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Ore 21.30 – (VenetoGol) Pedavena. Per la classifica è la partita più delicata della domenica. Union Ripa e Altovicentino non possono steccare l’appuntamento con i tre punti. Una però (la “ics” che potrebbe calmierare l’avvolgente delusione in casa nero-verde) potrebbe sottostare alla legge del campo. I 90’ dicono pareggio e il punto porta nuovo sollievo in casa feltrina. I nero-verdi di Parteli si affacciano in campo con quattro ko alle spalle; i bianconeri si portano in dote i due flop contro Kras e Sacilese.
Nel prendere spunto dal referto gara, i due mister vanno controcorrente rispetto alle scelte fatte nelle precedenti uscite. Imposizioni? Questo fa pensare che superato il cammino di meta stagione si trova il tempo per fare nuovi esperimenti. Nell’ undici di casa torna tra i pali De Carli (Salzano va in panca), la difesa a “tre” (scelta azzardata nel contrarre il tridente bianconero) con Pellizzer e Frangu ruota intorno al dinamico De Checchi, ma è un reparto che in acrobazia concede parecchi centimetri. In mediana si torna all’antico con Tomasi e Antoniol, mentre Malacarne fa il vice-Andreolla. L’attacco privo dello squalificato Brotto affida a Mastellotto e al rientrante Sebastiano Solagna il compito di portare l’insidia ai pali di De Filippo. Nell’ Altovicentino mister Zanin rimpiazza lo squalificato Pignat con Brancato, la linea mediana priva dell’infortunato Dal Dosso affida la regia a uno spento Cortesi (quello visto a Sacile!) con Pozza a fare il frangiflutti. In avanti, a sorpresa, resta ai bordi del campo Cozzolino, rientra a furor di popolo Peluso e gioca la coppia Marrazzo-Gambino. E’ una partita che prova a divertire il poco pubblico presente, ma il campo a occhio, non è nelle migliori condizioni. L’ Altovicentino prende subito le misure del rettangolo e al 12’ passa: Gambino va in accelerazione su Frangu lungo l’out destro, supera in velocità l’ex giovane della Triestina e centra basso per l’entrata in scivolata di Marrazzo che insacca il pallone alle spalle di De Carli. L’Union accusa il colpo e la reazione dei nero-verdi offre attacchi a singhiozzo. L’ “Alto” comanda il gioco, si difende con ordine e respinge l’ardita aggressività manifestata dai padroni di casa che fatica a sfondare dalle parti di Bertozzini e Di Girolano. Solo nel finale di tempo il match fa registrare due fiammate. Al 44’ è Peluso su calcio piazzato a un paio di metri dalla bandierina e arcuare il destro a rientrare che sbatte sulla parte superiore della traversa. 2’ dopo un periodo del recupero è Solagna da sottomisura a alzare la mira sul centro di Pellizzer non controllato dalla difesa bianconera. Nel secondo tempo, l’ Union Ripa rientra in campo una spiccata grinta e la pressione nella metà campo vicentina obbliga mister Zanin a coprirsi con una paio di cambi. E’ un atteggiamento che snatura gli equilibri nelle fila bianconere e nel frattempo sale il nervosismo in campo. La posta in palio è molto ambita e fioccano le ammonizioni e al 30’ in una delle sparute proiezioni degli ospiti Gambino centra il palo con un tiro al volo da posizione ravvicinata sul servizio dal neo-entrato Nachama. Scampato il pericolo il Ripa chiude in avanti a testa bassa e al 36’ è De Checchi su concitata azione d’angolo a trovare il varco buono per infilare De Filippo. Il gol fa esplodere il “Boscherai” e condanna un Altovicentino che da questa sera dà il via libera al Biancoscudati…
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Una beffa dover accettare una sconfitta quando anche il pareggio ci sarebbe andato stretto. La realtà però è questa, ora pensiamo prima di tutto a salvarci senza affanni». Come lo scorso anno è di nuovo la FeralpiSalò (vittoriosa venerdì per 2-1 in rimonta dopo l’iniziale vantaggio lagunari con Raimondi) a spegnere i sogni – come fa capire il ds Ivone De Franceschi – di un Venezia finito al tappeto per la prima volta nel girone di ritorno e dopo 5 risultati utili di fila, che pur non erano bastati per evitare di allontanarsi dal quarto posto.
«I playoff? Nel calcio tutto è possibile, personalmente ero e resto convinto che sarebbero alla portata di questo Venezia, la classifica però oggi ci dice che dobbiamo conquistare al più presto la permanenza in Lega Pro. Non vogliamo e possiamo evitare di soffrire, siamo fermi a 34 punti ma credo che la quota salvezza sia a 42-44». Il tutto senza trascurare l’incognita penalizzazioni: entro domani il presidente Yury Korablin dovrà versare nelle casse societarie gli euro per pagare in extremis i contributi sugli stipendi di novembre-dicembre (già versati), scadenza non rispettata due mesi fa e che costerà al Venezia un punto di penalizzazione.
«La sconfitta di Salò mi fa male soprattutto perché i ragazzi non l’avrebbero meritata – spiega De Franceschi – sia per quanto fatto sul campo, sia per come l’avevano preparata in settimana. Questa squadra sta facendo il suo onesto campionato giocandosela comunque con tutti nonostante una quotidianità fatta di grandi difficoltà, figlie dei problemi societari, che la gente nemmeno s’immagina. Noi non ci piangiamo addosso e andiamo avanti a testa bassa».
Il portiere Fortunato, capace anche nella vittoria sul Mantova e nel pareggio col Como di portare punti al Venezia, in casa della Feralpi è incappato in una serata storta.
«Non getto la croce addosso a nessuno, gli errori capitano e Fortunato aveva già ampiamente dimostrato la sua affidabilità. Sabato al Penzo arriva il Real Vicenza (ore 17, out Bellazzini per squalifica, ndr) e l’obiettivo è ripartire. A Salò siamo stati tonici e brillanti, dobbiamo cercare di sfruttare meglio le ripartenze per chiudere le partite».
Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La prima sconfitta del Venezia nel girone di ritorno lascia l’amaro in bocca. «Peccato, mi dispiace soprattutto per i ragazzi perché avevano preparato la partita benissimo», commenta il direttore sportivo Ivone De Franceschi ripensando al 2-1 rimediato venerdì sera con la FeralpiSalò. Una vera e propria beffa per gli uomini di mister Michele Serena che si erano portati in vantaggio già nei primi minuti con Raimondi, per poi farsi recuperare alla fine del primo tempo, tra l’altro dopo un’interruzione della gara per black out. «Li abbiamo messi sotto, ma non siamo stati bravi a chiuderla nel primo tempo», aggiunge il dirigente arancioneroverde. Nella ripresa il match si era incanalato ben presto verso una sorta di «armistizio» che sembrava preludere al pareggio. E invece l’ultimo corner battuto dalla Feralpi, complice l’uscita sbagliata di Fortunato, si è tramutato nel gol-vittoria per i padroni di casa. «Un’infortunio che può capitare – minimizza De Franceschi – Stefano aveva fatto bene fino a quel momento. Fa parte del gioco». Sul piano della classifica, tornare a mani vuote o con un punto non avrebbe cambiato molto nell’ottica di risalire posizioni: con 34 punti il Venezia è nono e rischia di farsi superare da Torres, Mantova e Monza. E’ vero però che mettere a segno il sesto risultato utile consecutivo avrebbe avuto un impatto ben diverso sull’umore del gruppo. «La differenza è sul morale. Guadagnare un punto su un campo difficile come quello di Salò sarebbe stato ben diverso. Ma non piangiamoci addosso. L’unica cosa che si può fare in questo momento è rimetterci a lavorare». In termini di punti persi per strada c’è poi il capitolo penalizzazioni ancora aperto e che rischia di arricchirsi di una nuova puntata. Mentre si aspetta la sanzione per la scadenza di dicembre (mancato versamento dei contributi) il Venezia rischia, purtroppo, di fare il bis. Domani scade infatti il termine per accertare l’avvenuto pagamento di stipendi e contributi dei mesi di novembre-dicembre e la società arancioneroverde rischia di presentarsi nuovamente in difetto. Gli stipendi, come si sa, sono stati pagati la settimana scorsa quando il presidente Korablin era venuto in laguna. E in quell’occasione aveva assicurato di avere già reperito il 60% della somma rimanente, facendo intendere che il 40% mancante sarebbe stato trovato in tempo. Invece sono passati dieci giorni e da Mosca non è arrivato alcun segnale concreto: il direttore generale Dante Scibilia ha inviato mail di sollecito senza ottenere risposta. Non resta che sperare nella giornata di domani. Altrimenti sarà una nuova penalità.
Ore 20.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quarta vittoria consecutiva, squadra imbattuta nel 2015 e uno spazio nei playoff con la conquista del quinto posto. Continua il momento magico del Vicenza di Pasquale Marino, che ieri ha saputo cogliere un successo a Bari (0-1), raccogliendo il massimo risultato col minimo sforzo. L’eroe di giornata è Andrea Petagna, 19 anni, che si ritrova titolare dopo il forfait per l’influenza del bomber Cocco, che gioca un primo tempo da dimenticare ma che nella ripresa trova lo stacco imperioso che gli regala la doppia soddisfazione del primo centro tra i professionisti e di un gol che vale tre punti. A poche ore dal match, Marino deve fare a meno del suo uomo più in forma. Cocco, autore della splendida tripletta con il Perugia, passa una notte da incubo con l’influenza che lo mette ko. Spazio quindi a Petagna, che esordisce dal primo minuto. Nel classico 4-3-3 disegnato dal tecnico biancorosso dentro anche Brighenti in difesa a far coppia con Manfredini. Il primo tempo al San Nicola offre pochi sussulti ai tifosi presenti. A inizio gara ci prova Caputo con un tiro dalla distanza, che termina tra le mani di Vigorito. Dall’altra parte Di Gennaro calcia troppo debole una punizione da buona posizione. I padroni di casa provano a metterla sul piano della corsa, alzando il baricentro con un pressing costante ma il Vicenza contiene bene e grazie a una buona circolazione di palla evita pericolose incursioni. Ne nascono trenta minuti di gioco stagnante a centro campo. Vigorito al 28’ si esibisce in un’uscita sciagurata di pugno: palla rinviata male, ma i compagni vigilano evitando grattacapi. Succede gran poco fino al 37’ quando il Vicenza sciupa due volte il vantaggio. In entrambe le occasioni protagonista in negativo è Petagna. La punta prima temporeggia davanti al portiere dopo un preciso assist di Cinelli facendosi rimontare dal proprio difensore, sei minuti più tardi manca di un soffio la deviazione vincente a pochi centimetri dalla porta. Ai punti meriterebbe il Vicenza di terminare la frazione in vantaggio, ma al duplice fischio di Baracani il parziale è ancora bloccato sullo 0-0. Al cambio di campo, Nicola prova a mischiare le carte mandando sul terreno di gioco Calderoni per Defendi e gettando nella mischia De Luca per Capuano. Il tema tattico della gara non cambia. Trovare azioni degne di nota è difficile, con i due portieri inoperosi. La cosa più bella è una rovesciata che Ebagua prova a sorpresa: gesto atletico incredibile ma il tiro dell’attaccante trova il corpo di D’Elia. Proprio quando la sfida sembra incanalarsi sullo 0-0, ecco la giocata che cambia il match. D’Elia si invola sulla sinistra e mette in mezzo un cross morbido, Petagna si fa trovare pronto e insacca di testa. Esecuzione perfetta e applausi per lui, che da attaccante di scorta diventa uomo-partita. Dopo il gol il Bari prova a rialzare la testa ma lo fa in maniera disordinata e senza creare reali problemi. L’unico a impensierire Vigorito è Bellomo, con una punizione da trenta metri che lambisce la traversa. Finisce con la squadra ad abbracciarsi in mezzo al campo, che quasi incredula sbricia la classifica. Il quinto posto è realtà, sognare è un imperativo.
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Rientra in difesa Nicolò Brighenti e lo fa con la sicurezza di sempre. Il fatto di essere rimasto fuori per due gare non ha pesato. «Purtroppo ho saltato due partite per una botta al fianco – spiega – ma ho sempre cercato di restare in forma pur senza allenarmi con i compagni, poi la scorsa settimana invece è andata bene e alla fine ho potuto scendere in campo». Fino all´ultimo ci si è chiesti chi sarebbero stati i due centrali, poi il tecnico ha deciso di dare fiducia a lei e Manfredini nonostante non aveste mai giocato assieme. «Intanto io penso sia solo positivo che il mister possa avere tanta scelta e questa è la forza del nostro gruppo perchè chi gioca fa bene e vorrei sottolineare che gli stessi Vita, Spinazzola e Petagna, che ha pure segnato il gol-vittoria, sanno dare un livello alto di rendimento quando sono chiamati». Avere a sinistra Manfredini e non Camisa non le ha creato problemi? «Ma noi in settimana proviamo spesso una serie di alternative, cambiando le coppie centrali proprio per essere pronti a qualunque situazione».
Il Bari non è riuscito a fare un tiro in porta. «Questo è molto bello perchè vuol dire che tutti lavoriamo bene e che concediamo poco, adesso dobbiamo continuare in questo modo senza mai abbassare la guardia fino a quando non arriveremo a 50 punti». Lei ha fatto capire di stare bene quando ha effettuato un intervento determinante all´11´ del primo tempo su Caputo: non solo molto deciso, ma pure di grande tempismo. «Era passato questo bel pallone sopra le nostre teste, ci aveva colto un attimo di sorpresa poi per fortuna, pur rischiando qualcosa, sono riuscito a rimediare ed è andata bene. Ma per me siamo stati bravi tutti, perchè al tirar delle somme si è concesso quasi nulla al Bari». Alla fine la corsa verso quei tifosi che vi hanno seguito pure a Bari, nonostante la lunga distanza. «Ovvio e adesso non vediamo l´ora di ritrovarli al Menti col Crotone e non si può nascondere che questo bel momento ci fa contenti soprattutto per loro».
Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Da un Andrea all´altro, la staffetta in attacco è vincente. Con il bomber Cocco costretto in panchina dalla febbre, è stato il suo sostituto Petagna a segnare il gol della quarta vittoria consecutiva. Si tratta della prima rete in assoluto da professionista per il giovane attaccante di scuola Milan, che finora non era ancora mai riuscito a firmare il tabellino nelle 23 apparizioni ufficiali (molte delle quali, in verità, subentrando nei minuti conclusivi) con le maglie dei rossoneri, della Sampdoria e del Latina. Petagna, un gran colpo di testa da tre punti: ha scelto proprio l´occasione giusta per sbloccarsi. «Sì, sono davvero contentissimo. Per me è una soddisfazione enorme, direi una gioia doppia, visto che questo mio primo gol è stato decisivo per fare tre punti importantissimi, una splendida vittoria su un campo molto difficile».
Il suo perfetto inserimento ha finalizzato un cross al bacio di D´Elia: lo ha ringraziato? «Direi che a Salvatore va almeno metà del merito del gol. Ma io lo so che lui è bravissimo a fare questo tipo di cross, anche in allenamento è una giocata che gli riesce sempre. In effetti mi aveva già fatto un assist smarcante nel primo tempo, solo che in quell´occasione sono stato atterrato e c´era pure fallo da rigore. Comunque non importa, ci siamo rifatti con questo gol ed è la sola cosa che conta». Nel primo tempo aveva già mancato altre due ghiotte occasioni per segnare: c´era un po´ di tensione dopo gli errori sottorete di Latina?
«No, da quel punto di vista ero tranquillo, perché i gol li possono sbagliare anche i grandi campioni: la settimana scorsa mi sembra che Dybala, tra i più forti attaccanti in serie A in questo momento, abbia sbagliato quasi sulla linea di porta com´è capitato a me. Piuttosto mi ha fatto davvero tanto piacere l´affetto che mi hanno dimostrato i compagni, venendo tutti ad abbracciarmi per festeggiare con me. Aspettavo questa gioia da tanto tempo, finora non ero mai riuscito a segnare, non avevo ancora avuto tante occasioni per mettermi alla prova nella mia breve carriera, quindi è una bella iniezione di fiducia». In questo successo c´è la “firma” di diversi giocatori che non sono titolari fissi: lei, Vigorito, Vita, Spinazzola
Quanto è difficile farsi trovare pronti quando l´allenatore chiama?
«In verità non lo è, perché l´allenatore, tutto lo staff e i compagni ci aiutano sempre ad allenarci al meglio, ci fanno sentire pienamente coinvolti ed importanti, quindi quando tocca a noi riusciamo ad esprimerci al top. I complimenti, quindi, magari ce li meritiamo anche noi ma di sicuro vanno condivisi con chi ci aiuta a fare bella figura
Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Vola il Vicenza e porta a casa da Bari la quarta vittoria di fila riuscendo a gestire una partita non certo facile, visto che all´ultimo aveva dovuto mandare in panchina bomber Cocco alle prese con la febbre. Pasquale Marino, pur con il solito tono pacato, a fine gara sottolinea la sua soddisfazione e spiega: «Sono contento anche perchè già nel primo tempo avevamo avuto due belle opportunità con Petagna per andare in gol, a differenza dei nostri avversari che non mi pare ci abbiamo impensierito. Non ricordo una loro occasione davvero clamorosa, al massimo una punizione di Bellomo nel secondo tempo: ci siamo difesi con ordine cercando sempre di produrre gioco con bei fraseggi e scambi».
Petagna poi si è riscattato con il gol.
«Sono contento per lui perchè qualcuno aveva iniziato a criticarlo ed invece ha dimostrato di poterci stare».
Il Bari in tutta la gara non ha tirato un calcio d´angolo, altra testimonianza della solidità ormai raggiunta dalla sua squadra? «Di sicuro dimostra che abbiamo un buon equilibrio difensivo ma quando dico così non mi riferisco solo ai quattro giocatori dietro, ma a tutti i ragazzi, a partire dagli attaccanti e all´aiuto che i reparti si sanno dare reciprocamente. Di sicuro questa è una nota assai positiva e dimostra la crescita del gruppo, per questo faccio davvero i miei complimenti a tutti i ragazzi». Stavolta deve aver avuto qualche problema a scegliere la coppia di difensori centrali visto che tutti avevano fatto bene quando erano stati chiamati in campo. «È vero è stata la scelta più difficile e imbarazzante, come avevo detto nella conferenza stampa di presentazione della partita chiunque fosse rimasto fuori sarebbe stato sacrificato perchè appunto tutti e quattro avevano dimostrato di meritare il posto». Alla fine comunque l´hanno spuntata Brighenti e Manfredini. «Ho deciso di schierare loro anche perchè ho tenuto conto del fatto che il Bari davanti avrebbe avuto due brevilinei come Caputo e Bellomo e dunque Brighenti e Manfredini erano i più adatti anche perchè si completano, visto che uno è un po´ più rapido e l´altro è più strutturato». La staffetta Vita-Spinazzola era prevista o è stato dettata dall´andamento della gara? «Ho voluto dare questa possibilità a Spinazzola visto che c´era campo per attaccare e lui ha un passo eccellente, inoltre la scorsa settimana al Menti, la sua prima volta con noi, non mi pareva avesse avuto un buon impatto quando era entrato mentre stavolta mi è piaciuto»
Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Uascezze! Ci perdoneranno i pugliesi per la miseria della nostra traduzione, comunque “uascezze” è un´esclamazione riferibile a un momento di gioia, a una scampagnata, a una mangiata, a un brindisi. E allora, per estensione, uascezze Vicenza! Uascezze per la quarta vittoria di fila, per il quinto risultato utile consecutivo di questo magico inizio del 2015, per il quinto posto in classifica. Per un sogno che comincia ad avere parecchie cose in comune con la realtà. Battere il Bari al San Nicola non è cosa di tutti. Qualcuno potrà dire che i pugliesi erano reduci dalle cinque pappine prese a Livorno. Vero, ma prima ne aveva date quattro al Frosinone. Senza nessun aiuto da parte di Lotito; meglio dirlo visti i tempi… Ma lasciamo da parte lo squallore che corre via telefono. Concentriamoci sul bello. Il bello di avere un centravanti che ti fa vincere le partite, che ti segna cinque gol in due gare. Che fortuna avere uno come Cocco… Bene. Nella notte che precede la partita Cocco si piglia la febbre. Di farlo partire titolare neanche se ne parla. Massimo (come poi succederà) uno spezzone. Proprio perchè è Cocco. Proprio perchè è un guerriero. Ma intanto? Intanto tocca a Petagna. Ecco, alzi la mano chi non ci ha pensato. Petagna. Quello di Latina… Sì proprio quello. Non c´è molto altro da fare, anche perchè Giacomelli è squalificato. E nel primo tempo tutto sembra riportare lì: un´esitazione letale a due passi dalla porta, un altro pallone in area appena sfiorato… E ci si mette pure la sfortuna, perchè il nostro dopo pochi minuti si sarebbe guadagnato un rigore. Ma Baracani non lo dà. Sembra far tutto parte di un gigantesco disegno. E invece no. Il bello del calcio è anche questo. Al 27´ del secondo tempo Petagna prende a testate il destino. Che si presenta sotto forma di palloncino coccolo coccolo messo in mezzo da D´Elia. Gol, partita e riscatto. Una rete che ne vale tre.
La cronaca potrebbe anche esaurirsi qui: partita equilibrata decisa da un preciso colpo di testa di Petagna. Scolasticamente sarebbe giusto, praticamente no. Perchè la partita di Bari, contro un avversario di valore sorretto da un pubblico caldissimo, è stata vinta settimane (o mesi) fa. Quando Marino ha forgiato un gruppo solido. Che ha un´identita precisa che può prescindere dagli interpreti. Puoi avere una scelta obbligata (Petagna per Cocco) o trovarti addirittura nell´abbondanza (quattro difensori centrali di lusso con Camisa e Gentili costretti ad andare in panchina), ma la sostanza non cambia. Il Vicenza ha un´identità, una filosofia di gioco e una tracciabilità che prescindono dalle circostanze che cambiano di settimana in settimana. Quelle di ieri imponevano di usare una certa testa. Giocavi sul campo di una squadra forte e vogliosa di riscatto, quindi pian coi sassi. Coppia centrale nuova ma affidabilissima (il rientrante Brighenti e Manfredini) e un 4-3-3 che nelle fasi meno semplici profumava di 4-1-4-1, con Di Gennaro play basso mentre Vita (al debutto da titolare come Petagna) e Laverone si avvicinavano a Cinelli e Moretti. Risultato? Il Bari si smarrisce. Non tira mai, ma veramente mai. E non batte neppure calci d´angolo. Il Vicenza, invece, tesse pazientemente la sua tela. Avanza un passo alla volta. Conduce in porto il primo tempo e nella ripresa percepisce che il vento potrebbe anche cambiare. Non è l´uragano che travolge il Perugia. È uno dei quei venticelli che trovi in riva al mare (adattissimo al luogo, dunque) che alla fine ti fanno star bene. Al tirar delle somme il Vicenza non ha creato molto. Ha fatto quel che serviva. Con intelligenza, come si diceva. E con il cuore che è il marchio delle squadre che sono squadre sul serio. Avanti così: la primavera potrebbe essere davvero divertente.
Ore 19.10 – (Gazzettino) La vittoria a Vercelli tira fuori il Cittadella dalla zona retrocessione. Un exploit incredibile quello dei granata nel girone di ritorno, con tre successi e due pareggi. Undici punti che consacrano la truppa di Foscarini come una delle squadre più in forma del momento. Un’inversione di rotta che non è da attribuire solo ai nuovi arrivati perchè è tutto il gruppo ad avere cambiato marcia, mentalmente e caratterialmente, come aveva sottolineato lo stesso allenatore alla vigilia della trasferta piemontese. Ora il Cittadella ringhia su ogni pallone, aggredisce l’avversario di turno e punta sulle ripartenze. Ed è migliorata sensibilmente la fase difensiva, anche grazie al massacrante lavoro degli esterni chiamati sempre ai ripiegamenti. Foscarini alla vigilia dell’incontro aveva un solo dubbio da sciogliere, l’attaccante da affiancare a Stanco. La spunta Sgrigna, che agisce da centravanti. La gara è apertissima con rapidi capovolgimenti di fronte, in campo tanta frenesia e grande intensità. Le due formazioni non si risparmiano, ma manca un briciolo di lucidità, ci sono tanti errori nel fraseggio e così si fatica al momento di concludere la manovra. Le occasioni si contano sulle dita di una mano. La prima al 22′ con la ripartenza di Luppi che sorprende Cappelletti, la conclusione – sulla chiusura dei difensori – è debole e centrale, come la girata dell’ex Di Roberto che non impensierisce Pierobon. Cappelletti ci prova di testa alla mezz’ora, pallone a lato. Beretta protesta per una presunta trattenuta in area da parte di Pellizzer. Finisce il primo tempo senza particolari sussulti, resta l’impressione che un Cittadella più convinto possa far sua la partita. Ritmi altissimi anche nella ripresa. La partenza è tutta granata: al 3′ ci prova Rigoni da limite, conclusione centrale. L’occasione buona capita sulla testa di Stanco al 9′, imbeccato da Sgrigna, ma il pallone sfiora il palo alla destra di Russo. Paolucci – ammonito e in diffida, salterà il Bologna – lascia il campo a Busellato che nel clima battagliero si cala alla perfezione. Il Vercelli lascia l’iniziativa al Cittadella, che passa in vantaggio al 22′ con un grande gol di Stanco: controllo in area e sinistro nell’angolo più lontano. Palo interno e pallone in rete. Terzo gol in cinque gare per l’attaccante arrivato nel mercato di gennaio: un impatto davvero devastante. I giocatori di Scazzola – espulso per proteste – pescano le ultime energie che restano nelle gambe e provano una rabbiosa e insistita reazione, che costringe tutto il Cittadella sulla difensiva. Il colpo di testa di Castiglia non dà noie a Pierobon, che è invece chiamato agli straordinari sul sinistro di Luppi. Il portiere granata è fortunato al 40′, quando il destro del nuovo entrato Musacci non inquadra lo specchio della porta per questione di centimetri. Ci vorrebbe la ripartenza giusta ma il Cittadella è troppo schiacciato nella propria metacampo. Si guarda l’orologio perché i quattro minuti di recupero non passano mai. È ancora fresca la beffa di Pescara negli ultimi secondi di partita, ma questa volta ci pensa Kupisz ad alleviare le sofferenze finali. Il laterale polacco punta dritto la porta di Russo e viene atterrato al limite da Scaglia, che si becca il rosso. Siamo oltre il cinquantesimo, è fatta: c’è giusto il tempo per la punizione di Benedetti, deviata in angolo. Ora la corazzata Bologna, ma questo Cittadella non parte sconfitto.
Ore 19.00 – (Gazzettino) Come a Pescara, il Cittadella ha sofferto fino all’ultimo, ma l’epilogo rispetto a sette giorni fa è diverso: questa volta è arrivata la vittoria, tre punti che consentono alla squadra di staccarsi dai play out. Espugnare il “Piola” di Vercelli è un’impresa ardua, tanto che prima dei granata c’era riuscito solo il Pescara. «Conoscevamo le difficoltà dell’incontro – sono le prime parole di Claudio Foscarini in sala stampa – I piemontesi in casa hanno costruito un vero e proprio fortino, qui hanno raccolto la maggior parte dei punti in classifica. Mi aspettavo quindi una gara difficile, ma il Cittadella l’ha interpretata nel modo giusto, cosa che era mancata tante volte durante la stagione». Poche occasioni, tanto agonismo, pressing a tutto campo. «Avevo previsto una partita poco spettacolare, ma il Cittadella ha fatto quanto doveva, e l’ha fatto bene. A Pescara ci era mancato un pizzico di fortuna, questa volta ci siamo ripresi i punti lasciati una settimana fa. Era più difficile sul piano del gioco rispetto a Pescara e l’avevo detto ai miei ragazzi, perché qui non c’erano gli spazi per la nostra manovra. Il Vercelli in casa gioca con grande determinazione ed agonismo». Nell’intervallo il tecnico si è lamentato con la squadra: «Ho fatto notare ai giocatori la scarsa incisività. Tutto bene fino agli ultimi metri, qui ci mancava la necessaria cattiveria per concludere. Non ero contento perché potevamo fare meglio». Foscarini elogia la fase difensiva: «Stiamo subendo meno tiri in porta, ci fanno meno gol. Abbiamo perso qualcosa in fase propositiva, ma il Cittadella ora è più compatto ed equilibrato. Consideravo Vercelli un test importante nel nostro cammino, vincere qui è un segno di forza eloquente». Tre vittorie e due pareggi nel 2015. «I nuovi ci stanno dando una grande mano, Stanco fa un lavoro sporco, ed ha trovato la zampata decisiva. Kupisz pur non brillante come le altre volte è sempre utile. È tutto il Cittadella ad essersi ritrovato: stiamo risalendo la classifica con le nostre armi, quelle che avevamo smarrito nel girone di andata».
Ore 18.40 – (Mattino di Padova) Per la prima volta fuori dalla zona playout, dunque salvo. D’accordo, domani sera c’è Catania-Crotone, e lì sotto la classifica cambierà ancora, ma il Cittadella che sbanca lo stadio Piola di Vercelli, dove sino a ieri, nelle 12 partite precedenti, era passato solo il Pescara (vittoria roboante, 4-0), e dove i bianconeri di Scazzola avevano messo insieme ben 25 dei 33 punti che si ritrovano in classifica, vola con il vento in poppa. Come dei camaleonti, i granata hanno proprio cambiato pelle, una volta superata la boa di metà campionato. È come se avessero iniziato un nuovo torneo, dove il loro passo è da playoff, visto che, con il successo in terra piemontese, siamo a 5 partite di fila da imbattuti, con tre vittorie e due pareggi, che significano 11 punti presi sui 15 a disposizione. E le conseguenze sulla graduatoria sono da… goduria: a quota 30 hanno agganciato Modena e Bari, entrambi sconfitti, e ora sopravanzano ben sei avversarie, il Brescia e l’Entella (29), il Varese, il Catania e il Latina (tutti a 27) e il Crotone, in coda al serpentone (24). Come dire: si è passati dal buio pesto a una luce intensa e sfolgorante. Bravo Foscarini. L’impresa di ieri, che si aggiunge a quella a metà di Pescara, è la conseguenza di un cambio di mentalità, e di organizzazione in campo, che il tecnico trevigiano ha saputo infondere nel proprio gruppo grazie a un lavoro minuzioso e in profondità. Certo, i nuovi innesti – Stanco e Kupisz su tutti – stanno giovando moltissimo alla causa, ma è proprio nel modo di affrontare le partite, e di gestirle lungo i 90 (e passa) minuti della loro durata, che il Citta ha compiuto il vero salto di qualità. A Vercelli, su un campo sintetico che privilegia gli scambi in velocità e le ripartenze, non vinci se non ti cali l’elmetto sul viso e parti lancia in resta, rispondendo colpo su colpo a chi ti sta di fronte. E la lettura che i granata hanno dato della sfida è stata magistrale, anche se c’è da rilevare che nel primo tempo, a un’ottima prova di difesa e parte del centrocampo, non è corrisposta altrettanta decisione in attacco, dove sono parsi spuntati ed evanescenti. Ma nell’intervallo Foscarini ha alzato la voce, richiamando tutti al rispetto delle consegne, e la svolta è maturata anche e soprattutto grazie alle punte. Da applaudire, comunque, ci sono il pressing a tutto campo, attuato sino al 97’ – e prova ne sia che Kupisz è stato abbattuto da Massimiliano Scaglia, giustamente espulso, mentre stava filando in porta, e che Benedetti ha trovato solo un super Russo a negargli il 2 a 0 su punizione proprio agli sgoccioli della sfida – e, insieme alla determinazione dell’intera squadra, la solita parata decisiva di nonno Pierobon, che non a caso è uno degli artefici della rinascita. Senza Marchi, Pro spuntata. Ci sono rimasti male, i tifosi di casa, ma sulla legittimità del successo di Pellizzer & C. – il sesto stagionale, il secondo in trasferta dopo quello di Avellino – non c’è nulla da obiettare. Foscarini aveva chiesto alla vigilia di gettare sul campo gran parte della rabbia accumulata dopo il pari-beffa dell’Adriatico, e la prestazione ne è stata la tangibile dimostrazione. Primi 20’ un po’ sofferti, come sempre, con una sola occasione per Luppi (23’, percussione centrale, con intervento provvidenziale di Pellizzer a smorzarne il tiro), e massima attenzione in mezzo e dietro. Senza bomber Marchi, squalificato, per la Pro le difficoltà sono aumentate con il passare dei minuti, anche perché Beretta non si è dimostrato un sostituto all’altezza. La prodezza di Stanco. Che l’alzata di voce del mister nell’intervallo avesse avuto effetto sul gruppo, lo si è intuito in avvio di ripresa, perché finalmente il Citta ha messo il naso con più convinzione nella metà campo avversaria. E Stanco, già decisivo ad Avellino e quasi in Abruzzo, è tornato a far male, con un’altra giocata di rara bellezza: palla in area sulla destra, rientro sul piede sinistro e pallone calciato a giro, che ha picchiato prima sul palo interno alla destra di Russo, poi è rimbalzato su quello sinistro e ha concluso la sua corsa in fondo al sacco (22’). Terzo sigillo in cinque gare per l’ex attaccante del Modena e del Pisa, una goduria per Marchetti e la dirigenza granata, schierata al gran completo in tribuna (una cinquantina i tifosi al seguito, ma c’erano anche Andrea Gabrielli e signora, Margherita Gabrielli e il notaio Maffei). Nel finale si è ballato, com’era ovvio, ma al di là della respinta provvidenziale di Pierobon già ricordata e di un destro al volo di Musacci che è uscito di un niente, a fil di palo, la porta padovana non ha corso rischi. Difesa granitica e squadra compatta: così si va lontano. Il Cittadella non ha più alcuna intenzione di mollare nulla.
Ore 18.30 – (Mattino di Padova) «Questi tre punti ne valgono sei». E ancora: «Abbiamo dato una svolta». E poi: «Quanto abbiamo raccolto in questo turno non è casuale». Claudio Foscarini si gode la vittoria di Vercelli, che permette di tornare fuori dalla zona playout. «Non è stata una partita spettacolare» sottolinea nella sala stampa del Piola, «ma credo che il Cittadella abbia fatto un’ottima prestazione. Ci era mancata un po’ di fortuna a Pescara, stavolta è andata meglio, e penso che questo successo sia meritato. Sapevo che sarebbe stato molto più difficile rispetto a sette giorni fa, perché gli abruzzesi lasciano più spazi rispetto a questa Pro Vercelli che pressa alta e che sul campo di casa ha costruito la sua fortuna». Eppure dopo i primi i 45’ il tecnico granata non era pienamente soddisfatto. «Ci eravamo comportati bene, ma negli ultimi trenta metri mancavamo di incisività e l’ho detto ai giocatori: dovete tirare di più in porta o comunque cercare la palla in profondità. Però è un dato di fatto: da alcune giornate subiamo meno reti e meno tiri e siamo molto più compatti». Inevitabili i complimenti a Stanco, ancora decisivo. «Ha disputato una grandissima partita, ha pressato il loro play e poi ha trovato anche la zampata del gol. Sono contento per l’impatto che ha avuto sulla nostra squadra e lo stesso devo dire per Kupisz, che forse è stato meno brillante del solito ma che ha dato comunque un contributo importante. Eravamo sprofondati in coda alla classifica e ora ci stiamo tirando fuori grazie a quelle qualità che avevamo smarrito».
Ore 18.10 – (Corriere del Veneto) Difficile chiedere di meglio. Anno nuovo vita nuova? Sentite qui: 11punti in cinque partite, un 2015 coi fiocchi, zona salvezza guadagnata. Il Cittadella si sfrega le mani, espugna pure Vercelli, si prende altri tre punti e si gode un mercato di gennaio che ha portato i rinforzi giusti in ogni zona del campo. Su tutti Francesco Stanco, tre gol dal suo arrivo dal Pisa via Modena, che ha anche oggi è stato decisivo: gol straordinario al 21’ della ripresa a firma in calce a una vittoria pesantissima sulla strada della salvezza. È un Cittadella operaio quello che espugna il Piola e che si tiene stretti i tre punti grazie a un grande Pierobon in porta. Nel primo tempo stringe i denti, gioca concentrato e poggia le basi del successo su una difesa di ferro: come quando al 23’ Luppi viene fermato in extremis da Pellizzer. O come quando Pierobon sventa due pericoli in uscita con un’attenzione esemplare anche ai dettagli. La Pro Vercelli senza Marchi è poca roba, reclama due rigori (in entrambi i casi Abbattista sembra vedere bene, sul secondo Scazzola viene espulso) e nella ripresa la musica non cambia. Al 10’ Sgrigna innesca Stanco che di testa mette a lato davvero di pochissimo. Sono le avvisaglie di quello che accadrà 11 minuti dopo, quando lo stesso Stanco a giro mette il pallone laddove Russo non può arrivare. La Pro Vercelli si lancia all’assalto: al 37’ Pierobon è strepitoso su Luppi, due minuti dopo Musacci con un tiro a giro sfiora il palo alla destra del portiere granata che nulla avrebbe potuto. Nel finale viene espulso Scaglia per fallo da ultimo uomo su Gerardi e Russo nega a Benedetti la gioia del 2-0. E nel dopo gara giustamente Foscarini esulta: «Credo che abbiamo meritato il successo pieno. Sapevo che sarebbe stato molto più difficile che a Pescara, la Pro Vercelli gioca pressando alto e poteva metterci in difficoltà. Il risultato è fondamentale, il successo vale quasi sei punti oggi… Ci stiamo tirando fuori dalle zone basse della classifica con prestazioni molto buone, sono contento dei ragazzi perché stanno mettendo in pratica quello che ho chiesto loro».
Ore 17.50 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Abano-Thermal 2-0, Este-Formigine 2-2, San Paolo-Piacenza 0-4.
Ore 17.25 – Sala stampa, Sebastiano Aperi: “Tanta roba il gol ma soprattutto la vittoria! Dobbiamo però tenere i piedi per terra e continuare così per raggiungere l’obiettivo il prima possibile. I gol da subentrato? Mi piace anche entrare a gara in corso, posso sfruttare al meglio le mie qualità. Una dedica? Al mio procuratore, che mi martella sempre…”.
Ore 17.20 – Sala stampa, Salvatore Amirante: “Siamo tutti felicissimi, non poteva andar meglio! Sono arrivati pure un gol e un assist, meglio di così… Era da un po’ che non giocavo dal primo minuto, ho sfruttato al meglio questa chance! Da adesso dobbiamo ancor di più guardare a noi stessi, perché se continuiamo così l’AltoVicentino non può riprenderci. Cosa c’azzecco io con la serie D? Siamo in venti a non azzeccarci niente con la serie D! Vorrà dire l’anno prossimo giocheremo in Lega Pro col Padova…”
Ore 17.15 – Sala stampa, Nicola Petrilli: “Sono contento, più per l’allungo sull’AltoVicentino che per il gol. Anche oggi abbiamo dimostrato di essere una vera squadra, in cui tutti danno il loro preziosissimo contributo. Dobbiamo però far finta di non avere sette punti di vantaggio e continuare a giocare come sappiamo e come stiamo facendo”.
Ore 17.10 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin: “Questi sette punti di vantaggio ci danno un po’ di tranquillità… Giocherei sempre a Rovereto se questi sono i risultati! Anche oggi chi è sceso in campo ha dimostrato di essere pronto, ed è ciò che mi dà più serenità. Il gol preso? Siamo il miglior attacco del girone, ed è il dato che più mi piace. E la cosa che più mi piace è l’unità del gruppo, sia in campo che fuori”.
Ore 17.05 – Sala stampa, Edoardo Bonetto: “Siamo felici per la vittoria ma anche per la sconfitta dei diretti avversari, perché meglio prendere più margine possibile… L’unità del gruppo è ciò che più conta, e lo si vede in campo”.
Ore 17.00 – Sala stampa, Carmine Parlato: “La cosa più importante sono i tre punti, il resto conta relativamente. Loro volevano raggiungere il terzultimo posto ma noi abbiamo iniziato molto ma molto bene. I giocatori impiegati? La ruota gira per tutti, e la rosa ampia è un vantaggio… La scelta di Amirante? Mi serviva una gamba forse più pulita e determinata, ma so che Ferretti avrà presto l’occasione di dimostrare tutte le sue qualità. Aperi? Quando entra sembra un bambino che vuole giocare a pallone, ed è un grandissimo pregio. Dobbiamo essere contenti di quanto fatto oggi, ma non abbiamo ancora fatto niente. Il gol preso? Se vengono coi tre punti ci metto la firma… Permettetemi di dedicare la vittoria al ds Fabrizio De Poli, lavora dietro alle quinte ma forse soffre più di noi”.
Ore 16.45 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 53, AltoVicentino 46, Belluno 42, Sacilese 40, ArziChiampo 36, Clodiense 35, Montebelluna 32, Fontanafredda 31, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 26, Legnago 23, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 18, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.
Ore 16.40 – Serie D girone C, i risultati della ventiduesima giornata: ArziChiampo-Giorgione 2-1, Fontanafredda-Clodiense 0-0, Montebelluna-Kras Repen 2-1, Mori S. Stefano-Dro 2-1, Tamai-Legnago 1-1, Triestina-Belluno 2-2, Union Pro-Sacilese 1-1, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino 1-1
Ore 16.30 – Termina la partita a Rovereto: Mezzocorona- Padova 1-4.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il 3-0 inflitto al Monza è il primo passo verso il Real Vicenza che vuole Paolo Favaretto. Una squadra aggressiva, capace di dialogare sullo stretto e di sfruttare al meglio le caratteristiche dei suoi attaccanti, trovando la velocità d’inserimento degli esterni e la precisione nella costruzione dei due centrali di centrocampo. Bruno e Gomes De Pina sono, anche in coppia, un indiscusso valore aggiunto e la sensazione, vedendo le prime due uscite del nuovo corso, è che i due bomber abbiano tutte le carte in regola per fare la differenza anche oggi (fischio d’inizio ore 18) sul campo del Renate. «Un avversario tignoso e pericoloso — sottolinea Favaretto — che anche all’andata, quando io non ero ancora allenatore, ci aveva messo in difficoltà. É una squadra che pressa molto e che gioca sui nervi, con grande intensità. Sono convinto che il Renate metterà in difficoltà tanti avversari, più che mai in un campionato come l’attuale dove può capitare, come accaduto ieri, che la Pro Patria batta l’Alto Adige. Questo dimostra che si può scivolare ovunque e che se non si fa attenzione l’inciampo è sempre dietro l’angolo».
La prestazione di domenica scorsa è stata davvero scintillante e Favaretto non può che ammettere che il suo lavoro sta già dando buoni frutti: «Nel momento stesso in cui ho accettato la proposta del Real Vicenza – spiega – l’ho fatto perché credevo nei valori di questa squadra, che può andare molto lontano. Intanto ci andiamo a prendere i punti per salvarci, poi per tutto il resto si vedrà. Col Monza, al di là del risultato, ho visto la squadra che piace a me, i ragazzi hanno fatto tutto quello che avevo chiesto». Dall’infermeria e dal giudice sportivo, poi, arrivano buone notizie, con la rosa interamente a disposizione, senza acciacchi né squalifiche a mettere i bastoni fra le ruote. «Ci siamo tutti – sorride Favaretto – e questo mi crea problemi di abbondanza. Ma sono contento di averne, meglio così. Meglio poter scegliere che trovarsi costretti ad agire nelle ristrettezze».
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Il fischio d´inizio della partita tra Renate e Real Vicenza sarà alle 18 allo stadio “Città di Meda” a Meda. Oggi la squadra di Paolo Favaretto è chiamata a confermare e ripetere la prestazione convincente di domenica scorsa. Lo stesso tecnico ha ammesso alla vigilia: «Contro il Renate sarà un test difficile, è una squadra che gioca con intensità e aggressività. Sarà dura, ma è una di quelle sfide che mi piacciono». Le “Pantere” sono reduci da due ko consecutivi, sono alla ricerca dei tre punti anche per allontanarsi dalla zona rossa della classifica. «Hanno perso le ultime due gare, ma è una squadra che gioca bene, il loro punto di forza è indubbiamente il collettivo, unito e compatto. Le individualità, seppur ci sono, non sono importanti quanto il gruppo. Se vogliamo uscirne dobbiamo trovare una prestazione agonistica come quella della scorsa settimana, allora si che gli daremo del filo da torcere». Un Favaretto soddisfatto del lavoro settimanale dei suoi, Bruno è recuperato, si è fermato solo mercoledì per una lieve febbre, quindi dovrebbe essere schierato sin dal primo minuto. «Ovviamente li sto ancora conoscendo, anche questa settimana è stata utile per migliorare e capire quali sono le caratteristiche di questi ragazzi e come valorizzarle al meglio. Ma li ho visti bene fin da quando sono arrivato: è un gruppo unito e coeso che lavora bene». L´arma vincente dunque per il mister è quella di mettere in campo un´altra prestazione agonistica come quella della sfida contro il Monza. «L´importante è la continuità. Continuità innanzitutto a livello di prestazione, allora poi arrivano anche i risultati. Stasera riuscire a vincere è un´impresa difficile, ma se giochiamo come domenica, mettiamo la stessa pressione ai nostri avversari, allora potrebbe arrivare già la continuità anche nella vittoria». Comunque sia, vola basso Favaretto, non si fa prendere da troppo entusiasmo per la vittoria contro il Monza e oggi avrà a disposizione tutti i suoi giocatori per mettere in campo la formazione migliore. Dall´altra parte il Renate, situazione di classifica complicata, ma ancora non preoccupante: i ragazzi di Boldini hanno un buon margine sulla zona playout, ma devono tornare a far punti dopo le ultime due sconfitte contro Mantova e Arezzo. Si aggiunge poi anche l´eliminazione dalla Coppa Italia nella partita persa contro il Como del 28 gennaio. Il Renate con queste sconfitte ha interrotto un ciclo positivo che durava dal 7 dicembre, in cui i nerazzurri avevano fatto tredici punti in sette partite (4 pareggi e 3 vittorie). Alla partita contro il Real Vicenza si presentano però senza due giocatori importanti: Iovine e Perini. Favaretto non si adagia e sottolinea come il Renate abbia un buon organico con giocatori che possono non far sentire la mancanza dei due squalificati. Candidato principale a sostituire Perini in mezzo al campo sembra essere Malgrati, mentre sulla fascia Iovine sarà sostituito da Scaccabarozzi, ragazzo giovane che nell´ultimo periodo sta crescendo molto. I biancorossi inoltre dovranno fare molta attenzione agli inserimenti dei centrocampisti come Mantovani (doppietta all´andata contro il Real Vicenza) e Chimenti che hanno un buon fiuto per il gol. E se entra l´ex Odogwu possono essere guai. Il match del Menti si concluse 2-2 con il Real Vicenza che proprio negli ultimi minuti riuscì a recuperare con una rete di Cristini. I lombardi dimostrarono di essere uno scomodo cliente e c´è da scommettere che questa sera i ragazzi di mister Boldini daranno filo da torcere a Tomei e compagni.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La vetta è lì, a un tiro di schioppo e, guardando il calendario, oggi potrebbe essere una giornata favorevole al Bassano. Il Pavia ha lo scontro diretto con l’altra capolista Novara e i giallorossi aspettano la Cremonese, non un ostacolo insormontabile nonostante il cambio in panchina e l’arrivo di Marco Giampaolo. L’incognita sono le tre assenze per squalifica (Priola, Iocolano e Proietti), la sicurezza sono le alternative che, anche in passato, hanno dimostrato di poter sostituire degnamente i titolari. «E’ una partita difficile da decifrare — evidenzia Antonino Asta — noi dovremo fare a meno degli squalificati ma chi giocherà darà il massimo. Anche la Cremonese avrà assenze importanti come Jadid e Brighent, ma in attacco possono contare su Palermo e Kirilov. Credo che ci dovremmo aspettare una squadra ferita, che lotterà per allontanarsi dalla zona playout». Asta ha preparato la partita con cura maniacale ai dettagli: «Noi dovremo mettere in campo molta intensità — evidenzia l’allenatore giallorosso — abbiamo lavorato su alcune lacune che abbiamo avuto nelle scorse partite, dobbiamo andare al tiro più spesso negli ultimi 20 metri e pensare che a volte dovremmo cercare di essere magari meno belli, ma più efficaci. Voglio una prestazione importante, da Bassano, con la mia squadra aggressiva e veloce. Il nostro obiettivo è scendere in campo per conquistare sempre i tre punti, ora più che mai è importante stare lì nella parte alta della classifica per poi tentare il salto nelle ultime cinque o sei partite. Nel frattempo non dobbiamo commettere passi falsi e cercare di muovere sempre la classifica». Asta chiude con un appello ai tifosi giallorossi perché sostengano la squadra anche in questo momento chiave della stagione: «So che in molti festeggeranno il Carnevale (la sfilata dei carri è stata posticipata di una settimana, ndr ) ma io voglio invitare tutti a venire al Mercante, perché abbiamo bisogno dei nostri tifosi se vogliamo raggiungere un grande traguardo».
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il meteo incerto rinvia la sfilata dei carri mascherati in viale Venezia e allora in fondo alla via tocca al Bassano incendiare il Carnevale anche se in settimana il giudice sportivo gli ha tolto tre personaggi da passerella (Iocolano, Proietti e Priola), stelle filanti oggi occasionalmente cadenti, peccato. Asta così si industria come può per mettersi al riparo dagli scherzi della Cremonese, avvelenata, ferita e forse sull´orlo di una crisi di nervi. E dire che in estate l´avevano pensata bene a Cremona: basta vecchie dive del palcoscenico fruste e imbolsite, largo a pedine di categoria nel pieno delle forze e a gente che corre e che c´ ha voglia e vedrete che la B non sfuggirà. Invece, nonostante le premesse, l´equazione è sorprendentemente saltata, ha pagato per tutti il timoniere Montorfano. Gigi Simoni, supervisore, ha chiamato Marco Giampaolo, trainer mai banale e di categoria superiore. E con lui qualcosa sulle prime si è aggiustato. Ma sulle seconde è arrivato qualche fragoroso rovescio, la situazione è precipitata e da quelle parti hanno cominciato a guardarsi le spalle poiché il magma dei playout è molto più vicino dell´eden dei playoff. La prima conseguenza è che da metà settimana tutta la comitiva è in ritiro a Veronello e al Bassano conviene tenere le antenne dritte. Pure se sapere che il giustiziere Brighenti (6 reti e 3 doppiette in 3 match contro i virtussini) mancherà visita vale un sospirone grande così. «In compenso c´hanno Kirilov, Manaj, gente che ha confidenza con il gol – avverte Asta – in più saranno indemoniati per una classifica che langue. Immagino che potranno essere più prudenti e accorti del solito, ma siccome vantano qualità diffusa servirà una prestazione maiuscola per tenerli a bada. Se oltre ad essere belli fossimo anche pratici saremmo perfetti – sorride il nocchiero del Soccer Team – ma non si può avere tutto dalla vita. In settimana abbiamo lavorato parecchio sulle situazioni sottoporta per accrescere efficacia e produttività e guadagnare in concretezza». A surrogare Iocolano, Proietti e Priola si candidano rispettivamente Cattaneo, Davì e Zanella conservando immutato il sistema di gioco. Con la novità di Casarini e Spadafora, i due ingressi di gennaio spendibili in corso d´opera. Centrata la mission stagionale della salvezza con almeno tre mesi e mezzo d´anticipo sulla tabella di marcia, Asta alza ora il livello dei traguardi. «Adesso ci piacerebbe provare a restare aggrappati al plotoncino di testa, in modo da trovarsi a un paio di punti dalla cima a 5 o 6 incontri dal termine e tentare di partecipare alla volata promozione. Non è semplice ma vediamo come si mette. Questa è una fase che fra scontri diretti e punti che pesano anche il pareggio può venire buono, fermo restando che noi si va dentro unicamente per il bottino, è pacifico. Ad ogni modo chiedo velocità, aggressività e l´appoggio della nostra gente».
Ore 14.20 – (Trentino) Inutile girarci troppo attorno: quella di oggi (alle 14.30) al “Comunale” sarà sfida da “dentro o fuori” sia per il Mori Santo Stefano che per il Dro. Il derby “della disperazione” mette in palio punti pesantissimi: i padroni di casa giocheranno per l’orgoglio e per tenere accesa la fiammella della speranza, gli ospiti per continuare ad inseguire la salvezza diretta. Il pareggio, è scontato, sarebbe un risultato che servirebbe poco o nulla ad entrambe le squadre. Tanti saranno gli ex della sfida, a cominciare dal tecnico gialloverde Stefano Manfioletti, che nel recente passato ha guidato il Mori per tre stagioni. Poi ecco Mirko Colpo (che però dovrebbe partire dalla panchina), Davide Tisi (suo il gol che lo scorso anno permise al Dro di centrare la salvezza) ed Enrico Bordignon. In questa stagione le due formazioni si sono già affrontante due volte, una in campionato e una nel turno inaugurale di Coppa Italia. QUI MORI. Davide Zoller lo va ripetendo da settimane: «non regaleremo nulla a nessuno, Dro compreso, perché, comunque vada a finire, è nostra intenzione onorare sino in fondo il campionato». Per l’impegno odierno l’allenatore dei tricolori dovrebbe recuperare, in un colpo solo, capitan Cristelotti e il difensore Concli che, rifinitura mattutina permettendo, saranno titolari. Probabile l’utilizzo del “5-3-2” con la coppia Tisi – Deimichei in avanti e il giovane Igor Dossi a metà campo, anche se Zoller pensa anche al “4- 3-1-2”. QUI DRO. Stefano Manfioletti lo sa benissimo: la sfida di Mori è fondamentale per la sua squadra. «Sarà una partita difficile – commenta – e dovremo essere bravi, anzi molto bravi, a tenere i ritmi elevati. Il Mori non regalerà nulla ed è giusto che sia così: sappiamo che di fronte avremo una squadra agguerrita». Assente Ruaben il tecnico gialloverde probabilmente confermerà il “5-3-2” proposto nelle ultime settimane con la coppia Cicuttini – Proch in avanti. Donati, in campo dal primo minuto contro il Montebelluna, partirà dalla panchina al pari di Colpo, non ancora al meglio della condizione.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) «Contro il Mori è andato bene il risultato, contro l’ArzignanoChiampo servirà qualcosa altro». Mister Paganin già domenica dopo la vittoria contro il Mori S.Stefano era stato chiaro sottolineando come il Giorgione avesse fatto un passo indietro nonostante il risultato positivo. «Ma l’Arzignano non è il Mori – ha aggiunto – è una squadra ben più dotata e in forma» e quindi per Gazzola e compagni servirà una prova decisamente più vigorosa rispetto a domenica scorsa. «Una pausa possiamo anche permettercela – prosegue il mister – la squadra domenica ha sbagliato l’approccio cosa che non potremo fare nella trasferta odierna». Con De Stefani e Fontana squalificati per Paganin c’è il dubbio su chi schierare in difesa. Donè è da poco rientrato mentre Vio dovrebbe farlo oggi. L’alternativa al centro si chiama Giacomazzi, centrocampista di peso che già in passato si è ben distinto nel reparto arretrato, spostarlo indietro però significherebbe togliere un tassello importante nel cuore del gioco castellano. Il ballottaggio allora potrebbe spostarsi a centrocampo con i nuovi arrivati Maran e Vigo a contendere un posto a Nenzi, finora utilizzato col contagocce. «Dipenderà anche da come gioca l’Arzignano – ha chiuso Paganin – se giocano con Fraccaro come trequartista dietro le due punte o se giocano con una sola punta». Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua, Prosdocimi, Eberle, Vio (Dotti), Donè, Giacomazzi, Episcopo, Vigo (Maran), Gazzola, Mattioli, Podvorica (Baggio).
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Stavolta non lo vedremo saltellare un po´ tarantolato al limite della sottile linea tratteggiata. Perché Paolo Beggio, domenica scorsa, quell´area tecnica l´ha oltrepassata in un impeto di coinvolgimento. Risultato? Il giudice sportivo l´ha spedito in tribuna per il turno successivo, ovvero oggi. E il tecnico dell´Arzignanochiampo ci scherza su: «Visto il periodo, avevo pensato di travestirmi da dottore e stare a bordo campo con gli infermieri dell´ambulanza». Perché sarà difficile starsene lontano dal campo proprio oggi (calcio d´inizio alle 14.30 al Dal Molin), nell´ultima sfida del filotto salvezza contro il Giorgione. «È vero – commenta il tecnico – loro vengono da un periodo in cui l´andamento è altalenante, ma il punteggio in classifica dice che il bottino l´hanno raccolto. È una squadra giovane, ma dotata di qualità e organizzazione». Anche perché, pensando alla gara d´andata, l´associazione d´idee porta a un aggettivo soltanto: sofferta. «Quando stavamo costruendo di più – conferma Beggio – abbiamo preso il gol che ci ha tagliato le gambe. Gazzola, Episcopo e Baggio ci pressavano alti, e li abbiamo sofferti. Questa settimana abbiamo lavorato su questo, anche». Perché, se mai ce ne fosse stato bisogno, la partita di domenica scorsa contro il Mezzocorona (finita 0-0) ha ricordato un concetto fondamentale. «Queste gare – assicura – sono spigolose, il bel gioco viene purtroppo messo da parte a scapito della necessità di fare punti. Per noi l´importante è stato fare la prestazione, anche se sotto porta ci sono stati alcuni errori clamorosi». L´Arzichiampo arriva alla sfida contro il Giorgione senza Battistelli. Il giovane esterno è infatti alle prese con un´infezione all´orecchio che lo terrà fuori dieci giorni. Per il sostituto, si apre il ballottaggio: la maglia da titolare se la giocano Urbani (che però di fatto diventerebbe un esterno adattato) e Crestani (dotato di caratteristiche più offensive). In attacco Trinchieri riprenderà il suo posto dopo aver scontato un turno di squalifica. Ancora da delineare chi lo affiancherà tra Carlotto e Draghetti. Anche nel ruolo di terzino sinistro ci sono scelte da chiarire: Beccaro o Bolcato? «Forse Bolcato – spiega Beggio – riesce a sopportare meglio l´uno contro uno in cui sono abili i tre del Giorgione». Che sarà privo, per squalifica, di De Stefani e Fontana.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo il pareggio in rimonta strappato a Dro il Montebelluna ospita il Kras Repen. Un’altra pericolante sul cammino dei biancocelesti, a caccia di una vittoria che in casa manca da oltre due mesi. Tuttavia il dato statistico non preoccupa Daniele Pasa che, squalificato per due turni dopo l’espulsione di domenica scorsa, così si esprime: «Il passato è passato, non ha senso pensare ai tre punti che non sono arrivati in precedenza. Questo con il Kras è uno scontro diretto e fare bottino pieno sarebbe importantissimo, anche perché poi affronteremo squadre come Sacilese e Union Ripa». Che partita ti aspetti? «Il Kras è un avversario rognoso e che non molla mai, con qualche individualità di spicco come Knezevic e Spetic. Dovremo stare molto attenti, all’andata vincemmo noi ma adesso sarà tutta un’altra storia». A parte lo squalificato Nicoletti c’è qualche altra defezione? «No, gli altri stanno tutti bene. La sosta ci ha restituito elementi come Severgnini e Giglio (nella foto), lo stesso Masiero ha recuperato da un problemino che lo affliggeva da un paio di settimane». Dopo il gol di domenica Cusinato verrà confermato titolare? «Giacomo si è sbloccato, ha ottime potenzialità e quindi può essere che giochi dall’inizio. Però ho visto bene anche Cecchel». Probabile formazione (4-3-1-2): Rigo, Fabbian, Guzzo, Severgnini, Frassetto; Cusinato, Perosin, Bressan; Giglio; Sadio, Masiero.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro nella quinta giornata del girone di ritorno ospita la Sacilese quarta in classifica (14.30, arbitra Calì di Caltanissetta) con l’obiettivo di cancellare il pesante 5 a 0 subìto all’andata. Fra i trevigiani mancheranno i centrocampisti Rossi (che ha ripreso ad allenarsi in gruppo) e Palmieri (influenzato) oltre al difensore Trevisiol che sconterà l’ultima delle 4 giornate di squalifica. L’allenatore Francesco Feltrin ammette che la sfida d’andata è stata la peggiore partita della sua gestione: «Eppure quel primo tempo a Sacile lo avevamo giocato alla pari colpendo una traversa e subendo il gol del raddoppio solo allo scadere. Nella ripresa invece non c’è stata storia anche per via degli infortuni e delle squalifiche che ci hanno fatto terminare l’incontro con sei fuoriquota in campo. Spero stavolta in un epilogo diverso visto che abbiamo tanta voglia di riscattarci e l’abbiamo preparata nel modo giusto». È l’attacco l’arma in più della squadra di Zironelli (terzo miglior reparto con Sottovia a quota 11 gol e Beccaro a 7)? «Domenica scorsa hanno ottenuto una vittoria importante contro l’Altovicentino, riprendendo così a macinare punti. Sono infine una squadra formata da singoli di grande qualità e che si cercano e giocano ormai a memoria».
Probabile formazione (4-3-1-2): Noè; Al. Nobile, Zanette, Niero, Furlan; Serena, Busetto, Appiah; Casarotto; Comin, An. Nobile.
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La Clodiense vuole oggi, sul campo del Fontanafredda, conquistare punti utili per arrivare al più presto alla quota salvezza. Ne è convinto l’allenatore lagunare Andrea Pagan che, dopo il mezzo passo falso interno di domenica scorsa contro l’Union Pro (1-1), assicura maggiore impegno della sua squadra. «Contro l’Union Pro, è inutile nasconderlo, abbiamo guadagnato un punto perché abbiamo fatto poco per vincere – è il pensiero del tecnico chioggiotto – In settimana ci siamo parlati e tutti siamo impegnati a dar di più, ad avere più fame di successo, quella fame che ci è mancata domenica ma che è stata la molla che ci ha portato ad avere una buona posizione di classifica. In questo mese di febbraio vogliamo raggiungere quei 40 punti che ci permetterebbero di guardare al futuro con serenità. Spero che il mezzo passo falso di domenica sia stato salutare per affrontare le prossime gare con uno spirito diverso». A Fontanafredda la Clodiense (34 punti) incontra una squadra distante in classifica di soli quattro punti (30) e quindi pericolosa. «Il Fontanafredda – dice Pagan – sta disputando un campionato sopra le sue aspettative e quindi pericolosa perché vorrà arrivare anch’essa al più presto nella quota salvezza. È squadra ben strutturata e con giocatori esperti come Florean e Malerba». Senza gli squalificati Casagrande e Santi e Boscolo Nata infortunato, Pagan sarà costretto a cambiare qualcosa nella formazione a centrocampo ed in attacco mentre dovrebbe essere confermato tra i pali l’esperto Luca Tiozzo. «Quello del portiere è un nodo da sciogliere – conferma Pagan – ma tutto è basato sulla scelta dei giovani». Il tecnico potrebbe quindi affidare la regia a Piaggio arretrando anche Pelizzer a centrocampo con Urtiaga a ridosse delle punte Mastroianni e Siega. Questa la probabile formazione: Tiozzo L., Pitteri (Carlucci), Boscolo D. Berto, Moretto, Tiozzo F., Mazzetto, Piaggio, Pelizzert (Olivieri), Urtiaga, Mastroianni, Siega.
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Assalto al podio. Galvanizzata dal 2-0 all’Altovicentino, la Sacilese (quarta con 39 punti) vuole ora il terzo posto. L’offensiva inizia alle 14.30 da Mogliano, dove i biancorossi saranno ospiti dell’Union Pro (29). Per raggiungere già oggi il loro scopo, Favret e compagni avranno bisogno dell’aiuto della Triestina che ospiterà al Rocco il Belluno, attualmente terzo con 2 punti di vantaggio. I rossoalabardati, dopo la sconfitta di Fontanafredda (1-2), sono apparsi in crescita e hanno collezionato una vittoria (sul Mezzocorona) e 4 pareggi, compreso l’1-1 di Sacile. ZIROPRODIGIO – Con la rosa assottigliata da infortuni e cessioni, la conquista del podio sarebbe veramente un colpaccio. «Quella di Mogliano – avverte Zironelli – sarà una gara tosta. Non dimentichiamo che anche loro, come soltanto noi e l’Altovicentino, hanno battuto il Padova. Vanno quindi rispettati. Niente presunzione, rilassamenti e soprattutto egoismi. Per essere veramente Zirolandia – strizza l’occhio il tecnico – dobbiamo giocare sempre di squadra e al massimo». Assenti i tre “crociati” e Boscolo Papo. I primi a scendere in campo saranno (3-4-3): Favaro, Mboup, Baggio, Manucci, Craviari, Favret, Stiso, Beccia, Beccaro, Sottovia e Spagnoli. PERICOLO CLODIENSE – Fermamente intenzionato a tornare a viaggiare è anche Maurizio De Pieri, dopo lo stop di Belluno, che oltre al danno ha privato il Fontanafredda (30) degli squalificati Tellan, Tacoli e Nastri. «Non voglio vedere gente “molle” come con i gialloblù – tuona il tecnico rossonero -. Qualcuno forse pensava che fossimo già salvi. Con la Clodiense (34, ospite al Tognon, ndr) voglio rivedere la matricola che lotta per non retrocedere. Gli assenti? Peseranno – ammette – ma conta lo spirito di gruppo. In settimana ho visto facce feroci e concentrate». Resta il fatto che De Pieri ha dovuto reinventarsi il centrocampo. Giocheranno (4-3-3): Vicario, Cao, Frison, Malerba, Zorzetto, Ortolan, Tonizzo, Roveredo, Alcantara, Gargiulo e Florean (non al meglio). QUOTA 40 – A Tamai (29) arriverà il Legnago (22). «Dobbiamo riprendere a correre – afferma Stefano De Agostini, che sarà regolarmente in panca -. Io non starò tranquillo finché non arriveremo a quota 40. Nonostante la classifica, la Salus non va sottovalutata. Credo ne sappia qualcosa l’Union Ripa, appena battuta dai veronesi». Assenti per infortunio Peresson e Pavan. Cominceranno quindi nel 4-3-3 Francescutti, Colombera, Brustolon, Faloppa, Dal Bianco, Bertoia, D. Furlan, Petris, F. Furlan, Sellan e Zambon.
Ore 13.10 – (Il Piccolo) Dopo la delusione patita negli ultimi minuti del derby con il Kras, quando è sfumata una vittoria che sarebbe stata più che meritata, la Triestina prova a riprendere il filo della rimonta salvezza, conscia che se quella diretta è sempre più difficile, serve quantomeno acciuffare una posizione più vantaggiosa nella griglia dei play-out. Ma in entrambi i casi, l’obiettivo non cambia: bisogna fare più punti possibile, a prescindere dal nome dell’avversario. Quello odierno, il Belluno, è decisamente più forte del Kras affrontato pochi giorni fa. La squadra allenata dall’ex alabardato Vecchiato che arriva oggi al Rocco (inizio ore 14.30, arbitra Cudini di Fermo) è terza in classifica, subito dietro le due grandi del campionato, Padova e Altovicentino. Si tratta di una squadra che da due anni sta facendo grandi cose. Un’Unione che era molto diversa rispetto a quella attuale: basti pensare che in attacco giocarono Bez e Giacani e che gli under in campo furono Pennicchi e Giordano. Ora è cambiata mezza squadra, e sicuramente in meglio. Inoltre l’assetto dato de Ferazzoli nell’ultimo mese, pur con qualche sbavatura, sta funzionando: la squadra è compatta e sta in campo spesso da protagonista, anche se ha perso molti punti per strada per l’incapacità di chiudere le partite. Insomma le premesse per sperare non solo in una buona prova, ma anche in qualche punto, ci sono tutte. Un vero peccato però che rispetto alla Triestina delle ultime settimane mancherà Pasquale Manzo: il giocatore campano, che lamenta uno stiramento, aveva occupato con grande efficacia una casella degli under e aveva dato verve e sprint alla fase offensiva, oltre a dimostrare una certa abilità nei calci piazzati. Per rimpiazzarlo, fra i giovani a disposizione Ferazzoli sembra deciso a puntare su Loperfido, anche se in una posizione diversa rispetto a Manzo. La sensazione, infatti, è che il giovane triestino possa occupare il ruolo di mezzala sinistra, lasciando sulla destra Bedin, mentre Spadari potrebbe posizionarsi davanti alla difesa e Proia rivestire il ruolo di trequartista, nel quale tra l’altro ha già giocato in varie occasioni dimostrando una buona attitudine agli inserimenti. Con questo schieramento, il sacrificato di turno sarebbe dunque Arvia, ma il modulo rimarrebbe sempre il 4-3-1-2, con difesa e attacco che rimarrebbero uguali rispetto alla sfida di Monrupino. Davanti a Di Piero, dunque, ci sarà la coppia centrale Piscopo-Fiore con Celli a sinistra e Crosato a destra, mentre davanti dovrebbe toccare ancora al duo Milicevic-Rocco. Quest’ultimo ieri, in via precauzionale, si è allenato a parte in modo leggero a causa di un lieve risentimento muscolare, ma sarà regolarmente della partita. Tra i 21 convocati, i due under di riserva saranno Giordano e Ventura.
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Nelle recenti trasferte, ha pareggiato contro l’ultima (Mori Santo Stefano) e perso con la penultima (Mezzocorona). E oggi c’è la visita in casa della terz’ultima: la Triestina. Caro Belluno, hai imparato la lezione? Lo dirà il campo. E precisamente il Nereo Rocco, un impianto da massima serie che questo pomeriggio (ore 14.30, arbitra Cristian Cudini di Fermo) accoglie un vecchio amico come Roberto Vecchiato (36 partite e un gol nei due campionati di C2 in maglia alabardata): «Giocare al Rocco – rivela il tecnico gialloblù – è sempre un’emozione unica. Soprattutto per chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere l’atmosfera di quello stadio». Chiuso il libro dei ricordi, c’è da ritrovare confidenza con un successo che, fuori provincia, manca da un mese e mezzo: «Abbiamo ottenuto un solo punto contro le ultime due della classifica – prosegue Vecchiato – perciò dovremo prestare ancor più attenzione. La Triestina, inoltre, è una delle squadre che, all’andata, ci aveva messo più in difficoltà al polisportivo. Ma la vittoria di sabato scorso col Fontanafredda è stata fondamentale per diversi motivi: ripartiamo da lì». LA FORMAZIONE – Con Solagna non al meglio, Duravia squalificato, D’Incà e Paoletti fuori causa per infortunio, l’undici di partenza è quasi obbligato. Anche se sarà interessante capire con quale modulo Vecchiato intenda affrontare i giuliani: 4-4-2, con centrocampo a rombo e Posocco al fianco di Corbanese? Oppure il 4-3-3, con Mosca alto, sulla linea del terzetto alle spalle del solo Cobra? Propendendo per la prima ipotesi, la formazione sarebbe la seguente: Schincariol; Pescosta, Sommacal, Merli Sala, Pellicanò; Bertagno, Miniati, Mosca, Masoch; Posocco, Corbanese.
Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Non c’è molto da dire, ma molto da fare». Il direttore sportivo dell’Union Ripa La Fenadora, Alberto Faoro, non si nasconde dietro a un dito parlando della sua squadra, che in queste ultime settimane non ha prodotto i risultati sperati e oggi si appresta ad affrontare l’Altovicentino, seconda forza del campionato. «L’umore non è certo alle stelle – spiega il dirigente – ma, nonostante le bizze del meteo, i ragazzi si sono allenati al meglio per mettersi alle spalle questo momento non positivo. Purtroppo a dei buonissimi allenamenti non sono corrisposti i punti desiderati. È andata come è andata». Dopo la serie di risultati negativi, l’ultimo in ordine di tempo con il Legnago (2-0), la società ha scelto qualche giorno di silenzio stampa, certo non come quello dell’Italia ai Mondiali del 1982: «Nulla di così serrato. Abbiamo pensato che fosse meglio per la squadra concentrarsi sugli obiettivi senza distrarsi o farsi distrarre». Ora l’Union, nona a 29 punti, dovrà incontrare i rossoneroazzurri (45), reduci da due sconfitte, per riprendere il passo. Un’impresa possibile? «I ragazzi sono molto determinati e concentrati sull’impegno che indubbiamente è difficile. Bisogna comunque essere equilibrati sui giudizi: non abbiamo problemi nei singoli reparti, esistono circostanze e momenti che possono condizionare un percorso. Lo si è visto nelle ultime gare». Per squalifica manca Brotto che, nonostante la lunga astinenza dal gol, rimane il bomber della squadra. «Nell’Union non mancano i nomi di chi davanti può far bene. Basta pensare ad Andreolla, Mastellotto, Sommavilla, Ponik o Solagna. Tutti nomi di peso in questa formazione e non c’è dubbio che riusciremo a mettere in campo una formazione altamente competitiva. Tornano a disposizione Tomasi (dopo una lunga assenza per problemi al ginocchio), De Checchi (ha avuto l’influenza) e Dassié (reduce dalla squalifica)». L’obiettivo immediato? «Dobbiamo invertire il trend negativo. Non esaltarci se va bene e soprattutto non abbatterci se qualcosa va male. Qui non si tratta di sfortuna, dobbiamo lavorare». Ecco la possibile formazione titolare: De Carli, Gjoshi, De March, De Checchi, Frangu, Dassié, Antoniol, Tibolla, Solagna, Andreolla, Ponik. Al Boscherai (14.30) arbitra Andrea Saggese di Rovereto.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) «Spero che la squadra ripeta la prestazione di Sacile, perfetta, a parte i due errori che l´hanno decisa. Sotto di un uomo per 75´, abbiamo creato 4 palle gol nitide subendo delle decisioni incredibili. Mi permetto di notare che nelle 4 partite dopo quella con il Padova, ci sono stati almeno 5 episodi, tra rigori negati e reti annullate, che ci hanno danneggiato. E guardo in casa mia». A Pedavena sarà in tribuna, assieme al presidente Dalle Rive e ad Alberto Pignat, squalificato, ma questo per Diego Zanin è il penultimo dei suoi pensieri. L´ultimo, infatti, è l´atteggiamento in campo dei suoi atleti, sempre più convinti di un disegno per così dire lotitiano anche nel girone C. «Detto che ci sono momenti in cui un allenatore si fa espellere per concentrare su di sé l´attenzione dell´arbitro e proteggere la squadra, io dico che dobbiamo essere bravi e maturi nello stare in campo senza vittimismi e senza cadere nelle trappole della frustrazione. Vale per Pignat – che non aveva fatto un fallo da “giallo”, ma che poi si è lasciato andare ad una reazione di sconforto – e vale per tutti. Dobbiamo usare la testa, sempre». Raccomandazione ancor più necessaria pensando all´impianto di gioco bellunese, stretto e in sintetico, e ad un avversario che dopo la sconfitta pre-natalizia contro il Padova ha inanellato, si fa per dire, altre 4 sconfitte ed un successo. Se non è crisi, poco ci manca, ma in casa altovicentina nessuno si fida. Intanto in infermeria è rimasto solo Diego Dal Dosso, alle prese con la riabilitazione dell´alluce, mentre Maurizio Peluso, Rosario Di Girolamo e Alessandro Cortesi dovrebbero essere tutti e tre abili e arruolabili. Dei tre, da valutare bene le condizioni del “Mago”.
Il quale, lungi dal deprimersi anche per una posizione di gioco che lo porta un po´ più lontano dalla porta, avverte: «Voglio riprendere ad essere decisivo per la squadra. Per quanto mi riguarda l´obiettivo è sempre lo stesso: la promozione. E non lo dico per dire. Fare venti gol e non vincere… nulla sarebbe deprimente, piuttosto 12-13 ma festeggiare la nuova categoria. E non mi arrendo, finché ci sarà una partita da giocare, lotterò». Ed allora un bel brindisi al bomber mai domo. Con birra di Pedavena, naturalmente.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Entrambe sono alla ricerca del rilancio. Il derby Abano-Thermal allo stadio di Monteortone monopolizza l’attenzione della sesta giornata di ritorno oggi alle 14.30. L’Abano arriva da quattro sconfitte di fila che lo costringono a guardarsi alle spalle visto che la classifica è cortissima. Il Thermal non se la passa meglio: striscia di tre ko consecutivi e penultimo posto, con otto lunghezze di distacco dai cugini. Insomma, se non è derby della paura, poco ci manca. «Mancano ancora tante partite – esordisce Massimiliano De Mozzi – ma durante la gara in certi momenti si vedrà la paura di perdere da entrambe le parti: bisogna essere bravi ad accettarla con tranquillità e consapevolezza. Dobbiamo stare compatti e aggressivi, poi il resto viene da sè. Ma sarà importante leggere bene la partita». De Mozzi e Vittadello sono accomunati dal fatto di avere guidato il Real Vicenza. «Lui allena da più anni – sottolinea il tecnico neroverde – e ha già vissuto partite come questa, quindi ha più esperienza». Non mancano i problemi di formazione: assenti Zattarin e Bizzotto, Bruinier si è unito ai compagni solo venerdì (febbre) al pari di Barichello, mentre Baccarin si è allenato a parte. «In campo andrà comunque una squadra competitiva, speriamo di avere un po’ più di fortuna perché ce lo meritiamo». Bada al sodo Mario Vittadello. «Che sia derby o meno non mi interessa, bisogna cercare di fare risultato. L’importante è affrontare la partita con motivazioni che devono essere superiori a quelle dell’Abano. Ho rivisto la partita persa con il Bellaria, fino al primo gol abbiamo tenuto bene il campo e siamo stati propositivi. Bisogna farlo per un minutaggio più elevato. Sarà una partita molto nervosa: anche se l’Abano sta meglio in classifica, viene da una serie di sconfitte e vorrà rimettersi in gioco». Preoccupato dal penultimo posto? «Sono preoccupato sin dal primo giorno che sono arrivato, la nostra fortuna è che la classifica è corta e con qualche vittoria di fila si fa un bel passo in avanti. Dalle parole però bisogna passare ai fatti, essere più concentrati ed evitare errori come con il Bellaria». Vitagliano è squalificato, Orsino e Baldovin ai box, in dubbio Raffa e Banzato. ESTE. Non gioca dal successo con il Thermal (25 gennaio) e oggi se la vede al Nuovo Comunale con il Formigine, squadra che all’andata ha inflitto la prima sconfitta ai giallorossi. «Dopo tre settimane non è facile riprendere sotto l’aspetto mentale e fisico – afferma Gianluca Zattarin – ma dobbiamo ripartire subito con il piede giusto. All’andata è bastata una disattenzione per compromettere la gara e questa volta non possiamo permettercelo». Squalificato Lelj, tornano Coraini e Bagatini dal torneo di Viareggio. SAN PAOLO. All’Euganeo con il Piacenza punta ad allungare la serie di vittorie (tre in quattro gare) per risalire ancora la classifica. «Tre successi danno fiducia – dice Vito Antonelli – ma non dobbiamo sentirci appagati, ci vuole sempre spirito di sacrificio e voglia di portare a casa il risultato». Squalificato Boscaro, rientra Bianchi. L’ANTICIPO. Scandicci-Imolese è finita 2-1 per la squadra di casa.
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) E chi l’avrebbe mai detto, un mese fa. Il San Paolo oggi pomeriggio potrebbe persino pensare di lasciare la zona playout: di mezzo c’è il Piacenza, non certo una squadretta, ma dopo aver raccolto tre vittorie nelle ultime quattro gare l’entusiasmo potrebbe davvero spingere Caco e compagni all’impresa. Non ci sono ancora Matteini, Sambo, Gomiero e Rosiglioni, più lo squalificato Boscaro, ma Vito Antonelli non ha paura : «Abbiamo grande rispetto per gli avversari», spiega il tecnico, «Ma anche grande consapevolezza dei nostri mezzi. Al momento il Piacenza si esprime meglio fuori casa, ma sarà una gara combattuta e se pioverà potrebbe diventare una vera battaglia. Il San Paolo sarà sempre combattivo, anche contro una squadra blasonata e giocatori di categoria superiore». In poche settimane la situazione di classifica è cambiata: «Io ho cercato solo di portare ordine alla squadra in fase tattica: grande determinazione e prendere pochi gol, queste sono state le parole d’ordine. Diciamo che ci siamo riusciti prima di quel che pensassi». A quota 24 punti, il San Paolo oggi potrebbe uscire dalla zona playout approfittando dello scontro diretto tra Mezzolara (28 punti) e Ribelle (25): «La salvezza diretta è nella nostra testa, ma non dobbiamo avere fretta: può arrivare anche tra dieci giornate, se la squadra tiene un percorso costante nel giro di poche partite può venirne fuori».
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Venti giorni possono bastare. L’Este tornerà in campo per il match contro il Formigine dopo una sosta in parte programmata (torneo di Viareggio) e in parte forzata dalla bufera di neve dello scorso weekend. I giallorossi recupereranno lo scontro diretto con la Correggese mercoledì prossimo, ma prima dovranno vedersela contro una formazione (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Mattia Cazzaniga di Lecco) in piena lotta per non retrocedere. I tre punti sono un obiettivo scontato, anche perché il Rimini domenica scorsa ha allungato il divario in classifica – ora è a +12 – e una battuta d’arresto potrebbe spegnere gli ultimi sogni di gloria. In una settimana, quindi, i ragazzi di mister Zattarin decideranno se la promozione in Lega Pro è un affare proibitivo, con Formigine, Correggese e Scandicci a fungere da prova del nove. «Non dobbiamo fare l’errore di pensare già alle partite della settimana prossima» avverte il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin. «Domani (oggi) incontreremo una squadra che all’andata ci ha pure battuti. Non dobbiamo sottovalutare l’impegno, e tantomeno guardare troppo avanti». C’è un aspetto, però, che preoccupa in particolar modo il mister atestino: «Non giochiamo da 21 giorni e quando si sta fermi non è semplicissimo ritrovare il piglio giusto» ammette. «Dovremo essere bravi ad abbinare concentrazione e ritmo, anche perché ci teniamo a far bene anche in casa». Zattarin dovrà fare a meno del suo capitano, Tommaso Lelj, fermato per un turno dal giudice sportivo. La maglia numero quattro dovrebbe essere affidata dunque a Tessari, che andrebbe così ad affiancare Rubbo in mezzo al campo. Si contendono una maglia da titolare pure Tulhao e Coraini, reduci dalla positiva esperienza con la rappresentativa della serie D alla Viareggio Cup: il primo è in ballottaggio con Meneghello, il secondo con Bonazzoli. La scelta dovrà essere ponderata anche (e soprattutto) in base alla regola dei fuori quota. Il Formigine, allenato da Davide Belletti, ha allungato la sosta proprio come i giallorossi. Formigine-Fidenza andrà in scena mercoledì, ma i verdeblù dovranno provare a risollevare, già prima del recupero, una classifica molto problematica, che li vede bloccati al terzultimo posto nonostante la fama di mina vagante del girone D.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Giocano per obiettivi diversi, ma sono entrambe in crisi nera di risultati. Oggi Abano e Thermal si affronteranno in un derby sentitissimo (calcio d’inizio alle 14.30) allo stadio delle Terme di Monteortone, cornice che potrebbe sancire la rinascita di una delle due squadre, reduci da un periodaccio. L’Abano, sconfitto domenica scorsa dal Rimini capolista, ha portato a quattro il numero delle sconfitte consecutive, mentre la Thermal Abano Teolo, battuta 3-0 dal Bellaria Igea Marina, “insegue” a quota tre. C’è da scacciare, dunque, il pericolo di una nuova batosta che, tra l’altro, se dovesse arrivare nella stracittadina guasterebbe non solo l’’umore dei perdenti. «Sarà una partita apertissima in cui entrambe le squadre avranno paura di commettere errori» avverte il tecnico dell’Abano Massimiliano De Mozzi. «Arriviamo da quattro sconfitte consecutive, è vero, ma abbiamo affrontato due corazzate come Correggese e Rimini e il nostro campionato, per ambizioni, non prevede di certo cavalcate trionfali. Un periodo di flessione ci può stare: non eravamo fenomeni quando ne vincevamo tre di fila e non siamo diventati scarsi adesso». Contro i cugini, l’Abano dovrà fare a meno di giocatori importantissimi: oltre ai soliti Maniero, Bilato e Zattarin, non saranno a disposizione (se non a mezzo servizio) Barichello, Bruinier e Baccarin: «Ormai ci ho fatto l’abitudine» replica De Mozzi. «Sotto questo aspetto, è un anno sfortunato». L’allenatore della Thermal Mario Vittadello, invece, si aspetta una reazione da parte dei suoi ragazzi: «Sarà una partita difficile, ma ce la giocheremo» dice. «Ho studiato il video della partita di domenica scorsa con il Bellaria e per un’ora abbiamo mostrato buone cose. Le occasioni, però, vanno sfruttate, perché con i 3-0 sul groppone ci si trova a commentare aria fritta. Contro l’Abano dovremo essere cinici, anche perché abbiamo un bisogno assurdo di fare risultato». Anche l’infermeria dei rossoverdi non scherza: ieri hanno dato forfait Baldovin, Raffa, e Banzato, mentre Vitagliano guarderà i compagni dalla tribuna a causa della squalifica (per un turno) inflittagli dal giudice sportivo. Ad arbitrare l’incontro sarà una donna, Graziella Pirriatore, 32 anni, originaria di Naro (Agrigento), fischietto internazionale della sezione di Bologna.
Ore 11.30 – (Trentino) La classifica non lascia spazio a troppe interpretazioni, ma Luca Lomi ama ripetere che «nel calcio non si sa mai». Il Mezzocorona per una domenica “trasloca” al “Quercia” di Rovereto per ospitare la capolista Biancoscudati Padova. Lo spostamento, dovuto a questioni logistiche, non piace al tecnico giallorverde. «Per noi sarà come giocare in trasferta – spiega – e, visto che in casa abbiamo conquistato 13 dei 15 punti che abbiamo raccolto sino a questo momento (in classifica sono 11 a causa della penalizzazione, ndr), doverci spostare a Rovereto rappresenta un’ulteriore difficoltà per noi». Lomi dovrà fare i conti con una rosa ridotta all’osso a causa delle squalifiche di Misimi e Alouani e gli infortuni di Folla, Crestanelli e Baltieri. Le scelte sono dunque pressoché obbligate: davanti a Zomer la linea difensiva sarà formata da Corrà e Rossi sulle fasce con Fochesato e Zentil al centro. In mezzo al campo toccherà a Melchiori con Lorenzi e Gironimi interni e Caridi vertice alto del rombo alle spalle dei due attaccanti Bentivoglio e Rota. Lomi sembra intenzionato a riproporre il “4-3-1-2”, ma non è da escludere che, all’ultimo opti per la difesa a 5. Il Padova sarà privo di Emil Zubin ma ci saranno Ferretti, Pittarello e Amirante.
Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Ferretti.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Paradossalmente il fattore campo potrebbe essere a vantaggio del Padova, che a Rovereto ha già giocato al contrario del Mezzocorona. «Ma è meglio non fidarsi. Non dobbiamo assolutamente farci influenzare da questo aspetto». Quantomeno, dal punto di vista della scaramanzia, lei dovrebbe essere contento di tornare a Rovereto. «Forse torniamo anche nello stesso ristorante (sorride, ndr). Al di là di questo, ti puoi aggrappare a tutte le cose, ma la realtà è una sola: nel momento in cui fischia l’arbitro, conta solo ciò che fai in campo». Non ci sarà Zubin. «Spero che possa rientrare nel giro di dieci giorni, ma ho grande fiducia in Ferretti e Amirante che sono giocatori importantissimi e dello stesso livello di Zubin. Toccherà a uno di loro due, allo stato attuale hanno il 50 per cento di possibilità a testa». Proprio El Rulo, dopo aver saltato precauzionalmente l’amichevole di giovedì, ieri mattina si è allenato regolarmente. «È disponibile. Ci sta dando dentro, ma sta al sottoscritto valutare le due opzioni. Devo tenere in considerazione tante cose, non è detto che possano giocare anche tutti e due. Ma la cosa più importante è che nel girone di ritorno contano i tre punti, non le prestazioni e le chiacchiere: vediamo di fare nostra l’intera posta». Cercherete di sbloccare subito il risultato? «Mi accontenterei di vincere in qualsiasi modo, anche se troveremo difficoltà. Ma se i ragazzi fanno le cose come sanno, il Mezzocorona dovrà guardarsi bene da noi». Nelle ultime due prestazioni la squadra è apparsa in forma: quale le è piaciuta di più? «La partita con il Mori Santo Stefano è stata condizionata dal fatto che loro sono rimasti in dieci: fino al termine del primo tempo la squadra ha lavorato bene, anche se gli spazi erano stretti; non riesco invece a giudicare la ripresa. Domenica scorsa con il Tamai è stato fatto un passo avanti da parte del gruppo in tutte e due le fasi di gioco, anche se siamo stati lenti in tante circostanze».
Ore 11.00 – (Gazzettino) A distanza di tre settimane il Padova torna al “Quercia” di Rovereto, stadio che rievoca il piacevolissimo ricordo della vittoria per 6-2 con il Mori Santo Stefano. Questa volta davanti ai biancoscudati ci sarà il Mezzocorona, penultimo in classifica con appena 11 punti, ma che nelle ultime due giornate ha inviato qualche segnale di risveglio: vittoria per 3-1 sul Belluno, ottenuta però sul sintetico di casa, e pareggio senza reti in trasferta con l’Arzignano. Come dire, quella con i trentini non è una gara da dare per scontata in partenza, fermo restando che la superiorità dei biancoscudati è fuori discussione. Anche senza Zubin, vittima in settimana di un problema al bicipite femorale della gamba destra: al suo posto giocherà uno tra Ferretti e Amirante. Come sempre nella seduta di rifinitura Carmine Parlato ha curato anche il più piccolo dettaglio, mantenendo alta la guardia. «Affrontiamo una squadra che sta bene fisicamente e che è reduce da due buonissimi risultati. Tra l’altro è una delle compagini più giovani del campionato e gioca veloce per tutti i novanta minuti, quindi è tassativo avere un atteggiamento ancora più sveglio, mettendo in pratica con intensità le cose che abbiamo provato. Per certi versi sembra tanto la partita tra giovani contro vecchi che facciamo in allenamento al mercoledì: un avversario giovane e sbarazzino verso il quale bisogna avere rispetto e pari dinamicità, alzando però il nostro livello in termini di qualità ed esperienza».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Non ci sono parametri di riferimento, dato che non era prevista la prevendita dei biglietti, ma anche per la sfida di oggi a Rovereto con il Mezzocorona, non mancherà il seguito dei tifosi biancoscudati, sia pure con i limiti legati alla lunghezza della trasferta e alla giornata che si annuncia piovosa. Saranno presenti i ragazzi della Fattori, che si muoveranno in auto e danno appuntamento alle 10 al parcheggio sud dell’Euganeo, ed è confermato pure il pullman dell’Aicb che partirà alle 9.30 dal parcheggio del capolinea del tram alla Guizza, con tappa dopo un quarto d’ora al lato ovest dell’Euganeo. I botteghini dello stadio Quercia saranno aperti dalle 13 e i tagliandi costano 10 euro, con ingresso gratuito per i nati dall’1 gennaio 2001. A disposizione dei tifosi padovani la gradinata scoperta di fronte alla tribuna, ma in caso di maltempo potrebbero essere dirottati in uno spicchio della tribuna stessa.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Senza più la spada di Damocle del fallimento, il salvataggio del vecchio Calcio Padova resta comunque una corsa contro il tempo. Occorre concludere rapidamente la trattativa con i creditori per raggiungere un accordo sulle somme dovute e sui tempi dei pagamenti. Tutto questo grazie al ritiro delle istanze di fallimento da parte della società di broker Ni.Pa srl e dell’avvocato Mattia Grassani per le spettanze relative al patrocinio nella vicenda calcioscommesse. Il doppio accordo ha messo i legali della vecchia proprietà nelle condizioni di ritirare l’istanza di concordato preventivo e definire le varie pendenze con un piano di ristrutturazione del debito che dovrà essere approvato almeno dal 60% dei creditori per ottenere l’omologazione del tribunale fallimentare. Per onorare gli accordi e per evitare nuove istanze di fallimento, la volontà è quella di fare le cose velocemente, definendo ogni aspetto entro i primi di marzo. E tra i vari creditori, per somme ottenute nella passata stagione, c’è pure il Credito Sportivo, l’istituto bancario che finanzia le attività sportive, in passato presieduto da Andrea Valentini, direttore generale durante la gestione Penocchio. Il precedente patron Marcello Cestaro esclude un coinvolgimento diretto nel piano di salvataggio. «È una cosa che non seguo da tempo – le sue prime parole – dato che non c’entro più niente da mesi, da quando ho messo le firme per la cessione. Gli avvocati ogni tanto mi mettono al corrente della situazione». Eppure si parla di un suo intervento decisivo per chiudere le pendenze. «A chi mi è succeduto (Penocchio, ndr) ho detto per tempo che doveva definire bene la storia. Gli ho messo in mano la società, ho pagato debiti e dato soldi in più con la sponsorizzazione. Lui ha fatto tutti gli errori del mondo e io mi sono preso le bastonate». Cestaro conferma che il logo e il titolo sportivo torneranno in mano al nuovo Padova tramite il Comune. «Questo ho detto a Penocchio di fare. Sono contento che la squadra di quest’anno sia prima, dopo questa parentesi tornerà su bene».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Corsa contro il tempo per scongiurare il fallimento”) Quanto tempo ci vorrà perché Penocchio, e insieme a lui Cestaro, presenti il piano di ristrutturazione dei debiti contratti dal Calcio Padova, dopo aver rinunciato al ricorso per l’ammissione alla procedura del concordato preventivo? Attorno a questa domanda si concentrano i dubbi, più che giustificati, sulla possibilità di evitare il fallimento della Spa biancoscudata, dopo che non si è riusciti a trovare l’accordo con il 60% dei creditori, così come imposto dal percorso che si era deciso inizialmente di seguire, nei tempi indicati dai giudici della I sezione del Tribunale di Padova. Se è vero che l’alternativa suggerita dagli avvocati e dai commercialisti ai due ex soci del club di viale Rocco è un accordo privato, che dovrà comunque ottenere l’omologazione da parte dello stesso Tribunale, le condizioni richieste non appaiono semplici da soddisfare: ci vorrà il consenso di almeno il 60% dei creditori alla proposta formulata da parte dell’ex proprietà – mentre tale percentuale non era stata raggiunta entro la scadenza della proroga concessa a metà dicembre -, il piano dovrà essere asseverato da un professionista (lo studio Cortellazzo?), che di fatto fungerà da garante dello stesso, e infine dovranno essere liquidati per intero, sino all’ultimo centesimo, i soggetti che non sottoscriveranno l’intesa. Basta che uno solo degli oltre cento creditori che avanzano soldi presenti istanza di fallimento per vedere compromessa l’intera operazione, senza contare che la Procura della Repubblica, che tutela gli interessi dello Stato, attende di conoscere come i due imprenditori pensano di chiudere la partita relativa alle ritenute Irpef, ai contributi Inps e all’Iva non versata relativi al 2013 e ai primi sei mesi dell’anno scorso. Se la rinuncia al concordato è servita a bloccare le istanze di fallimento presentate dall’avvocato Grassani e dalla società vicentina Ni.Pa Broker, con i quali è stata trovata una soluzione, Penocchio e Cestaro non hanno ancora scongiurato il pericolo del crack. Ed ecco perché il quesito iniziale – quando presenteranno il piano di ristrutturazione del debito? – appare a maggior ragione più che giustificato. Ad esempio, la mancata intesa con il Credito Sportivo (non si era mai saputo nulla prima sulle pendenze in piedi con l’istituto) è davvero imputabile solo ai ritardi della burocrazia o non nasconde invece qualcos’altro? Le notizie certe sono i documenti depositati in Tribunale, e quei documenti dicono che il concordato non si farà. Da lì si parte, adesso, per capire come la proprietà dell’Acp 1910 penserà di uscirne. Una cosa sembra chiara, sin da ora: il giochetto costerà un bel po’ di milioni, perché c’è tanta gente da pagare. E i soldi, da quanto si è capito, li metterà la Unicomm. Come dire: tutto è partito dal cavaliere e tutto torna a lui. Auguri.
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Ferretti.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Si gioca ancora a Rovereto, possiamo dire che il fattore campo sarà dalla vostra? «In teoria è vero, se avessimo giocato nel loro stadio, sul campo sintetico, il Mezzocorona avrebbe avuto il vantaggio di conoscere già bene i tempi di gioco e i rimbalzi del pallone. Noi questo stadio lo conosciamo, loro no, ma mai fidarsi: il rischio è di sottovalutare l’impegno e un avversario che, proprio perché non sa in che condizioni di gioco si troverà, ci metterà più attenzione». Come cambia il Padova senza Zubin, titolare nelle ultime tre gare? «Innanzitutto spero che non sia un infortunio grave, e che nel giro di dieci giorni possa rientrare. Non avendo lui, ovviamente dovremo cambiare rispetto alle ultime domeniche ma c’è grande fiducia sia in Ferretti che in Amirante, giocatori importantissimi. Toccherà a uno dei due, ma sta al sottoscritto ponderare l’opzione migliore». Al momento quali sono le sue sensazioni? «Al momento, Ferretti e Amirante sono al cinquanta per cento di possibilità. Ci sono tante cose che devo considerare, non escludo nemmeno che possano giocare insieme». Tuttavia lei predilige il 4-2-3-1? «Come sempre abbiamo i due moduli a disposizione, ma farò in modo di dare continuità a quello che ci sta dando le maggiori garanzie». Cosa dirà alla squadra? «Contano i tre punti e non le chiacchiere: contro il Tamai abbiamo fatto un passo avanti in tutte e due le fasi, ma siamo stati lenti in alcuni frangenti. Cerchiamo di trovare la vittoria contro una squadra giovane e che avrà sicuramente grandi motivazioni, visto che vuole raggiungere la terz’ultima per non retrocedere».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Le immagini di quel roboante 6-2 sono ancora fresche. E sono passate solo tre settimane dalla sfida al Mori Santo Stefano: un Padova schiacciasassi contro una squadra in difficoltà, tanti gol e la vetta ritrovata. Nel mezzo, un turno di sosta e un’altra vittoria: oggi, alle 14.30, i biancoscudati tornano a Rovereto, il che già basterebbe, scaramanticamente parlando, per attendersi un nuovo pomeriggio di gran calcio. Di fronte, pure stavolta, c’è una squadra in difficoltà quale il Mezzocorona penultimo in classifica. E un centinaio di chilometri più in là, a Pedavena, c’è un Altovicentino chiamato a battere un colpo sul campo del Ripa Fenadora dopo due sconfitte di fila. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo una partita: senza Zubin, fuori per uno stiramento, Parlato conferma dieci undicesimi del 4-2-3-1 delle ultime due uscite, con l’unica variante proprio in attacco. La scelta, difficile, è tra Ferretti e Amirante, con il primo che parte favorito. «Ma prima di tutto affrontiamo una squadra che sta bene fisicamente», avverte il tecnico. «E che viene da due buoni risultati. È una squadra tra le più giovani della categoria, che in campo schiera sempre sei o sette under tutti insieme, e per questo per noi sarà tassativo essere ancora più attenti: il Mezzocorona è una squadra che gioca in velocità e per tutti i novanta minuti, noi dovremo cercare di mettere in pratica ciò che abbiamo provato in settimana con intensità». Giovani, quindi inesperti. È questa l’arma tra le mani della sua squadra? «Il livello d’esperienza è certamente diverso. Loro, avendo tantissimi giovani non possono avere le nostre qualità in questo senso. Ma sono una squadra sbarazzina: le nostre armi sono avere rispetto, mettersi al loro livello di dinamismo, e poi alzare la qualità con l’esperienza».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È un Mezzocorona in completa emergenza quello che attende il Padova: senza sei giocatori (di cui quattro titolari) tra infortuni e squalifiche, mister Luca Lomi porta con sé in panchina solo sei giocatori. Assenti quattro pedine fondamentali come Baltieri e Folla non al meglio, più Alouani e Misimi squalificati, non ci saranno inoltre nemmeno Crestanelli e Baldo. Probabile 4-3-1-2 per i trentini, anche se c’è l’ipotesi di un 5-3-2 che darebbe maggior quadratura difensiva con l’inserimento di Micheli in attacco al fianco di Rota, Bentivoglio sulla trequarti e Caridi scalato a centrocampo. Il Mezzocorona cercherà di allungare la mini-serie positiva: nelle ultime due gare ha battuto il Belluno e imposto il pari per 0-0 all’Arzignano.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Poco più di un’ora di strada e uno stadio a misura di tifoso: insieme alla squadra biancoscudata sbarcano a Rovereto anche i tifosi padovani, e sembra che – stando alle voci della vigilia – saranno decisamente più numerosi rispetto a quanti seguirono la squadra contro il Mori tre settimane fa. La certezza arriverà però solo al botteghino: i biglietti per il match infatti non sono stati venduti in prevendita, e saranno distribuiti allo stadio oggi a partire dalle 13 al costo di 10 euro ciascuno. Ai supporter biancoscudati sarà riservata la tribuna scoperta opposta a quella centrale, con una capienza massima di 1.300 persone. L’Aicb si muoverà alla volta del Trentino i pullman, mentre gli ultras della Tribuna Fattori convoglieranno a Rovereto con mezzi propri partendo alle 10 dal parcheggio Sud dello stadio Euganeo.
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Ferretti.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Affrontiamo una squadra che sta bene — precisa l’allenatore campano — e che viene da due buonissimi risultati. È una squadra giovane che gioca con grande velocità, noi abbiamo provato soluzioni alternative e dovremo metterci particolare intensità. Sbloccarla subito sarebbe importante perché toglierebbe il problema di dover trovare gli spazi giusti, ma io mi accontento di vincerla, in qualsiasi modo, anche 1-0 su autorete al 95’…». Una forzatura, quella di Parlato, che fissa un concetto molto importante: ora che la primavera è vicina e che la tecnica dei giocatori a disposizione potrebbe fare la differenza, la priorità resta sempre e comunque il risultato, perché a fine anno quando si tireranno le somme sarà solo quello a contare. «Io credo che la squadra stia bene — sottolinea — la partita col Mori è stata condizionata dalla superiorità numerica ma nel primo tempo abbiamo lavorato a dovere negli spazi stretti, con il Tamai è stato fatto un passo avanti a livello generale. Ecco, la prestazione di domenica scorsa mi soddisfa pienamente. La classifica? Dobbiamo fare la corsa su noi stessi, siamo noi ad essere padroni del nostro destino». In chiusura Parlato si lascia sfuggire che darà continuità al modulo delle ultime settimane. Il che lascia presupporre il mancato impiego contemporaneo di Ferretti e Amirante. A meno che uno dei due non si sacrifichi. Insomma, viva l’abbondanza, perché ogni partita d’ora in avanti sarà un macigno sul risultato finale. E quello sperato è il primato con pronto ritorno in Lega Pro.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Zubin ko, Ferretti recuperato con con qualche acciacco che non lascia tranquilli, Amirante abile e arruolato, oltre che pronto a segnare ancora dopo le due doppiette griffate con Ripa La Fenadora e Mori Santo Stefano. La roulette dell’attacco biancoscudato propone un’altra verità settimanale dalle mille sfaccettature. Si punta dritti a sganciare l’artiglieria pesante per mettere sotto il Mezzocorona, che non sarà la squadra più temibile del girone ma che è comunque stato capace di mettere sotto una delle squadre più forti del girone come il Belluno. Merita massimo rispetto e considerazione, perché le «bucce di banana», come le ha definite l’ex allenatore dell’AltoVicentino Andrea Cunico, sono sempre dietro l’angolo e il Padova — che punta dritto su Rovereto con l’obiettivo di allungare la seconda fuga della stagione — vuole accuratamente evitarle. «In attacco ho molte scelte a disposizione — spiega Carmine Parlato — e questo nonostante manchi Zubin. Ho letto che è rotto, in realtà io mi auguro di recuperarlo in una decina di giorni e in ogni caso non è nemmeno da escludere che i due centravanti possano giocare assieme. Questa soluzione l’abbiamo già provata nelle passate settimane ed è da me tenuta in buona considerazione». Detto che il Mezzocorona non è certo la squadra materasso su cui passeggiare, Parlato ha un’idea precisa su come affrontare la partita e quali rischi si presentino lungo il percorso.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiduesima giornata, domenica 15 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Giorgione, Fontanafredda-Clodiense, Mezzocorona-Padova, Montebelluna-Kras Repen, Mori S. Stefano-Dro, Tamai-Legnago, Triestina-Belluno, Union Pro-Sacilese, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 50, AltoVicentino 45, Belluno 41, Sacilese 39, Clodiense 34, ArziChiampo 33, Fontanafredda 30, Montebelluna, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 29, Giorgione 26, Legnago 22, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 17, Mezzocorona 11, Mori Santo Stefano 8.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventunesima giornata: ArziChiampo-Mezzocorona 0-0, Belluno-Fontanafredda 2-1, Clodiense-Union Pro 1-1, Dro-Montebelluna 2-2, Giorgione-Mori S. Stefano 1-0, Kras Repen-Triestina 1-1, Legnago-Union Ripa La Fenadora 2-0, Padova-Tamai 3-1, Sacilese-AltoVicentino 2-0.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 14 febbraio: rifinitura all’Appiani per i Biancoscudati, regolarmente in grupppo Ferretti e Mattin.