Si è chiuso ieri alle 23 il calciomercato invernale delle squadre professionistiche e dopo tanti anni sulla cresta dell’onda, era una sensazione quasi surreale nella città del Santo non aspettare il gong e gli ultimi colpi sulla sirena. In serie D il coinvolgimento del Padova è stato solo parziale, visto che la vera sessione si era già conclusa a metà dicembre e che a gennaio si è provveduto a qualche ritocco per quanto riguarda i giovani di serie. L’ultimo arrivato — in attesa di novità sul fronte societario che difficilmente arriveranno prima della fine del mese, con la promessa restituzione al sindaco del marchio del vecchio Calcio Padova, cioè lo scudo tanto caro ai tifosi — è il centrocampista Giovanni Fenati. Classe ‘95, arriva dalla Lucchese via Sampdoria. Ora l’attenzione si sposta sul calcio giocato.
De Poli, soddisfatto della sessione di mercato chiusa con l’arrivo di Fenati?
«Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Mancava un tassello, che siamo riusciti a sistemare dopo aver restituito Bruzzi al Livorno (ieri passato al Viareggio, ndr). Fenati è un centrocampista centrale, può giocare sia interno che centrale, o mezzala a seconda dei moduli utilizzati. È una buona alternativa che mettiamo a disposizione di Parlato».
La necessità di rispettare il regolamento nello schieramento degli Under vi ha creato qualche problema. È stata una questione forse un po’ sottovalutata?
«No. Il mister conosce la categoria e abbiamo sempre lavorato in sinergia. Il problema è che non è facile trovare giovani di serie bravi e non ha senso prendere qualcuno tanto per prendere. Ci siamo mossi quando abbiamo avuto la certezza o comunque la convinzione che chi andavamo a mettere in organico potesse darci veramente una mano».
Bearzotti della Primavera del Verona è stato a lungo un vostro obiettivo. Poi cos’è successo?
«Alla fine effettivamente il Verona non ha voluto darcelo, visto che stava facendo molto bene con la Primavera. Il mister lo conosceva, diciamo che abbiamo valutato, una volta preso atto che non si riusciva a chiudere quell’operazione, che forse ci serviva maggiormente un centrale».
Zubin è stata l’operazione per voi più difficile?
«No, direi di no. Se devo essere sincero, abbiamo avuto tantissime difficoltà a sistemare Bruzzi. Zubin ha sempre voluto venire da noi, mentre per Bruzzi abbiamo dovuto sudare, avere pazienza e faticare fino all’ultimo».
Domenica si riparte dopo la pausa, c’è il Tamai. Come sta la squadra?
«Psicologicamente è stato importante arrivare alla pausa da primi. Il campionato è lungo, ci sono stati tanti colpi di scena e ce ne saranno ancora. Vogliamo arrivare in fondo e ce la metteremo tutta».
Sabato la tifoseria ha dato una grande prova di attaccamento ai colori biancoscudati. Che ne pensa?
«Ho sempre detto che i nostri tifosi sono un’arma importantissima per noi. L’entusiasmo che ci accompagna può fare la differenza, poi sta alla squadra sul campo dimostrare il proprio valore».
Fonte: Corriere del Veneto