto in quella stagione fece un ottimo lavoro». Anche se a fine stagione per una serie di circostanze la società decise poi di puntare su Enrico Cunico. «Il Venezia l’ho già visto all’opera quest’anno» aggiunge e conclude Andrea Seno, «mentre il Real Vicenza da quando c’è Paolo Favaretto in panchina non ho avuto occasione di vederlo dal vivo. Quella di sabato sarà una bella sfida, anche perché Paolo torna per la prima volta da avversario. Sarà davvero un derby nel derby, oltre che una sfida tra ottimi allenatori».

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Un derby tutto speciale quello tra Real Vicenza e Venezia. Prima di tutto sul campo con la solita imprevedibilità di un derby, la cornice suggestiva della laguna e poi due protagonisti con una storia insolita: in panchina sabato siederanno per i biancorossi Paolo Favaretto, mestrino di origine con un importante passato sia da calciatore che da allenatore nella società veneziana e ad attenderlo un collega speciale, Michele Serena, anche lui nativo del capoluogo veneto con cui Favaretto ha in comune qualcosa in più che le radici. Amici fin dai tempi della militanza in comune nelle giovanili del Mestre, Michele Serena e Paolo Favaretto si troveranno per la prima volta da avversari sabato al Penzo. Compagni di squadra nel VeneziaMestre post fusione per due stagioni (1987-1989), entrambi hanno iniziato la carriera di allenatore partendo dalle giovanili del Venezia. Mentre Favaretto era il vice in prima squadra, Serena guidava gli allievi nazionali. E poi c´è stata la staffetta alla guida del Venezia, quello prefallimento per Serena, quello postfallimento per Favaretto (2009-2010). Da quest´estate il ritorno di Serena in laguna e sabato la loro primissima da “nemici”. I due infatti non sono semplicemente colleghi, ex compagni. Sono cresciuti calcisticamente nel Mestre, dove si sono incontrati e conosciuti: «Non ricordo neanche esattamente quanti anni son passati. Sono tanti – scherza Michele Serena – a quel tempo eravamo giovani. Con Paolo ho sempre avuto un bel rapporto tanto che siamo l´uno il testimone di nozze dell´altro». Nei periodi in cui i due non sono oberati dagli impegni lavorativi infatti si può trovarli passeggiare in piazza San Marco a Venezia. «Sono contento di rivederlo, è una persona con cui ho condiviso tanto, sia a livello professionale che personale. Finchè le squadre saranno in campo ognuno penserà alla propria partita e a fare il meglio possibile, ma finita la gara sarà tutto come prima. Siamo due amici che si ritrovano da avversari, come spesso succede, ma una partita non potrò influire in alcun modo nel nostro rapporto». Serena sul Real dice: «Sabato ci troveremo di fronte ad un´ottima squadra, che specie nella prima parte del campionato ha saputo dimostrare le sue potenzialità. È composta da giocatori di spessore, Dalla Bona e Bruno su tutti. Paolo sicuramente la saprà gestire al meglio, per noi sarà una gara con moltissime insidie». Amici sì quindi, ma in campo non ci saranno sconti per nessuno.

Ore 16.50 – Sebastiano Aperi non ha partecipato all’amichevole odierna a causa di un’elongazione al muscolo gracile della gamba: si cerca il recupero in extremis per domenica, altrimenti l’esterno offensivo sarà costretto a saltare la sfida col Fontanafredda. Gustavo Ferretti tornerà invece regolarmente in gruppo sabato per la rifinitura.

Ore 16.35 – Qui Ponte di Brenta: fischio finale, Padova-San Marco 5-1.

Ore 16.29 – Qui Ponte di Brenta: quinto gol del Padova, a segno Segato ancora su calcio di rigore, concesso dopo l’ennesimo fallo su Ilari. 5-1.

Ore 16.23 – Qui Ponte di Brenta: poker del Padova, grande intuizione di Ilari che intercetta un corto retropassaggio, scarta il portiere ed insacca a porta vuota. 4-1.

Ore 16.15 – Qui Ponte di Brenta: nel Padova Fanelli subentra a Dené.

Ore 16.10 – Qui Ponte di Brenta: tris del Padova, a segno Cunico su rigore concesso per fallo su Ilari. 3-1.

Ore 16.00 – Qui Ponte di Brenta: Padova in vantaggio, a segno Amirante che, imbeccato da un lancio col contagiri di Segato, beffa il portiere in uscita. 2-1.

Ore 15.50 – Qui Ponte di Brenta: inizia la ripresa. Questo l’undici biancoscudato: Lanzotti; Bortot, Thomassen, Niccolini, Degrassi; Fenati, Segato; Ilari, Cunico, Dené; Amirante.

Ore 15.42 – Qui Ponte di Brenta: fine primo tempo, Padova-San Marco 1-1.

Ore 15.40 – Qui Ponte di Brenta: pareggio del Padova con Mazzocco, imbeccato alla perfezione da Mattin. 1-1.

Ore 15.25 – Qui Ponte di Brenta: San Marco clamorosamente in vantaggio con De Checchi. Padova-San Marco 0-1. Nei Biancoscudati il giovane Fanelli subentra a Pittarello.

Ore 15.15 – Qui Ponte di Brenta: risultato ancora fermo sullo 0-0 dopo venti minuti di gioco, Nicetto e compagni tengono bene il campo.

Ore 14.55 – Qui Ponte di Brenta: inizia l’amichevole tra il Padova ed il San Marco.

Ore 14.40 – Qui Ponte di Brenta: Biancoscudati in campo per il riscaldamento. Questo l’undici iniziale: Cicioni; Faggin, Sentinelli, Canton, Salvadori; Mazzocco, Nichele; Dionisi, Mattin, Petrilli; Pittarello.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ancora una volta piovono conferme sul gran lavoro svolto dal Bassano anche in prospettiva futura. Mattia Proietti e Tommy Maistrello sono stati convocati dal ct Valerio Bertotto per lo stage della Nazionale Under 21 di Lega Pro, terminato ieri in preprarazione della gara con la Turchia, semifinale dell’International Challenge Trophy, il 25 marzo a Caserta. Nell’amichevole di ieri contro il Livorno, Proietti e Maistrello sono subentrati all’inizio del secondo tempo, al posto di Scaccabarozzi e Forte. Maistrello ha pure sfiorato il gol al 67’ ma il suo tiro è stato fermato sulla linea in extremis da un salvataggio di Emerson. Il ct Bertotto nel dopogara ha elogiato la prova della squadra, sconfitta per 1-0, confermando di credere nel lavoro portato avanti. Sul fronte «politico» sia il Bassano che il Real Vicenza stanno seguendo con grande attenzione lo sviluppo della situazione legata a Mario Macalli, sfiduciato apertamente da metà delle società della Lega Pro. Il Bassano è da sempre schierato contro Macalli mentre il Real Vicenza, secondo quanto riferito, avrebbe confermato l’appoggio estivo agli attuali vertici della categoria. Ieri, infine, la Giana Erminio ha battuto 2-0 il Pordenone nel recupero della partita rinviata il 6 febbraio mentre il Real sta preparando il derby con il Venezia che si giocherà sabato allo stadio Penzo.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Se di nome fai Guido è anche logico e – come dire – conseguenziale, che tocchi a te metterti al volante. E difatti, in assenza del regista designato Proietti, Asta ha affidato il timone a Davì che da bimbo era raccattapalle a Palermo quando in campo c´erano prima La Grotteria e poi Asta («Chiesi i calzoncini a entrambi, il Gaucho me li ha dati, Asta no», sorride al ricordo) e adesso è là in mezzo a raccattar sempre palloni, per poi magari riuscire a raffinarli per le punte. E in effetti l´assist per il gol poi annullato a Maistrello era partito dal suo piede. «Adesso gli avversari hanno imparato a conoscerci e ci temono – avverte il medianone giallorosso – stanno in dieci dietro la linea del pallone e trovare spazi e varchi utili per sfondare diventa un problema a prescindere. È accaduto con la Cremonese, la domenica prima a Bergamo con l´Albinoleffe e la volta precedente col Pordenone, solo che coi friulani è stato bravo Nolè a sbloccare di testa altrimenti rischiava di finire pari anche quella. Sono gare che o le schiodi più o meno rapidamente, oppure è sempre più complicato risolvere. Per questo motivo saranno determinanti anche gli inserimenti di noi centrocampisti per bucare i rivali: Asta ci chiede puntualmente di strappare un po´ di più in fase offensiva con sganciamenti e tiri da fuori, stiamo cominciando a farlo anche noi mezzale (Cenetti ha sfiorato due volte il gol con la Cremonese, ndr), prima o poi bolleremo dalla distanza. Nelle ultime due uscite siamo stati inoltre murati da due portieri che hanno indovinato almeno un paio di paratissime a testa e insomma nutro ugualmente tanta fiducia. Certo – incalza Davì – da Arezzo bisognerà tornare con qualcosa in tasca per poi vivere in grande stile il big match di sabato 28 col Novara al Mercante (alle 16), cercando di capitalizzare i due scontri diretti con loro e e con l´Alessandria». A questo punto detta la sua scaletta Davì. «Adesso è fondamentale restare aggrappati al carro di testa. non è essenziale vincere sempre, ma non perdere mai o quasi per partecipare alla volatona finale per la serie B. Tutte le nostre avversarie si sono rinforzate, è vero, ma come volume e qualità di manovra ci siamo alla grande anche noi». IN TV. Di nuovo la vetrina della Rai per il Bassano che sarà in diretta televisiva su Raisport in occasione del turno infrasettimanale di mercoledì 4 marzo: il match è Mantova-Bassano in carnet alle 20.45.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La giornata dei giocatori del Vicenza è iniziata ieri al Menti ma, questa volta, con compiti e ruoli ben diversi da quelli che, solitamente, vengono a loro affidati da mister Pasquale Marino. Armati di pennelli e barili di vernice hanno ridipinto, insieme a qualche tifoso, una buona parte dei muri esterni del settore «distinti» dello stadio dove erano presenti numerose scritte spray. I giocatori del Vicenza hanno in questo modo partecipato al progetto solidale varato dalla Lega di serie B, «Un giorno per la nostra città», il cui tema verteva sul decoro urbano. Tutti i componenti della squadra si sono trasformati in imbianchini sotto lo sguardo attento e divertito di Marino, che ha apprezzato l’impegno dei suoi giocatori anche in un ruolo non proprio. Archiviato l’iniziativa solidale, nel pomeriggio i calciatori biancorossi hanno svolto il consueto allenamento al centro tecnico di Isola Vicentina, da dove però non sono arrivate buone notizie. La prima riguarda le condizioni del centravanti Andrea Cocco, che sabato scorso a Bari era stato costretto alla panchina a causa di un forte attacco febbrile. Le condizioni dell’attaccante sardo purtroppo non sono buone: la febbre alta l’ha tento a letto anche ieri e a questo punto la sua presenza sabato contro il Crotone è quasi da escludere. Marino si affiderà quindi ancora a 19enne Petagna, che a Bari ha segnato il suo primo gol da professionista, con i tre punti per il Vicenza. Le brutte notizie continuano con i problemi muscolari del centrale difensivo Thomas Manfredini e dell’esterno offensivo Leonardo Spinazzola. Entrambi lamentano guai muscolari e solo oggi, dopo gli accertamenti medici, si saprà se saranno disponibili per il match contro il Crotone, o se saranno costretti a dare forfait. A completare il quadro, ieri anche Stefano Giacomelli si è allenato a parte ma in questo caso non dovrebbe trattarsi di niente di grave, per cui la presenza dell’ex pescarese contro il Crotone non dovrebbe essere in dubbio. Mister Marino ha già pronte le alternative, con Alessandro Camisa che prenderà il posto di Manfredini, se l’ex atalantino non dovesse farcela mentre sarà Stefano Giacomelli, che rientra dopo aver scontato il turno di squalifica, a sostituire Spinazzola. Sarà comunque un Vicenza pronto a cercare il quinto successo consecutivo, e che non pare disturbato dalle voci che vorrebbero la società berica al centro di una trattativa per cedere il pacchetto di maggioranza delle azioni. Da più parti è confermato che domani i rappresentati di un importante studio milanese saranno in città a discutere con l’attuale proprietà della cosa, ma l’incontro pare essere conoscitivo e niente più. «Non rilasciamo nessun commento a riguardo — ha precisato ieri il presidente Tiziano Cunico — quello che posso ribadire è che da tempo il club cerca di rafforzarsi a livello societario e in questo senso è un impegno che non ho mai smesso di portare avanti. Ci stiamo lavorando ma al momento non ci sono novità». Parole che potrebbero confermare che la cordata, pare composta da imprenditori stranieri, non sarebbe così vicina all’acquisto della società berica che, dopo dieci anni di risultati sportivi deludenti conditi da ben tre retrocessioni in lega Pro, sta vivendo adesso un momento magico. La logica porterebbe a pensare, piuttosto, che cedere il Vicenza in questa situazione non sia la priorità nell’agenda dei dirigenti biancorossi. Potrebbe avere strada più aperta un rafforzamento societario, magari cercando di coinvolgere alcuni imprenditori vicentini potenzialmente interessati al centro tecnico «Piermario Morosini» di Isola Vicentina e all’eventuale ristrutturazione dello stadio Menti. Voci, ipotesi, rumors. Ma che potrebbero avere anche un fondo di verità.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Diverso, ma non troppo. Perchè in campo, così come con un pennello in mano, le analogie si sprecano. E allora, secondo voi, come se la cava Davide Di Gennaro, il regista del Vicenza, a tinteggiare un muro? Le pennellate (quelle in campo si traducono in lanci, assist e passaggi) sono le stesse: curate, certosine, pazienti. Ma non mancano le battute di capitan Alessandro Camisa: «Sì, è bravo, io non me la cavo così bene come imbianchino; però intanto finchè c´è Davide che dipinge, metà muro è ancora coperto di scritte…».  Sorrisi, sano umorismo, e allegria. Un´iniziativa come quella di ieri, infatti, non può che portare tutto questo. I giocatori biancorossi hanno partecipato alla terza puntata del progetto varato dalla Lega B “Un giorno per la nostra città”. Come le altre squadre del campionato cadetto, il Vicenza ha dedicato la giornata alla cura del territorio. L´evento che ha coinvolto il Vicenza in città è stato organizzato in collaborazione con l´assessore alla Comunità e alle famiglie Isabella Sala, l´assessore alla Cura Urbana Cristina Balbi, il consigliere delegato alle Politiche Giovanili Giacomo Possamai e l´amministratore unico di Aim Valore Città Amcps Matteo Quero. A supporto dei giocatori si sono presentati anche una decina di sostenitori biancorossi tra i quali Antonio Santagiuliana e il super tifoso Gelmino Frigo di Brendola. Presente per l´occasione anche l´assessore alla Formazione Umberto Nicolai. Un´azione concreta ma anche di impatto per sottolineare l´importanza del recupero di determinate zone dell´impianto e contribuire così alla riqualificazione dell´immagine complessiva dello stesso. Molto in questo senso era già stato fatto nel settembre del 2013 con la giornata intitolata “Diamo una mano al Menti” che aveva coinvolto oltre sessanta volontari insieme al Sindaco Achille Variati, all´assessore Umberto Nicolai, a diversi consiglieri ed ex calciatori biancorossi, oltre ad alcuni militari in forza alla Caserma Ederle. Insieme si erano prodigati nel tinteggiare gli oltre centoventi metri del perimetro esterno dell´ingresso dello stadio. Dopo aver fatto visita agli ospiti della residenza Ipark e ai ragazzi del Quadri, la squadra del tecnico Pasquale Marino si è impegnata così a ripulire dalle scritte i muri sottostanti al settore Distinti dello stadio Menti. Tutti i giocatori erano muniti di colore bianco e di un pennello. Particolarmente motivato a cogliere la sfida si è dimostrato Federico Moretti. «Guarda che mano ho» – ha esclamato il centrocampista mentre era intento a dipingere. «È il mio secondo lavoro». C´erano tutti, dal numero uno Nicolas Bremec, al centravanti Andrea Petagna che ha risolto con un gol di testa la partita di Bari. Assenti giustificati, Nicolò Brighenti e il bomber Andrea Cocco. E Marino? Presente, naturalmente, così come il suo staff. Lei non tinteggia?: «No, io preferisco fare il regista dell´operazione e stare dietro le quinte. Vedo che Moretti si diverte, l´importante – ha sorriso Marino – è che faccia anche divertire in campo sabato contro il Crotone». Si scherza, il clima è ideale per le battute, tanto che il timoniere biancorosso poco dopo butta l´occhio là dove c´è l´esperto centrale Thomas Manfredini, che eccede un po´ col bianco… e disegna il numero 31 dietro alla giacca nera di Mario Sampirisi. L´insolita mattinata si è chiusa con la foto di gruppo e gli auguri in coro, di tutta la squadra, a Pol Garcia Tena. E visto che siamo in tema di biancorosso, auguri anche a Roberto Baggio, che ieri ha compiuto 48 anni.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Sono durati ben poco i problemi di abbondanza per Pasquale Marino. Già sabato contro il Crotone, infatti, il tecnico biancorosso potrebbe avere a disposizione un ventaglio di opzioni ristrette sia in difesa, sia in attacco. Manfredini stop. L´ultimo stop in ordine di tempo riguarda Thomas Manfredini. Il difensore ieri pomeriggio era regolarmente sceso in campo con i compagni al centro tecnico Morosini per la consueta partitella di prova, ma dopo pochissimi minuti è stato costretto ad abbandonare il campo: è tornato a farsi sentire il dolore alla coscia sinistra che già nelle scorse settimane aveva segnalato un affaticamento muscolare. Nelle prossime ore arriveranno i risultati degli accertamenti predisposti, ma la sensazione è che stavolta in ogni caso potrebbe essere prudente non rischiare, anche considerando che Marino ha Gentili e Camisa pronti per giocare. E proprio il capitano, nella partitella di ieri, è immediatamente tornato a far coppia con Brighenti al centro della difesa titolare. Cocco a riposo. Un grande punto di domanda riguarda poi Andrea Cocco. Il centravanti nell´immediata vigilia della partita di Bari era stato colpito dalla febbre alta. Stringendo i denti, sia pur debilitato, l´attaccante era comunque andato in panchina al San Nicola, subentrando negli ultimi minuti al match-winner Petagna, ma nei giorni seguenti il suo fisico ha reclamato il necessario riposo. Anche ieri Cocco non ha svolto alcun allenamento, nemmeno in palestra, perché ancora troppo debole; a questo punto allora è più che un´ipotesi immaginare che anche contro il Crotone al centro dell´attacco possa iniziare la partita il giovane Petagna. Accertamenti per Spinazzola. Nel tridente ieri con Cocco e Laverone ha giocato Vita come esterno sinistro. Spinazzola e Giacomelli non figuravano nemmeno nella squadra delle seconde linee. Nessuna apprensione per Giacomelli, in normale gestione differenziata, che quindi sabato potrebbe regolarmente tornare ad essere titolare dopo aver scontato il turno di squalifica. Qualche preoccupazione in più lo desta l´affaticamento ad una coscia avvertito da Spinazzola: anche per lui, al pari di Manfredini, sono stati effettuati gli esami del caso, con il responso atteso per oggi. Piccoli acciacchi. Quella di ieri si è rivelata una giornata quasi “minata” per l´integrità fisica dei biancorossi. Durante la partitella, infatti, anche Di Gennaro in un contrasto ha rimediato una botta alla caviglia destra che per qualche minuto ha tenuto in apprensione i numerosi tifosi presenti a bordo campo, fortunatamente poi risolta senza problemi. E pure Laverone ha dovuto sopportare un fastidioso mal di schiena, che comunque non gli ha impedito di svolgere per intero l´allenamento. Rientra Bremec. Tra diversi piccoli e grandi malanni, va fortunatamente registrato anche un rientro importante. Nicolas Bremec ha infatti superato del tutto l´affaticamento al polpaccio, e nel test di ieri è tornato in porta con la formazione dei titolari. A questo punto il portiere dovrebbe riprendersi il posto ottimamente occupato in sua assenza da Vigorito, destinato quindi a tornare in panchina. Questa l´ipotizzabile formazione iniziale per sabato: Bremec; Sampirisi, Brighenti, Camisa, D´Elia; Moretti, Di Gennaro, Cinelli; Laverone, Petagna, Giacomelli.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Il Bologna al Tombolato è un evento che sta caricando l’ambiente granata in un momento particolarmente favorevole. «Affrontare un avversario di questo blasone – sottolinea il presidente Andrea Gabrielli – ci stimola e ci inorgoglisce. Di sicuro ci sarà una buona affluenza sia da parte nostra, sia da parte ospite considerando la distanza relativamente vicina. Molto dipenderà anche dalle condizioni atmosferiche, che mi auguro non siano con il tempo brutto come dicono le previsioni». Circa novecento erano a ieri sera i biglietti venduti per il settore ospiti. Il Cittadella è lanciato da cinque risultati positivi. «Finalmente la classifica ci sta sorridendo, ma non possiamo dirci tranquilli. La squadra adesso può giocare mentalmente più libera e il tecnico Foscarini può scegliere meglio chi mandare in campo. Il peggio è passato». Il Cittadella con tre punti in meno sarebbe in zona retrocessione e con tre punti in più balzerebbe nella colonnina di sinistra del televideo: la serie B si conferma un campionato molto equilibrato. «Lo è sempre stato – conferma il presidente – ma in questo momento lo è ancora di più. Ciò deve indurci alla massima attenzione, continuando a lavorare come è stato fatto in questi ultimi tempi». Sul buon avvio del girone di ritorno, Andrea Gabrielli afferma: «Volevamo la svolta e siamo riusciti a imboccare il bivio giusto grazie alla perseveranza nel lavorare secondo una impostazione a cui abbiamo sempre creduto. Alcune leggerezze commesse dai giocatori e taluni episodi sfortunati avevano aggravato la nostra situazione, ma non hanno mai scalfito la nostra convinzione di uscire da questo tunnel. Anche i nuovi arrivati hanno contribuito a darci una mano in modo fondamentale e qui va sottolineato, come già si era verificato in passato, il lavoro oculato nelle scelte da parte del direttore generale Marchetti. Il tecnico Foscarini poi è un maestro nel riuscire a far emergere il meglio dai giocatori che ha a disposizione, soprattutto adesso che ha la possibilità di scegliere». Ieri la squadra ha partecipato al Patronato Pio X all’incontro sul tema “Educazione civica” riservato ai giovani dell’Acr e agli scout nell’ambito del progetto della Lega serie B di dedicare un giorno ogni mese al proprio territorio. Su questa iniziativa, conclude il presidente Gabrielli: «È un modo originale per far conoscere e valorizzare diverse realtà che operano nel sociale e non hanno la visibilità che meritano. Un valore aggiunto, che va oltre a quello sportivo». Continuano intanto i giri di valzer dell’influenza. Ieri si è fermato in via precauzionale Pellizzer, che spera di riprendere al più presto; Rigoni dovrebbe rientrare oggi, mentre Scaglia e Paolucci (squalificato per la partita di sabato) si sono allenati regolarmente.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Non sarà una partita qualsiasi. Non può esserlo da un punto di vista tecnico, dato che davanti ci sarà la squadra meglio attrezzata di tutta la serie B. E non può esserlo nemmeno da un punto di vista logistico, considerando che per Cittadella-Bologna, in cartellone sabato alle 15 allo stadio Tombolato, è previsto un vero e proprio esodo dal capoluogo felsineo. A ieri sera erano 900 i biglietti già venduti ai tifosi rossoblù, ma la società granata prevede che sarà probabilmente raggiunto il tetto dei 2.000. Comunque vada a finire il match, insomma, i cassieri avranno di che festeggiare. E se i numeri saranno questi, sarà necessario riservare ai supporters emiliani anche un settore della tribuna laterale scoperta Nord, in aggiunta alla curva Nord (da 1.144 posti), destinata solitamente agli ospiti. Per quanto riguarda, invece, il pubblico di casa, al momento le prevendite procedono regolarmente. Quel che è certo è che il record di affluenza stagionale, che risale alla sfida con l’Avellino del girone d’andata, quando si toccarono le 2.445 presenze, sarà comodamente superato. «E l’importante», sottolinea capitan Pellizzer, «è che i nostri tifosi rispondano all’appello e vengano a farci sentire il loro calore». Rigoni e il capitano indisposti. Proprio da Pellizzer arrivano, tuttavia, le notizie meno liete. Il difensore ieri è stato tenuto a riposo per via di un attacco influenzale, al momento lieve: gli è stato accordato di rimanere a casa proprio per evitare peggioramenti. Nella stessa situazione si trova anche Nicola Rigoni, faro del centrocampo, che già da martedì sta cercando di smaltire il virus e che ha riposato pure ieri. Per entrambi c’è comunque ottimismo da parte dello staff medico. Le note più positive giungono da Filippo Scaglia, che ha “vinto” la febbre e che ieri è tornato a lavorare in gruppo, e da Andrea Paolucci, che dopo essere stato tenuto fermo per via di una leggera infiammazione al ginocchio sinistro, lo stesso che si era infortunato gravemente lo scorso maggio, si è riaggregato ai compagni. Lui, comunque, con il Bologna non ci sarà, perché squalificato. Pertanto, per quanto riguarda la gara di sabato e i due posti in mediana, uno di sicuro sarà occupato da Busellato. Non dovesse recuperare Rigoni, la seconda maglia andrà a Benedetti. Barreca e Busellato azzurri. La B Italia ritorna in campo, un paio di mesi dopo la sconfitta di Trapani con l’Under 21 di Luigi Di Biagio. Lo fa affrontando un’altra Under 21 federale, quella croata, in un’amichevole che si disputerà martedì prossimo, alle 15, allo stadio Zuknica di Kostrena, a sud di Rijeka. Sono 20 i convocati da mister Piscedda, rappresentativi di 13 squadre e tutti Under 21: tra questi Antonio Barreca, che finora ha raccolto 24 presenze e 1 gol alla sua prima stagione in B, e Massimiliano Busellato (21 presenze e 2 gol quest’anno). La B Italia è una vetrina dalla quale sono passati, fra gli altri, giocatori come Bonaventura, Immobile, Perin e Zaza.

Ore 12.20 – (Gazzettino) È amaro il recupero della quinta giornata di ritorno per l’Este, sconfitto nel recupero da un rigore di Berni concesso per un tocco di mano di Beghin. I giallorossi vedono così sfumare la possibilità di portare via un pareggio ampiamente meritato, tanto più che dopo aver agguantato l’1-1 con Meneghello sempre dagli undici metri hanno avuto un paio di situazioni interessanti con Rondon e Rubbo per l’eventuale sorpasso. Invece, come detto, è arrivato il ko nell’extra time che costa anche il secondo posto, occupato ora proprio dalla Correggese che prima di ieri nel nuovo anno non aveva ancora mai vinto. Nell’Este (tenuta bianca) disposto con il 4-3-1-2 torna Lelj a centrocampo, Rubbo agisce alle spalle delle punte Coraini e Rondon. Primo tempo non dei migliori, con la squadra un po’ timorosa e che in alcune ripartenze legge male l’ultimo passaggio. In avvio comunque Volpe deve risolvere con un doppio intervento una situazione intricata, poi i reggiani impegnano in angolo Lorello con Chiurato, e un minuto più tardi passano in vantaggio. Cross di Grandolfo e Bertoli in semi rovesciata infila l’1-0. Intorno alla mezz’ora Lorello si oppone in tuffo a Grandolfo, e qualche istante più tardi neutralizza in angolo anche il tentativo di Bouhali. Nella ripresa sale in cattedra l’Este che costringe nella propria metacampo gli avversari. Entrano Diallo (fuori Beghetto) e Bonazzoli (Coraini), e proprio l’ex attaccante biancoscudato ci prova subito con un tiro a giro che non sorprende il portiere. Poi ancora Bonazzoli, pronto a colpire a due passi da Volpe, è anticipato da Bertoli. Gli sforzi estensi sono comunque premiati quando l’arbitro assegna il penalty per un contatto di Arrascue su Bagatini. Dal dischetto Meneghello insacca di precisione sotto la traversa. Nel recupero invece arriva il rigore che decide il match a favore dei locali: fallo di mano di Beghin e Berni condanna l’Este alla sconfitta. Comprensibile il disappunto di Gianluca Zattarin: «Non si può buttare via una partita così per ingenuità o errori personali. Dispiace perché nella ripresa siamo cresciuti molto e siamo stati bravi a recuperare il risultato, avendo poi anche qualche situazione per vincerla». Ieri si sono giocati altri due recuperi: Imolese-Fiorenzuola 0-1; Formigine-Fidenza 1-3.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Gianluca Zattarin è infuriato con i suoi: «Sono incazzato nero. Non possiamo buttare via una partita così. Dopo aver giocato il primo tempo in maniera un po’ timorosa, nella ripresa siamo rientrati alla grande, agguantando il pareggio e sfiorando pure la vittoria. Non è possibile vedere certe ingenuità proprio nei minuti di recupero». Con la mancata vittoria l’Este si allontana di 11 punti dal Rimini, ma al mister non interessa la classifica. «Non la voglio guardare», taglia corto. «Il problema non è il primo posto, dobbiamo migliorare sulle ingenuità individuali. Facciamo molta fatica a segnare, mentre gli avversari realizzano con troppa facilità. In certi momenti della partita siamo poco lucidi e poco esperti, dobbiamo lavorare su questo».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Una sconfitta che dilata ulteriormente il distacco dalla capolista Rimini, con la conseguente perdita del secondo posto in classifica, nel girone D di serie D. Nel recupero della 24ª giornata, infatti, è proprio la Correggese ad effettuare il sorpasso sull’Este, dimostrando di essere uscita dalla crisi, visto che aveva messo insieme solo tre punti nelle precedenti quattro partite. Subito in svantaggio. Il match per i giallorossi si è messo subito in salita, perché al 16′ i biancorossi si sono portati in vantaggio con Bertoli. L’azione è partita dalla sinistra con Zanola e Grandolfo che si sono scambiati il pallone, con Grandolfo che ha trovato dentro l’area Bertoli: l’attaccante ha battuto Lorello con una semirovesciata da applausi. L’Este ha provato a reagire, ma la formazione di casa si è espressa meglio dei padovani, imponendo il proprio ritmo. Al 29′ Grandolfo ha avuto l’occasione ghiotta per incrementare il vantaggio degli emiliani, ma dopo aver dribblato due difensori giallorossi dentro l’area il suo tiro di sinistro è stato ribattuto da uno straordinario Lorello. L’estremo difensore atestino si è ripetuto al 36′, quando Bouhali ha scaricato il suo destro dal limite con la palla diretta all’incrocio dei pali: lì il portiere ha compiuto un altro miracolo, spedendo la palla in corner. Di rigore in rigore. La ripresa si è aperta con l’Este che ha provato in tutti i modi ad agguantare il pareggio. Il tecnico Zattarini si è giocato la carta Bonazzoli per dare più peso davanti, ed è stato proprio l’attaccante mantovano a rendersi pericoloso al 17’ con un tiro a giro sul secondo palo che, però, non ha sorpreso Volpe. Gli ospiti hanno insistito, ma la difesa di casa, con Bertoli e Bigolin, si è dimostrata davvero insuperabile, soprattutto nel gioco aereo. La partita si è comunque riaccesa al 35’, quando per un contrasto in area tra Arrascue e Bagatini il direttore di gara ha indicato il dischetto assegnando il rigore all’Este. Si è incaricato della battuta Meneghello, che ha infilato di precisione sotto la traversa. Il match sembrava ormai chiuso, ma la Correggese si è mostrata dura a morire e, al 4′ di recupero, Beghin ha commesso un’ingenuità toccando il pallone di mano in area, concedendo così il tiro dal dischetto per gli emiliani. Dagli undici metri Berni ha spiazzato Lorello, permettendo ai compagni di tornare alla vittoria dopo più di un mese. Sconfitta pesante, invece, per l’Este, con il primo posto che ormai sembra solo un miraggio. Recuperi. Così gli altri due recuperi della 24ª giornata: Formigine-Fidenza 1-3, Imolese-Fiorenzuola 0-1. Classifica: Rimini 58, Correggese 48, Este 47, Delta Porto Tolle 46, Piacenza 42, Bellaria Igea 39, Fiorenzuola 35, Abano 33, Scandicci 32, Fortis Juventus 32, Imolese 29, Mezzolara 29, Virtus Castelfranco 28, Ribelle 26, Romagna Centro 26, Jolly Montemurlo 25, Formigine 24, Thermal Abano 22, Fidenza 21.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Sono sei pure gli avversari in comune sulla strada delle due contendenti, tra cui il Belluno, terza forza del girone, con cui entrambe dovranno giocare in trasferta. Dopo il prossimo turno che prevede due sfide interne (Fontanafredda per il Padova, Triestina per la squadra di Zanin), arriva subito una domenica da segnare in rosso. Per Cunico e colleghi l’1 marzo uno degli impegni più difficili sul campo del Belluno, ma pure l’Altovicentino non avrà vita facile a Mogliano con l’Union Pro. Mantenere le attuali distanze dopo quella giornata sarebbe un passo importante, anche perché poi la stessa sfida toccherà ai vicentini il 12 aprile, giorno in cui il Padova ospita l’ostica Sacilese, altro crocevia forse decisivo in chiave promozione. Tra queste due date occhio agli impegni interni dei biancoscudati con Arzignano e Giorgione e a quelli in trasferta con Triestina e Clodiense, uniche avversarie con cui finora hanno pareggiato. L’ultimo trittico di gare che precede lo scontro diretto del 10 maggio vedrà la truppa di Parlato opposta a due pericolanti (Legnago fuori e Kras Repen in casa) e una squadra (Union Ripa a Pedavena) probabilmente già tranquilla, mentre all’Altovicentino toccheranno Arzignano e Clodiense in casa e Giorgione fuori.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Situazione da monitorare in attacco: ieri non si è allenato Aperi per un fastidio al flessore della gamba sinistra; a parte Ferretti, che sta svolgendo uno specifico programma; sicuro assente Zubin, che si sta curando a Empoli. Oggi alle 15 amichevole a Ponte di Brenta con il San Marco. Dal presente al futuro più immediato. Trentasei punti ancora in palio, sette partite su dodici in casa per il Padova, sei impegni interni e altrettanti esterni per l’Altovicentino, con lo scontro diretto all’Euganeo all’ultima giornata. Chiunque avrebbe messo la firma per vedere i biancoscudati a questo punto della stagione con sette lunghezze di vantaggio sui rivali vicentini, ma pensare che la promozione in Lega Pro sia diventata una semplice formalità sarebbe l’errore più grave, e non solo per una pura questione scaramantica. Basterebbe ripensare all’andamento del campionato, con tanti punti recuperati da una o dall’altra squadra nell’arco di due o tre domeniche per capire che le sorprese sono sempre dietro l’angolo. C’è poi un calendario tutt’altro che morbido che vedrà l’undici di Parlato misurarsi con sei delle sette più immediate inseguitrici.

Ore 11.10 – (Gazzettino) «È stato anche capitano – racconta Pino Lazzaro – e si trattava di una persona piuttosto silenziosa, posata e umile, a dispetto del suo passato importante, oltre che un serio professionista». Sul piano tecnico era il classico libero: «Aveva grande veduta di gioco, capiva le situazioni prima degli altri e per questo motivo i suoi interventi erano puliti e raramente fallosi. Calciava pure i rigori con una certa freddezza». Un giocatore importante in un periodo non troppo felice per i colori biancoscudati: «Sono stati anni difficili e piuttosto tristi, con una società che metteva impegno ma debole economicamente e con la squadra che lottava dunque per salvarsi, il tutto dovendosi confrontare con i fasti di una passato a quei tempi ancora recente legato all’epoca Rocco». Alberto Coramini, che aveva 70 anni, è stato ricordato ieri attraverso i rispettivi siti ufficiali dal Padova, che ne ha tracciato il profilo, stringendosi attorno alla sua famiglia, e dalla Juventus che lo ha definito «atleta serio, disciplinato e disinvolto».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Anche la Padova del calcio piange l’improvvisa scomparsa di Alberto Coramini, difensore biancoscudato per quattro stagioni nella prima metà degli anni Settanta, mancato martedì nella sua casa a Bresseo per un infarto. I funerali oggi alle 15. Nato a Maserà nel 1944, era approdato alla Juventus a sedici anni e con i bianconeri, al fianco di giocatori del calibro di Sivori, Stacchini e Salvadore e agli ordini dell’allenatore Heriberto Herrera, ha vinto una Coppa Italia nel 1965 e lo scudetto numero 13, al termine di un testa a testa con l’Inter, nella stagione 1966-67, collezionando quell’anno 12 presenze, per un totale di 26 in massima serie. L’ultima sua partita con la Juve è stata la semifinale di Coppa Campioni contro il Benfica di Eusebio del 15 maggio 1968. Dopo un quadriennio nel Pisa è approdato al Padova con cui ha giocato nella serie C unificata dal 1972 al 1976, con 123 presenze e sette reti all’attivo. Tra i suoi compagni di squadra di quei tempi, il portiere Memo, il difensore Berti, i centrocampisti Sanguin e Lazzaro, l’ala Filippi, senza dimenticare l’estroso Ezio Vendrame.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il Mezzocorona non paga un euro per i 13′ di ritardo”) Fatto sta che l’anomalìa è evidente, e che il giudice sportivo, il notaio Francesco Riccio, ha praticamente ignorato quanto è successo, nonostante il rapporto dell’arbitro Pedretti di Brescia. Nel comunicato numero 96 compaiono ammende di varia entità per esplosioni di petardi e lanci di fumogeni in campo, per insulti e sputi contro le terne arbitrali, in un caso per aver gettato un pallone sul terreno di gioco mentre la partita era in corso, in un altro per mancata presenza dell’assistenza medica, insomma un po’ di tutto, ma niente di niente per il “caso Rovereto”. Che dire? Ormai ne vediamo di tutti i colori, ma che qualcosa non funzioni nel sistema calcio ci sembra ormai più che palese: e non solo per le vicende Lotito, Parma e Lega Pro (spaccata in due e con un presidente di fatto sfiduciato da metà delle società), ma anche per queste singolari contraddizioni che caratterizzano il metro di valutazione di chi deve sanzionare a norma di regolamento. Tra i professionisti il ritardato inizio di una gara è punito con pesanti multe, nei dilettanti no. Però, attenti: c’è chi potrebbe approfittarne, e il pensiero corre a maggio, quando si decideranno promozioni e retrocessioni. Cominciare una partita dopo gli altri, rifacendosi al precedente del Mezzocorona, non sarebbe proprio il massimo della correttezza, anzi si tradurrebbe in un vantaggio palese. Ecco perché speriamo si sia trattato solo di un’anomalìa. Strana, ma unica. E perciò irripetibile.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il Mezzocorona non paga un euro per i 13′ di ritardo”) Viene da sorridere, ma di un sorriso amaro, perché il problema è serio, e investe anche la serie D, oltre alle categorie superiori. Che giustizia sportiva è mai quella che neppure condanna al pagamento di una multa (magari simbolica, ma comunque sanzione avrebbe dovuto essere) una società che, per propria dabbennaggine, fa iniziare una partita di campionato con 13’ di ritardo? Domenica scorsa Mezzocorona-Biancoscudati Padova, in programma allo stadio “Quercia” di Rovereto, ha rischiato di saltare perché a pochi minuti dalle 14.30 i dirigenti trentini non trovavano più i documenti dei loro giocatori da esibire all’arbitro per l’appello. Smarriti, lasciati da qualche parte o rubati? In quei concitati attimi lo scoramento ha colto tutti, prospettando l’ipotesi che, se le carte d’identità non fossero saltate fuori entro i 45’ canonici previsti dal regolamento, il direttore di gara avrebbe dichiarato l’impossibilità di far svolgere il match, rimettendosi al giudice sportivo per le conseguenti decisioni (scontato il 3 a 0 a tavolino a favore di Cunico & C.). Poi, per fortuna, qualcuno del Mezzocorona si è ricordato che i documenti erano stati lasciati in uno stanzino chiuso a chiave dello stesso spogliatoio, e alla fine la partita si è disputata. Ieri, con grande sorpresa, nessun provvedimento è stato preso nei confronti del club trentino. Forse perché è in difficoltà economiche oppure perché ci si è mossi a… pietà?

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Vi risulta che le condizioni del Centro sportivo Euganeo non siano ottimali? «Per quello che ci ha detto chi ha avuto la possibilità di entrarvi, la struttura va sistemata, e non si tratta di interventi di poco conto. Bisogna mettere mano un po’ dappertutto, anche agli spogliatoi: vanno valutati i costi, e se il Comune di Teolo sia disponibile a venirci incontro». E poi c’è l’ultimo “nodo”, quello della futura squadra. «Stiamo già facendo alcune osservazioni in prospettiva: chi c’è in rosa, di cosa avremo bisogno, come sarà la nuova categoria. Non abbiamo ancora raggiunto il traguardo, ma questi sono passi che dobbiamo fare per tempo». Secondo lei quanti punti serviranno per vincere il campionato? «A me basta arrivare un punto davanti all’Altovicentino, adesso è un po’ presto per fare i conti, ma penso che fra tre o quattro partite sarà già più facile cominciare a fare qualche calcolo. Abbiamo delle gare dure ad attenderci, vedi quelle di Belluno e Trieste. In tutto, ci aspettano sette match in casa e cinque fuori, per non dilapidare il vantaggio non basta vincere tutte quelle all’Euganeo: mettendo insieme 21 punti arriveremmo a 74, temo che siano pochi. Penso che per chiudere al primo posto ce ne serviranno almeno 80».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A livello organizzativo, invece, potrebbe esserci un futuro lontano dal centro sportivo della Guizza? «Qui ci sono delle questioncine di carattere logistico e di qualità», spiega Bergamin, guardando la squadra allenarsi proprio su quei campi. «Non ci sono problemi di fondo, ma tanto per cominciare questa non è casa nostra: il Centro Geremia è del Petrarca, c’è sempre qualcosa su cui bisogna accordarsi, e c’è il dato di fatto che qui la gestione dei campi è tarata su un altro sport». È per questo che i terreni non sono l’ideale per gli allenamenti? «Non avendo in mano la piena disponibilità delle strutture, possiamo farci poco. Ma qui i terreni sono belli solo quando sono asciutti, perché non c’è un fondo come quello dell’Appiani, che permette di allenarci in qualunque condizione senza rischiare infortuni». Potreste davvero tornare a Bresseo? «Purtroppo in giro non ci sono molte alternative. Ma Bresseo è un’ipotesi che si può prendere in considerazione nel momento in cui esistano le giuste condizioni: non possiamo investire chissà quale patrimonio per sistemare le cose, potremmo essere interessati ad entrarvi quando sarà risistemato».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Cosa vuol dire, oggi, pensare al futuro del Padova? La società sta marciando spedita verso la seconda parte del suo primo anno di vita, ma a decidere dove si collocherà sarà la squadra, sul campo. Se sarà Lega Pro, o se invece si ritroverà ancora in serie D, è certo che l’intero quadro cambierà: se l’esigenza principale, e più immediata, è vincere il campionato, ragionare da categoria superiore è comunque un’esigenza che in viale Rocco avvertono già da tempo. «Io ragiono in termini di Lega Pro sin dall’inizio del campionato, in tutta sincerità», ammette il presidente Giuseppe Bergamin. «Questo non significa fare voli pindarici: l’obiettivo non è ancora stato raggiunto, anche se siamo sulla buona strada, ma ragionare nell’ottica di una categoria superiore diventa obbligatorio, a questo punto. Ci sono tante cose da sistemare: la parte finanziaria, quella tecnica, così come quella organizzativa». Cominciamo dalla prima. Ci sono nuovi soci all’orizzonte, pronti a darvi una mano? «Il nostro appello l’abbiamo lanciato, speriamo che si muova qualcosa: stiamo sollecitando alcune persone, ma i primi colloqui per arrivare al dunque, se ci sarà questa possibilità, avverranno il mese prossimo. Per ora ci sono dei contatti, che speriamo vadano a buon fine: non vorrei fare le cose all’ultimo momento, preferisco pensarci per tempo per sbagliare il meno possibile».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ponte di Brenta attende i biancoscudati per la tradizionale amichevole del giovedì: oggi, alle 15, il Padova sfiderà il San Marco al campo “Nicoletto” di piazza Barbato, dietro la chiesa. Un test che servirà a Parlato per cominciare a ragionare in ottica Fontanafredda, ma soprattutto per verificare le condizioni di Ferretti e Aperi: i due attaccanti ieri pomeriggio non si sono allenati, svolgendo solo lavoro atletico a parte. Se per Aperi il problema riguarda i flessori della gamba destra (oggi nuove valutazioni), il “Rulo” aveva seguito il medesimo copione anche martedì: dovrebbe trattarsi solo di un programma personalizzato, ma la conferma la darà solo il campo. Recuperati, invece, Niccolini e Mattin.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla Juve, intanto, arriva Heriberto Herrera e il tecnico paraguagio lo richiama a Torino. È l’anno del tredicesimo scudetto bianconero, Coramini gioca 12 partite a fianco di gente come Sivori, Stacchini, Cinesinho, Luis del Sol e Franco Causio. L’ultima partita in bianconero il terzino sinistro padovano la gioca il 15 maggio del 1968 contro il Benfica di Eusebio. Si tratta della semifinale della Coppa dei Campioni. Dal 1968 al 1972 disputa 82 partite con la casacca del Pisa. Nel campionato 1968/1969, il primo della storia della squadra toscana in Serie A, scende in campo 14 volte. Nel 1972 torna in Veneto per disputare quattro campionati con il Calcio Padova in Serie C e due con il Belluno in D. Quando arriva nella Città del Santo a guidare la squadra biancoscudata c’è il compianto Mario Perazzolo che nel corso del campionato viene sostituito da Mauro Gatti. Ieri la Juventus ha dato la notizia della morte di Alberto Coramini sul suo sito internet, dove rivolge alla famiglia «le più sentite condoglianze» da parte della società e dei tifosi. Chi ha giocato con lui lo ricorda come un calciatore serio, dai modi di fare semplici. «Viveva la stessa vita dei numeri uno, degli eletti. Mangiava e si allenava con loro. Beccava le stesse botte e gli stessi rimproveri. Non prendeva i loro stessi soldi», scrive su Hurra Juventus del gennaio del 1968 Giuseppe Barletti.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un altro dei protagonisti del calcio italiano se ne è andato. Si è spento martedì pomeriggio a causa di un arresto cardiaco nella sua casa di Bresseo, Alberto Coramini, ex difensore di Juventus, Potenza, Pisa, Padova e Belluno. Coramini aveva compiuto 70 anni il 2 agosto scorso ed era originario di Maserà, in provincia di Padova. Lascia la moglie Mara e il figlio Filippo. I funerali dell’ex terzino che in carriera ha totalizzato 26 presenze in Serie A e 76 in B, dove ha messo a segno anche una rete, si svolgeranno alle ore 15 di oggi nella chiesa parrocchiale di Bresseo-Treponti. Coramini non è stato un campione, niente a che vedere con i Sivori con i quali ha giocato, ma certo un ottimo giocatore, che non si è mai tirato indietro e che forse ha ricevuto meno di quello che avrebbe meritato dalla sua onesta carriera sportiva, anche se ha avuto la soddisfazione di partecipare ad alcune importanti gare. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, dov’era approdato all’età di 16 anni, nella stagione 1964/1965 esordisce in prima squadra in una partita di Coppa Italia. Ad inserirlo nella rosa dei titolari è Paulo Amaral, l’allenatore brasiliano che quell’anno ha sfiorato lo scudetto giungendo secondo. Coramini con Amaral gioca importanti gare internazionali ma mai in campionato. Dopo la vittoriosa finale di Coppa Italia contro l’Inter viene ceduto al Potenza in Serie B dove rimane solo per la stagione 1965/1966.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Quando giocavo nelle giovanili della Juve mi chiamavano Nedved per la chioma bionda — scherza – e il nipote del presidente si chiama Pavel, ho voluto tornare un po’ indietro nel tempo… Scherzi a parte sono felice del momento che sto vivendo, c’è grande armonia e soddisfazione per i gol. Stiamo andando a segno un po’ tutti, anche Aperi ogni volta entra e segna, meglio di così… Fa piacere vedere la squadra così in alto ma non dobbiamo cantare vittoria troppo presto». Petrilli aveva già fatto molta strada, in passato, arrivando alle soglie della serie B con la maglia del Crotone ma fece bene anche a Nocera con 3 gol in 12 presenze. «Alla base di tutto c’è il gruppo – ha ripetuto pure domenica – non ho mai visto gente con il muso lungo, remiamo tutti nella stessa direzione. Certo, avevo voglia di dimostrare di che pasta ero fatto, visto che avevo giocato poco…». Ci è riuscito, non c’è che dire. E non ha intenzione di fermarsi.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Ha sofferto a lungo e in silenzio, forse a un certo punto ha pure pensato di togliere il disturbo. Tutto si sarebbe aspettato, Nicola Petrilli, eccetto di dover vivere una prima parte di campionato ai margini, quasi come un acquisto che non riesce a rendere. Nulla di tutto questo. Vuoi per le rotazioni degli Under, vuoi per il rendimento degli altri esterni, vuoi per una condizione che tardava ad arrivare e una certa ostinazione di Carmine Parlato a non prenderlo in considerazione, Petrilli sembrava destinato a una stagione anonima. Poi la resurrezione: si è rimboccato le maniche senza mai una polemica e ha scalato posizioni dopo posizioni. A Padova vuole lasciare il segno, lui che in passato ha dimostrato di essere un giocatore di categoria superiore e che a forza di sgomitare si è ritagliato lo spazio che meritava.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) È morto nella serata di martedì, nella sua casa di Teolo, Alberto Coramini, ex difensore della Juve e del Padova negli anni ‘60 e ‘70. Aveva 70 anni ed è stato stroncato da un infarto. Il Padova gli ha tributato un ricordo accorato sul proprio sito web. Nato a Maserà di Padova il 2 Agosto 1944, Coramini ha giocato terzino sinistro con il Padova dal 1972 al 1976 con 123 presenze e 7 reti. Suo il record di aver raggiunto il traguardo delle 100 presenze all’ombra del Santo in appena 933 giorni. Coramini ha vestito le maglie di Juventus, Potenza, Pisa e Belluno conquistando una Coppa Italia (1964-65) e uno Scudetto (1966-67) con i bianconeri, negli anni di Sivori, Del Sol e Salvadore. Anche la Juventus ha pubblicato una nota sul proprio sito ufficiale in memoria di Coramini.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventitreesima giornata, domenica 22 febbraio ore 14.30): AltoVicentino-Triestina, Belluno-ArziChiampo, Clodiense-Mori S. Stefano, Dro-Tamai, Giorgione-Mezzocorona, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora, Legnago-Union Pro, Padova-Fontanafredda, Sacilese-Montebelluna.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 53, AltoVicentino 46, Belluno 42, Sacilese 40, ArziChiampo 36, Clodiense 35, Montebelluna 32, Fontanafredda 31, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 26, Legnago 23, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 18, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventiduesima giornata: ArziChiampo-Giorgione 2-1, Fontanafredda-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Padova 1-4, Montebelluna-Kras Repen 2-1, Mori S. Stefano-Dro 2-1, Tamai-Legnago 1-1, Triestina-Belluno 2-2, Union Pro-Sacilese 1-1, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino 1-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana,, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 febbraio: doppia seduta di allenamento per iBiancoscudati, lavoro a parte per Ferretti ed Aperi.




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