Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Cambiando l’ordine dei fattori (i giocatori) il risultato non cambia. E cioè il Padova è sempre più una “macchina da gol”. Lo dicono i numeri: 52 sigilli in ventidue partite, il che significa una media di 2,3 gol a ogni gara. Un trend impressionante, secondo nel campionato nazionale dilettanti solo a quello della Viterbese (girone G) che con 59 gol all’attivo è la squadra regina in Italia. Ma i biancoscudati sono in scia e hanno tutte le carte in regola per battere anche questo record. Tanto più se si pensa che rispetto al cammino nella prima parte di stagione si può già parlare di saldo positivo: nelle prime cinque giornate del girone d’andata la squadra era andata segno 13 volte, con le stesse avversarie nel girone di ritorno ha fatto molto meglio facendo centro in 17 occasioni. E ben tredici sono stati i sigilli realizzati nelle ultime tre uscite con Mori Santo Stefano (sei), Tamai (tre) e Mezzocorona (quattro).
D’accordo, oggi la squadra si conosce quasi a memoria e gira a mille in meccanismi tattici ormai entrati nel dna dei biancoscudati, ma va anche detto che storicamente il girone di ritorno è considerato sempre più difficile: gli avversari ti conoscono e ti rendono la vita più difficile dato che l’obiettivo da perseguire di ciascuno si avvicina e i punti finiscono per valere doppio. Ma il Padova sembra più forte anche di questo. Insomma una prolificità sotto porta da far sfregare le mani, e della quale Carmine Parlato non può che esserne lieto: «Parto dal presupposto che non è un aspetto legato al singolo, ma del collettivo. Quando non si prende gol i complimenti vanno a tutta la squadra, allo stesso modo è il lavoro di tutta la squadra a dare sostegno a chi fa gol. Poi sta anche alla bravura e alla determinazione di chi va a finalizzare». A fare la parte del leone sono naturalmente gli attaccanti, ma nel tabellino alla voce “gol segnati” hanno messo il proprio nome anche centrocampisti e tra i difensori Sentinelli.
Della serie, c’è una buona distribuzione nelle marcature, a conferma di un collettivo che funziona. «Siamo una squadra che sia a livello di gioco e sia sulle palle inattive porta un po’ tutti al tiro. Tra l’altro nelle ultime tre partite abbiamo segnato tredici gol, ossia una media superiore a quattro gol a gara. È un periodo nel quale finalizziamo tutto ciò che creiamo, a differenza del girone d’andata nel quale si costruiva molto senza finalizzare in pari misura, e non può che farmi piacere. In questo momento dobbiamo tenere alta questa grande capacità di andare a fare gol». Proprio il tecnico ha affermato domenica nel dopo partita con il Mezzocorona che avere a disposizione una rosa importante è un vantaggio, ribadendo che la ruota gira per tutti e toccherà di nuovo anche a Ferretti (nelle ultime tre gare fuori dall’undici titolare). «Lui vorrebbe sempre giocare – spiega Renato Giaretta, procuratore del Rulo – ma è sereno. In questo momento l’allenatore sta dando spazio a chi è più in forma di lui e i risultati gli stanno dando ragione».