Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 23.20 – Ex biancoscudati: è morto nel pomeriggio a Bresseo a causa di un infarto Alberto Coramini, ex giocatore del Padova dal 197/ al 1976. Alla famiglia Coramini le condoglianze da parte della redazione di Padova Goal.
Ore 21.40 – (Tribuna di Treviso) Nell’estate 2012, partì da Dakar con l’obiettivo di sfondare nel calcio italiano. Lasciò a 17 anni papà e mamma, rispettivamente farmacista e commercialista, tre sorelle e il fratello maggiore, calciatore in Senegal a livello dilettantistico. Lo notò un agente di Cordignano, Luca Zanette: quell’attaccante rapido e sgusciante poteva fare strada. Sadio Samba fece provini con Inter, Chievo, Cittadella, Pescara. Lo prese la Sacilese, poi finì a Padova, quindi fu la Reggina un anno fa a credere in lui. L’andata in prestito al Belluno, il ritorno al Montebelluna. Samba è già una scommessa vinta: tre gol fino a dicembre con i gialloblù, altrettanti in meno di due mesi con i biancocelesti. Dopo aver bagnato l’esordio in casa del Padova con un colpo alla Ibra, il 20enne senegalese ha bucato negli ultimi due turni le reti di Dro e Kras. Domenica ha sbloccato il punteggio, infilando l’estremo carsolino a coronamento di una pregevole azione di prima. Con i giuliani deve avere un conto in sospeso, visto che li giustiziò anche con il Belluno. «Sono soddisfatto, spero di continuare così», commenta, «Questa è un’occasione importante, l’obiettivo è conquistare il calcio professionistico. Lavoro tutti i giorni con questo pensiero». Confida di ricalcare la strada dell’interista Roberto Ogunseye, lo scorso torneo al Monte dopo un’opaca parentesi al Marano e promosso in estate in Lega Pro al Prato. In quattro partite con i biancocelesti ha colpito tre volte. Media da bomber vero. «Non mi aspettavo di trovare tanto spazio e giocare titolare fin da subito», prosegue, «Ma Montebelluna è piazza importante a livello giovanile, sapevo che qui avevo più chance che altrove». Da quando si è accasato in via Biagi, Samba è stato impiegato sempre dal primo minuto. Negli ultimi tre confronti, ha fatto coppia con Masiero. «C’è feeling, ci intendiamo già in allenamento», osserva l’avanti di proprietà della Reggina. I suoi idoli sono Xavi e Fernando Torres. «Ma sono una prima punta veloce», aggiunge. La doppia cifra non è lontana, anche se il prossimo match con la Sacilese non sarà semplice: «Vorrei fare tanti altri gol, mi piacerebbe arrivare almeno a 10, ma non voglio indicare un numero preciso». Se proseguirà con questa media, taglierà il traguardo presto. Il Monte si frega intanto le mani: ha individuato il puntello di cui aveva bisogno, il partner ideale di Masiero, l’uomo che la butta dentro.
Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un altro passo verso la quota salvezza. Il pareggio a reti bianche ottenuto a Fontanafredda ha infatti contribuito alla Clodiense ad avvicinarsi a quella quota di 40/42 punti che permetterebbe la permanenza nella categoria, anche se è costato la perdita del quinto posto in classifica, scavalcata dall’Arzignano. «Queste sono considerazioni che non ci interessano – dice il tecnico lagunare Andrea Pagan. Il nostro obiettivo principale è quello di raggiungere al più presto la quota salvezza. Poi penseremo eventualmente alle squadre che ci stanno davanti e magari puntare ad altri obiettivi per dare un senso alla nostra già ottima stagione. E quindi – sintetizza il tecnico chioggiotto – dobbiamo chiudere la pratica salvezza entro il mese di febbraio e conquistare già domenica prossima i tre punti contro il Mori S. Stefano». Tornando alla partita di Fontanafredda, dove la squadra lagunare ha dovuto giocare per quasi un’ora in inferiorità numerica, senza sbandare, per l’espulsione (fallo da ultimo uomo) del giovane difensore Francesco Tiozzo, ma che ha avuto anche delle opportunità per vincere addirittura la partita, l’allenatore granata appare soddisfatto. «Sì – ammette Pagan – sono soddisfatto per l’atteggiamento della squadra che non si è mai disunita, anzi ha sempre giocato per vincere. Sono contento per la prova di tutti i ragazzi ma in particolare per Davide Boscolo Gioachina che non partita titolare da quasi due mesi e che si è fatto trovare pronto disputando un’ottima gara, così pure per il nostro portiere Luca Tiozzo. Dispiace per l’espulsione di Francesco Tiozzo che è uno dei migliori difensori della categoria. A fine gara era molto giù di morale ma certi errori possono capitare. Sono comunque contento ed ottimista – conclude Pagan – anche se dobbiamo evitare certi errori. Per il resto la squadra si sta dimostrando forte anche a livello mentale e compatta».
Ore 20.40 – (Il Piccolo) Forse per amore della Triestina avrà esagerato un po’ e il ritorno allo stadio Rocco lo avrà emozionato in maniera particolare, ma quando domenica scorsa l’ex alabardato e attuale tecnico del Belluno Roberto Vecchiato, a fine partita, ha detto che l’Unione in questo momento è tra le migliori otto squadre del campionato, non è andato poi molto lontano. La squadra di Ferazzoli, nell’ultimo mese, ha pareggiato giocando alla pari con Sacilese e Belluno, terza e quarta del campionato, e solo nel finale è stata raggiunta dall’Arzignanochiampo, quinta della classe. Se a questo aggiungiamo la rimonta di tre reti al Legnago, la sudata vittoria con il Mezzocorona e un altro successo gettato al vento nel finale contro il Kras, in effetti la Triestina ha dimostrato nel 2015 di poterci stare tranquillamente in questa serie D. Il problema, ovviamente, è la zavorra di inizio campionato, quella falsa partenza che costringe gli alabardati al terzultimo posto e di conseguenza a una rincorsa affannosa. E il fatto è che purtroppo quell’handicap iniziale non si traduce solo in una mera questione di punti: certo, la classifica deficitaria è l’aspetto più evidente e allarmante in vista del rush finale, ma quella posizione in graduatoria, come sottolineato del resto proprio dallo stesso Vecchiato, provoca anche una situazione di costante ansia, di acqua alla gola. E non è affatto semplice giocare così, quando i punti contano doppio e ogni errore può essere fatale. Il Belluno, oltre che tecnicamente superiore e squadra bella da vedere, aveva dalla sua anche la tranquillità e la serenità, qualità fondamentali per giocare a calcio con lucidità e senza paura di sbagliare. Gli alabardati adesso sono una squadra solida, che sa stare in campo, che al contrario del 2014 non si abbatte al primo episodio negativo e non va in crisi nei momenti difficili, come dimostra la rimonta finale. Ma che soffre maledettamente il bisogno assoluto di far punti, quasi una paura di vincere emersa nelle precedenti partite. Detto questo, il punto è tutto guadagnato e ha decisamente un altro significato rispetto a quello raccolto con il Kras, dove si era persa una grande occasione. Ma oltre al passettino in classifica, la Triestina ha dimostrato anche di saper sopperire a un’assenza importante come quella di Manzo, che era stata una delle armi in più da gennaio in poi. Ferazzoli è stato molto saggio a rispolverare Lopefido e a non stravolgere l’assetto della squadra, che ha mantenuto un suo equilibrio: anche questo è un segno di maturità. Certo, bisogna pregare perché a Daniele Rocco non venga nemmeno un raffreddore, perché senza il bomber monfalconese l’Unione perderebbe la quasi totalità del suo potenziale offensivo.
Ore 20.10 – (Messaggero Veneto) Se si fosse in un giro ciclistico, l’ultima giornata di serie D la si classificherebbe come semplice tappa di avvicinamento. Cinque pareggi su nove gare. Fuga (più 7 sull’Altovicentino) del Padova a parte, è cambiato davvero poco. Sia in testa sia in coda. E così anche i pareggi di Sacilese, Fontanafredda e Tamai possono andare in archivio con soddisfazione. Nuovi orizzonti. Proprio il punto ottenuto a Mogliano, giocando in 10 per una buona metà della ripresa, potrebbe aprire alla squadra di Zironelli nuovi orizzonti. Il secondo posto dell’Altovicentino, infatti, rimane ad appena 6 lunghezze. E la formazione di Zanin potrebbe risentire psicologicamente dello strappo operato dalla capolista. Che possa tornare in gioco anche il piazzamento d’onore? La prospettiva è allettante, perchè chi si piazza alle spalle della battistrada si guadagna la qualificazione per la Tim cup della prossima stagione. La Coppa Italia dei “grandi”, per intenderci, che sarebbe una vetrina non da poco per i talenti sacilesi. Intanto Zironelli può brindare al primo gol stagionale di Manucci, su un piazzato provato e riprovato in allenamento. Quando si dice schema vincente. Senza reti. Lascia più l’amaro in bocca il pareggio del Fontanafredda, visto che i rossoneri di Maurizio De Pieri, per quanto in emergenza, non hanno saputo sfruttare la superiorità numerica creatasi già nel primo tempo del match con la Clodiense. Ma anche in questo caso c’è un dolce rovescio della medaglia: per la prima volta da due mesi (l’ultima volta risaliva allo scorso 7 dicembre in casa con il Montebelluna) a questa parte, la difesa rossonera non ha subito gol. Merito nella circostanza di un Vicario in grande spolvero, parso già pronto per la giornata di super lavoro che presumibilmente lo attende domenica allo stadio Euganeo di Padova.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Puntuale come l’agente delle tasse. Il malessere lascia in pace tutta la settimana Stefano De Agostini per poi presentarsi alla domenica, poco prima o durante la partita. Con il Legnago è successo nell’intervallo, mentre parlava ai suoi ragazzi. Non è più rientrato e si è fatto riaccompagnare a casa. Gli esami clinici effettuati la scorsa settimana a Padova, come conferma lo stesso tecnico, non hanno rilevato alcun problema sanitario. STEFANO RESTA – Chi vive la cosa da fuori può pensare che il ripetersi dell’inconveniente possa creare problemi a squadra e società. Chi conosce la realtà di Tamai sa invece che non è così. «Stefano – garantisce Mauro Narder – è il nostro tecnico e nessuno lo ha mai messo in discussione. La società, anzi noi, collaboratori e amici, è preoccupata per lui. Perché lavora tanto e bene durante la settimana e poi non riesce a godersi la partita. D’accordo con lui – continua il dirigente -, gli abbiamo affiancato in panca la domenica Luca Saccon (allenatore della juniores, ndr). Sarà così anche a Dro domenica e nel prosieguo del campionato, sino a quando il suo problema sarà definitivamente risolto». La situazione delle furie (30 punti), dopo l’1-1 con il Legnago (spledida la fuga di Zambon che ha offerto poi a Sellan il pallone del momentaneo vantaggio), resta tranquilla. NULLA CAMBIA – Pareggio anche per la Sacilese (40) a Mogliano: 1-1 firmato da Manucci su piazzato. Non muta la situazione in zona playoff, perché hanno pareggiato anche l’Altovicentino (secondo a quota 46) e il Belluno (terzo a 42). Forse ci si poteva aspettare qualcosa di più, ma Zironelli è soddisfatto e spiega: «I ragazzi hanno disputato una buona partita, con azioni palla a terra che da un po’ non vedevo. Ci ha penallizzato l’espulsione di Mboup, che ci ha lasciato in 10 per l’ultima mezzora». Domenica al XXV Aprile arriverà il Montebelluna (32), reduce dal successo (2-1) sul Kras. CARMINE DUE – Non può che far piacere agli amici ed estimatori di Carmine Parlato, ex mister di Sacilese e Pordenone, l’allungo del suo Padova capolista. Dopo il successo di Mezzocorona (4-1) può vantare 7 punti di vantaggio sull’Altovicentino. A saggiare lo stato di grazia dei biancoscudati sarà domenica il Fontanafredda. I rossoneri si sarebbero presentati nella città del Santo con altro spirito, se avessero sfruttato la superiorità numerica contro la Clodiense. Invece è stato “solo” 0-0. «Sì – annuisce Maurizio De Pieri – ma contro la quinta forza del torneo. Ammetto che avremmo potuto sfruttare meglio la situazione. Ho comunque visto un Fontanafredda migliorato, più deciso anche se un po’ troppo ingenuo».
Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Società, squadra, staff tecnico. Il Tamai fa quadrato attorno al suo allenatore. L’ennesimo malore occorso a Stefano De Agostini nell’intervallo dell’ultima gara casalinga con il Legnago, che l’ha costretto per la quinta volta in questa stagione ad abbandonare anzitempo la propria panchina, ha rafforzato questa unità d’intenti. Anche se la dirigenza mobiliera sta studiando, e pare aver individuato, un possibile rimedio per agevolare il compito del mister, in questo periodo vittima dello stress da gara ufficiale, visto che in settimana durante gli allenamenti non si registrano problemi di sorta. Fiducia. «La nostra prima preoccupazione – fa sapere il team manager del Tamai, Mauro Narder – è la salute del mister. Noi tutti gli siamo vicini e speriamo che riesca presto a superare questo momento di eccessiva emotività. La fiducia nei confronti del suo operato era e rimane totale. E il rapporto tra lui e i giocatori è splendido». Novità. Nel frattempo, però, sarà promosso nel ruolo di vice-allenatore e dunque assisterà De Agostini durante le prossime gare di campionato, il tecnico della juniores Luca Saccon. «Partiremo con la prossima trasferta di Dro – rivela Narder – e se ce ne sarà bisogno continueremo con questa formula anche nelle partite successive». Si vuole così alleggerire non soltanto lo stress di De Agostini, ma pure il lavoro dell’accompagnatore ufficiale della prima squadra Gianpaolo Pegolo, chiamato ormai troppo spesso a sostituire in corsa il tecnico titolare. Stenti. Che il Tamai non stia attraversando un periodo particolarmente tranquillo lo testimoniano pure i risultati. Nel girone di ritorno Petris e compagni hanno raccolto soltanto 4 pareggi (e una sconfitta). L’ultima vittoria risale al 4 gennaio scorso, contro l’allora ultima in classifica (il Mezzocorona). «L’andamento della squadra – replica tuttavia Narder – non ci preoccupa affatto. Siamo in linea con i progetti di inizio stagione. La vittoria continuando a giocare così arriverà presto». Domenica scorsa col Legnago è sfumata proprio all’ultimo istante: «Il risultato – chiosa il dirigente mobiliere – tutto sommato è giusto, ma fa male aver subito gol a causa di una punizione totalmente inventata».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «La prova con l’Altovicentino è un successo di tutto il collettivo». Il direttore sportivo dell’Union Ripa La Fenadora, Alberto Faoro, non ha dubbi in merito: «Quando si perde una partita come quella con il Legnago tutti hanno delle responsabilità, e allora in prestazioni come quella di domenica tutti hanno dei meriti». Il ds prosegue il suo ragionamento: «C’è stata una buona risposta sul piano fisico quindi i preparatori hanno lavorato bene, ma c’è stata anche un’efficace prova tattica e in questo caso il merito è dell’allenatore. Non da meno tutti i giocatori». L’1-1 conquistato con la squadra seconda in classifica a 46 punti, consente ai neroverdi (decimi a quota 30) di ritrovare il passo giusto dopo un periodo di oblio che pareva aver vanificato i primi mesi di campionato. «Anche dopo il gol di De Checchi abbiamo dato segnali importanti. E un paio di occasioni sono capitate ad Andreolla. Ai punti il pareggio è stato il risultato più giusto». Ora arriva il momento della continuità: «Risultato e prestazione erano necessari per poter riprendere il cammino interrotto. La prova con l’Altovicentino però non deve essere usata per incensarci, ma esclusivamente perché fa bene alla classifica e al nostro morale». Domenica l’Union avrà davanti un altro rebus: il Kras Repen, quindicesimo a 19 punti. «Sarà una gara difficile – conclude Faoro – perché loro domenica hanno perso, ma va ricordato che sette giorni fa in casa hanno vinto con l’Altovicentino».
Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) Il Ripa Fenadora è combattivo. La squadra ha dato un segnale di carattere domenica acciuffando il pareggio nel finale contro l’Altovicentino seconda forza del campionato, ma la società tiene ancora i giocatori e lo staff tecnico in silenzio stampa fino alla prossima sfida con il Kras Repen, segno che la partita decisiva è quella. «Siamo molto contenti perché il pareggio che dà morale e muove anche la classifica, cosa che serve», dice il direttore sportivo del Ripa Fenadora Alberto Faoro. «Questo dev’essere un punto di ripartenza, perché adesso andiamo a Monrupino (Trieste) ad affrontare il Kras in una partita molto importante contro una squadra tosta, ma alla nostra portata. Da qui alla fine bisogna giocare tutte le partite come abbiamo fatto con l’Altovicentino, con la stessa grinta, voglia, determinazione e intensità». Parlano solo i dirigenti. La squadra ancora per questa settimana non parla. «La partita di domenica è da preparare come quella con l’Altovicentino, se non di più. È stato solo il primo passo e non un punto di arrivo», aggiunge il ds dell’Union. «Cerchiamo di recuperare serenità e i ragazzi si concentreranno sulla gara. In questi momenti bisogna solamente lavorare». Rinascita Union. «Abbiamo fatto una bella prestazione globalmente, sia dal punto di vista del gioco che della grinta, dell’atletismo e della cattiveria agonistica», sottolinea il diesse neroverde. «Alla fine è uscito un pareggio giusto, non risicato e speriamo anche di aver reso felici i nostri tifosi, soprattutto quelli veri». Le scelte di Parteli. Il mister domenica ha cambiato, lasciando fuori dall’undici titolare De March e Slongo in difesa (con Antoniol centrale) e Andreolla in attacco. Non si può parlare di bocciature però: «Abbiamo la fortuna di avere una rosa importante», commenta il ds Faoro. «C’era qualche mezzo acciacco da recuperare e c’era da fare una programmazione basata su più partite. Il mister ha fatto queste scelte, chi è stato chiamato si è fatto trovare pronto ma assolutamente non si tratta di bocciature». Esame Kras. «E’ una partita più importante di quella con l’Altovicentino perché abbiamo bisogno di recuperare se vogliamo inseguire il treno davanti ed è sempre bene mettersi punti anche dietro», commenta Alberto Faoro. «Abbiamo interrotto la serie negativa e fatto una prestazione per 90′ importante, adesso vogliamo tornare alla vittoria». Dentro e fuori dal campo. Pareggiare contro una corazzata dopo quattro sconfitte consecutive può autorizzare anche a spingere con gli aggettivi. Lo fanno i tifosi, che ne usano due – «immensi, geniali» – attraverso la pagina Facebook del gruppo ultrà sorci verdi Gusv per esaltare la prestazione dell’Union. Anche per loro «la reazione c’è stata».
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Né Arzignano, né Padova. Il prossimo anticipo del Belluno potrebbe essere contro la Sacilese (23 marzo) o addirittura contro l’Altovicentino (12 aprile). Il perché è presto detto. Domenica prossima, quando al polisportivo arriverà l’Arzingano di Trinchieri, i campionati dall’Eccellenza in giù sono fermi, dunque perché anticipare? Per il match-clou con il Padova invece, seconda gara consecutiva in casa, in programma domenica 1 marzo, in molti – Biancoscudati in primis – hanno sconsigliato ai gialloblù di anticipare. Il gruppo intanto questo pomeriggio tornerà ad allenarsi, aspettando che in settimana vengano confermate le attese squalifiche per somma di ammonizioni di Merli Sala e Pescosta. Una doppia assenza nel cuore della difesa che proprio nell’ottica dell’arrivo in città del vice-capocannoniere Martin Trinchieri, Vecchiato avrebbe evitato volentieri.
Ore 18.00 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno meritava qualcosa di più. La squadra gialloblù è rientrata da Trieste con un punto in saccoccia ma con la consapevolezza di aver giocato una buona partita contro un avversario che probabilmente non merita una posizione così bassa in classifica. «Meritavamo qualcosa di più del pareggio», spiega il terzino agordino Stefano Mosca, «bisogna dire però che le due reti subite erano sicuramente evitabili. È un peccato che la partita sia finita in pareggio perché abbiamo creato tanto e in area sono arrivate tante palle sporche che potevano essere buttate dentro. A livello di gioco il Belluno si è espresso meglio della Triestina, nonostante questo la partita dopo pochi minuti si è messa subito in salita perché siamo passati in svantaggio. Abbiamo recuperato e centrato il vantaggio con il gol di Masoch ma alla fine è arrivato il loro pareggio. Potevamo vincerla noi come loro, dovevamo essere più cinici sotto porta e in quel caso l’avremmo portata a casa noi». Una difesa che perde colpi. La retroguardia del Belluno è stata la migliore per diversi mesi, nel 2015, però ha subito una calo inspiegabile subendo dieci reti nelle ultime cinque giornate. Guardando la classifica la difesa gialloblù con 22 reti subite rimane la seconda meno battuta del girone insieme ad Altovicentino e Tamai (la prima è quella della Sacilese), ma la sensazione è che i gialloblù abbiano avuto un calo difensivo. «Dieci gol sono tanti ma sapevamo che il girone di ritorno sarebbe stato molto più difficile rispetto a quello di andata – continua Stefano Mosca – le squadre nel mercato invernale si rafforzano sempre e lottano ancora di più con l’obiettivo di salvarsi e quindi diventa più difficile giocare bene e fare gol. Abbiamo subito tanti gol, alcuni assolutamente evitabili, la causa è un insieme di cose tra cui i meriti degli avversari ma anche noi abbiamo le nostre colpe». Obiettivo terzo posto. Il Belluno è sul terzo gradino del podio, il Padova è ormai irraggiungibile, non l’Altovicentino. Bisogna però anche guardarsi le spalle da una Sacilese sempre pronta ad approfittare di un passo falso dei gialloblù per soffiargli il posto. «Bisogna pensare ad una partita alla volta guardando prima di tutto noi stessi – conclude Mosca – Vogliamo arrivare almeno terzi, perdere questa posizione sarebbe un fallimento». Giovanni Pescosta e Ivan Merli Sala squalificati. Mister Vecchiato, nell’impegno casalingo contro l’ArzignanoChiampo, dovrà fare a meno del terzino fuoriquota classe 1996 e del centrale difensivo, autore di due gol nelle ultime due partite. Gli indiziati numero uno a prendere il posto degli assenti sono Danny Paganin per la corsia di destra e Andrea Di Bari per il centro. Torna però a disposizione dopo la squalifica Marco Duravia.
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Una sconfitta amara quella rimediata dal Real Vicenza in casa del Renate. Una gara molto equilibrata a detta di tutti, forse il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, ma ancora una volta è stato un episodio a decidere la gara. Per 85 minuti le due squadre si sono date battaglia su un campo molto pesante, ma comunque praticabile. Il Real, apparso forse più in palla nella prima frazione, nella fase finale ha pagato a caro prezzo la stanchezza. Vero anche che non si può non notare il talento del giovane Cocuzza che ha saputo farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. «Non è stata una partita giocata male, anzi, credo che sia noi che il Renate abbiamo disputato una buona gara – commenta capitan Matteo Tomei – ma forse l´approccio non è stato dei migliori, e per questo mi assumo le mie responsabilità: come capitano di questa squadra non ho saputo tirar fuori quel qualcosa in più che era necessario domenica per portare a casa almeno un punto. Serviva sicuramente più cattiveria e più fame, che in altre occasioni abbiamo dimostrato di avere». Mea culpa quindi di Tomei, questa sconfitta lascia il rammarico visto che con quei tre punti in più oggi, a quota 41, «avremmo già messo una seria ipoteca sulla salvezza e saremmo lì dietro al Bassano, ad un passo dalla zona playoff», continua il capitano. Importante dunque rialzare subito la testa e pensare immediatamente alla sfida di sabato contro il Venezia, «una partita importante, contro una compagine forte e che è sempre bello affrontare – riprende Tomei -; questo Real è formato da giocatori esperti che hanno militato anche in campionati più importanti della Lega Pro. Siamo consapevoli del nostro valore, l´obiettivo dei playoff che insieme a società e tecnici ci siamo prefissati credo sia alla nostra portata. Dobbiamo rimboccarci le maniche e non abbassare la guardia».
Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un’occasione persa? Probabilmente sì, considerato che la concorrenza (leggi Pavia e Novara) si è annullata in un pirotecnico 3-3 e che i distacchi in classifica tra le prime sono rimasti inalterati. Anzi, in testa c’è un terzetto (Novara, Pavia e Alessandria a 47) e il Bassano insegue a un punto. Con un successo sulla Cremonese a quest’ora il Bassano sarebbe nuovamente in vetta, invece la sensazione che va per la maggiore è quella di una squadra un po’ sfortunata e un po’ inceppata sotto porta, con una difficoltà ad andare in gol che non era mai stata tale nell’attuale stagione. «La situazione è ancora aperta – ha spiegato ieri il direttore generale giallorosso Werner Seeber in collegamento con Radiouno Rai – la classifica è corta e c’è molto equilibrio in testa. Con la Cremonese abbiamo dominato, ma purtroppo non siamo riusciti a sfruttare la grande mole di occasioni da gol prodotte. Andiamo avanti per la nostra strada, abbiamo fatto un grande girone di andata e proseguiremo anche nel girone di ritorno. Dove arriveremo non lo so, però posso assicurare che ce la metteremo tutta». Concetto ribadito da Tommy Maistrello, ospite ieri sera di Cafè Tv 24 e di «Speciale Lega Pro»: «Siamo in tanti davanti a puntare in alto – ha sottolineato l’attaccante giallorosso – e non sono assolutamente preoccupato. Sia contro l’Albinoleffe che contro la Cremonese abbiamo condotto la gara per lunghi tratti, ottenendo molto meno di quanto avremmo meritato. La stagione è lunga, sono convinto che diremo la nostra». Aria triste nella vicina Vicenza, dove il Real ha conosciuto la prima sconfitta dell’era Favaretto. Un ko maturato nei minuti finali a Meda contro il Renate che ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti. «La partita è stata decisa da un episodio che ha spostato gli equilibri — sospira Paolo Favaretto — dispiace perché fino a quel momento direi che il pareggio era sembrato a tutti il risultato più giusto. Bravo comunque il Renate a trovare e a sfruttare quel piccolo errore nostro. In settimana avevo visto le ultime partite del Renate e onestamente sia ad Arezzo che a Mantova non meritavano di perdere. Come ho preso la sconfitta? Sono sereno. È stata una partita molto aperta, equilibrata, posso dire che effettivamente c’era sempre la sensazione che da una parte o dall’altra potesse accadere qualcosa di pericoloso». Nel frattempo sono stati definiti gli orari relativi alle prossime giornate di campionato. Questo il riepilogo dei prossimi appuntamenti in programma per Bassano e Real Vicenza: alle porte nel weekend c’è Venezia-Real Vicenza, che verrà disputata sabato alle 17 allo stadio Penzo, mentre Arezzo-Bassano si giocherà domenica alle 16. Nella ventisettesima giornata Bassano-Novara è in programma sabato 28 febbraio alle 16, mentre il giorno prima in serale alle 19.30 il Real Vicenza se la vedrà al Menti contro il Lumezzane. Insomma, un vero e proprio tour de force, che si concluderà con la ventottesima giornata che prevede un turno infrasettimanale per il girone A mercoledì 4 marzo alle ore 20.45, quando si giocherà Mantova -Bassano in diretta sui canali di Rai Sport, oltre che su Lega Pro Tube.
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano, che fraseggia calcio in mezzo agli energumeni e a chi va per le spicce, non si trova più. Tra AlbinoLeffe e Cremonese non meno di 16 chance fatturate e un solo golletto a regime, quello di Tommy Maistrello all´extratime a Bergamo. E anche nella vittoria precedente col Pordenone, l´1-0 autografato da quella palombella velenosa di Nolè è stato raccolto risicato rispetto a quanto prodotto. Tonino Asta a mente fredda analizza la difficoltà a bucare le rivali. «Vi ho sempre detto che al ritorno la musica sarebbe cambiata, ma non solo per noi, per tutti. La posta in palio diventa importantissima, nessuno può sbagliare e ognuno si cautela come può – recita il trainer – quindi prepariamoci perchè ne vederemo ancora di avversari rintanati allo spasimo in area. Io dico che dobbiamo proseguire sulla strada delle occasioni costruite a getto continuo come stiamo facendo e i risultati inevitabilmente li faremo. Ma aggiungo anche che la classifica non la voglio guardare, non dobbiamo badare alla lotta promozione che per ora riguarda altri, bensì al prossimo match di domenica ad Arezzo. E mi piacerebbe che ci si godesse il lungo momento magico, confidando che questo Bassano resti negli occhi della gente e di chi ci vuol bene come una formazione capace di regalare emozioni e chissà, magari anche un´illusione». Luca Cattaneo (6,5 nella pagella sfumata ieri) ha fatto ammattire i terzini. «Ho provato con la palla tesa e con i cross, non c´è stato verso di far saltare il loro bunker – riconosce – non finalizziamo il tanto volume che fabbrichiamo, sta cominciando a dare fastidio questo aspetto anche perchè sul piano della manovra siamo molto più brillanti degli altri. Se insistiamo verremo premiati», A oggi Bassano sarebbe ai playoff per la B come migliore quarta dei tre gironi.
Ore 16.30 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Fontanafredda, in programma domenica 22 febbraio alle 14.30. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12 di domenica 22 febbraio. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.00. PARCHEGGI e BIGLIETTERIE: la Biancoscudati Padova comunica inoltre che, vista la concomitanza tra la partita e i Campionati Italiani indoor di atletica leggera che si disputeranno al Palaindoor, per l’occasione sarà disponibile per i supporters padovani anche l’intero parcheggio Nord solitamente riservato agli ospiti. Per rendere più confortevole l’acquisto dei biglietti, inoltre, la Società ha stabilito che vengano aperte entrambe le biglietterie: la Sud e la Nord. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084. – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665. – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805. – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171. Per informazioni – Mail – biglietteria@biancoscudatipadova.com Tel. 049 604498
Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: lavoro atletico finale per i Biancoscudati.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.
Ore 15.20 – Qui Guizza: si rivede tra i portieri Lazar Petkovic, che torna quindi ad allenarsi.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per il primo allenamento settimanale. Lavoro a parte per Ferretti e Niccolini.
Ore 14.40 – (Gazzettino) «Il Venezia non ha rispettato per la seconda volta la scadenza del pagamento dei contributi sugli stipendi di novembre e dicembre». È il dg Dante Scibilia a confermare la lampante crisi di liquidità di un Venezia che si prepara ad incassare un pesante -2 in classifica. Due settimane fa il presidente Yury Korablin aveva pagato in anticipo ai giocatori gli stipendi dell’ultimo bimestre-2014, esponendosi in prima persona nell’assicurare la sua volontà di evitare altri autogol. Invece il patron moscovita non è riuscito a versare nelle casse societarie il 40% mancante e necessario per pagare i contributi, che avrebbe evitato di acuire una crisi di solidità e prospettive per il club di cui è sempre l’unico proprietario. «Se me l’aspettavo? Ho smesso da tempo di pormi questa domanda – la preoccupazione di Scibilia – I fatti si commentano da soli, qui cerchiamo di fare del nostro meglio ogni giorno ma non è facile lavorare così, con problematiche così serie. Korablin è atteso giovedì notte, sabato sarà presente al Penzo per la gara col Real Vicenza (ore 17, ndr) e magari chiarirà lui la situazione». Nei giorni scorsi la Lega Pro aveva reso noto di aver erogato alle società la seconda parte dei proventi della Legge Melandri, legati al minutaggio dei giovani e all’organizzazione dei vivai: per il Venezia però nessun assist, visto che gli euro del minutaggio sono stati trattenuti per compensare il mancato pagamento dei contributi di ottobre-novembre, mentre quelli legati al settore giovanile incidono per meno del 10% sulla cifra che sarebbe servita entro ieri. «Di sicuro le regole vanno rispettate ed entro il 30 giugno dovrà essere tutto pagato per iscriversi al prossimo campionato» ha ricordato Scibilia, ieri a Firenze per l’assemblea di una Lega Pro sempre più spaccata, tra il fronte di 29 club che appoggia la linea Macalli-Lotito-Tavecchio e i 28 (compreso il Venezia) contrari all’attuale maggioranza. «Noi siamo favorevoli a un profondo rinnovamento della Lega Pro – spiega il dirigente lagunare – Dopo 30 anni di una governance che ha fallito urgono elezioni e un corso gestionale tutto nuovo». In vista della gara di sabato la società rilancio la promozione dei biglietti di curva sud a 2 soli euro, sia in prevendita sia ai botteghini. Da segnalare la convocazione del 17enne difensore Marco Dell’Andrea nell’Under 21 di Lega Pro per lo stage di oggi e domani a Livorno.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dalla Russia è arrivato un «pagherò». Niente bonifico per saldare le ultime spettanze in tempo, ma solo la promessa di provvedere al più presto, entro fine mese, al saldo. E così per il Venezia, per la seconda volta consecutiva, si profila all’orizzonte la penalizzazione: un punto, che andrà a sommarsi a quello, sempre imminente, relativo al mancato versamento dei contributi a dicembre scorso. Il copione si ripete, pur con qualche variazione sul tema. Rispetto alla scadenza del 16 dicembre, quanto gli stipendi arrivarono in extremis ma mancarono i contributi, stavolta gli emolumenti a giocatori, staff e dipendenti erano stati versati dieci giorni fa, quando il presidente Yuri Korablin si era fatto vedere a Venezia per la prima volta dopo sette mesi. E in quell’occasione aveva assicurato di avere già il 60% dei contributi mancanti e di essere al lavoro per reperire il resto. Evidentemente, però, qualcosa è andato storto perché ieri, ultimo giorno utile per documentare l’avvenuto pagamento delle spettanze di novembre e dicembre, dalla Russia non è arrivato alcun bonifico. Neanche della parte che il presidente diceva di aver già reperito. Solo una mail, di risposta agli innumerevoli solleciti inviati in questi giorni dal dg Dante Scibilia. «Korablin assicura che pagherà entro la fine del mese — riferisce il dirigente arancioneroverde che non nasconde il proprio disappunto — noi continuiamo a mettere il massimo impegno ma c’è una certa amarezza. Così le cose non sono certo semplici per il futuro — ammette Scibilia, che intanto lascia aperto uno spiraglio ad un eventuale ricorso — se davvero il presidente, come ha assicurato, verserà a breve i contributi, proveremo a presentare un’istanza perché venga annullata la penalizzazione, trattandosi solo di un ritardo. Ma è un’ipotesi che valuteremo, non credo ci siano precedenti al riguardo». Nella mail, Korablin ha anche annunciato che sarà nuovamente in città a partire da giovedì e che questa volta si fermerà per assistere sabato alla sfida contro il Real Vicenza al Penzo. Sarà un’occasione per i tifosi di vederlo personalmente e magari per farsi dare ulteriori rassicurazioni sul futuro. Anche se solo dieci giorni fa il patron arancioneroverde aveva ribadito il suo impegno sia per il progetto sportivo che per lo stadio, pur non nascondendo le difficoltà dovute alla crisi tra Ucraina e Russia e alle sanzioni che stanno compromettendo l’economia russa, comprese le operazioni finanziarie dei grandi uomini d’affari, tra cui quelli che sostengono Korablin e il Venezia. Parole che probabilmente Korablin ripeterà anche nei prossimi giorni, spiegando ancora il motivo del mancato pagamento. Certo è che i due punti di penalizzazione vanificano i pareggi strappati con SudTirol e Como e rischiano di complicare la classifica. Ieri intanto la squadra è tornata ad allenarsi in vista del derby di sabato al Penzo (in arrivo la squalifica di Bellazzini che si somma alle assenze di Sales e Legati), mentre il dg Scibilia ha partecipato a Firenze all’assemblea di Lega Pro: assemblea che si è spaccata a metà, con il Venezia che fa parte del fronte anti-Macalli, favorevole al rinnovamento dei vertici.
Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Niente soldi, niente contributi di novembre e dicembre pagati, altro punto di penalizzazione che il Venezia riceverà sul groppone quando scatterà il deferimento. Nessuna sorpresa in casa arancioneroverde, anche se potrà essere direttamente il presidente Yuri Korablin a spiegare, forse, questa ennesima scadenza non soddisfatta completamente (gli stipendi ai tesserati sono stati saldati dieci giorni fa), visto che dalla sede rimbalza la notizia che potrebbe arrivare in città giovedì in tarda serata e sabato essere per la prima volta presente in tribuna allo stadio, in occasione della partita contro il Real Vicenza. Il Venezia ora deve cominciare a pensare a raggranellare il più rapidamente possibile quei nove-dieci punti indispensabili per evitare i playout, visto che la sconfitta patita venerdì scorso sul campo della Feralpi Salò ha tagliato fuori gli arancioneroverdi dalla corsa ai playoff: oggi sono dieci le lunghezze di vantaggio sul Giana Erminio (in realtà 9 se si considera già la prima penalizzazione e i lombardi devono recuperare domani la gara con il Pordenone), ma vista l’aria che tira arrivare a quota 44-45 in tempi brevi non sarebbe male. Al di là delle penalizzazioni, che non fanno mai piacere perché vanificano i sacrifici dirigenti, staff e giocatori, bisogna iniziare a guardare con estrema preoccupazione alla fine della stagione quando serviranno i soldi per iscriversi al prossimo campionato saldando tutte le spettanze dei tesserati fino al termine di aprile. Il presidente Korablin ha ribadito dieci giorni fa di non voler cedere la società, di essere condizionato sul piano economico dalla situazione russa, ma questa non avrà uno sblocco entro giugno, quindi le difficoltà persisteranno. Lega. Ieri il direttore generale Dante Scibilia ha rappresentato il Venezia alla riunione delle società di Lega Pro a Firenze. All’ordine del giorno la ripartizione dei diritti televisivi e l’elezione di un consigliere, ma clima teso per la discussione sulla “governance” e la posizione del presidente Macalli messa in discussione. Votazione che è terminata con un “pareggio” clamoroso: 28 voti i favorevoli a Macalli e 28 voti i contrari, tra cui il Venezia, mentre Lumezzane e Foggia si sono astenute e l’Ascoli non è stato ammesso al voto perché nato come società da meno di un anno. Alla fine i dissidenti hanno presentato un altro documento al Consiglio Direttivo con 13 firme richiedendo la sfiducia. Convocazione. Il giovane Marco Dell’Andrea è stato convocato per lo stage di allenamento che la Nazionale Under 21 di Lega Pro sosterrà oggi e domani a San Giuliano Terme (Pisa), e si chiuderà con l’amichevole contro il Livorno al “Picchi”.
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza non si ferma più. A Bari è arrivata la quarta vittoria di fila, che porta a 13 punti il bottino del 2015 frutto del pareggio di Latina, e delle vittorie contro Trapani, Perugia, Terni e Bari. Nel solo girone di ritorno il Vicenza risulta capoclassifica.
Un trend impensabile solo due mesi fa, ma giustificato da una squadra che gioca un ottimo calcio e che è riuscita a trovare una solidità ed un equilibrio che le consentono di subire pochissimo e di essere sempre pericolosa dalle parti del portiere avversario. Pasquale Marino non può quindi che essere soddisfatto e il tecnico di Marsala non lo nega. «Sono contento del gioco e dei risultati della squadra – precisa Marino – perché a Bari abbiamo vinto ancora senza rischiare niente. Tolta una punizione di Bellomo e un tiro fuori nel finale di Boateng, non abbiamo rischiato niente, mentre abbiamo sempre avuto il pallino del gioco in mano andando a colpire nel momento giusto. E’ stata quindi anche una prova di maturità e questo è un altro punto a favore di un gruppo che cresce partita dopo partita». Altro elemento da sottolineare è il fatto che a Bari in attacco mancavano Giacomelli, squalificato, e Cocco febbricitante, entrato solo nel quarto d’ora finale con il compito di tenere alta la squadra per difendere il vantaggio. Al loro posto hanno giocato due giovani talenti, Vita e Petagna, e sono stati determinanti per il successo finale. «Sono felice per Petagna — sorride Marino — perché a Latina aveva sbagliato qualcosa prendendosi anche qualche critica di troppo. Invece ha mostrato carattere e ha saputo riscattarsi segnando un gol tanto bello quanto importante». Sabato al Menti arriverà il fanalino di coda Crotone e centrare la vittoria vorrebbe dire chiudere con larghissimo anticipo la pratica salvezza. «Non è proprio così – obietta Marino – andremo a quota 43 e noi invece dobbiamo arrivare a 50… La cosa importante è che la squadra si prepari bene durante la settimana, essendo consapevole che non sarà un match facile e che servirà una partita tutta grinta e determinazione per ottenere i tre punti. Loro giocheranno con il coltello tra i denti, e lotteranno su tutti i palloni lasciando pochi spazi e ripartendo in contropiede. Non sarà per niente facile, anzi sarà molto dura». Dovesse battere il Crotone, nel turno successivo il Vicenza andrebbe a Bologna ad affrontare i rossoblù in big match di alta classifica. «Noi dobbiamo lavorare e preparare una partita alla volta – precisa Marino – sabato c’è il Crotone e nelle nostre teste non ci deve essere niente altro. Del Bologna ci occuperemo da domenica mattina, al momento della partita contro i rossoblù non intendo proprio parlare». Chi invece alla sfida contro il Bologna ci sta già pensando eccome, sono i tifosi del Vicenza che, nonostante manchino ancora undici giorni, hanno già cominciato a prenotare i pullman, prevedendo che la presenza al Dall’Ara possa essere vicina alle mille unità. Un’altra nota lieta per la squadra e la società, dopo che anni di delusioni avevano raffreddato parecchio il clima tra i tifosi. E questa, comunque vada a finire, è senza dubbio già una grandissima vittoria.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Non ce n´è per nessuno. Dall´inizio del 2015 non c´è squadra che abbia fatto meglio del Vicenza. L´undici di Marino, scatenata, ha raccolto 13 punti in 5 partite: lo 0-0 a Latina alla ripresa del campionato dopo la sosta e poi quattro vittorie una dopo l´altra. I numeri confermano che è il Vicenza la formazione più in palla: i biancorossi si sono lasciati alle spalle tutti, comprese le squadre che comandano la classifica. Il Carpi ad esempio. La capolista che ha 8 punti di vantaggio sulla terza, il Livorno, non è andata al di là degli 8 punti nel 2015. Assai meglio le inseguitrici della squadra che Lotito non vorrebbe in serie A: ha conquistato 12 punti il Livorno e 11 ne ha raccolti il Bologna, le due destinate a duellare per il secondo posto che vale la promozione diretta, sempre che il Carpi non si pianti e molli la testa. Improbabile, considerato il ritmo che ha tenuto finora e il temperamento del suo allenatore Castori. Sono andate forte Livorno e Bologna, ma neppure loro quanto il Vicenza. A sorpresa nella parte alta della classifica dall´inizio del 2015, cioè dopo le cinque partite del nuovo anno, c´è anche il Cittadella di Foscarini, un tecnico che sa insegnare a giocare, proprio come Marino. E se i granata padovani sono impegnati nella “consueta” rimonta-salvezza nel girone di ritorno, i 10 punti dell´Avellino e della Ternana valgono la parte medio-alta della graduatoria. Entrambe peraltro battute a domicilio dal Vicenza. In fondo alla lista c´è il Crotone, che sarà il prossimo avversario al Menti sabato (inizio alle 15) con soli 3 punti nel 2015, comunque uno in più del Trapani che di tutte ha avuto l´avvio più negativo. Ma c´è da stare sicuri che anche se il Crotone ha ottenuto dieci punti in meno dei biancorossi Marino provvederà in modo da non far calare la concentrazione in un momento in cui il Vicenza gira come un orologio. Con Marino i biancorossi avevano già centrato, due volte, la doppietta di vittorie; contro Pro Vercelli e Avellino e quindi contro Varese e Brescia, nel girone di andata. Ma il poker è tutta un´altra cosa e adesso c´è voglia di “manita” perché l´appetito vien mangiando. Spettacolosa anche la media-punti di Marino: da quando è in panchina, cioè da 15 partite, ha raccolto 30 punti alla media di 2 a gara anche se la parola d´ordine restano i 50 punti della quota-salvezza.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Arriva sempre quel giorno 16 del secondo mese successivo alla chiusura del bimestre ed è la scadenza più temuta da quasi tutte le società calcistiche, perché oggi spesso si naviga a vista. In questo caso entro la giornata di ieri le società dovevano documentare alla Federcalcio attraverso la Covisoc, l´avvenuto pagamento degli stipendi, delle ritenute Irpef e dei contributi Inps (già Enpals) e dei contributi al Fondo fine carriera di tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati. In pratica stipendi, tasse e contributi previdenziali relativi al terzo bimestre della stagione, cioè ai mesi di novembre e dicembre 2014. Insomma è l´appuntamento al quale bisogna presentarsi con i soldi per fare i bonifici sul conto bancario, ecco perché si tratta di date che sul calendario delle società sono segnate col cerchietto rosso. Il Vicenza ha rispettato la scadenza di ieri, ha pagato tutto quanto doveva ed è dunque in regola. A differenza di altre società che già scontano in questo campionato una penalizzazione per inadempimenti di carattere amministrativo (il Varese paga con un -3) o che sono in attesa dell´inevitabile sanzione (ad esempio il Brescia, che subirà 5-6 punti di penalità non ancora ufficialmente deliberati). Non è semplice per le società rispettare le scadenze per una serie di ragioni che vanno spiegate meglio in dettaglio. Anzitutto è vero che in serie B i club ricevono contributi, pagati dalle televisioni e soprattutto da Sky per la cessione dei diritti Tv, assai più cospicui rispetto alle società di Lega Pro. E anche da questo punto di vista il ripescaggio di fine agosto è stato per il Vicenza un bonus inaspettato per le casse sociali. Ma è anche vero che i costi di gestione in serie B sono ben più alti. Soprattutto i soldi dei contributi non sono più quelli di qualche anno fa. Fatti due conti, poiché la ripartizione tra i 22 club di serie B avviene sulla base di tre criteri (piazzamento in classifica, minutaggio in campo degli under 21 e media spettatori) al Vicenza alla fine potranno spettare circa 3 milioni e 500 mila euro e non i 5 di qualche anno fa, così come è facile capire perchè tra le varie società di B ci sia un´ampia forbice che va da un minimo di 2,5 ad un massimo di 4 milioni. Nel taglio dei contributi ha inciso in maniera pesante la sforbiciata che il Coni ha deciso in ottobre sui fondi, di provenienza statale, da destinare al calcio, una delle sue 45 federazioni. Il Coni ha scelto di togliere circa 25 milioni di euro dai 62 e mezzo destinati l´anno prima alla Figc per assegnarli ad altre federazioni. Morale della favola: per un complesso meccanismo di mutualità interna tra le Leghe della Figc, a rimetterci è stata soprattutto la serie B, più o meno 10 milioni di euro in meno in questa stagione da dividere tra le società della serie cadetta. Ed ecco spiegato perché il contributo complessivo (federale e dalla commercializzazione dei diritti Tv) si è ridotto per ciascun club e perché il Vicenza incasserà non più di 3 milioni e mezzo di euro. Il verbo al futuro non è casuale, perché va aggiunto che il contributo spettante ad ogni società non viene pagata subito o in un´unica soluzione ma a rate, una ogni bimestre. Ma ciò che conta è che il volo dei ragazzi di Marino, al quinto posto solitario dopo il successo a Bari, non corre il rischio di essere condizionato come è successo lo scorso anno alla squadra di Lopez, penalizzata alla partenza in Lega Pro dal -4. In questa stagione pagamenti puntuali alla scadenza.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Le bandiere granata ieri garrivano al vento più del solito nello stadio Tombolato. Un vento freddo lottava contro un sole di primavera ostinato a volerlo riscaldare. La bandiera per eccellenza, però, quella della maggiore longevità fra i professionisti, è incarnata da Andrea Pierobon con i suoi 46 anni a luglio ed è arrivata puntuale come il solito dando esempio di professionalità e amore per la maglia, come ben conosciamo. Una rarità, se guardiamo il panorama nazionale oggigiorno, dove alle bandiere troppo spesso non viene riconosciuto il valore che meritano e soprattutto che rappresentano. Dando l’esempio. Lo hanno chiesto ieri mattina anche i colleghi giornalisti che hanno incontrato Claudio Foscarini nella sede dell’Associazione calciatori di Vicenza. Dieci anni sulla panchina della prima squadra, più due nella Primavera. Cose che capitano solo a Cittadella. «Ho espresso solo un saluto ai giornalisti – spiega Foscarini – perchè si era fatto tardi. Hanno insistito a chiedermi sulla mia lunga esperienza nel club granata, una cosa inusuale un po’ dappertutto, ma che per noi a Cittadella è sempre nuova e semplicemente normale». La norma, che in questi tempi cambia troppo in fretta, toglie spesso i punti di riferimento lasciando uno scenario senza regole. Ma non a Cittadella, dove i punti di riferimento non traballano, nemmeno con l’ultimo posto di una classifica bugiarda. Adesso la squadra granata sarebbe salva e i giovani della Primavera, che facevano da “tappabuchi” per completare la lista dei convocati, vengono lasciati a Giulio Giacomin. Magari a salvezza raggiunta potranno essere richiamati e dare valore al lavoro quotidiano. Spiega il tecnico granata: «Ci sono momenti e momenti. Adesso ho problemi di abbondanza e qualche giocatore devo mandarlo in tribuna. Meglio così. La competizione fa crescere di più il gruppo, anche e soprattutto in allenamento. Posso scegliere un undici più tonico e con più qualità». Su quali sono i parametri della scelta, continua: «Prima di tutto guardo come i giocatori lavorano durante la settimana sia nell’aspetto fisico che emotivo. Le considerazioni però sono tante per ricercare il migliore equilibrio fra tutti. Se mi è possibile do anche una sbirciatina a come gioca l’avversario, ma prima viene preparato il nostro gioco». Nelle scelte inevitabilmente qualcuno rimane deluso. Riprende Foscarini: «Tutti vorrebbero giocare e nell’arco della stagione li accontento. Il campionato è lungo e difficile, il tempo per gioire non c’è mai: è sempre pericoloso abbassare la guardia». Nel girone di ritorno il Cittadella ha colto tre vittorie e due pareggi, che avrebbero potuto essere cinque vittorie con il gol ingiustamente annullato con il Modena e senza quello convalidato al Pescara al 96′, ma inficiato da un tocco di mano di Bjarnason. «Non faccio queste considerazioni – taglia corto l’allenatore – perchè chi mi dice che se avessimo vinto a Pescara ci saremmo ripetuti a Vercelli? Guardiamo avanti». Sabato arriverà il Bologna e ieri Scaglia è rimasto a casa con la febbre: Cacia e Mancosu non consentono distrazioni.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Dopo la convincente vittoria di Vercelli, sono ripresi ieri pomeriggio gli allenamenti dei granata in vista della gara contro il Bologna, in programma sabato alle ore 15 allo Stadio Tombolato. Unico assente nella truppa agli ordini di Claudio Foscarini il difensore Filippo Scaglia, nuova vittima del virus influenzale che da qualche settimana a questa parte non lascia tregua allo spogliatoio del Cittadella. Il centrocampista Andrea Paolucci, che con i rossoblù sarà squalificato per raggiunto limite di ammonizioni, ha invece svolto un pezzo della seduta a parte, per via di un lieve affaticamento muscolare, che tuttavia non preoccupa lo staff medico granata. Oggi, capitan Pellizzer e compagni effettueranno, come di consueto al martedì, una doppia seduta, mattina e pomeriggio, sempre al Tombolato.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Gli dicono, riferendosi alla sua lunga militanza sulla stessa panchina, proprio al modo dello storico ex allenatore del Manchester United: «Lo sa che lei è il Ferguson del nostro calcio?». E lui, di rimando: «Sì, ma lo stipendio non è esattamente lo stesso». C’è tutto Claudio Foscarini dietro alla battuta. Gli inglesi parlerebbero di understatement, che è la figura retorica che consiste nello sminuire il peso di quello che si dice. Un modo di prendersi poco sul serio che è tipico di chi si preoccupa più di essere una brava persona che non un personaggio. Ed è curioso che proprio il tecnico del Cittadella sia stato scelto fra i relatori del convegno «Il calcio e le sue componenti», che si è svolto ieri nella sede dell’Assocalciatori a Vicenza, organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, in collaborazione con l’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) e con la Lega Serie B. Davanti a lui una platea di giornalisti, in gran parte vicentini. «E io, qui, mi sento un po’ a disagio, perché gioco fuori casa» ha sottolineato subito Foscarini, chiamato a parlare della sua esperienza con i media. «Un mio collega, che adesso lavora in serie A, tempo fa mi ha detto che occuparsi della squadra per lui ormai era un problema quasi secondario, perché per prima cosa doveva allenare i tifosi, poi la stampa, quindi il direttore sportivo e, per ultimi, i calciatori della sua rosa. Beh, so che funziona così da molte parti, ma a Cittadella per fortuna no e forse è per questo che il mio rapporto con questa società dura da una dozzina di stagioni, contando i due anni alle giovanili e i dieci in prima squadra: io posso allenare gli uomini, senza preoccuparmi di altro. Poi, certo, c’è anche dell’altro dietro a un rapporto come questo: in particolare ci deve essere sintonia fra i tuoi valori e quelli della dirigenza» ha spiegato, senza rivelare pubblicamente che il collega è Rolando Maran, attuale allenatore del Chievo Verona. «E’ vero che è stato vicino anche alla panchina del Vicenza, qualche anno fa?» gli viene chiesto. E lui, al solito, non si sbottona: «Di questo non parlo», ma sorride, come a far capire che qualche possibilità c’era stata. Risponde, invece, quando gli dicono che è una anomalia per il nostro calcio che divora gli allenatori e non concede loro il tempo per lavorare. «In tanti me lo dicono, soprattutto in trasferta, nelle conferenze stampa post partita. E poi in genere aggiungono che avrei potuto avere una carriera differente se avessi allenato in altre piazze, più grandi di Cittadella. Ma io mi ritengo fortunato. Anche perché grazie al calcio sono diventato l’uomo che sono, una persona per certi aspetti diversa. Io, di mio, sarei introverso e chiuso, ma quando ti rapporti con i giocatori devi essere un punto di riferimento e devi imparare ad aprirti e a confrontarti con gli altri, riuscendo a vincere anche la tua indole». Nel corso del seminario, Paolo Bedin, direttore generale Lega Serie B, e l’avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente Assocalciatori, si sono soffermati a lungo su norme contrattuali e marketing sportivo, alternandosi con Giuseppe Bisantis, giornalista Rai, e Giuseppe Ruzza, presidente della Federalcio Veneta. E così faceva quasi specie sentire Foscarini mentre ricordava che «al corso per allenatori di Coverciano, più di vent’anni fa, spiegavano: voi futuri tecnici dovrete imparare a essere anche personaggi. Che dire: forse è vero che a Cittadella non siamo bravi a comunicare quello che facciamo, ma, cosa volete, io questa frase non l’ho mai sentita mia». È uomo di campo lui. Per questo ha abbandonato i lavori prima degli altri: doveva raggiungere la sua Cittadella. Nel pomeriggio ha diretto l’allenamento al Tombolato, il primo della settimana che porterà alla sfida col Bologna di sabato.
Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) «Un successo che vale sei punti», l’ha definito Claudio Foscarini. E un blitz a Vercelli che conferma come il 2015 sia coinciso con l’inizio di un altro campionato per il Cittadella. «Il risultato di sabato è fondamentale – spiega l’allenatore granata – la squadra ha mostrato un atteggiamento molto propositivo e concentrato. Stanco ha fatto una grandissima partita, ha pressato sul loro play impedendogli di fare gioco e poi ha trovato anche la zampata del gol. Sono contento per lui e per l’impatto che ha avuto, così come di Kupisz. Il suo contributo è stato importante e tutti insieme ci stiamo tirando fuori dalle zone basse della classifica». Intanto il giudice sportivo oggi squalificherà Paolucci per cumulo di ammonizioni. Da segnalare che la Lega ha ufficializzato lo spostamento di Entella-Cittadella a lunedì 9 marzo, in posticipo serale .
Ore 12.00 – (Gazzettino) Juniores Nazionali. Punticino di speranza nel girone C per l’Este, che impatta 2-2 in casa con l’Aurora Seriate e va finalmente in doppia cifra in classifica. Nel girone D allungo del Padova che liquida con un secco 3-0 il Mori e sale a +8 sulla seconda, il Giorgione. La quattordicesima vittoria stagionale della formazione allenata da Grandini porta le firme di Dovico nella prima frazione di gioco e di Faggin e Babolin nella ripresa. Nel girone G il combattuto derby a Bresseo vede uscire vincitore l’Atletico San Paolo che chiude già nel primo tempo, grazie alle reti di Guariento e Faggin, la contesa con il Thermal Abano Teolo che termina la gara con nove effettivi a causa di due espulsioni. Nel prossimo turno all’Appiani arriva la capolista Delta Porto Tolle che vanta due punti di vantaggio sui gialloblù. Continua il buon momento dell’Abano che incassa la terza vittoria di fila espugnando il terreno del fanalino Ribelle (1-0): è di Guariento, nella ripresa, la rete vincente. GIRONE D: Ripa La Fenadora-Union Pro 2-3; Biancoscudati Padova-Mori 3-0; Sacilese-Tamai 2-1; Giorgione-Mezzocorona 1-0; Belluno-Triestina 0-1; Dro-Montebelluna 1-2; Kras Repen-Fontanafredda 0-1. Classifica: Biancoscudati Padova 43, Giorgione 35, Union Ripa 34, Mezzocorona 33, Fontanafredda 29, Triestina 27, Sacilese 26, Mori e Montebelluna 22, Tamai 20, Union Pro 19, Kras Repen 17, Dro 12, Belluno 8.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Della serie, c’è una buona distribuzione nelle marcature, a conferma di un collettivo che funziona. «Siamo una squadra che sia a livello di gioco e sia sulle palle inattive porta un po’ tutti al tiro. Tra l’altro nelle ultime tre partite abbiamo segnato tredici gol, ossia una media superiore a quattro gol a gara. È un periodo nel quale finalizziamo tutto ciò che creiamo, a differenza del girone d’andata nel quale si costruiva molto senza finalizzare in pari misura, e non può che farmi piacere. In questo momento dobbiamo tenere alta questa grande capacità di andare a fare gol». Proprio il tecnico ha affermato domenica nel dopo partita con il Mezzocorona che avere a disposizione una rosa importante è un vantaggio, ribadendo che la ruota gira per tutti e toccherà di nuovo anche a Ferretti (nelle ultime tre gare fuori dall’undici titolare). «Lui vorrebbe sempre giocare – spiega Renato Giaretta, procuratore del Rulo – ma è sereno. In questo momento l’allenatore sta dando spazio a chi è più in forma di lui e i risultati gli stanno dando ragione».
Ore 11.30 – (Gazzettino) D’accordo, oggi la squadra si conosce quasi a memoria e gira a mille in meccanismi tattici ormai entrati nel dna dei biancoscudati, ma va anche detto che storicamente il girone di ritorno è considerato sempre più difficile: gli avversari ti conoscono e ti rendono la vita più difficile dato che l’obiettivo da perseguire di ciascuno si avvicina e i punti finiscono per valere doppio. Ma il Padova sembra più forte anche di questo. Insomma una prolificità sotto porta da far sfregare le mani, e della quale Carmine Parlato non può che esserne lieto: «Parto dal presupposto che non è un aspetto legato al singolo, ma del collettivo. Quando non si prende gol i complimenti vanno a tutta la squadra, allo stesso modo è il lavoro di tutta la squadra a dare sostegno a chi fa gol. Poi sta anche alla bravura e alla determinazione di chi va a finalizzare». A fare la parte del leone sono naturalmente gli attaccanti, ma nel tabellino alla voce “gol segnati” hanno messo il proprio nome anche centrocampisti e tra i difensori Sentinelli.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Cambiando l’ordine dei fattori (i giocatori) il risultato non cambia. E cioè il Padova è sempre più una “macchina da gol”. Lo dicono i numeri: 52 sigilli in ventidue partite, il che significa una media di 2,3 gol a ogni gara. Un trend impressionante, secondo nel campionato nazionale dilettanti solo a quello della Viterbese (girone G) che con 59 gol all’attivo è la squadra regina in Italia. Ma i biancoscudati sono in scia e hanno tutte le carte in regola per battere anche questo record. Tanto più se si pensa che rispetto al cammino nella prima parte di stagione si può già parlare di saldo positivo: nelle prime cinque giornate del girone d’andata la squadra era andata segno 13 volte, con le stesse avversarie nel girone di ritorno ha fatto molto meglio facendo centro in 17 occasioni. E ben tredici sono stati i sigilli realizzati nelle ultime tre uscite con Mori Santo Stefano (sei), Tamai (tre) e Mezzocorona (quattro).
Ore 11.10 – (Gazzettino) Emil Zubin si trova da ieri a Empoli, nella stessa struttura medica alla quale si sono già rivolti nel corso della stagione Ferretti e Petkovic. L’attaccante biancoscudato, che ha accusato mercoledì scorso un problema al bicipite femorale della gamba sinistra, ha già iniziato la fase di recupero: l’ecografia di controllo ha evidenziato una lesione nell’ordine di mezzo centimetro. «Ho già iniziato un percorso di lavoro – afferma Zubin – e resterò qui fino a giovedì o venerdì, quindi questa settimana lavoro a parte, e dalla prossima settimana vediamo. C’era un piccola lesione che è già in via di guarigione e si sta riducendo». Sulla scelta del giocatore di curarsi a Empoli, il diesse De Poli aggiunge: «È una struttura che il ragazzo conosce essendoci stato l’anno scorso. Ci ha chiesto di poter andare e abbiamo dato l’assenso». Dopo aver saltato la trasferta a Rovereto, l’attaccante non sarà a disposizione anche domenica per la sfida con il Fontanafredda. SQUADRA. Riprende oggi la preparazione in vista del prossimo impegno di campionato all’Euganeo. Solo questa mattina la società renderà noto se i biancoscudati si alleneranno alla Guizza o all’Appiani in base alla condizione dei campi al centro Geremia.
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Ipotizziamo: i dipendenti riceverebbero il 100%, i calciatori e i tecnici il 50%, i creditori chirografari (gli altri) il 30%. Se così fosse, c’è chi rischia di vedersi restituiti i soldi solo nel primo trimestre del 2017. E poi c’è lo Stato: fra ritenute Irpef, contributi Inps e Iva non versata il Padova solo per il 2013 avrebbe accumulato un debito di oltre 2 milioni di euro, a cui aggiungere quello contratto nei sei mesi del 2014 in serie B. Che la rateizzazione sia una necessità è scontato, ma quanto denaro bisognerà tirar fuori alla fine per mettere le cose a posto? Non meno di 8 milioni di euro, sugli oltre 13 di deficit accertato. Serve, si diceva, un accordo con il Credito Sportivo ma soprattutto con la Unicomm (per ora non c’è). Marcello Cestaro continua a ripetere di aver già dato, che è tutta colpa di Penocchio e che semmai è quest’ultimo a doversi preoccupare. Le carte dicono, invece, che il gruppo di Dueville è impelagato, eccome! Allora chi è che continua a raccontare quel che vuole, l’imprenditore bresciano o il cavaliere di Schio?
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Quando gli avvocati e i commercialisti dell’ex presidente bresciano avranno in mano le firme di almeno il 60% dei creditori, potranno dire che, sì, i loro assistiti saranno riusciti ad evitare il crack, ma la realtà è che sinora non c’è nulla di certo. La sola certezza è l’atto di rinuncia al concordato in bianco, che riporta il quadro (negativo) a giugno 2014, nei giorni “caldi” dell’inchiesta Procura-Guardia di Finanza sui vertici del club, rappresentati da Penocchio e dall’a.d. Andrea Valentini. Il piano di ristrutturazione dei debiti è, di fatto, un’intesa fra privati che prevede, oltre al “via libera” da parte del 60% dei creditori già ricordato, che vi sia un professionista a fungere da garante (si parla con insistenza dello studio Cortellazzo), asseverando il tutto, mentre il rimanente 40% riceva interamente quanto rivendica. Sui tempi del “saldo”, ovviamente, le posizioni dei singoli variano: è certo comunque che chi non ha sottoscritto l’intesa va liquidato entro 120 giorni dal deposito dell’accordo (sarà a marzo?). Per gli altri, una prima rata verrebbe corrisposta pure entro 120 giorni dalla data di omologazione, una seconda entro 12 mesi dal pagamento della prima e la terza, e ultima, entro 2 anni dalla corresponsione della prima.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Rinunciando al ricorso per l’ammissione al concordato preventivo, in quanto – come rilevato dai legali di Diego Penocchio nel documento presentato alla Sezione fallimentare del Tribunale di Padova – sono subentrate «oggettive difficoltà connesse alla formalizzazione, nel breve termine a disposizione, di alcuni accordi in avanzato stato di definizione (in particolare quelli con il Credito Sportivo e la Unicomm, ndr)», il Calcio Padova 1910 ha confermato di voler seguire una sola strada per tentare di evitare il fallimento, sulla base di quanto aveva già comunicato agli stessi giudici ad ottobre dello scorso anno: raggiungere con i creditori un accordo di ristrutturazione dei debiti in base a quanto previsto dall’articolo 182 bis della legge fallimentare, accordo da presentare sempre in Tribunale con istanza di omologazione. Tutto semplice, come qualcuno vorrebbe far credere? Noi non saremmo così ottimisti, in quanto la corsa contro il tempo per evitare che uno o più degli oltre 100 soggetti che avanzano soldi depositi un’istanza di fallimento (che a quel punto diventerebbe letale per la Spa biancoscudata, ancora ufficialmente in vita) impone una scadenza molto ravvicinata.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Riavvolgendo i nastri delle ultime cinque stagioni, è stato proprio Parlato, l’anno scorso con il Pordenone, a chiudere alla soglia di punti più elevata: ben 85 punti, contro gli 83 del Marano di Dalle Rive. Se il Padova di oggi volesse pensare di batterlo, dovrebbe fare 32 punti nelle ultime 12 gare, ovvero 11 vittorie e una sconfitta. Un passo notevole, difficile da realizzare, visto alla ventiduesima giornata il Padova di oggi ha ben quattro punti di ritardo rispetto al Pordenone dello scorso anno. Gli 81 punti raggiungibili con lo stesso passo tenuto finora, però, sarebbero tornati buoni in ben tre delle ultime cinque stagioni: due anni fa, il Delta Porto Tolle vinse il campionato con 75 punti, tre anni fa toccò al Venezia (73), quattro stagioni indietro invece vinse il Treviso, con solo 73 punti. Cinque stagioni or sono, invece, il Montichiari chiuse addirittura a 84 punti, con l’Este staccato di ben otto lunghezze. Se il Padova riuscisse ad avvicinarsi a questi numeri, sarebbe un autentico dominio. Diversamente, basterà tenere d’occhio quella fatidica soglia: trenta punti. Dieci vittorie, e sarà promozione sicura.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Dato per scontato che una delle due sconfitte arriverebbe nello scontro diretto all’ultima giornata (altrimenti i vicentini a quota 82 non ci arriverebbero affatto), rimane solo un altro jolly: come dire che un’altra Sacile ci può pur essere, ma un’altra Triestina no, nè un’altra Clodiense. Non sarà affatto facile. La prospettiva. Anche perché con 53 punti conquistati in 22 apparizioni, la prospettiva aritmetica, semplicemente con una proporzione sulle 34 gare dell’intero campionato, vedrebbe Parlato e i suoi chiudere intorno agli 81-82 punti: una soglia di assoluto valore, ma solo vicina agli 83 che mettono al riparo da qualunque tentativo di rimonta vicentina. Una sicurezza che arriverebbe solo se il Padova alzasse ancora di più la media stratosferica delle prime 22 giornate. La strada si farebbe in discesa, naturalmente, se l’Altovicentino (ipotesi difficilmente prevedibile) continuasse ad alternare alti e bassi: secondo lo stesso calcolo, la formazione di Diego Zanin potrebbe chiudere la stagione intorno a quota 71-72 lunghezze, ovvero dieci in meno dei biancoscudati. Sarebbe un successo, in tutti i sensi: vorrebbe dire arrivare allo scontro diretto dell’Euganeo, all’ultima giornata, con la promozione in tasca da un paio di gare. Ma è naturalmente un calcolo matematico. Ciò che non è affatto matematico, è che l’Altovicentino continui ad abbassare la propria media di punti fatti a partita come avvenuto nell’ultimo mese. Ecco, allora, qual è stata la soglia, negli ultimi cinque anni, che ha permesso alle varie vincitrici di festeggiare la promozione.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sette punti di vantaggio possono essere un margine incoraggiante in vista delle ultime dodici gare della stagione? Sulla carta sì, dal momento che mai, quest’anno nè la passata stagione, c’erano state tante lunghezze di distacco tra le squadre di Parlato e l’avversaria, Marano o Altovicentino che fossero. Con quattro vittorie nelle ultime gare, il Padova ha messo dietro di sé una mezza voragine, approfittando dei continui passi falsi della squadra vicentina che comunque, al netto della gara col Kras Repen, ha affrontato ben altri avversari rispetto a quelli incontrati da Cunico e compagni. L’aritmetica dà la sua sentenza: per avere la certezza di chiudere al primo posto, il Padova deve ancora fare trenta punti. Perché se l’Altovicentino da qui alla fine della stagiona vincesse tutte e 12 le rimanenti gare chiuderebbe a 82: con altri 30 punti, più gli attuali 53, a Padova sarebbe festa. Ed è qui che le difficoltà escono a galla: quella che potrebbe sembrare una passeggiata, è in realtà un percorso tortuoso lungo il quale i biancoscudati potrebbero concedersi solo due sconfitte, ma ben dieci vittorie.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Si sente in forma come prima degli infortuni? «Quello credo sarà impossibile. Prima mi sentivo più agile ed esplosivo, adesso ho dovuto modificare un po’ il mio modo di giocare. Ma dato che mi avevano dato per spacciato, calcisticamente parlando, è già un risultato stupefacente quello che sto ottenendo. Il ginocchio risponde bene e non ho problemi». Ha scelto Padova per tornare a respirare il calcio vero. Dopo due mesi, la scelta è risultata azzeccata? «Sì e non avevo dubbi. Il calore dei tifosi è unico e la città bellissima». E la squadra? Cosa l’ha impressionata di più? «I ritmi degli allenamenti, sono sempre altissimi. Tutti i miei compagni sarebbero titolari in ogni altra squadra del girone. Per vincere il campionato è così, bisogna avere una rosa ampia e forte in tutti i reparti. Non ci si può aspettare di giocare sempre, ma il mister sta gestendo molto bene i giocatori. E finora non ci sono mai stati screzi tra noi, il gruppo è sempre venuto prima di ogni altra cosa». Il suo obiettivo personale? «Vincere il campionato e strappare la riconferma per la Lega Pro».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sembrava impossibile mantenere una media gol più alta di quella di Gustavo Ferretti a inizio campionato. E invece il Padova dei record ha battuto anche questo primato. Merito di Savio Amirante, il bomber scoperto dal ds De Poli e che nelle sue prime apparizioni in biancoscudato è riuscito anche a fare meglio del Rulo. Un gol ogni 60 minuti per l’argentino nelle sue prime 4 gare nel Padova. Un gol ogni 50 minuti per il centravanti ligure, in 5 gare giocate, appena due da titolare. Amirante ha premiato la scelta di Parlato, che domenica contro il Mezzocorona l’ha preferito a Ferretti, andando ancora a segno e servendo anche l’assist per il 4-1 finale di Aperi. E con questo fanno 11 gol in stagione, compresi i sei segnati fino a dicembre quando vestiva la maglia della Lavagnese. «Sono proprio contento», spiega l’attaccante. «Dopo i tre anni di inferno che ho passato, con tre operazioni al ginocchio che mi hanno tenuto lontano dai campi, non mi sarei mai immaginato di tornare a questi livelli».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo il giorno di riposo, comincia oggi la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica prossima contro il Fontanafredda. Il Padova, vittorioso due giorni fa a Rovereto contro il Mezzocorona e aiutato anche dal pareggio tra Union Ripa e Altovicentino, domenica tornerà all’Euganeo per allungare ancora di più la striscia di vittorie che la vede ormai conquistare i tre punti da quattro settimane di fila. Domenica, tra le mura amiche, Cunico e compagni torneranno davanti al pubblico amico e proprio questo pomeriggio, alle 14.30, riprenderanno la preparazione con il primo allenamento settimanale ai campi della Guizza. Tra sei giorni Parlato difficilmente riavrà Emil Zubin, vittima di uno stiramento mercoledì scorso, mentre potrebbe riuscire a recuperare Mattin che domenica è finito in tribuna dopo una settimana a mezzo servizio per un lieve acciacco muscolare. Giovedì pomeriggio alle 15, inoltre, il Padova sarà di scena a Ponte di Brenta contro il San Marco per la tradizionale amichevole di metà settimana, andando a recuperare proprio il test saltato due settimane fa per il maltempo.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nel frattempo la vicenda legata al vecchio Calcio Padova sembra ormai destinata ad esaurirsi senza ulteriori strascichi entro la fine di febbraio. La domanda di concordato preventivo, come noto, è stata ritirata lo scorso 11 febbraio perché le due istanze di fallimento presentate dall’avvocato Mattia Grassani e dalla società di brokeraggio Ni.pa sono state a loro volta ritirate. Non esistendo istanze di fallimento pendenti, la strada percorsa sino a quel momento è divenuta un vicolo cieco. La nuova soluzione che verrà seguita è quella prevista dall’articolo 182-bis della legge fallimentare, che prevede l’accordo con almeno il 60% dei creditori. Secondo le informazioni raccolte negli ultimi giorni, quest’ultimo verrà raggiunto (salvo sorprese al momento non previste) entro la fine della settimana con la firma dell’accordo con il Credito Sportivo, con cui esisteva una pendenza di quasi 2 milioni e 200mila euro. Esiste già l’assenso del direttore generale dell’Ente, al momento commissariato, e si sta aspettando la firma del Commissario, attesa proprio in questi giorni e con la quale si chiuderebbe il cerchio. Probabilmente una volta per tutte.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Insomma, una festa vera che riempie i cuori di tifosi e semplici simpatizzanti: «Il dato che più mi piace — spiega il presidente Giuseppe Bergamin — è che abbiamo il miglior attacco del girone. Ma ancor di più mi piace lo spirito che vedo in campo e all’interno del gruppo. Tutti stanno remando nella stessa direzione». La battuta di Salvatore Amirante, due doppiette e un timbro indelebile pure a Rovereto nel momento decisivo del match chiude un pomeriggio da ricordare: «Cosa c’entro io con la serie D? Siamo in venti — sorride l’ex attaccante della Lavagnese — in questa squadra a non c’entrare nulla con questa categoria… Diciamo che sono venuto qui per riconquistarmi sul campo almeno la Lega Pro. Io ci credo ma dobbiamo lavorare duro ogni settimana e tenere sempre le antenne dritte. Il campionato è ancora lunghissimo…». Insomma, tutti i segnali inducono all’ottimismo, ma i precedenti e il dna di una piazza che pare destinata a soffrire nonostante i cambi di rotta, di direzione e di gestione, suggeriscono una certa prudenza nel dare per spacciato l’AltoVicentino.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Convinzione generale: da adesso in poi il campionato lo può perdere solo il Padova. Con il successo di domenica a Rovereto contro il Mezzocorona (un roboante 4-1 fra squilli di tromba e rulli di tamburo sotto forma di gol a raffica segnati dai principali protagonisti) i biancoscudati allungano ancora sull’AltoVicentino e volano così a + 7 sulla grande rivale nella corsa alla promozione in Lega Pro. Lo scatto è di quelli importanti, di quelli che paiono preludere alla volata finale da una posizione di chiaro vantaggio. Tutto finito dunque? Nemmeno per idea, anche se il giochino funziona a meraviglia. Tredici gol in tre partite, un gioco spumeggiante, attaccanti in gran spolvero che segnano a ripetizione, cambi perfetti e interpreti che suonano uno spartito incantevole. La fuga può essere quella decisiva, fra uno scossone e l’altro. A turno gonfiano la rete tutti: Petrilli, Cunico, Zubin, Ferretti, Amirante, Ilari, Aperi.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventitreesima giornata, domenica 22 febbraio ore 14.30): AltoVicentino-Triestina, Belluno-ArziChiampo, Clodiense-Mori S. Stefano, Dro-Tamai, Giorgione-Mezzocorona, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora, Legnago-Union Pro, Padova-Fontanafredda, Sacilese-Montebelluna.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 53, AltoVicentino 46, Belluno 42, Sacilese 40, ArziChiampo 36, Clodiense 35, Montebelluna 32, Fontanafredda 31, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 26, Legnago 23, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 18, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventiduesima giornata: ArziChiampo-Giorgione 2-1, Fontanafredda-Clodiense 0-0, Mezzocorona-Padova 1-4, Montebelluna-Kras Repen 2-1, Mori S. Stefano-Dro 2-1, Tamai-Legnago 1-1, Triestina-Belluno 2-2, Union Pro-Sacilese 1-1, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino 1-1.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 16 febbraio: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la vittoria di Rovereto con allungo.