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Ore 22.30 – (La Nuova Venezia) Dal possibile rigore all’ammonizione per simulazione. Mattia Zaccagni resta con l’amaro in bocca, anche perché il cartellino giallo lo porterà in diffida. «Mi fa rabbia questa cosa, perché ci può stare di non vedersi dare un rigore ma, se sei in mezzo a tre persone, non ti butti per fare simulazione. La spinta l’ho ricevuta e mi hanno mandato a terra pure con uno sgambetto. All’arbitro l’ho spiegato anche a fine partita, ma lui era convinto del contrario. Dispiace anche perché sono gli episodi che sbloccato partite come questa contro il Como, e avremmo potuto vincerla meritatamente. Siamo stati bravi a contenere gli avversari quando siamo rimasti in dieci, e a creare le nostre occasioni. Poi, però, anche gli arbitri fanno la loro parte». In sala stampa era stato chiesto anche a Simone Sales di spiegare i perché della sua espulsione, non la prima in questa stagione per un episodio violento verso un avversario. La società, tuttavia, ha preferito non presentarlo davanti a taccuini e telecamere. Tra i protagonisti, in positivo, della partita senza dubbio Andrea Raimondi. «Mi è mancato solo il gol, ma sono felice della mia prestazione. Dopo cinque gare nelle quali ho giocato poco, sento tanta voglia di far bene e aiutare la squadra a vincere più partite possibili. Manca il gol è vero, ma arriverà,non èe sono certo. È solo questione di tempo, e non credo che tarderà. Sto bene e credo di averlo dimostrato. Il punto che abbiamo conquistato contro il Como è buonissimo e molto importante per la classifica. Qualche mese fa una partita come questa l’avremmo persa. Ecco che prima di tutto non dobbiamo perdere, e stavolta quel che dispiace di più è il non aver colto tutti e tre i punti contro un avversario comunque forte». Alessandro Scialpi sta prendendo in mano le redini del centrocampo, mostrandosi molto cresciuto rispetto alle prime uscite con Dal Canto in panchina. «Di sicuro ho cercato di lavorare sui miei limiti, e di capire cosa avrei potuto fare per migliorare, crescere e mostrare così che ci sono anche io in questa squadra. Il Como è una buonissima squadra, penso che si sia visto in campo e dalla tribuna, così noi abbiamo avuto il giusto atteggiamento; non abbiamo mai mollato, e da questo dobbiamo ripartire per la prossima partita. A Salò dobbiamo andare con in testa una sola cosa: vincere! Qualcosa è cambiato nelle ultime settimane, in primis l’atteggiamento da parte de gruppo. C’è grande voglia di sacrificio, da parte di tutti e verso tutti. Così i risultati della squadra si vedono». Stefano Fortunato conclude il giro dei commnti post.stitsi commenti. «È andata bene, la squadra ha provato a vincere la partita fino all’ultimo minuto utile, pensando al contropiede quando era in inferiorità e a creare gioco in altro modo dopo l’espulsione di Lebran. Con il rigore che ci manca avremmo portato a casa di sicuro tre punti meritati».
Ore 22.20 – (La Nuova Venezia) «Questo punto conquistato contro il Como ha un peso specifico molto elevato, perché i ragazzi sono stati davvero bravi, e alla fine abbiamo solo pagato un po’ la stanchezza, avendo giocato a lungo in dieci contro undici». Michele Serena è positivo e soddisfatto per la prestazione del Venezia. Il primo 0-0 stagionale poteva essere anche qualcosa in più per la sua squadra, e il tecnico la spiega così: «Il rigore su Zaccagni era grande come un grattacielo di New York, non credo proprio che ci siano dubbi. Al Como non abbiamo concesso nulla, mentre noi le nostre occasioni ce le siamo create. Poteva andare meglio, certo, perché ce la saremmo potuta giocare ad armi pari in undici. Sales? Preferisco fare il diplomatico stavolta». Non ne parla, ma è chiaro che non ci sia approvazione per l’espulsione nel primo tempo dell’esterno destro. Sales non è nuovo a questi episodi, tanto è vero che il direttore sportivo De Franceschi ha confermato che è in arrivo una multa per il giocatore. Tornando alla partita, Serena conferma la volontà di avere in campo un Venezia aggressivo. «L’ho dimostrato lasciando due attaccanti per non ridurre il potenziale offensivo dopo l’uscita di Sales. Purtroppo non siamo riusciti ad attuare tutti i piani che avevamo previsto, non potendo far uscire alti i nostri centrocampisti, ma abbiamo fatto bene lo stesso e proseguito la serie positiva, e questo è un altro segnale positivo. Del resto dobbiamo ricordare che il campo del Penzo non ci ha aiutati, non era in condizioni ideali per poter disputare un certo tipo di partita». Il tecnico sottolinea poi come «Fortunato non abbia quasi mai toccato pallone», e come a Salò venerdì sera «ci mancheranno altri due giocatori. Oltre a Sales non avrò infatti Legati. Mi chiedo come sia possibile che un arbitro ammonisca il capitano solo perché chiede spiegazioni. Se sono cambiate le regole, che ce lo dicano. Alla fine, dispiace solo il non essere riusciti a sottrarre qualche punto a una diretta concorrente».
Ore 22.10 – (La Nuova Venezia) Al fischio d’inizio, ore 16 in punto, si scatenano anche le campane della vicina chiesa di Sant’Elena. Si gioca per due minuti con le campane che vanno e qualcuno vuol leggerlo come un segnale: chissà, oggi sarà una partita speciale. E invece di speciale non c’è niente: Venezia e Como giocano una partita senza acuti, una di quelle che nessuno racconterà ai posteri. Naturalmente la sfida si chiude sullo 0-0 e il motivo è presto detto: manco un tiro in porta. Il resto è un racconto di una partita giocata molto a centrocampo, ma soprattutto in una cella frigorifera: i ragazzi della curva cercano di scaldarsi con qualche coro, il resto dello stadio, notoriamente freddino, al massimo si scalda con l’arbitro. Ma dell’arbitro ne parliamo dopo. Buon punto. Il fatto è che per il Venezia lo 0-0 stavolta non è neanche da buttar via. Nel senso che per tutta la fase centrale della partita di Serena deve giocare con un uomo in meno ed è un handicap che si fa sentire. Qui – ed è giusto riconoscere i meriti – è bravo Serena che quando perde Sales non snatura la squadra e soprattutto non rinuncia ad un attaccante, precauzione preferita da tanti suoi colleghi. Si mette con un 4-3-2 che in linea teorica tiene impegnata la difesa comasca. La squadra cerca di sviluppare gioco, ma ha le unghie deboli e non riesce a graffiare. E il Como? Con l’uomo in più poteva far meglio, osare qualcosa, ma dalla trequarti in avanti non riesce a concretizzare. Il temuto Le Noci, storica bestia nera del Venezia, stavolta combina poco, gioca invece un’ottima gara Simone Andrea Ganz, che dimostra progressi e un grado di maturità in grado di inorgoglire papà Maurizio, presente in tribuna e attaccante di razza tra i migliori degli Anni Novanta. Sales. Si diceva dell’uomo in meno. A dirgli di darsi una calmata ci penserà la società, che ha annunciato ieri sera una multa in arrivo. L’esterno destro del Venezia – espulso al 24’ p.t. in casa contro l’Alessandria – stavolta tocca il traguardo della mezzora e si becca il cartellino rosso al 31’ per una plateale manata in faccia a Cristiani. Il fatto è l’arbitro aveva appena fischiato il fallo a favore del Venezia, per cui l’episodio deve catalogarsi come fallo di reazione e candidarsi come gesto più inutile (questo l’aggettivo più soft) della stagione. Salvo destinare la multa a cause utili o umanitarie. L’arbitro. Caratteristica della tribuna è quella di insultare sempre e comunque quello che ha la maglia di colore diverso dagli altri e non fa il portiere. Nel tentativo di dare una valutazione obiettiva alla prestazione di Colosimo da Torino si può dire che nelle decisioni importanti l’arbitro ha visto bene, ovvero le due espulsioni erano sacrosante, il tuffo di Zaccagni in area decisamente esagerato e il gol annullato al Como in evidente fuorigioco. Semmai resta discutibile la gestione della partita da parte dell’arbitro, una partita non cattiva ma incredibilmente spezzettata in una serie di fischi, di falli rilevati al minimo contatto. A volte conviene lasciar giocare, favorisce lo spettacolo ed è un deterrente alle simulazioni, e questo purtroppo l’arbitro non l’ha capito. L’altro rosso. Parità ristabilita a metà ripresa con l’espulsione di Lebran, che chi ha buona memoria ricorda di passaggio in maglia arancioneroverde una manciata di anni fa. Falciata da dietro, volontaria, su Raimondi, rosso da manuale e via andare. Singoli. Nell’impossibilità di raccontare le occasioni da gol (quali?), val la pena dedicare qualche riga al grande impegno di Raimondi, indomabile, capace di buttarsi su tutti i palloni. Sta crescendo Scialpi, in attesa di consegnare le chiavi del centrocampo a Giorico, mentre Guerra sembra ancora avulso dal gioco della squadra. La sfida con il Como, nel bene e nel male, non ha detto nulla di nuovo. Con più attenzione e furbizia il Venezia potrebbe avvicinarsi alla zona playoff. Che non è fatta da fenomeni.
Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) Se il Vicenza non si è seduto dopo il momentaneo svantaggio e anzi ha iniziato a tirare fuori il meglio di sè, il merito è anche di Matteo Gentili che ieri è tornato titolare al centro della difesa accanto all´esperto Thomas Manfredini. «Uno si allena per partite come questa» – ha dichiarato soddisfatto il giocatore biancorosso. Gentili, una grande prova da parte di tutta la squadra. «Non ci stavamo a perdere e dopo che siamo andati sotto praticamente senza accorgercene, non ci siamo scoraggiati, abbiamo creato tanto e abbiamo iniziato la rimonta». Quando siete usciti dallo spogliatoio avete reagito subito. «Sì, la fiducia veramente non ci è mai mancata e abbiamo messo in campo tutte le nostre migliori qualità. Loro avevano anche speso tanto nel primo tempo, così noi siamo riusciti a prendere in mano la partita e a farla nostra». Nel primo tempo è stato atterrato in area. C´erano gli estremi per il rigore? «Secondo me sì ma non ricordo bene quale dei due centrali mi abbia fatto fallo. Comunque c´era soprattutto il rigore su Giacomelli». La classifica non fa gola adesso? «Dobbiamo ragionare partita dopo partita e al momento il nostro primo pensiero è arrivare a quota 50 punti che significa essere salvi. Ci aspetta subito una partita molto dura con il Bari». Le costa molto non essere la prima scelta del tecnico Marino. «Sono pagato anche per questo, ma in ogni caso accetto volentieri le scelte dell´allenatore e quando io sono fuori dal campo e a giocare sono i miei compagni, sono il loro primo tifoso».
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) Ormai l´unica è dire: attenti a quei due, visto che Laverone crossa e Cocco realizza. Ridono i due quando si incrociano in sala stampa: «Io e Andrea ci troviamo bene – sottolinea l´esterno – lui sa che appena trovo un varco cerco di mettere la palla in mezzo e meno male che si fa trovare pronto, fino a quando va così va alla perfezione: io faccio l´assist, lui fa gol e la squadra vince. Che si può chiedere di più?». È una tra le gare più belle giocate dal Vicenza? «Di certo non è stata facile da giocare perchè il Perugia l´aveva messa molto sul piano fisico, la cosa ha funzionato nel primo tempo ma poi nel secondo siamo entrati decisi a giocare come sappiamo nonostante tutto e infatti non c´è stata più storia». Vi sono stati negati anche due rigori: uno su Gentili e uno su Giacomelli. «Sì, netti entrambi, non va bene così, speriamo che la prossima volta, se ci sono come oggi, ci vengano dati perchè possono influenzare il risultato in maniera importante». Il Vicenza che s´è visto, c´è poco da fare, fa sognare. Sorride Laverone prima di rispondere e poi spiega. «Noi pensiamo sempre a raggiungere il prima possibile quota 50 punti, perchè non ci dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti e le difficoltà all´inizio del campionato, allora prendere punti era davvero molto faticoso. Ora ci stanno venendo bene tante cose, ma ricordiamoci che la serie B è lunga e insidiosa». Oltretutto il Vicenza adesso è pure bello da vedere. «Noi cerchiamo di proporre il gioco che il tecnico in settimana ci insegna, lui le gare le prepara molto bene e ci dice quali sono i punti deboli degli avversari, certo noi siamo bravi a metterci a disposizione e a seguire i suoi insegnamenti». Come va con i nuovi arrivati, si sono integrati? «Ma entrare in questo gruppo è facile perchè è davvero unito, noi abbiamo accolto i nuovi nel migliore dei modi anche perchè hanno qualità che ci possono fare molto comodo». Dunque squadra più forte rispetto a prima? «Sicuramente». E quindi? «Niente: 50 punti si devono fare».
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Una partita così Andrea Cocco se la ricorderà per tutta la vita: prima tripletta in carriera, doppia cifra di gol in stagione già superata (adesso sono 11), e tutto il Menti che scandisce a gran voce il suo nome. Due gol a Terni, tre contro il Perugia. È il suo momento magico? «Pare proprio di sì, spero che possa continuare ancora a lungo. Sono contentissimo per me e per la squadra, che si sta meritando queste soddisfazioni, esprimendo anche un ottimo gioco grazie alle indicazioni di Marino». La dedica è sempre per il papà, che tifa da lassù. E ha pure potuto onorare la sua memoria mostrando la maglia, come si era ripromesso di fare al raggiungimento del decimo gol. «Ci tenevo particolarmente a raggiungere la doppia cifra, ed è bellissimo potergli dedicare questo risultato, perché se riesco a vivere certe emozioni così intense lo devo solo a lui e a mia mamma». Che effetto le ha fatto sentire tutto il Menti gridare il suo nome? «Sono quelle cose che sogni quando inizi a fare il calciatore. Stasera mi porto a casa per la prima volta il pallone della partita, anche questo è un sogno che si avvera». C´è un gol preferito, tra i tre? «Forse il secondo, perché quell´azione con il cross perfetto di Laverone è provata e riprovata in allenamento». Sul primo, invece, le ha messo una gran palla Giacomelli. «Infatti i suoi meriti vanno sottolineati: ad essere in debito con Laverone ormai ci sono abituato, è bello avere un altro compagno da ringraziare. Tra l´altro Stefano sta correndo veramente come un matto e giocando benissimo, peccato che anche oggi non sia arrivato per lui il gol personale, ma accadrà presto perché se lo merita». Non resta che il terzo. Onestamente, ha fatto fallo per strappare il pallone al difensore? «Diciamo che ci sono andato cattivo, con la voglia di poter fare il terzo gol. Poi se fosse fallo o no, questo lo deve decidere l´arbitro». I tifosi del Vicenza hanno gioito con lei, ma l´ultimo giorno di mercato hanno temuto di vederla partire per Pescara. «Ma l´ultima parola sarebbe spettata a me, e io da qui non me ne sarei mai andato: ho trovato la squadra e l´ambiente giusto, sarebbe stato assurdo mollare sul più bello». Si guarda sempre la distanza dalla zona retrocessione? «Si guarda sempre la partita che ci aspetta, perché è grazie a questo atteggiamento che stanno arrivando i risultati».
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Nonostante il 3-1 finale ed un secondo tempo che non ha lasciato scampo al Perugia il d.g. Andrea Gazzoli al termine della gara tira un sospiro di sollievo: «Perchè – spiega – ho temuto che ad un certo punto i nostri ragazzi si facessero prendere dal nervosismo vista la durezza di certi interventi». Si parla di Cocco naturalmente e dei tifosi che commentavano: “Meno male che non lo hanno venduto…”. «La richiesta c´era stata, avevamo anche sentito che l´ambiente rumoreggiava parecchio su questa eventualità, ma posso pure dire che non c´è mai stata una vera intenzione di cederlo». Una bella partita, nonostante il Perugia non abbia pensato molto a giocare. «Infatti ho temuto che la squadra si innervosisse dopo il loro vantaggio perchè la gara si era un po´ incattivita, invece i ragazzi sono stati bravi a non cascarci e a non rinunciare a giocare: in effetti sul piano della manovra non c´è stata storia». L´arbitro forse avrebbe potuto estrarre qualche cartellino giallo in più. «Di sicuro loro facevano i falli e protestavano pure quindi sì, avrebbe dovuto essere più severo, ora devo anche rivedere i due episodi relativi ai possibili rigori». Pare proprio ci fossero. «Io ho visto quello su Giacomelli mentre per quello su Gentili non avevo una visuale buona, comunque è stata lo stesso una bella giornata». Vicenza che vince ancora: si fa fatica a volare basso. «Stabilito che siamo contenti per come sta andando, però intanto arriviamo a vedere scritto 50 che è più bellino». Il presidente Cunico ha detto che per lui bastano 48 punti. «Ma sì due punti in più o in meno, però facciamoli, ve l´ho detto la B è lunga, ci vuole ancora un mesetto per capire la vera forza delle squadre. Di sicuro noi stiamo giocando bene, l´importante ora è continuare così». È il suo primo anno a Vicenza: visto che pubblico? «È un vero patrimonio». Dopo questo mercato squadra più forte? «Sì siamo più completi e competitivi».
Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Gara quasi perfetta: giocata bene ma pure con carattere e ad un Perugia che l´aveva messa solo sul piano fisico il Vicenza ha risposto rabbioso, ma sempre facendo vedere un bel calcio. Ha di che essere soddisfatto il tecnico Pasquale Marino che finalmente a fine partita si scioglie in un sorriso. «Sì è stata una bella gara, peccato che abbiamo preso gol forse in quella che è stata l´unica opportunità che loro hanno avuto, anzi che noi gli abbiamo concesso». Gara dura: il Perugia ha fatto ricorso al fallo sistematico. «Diciamo che sono stati molto aggressivi, cercavano di limitare le nostre fonti di gioco, meno male che i miei ragazzi hanno avuto pazienza e nella ripresa sono tornati in campo un po´ più tranquilli, bravi anche a riordinare le idee». Ad un certo punto la gara stava diventando molto nervosa. «Sì, i miei si erano innervositi per qualche episodio dubbio e qualche calcio di troppo che si erano presi, però siamo tornati in campo più sereni ed abbiamo avuto la fortuna di pareggiare quasi subito». Si aspettava un Perugia così falloso? «Ne ha senza dubbio commessi tanti, ma forse questo era dovuto al fatto che arrivavano in ritardo, ci sta, caso mai mi ha fatto piacere che nei secondi 45´ la nostra manovra è rimasta fluida e pure veloce, così come mi ha fatto piacere che dopo il 2-1 i ragazzi non abbiano abbassato il baricentro, anzi forse questa è la nota tra le più positive». E c´è pure da recriminare su due rigori negati. «Qualcosa c´era di sicuro». Beh si è visto che lei si è molto arrabbiato per l´atterramento di Giacomelli. «Ma sì, perchè ho visto la scarpata che si è preso sulla caviglia, certo l´arbitro ci aveva dato la regola del vantaggio però quando ha visto che non era stata sfruttata poteva tornare indietro e concedere il rigore, perchè il fallo c´era stato, mentre devo dire che quello su Gentili non l´ho visto bene». Il Vicenza sta inanellando gare sempre più convincenti. «È così, i ragazzi stanno crescendo di gara in gara e acquisiscono sempre più consapevolezza nei loro mezzi». Un giornalista di Perugia gli fa notare che Cocco nelle ultime due gare ha segnato 5 reti e sempre a squadre umbre. E Marino ridendo: «Non so cosa gli avete fatto, indagate, al di là delle battute ci tengo a dire che pure oggi Andrea è stato bravo, le sue qualità si conoscono e per me è sempre stato un giocatore fondamentale: non solo perchè segna, ma perchè è molto generoso e dunque fa bene pure la fase di non possesso palla». E pensare che ha rischiato di perderlo l´ultimo giorno del mercato! «Ma no, non ho rischiato niente perchè io non ho mai avuto dubbi sul fatto che rimanesse con noi». Lei è arrivato in un momento difficile ed ha dovuto sostituire non un allenatore qualsiasi ma “il Capitano” Lopez stavolta però tutto lo stadio ad un certo punto ha intonato il suo nome, cosa ha provato? «Una soddisfazione immensa, perchè in effetti l´accoglienza era stata freddina, ma sapevo che i tifosi non ce l´avevano con me, solo erano molto legati a chi mi aveva preceduto e per questo non mi aveva dato fastidio, anzi mi è servito ancora di più per avere stimoli a fare bene ed oggi sono contento che sia apprezzato il lavoro svolto fino ad ora».
Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Il bello del Vicenza griffato mago Marino che letteralmente vola con i 10 punti conquistati nelle quattro partite dell´anno nuovo non è solo un Andrea Cocco da Oscar, che ne segna tre in 26 minuti e nella ripresa ribalta un Perugia che ha soprattutto tirato calci e in porta ha concluso solo nell´occasione del vantaggio di Lanzafame al 24´ del primo tempo e poi ha fatto da spettatore. Il bello del Vicenza che prima, durante e dopo la partita strappa al suo pubblico in festa più applausi del neopresidente Mattarella al parlamento, è che in questo momento ti dà l´impressione che niente e nessuno lo possa smontare nelle sue certezze, nella sua capacità di giocare a pallone e nella sua voglia di vincere. Il bello del Vicenza che scala la classifica con la sfrontatezza della cenerentola ripescata che si scopre principessa al ballo della B è che di fronte ad un Perugia tutto fisico e zeppo di neoacquisti, ad un arbitro che tollera fin troppo le rudezze degli umbri e non vede un paio di rigori (cintura a Gentili al 37´ e scarpata a Giacomelli al 39´) e ad uno svantaggio del tutto immeritato alla fine del primo tempo, continua tranquillo a giocare a pallone come sa. E lo sa molto bene. Così succede che al 2´ della ripresa lo “sciagurato Egidio” Giacomelli che non segna un gol neppure a pregare, inventi un assist alla Pirlo che Cocco raccoglie firmando il pari in aggiramento sul portiere. È l´inizio di uno show del centravanti biancorosso, destinato a sfondare l´applausometro del Menti, che ruggisce come nelle migliori occasioni. Altri undici minuti ed ecco un “classico” degli schemi del Vicenza: Laverone sa sempre perfettamente dov´è Cocco, gli ha già offerto una serie di assist dall´inizio dell´anno e si ripete. Cross col telecomando, stavolta stacco di testa imperioso ed è sorpasso. Il Vicenza rovescia l´avversario non per episodi fortunati (altro che lo stellone di Marino di cui si chiacchierava…) ma in virtù di una manovra tessuta con pazienza e colpi di genio di Di Gennaro soprattutto ma anche di Moretti, grazie alla spinta generosa e alle combinazioni di Sampirisi-Laverone sulla destra, alle folate di D´Elia sulla mancina, alla cocciutaggine con cui Giacomelli dimentica lo spreco in zona-gol al 16´ e riparte come una molla a disarticolare la difesa del Perugia che non c´è più. Cancellato dalla scena. Cocco sciorina il repertorio e il tris è sigillo di chi sa usare fisico e malizia per il trionfo personale al 28´, quando il sipario cala e resta il tempo ai tifosi per gustarsi lo spettacolo e far galoppare i sogni. Il bello del Vicenza è quella maglietta dedicata al papà scomparso in estate che Cocco sventola non appena tocca la doppia cifra, il decimo gol che coincide con il 2-1. E il bello è quel gruppo tutto intero che lo sommerge nell´abbraccio. Il bello del Vicenza di oggi è la gente in piedi che dopo il 90´ accompagna in coro l´inno del Vicenza mentre la squadra va sotto la curva e saluta e dalla tribuna sono in tanti a sfoderare lo smartphone per fissare le immagini della gioia e poi s´attaccano a telefonare per raccontare la nuova vittoria. Eh sì, c´è qualcosa nell´aria…
Ore 20.40 – (Gazzettino) Il Cittadella beffato a Pescara. I granata di Foscarini confermano la tradizione negativa all’Adriatico, dove non hanno mai vinto, ma questa volta il successo è sfuggito di mano proprio quando tutti ormai se lo sentivano in tasca. Fatale la punizione di Pasquato e la deviazione fortuita di Bjarnason, negli ultimi trenta secondi dei cinque minuti di recupero. Onestamente il pareggio ci può stare, il Pescara aveva colpito anche un palo nel secondo tempo, ma Busellato prima del gol dell’1-1 ha sprecato un’occasionissima per chiudere i conti. Foscarini non rischia il neo arrivato Camigliano in difesa, al posto di Pellizzer – squalificato – c’è De Leidi, mentre in mediana il pescarese Paolucci (capitano per l’occasione) è preferito a Busellato. In attacco, come previsto, gioca la coppia Stanco-Gerardi. Nessun tatticismo: Pescara e Cittadella si affrontano a viso aperto, con rapidi capovolgimenti da una parte e dall’altra. La partita è bellissima. Subito in evidenza i padroni di casa, che quando affondano a sinistra sono sempre pericolosi. Politano pesca Pettinari in area, Pierobon ci mette una pezza deviando la conclusione in angolo. Occasione anche per il Cittadella: contropiede di Gerardi che conclude però alto sulla traversa. Al 12′ uno-due tra Melchiorri e Pettinari che si presenta tutto solo davanti a Pierobon, grande intervento di piede del numero uno granata che salva il risultato. In vantaggio ci va il Cittadella al 28′: sponda di Gerardi per Stanco che da posizione defilatissima indovina il diagonale vincente. Palo e gol. Il Pescara non ci sta, e sul sinistro al volo di Politano ci mette il piede Barreca che devia così oltre la traversa. Subito dopo la più bella azione corale del Cittadella, che si conclude con il cross di Kupisz al centro dove ci mette la manona Fiorillo ad anticipare l’intervento di Gerardi. Peccato. L’ultimo sussulto della frazione lo offre Bjarnason con un destro terrificante dal limite respinto da Pierobon. Il Cittadella va nello spogliatoio a 29 punti, fuori dalla zona retrocessione. Al rientro in campo il Pescara attacca a testa bassa: ci prova Pettinari al 5′, conclusione centrale. Poi lo stesso attaccante al 9′ si allunga troppo il pallone di testa, esce basso Pierobon e blocca la sfera. Il Cittadella non sta a guardare, e al 13′ Stanco di testa non inquadra la porta, quindi al 19′ si vede ribattere la conclusione da due passi da Salamon dopo il liscio di Bjarnason in area. Minesso in contropiede perde l’attimo buono e viene contrastato da Pucino. Foscarini dopo Sgrigna per Gerardi toglie anche Stanco, al suo posto Busellato che va a rinforzare la mediana. Proprio Sgrigna alla mezz’ora offre un invitante pallone al limite a Rigoni, il destro è debole e centrale. Al 39′ la fortuna dà una grossa mano al Cittadella, con il palo che nega il gol a Melchiorri, fino a quel momento sempre ben contrastato da De Leidi. Annullato un gol per fuorigioco a Minesso (c’era), che lascia il campo per Schenetti, al rientro dopo il lungo infortunio. In pieno recupero Busellato – su regalo della difesa di casa – manca il raddoppio davanti a Fiorillo, e all’ultimo respiro il Pescara pareggia: fallo di Paolucci sulla trequarti, Pasquato scodella in area, pallone sporcato da De Leidi e carambola sul corpo di Bjarnason che beffa Pierobon. Un passo avanti in classifica, un punto che allunga la serie positiva, ma anche tanti rimpianti.
Ore 20.30 – (Gazzettino) C’è rimasto male Claudio Foscarini. La sua delusione si somma a quella di tutti i tifosi granata che fino al quarantanovesimo e rotti del secondo tempo vedevano il Cittadella a quota 29 punti in classifica, fuori dalla zona retrocessione. Qualcosa di incredibile, se si pensa che alla fine del girone di andata Pellizzer e compagni erano ultimi in classifica. Chissà quante volte il tecnico trevigiano avrà guardato il cronometro nei cinque minuti di recupero concessi dall’arbitro Gavillucci. Quasi avesse un brutto presentimento, come se avvertisse la beffa nell’aria dell’Adriatico. «Temevo purtroppo questo tipo di punizione e alla fine è arrivata» si lamenta Foscarini. Dopo avere perso le partite con Pro Vercelli e Bari in pieno recupero, il Cittadella ha lasciato altri due punti per strada che parevano (dovevano) essere suoi. «Dispiace pareggiare in questo modo – continua l’allenatore – perché nella circostanza del gol abruzzese siamo stati un po’ ingenui». Un episodio anche sfortunato se vogliamo, che ha scalfito una buonissima prestazione. «Fino alla rete di Bjarnason avevo poco da rimproverare alla squadra, abbiamo giocato e sfruttato le ripartenze. Il Pescara ha giocato, ma nello stesso tempo ci ha lasciato molti spazi per agire di rimessa». Un Cittadella comunque positivo quello visto in terra abruzzese, che ha tenuto testa a un’avversaria – sulla carta – ben più quotata. A Foscarini non è però piaciuto l’approccio iniziale alla gara: «Siamo partiti con paura, siamo stati troppo timorosi. Noi abbiamo la necessità di fare gioco e risultato, non possiamo permetterci distrazioni. Ogni volta il Cittadella deve fare la partita della vita». Adesso altra trasferta, a Vercelli: «Accettiamo il risultato del campo e andiamo avanti. Un peccato ma dobbiamo pensare alla prossima partita, questa ormai è finita così».
Ore 20.10 – (Mattino di Padova) Fa rabbia essere raggiunti così, a meno di 30” dalla fine dei 5’ di recupero – un po’ troppi, a dire il vero – concessi dall’arbitro Gavillucci. Fa rabbia per l’enorme ingenuità commessa proprio a pochi metri dalla panchina di Foscarini da Schenetti e Paolucci, con la palla in possesso del primo persa scioccamente e il regista che commette fallo; e poi per quel gol in mischia di Bjarnason, sulla punizione calibrata da Pasquato, dove, vista e rivista più volte l’azione alla tv, appare netto il tocco di mano del centrocampista islandese davanti a Pierobon, sino a spingere la sfera in fondo al sacco. E così a Pescara il Cittadella butta alle ortiche la terza vittoria di fila, mordendosi le mani per la rabbia. Tre punti che ci stavano tutti e che invece si riducono ad uno solo, accentuando il rammarico che la classifica evidenzia nella sua cruda “verità”: a quota 29, invece dei 27 a cui sono ancorati adesso, i granata sarebbero stati fuori dalla zona playout, salvi senza bisogno di alcuna “coda” di campionato. E questo dopo sole 4 partite del girone di ritorno, un girone in cui il cammino dei padovani ha subìto la sospirata (e tanto attesa) svolta: due pareggi (con Modena e gli abruzzesi ieri) e due successi (contro Avellino e Trapani), che significano 8 punti incamerati su 12. Altro passo. Dalla miscellanea di sentimenti contrastanti che prorompe alla fine della gara dell’Adriatico si possono estrapolare alcune certezze: 1) il Citta è trasformato, non ha più le sembianze del brutto anatroccolo della serie B, ma ora fa bello sfoggio di sè; 2) gli acquisti di gennaio operati da Marchetti, Stanco e Kupisz , hanno conferito ben altra impronta e sostanza al 4-4-2 del tecnico trevigiano; 3) manca purtroppo – difetto evidenziato da tempo, e che puntualmente riaffiora di fronte ai tanti pareggi, adesso sono 12, registrati sin qui – lo stoccatore in grado di chiudere le partite, perché il cinismo è dote che si ha nelle corde o non si ha proprio. Certo, poi è giusto arrabbiarsi con le terne di gara se non si vedono falli solari come quello che ha viziato l’1-1 biancoazzurro, ma il tasto degli arbitri è da sempre un tasto dolente, che anche a pigiare con forza non porta da nessuna parte, tale e tanta è la presunzione che si registra ai vertici dell’Aia (e delle relative Can di A e B) da lasciare oramai affranti. In ogni caso, a prescindere dal mea culpa doveroso che la squadra deve fare, perché non si può prendere un gol così, quando ormai la partita è finita, abbiamo finalmente un Cittadella che sa farsi rispettare dappertutto con autorità e personalità. Merito degli innesti operati, del recupero di alcuni elementi importanti, ma anche e soprattutto di un cambio di passo radicale dopo aver virato la boa di metà stagione. Stanco, bis dopo Avellino. Nel primo quarto d’ora Paolucci & C. hanno rischiato (grande Pierobon sulle due palle-gol capitate a Pettinari), ma gradualmente hanno guadagnato campo e sono passati in vantaggio con Stanco al 28’: cross di Barreca, “torre” di Gerardi per l’ex Modena, ottimo controllo e conclusione di sinistro da posizione defilata, con palla a picchiare sul palo interno opposto e da lì a finire in rete. Secondo centro in quattro partite per l’attaccante, a conferma che Marchetti ci ha visto giusto pure stavolta. Busellato sbaglia il 2-0. Nella ripresa il Citta si è sempre difeso con ordine, non rinunciando mai alle ripartenze. Una prova attenta, giudiziosa, da squadra consapevole dei propri mezzi, mai timida, contro un avversario che, invece, in casa fa una fatica tremenda a trovare varchi per sbloccare il risultato (14º punto in 12 partite disputate davanti ai propri tifosi), e che avrebbe rimediato quasi certamente una sconfitta senza il… regalino finale. Che poi il calcio sia spietato nelle sue regole, ne abbiamo avuto l’ennesima conferma: gli abruzzesi hanno fatto tremare Pierobon una sola volta, con un colpo di testa di Melchiorri finito sul palo (40’), e, dopo l’annullamento per fuorigioco del 2-0 padovano da parte di Minesso (43’), sono stati graziati da Busellato, capace di divorarsi la palla del raddoppio a tu per tu con il portiere, spedendola fuori (46’). Lì il Citta si è giocato i due punti in più. Subendo la beffa all’ultimo, disperato assalto degli uomini di Baroni. I segnali sono buoni, comunque. E a Vercelli, fra una settimana, è d’obbligo la riconferma.
Ore 20.00 – (Mattino di Padova) Claudio Foscarini se lo sentiva: temeva la beffa e puntualmente è giunta. A fine gara il tecnico del Cittadella non si sofferma sul fallo di mano che ha viziato la rete di Bjarnason, ma sul fatto che occasioni simili non vanno proprio concesse: «Temevo una punizione del genere e purtroppo è arrivata. Dispiace pareggiare in questo modo, perché siamo stati ingenui. Noi abbiamo la necessità di fare risultato e gioco, non possiamo permetterci disattenzioni come queste. Dobbiamo fare la prestazione della vita in ogni gara e non possiamo consentirci passi falsi», commenta l’allenatore trevigiano, amareggiato. «Fino a quell’occasione potevo rimproverare poco ai miei: abbiamo tenuto bene il campo e sfruttato le ripartenze. Il Pescara ha giocato, ma ci ha lasciato molti spazi e noi abbiamo cercato di approfittarne. Abbiamo iniziato la partita con paura, siamo stati troppo timorosi, poi siamo migliorati. Adesso? Accettiamo il risultato e andiamo avanti. È un peccato pareggiare così ma dobbiamo pensare alla prossima gara, in casa della Pro Vercelli, ormai questa è finita». Nemmeno Marco Baroni, allenatore del Pescara, è troppo soddisfatto, perché lo stadio Adriatico continua a rivelarsi stregato per i suoi: «Siamo partiti benissimo, ma non siamo riusciti a segnare. Come spesso accade quando sbagli sotto porta poi, alla prima occasione vai sotto. Dopo lo svantaggio sono uscite le nostre paure, non era facile risalire e siamo andati in difficoltà. Siamo stati troppo frettolosi: recuperavamo palla e poi la perdevamo subito, anche perché qualcuno non ha rispettato ciò che avevo chiesto».
Ore 19.40 – (Corriere del Veneto) La beffa (atroce) arriva quando meno te l’aspetti, quando la sabbia della clessidra è ormai esaurita. Ormai bisognerebbe chiamarla zona-Cittadella: che siano episodi a favore o contro, i minuti finali delle partite granata regalano sempre emozioni in serie. Stavolta lo sgradito regalo firmato Bjarnason arriva al 50’ della ripresa, quando manca solo una manciata di secondi al fischio finale. E così a Pescara finisce 1-1, con l’errore di Busellato che fallisce il 2-0 in pieno recupero a pesare come un macigno nell’economia del match dopo il vantaggio arrivato grazie all’ottimo Stanco, ottimo innesto invernale nel telaio granata con una gran bella «pescata» del dg Stefano Marchetti. Primo tempo frizzante, con un inizio tutto a favore del Pescara e Cittadella ad aspettare il momento giusto per colpire. Le occasioni migliori sul taccuino sono abruzzesi, eppure i granata non stanno a guardare: al 3’ Politano se ne va sulla destra, supera Barreca e innesca Pettinari, bravo della deviazione, ma altrettanto bravo è l’eterno Pierobon, 45 anni e una reattività da ragazzino, che di piede mette in angolo. Poi al 12’ Melchiorri mette Pettinari davanti a Pierobon, ma il neoacquisto tira addosso al portiere granata. Il Cittadella è vivo, dimostra di aver assimilato pienamente il 4-4-2 scelto da Foscarini per risalire la corrente e non resta assolutamente a guardare. Gerardi, preferito a Coralli al 6’ alza troppo la mira, poi Stanco al 27’ firma il vantaggio: davvero splendido il gol dell’ex Modena, che si gira in un fazzoletto e mette in diagonale alle spalle di Fiorillo dopo che la palla colpisce il palo più lontano. Un bel gol e un bel segnale di continuità per l’attaccante. Ma non è finita qui, perché Fiorillo al 34’ evita lo 0-2 anticipando Gerardi su bella iniziativa di Kupisz e poi nel finale Pierobon è attento due volte, la prima su Bjarnason (37’), la seconda in uscita su cross di Pucino proprio sul fischio finale della frazione. Nella ripresa il Pescara si lancia all’assalto, ma senza troppa lucidità, fra i fischi di un Adriatico che non perdona nulla. Le occasioni, nitide, ci sono: gol annullato a Pasquato al 37’ per carica al portiere di Melchiorri, palo dello stesso Melchiorri da due passi al 39’, tante mischie furibonde dei sedici metri dei granata. Ma le chance colossali o comunque più clamorose sono pur sempre granata: davvero grave l’errore di Busellato, che al 47’ fallisce il 2-0 facendo disperare Foscarini in panchina. E da lì a poco si capirà quanto il mancato raddoppio peserà sull’economia della partita. C’è pure un gol annullato a Minesso per fuorigioco ma, soprattutto, il beffardo 1-1 di Bjarnason al 50’: punizione di Pasquato e tap-in vincente dell’islandese che firma il pari. Finisce 1-1, lacrime amare granata per un finale pieno di rabbia. Sono due punti persi, una volta tanto nessun dubbio.
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Finalmente il secondo gol stagionale. Era dalla prima giornata (rete con il Mori), che Ivan Merli Sala aspettava di segnare. «È da tanto che aspettavo questo gol e voglio dedicarlo a Luigi De Prà e Severino De Min che sono due miei cari amici – racconta Ivan Merli Sala – quest’anno in realtà ne avrei segnati quattro, ma me ne hanno già annullati due. Il primo tempo il Belluno ha giocato una buona partita creando tante palle gol ma sprecandole e il mister ce lo ha fatto notare negli spogliatoi. Alla fine il gol realizzato dal Cobra è stato anche quello più difficile da fare, perché era marcato e si trovava spalle alla porta. Nella ripresa abbiamo concesso poco agli avversari e la vittoria è meritata». Il successo contro il Fontanafredda sembra mettere alle spalle il periodo difficile trascorso nel mese di gennaio dai gialloblù. «È un calo che ci può stare. Bisogna essere consapevoli che per riuscire a rimanere nelle posizioni alte della classifica dovremo continuare tutti quanti a dare il cento per cento. Faccio un in bocca al lupo a Ruben D’Incà per l’operazione al ginocchio e spero che l’infortunio di Andrea Radrezza non sia niente di grave. Padova e Altovicentino? Sono impossibili da raggiungere. Vogliamo mantenere il terzo posto, perdere posizioni sarebbe una sconfitta».
Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) Quindici volte Simone Corbanese. Il bomber continua a segnare e a guidare la classifica cannonieri della serie D. La scorsa stagione il “Cobra” aveva messo a segno sedici reti, ormai gliene manca solamente una per migliorarsi e pensando che mancano tredici partite alla fine il bottino non potrà che aumentare. «Questo gol vale molto di più di altri perché ha contribuito alla vittoria – commenta un felice Simone Corbanese- i tre punti sono meritati. Nel primo tempo abbiamo fatto una gran partita sul pano del gioco e dopo abbiamo dimostrato di essere squadra lottando con i denti fino alla fine perché ci tenevamo tanto a portare a casa il risultato. Forse non è stata la nostra partita più bella ma contava vincere. Possiamo e vogliamo migliorare ancora». Come al solito il Belluno ha creato tanto, concretizzando però meno di quello che avrebbe potuto. Tutto questo però non preoccupa il capitano. «Il nostro gioco ci porta a fare tanto, ma non si può sempre vincere tre o quattro a zero se no saremmo primi in classifica – continua il “Cobra” – è normale poi concedere qualcosa agli avversari giocando con questa mentalità offensiva. Sinceramente mi preoccuperei se non creassimo ma guardando oggi abbiamo fatto due gol e colpito un palo, vedo il bicchiere mezzo pieno. Siamo salvi? È vero ma quest’ anno abbiamo alzato l’asticella. Bisogna continuare a lavorare al massimo durante la settimana, lottare e avere sempre nuovi stimoli per poter rimanere nelle posizioni li davanti. Non firmo per il terzo posto».
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Salvezza raggiunta. Il Belluno raggiunge quota 41, che vuol dire essere salvi con tre mesi di anticipo. Roberto Vecchiato sottolinea con una battuta come il primo obiettivo stagionale sia stato ufficialmente centrato. «È il 7 febbraio e siamo salvi – esclama soddisfatto l’allenatore – ad inizio anno la società aveva messo questo come primo traguardo». Nonostante il mese di gennaio sia stato uno dei periodi più difficili della stagione il tecnico non è mai stato realmente preoccupato per la sua squadra. «Sono consapevole di avere un gruppo serio e di qualità, nell’arco di un’intera stagione ci può stare un periodo dove le cose non vanno come vorresti ma non siamo mai stati preoccupati, sarebbe stato strano esserlo essendo terzi. In questo ultimo mese ci è successo veramente di tutto ma speriamo che adesso ricominci ad andare tutto bene». Vittoria meritata. Contro il Fontanafredda il Belluno ha creato numerose occasioni da gol e come al solito non è riuscito a concretizzarle tutte. I tre punti però sono assolutamente legittimi. «Nell’arco dei 90′ i nostri avversari hanno avuto un’occasione nel primo tempo e hanno segnato un gol nel secondo – continua l’allenatore del Belluno – noi abbiamo creato tante occasioni e ad un certo punto stavamo pareggiando, il calcio è così. Dopo il 2-1 siamo stati lucidi e non è stato più concesso nulla al Fontanafredda». Niente di grave per Andrea Radrezza. L’attaccante gialloblù subentrato ha Mike Miniati è rimasto in campo per 17′ e poi è tornato in panchina. Dalle tribune per qualche istante si è temuto il peggio pensando alla fragilità delle ginocchia del bomber di origini padovane ma per fortuna si dovrebbe trattare solo di un affaticamento muscolare. «Si è girato verso di noi e ha chiesto il cambio, uscendo mi ha detto che ha sentito tirare il muscolo, speriamo non sia niente di grave – conclude Vecchiato – abbiamo appena perso D’Incà e per la prossima partita mancherà anche Duravia per squalifica. Almeno rientrato Stefano Mosca e Paolo Pellicanò. Adesso ci aspetta una partita complicata al Nereo Rocco contro la Triestina che a dicembre ha cambiato praticamente tutta la squadra e sta facendo punti. Giocare in quello stadio è sempre bello e Trieste è una piazza che con la serie D non centra proprio nulla».
Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno torna alla vittoria. Dopo un mese di astinenza I gialloblù conquistano i tre punti contro il Fontanafredda grazie alle reti di Simone Corbanese e Ivan Merli Sala. Dopo il vantaggio firmato al 42′ dal “Cobra”, gli ospiti avevano pareggiato con Alcantara, abile a sfruttare una dormita della difesa bellunese. Poi, la rete di testa al 70′ da parte di Merli Sala ha ristabilito le distanze e nel finale il Belluno non ha più concesso niente agli avversari che non sono pià riusciti a rendersi pericolosi. Una vittoria assolutamente meritata per Masoch e compagni e anzi lo scarto sarebbe potuto essere maggiore viste le numerose occasioni create dai padroni di casa. Il prossimo ostacolo per i gialloblù sarà la trasferta di Trieste tra sette giorni e non potrà essere del match Marco Duravia, che al 65′ ha rimediato il quarto cartellino giallo. In avvio mister Vecchiato deve rinunciare a Stefano Mosca e Paolo Pellicanò per squalifica oltre che all’infortunato Ruben D’Incà, che ha già salutato i compagni e aspetta di essere operato a giorni al crociato sinistro. In porta è il turno di Davide Solagna, mentre per la difesa rientra al centro Sebastiano Sommacal che fa coppia con Ivan Merli Sala. Sugli esterni ci sono i due giovani classe 1996 Giovanni Pescosta e Danny Paganin. A metà campo Simone Bertagno va in cabina di regia supportato da Yari Masoch e Mike Miniati. In avanti bomber Corbanese guida l’attacco insieme a Francesco Posocco, mentre alle loro spalle si piazza Marco Duravia formando un 4-3-1-2. Al 7′ Miniati scappa sul fondo e mette in mezzo il pallone sul primo palo per Corbanese, che lascia sfilare la sfera favorendo la conclusione di prima intenzione di Posocco che sfiora l’incrocio dei pali. Una manciata di minuti dopo i padroni di casa si fanno ancora pericolosi con Miniati, che in area sgancia di destro e colpisce il palo più lontano, sulla respinta il più veloce ad arrivare è Corbanese che di piatto tenta di piazzare la conclusione ma Vicario si salva con i piedi. Al 22′ Masoch recupera palla sulla tre quarti e attende il movimento di Corbanese che scatta in profondità e davanti a Vicario insacca in rete, ma il guardalinee alza la bandierina e richiama il capitano gialloblù per fuorigioco. L’unica occasione per il Fontanafredda arriva sui piedi di Florean che entra in area gialloblù e calcia di sinistro sul primo palo ma la conclusione termina di poco sul fondo. Al 42′ arriva il meritato vantaggio per i padroni di casa, con il solito Corbanese che spalle alla porta si gira e spara nell’angolino basso dove Vicario non può arrivare. L’assist è firmato Masoch. Si va a riposo sull’1-0. Il rientro dagli spogliatoi è drammatico per la banda gialloblù, che al 49′ subisce il pareggio su calcio d’angolo. Il Fontanafredda in mischia colpisce prima il palo e poi sulla respinta Alcantara appoggia di piatto in rete senza problemi. I gialloblù però non mollano e la caparbietà nel cercare la rete viene premiata al 70′. Sugli sviluppi di un corner Duravia mette in mezzo per Merli Sala che di testa anticipa tutti e non lascia scampo a Vicario che riesce solo a toccare la sfera. Nel finale mister Vecchiato è costretto a richiamare Radrezza appena entrato per un problema muscolare, al suo posto il giovane Paoletti. Nel recupero Tallan viene espulso per proteste e in campo si scaldano leggermente gli animi, ma nulla di grave.
Ore 18.30 – Lega Pro: pareggio in extremis (1-1) per il Bassano in casa dell’AlbinoLeffe, mentre il Real Vicenza piega 3-0 il Monza.
Ore 18.10 – (Il Piccolo) All’andata con il Kras sulla panchina alabardata c’era ancora Stefano Lotti, domani invece toccherà a Giuseppe Ferazzoli guidare la Triestina e cercare di portarla alla vittoria nell’attesissimo derby di Monrupino. Il tecnico alabardato ha le idee chiare: per ottenere i tre punti serviranno carattere, determinazione, l’atteggiamento giusto e la massima concentrazione. Ferazzoli, quali le armi a disposizione della Triestina per battere il Kras? Credo che in queste partite così particolari, una grande importanza ce l’abbiano la determinazione con cui si affrontano e la capacità di interpretarle nel modo giusto. Di certo non si potrà andare tanto per il sottile, occorre prontezza su ogni pallone, e in alcuni momenti servirà riporre il fioretto e far posto alla sciabola. Il Kras sta attraversando un momento positivo e sarà su di giri dopo il successo sull’Altovicentino. Penso che entrambi abbiamo iniziato bene il girone di ritorno dopo i problemi dell’andata, loro perché venivano dall’Eccellenza, noi per il ritardo nella costruzione della squadra. Ora sarà tutta un’altra partita rispetto all’andata: è un momento positivo per tutti e due, per loro di più dopo l’impresa con l’Altovicentino, ma entrambe cercheranno di vincere e chi darà l’interpretazione più giusta alla partita avrà la meglio. Serviranno grande concentrazione e intensità. La sua Triestina sta continuando il processo di crescita? La squadra adesso ha senso di appartenenza e consapevolezza dei propri mezzi, e ha fatto passi da gigante anche nell’avvicinarsi ai tifosi e a farsi avvicinare. E poi in mezzo al campo è sicura di quello che fa. Detto questo, ripeto che domani sarà una partita completamente differente: non possiamo metterla solo sulla tecnica e giocare di fino, avremmo perso in partenza. Sarà una partita maschia dove conterà il carattere. E sotto questo aspetto i ragazzi mi lasciano tranquillo. È una sfida già decisiva? È uno scontro diretto, perdendo andremmo a 5 punti da loro e le cose si complicherebbero, ma la cosa fondamentale è la continuità di risultati: ce la andiamo a giocare, sapendo che avremo delle difficoltà, ma anche che abbiamo le carte in regola per fare bene. La soluzione Monrupino è la più giusta? L’ho detto dall’inizio: anche se è una partita particolare mi sembra giusto giocarla lì, se il Kras ha l’omologazione per il suo campo. E poi è molto vicino per i nostri tifosi che vorranno seguirci: forse per problemi di capienza e per la giornata lavorativa, non tutti quelli che volevano venire potranno esserci, però è giusto che si giochi a Monrupino. Cosa si aspetta dal pubblico? Tanto tifo e calore, ma sempre nella massima correttezza. Nessuna delle due tifoserie ha mai dato segni di escandescenza, i tifosi alabardati sono andati dappertutto senza mai problemi e disordini. Per cui mi aspetto tanto incitamento, oppure fischi se la squadra se li meriterà. Ma io spero di regalare una grande gioia ai nostri tifosi, perché credo sarebbe un grande piacere per loro vincere il derby.
Ore 17.50 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Rimini-Abano 2-0, Romagna Centro-Atletico San Paolo 0-1, Thermal Abano-Bellaria 0-3.
Ore 17.25 – Sala stampa, Michael Salvadori: “Oggi era importante portare a casa la vittoria, e guardando gli altri risultati è ancor più importante ma non dobbiamo abbassare la guardia. Sono contento di giocare, ma se il mister in futuro deciderà di far giocare Degrassi io sarò il suo primo tifoso! Ora dobbiamo andare a Rovereto a giocare con cattiveria, senza pensare che noi siamo primi ed il Mezzocorona in fondo alla classifica. E chiamerò i miei ex compagni dell’Union Ripa in settimana per caricarli dato che giocheranno con l’AltoVicentino, ma sono convinto che giocando in casa sapranno farsi valere…”.
Ore 17.20 – Sala stampa, Tommaso Bortot: “Sono tre punti davvero importanti visto che l’AltoVicentino ha compiuto un altro passo falso. Questa è la strada da seguire se vogliamo vincere il campionato… Sul 2-0 siamo un po’ calati dal punto di vista mentale ma all’intervallo il mister ci ha messo in carreggiata e si è visto subito ad inizio ripresa. Peccato per il palo di Nichele su mio assist, speravo che festeggiasse al meglio la nascita della figlia…”
Ore 17.15 – Sala stampa, Davide Sentinelli: “È una vittoria che vale doppio alla luce della sconfitta dell’AltoVicentino. Ora siamo a +5, questi due mesi sono i più importanti… Il gol subito? Forse quello di oggi è il più stupido della stagione, è stata un’indecisione tra me e Niccolini. Senza questo errore sarebbe stata davvero la partita perfetta, ma godiamoci questa vittoria… E mi godo il gol fatto, perché sono riuscito finalmente ad esultare sotto alla Fattori! Lo dedico a mia moglie… Ora tutto dipende da noi”.
Ore 17.10 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin: “C’era un po’ di apprensione sullo stato fisico dei giocatori dopo la ripresa della preparazione, ma abbiamo dimostrato la nostra superiorità anche dal punto tecnico. Abbiamo concesso poco ad una squadra tosta, ed il merito è anche del mister che ha scelto la formazione giusta. Il risultato della diretta concorrente ci dà poi un’ulteriore mano, e a questo punto della stagione non possiamo più nasconderci: vogliamo vincere il campionato. Siamo sulla buona strada…”.
Ore 17.05 – Sala stampa, Edoardo Bonetto: “Se non fosse per il freddo mi sembrava di essere tornato alle prime giornate, quando correvamo decisamente più degli altri! Oggi tolto l’errore in occasione del gol subito abbiamo fatto la partita perfetta…”
Ore 17.00 – Sala stampa, Roberto Bonetto: “Oggi è la giornata ideale! Abbiamo dimostrato che siamo pronti per il rush finale ma dobbiamo continuare ad essere umili. Il pubblico? Ad essere sincero mi aspettavo di vedere più tifosi, ed è la mia speranza per il futuro perché il loro apporto servirà sempre di più. Noi con loro uniti possiamo vincere…”
Ore 16.55 – Sala stampa, Fabrizio De Poli: “Non dimentichiamo che oggi abbiamo giocato con una squadra ostica, quindi direi che abbiamo fatto una partita più che buono. La rete subita? Siamo abbonati alla “banca del gol”… I risultati delle altre? Spezzo una lancia in favore di Sacilese e Belluno, che sono due ottime squadre”.
Ore 16.50 – Sala stampa, Giampaolo Pegolo (responsabile settore tecnico Tamai): “Non abbiamo vissuto una partita piacevole in quanto il mister De Agostini ha avuto un problema di pressione dopo l’1-0 e adesso è in ospedale per accertamenti. I gol? Sul primo siamo stati dei “pollastri” perché abbiamo lasciato troppo spazio, complice forse l’emozione data dal giocare in uno stadio del genere. Poi il secondo è dovuto anche ad un “infortunio” del portiere, che era all’esordio. Non recriminiamo sul risultato ma c’era anche un rigore per noi non concesso… Dispiace che sia finita così”.
Ore 16.45 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Non abbiamo ancora fatto nulla, ci sono 39 punti in palio, sono tantissimo, pensiamo di volta in volta, restiamo umili anche di fronte al +5. Non illudiamoci, perchè come è successo a Natale basta un attimo per perdere tutto. Tutti hanno fatto un ottima prestazione, anche se ogni tanto le disattenzioni macchiano quanto di buono viene fatto, ma questo non deve annullare ciò che di straordinario hanno fatto i ragazzi. Noi volevamo i tre punti, volevamo andare a fare gol. Nel momento migliore nostro da un calcio d’angolo ci siamo fatti infilare un po’ da polli e sono cose che una squadra che sta lassù non deve fare. Bisogna migliorare ancora molto e su tanti aspetti. Il 4-2-3-1? Se gira è esaltante, anche se nel primo tempo in alcune situazioni non l’abbiamo fatto velocemente. Dobbiamo essere più veloci, sono cose che vanno migliorate. Secondo me non è questo il momento di guardare alla classifica. Serve giocare domenica dopo domenica, ci sono tantissimi punti, non voglio che si facciano i conti e che ci sia troppo entusiasmo, perchè è molto pericoloso. Non voglio effetti boomerang. Dobbiamo ricordarci quanto era successo poco tempo fa. Oggi dobbiamo solo goderci la vittoria. Mi dispiace per Stefano, il loro allenatore, sono cose che gli capitano, spero non sia niente di grave e già che stasera sia a posto”.
Ore 16.40 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Permettetemi di dire qualcosa. Non per ruffianeria, ma la dedico a tutti quei ragazzi che o per un motivo o per un altro non fanno parte dei primi undici. Questa vittoria è da condividere con loro a pieno regime. Non è facile escludere qualcuno, sarà mio principio cercare di utilizzarli tutti e fare in modo che tutti contribuiscano a questi risultati. A oggi il livello delle competizioni è molto alto. Devo fare i complimenti a chi è in silenzio e butta giù bocconi amari e non esprime le capacità in campo. Si sa che la ruota gira per tutti: dedico questa vittoria a chi si sente escluso. In questo momento il livello si è alzato e avendoli tutti, sicuramente le scelte fatte penalizzano qualcuno. Fanno tutti le stesse ore, gli stessi allenamenti, soffrono insieme, ma tante volte non tutti possono esprimersi. Il campionato è ancora lungo, starà a me dare a tutti le possibilità. Ho visto una squadra tonica e reattiva, i ragazzi si stanno allenando bene. Deve rimanere così per tante domeniche”.
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) I tre punti in palio oggi al Menti pesano eccome. Ad affrontarsi due formazioni che hanno assoluto bisogno di tornare alla vittoria di cui sono a digiuno da parecchio: il Real non vince dal 13 dicembre e il Monza dal 7. Due squadre i cui destini per qualche verso si incrociano anche: per buona parte del girone d´andata sembravano candidate ai piani alti della classifica, poi da dicembre stanno precipitando, o, per meglio dire, sono in netta difficoltà. Solo quattro punti (4 pareggi) nelle ultime sei partite per i vicentini, mentre il rendimento dei lombardi è ancora peggiore: due i punti conquistati dopo la vittoria contro il Pordenone del lontano 7 dicembre. Di fronte, ancora, due società che stanno affrontando momenti a dir poco particolari: l´esonero di Marcolini a Vicenza dopo la sconfitta contro il Como e la lettera dei giocatori che hanno manifestato il loro disaccordo con la società, rispettando comunque la decisione presa dai dirigenti. Ma il gruppo è compatto, ora a comandare la nave è l´esperto tecnico Paolo Favaretto e si guarda avanti. Tragica invece la situazione finanziaria che affligge da tempo il Monza. Durante il mercato di gennaio la squadra ha cambiato completamente faccia, ben ventuno calciatori hanno lasciato la società che non pagava gli stipendi da mesi. A Monza sono approdati anche molti giovani e ora l´obiettivo principale è la salvezza. Tre punti dunque, quelli in palio al Menti, che valgono tanto per entrambe le squadre, una sfida che si preannuncia avvincente, anche visti gli scontri diretti tra Venezia e Como e tra Torres e FeralpiSalò; una buona occasione dunque per il Real per riportarsi a ridosso della zona playoff e tirarsi un po´ fuori dal gruppone di metà classifica. Ma lo stesso discorso vale anche per il Monza che è a tre distanze dai vicentini e per cui la vittoria sarebbe fondamentale. Alla vigilia della sfida con il Monza mister Favaretto chiede ai suoi prima di tutto «una prestazione agonistica». «Quella di oggi – prosegue – è una tappa particolare, incontreremo una squadra che durante il mercato di gennaio è cambiata molto. Una formazione completamente nuova, ma che si è rinforzata notevolmente grazie all´innesto di giocatori di esperienza come D´ambrosio ed El Hasni, ex Vicenza». Il vero problema del Real Vicenza in questa fase del campionato è un´astinenza da gol prolungata, interrotta dopo quattro partite, senza nemmeno una rete segnata, dal primo centro con la maglia biancorossa del portoghese Gomes che contro la Pro Patria è andato al bersaglio di testa su palla inattiva dando anche prova della sua grande fisicità e di un´intesa con Bruno che sembra già essere ad ottimo punto. Sarà presumibilmente lui quindi il partner d´attacco del bomber napoletano che, nonostante il periodo di digiuno, rimane capocannoniere del girone con 13 centri e comunque il primo punto di riferimento della squadra biancorossa vicentina. «Quando non vengono i gol è colpa dei difensori che non hanno saputo impostare bene l´azione, quando si prendono i gol è colpa degli attaccanti che non sono tornati a coprire» – commenta Favaretto, «non voglio parlare di singoli in questo momento, quel che mi interessa è la squadra. Oggi pretendo, e sono sicuro che i ragazzi faranno, una prestazione agonistica, che ci porti questi tre punti che mancano da troppo tempo. È stata una buona settimana, ci siamo allenati bene come consuetudine». La formazione a detta del mister non dovrebbe subire stravolgimenti e per quanto riguarda il modulo Favaretto si dovrebbe affidare al consueto 3-5-2 sul quale il Real Vicenza ad inizio stagione aveva costruito le principali vittorie e convicenti prestazioni: «È un progetto di chi è venuto prima di me che ha dato buoni risultati. Quando sono arrivato ho visto che questi ragazzi si sono applicati bene e quindi continuerò su questa strada.
Ore 14.30 – (Trentino) Largo ai giovani. L’organico è ridotto all’osso e la classifica impone di pensare al futuro. Oggi il Mori Santo Stefano fa visita al Giorgione: a Castelfranco Veneto il tecnico tricolore Davide Zoller sposerà in toto la “linea verde” con ben sette under in campo dal primo minuto. L’allenatore lagarino fa la conta degli indisponibili: Dal Fiume e Igor Dossi sono squalifica, Cristelotti, Bonilla, Tranquillini e Concli sono infortunati, mentre Calliari e Benedetti andranno in panchina dopo aver trascorso la scorsa settimana a letto con l’influenza. Il modulo scelto da Zoller è il “4-4-2” con Poli tra i pali e linea difensiva composta da Pozza e Festa sulle corsie laterali con Pruenster e Volani, figlio dello “Zar” Boris, indimenticato capitano del Trento. In mezzo al campo Sceffer sarà affiancato dal classe ’98 Libera con Manica e Imperatrice sugli esterni, mentre in avanti toccherà al bomber Tisi e a “Macho” Deimichei. Per il Mori, ultimissimo in classifica e con un piede già in Eccellenza, è una delle ultime possibilità di rientrare in zona playout, visto che i punti di distacco dal terzultimo posto, occupato dalla Triestina, sono ben otto. Il Giorgione, che in questo momento ha quattro punti di margine sulla zona playout, è squadra altrettanto giovane anche se la presenza di Baggio a metà campo e di capitan Gazzola in avanti conferiscono esperienza e qualità alla formazione di Paganin. Sarà titolare il trentino Gianluca Maran: l’esterno mancino, che aveva iniziato la stagione nel Dro, da quando è arrivato a Castelfranco ha sempre giocato e anche piuttosto bene. Oggi sarà uno degli osservati speciali della sfida. LE PROBABILI FORMAZIONI GIORGIONE (4-3-3): Pazzaia; Eberle, Fontana, Vigo, Maran; De Stefani, Giacomazzi, Baggio; Episcopo, Gazzola, Povdorica. A disposizione: Fuser, Prosdocimi, Dotti, Zanin, Caratozzolo, Patrizi, M. Trevisan, Nenzi, Carraro. Allenatore: Antonio Paganin. MORI SANTO STEFANO (4-4-2): Poli; Pozza, Volani, Pruenster, Festa; Manica, Libera, Sceffer, Imperatrice; Deimichei, Tisi. A disposizione: Rossatti, Eisestencken, Calliari, Benedetti, Dalprà, Cunego, Scevola, Nicolodi, A. Dossi. Allenatore: Davide Zoller. ARBITRO: Didu di Jesi (assistenti: Poentini e Gasparri di Pesaro).
Ore 14.20 – (Trentino) Un solo risultato: la vittoria. Ad “Oltra” arriva il Montebelluna e il Dro non può permettersi di non conquistare il bottino pieno. Rispetto alle altre due compagini trentine i gialloverdi di Stefano Manfioletti stanno decisamente meglio, ma è una magra consolazione. La salvezza diretta è distante quattro punti e, soprattutto davanti al pubblico amico, Ischia e compagni devono cambiare decisamente marcia rispetto al girone d’andata che ha portato pochi punti. L’avversario odierno è alla portata dei gardesani, anche se quella trevigiana è una squadra ben disposta sul terreno di gioco e assai abile in ripartenza. Il Dro, dal canto suo, deve fare i conti con i consueti problemi di organico. Quest’oggi Manfioletti dovrà fare a meno dell’infortunato di lungo corso Nicola Donati, ancora ai box dopo l’infortunio patito a novembre contro il Padova, ma anche di Mirko Colpo (uscito malconcio dalla sfida contro l’Altovicentino), Davide Bortolotti e Davide Grossi, questi ultimi due a letto con l’influenza anche se l’attaccante di Cavedine potrebbe essere recuperato almeno per la panchina. Le scelte di formazione, dunque, sono pressoché obbligate. L’allenatore trentino si affiderà quasi certamente al “5-3-2” visto e rivisto nelle ultime settimane con Bonomi in porta e linea difensiva composta da Chesani e Calcari (in vantaggio su Ciurletti) sulle corsie esterne con Allegretti, Ischia e Paletta nel mezzo. A metà campo Bertoldi agirà ancora da playmaker con Bazzanella e Cremonini interni, mentre in avanti toccherà a Proch (preferito ad Ajdarovski) fare coppia con Cicuttini. Alternative: Ciurletti garantirebbe più spinta sulla fascia sinistra e anche Adami scalpita per una maglia da titolare ma la maggior fisicità di Allegretti fa pendere l’ago della bilancia dalla parte di quest’ultimo. Ieri pomeriggio la squadra ha sostenuto l’allenamento di rifinitura ad Arco: Manfioletti ha lavorato sulle palle inattive e ha curato alcuni aspetti della fase di non possesso palla. L’obiettivo è vincere, visto e considerato che il Giorgione potrebbe conquistare bottino pieno contro il Mori Santo Stefano: perdere altro terreno dalla compagine trevigiana significherebbe abbandonare ogni speranza di salvezza diretta. Il Montebelluna, una delle formazioni più giovani del girone, si presenterà ad “Oltra” con una sola assenza, quella del centrocampista (dai piedi buoni) Perosin. Per il resto il tecnico Pasa potrà disporre di tutto l’organico visti i rientri a tempo pieno del difensore centrale Severgnini (ex Mezzocorona ai tempi della Lega Pro) e del trequartista Giglio. I neoacquisti Bonso (difensore centrale prelevato dalla “Primavera” del Cittadella) e Frimpong (attaccante arrivato dalla “Primavera” del Vicenza) si accomoderanno, alemeno inizialmente, in panchina. Probabilmente l’allenatore trevigiano si affiderà al modulo proposto nelle ultime settimane, ovvero il “3-4-1-2” con Giglio alle spalle delle punte Samba (in rete a Padova, arrivato a dicembre dal Belluno) e Masiero.
Ore 14.10 – (Tribuna di Treviso) Dopo il riposo per gli impegni della Rappresentativa di categoria al Viareggio, la D riprende con un turno interlocutorio, che potrebbe consentire però a Giorgione e Montebelluna di mettere in saccoccia preziosi punti salvezza. Sulla carta il match più complicato spetta all’Union Pro, che dovrà far visita alla quotata Clodiense. Ma sulla quarta di ritorno (inizio 14.30) incideranno mercato e gestione della sosta. L’unica di scena davanti al pubblico amico è il Giorgione, che in via Rizzetti attende il fanalino Mori S. Stefano. Archiviato il tonfo di Fontanafredda, l’occasione è ghiotta per allontanarsi dai playout. Mancano il febbricitante Maran, l’infortunato Vio e lo squalificato Trevisan. Il dubbio di Paganin è legato alle condizioni di Donè: non dovesse farcela, Giacomazzi farebbe il centrale difensivo ed Episcopo verrebbe impiegato in mediana. Se invece il terzino sarà della partita, davanti il tecnico sceglierà fra Podvorica e Baggio. «Potrei sembrare banale, ma la partita è difficile», esordisce Paganin, «L’impegno non va sottovalutato, perché il Mori si è sempre espresso meglio fuori casa, perdendo spesso di misura. Dipenderà da noi: fondamentale sarà l’approccio, l’aspetto mentale. Pensare che tutto sia semplice significa complicarsi la vita: basta un attimo…». Si gioca: “Ostani” di Castelfranco. Giorgione: Pazzaia; Prosdocimi, Giacomazzi, Fontana, Eberle, De Stefani, Vigo, Episcopo, Podvorica, Baggio, Gazzola. All. Paganin. Arbitro: Didu di Jesi. Obiettivo del Montebelluna è scacciare il malinconico gennaio (1 punto in 4 gare) e puntare al bersaglio grosso nella tana di un’altra trentina, il Dro, che condivide con il Legnago l’ultimo posto dei playout. I biancocelesti non possono schierare lo squalificato Perosin, ma portano in panchina le new entry Bonso e Frimpong. «La sosta ci ha permesso di recuperare pienamente Severgnini, Giglio e Cusinato», spiega Pasa, «L’importante è non perdere per tenere l’avversario a 9 punti, ma una vittoria ci permetterebbe di affrontare con più serenità il prossimo mese. Il Dro è quadrato e aggressivo, il campo è piccolo, ma proveremo a fare il nostro gioco». Si gioca: Comunale di Dro. Montebelluna: Rigo; Fabbian, Guzzo, Severgnini, N. De Vido, M. Bressan, Nicoletti, Cusinato, Giglio, Samba, Masiero. All. Pasa Arbitro: Bonassoli di Bergamo. Trasferta ostica a Chioggia per la Pro, chiamata alla prova di maturità in casa della Clodiense, che ha appena prelevato dal Venezia l’avanti Siega, cercato in gennaio dagli stessi moglianesi. Recuperato Alvise Nobile, resta in dubbio Busetto (caviglia). «Dovremo limitare i centrocampisti Mazzetto e Casagrande, impedendo loro di costruire gioco», riflette Feltrin. Union Pro: Noè; Niero, Zanette, Trevisiol, Alvise Nobile, Serena, Fuxa, Andr. Nobile, Casarotto, Comin, Cattelan. All. Feltrin. Arbitro: Rasia di Bassano.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) La Clodiense vuole puntellare il proprio posto nei playoff, ma, per farlo, dovrà riuscire a sconfiggere oggi (ore 14.30), allo stadio “Aldo e Dino Ballarin” la Union Pro Mogliano degli ex Niero, Busetto e Cattelan. Partita sulla carta abbordabile per i granata, ma le molte assenze non lasciano tranquillo il tecnico Andrea Pagan. Saranno infatti fuori per squalifica Santi (che deve scontare tre giornate di stop), Carlucci e Davide Boscolo Gioachina. Non solo ma davanti, oltre al proprio bomber principe, la squadra lagunare dovrà rinunciare anche a Isotti (convocato ma non utilizzabile) alle prese con un malanno muscolare, mentre anche Casagrande non sta benissimo ed il portiere Luca Tiozzo in settimana ha dovuto combattere contro l’influenza. Mister Pagan, però, potrà contare sui recuperi di Davide Boscolo Berto e Francesco Tiozzo. C’è poi l’intenzione di far debuttare come titolare in attacco il neo arrivato Nicolas Siega, anche se molto dipenderà dall’utilizzo o meno del portiere Luca Tiozzo che, va ricordato, non è un under. «Purtroppo», ammette Andrea Pagan, «abbiamo qualche problema di formazione e il maltempo non ci ha permesso di allenarci come avremmo voluto, però, è chiaro che sul nostro campo puntiamo a vincere. Sappiamo che, nel girone di ritorno, gli avversari ci affronteranno in maniera diversa visto quello che abbiamo saputo fare finora. La Union Pro è una squadra che può contare sullo zoccolo duro con cui ha vinto il campionato di Eccellenza e ha appena preso un giocatore valido come Appiah, ma noi vogliamo continuare a fare bene per vedere dove possiamo arrivare. Siega? Non è detto che giochi dall’inizio. Si è allenato bene, ma deve ancora assimilare i nostri schemi. Sarà importante che si faccia trovare pronto». Nella gara di andata fu la squadra trevigiana ad imporsi per 1-0, dando il primo dispiacere alla truppa granata. Le formazioni. Clodiense: L. Tiozzo, Moretto, Boscolo Berto, F. Tiozzo, Boscolo Nata, Casagrande, Mazzetto, Olivieri, Siega, Pelizzer, Mastroianni. A disposizione: Okroglic, Pitteri, Chiozzotto, Boscolo Gnolo, Piaggio, Isotti, Sigolo, Cigna, Urtiaga. Allenatore: Pagan. Union Pro: Noè, Saitta, Furlan, Niero, Zanette, Trevisiol, Casarotto, Serena, Nobile, Comin, Busetto. A disposizione: Ziliotto, Bello, Palmieri, Morini, Appiah, Chiaro, Fuxa, Visinoni, Cattelan. Allenatore: Feltrin. Arbitro: Rasia di Bassano.
Ore 13.50 – (Trentino) In cerca di un altro “miracolo”. Dopo la corroborante vittoria di due settimane fa contro il Belluno, terza forza del torneo, il Mezzocorona oggi va a caccia di punti salvezza sul campo dell’Arzignanochiampo. I vicentini sono sesti in classifica ad una sola lunghezza dalla zona playoff e in casa sono una vera e propria macchina “da guerra” con un terminale, l’argentino Trinchieri, che ha già realizzato 12 reti nella corrente stagione. Lomi, come sempre, dovrà fare i conti con parecchie e pesanti assenze. Non saranno del match i lungodegenti Cristanelli e Folla oltre a Baltieri (uscito malconcio dalla sfida contro il Belluno) e Baldo e, allora, il tecnico gialloverde si affiderà allo stesso schieramento che ha superato i gialloblù di Vecchiato con l’inserimento di Rossi sulla sinistra al posto di Baltieri. Per il resto sarà dunque formazione tipo con Zomer tra i pali, Corrà a presidiare la corsia di destra con Fochesato e Zentil al centro. In mezzo al campo toccherà a Melchiori dettare i tempi della manovra con Alouani e Misimi (che verrà riproposto in quella posizione dopo la buona prova di quindici giorni fa) interni e Caridi vertice alto del rombo, alle spalle delle due punte Bentivoglio e Rota. La panchina sarà “lunga”, ma a disposizione ci saranno solamente under. L’Arzignanochiampo, che prima della sosta ha strappato un buon pareggio al “Nereo Rocco” e ha già conquistato 32 punti, è formazione abilissima nel gioco di rimessa. Detto di Trinchieri (micidiale sulle palle alte), attenzione anche al trequartista Carlotto, già in rete 9 volte in campionato. LE PROBABILI FORMAZIONI UNION ARZIGNANOCHIAMPO (4-2-3-1): Dell’Amico; Vignaga, Pregnolato, Bolcato, Vanzo; Simonato, Tecchio; Carlotto, Battistelli, Beccaro; Trinchieri. A disposizione: Cristofoli, Beghin, Pellizzari, Sartori, Gomiero, Roverato, Marchesini, Urbani, Draghetti. Allenatore: Paolo Beggio. MEZZOCORONA (4-3-1-2): Zomer; Corrà, Fochesato, Zentil, Rossi; Alouani, Melchiori, Misimi; Caridi; Bentivoglio, Rota. A disposizione: Filippi, Baldi, Magnanelli, Lorenzi, Gironimi, Luci, Osti, Micheli. Allenatore: Luca Lomi ARBITRO: D’Angelo di Ascoli Piceno (assistenti: Paun di Padova e Rocco di Mestre).
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) C´è da stare con le orecchie alte. E pure con gli occhi bene aperti, certo. Perché l´Arzignanochiampo arriva oggi a giocarsi il penultimo match ball che consentirebbe d´infilare mezza scarpa oltre la soglia di casa-salvezza. C´è il Mezzocorona di scena al Dal Molin (calcio d´inizio alle 14.30), ma non inganni la sua classifica. Sta lì al penultimo posto, ok. E i punti sono solo 10, va bene. Ma prima della sosta dovuta agli impegni della Rappresentativa di Serie D, i ragazzi di Loris Bodo hanno steso per 3-1 il Belluno (terza vittoria stagionale dopo Union Ripa e Legnago) che in classifica sta praticamente nell´emisfero opposto. «È una squadra con giovani di valore – commenta il tecnico Paolo Beggio – e nonostante la classifica non hanno mai preso imbarcate e in molte partite se la sono giocata fino alla fine. Arriveranno qui per non accontentarsi del pari». Match ball salvezza, si diceva. I conti si fa presto a farli: al Mezzocorona, tra altri sette giorni, succederà il Giorgione, altro diretto concorrente per la serenità (calcistica). Poi, la Banda Beggio dovrà armarsi fino ai denti perché toccheranno – nell´ordine, prima di tornare a galla a respirare – Belluno, Clodiense e Padova: tutta gente che guarda dall´alto. E poi, ci sarà anche una prima volta. Stavolta negativa, al contrario. Perché dall´inizio del campionato Beggio non si era mai privato del suo “man of the match” Trinchieri. Lo testimoniano i suoi 1740 minuti giocati, sostituito a gara in corso solo in due occasioni. Oggi però l´argentino guarderà la partita dalla tribuna, fermato per un turno dal giudice sportivo a causa della quarta ammonizione rimediata contro la Triestina. «Martin è un giocatore importante, e non averlo a disposizione oggi investe di maggiore responsabilità me ma anche chi scenderà in campo. Troveremo una valida alternativa, sempre nel 4-4-2». È quindi probabile che a fare coppia con Carlotto ci sarà Draghetti, mentre sull´esterno tornerà titolare Fracaro.
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Legnago spartiacque della stagione neroverde? Il campionato è ancora lungo, ma la sfida con gli scaligeri deve consegnare nella mani dell’Union Ripa La Fenadora, da troppo tempo ferma a 29 punti e al nono posto in classifica, le risposte giuste per una seconda parte di campionato che la riporti nei pressi di quel quinto posto considerato obiettivo stagionale. L’avversario è di quelli con cui ci si può giocare la vittoria, quantomeno per la sua posizione in classifica, perché la formazione veronese si trova nella acque mosse dei playout: tredicesima posizione e 19 punti. Mister Max Parteli comunque avverte la squadra: «La loro classifica è bugiarda perché si ritrovano meno punti di quanti ne meriterebbero per il loro potenziale. Una formazione forte contro cui però possiamo fare bene visto il buon lavoro svolto dai ragazzi in queste due settimane». Quale sarà la chiave di volta per ripartire? «Abbiamo lavorato molto sul gioco (segnali positivi li abbiamo avuti anche nelle ultime partite anche se con pochi risultati) ma anche a livello mentale. Dobbiamo evitare gli errori individuali, che ci possono stare, ma questi arrivano sempre da un problema legato a tutta la squadra, non tutti sono stati attenti: io non sono al massimo e un compagno sopperisce alla mia mancanza. L’Union è comunque convinta e con grande umiltà farà la sua gara». Ci saranno assenze importanti? «Oltre agli squalificati Solagna e Dassié in forse c’è anche il febbricitante De Checchi. Chiunque comincerà risponderà al massimo. Loro non avranno i forti fuoriquota Farinazzo e Talin impegnati nel Torneo di Viareggio. Per questo motivo il Legnago poteva chiedere il rinvio, non lo ha fatto, sintomo di grande sicurezza».
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Per 14 lunghi giorni (complice la sosta) i vicentini si sono ruminati la rabbia per l’inattesa sconfitta subita in casa a opera del Kras (0-1) che ha fatto perdere loro il primato. Adesso vogliono scaricarla tutta al XXV Aprile. «Noi siamo qua – sorride Mauro Zironelli – pronti a riceverla. Negli ultimi incontri – ricorda – non ci è andata poi male». La scorsa stagione la Sacilese andò a vincere a Marano (allora sede dei bianconeri) eliminando i vicentini dai playoff e all’andata di questa a Valdagno finì 2-2. «È anche vero – ammette il tecnico – che l’ultima a Sacile (nel gennaio del 2014, ndr) finì 1-0 per loro». Successo firmato da Dario Sottovia che oggi però veste biancorosso. Sottovia e Beccaro sono i due ex che in bianconero non avevano trovato tantissimo spazio e ora scalpitano per lasciare come all’andata (un gol a testa) un altro ricordino. INFERMERIA ESAURITA – Se Zanin dovrà fare a meno di Dal Dosso (frattura a un alluce), Zironelli ormai non conta più gli infortunati. Oltre ai tre “crociati” (Grazzolo, Grion e Piscopo) dovrà nell’occasione rinunciare anche a Boscolo Papo, Manolache (infortunati) e Baggio (squalificato). Dovrebbero quindi scendere in campo Favaro fra i pali, Peressini, Manucci e Mboup (prima da titolare) in difesa, Craviari, Favret, Stiso e Beccia a centrocampo e Beccaro, Sottovia e Spagnoli in prima linea. In panchina dovrebbe accomodarsi inizialmente il neoacquisto Daniel Puto, classe ’96, centrocampista, ex allievo di Pippo Inzaghi nelle giovanili del Milan. A dirigere la sfida sarà Alex Cavallina di Parma.
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Il primato? Oggi lo decidono Sacilese e Tamai. Le due formazioni liventine affrontano rispettivamente la seconda forza e la capolista del campionato, divise da appena due lunghezze. Insomma, in caso di passo falso, il sorpasso, o viceversa la fuga, potrebbe essere dietro l’angolo. Al XXV aprile. A Sacile tutto è pronto per ricevere la corazzata Altovicentino. La attende una squadra rinfrancata dal successo ottenuto prima della sosta a Pedavena, ma ancora una volta in emergenza. Zironelli, infatti, non potrà disporre di Baggio, squalificato, e di Boscolo Papo e Biasi Manolache, acciaccati. Oltre agli infortunati di lungo corso Grazzolo, Grion e Piscopo. In panchina dovrebbe vedersi l’ultimo arrivato, il centrocampista ex Udinese e Milan Daniel Puto. Mentre al fianco di Favret ci sarà il giovane Stiso e al centro della difesa esordio dal primo minuto per il senegalese Mboup. Probabile 3-4-3: Favaro; Peressini, Mboup, Manucci; Craviari, Favret, Stiso, Beccia; Spagnoli, Sottovia, Beccaro. «Anche contro il Padova – ricorda Zironelli – non abbiamo potuto schierare la formazione migliore e sappiamo come è andata (vittoria per 1-0, ndr). Speriamo che le motivazioni derivanti dal confronto con una squadra sulla carta più forte e in lotta per la promozione anche stavolta ci consentano di non sentire il peso di alcune defezioni importanti. Loro hanno un sogno, approdare in Lega Pro, e proveranno a vincere a tutti i costi per dimenticare il ko a sorpresa con il Kras, ma anche noi ne coltiviamo uno, lottare per il terzo posto con una squadra così giovane. Non sarà facile nemmeno per loro». Lo sa il tecnico dell’Altovicentino, Diego Zanin, che in settimana ha messo in guardia i suoi sui pericoli di questa trasferta, già costata cara alla capolista. L’ex allenatore della Sanvitese (dal 2005 al 2007 in serie D) non potrà disporre del regista Dal Dosso e dello squalificato Gritti (sarebbe stato un ex) in difesa.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Buon compleanno mister. Al plurale. Rino Dalle Rive coglie l´occasione della presentazione del match per una simpatica incursione alle spalle di Zanin. «Il 10 lo festeggerà il nostro allenatore attuale, e sono certo che il regalo se lo farà oggi, mentre qualche giorno fa è stata la volta di Enrico Cunico. A quest´ultimo auguro un futuro ricco di soddisfazioni professionali e nel presente che possa ritrovare quella serenità di giudizio a volte messa in discussione da dichiarazioni ed interviste francamente ingenerose e sorprendenti per una persona equilibrata quale è lui». Tagliate le torte, prima fetta a Diego Zanin, il quale, tanto per cambiare, ha nel suo genetliaco l´ultimo dei pensieri. Anche sabato mattina, alla rifinitura sul sintetico dell´Orsiana, a Santorso, occhi e attenzione solo per i suoi ragazzi e per una Sacilese ostica ed agnostica. «Ci mancheranno Dal Dosso, infortunato, e Gritti squalificato per un turno, mentre valuterò fino alla fine le condizioni di Peluso, fermato da due giorni da un´influenza di stagione». Esordiranno sicuramente Francesco Bertinetti e Giacomo Ricci, i due giovani esterni difensivi presi all´ultima sessione di mercato, e probabile vetrina anche per Andrea Burato, anche se in quel ruolo il tecnico veneziano ha provato pure Alberto Pignat. Di sicuro, torna davanti Giuseppe Gambino e senza caricare il centravanti di troppe responsabilità la notizia non piacerà certo a Mauro Zironelli, tecnico vicentino dei friulani, rimasto a guardare la campagna acquisti degli altri. «La Sacilese – taglia corto Zanin – è un´ottima squadra, che gioca a memoria e ama sfruttare la profondità grazie a tre punte molto veloci. Come si ferma? Dobbiamo guardare in casa nostra, pensare a noi. È un campo difficile,ma dobbiamo essere concentrati, rabbiosi e intelligenti a capire il match». All´andata finì 2 a 2 con reti degli ex avvelenati Beccaro e Sottovia in maglia biancorossa, abbinamento cromatico indigesto agli altovicentini.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Abano e Thermal in campo oggi per la quinta giornata di ritorno. Riposo forzato invece per l’Este: lo scontro diretto in trasferta con i reggiani della Correggese (un punto dietro) è stato infatti rinviato per neve. Le società si sono accordate per recuperare la gara mercoledì 18 febbraio. I riflettori sono così puntati sull’Abano che affronta fuori casa la capolista Rimini (inizio ore 15), gara che sarà trasmessa in diretta da Rai Sport 1. Non mancano i problemi per Massimiliano De Mozzi che durante la sosta ha perso Zattarin (lesione al vasto mediale) e Barichello (stiramento al collaterale). «Ci sta avere qualche infortunio, ma non così tanti – sottolinea De Mozzi – Speriamo che questo momento passi, bisogna tenere duro». La testa è sulla partita. «Sarebbe una gara proibitiva anche se fossimo al completo dato che affrontiamo una squadra che sta battendo tutti i record. C’è anche la diretta televisiva, troveremo uno stadio pieno: ho chiesto ai ragazzi di non pensare al risultato, non è questa la gara nella quale dobbiamo per forza fare punti. Dobbiamo giocarcela consapevoli di essere una squadra quadrata. Oltre a essere forte, il Rimini è anche un po’ fortunato: nelle ultime sei gare casalinghe hanno avuto sei rigori a favore e le avversarie hanno terminato in dieci, siamo preparati anche a questo».L’assenza di Zattarin costringerà il tecnico a rivedere il pacchetto arretrato per un discorso di under: Dall’Ara lascerà il posto a Bordin e il reparto sarà completato da Bizzotto e dagli esperti Antonioli e Ianneo; davanti Zanardo come “falso nueve” supportato da Bortolotto e Franceschini. Il Thermal cerca punti per rilanciarsi nella corsa salvezza affrontando a Monteortone (ore 14.30) il Bellaria. Anche per Mario Vittadello non sono mancati i guai durante la sosta: Franciosi e Orsino si sono infortunati e Baldovin ha avuto una ricaduta (contrattura). Il tecnico guarda comunque con fiducia all’appuntamento di oggi: «In questo periodo abbiamo cercato di recuperare la condizione fisica e di fissare alcuni concetti tattici. I ragazzi hanno lavorato bene, anche se sarei stato più felice se non avessimo avuto questi infortuni. Dobbiamo ripartire dal secondo tempo disputato con l’Este e fare risultato, siamo fiduciosi».
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Una partita che più “sfida salvezza” di così non si può. Oggi la Thermal Abano affronterà il Bellaria (calcio d’inizio alle 14.30, arbitro Tommaso Lavelli di Sesto San Giovanni), con il chiodo fisso dei tre punti. Servirà solo una vittoria agli uomini di mister Mario Vittadello, che dovranno giocarsi il jolly contro una squadra di medio-alta classifica per dare l’ennesima svolta a un campionato finora martoriato da vicissitudini più o meno calcistiche. Nelle ultime settimane i rossoverdi hanno ritrovato la serenità, ma non ancora una striscia di risultati da salvezza sicura, anche se le prestazioni, fatta eccezione per la sconfitta contro il Fidenza, lasciano intatta più di qualche speranza. «Dobbiamo ripartire dal secondo tempo di Este» afferma il mister aponense Mario Vittadello. «Nonostante il risultato abbiamo dimostrato di esserci ancora. Contro il Bellaria voglio vedere una squadra propositiva, che mette in pratica le cose provate in queste due settimane di lavoro intenso ma, spero, produttivo». La forza del Bellaria Igea-Marina, spinto dai gol di Daniele Forte e Marco Bernacci (ex Bologna in serie A), in questo momento interessa relativamente: «Siamo penultimi e dobbiamo risalire la classifica. Ciò significa che dobbiamo vincere contro le nostre dirette avversarie ma anche contro le più forti» aggiunge. «Prima di tutto dobbiamo pensare a mettere in pratica ciò che proviamo durante gli allenamenti, e solo in un secondo momento alla caratura e al gioco degli avversari. Solo così potremo pensare di salvarci». La Thermal Abano, in questa classifica un po’ pazza del girone D, unico raggruppamento in cui l’ultima in classifica (il San Paolo) ha la bellezza di 21 punti, vuole assolutamente abbandonare la penultima piazza per tuffarsi in acque più tranquille. Missione facile ma non impossibile, considerando che, tra i 22 punti della Thermal e i 25 del Mezzolara ci sono altre quattro squadre, Ribelle, Montemurlo, Formigine e Romagna Centro. Per quanto riguarda la formazione anti Bellaria, mister Vittadello dovrà rinunciare a Franciosi, Baldovin e Orsino, uomini chiave nel suo scacchiere tattico: «Sì, dovrò rinunciare a tre elementi importanti. In ogni caso andrà in campo la formazione migliore, e chi sarà chiamato in causa non farà pesare le assenze».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) In uno stadio che ha visto giocare la serie B e ha accolto la Juventus nel 2006, davanti a un pubblico tra i più caldi del nord Italia e sotto le telecamere di RaiSport, che trasmetterà in diretta il match alle 15, l’Abano deve ritrovare la sua identità. Dopo tre sconfitte consecutive, la squadra neroverde avrebbe il dovere di battere un colpo. Il condizionale è d’obbligo, perché forse quella di Rimini è in assoluto la gara meno indicata per fare voli pindarici: la capolista del girone D – lanciata a +9 sull’Este secondo – ha vinto 15 delle ultime 16 gare, perdendo solo a Correggio alla penultima d’andata. Dopo quella sconfitta, nelle ultime cinque uscite ha infilato cinque vittorie segnando dieci reti senza subirne una. Miglior difesa e secondo miglior attacco del girone, trascinata dal capocannoniere del campionato, Manuel Pera, in testa con 23 reti: una formazione schiacciasassi da qualunque punto la si guardi. «Una partita proibitiva», ammette il tecnico De Mozzi, «Il risultato non conta, ma anche con una sconfitta potremmo rialzare la testa, dipende da come arriverà». Sempre in tema di assenze, fanno sorridere quelle che colpiranno i romagnoli: oltre a perdere Dini e Berardi (al Torneo di Viareggio) il Rimini è senza due pedine fondamentali perché squalificate… dopo un’amichevole. E non sono state nemmeno squalifiche leggere: 5 turni all’attaccante Kabine per aver rifilato un pugno ad un avversario della Civitanovese, e una giornata a capitan Calori, reo di aver fermato a fine gara l’arbitro chiedendogli di chiudere un occhio e di non scrivere alcunché nel referto, visto che non si trattava di una gara ufficiale. E meno male che era un’amichevole…
Ore 12.20 – (Gazzettino) La crisi del San Paolo è a un passo dalla soluzione. E nella cordata di imprenditori in procinto di entrare nella società di via Canestrini c’è il veneziano Roberto Tonicello, che avrà anche il ruolo di consulente tecnico. Alle spalle ha un passato come diesse del Dolo (fino a dicembre 2013), mentre nella prima parte dell’attuale stagione era al Treviso. Tonicello ha un’impresa a Camponogara che si occupa di impiantistica e automazione legata anche al settore energetico. «Arrivo al San Paolo come consulente con compiti legati alla gestione tecnica e sportiva, e contribuisco anche dal punto di vista economico. Sono stato contattato da un gruppo di persone che intendono rimettere in equilibrio la situazione societaria e che si sono prefissate di non fare sparire un club con un patrimonio tecnico legato al settore giovanile e alla prima squadra. A breve ci sarà un comunicato nel quale sarà rivelato il nuovo organigramma». La cordata è legata ad alcuni genitori che hanno i figli nel San Paolo, tra i quali figura anche Cardo, nome che avevamo anticipato sul Gazzettino di lunedì. «Cardo ha preso in mano la situazione e si è dato molto da fare. Sono stati contattati alcuni imprenditori, tra i quali ci sono anch’io. Ci sono tante cose in movimento e sono tutte concrete». Da quanti imprenditori è formata la cordata? «Posso solo dire che sono almeno tre, io sono l’unico veneziano. Gli altri sono padovani». Oggi Tonicello sarà presentato ai giocatori (senza stipendio da tre mesi) e assisterà alla gara a Cesena con il Romagna Centro: «Andrò con la squadra, è una trasferta molto importante. Spiegherò ai ragazzi quali sono le tappe della situazione, in questo momento è importante dare serenità e concretezza». Al Manuzzi il San Paolo si gioca una buona fetta di salvezza. «La sosta ha interrotto un percorso positivo – afferma Vito Antonelli – Vediamo di ripartire bene, sono fiducioso. Matteini non ci sarà per un problema al ginocchio, Bianchi è squalificato, dovrei recuperare Masiero e Rebecca. Gomiero e Sambo non vengono più per motivi personali».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) La situazione societaria, al momento, è sempre la stessa: Fabio Barbin e la cordata olandese, dopo la videochiamata alla squadra di due settimane fa e lo sfogo del team manager degli ultimi giorni a seguito del comunicato dei giocatori, non hanno dato ulteriori segnali. Chi ha cominciato davvero a muoversi è Giuseppe Tramonti, il presidente dell’Atletico San Paolo che sta cercando in tutti i modi una maniera per salvare la baracca. Gli incontri e i colloqui con le due cordate – una delle quali capitanata dal patron della Luparense, Stefano Zarattini – stanno proseguendo e nell’ultima settimana, evento unico dall’inizio della stagione, Tramonti è andato di persona al campo di allenamento per rassicurare i giocatori. «Da parte sua c’è tutta la buona volontà di lasciare una società in salute», spiega il tecnico Vito Antonelli. Ma se da un lato ci sono i problemi societari, dall’altro c’è una squadra ultima in classifica che oggi, contro il Romagna Centro che la precede di soli due punti, si gioca una bella fetta di salvezza: «Ma non è l’ultima chiamata», spiega Antonelli, «Quella di oggi è una delle partite più importanti, ma non è l’ultima spiaggia. Dalla squadra mi aspetto alcune conferme, e col Romagna ce la possiamo giocare». Le incognite sono due. Le assenze, innanzitutto: Matteini è out per un fastidio al ginocchio, Rosiglioni è dolorante alla spalla, Bianchi è squalificato, Marcolin rientra ma non è al meglio, mentre Sambo e Gomiero non faranno più parte della squadra per motivi di lavoro e studio. Seconda preoccupazione: lo stadio Manuzzi di Cesena. Impianto spettacolare, campo sintetico perfetto, ma un’arma a doppio taglio se l’emozione dovesse giocare brutti scherzi: «Speriamo che per noi sia uno stimolo in più».
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) All´ora di pranzo, il Bassano scenderà in campo sul terreno di gioco dello stadio Atleti Azzurri d´Italia contro un´ AlbinoLeffe rilanciata, sia fisicamente che psicologicamente, dalle tre vittorie consecutive contro l´Arezzo, la Pro Patria (diretta avversaria degli orobici per la permanenza nella categoria) e il Como che hanno ridato fiato soprattutto ad una classifica che fino a poche giornate fa sembrava compromessa.
L´AlbinoLeffe, dopo il cambio di allenatore e un periodo in cui aveva raccolto davvero poco in termini di risultati, ha riguadagnato fiducia e tenterà di mettere in difficoltà la formazione giallorossa soprattutto con il suo capocannoniere Momentè, arrivato a quota 11 gol, in 19 partite disputate, nella classifica dei migliori realizzatori di questa stagione di Lega Pro, dietro a Pasquale Maiorino della Torres (12) e Salvatore Bruno del Real Vicenza (13).
Il tecnico Antonino Asta, nella consueta conferenza stampa pre-partita, ci presenta il match odierno: «Non è proprio il momento giusto per affrontare una squadra come l´AlbinoLeffe – spiega nelle prime battute – Certo che come tutte le partite, in particolare nel girone di ritorno, sono tutte complicate.
Sappiamo che tutte le squadre nel girone di ritorno hanno motivazioni in più per portare a casa il risultato. L´AlbinoLeffe è una squadra che oltre all´aspetto fisico e di gioco ha acquisito anche certezze a livello mentale che probabilmente non c´erano prima perché guardando alle individualità hanno una caratura di gran lunga superiore a quello che dice attualmente la classifica. Sarà una squadra libera dalle tensioni che la attanagliavano nelle partite precedenti: si vedeva, infatti, che erano timorosi nell´effettuare certe giocate importanti. Questo è quello che mi fa più paura perché giocano con la mente libera». Mister Asta però ha la soluzione giusta per contrastare il gioco dei temibili orobici: «Noi dobbiamo essere bravi ad aggredirli e non farli ragionare perché loro non tengono un ritmo alto. Sono bravi nei fraseggi, quindi se li facciamo giocare possiamo andare in difficoltà visto anche il momento di fiducia che hanno nei loro mezzi e nelle loro capacità. Dobbiamo – ha detto ancora – essere bravi a limitare le loro certezze e a imporre il nostro gioco in velocità. Fortunatamente – procede l´allenatore giallorosso passando ai protagonisti – non ho alcun infortunato in squadra perciò posso giocare qualche carta a sorpresa per dare respiro a chi ha giocato tanto e dare spazio poi a chi ha giocato meno ma che comunque mi ha dato fiducia». Inevitabile a questo punto la domanda sulla valutazione dell´ultima sessione di calciomercato che si è appena conclusa e che ha visto l´arrivo in terra bassanese, agli ordini di Asta, di Spadafora e Casarini, con la conservazione in rosa di tutti i “petali” migliori. «I due nuovi giocatori sono arrivati da pochi giorni e devono avere il giusto tempo per calarsi nelle nostra visione di gioco sbarazzina, ma tutti i giocatori in rosa hanno le stesse opportunità di entrare in campo. Decide sempre il campo per come ci si allena e per come si entra in partita, ma sono certo che ci potranno dare sicuramente una mano per il raggiungimento del nostro obiettivo. Non c´erano grosse esigenze di intervento nel mercato di riparazione, perchè avevamo lavorato bene in estate. Il nostro è un gruppo che sta facendo cose fantastiche – sottolinea Asta – e lotteremo fino alla fine per un posto al sole, poi in primavera tireremo le somme». Appuntamento quindi alle 12.30 allo stadio Atleti Azzurri d´Italia dove il Bassano dovrà disputare una grande gara per superare i padroni di casa.
Ore 11.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La Lega D in mani pordenonesi. Sacilese e Tamai si vestono da arbitri del torneo di Lega D. Le furie (ottave con 29 punti) oggi vanno infatti a far visita alla capolista Padova (47). I biancorossi (36) invece ospiteranno l’Altovicentino (45) al XXV Aprile. Inizio alle 14.30. TUTTI PRONTI – «Partita scontata – scherza Stefano De Agostini – da 2 fisso. Battute a parte – si fa serio il tecnico del Tamai – andiamo a Padova nelle migliori condizioni, con tutti i ragazzi a disposizione e senza nulla da perdere». All’andata a Tamai il team di Parlato rischiò parecchio. Le furie chiusero la prima frazione in vantaggio (2-1) e mancarono di un soffio il colpo del ko in avvio ripresa per poi subire la rimonta padovana (2-3). «Con questa gara – conclude De Agostini – chiudiamo un trittico difficilissimo che sino a ora ci ha portato due pareggi (con Belluno e Clodiense). Speriamo di farlo al meglio». I primi undici a scendere in campo saranno (4-3-3) Peresson, Bozzetto, Brustolon, Faloppa, Dal Bianco, Pavan, D. Furlan, Petris, F. Furlan, Sellan e Zambon. Arbitrerà Giuseppe Perrotti di Campobasso.
Ore 11.40 – (Messaggero Veneto) Sinora in casa il Padova non ha mai perso. Passo da battistrada. Ma dall’altra parte avrà un Tamai che in trasferta è inciampato una sola volta (ad Arzignano) e che può vantare, assieme alla Sacilese, la miglior difesa del girone. Un aspetto, quest’ultimo, che ha spinto il tecnico biancoscudato Carmine Parlato a parlare di gara perfetta per superare i mobilieri. De Agostini, dal canto suo, punta sulla tranquillità di chi ha poco da perdere: «Concluderemo un trittico (in precedenza Clodiense e Belluno) terribile e vogliamo farlo nel migliore dei modi. Ma il nostro “vero” campionato ricomincerà domenica prossima col Legnago». Probabile 4-3-3: Peresson; Bozzetto, Brustolon, Faloppa, Dal Bianco; Pavan, D. Furlan, Petris; Zambon, Sellan, F. Furlan.
Ore 11.30 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 11.20 – (Gazzettino) All’andata il Padova ha vinto 3-2 in rimonta, dopo aver disputato forse il più brutto tempo della stagione. «Ma non scordiamo che era una gara condizionata da un aspetto emotivo molto forte (la scomparsa del terzino Riccardo Meneghel del Tamai in un incidente stradale, ndr). Non auguro a nessuno quei primi 45 minuti, mentre nella ripresa ci eravamo tolti quel peso giocando con maggiore piglio. Poi se mi chiedete cosa serve per vincere oggi, vi rispondo la partita perfetta». La sosta è stata utile? «Lo vedremo oggi. Ma abbiamo gestito bene il lavoro in questo periodo e la gamba dovrebbe essere molto simile a quella con il Mori». Intanto, dopo la giornata di riposo concessa venerdì, i biancoscudati hanno messo a punto sul campo ieri mattina gli ultimi dettagli. Si va verso la conferma del 4-2-3-1 con Zubin in pole position come unica punta. Al centro della difesa al fianco di Sentinelli sembra favorito Niccolini, ma è stato provato anche Dionisi.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Due giocatori, tra l’altro, che spesso sono andati a segno contro le squadre di Parlato. «È vero, speriamo che possano avere una giornata storta. Ma anche noi abbiamo elementi importanti e dobbiamo spegnere le loro caratteristiche, ossia quelle di essere una squadra molto forte e concreta nelle ripartenze, e con una difesa solida». Dicevamo che si apre una lunga volata, dato che non ci saranno più soste fino al 10 maggio. «Ma pensiamo sempre una gara alla volta. E come dico sempre, dobbiamo giocare in undici nelle due fasi: ci vogliono attenzione, concentrazione e determinazione. Questa è una gara difficile, pensiamo intanto a portare a casa i tre punti che sarebbe già una bellissima cosa. In più vogliamo regalare ai nostri tifosi un’altra soddisfazione». A Rovereto la squadra ha sfoderato una prestazione brillante suggellata con tanti gol. Si aspetta di ritrovare quel Padova? «Me lo auguro, ma sarà una partita diversa affrontando un avversario più quadrato e con giocatori di qualità. Se vogliamo fare la differenza e vincere, dobbiamo alzare il livello della nostra prestazione e la nostra qualità soprattutto dalla trequarti in avanti. Non possiamo permetterci di attaccarli per novanta minuti, ci saranno momenti nei quali potremo soffrire e subire delle ripartenze. Ma quando attacchiamo dobbiamo creare delle difficoltà per sfondare una difesa molto solida, e dobbiamo purgarli al loro minimo errore».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Con la sosta ormai alle spalle, per il Padova è ora di riprendere la marcia per difendere il primo posto, sperando magari di allungare l’attuale vantaggio di due punti sull’Altovicentino che se la vede fuori casa con la Sacilese. Una volata lunga quattordici partite che si apre oggi all’Euganeo con il Tamai. La classifica dice che si sono 18 punti di differenza, in realtà altri numeri fanno pensare a una gara da affrontare al top delle proprie possibilità. Due dati su tutti: il Tamai è la migliore difesa del campionato (18 gol) al pari della Sacilese e ha perso solo una volta in trasferta (2-0 con l’Arzignano nell’ultima gara del 2014). Statistiche che portano a tenere le antenne ben dritte, senza dimenticare però che i biancoscudati all’Euganeo sono stati finora un rullo compressore (23 punti su 27) e nell’ultima uscita hanno dilagato (6-2) con il malcapitato Mori. Al termine della rifinitura all’Appiani, Carmine Parlato mette a fuoco proprio i numeri dei friulani: «Se hanno la difesa migliore e hanno perso una sola volta fuori casa significa che sono una squadra quadrata, che lavora bene e che ha trovato una certa solidità. Hanno sei-sette giocatori di esperienza, ma dobbiamo avere soprattutto un occhio di riguardo per Zambon e Furlan, i loro finalizzatori».
Ore 10.50 – (Gazzettino) I rischi legati al maltempo sono scongiurati. Oggi è annunciata una giornata fredda ma soleggiata e la disputa della partita con il Tamai non è in dubbio. Sin da giovedì, inoltre, il terreno di gioco dell’Euganeo è stato protetto con i teloni per evitare che le abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi andassero a pregiudicarne le condizioni. Non vi sono restrizioni all’accesso dei tifosi come in occasione della precedente sfida casalinga con il Montebelluna e il Padova è nel frattempo tornato in vetta alla classifica. Ci sono dunque tutti gli elementi per una risposta importante sugli spalti da parte del popolo biancoscudato, dopo i numeri deludenti dell’ultimo appuntamento interno che aveva visto presenti solo 2.936 spettatori, duemila in meno rispetto alla media stagionale. Quello di oggi è il primo di otto incontri casalinghi sui quattordici complessivi rimanenti e dunque la spinta dei tifosi dovrà confermarsi, di qui alla fine, l’arma in più a disposizione dell’undici di Parlato. SCOMMESSE. Nettamente favorito il Padova, secondo l’agenzia Snai di piazzale Stazione, che quota il segno 1 a 1,25; la vittoria del Tamai vale 11, il pareggio 4,7. Basso pure l’over (1,70), nonostante la difesa friulana sia la meno battuta del girone. ANTICIPO. Ieri il Belluno, terza forza del girone, ha sconfitto per 2-1 il Fontanafreddda: a segno Corbanese e Merli Sala, per i friulani Alcantara. TORNEO DI VIAREGGIO. In campo per un’ora il biancoscudato Pittarello, sostituito da Coraini dell’Este (gara intera per il suo compagno Bagattini) nella gara pareggiata in extremis per 1-1 con il Torino dalla rappresentativa di serie D che supera così la fase a gironi.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Volpe dal titolo “Verso l’accordo Comune-Penocchio, il tifo si spacca”) Ritorna il campionato, ma per il Padova è una sfida a 360 gradi, tra presente, passato e futuro. Il presente, inevitabilmente, si chiama Tamai e quei tre punti che non possono sfuggire per dare continuità a un primato riconquistato prima della sosta. Fare pronostici è inutile e lo si è capito, per l’ennesima volta, due settimane fa, quando sembrava essere un turno favorevole all’allora capolista Altovicentino, che invece ha sorprendentemente perso in casa contro il Kras. E allora fa bene Parlato a continuare a ripetere che bisogna guardare innanzitutto in casa propria e battere il Tamai, miglior difesa del campionato, provando per una volta a tenere inviolata una porta che subisce gol ininterrottamente da tre mesi. Poi, se dovessero arrivare buone notizie da Sacile, l’ostico campo in cui è impegnato l’Altovicentino, tanto meglio. Per oggi l’Euganeo sarà il campo principale, ma l’intero ambiente biancoscudato è impegnato anche su altri fronti. Le celebrazioni per il 105esimo anniversario della fondazione del Calcio Padova, hanno riportato a galla il tema del marchio e del vecchio nome. Negli ultimi giorni filtra un consistente ottimismo sul fatto che il Comune possa acquistare marchio e memorabilia (coppe e oggetti vari) concedendo uno sconto sui debiti maturati dal vecchio Calcio Padova. Quindi tutto quanto verrebbe girato in affitto o comodato d’uso all’attuale società. Tutti d’accordo? Forse. Mentre nel sondaggio lanciato online dal nostro sito, i votanti si sono spaccati, con un leggero predominio di chi è a favore dell’acquisto del logo da parte del Comune (54%), ha voluto prendere posizione l’associazione Azionariato Popolare Magico Padova. Un Associazione in via di definizione ma che negli scorsi giorni ha avuto ripetuti contatti con la proprietà della Biancoscudati Padova e ieri ha lanciato una proposta: È opportuno far pagare alla cittadinanza le pendenze legate alla vecchia proprietà?», ha spiegato l’associazione in un comunicato. «Da parte nostra ci proponiamo come interlocutori per l’acquisizione del logo, invitando l’amministrazione e la proprietà a un tavolo comune per discutere di un piano d’acquisto da parte dell’associazione e la successiva cessione in concessione all’attuale società». Un tema che verrà approfondito nei prossimi giorni, di pari passo con l’iniziativa dell’azionariato popolare. «Appena verrà costituita ufficialmente l’Associazione azionariato popolare Magico Padova, lavoreremo con la società su un programma di 4-5 punti, ricevendone delle deleghe organizzative e operative». Se fosse quindi proprio l’associazione di tifosi, il primo nuovo socio, tanto auspicato da Bergamin e Bonetto? La strada non è ancora spianata, ma l’impressione è che il prossimo mese possa essere decisivo in tal senso.
Ore 10.30 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Dopo i sei gol dell’ultima gara confermerà in blocco l’attacco? «L’idea è quella. La formazione di solito nasce un po’ dall’impronta della domenica precedente, ma come ho sempre detto il fatto di far bene una settimana non significa avere il posto assicurato quella successiva. È giusto però che io oggi dia dei principi alla squadra, facendo vedere cosa deve avere un giocatore per guadagnarsi la maglia da titolare». Il Mori pensava solo a difendersi, il Tamai ha la miglior difesa. Ciò significa che il Padova dovrà buttarsi all’attacco nella stessa maniera? «No, non potremo permetterci di attaccare per 90’: ci saranno momenti in cui soffriremo le loro ripartenze, l’importante sarà bucarli alla loro minima distrazione: ci concederanno qualche spazio, ed è lì che dovremo fare la differenza. Quella di oggi sarà una partita ben più difficile, portare a casa i tre punti sarebbe già una bellissima cosa». All’andata il primo tempo fu uno dei più brutti del vostro campionato… «Ricordiamoci anche qual era l’aspetto psicologico di quel momento. Emotivamente (per la morte di Meneghel) è stato un primo tempo molto difficile, quei primi 45’ non li auguro a nessuno. Poi nella ripresa abbiamo avuto più piglio, proprio perché ci siamo tolti quel peso. Attacco a parte, sono tutti a disposizione? «Stanno tutti bene: Niccolini ha recuperato e c’è anche Thomassen, che però non credo di portare in panchina. C’è qualcuno che ha un po’ meno benzina degli altri, ma nel complesso ho tutti a disposizione».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Dopo aver riconquistato la testa della classifica grazie alla vittoria sul Mori Santo Stefano, il Padova torna all’Euganeo per una delle gare più dure della prima metà del girone di ritorno. Oggi alle 14.30 arriva il Tamai, ampiamente tranquillo in classifica e, soprattutto, seconda miglior difesa del girone C con soli 18 gol subiti. Con l’Altovicentino impegnato a Sacile, uno dei tre campi su cui il Padova ci ha lasciato le penne, all’Euganeo sarà una sfida tutta da decifrare: all’andata, dopo un primo tempo disastroso, la squadra di Parlato riuscì a imporsi e vincere nei secondi 45’. Ma era una gara particolare, la prima dopo la tragica morte di Riccardo Meneghel, giovane giocatore della squadra friulana, e oggi sarà tutta un’altra musica. Con i sei gol di Rovereto Parlato ha conquistato la vetta col miglior attacco del girone, e per scardinare una difesa solida si riaffida al pacchetto avanzato di due settimane fa: ancora fuori Ferretti e Amirante, Zubin agirà da solo con Cunico alle sue spalle e la coppia veloce Ilari-Petrilli sulle corsie esterne. «Se vogliamo vincere oggi, serve la partita perfetta», ammette il tecnico alla vigilia. Perché quella di oggi è una gara così difficile? «Il Tamai in trasferta fino ad ora ha perso solo una volta», spiega Parlato. «Sono una squadra quadrata, che lavora bene, e che nel girone d’andata ha trovato una certa solidità. Hanno sei o sette giocatori di grande esperienza, ma un occhio di riguardo andrà ai due attaccanti Zambon e Furlan, coloro che vanno a finalizzare la manovra e che contro di me spesso riescono a trovare il gol. Speriamo possa essere la loro giornata no». Il suo auspicio è rivedere il Padova di Rovereto? «Me lo auguro, ma sarà una partita diversa. L’avversario di oggi è più quadrato, più esperto, ha più qualità: il nostro livello dovrà alzarsi e la prestazionedovrà essere di una qualità superiore se vogliamo fare la differenza».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Dopo la sconfitta per 2-3 dell’andata, il Tamai – miglior difesa del campionato – sbarca oggi all’Euganeo rinfrancato da quattro recuperi importanti. Rientrano dalla squalifica il centrale Brustolon e il mediano Petris, e sono guariti i fratelli Furlan. Per mister De Agostini confermato il 4-3-3, con bomber Sellan in avanti supportato da Zambon e Federico Furlan, due che quando vedono Parlato solitamente la buttano dentro: il primo, alcuni anni fa, condannò il tecnico alla fine dell’avventura con la Sacilese, il secondo l’anno scorso inflisse al Pordenone la prima sconfitta dopo dieci vittorie consecutive. In mezzo al campo, invece, spazio a Pavan, lanciato in Serie D proprio la stagione scorsa da Parlato in maglia neroverde.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La Rappresentativa della Lega Dilettanti non era partita certo con l’obiettivo di farsi strada tra le più importanti formazioni giovanili italiane. Eppure c’è riuscita, superando il girone da imbattuta alle spalle proprio del Toro: «Il pregiudizio comune è che noi giovani, che di solito giochiamo nelle formazioni di serie D, siamo meno importanti o preparati di coloro che invece militano nelle Primavere delle squadre più importanti. La realtà è che non è così, non è assolutamente vero e l’abbiamo dimostrato passando il turno: ora cerchiamo di arrivare il più lontano possibile». Ed è una anche Rappresentativa molto padovana, visto che oltre a Pittarello ci sono anche Coraini e Bagatini, giovani dell’Este. Una vetrina che continuerà dalla prossima settimana: agli ottavi: martedì, Pittarello e compagni dovrebbero vedersela con l’Inter. Ma oggi, da Viareggio, il giovane attaccante biancoscudato cercherà di concentrarsi su tutt’altra partita: «Spero di trovare un modo per seguire il Padova. È una partita che deve andare bene, per forza: ai miei compagni non auguro di vincere, lo pretendo!», sorride, «Contro il Tamai dobbiamo vincere, conquistare punti importanti che ci avvicinino al sogno».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quasi all’ultimo respiro la Rappresentativa Serie D riesce a strappare il passaggio agli ottavi di finale. Se l’è vista brutta, la squadra dei baby dilettanti, contro il Torino primo nel girone, in vantaggio a metà ripresa grazie alla rete di Mantovani: con quel punteggio, e con la momentanea vittoria dei messicani del Santos Laguna sull’Empoli, la squadra di Pittarello e compagni sarebbe stata eliminata. Meno male che ci ha pensato il giovane Farinazzo del Legnago, nei minuti di recupero, a regalare pari e qualificazione ai ragazzi allenati da Gentilini. Alla prima, contro l’Empoli, Filippo Pittarello era entrato in campo negli ultimi 10’ di gara. Tre giorni fa, contro i messicani, nell’ultima mezz’ora aveva aiutato i compagni alla grande rimonta. Ieri, contro il Toro, finalmente la gioia della prima da titolare: «Una bellissima esperienza, davvero», racconta il giovane attaccante biancoscudato, «Si gioca ogni due giorni, si vive letteralmente lontano da casa e insieme a compagni che prima si vedevano sì e no due volte all’anno, il ritmo è un po’ duro ma è sicuramente un’esperienza che ti fa crescere, e una grandissima emozione».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A un mese e mezzo dall’ultima volta, l’Euganeo riapre le sue porte. Perché complici la sosta invernale, la doppia trasferta a Valdagno e a Mogliano ai primi di gennaio e pure la sosta di domenica scorsa, oggi l’impianto di viale Rocco tornerà a farsi sentire (Tribuna Fattori compresa) per la prima volta dalla partita prenatalizia con l’Union Ripa. L’impianto dunque tornerà oggi a riempirsi di nuovo e la speranza della società è che, dopo due domeniche di calo, anche il numero di spettatori allo stadio torni a farsi importante. I biglietti per il match dell’Euganeo sono ancora in vendita tramite il sito www.ticketone.it e nei punti vendita Ticketone aperti sino alle 12 di oggi, mentre alle 13 – a un’ora e mezza dall’inizio del match – apriranno i battenti i botteghini attigui al parcheggio Sud dello stadio. Per ciò che riguarda il campo di gioco, invece, negli ultimi cinque giorni il manto erboso era stato protetto dai teloni di plastica, che sono stati rimossi ieri permettendogli di arrivare al match in buone condizioni.
Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Mazzocco; Ilari, Cunico, Petrilli; Ferretti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Sarò ripetitivo ma quella di oggi è una partita difficile, chi conosce la categoria capirà perché insisto su questo aspetto. Battere una squadra così quadrata sarà ancor più importante e, per questo, dobbiamo alzare ulteriormente l’asticella dal punto di vista della dinamicità e della concretezza. Al minimo errore dobbiamo riuscire a colpirli, perché ci saranno momenti in cui soffriremo. Dobbiamo creare delle difficoltà per bucare la loro solida difesa. Dobbiamo fare la partita perfetta, in definitiva e sono sicuro di non esagerare». Capitolo formazione. Niccolini e Thomassen sono recuperati, in attacco nonostante la grandinata di gol a Rovereto di Amirante e Zubin, potrebbe toccare (a sorpresa ma non troppo) di nuovo al «Rulo» Ferretti. Non a caso Parlato chiude così la chiacchierata della vigilia: «Il fatto che un giocatore abbia fatto bene nella partita precedente non significa che automaticamente venga confermato titolare a quella successiva…». Un indizio o solo un abile depistaggio? Oggi attorno alle 14, al momento della consegna della distinta delle formazione, arriverà la risposta definitiva.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Non ho fatto questi due nomi a caso, visto che sfortunatamente segnano spesso contro di me. Speriamo incappino in una giornata no, anche se poi come sempre dipenderà molto da noi e dal giusto atteggiamento da avere in campo. All’andata fu molto complicato dal punto di vista mentale, per quanto successo di extracalcistico in quella settimana (un giovane giocatore del Tamai perse la vita alla vigilia del match in un incidente stradale, ndr ) non auguro a nessuno di giocare quei primi 45 minuti in quelle condizioni…». Ai giocatori Parlato ha ricordato che il destino del Padova è nelle loro mani e che ci vorrà grande maturità all’interno dello spogliatoio per gestire la concorrenza fra compagni di squadra. Una situazione, secondo l’allenatore campano, praticamente obbligata per una squadra che vuole vincere il campionato: «Non sono preoccupato a dover gestire tanti uomini — sottolinea Parlato — perché preferisco avere possibilità di scegliere piuttosto che trovarmi a corto di giocatori. Ho ricordato ai ragazzi per l’ennesima volta che dobbiamo giocare in 11 in tutte le fasi».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Pausa, ripartenza, via. Le distrazioni stanno a zero, il mercato è finito, ci sono 14 partite per chiudere la stagione e da oggi a Padova e dintorni si penserà solo al campo e ai risultati che matureranno settimana dopo settimana. Non è facile per Carmine Parlato padroneggiare un gruppo ricco d’individualità (forse sin troppo), numericamente abbondante in ogni reparto e sottoposto a una pressione ambientale non trascurabile. Questo perché Padova vuole a Lega Pro, è quasi obbligata a fare il salto e tutto quello che ostacola il cammino può rappresentare un problema. Oggi si torna a giocare e alle 14.30 all’Euganeo arriva il Tamai, già battuto all’andata non senza fatica e avversario a dir poco insidioso. «Ha la miglior difesa del campionato e ha perso una sola volta fuori casa — ammonisce Carmine Parlato dopo la rifinitura del sabato mattina all’Appiani — il che vuol dire che è una squadra quadrata. È una squadra che conosco bene, dovremo fare grande attenzione, in particolar modo su Zambon e Furlan ma possiedono anche altri giocatori esperti e di categoria».
Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 47, AltoVicentino 45, Belluno 41, Sacilese 36, Clodiense 33, ArziChiampo 32, Fontanafredda 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 29, Montebelluna e Union Pro 28, Giorgione 23, Dro e Legnago 19, Kras Repen 18,Triestina 16, Mezzocorona 10, Mori Santo Stefano 8.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventunesima giornata, domenica 8 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Mezzocorona, Belluno-Fontanafredda 2-1, Clodiense-Union Pro, Dro-Montebelluna, Giorgione-Mori S. Stefano, Kras Repen-Triestina, Legnago-Union Ripa La Fenadora, Padova-Tamai, Sacilese-AltoVicentino.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventesima giornata: AltoVicentino-Kras Repen 0-1, Fontanafredda-Giorgione 2-1, Mezzocorona-Belluno 3-1, Montebelluna-Legnago 2-2, Mori S. Stefano-Padova 2-6, Tamai-Clodiense 0-0, Triestina-ArziChiampo 2-2, Union Pro-Dro 1-0, Union Ripa La Fenadora-Sacilese 1-2.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 7 febbraio: rifinitura all’Appiani per i Biancoscudati, recuperati Thomassen e Niccolini.