Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe
Carmine Parlato ha dedicato la vittoria del Padova, valsa l’allungo a più cinque in testa alla classifica, a tutto il gruppo. Anzi, in particolar modo a chi deve accomodarsi in panchina, sta giocando poco e soffre in silenzio. Il tecnico sa di dover far scelte pesanti e che con una rosa piena di big per la categoria, sia impossibile far tutti contenti. L’emblema di chi sta soffrendo di più in questo momento, è Nicola Segato. Titolare inamovibile nel girone d’andata, nelle ultime tre partite è stato confinato in panchina e solo contro il Tamai ha giocato l’ultimo quarto d’ora. Ricevendo, al pari degli altri compagni, l’applauso del mister. «Sapevamo che la squadra era stata formata per vincere il campionato», analizza Segato. «Per questo siamo tanti vecchi e la regola dei giovani ci penalizza. Finora il gruppo è stato ineccepibile. Ci si prepara tutta la settimana per scendere in campo, e bisogna accettare le scelte dell’allenatore». Segato, a parole, non si mostra pentito della scelta fatta in estate. «Immaginavo che una piazza come Padova avrebbe sostenuto la squadra anche in serie D. Sono contento di aver sposato questo progetto. Non vorrei essere nei panni di Parlato il sabato sera e dover fare la formazione con così tanti giocatori a disposizione». L’unico neo del centrocampista vicentino, è la casella dei gol realizzati, ancora ferma a zero. «Non mi era mai successo di arrivare a questo punto del campionato senza aver mai segnato. Ma sono pronto a restare a secco per tutto l’anno se a maggio dovessimo festeggiare».