Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello/Mattino di Padova, Stefano Volpe/Gazzettino
Prosegue ormai a ritmo elevatissimo la marcia di avvicinamento del vecchio Calcio Padova (a destra, l’ex patron Diego Penocchio) all’accordo complessivo con tutti i creditori che, salvo sorprese, eviterà di fatto il fallimento. Ieri, mercoledì 11 febbraio, era una scadenza importante da cerchiare in rosso sul calendario, perché l’avvocato Mattia Grassani, il primo a presentare istanza di fallimento nei confronti della vecchia società, avrebbe dovuto comunicare la sua decisione dopo i recenti accordi addivenuti fra le parti. Il legale bolognese, come già la società di brokeraggio Nipa, ha deciso di ritirare la propria istanza di fallimento, rendendo di fatto nulla la proposta di concordato in bianco già avanzata dai legali di Diego Penocchio e di Unicomm in relazione ai debiti pregressi del Calcio Padova Spa. In tal modo, non esistendo più istanze di fallimento aperte, sotto la rigida egida del Tribunale di Padova, la vecchia società potrà procedere a un concordato sulla base dell’articolo 182 bis della legge fallimentare. Si procederà a un accordo di ristrutturazione del debito presentando tutte le intese coi vari creditori rappresentanti almeno il 60 per cento dei crediti raggiunti nel frattempo in questi settimane. A quanto risulta il cerchio è ormai chiuso e mancano soltanto poche firme per completare l’iter e, con ogni probabilità, entro la fine del mese si arriverà a una chiusura dell’accordo complessivo fra le parti.
A quel punto cosa accadrà? Bisogna distinguere essenzialmente fra due aspetti, separati nella forma ma uniti nella sostanza. Da una parte c’è il blasone, ossia il titolo sportivo della vecchia società, le sue coppe e i trofei vinti, dall’altro il nome, ossia il nome Associazione Calcio Padova 1910 con cui la vecchia società risulta ancora iscritta alla Figc. Detto che al momento non è stata ancora persa l’affiliazione federale, la partita Iva legata al Calcio Padova Spa andrà a morire dopo il pagamento dei debiti pregressi, mentre l’obiettivo del nuovo Padova sarà quello di riacquistare il marchio e le cosiddette «memorabilia» (Coppe, trofei, etc…) per proseguire la storia del club di viale Nereo Rocco. L’articolo 52 delle norme organizzative interne della Figc precisa che «in nessun caso il titolo sportivo può essere oggetto di valutazione economica o di cessione» e che «il titolo sportivo di una società cui venga revocata l’affiliazione può essere attribuito, entro il termine della data di presentazione della domanda di iscrizione al campionato successivo ad altra società con delibera del Presidente federale». Il sindaco Massimo Bitonci ha raggiunto nei giorni scorsi un accordo per riprendere il marchio della vecchia società concedendolo poi con ogni probabilità in comodato d’uso al nuovo Padova. Passaggi formali e burocratici, che dopo un’apposita delibera comunale, riporteranno nel corso dell’estate lo «scudo» e tutte le memorabilia al legittimo proprietario. Il Padova stesso.
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Il 19 febbraio o il giovedì successivo. Queste sono le due date in cui si dovrebbe pronunciare la sezione fallimentare del Tribunale di Padova in merito alla richiesta di concordato avanzata dai legati della vecchia società biancoscudata. A tutta ieri non era ancora stato depositato il documento, richiesto dai giudici, con il quale il Calcio Padova illustra il proprio piano di rientro dai debiti. Dopo la proroga concessa lo scorso 15 dicembre, c’è tempo fino a domani e l’impressione è che gli avvocati si prenderanno tutte le ore possibili prima di presentare le carte. Quindi starà al Tribunale emettere la sentenza, o giovedì prossimo oppure quello successivo. In linea teorica non dovrebbero esserci ulteriori ritardi rispetto alla data del 26 febbraio, ma non è nemmeno escluso che si trovi qualche cavillo per prorogare ancora il destino della vecchia Spa di viale Rocco. Quel che è certo è che è entrata in azione Unicomm, il gruppo dell’ex presidente Cestaro, che si accollerà le spese, ma sta cercando di limare il più possibile l’esborso. La situazione più fluida, al momento, sembra riguardare i tesserati, calciatori e tecnici, con i quali c’è l’accordo per il versamento del 50% di quanto avanzato.
Bisognerà quindi aspettare ancora prima di capire con certezza in che modo il marchio e quanto rimane dei vecchi trofei potranno passare nelle mani di Bergamin e Bonetto. Nonostante l’Associazione azionariato popolare Magico Padova abbia avanzato l’idea di acquistare il logo, in modo tale che rimanga di proprietà dei tifosi, la soluzione più probabile è quella che torni nelle mani dell’Amministrazione comunale. Questo anche per motivi economici, visto che il Comune vanta un credito superiore ai 300mila euro con il Calcio Padova e potrebbe scontarne una parte, acquisendo logo e memorabilia. Il passo successivo vedrebbe lo stesso Comune concedere in comodato d’uso il marchio, e quanto ne consegue, alla società che oggi rappresenta il calcio a Padova, in questo caso la Biancoscudati. Per quanto riguarda il nome, invece, a meno che Cestaro e Penocchio non vogliano fare un dispetto alla nuova proprietà, il Calcio Padova Spa dovrebbe cambiare nome, per permettere la prossima estate alla Biancoscudati di tornare a chiamarsi con la denominazione storica.
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Sono giorni decisivi per le sorti del vecchio Calcio Padova, una corsa contro il tempo per evitare il fallimento. Domani scadranno i termini entro cui il Tribunale deve esprimersi sulla richiesta di concordato formulata dai legali della precedente proprietà dopo il precedente rinvio ottenuto per definire le pendenze con i vari creditori (tra gli altri, giocatori e staff tecnico, dipendenti, fornitori, Comune di Padova e lo Stato per le imposte e i contributi previdenziali dei calciatori non versati). Dalle indiscrezioni che circolano, la vecchia società necessiterebbe ancora di qualche giorno per concludere e formalizzare i vari accordi, anche se la situazione sembra avviata verso una soluzione positiva. Per questa tipologia di procedura concorsuale non sarebbe prevista la possibilità di ulteriori rinvii, ma prima che eventuali decisioni del giudice diventino esecutive, resta la facoltà per le parti di integrare la documentazione nel frattempo depositata. Come noto, in caso di concordato, logo e titolo sportivo passerebbero in mano al Comune che poi li cederebbe in comodato d’uso all’attuale società.