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Ore 20.50 – (Il Piccolo) La Triestina non sa ancora dove si giocherà la sfida con il Kras dell’8 febbraio, ma intanto continua a prepararsi per un derby che resta importantissimo per la classifica della serie D, anche se per il momento ha fatto discutere soprattutto per la sede di gioco. Ieri gli alabardati hanno trovato un leggero nevischio ad accoglierli sul sintetico di Prosecco e dopo il riscaldamento hanno disputato una partitella di sessanta minuti, mentre stamane disputeranno l’ultima seduta all’interno delle strutture dello stadio Nereo Rocco, prima di un rompete le righe di due giorni, considerata la pausa in campionato. Occhi ancora puntati su Fiore, che al momento ha continuato a svolgere un lavoro esclusivamente atletico: un suo eventuale utilizzo per la sfida con il Kras andrà dunque valutato la prossima settimana. Il difensore si sta allenando con un tutore alla mano fratturata, ma ha sempre evitato al momento le partitelle. Nel corso della settimana è stato fatto anche un tentativo in entrata per un difensore svincolato, all’ultimo però non se ne è fatto niente. Questo non vuol dire che il mercato della Triestina debba venir considerato chiuso: in società si continua infatti a dire che si sta cercando non solamente un difensore centrale, ma soprattutto un attaccante dalle caratteristiche che ancora mancano nella rosa alabardata, ovvero una classica prima punta di peso. Ma alla fine di gennaio trovare qualcuno che possa davvero migliorare la qualità della squadra non è semplice, anche se il tentativo andrà comunque avanti anche nei prossimi giorni. Intanto bisogna fare i conti con il materiale che è già a disposizione di mister Ferazzoli e stare bene attenti sul piano fisico a non perdere elementi in vista della prossima settimana. Sotto questo aspetto, gli acciacchi di Spadari e Sittaro hanno costretto i due giocatori ancora ai box, ma si tratta di problemi che non destano particolare preoccupazione. Spadari accusa un dolore alla caviglia destra, mentre Sittaro ha un risentimento muscolare: i due centrocampisti hanno riposato negli ultimi giorni, ma per la prossima settimana dovrebbero essere disponibili. Ventura invece, vittima a metà settimana di un trauma contusivo al ginocchio destro, è già rientrato in gruppo, come del resto lo stesso Bedin. E considerato che non nelle file alabardate non ci sarà nessun squalificato, il tecnci o Ferazzoli in vista del derby con il Kras potrà contare in pratica sull’intera rosa, a parte il dubbio Fiore.
Ore 20.20 – (Il Piccolo) «La Federazione ha detto di no al Rocco perché ci sono altre squadre invischiate nella lotta alla salvezza. Non è solo una questione tra Kras e Triestina: né il presidente Pontrelli, né io possiamo fare nulla per giocare a Trieste. E con il no della Questura allo stadio di Monrupino, purtroppo, il buon senso non riuscirà a prevalere in alcun modo». Goran Kocman, presidente del Kras, risponde così all’appello della massima carica della Triestina per cercare assieme di convincere la Federazione a cambiare idea sulla possibilità di disputare al Rocco il derby in programma domenica 8 febbraio. «A Roma sono stati categorici da subito – prosegue Kocman – motivo per il quale eravamo convinti, che una volta bocciato il Rocco, avremmo giocato a Repen. Invece la Questura non ha dato l’ok al nostro campo, omologato per la serie D. E adesso dovremo migrare su un campo del Friuli. E’ veramente assurdo». Kocman conferma quale sarebbe stata la soluzione migliore: «Giocare da noi e riservare 600 biglietti alla Triestina. Così facendo un ampio pubblico alabardato, molto più numeroso rispetto ai supporter che seguono normalmente la squadra fuori casa, avrebbe potuto andare in trasferta a pochissimi chilometri da casa propria. Invece no. Ora andremo a giocare non si sa dove in Friuli. E dubito fortemente che a seguire la partita ci saranno 600 tifosi della Triestina, più i 350 del Kras che invece sarebbero venuti a Monrupino». In realtà ieri Kocman ha provato un estremo tentativo. Ha effettivamente chiamato il suo omologo alabardato Pontrelli proponendo di far disputare il derby lunedì 9 febbraio alle 14.30. Un giorno feriale probabilmente alleggerirebbe i rischi che potrebbe comportare una partita alla domenica, visto che ci sarebbe meno pubblico. L’idea tuttavia non è stata raccolta dalla Triestina. Quindi ricomincia la caccia a una sede alternativa. In Friuli. «Mi è passata la voglia di stare nel mondo del calcio: sembra che dobbiamo andare in guerra invece che partecipare a una festa dello sport». Kras-Triestina sta diventando un affare di Stato che va ben oltre il senso logico del calcio. Passando invece al calcio giocato oggi alle 17 a Dolina le Furie rosse del Carso affronteranno la compagine dell’Ancarano. La lista dei convocati dovrebbe prevedere l’impiego di più di qualche giocatore Juniores che si sta mettendo in luce nel campionato nazionale.
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Le ultime dai campi sono incerte. Il Ripa Fenadora ha organizzato un’amichevole per oggi pomeriggio alle 14.30 sul sintetico di Tonadico contro il Primiero, ma le neve caduta nelle ultime ore probabilmente farà saltare la partita. Allora squadra in palestra, perché è col lavoro che si esce dal momentaccio. Questo il concetto in casa neroverde. «Ai ragazzi sto chiedendo di lavorare duramente, di non ascoltare le voci, di stare uniti e concentrati perché così sono convinto che ribalteremo la situazione», dice il tecnico Massimiliano Parteli, «e sono barzellette quelle di problemi tra di noi. C’è gente che parla senza conoscere il nostro ambiente. Restiamo concentrati per prenderci anche delle rivincite nei confronti delle malelingue che parlano solo per cattiveria. Problemi tra allenatore, società e giocatori non ce ne sono e non ce ne sono mai stati. Chi mette in giro false voci non merita nemmeno commenti. Noi lavoriamo concentrati e uniti, e sicuramente ci rialzeremo». SPIRITO VINCENTE. Questa settimana la squadra si è sempre allenata tranne ieri, quando il tecnico ha concesso un giorno di riposo. «Nonostante abbiamo perso le ultime tre partite, abbiamo sempre lavorato nella stessa maniera, sui nostri principi di gioco», spiega l’allenatore del Ripa Fenadora, «dopo Dro ho visto passi avanti sia a Chioggia e sia in casa con la Sacilese, quando abbiamo fatto comunque un’ottima prestazione. I risultati in questo periodo non stanno arrivando, ma i ragazzi devono continuare a lavorare come sempre e faremo girare le cose: già da Legnago ci proveremo con tutte le forze e sono convinto che daremo una svolta al nostro campionato». L’UNION NON CAMBIA. «Abbiamo una mentalità e una filosofia che portiamo avanti», dice Max Parteli, «grande cultura del lavoro, tutti devono farsi trovare pronti. Alla lunga il lavoro paga sempre, in questo momento non siamo certo fortunati e commettiamo anche errori individuali che ci stanno punendo oltre i nostri demeriti, ma abbiamo fiducia. I ragazzi si sono allenati con grande dedizione e sono sereno. La squadra sta facendo bene e merita di sbloccare questa situazione antipatica per tutti». ULTIMO ARRIVATO. Il gruppo ha accolto il nuovo arrivo, il portierino classe 1997 in prestito dal Chievo Verona Matteo Salsano, che ha cominciato ad ambientarsi. «C’era questa possibilità, che non stavamo cercando: è capitata e l’abbiamo colta. È un investimento per il futuro», commenta Parteli, «Matteo è venuto per allenarsi e giocarsi le sue possibilità. Appena avrà assimilato i carichi di lavoro e sarà integrato nell’ambiente, conoscendo meglio i compagni, potrà essere una soluzione. Parliamo di un ragazzo del ’97, per cui dovremo avere pazienza, non dargli pressione ma aiutarlo nell’inserimento».
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) In Piazzale della Resistenza si programma già la prossima stagione: anche in relazione alle categorie allievi e giovanissimi che quest’anno partecipano al campionato Elite. Entrambe lo formazioni, nonostante sia solo gennaio, sono messe molto bene in classifica; e il responsabile del settore giovanile, Antonio Tormen, sta già lavorando con il suo staff per la prossima stagione. «Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto finora», spiega, «gli allievi sono terzi in classifica e i giovanissimi quinti con una partita in meno: questo ci permette di pensare già al prossimo anno. Siamo l’unica società ad avere due squadre nei campionati Elite, una competizione da non sottovalutare perché si vanno ad affrontare tutti i migliori settori giovanili del Veneto. Per giocare questo tipo di campionato bisogna vincere il regionale, e non è facile. E’ per questo che, una volta raggiunta, si cerca di mantenere la categoria a tutti i costi». Ma gira voce che potrebbe cambiare aria a fine stagione, magari per ritornare a fare il ds in qualche altra squadra. «Personalmente vorrei continuare questo lavoro», replica Tormen, «al Belluno mi trovo bene e mi piace quello che sto facendo. Si è creata un’ottima sintonia con i collaboratori, non ci sono attriti e da parte mia non c’è motivo di essere insoddisfatto. Il lavoro che sto facendo sta dando i propri frutti e sono molto contento. Richieste? Qualche chiamata l’ho ricevuta ma sono cose che ci stanno. La mia permanenza non dipende solo da me; e non ho ancora parlato con la società del mio futuro». La prima squadra sta attraversando un periodo difficile: c’è da preoccuparsi? «Nell’arco di una stagione ci sta attraversare un periodo poco brillante», prosegue il dirigente, «non sono affatto preoccupato. Sono qui al campo otto ore al giorno e vedo sempre che i ragazzi si allenano bene. E’ solo un periodo sfortunato tra gol regolari annullati, squalifiche e infortuni». Padova e Altovicentino sono superiori al Belluno? «Direi di sì; hanno giocatori di categoria superiore o il top per la D. Numericamente parlando, hanno rose superiori. In più il Padova ha il nome che è una garanzia e un pubblico numeroso. Avere cinquemila o più tifosi che ti vengono a vedere sugli spalti in serie D è un fattore molto importante». La prima squadra ieri (causa neve e blocco idrico) non si è allenata. Oggi e domani i gialloblù si riposano e lunedì ricominceranno a lavorare in vista del match di sabato 7 febbraio in anticipo al Polisportivo col Fontanafredda. Ruben D’Incà nel frattempo è a riposo e la prossima settimana verrà visitato nuovamente per capire meglio i tempi del suo rientro.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tre punti importanti, arrivati grazie allo splendido gol su calcio piazzato di Bellazzini, in una partita difficile, molto combattuta, in cui il Venezia ha avuto la grande capacità di capitalizzare nel migliore dei modi una delle poche occasioni della partita, grazie al sinistro del suo numero 10. E la grande gioia per questa vittoria la si nota dalla soddisfazione con cui il tecnico arancioneroverde, Michele Serena, commenta il successo dei suoi ragazzi: «Abbiamo rischiato contro un ottima squadra, come sapevamo fosse il Mantova. Avevo visto le ultime 2 partite, dove hanno conquistato 13 punti contro i nostri 11, dimostrando di essere una squadra in piena salute. Consci di questo, abbiamo volutamente preso dei rischi, trovandoci in molte volte in situazioni di uno contro uno in difesa. Abbiamo giocato una gara molto aggressiva per cercare di limitare il loro notevole palleggio, ottenendo buoni risultati. Se fossi nei panni del loro mister sarei dispiaciuto, ci stava il pari viste le le occasioni che hanno creato. Si sono trovati un paio di volte davanti al portiere, ma anche a causa dei nostri errori, e questo è un aspetto, quello della gestione di gara, che va migliorato. Una volta in vantaggio basta gestire la partita, senza rischiare cercando anticipi quando invece dovremmo temporeggiare. Per quanto riguarda il rigore reclamato dal Mantova, mi hanno detto che potevano essercene due anche per noi, su Peccarisi e su Varano. Ma sinceramente non ho visto gli episodi, mi fido di quello che mi hanno detto e dei commenti in tivù. È stata sicuramente una gara diversa dalla altre, ho ricordi intensi ed importanti, e proprio per questo tenevo particolarmente a questa partita. Sono contento che la squadra abbia interpretato al meglio la gara, concentrandoci sui nostri punti forti come l’aggressività e l’atteggiamento, come abbiamo fatto anche la settimana scorsa. Abbiamo concesso un solo tiro in porta durante i 90 minuti, per cui non posso che essere soddisfatto della prova dei ragazzi».
Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Aspettando il presidente Yuri Korablin. Al momento la data del suo arrivo all’aeroporto di Tessera è quella di lunedì, dopodomani, e c’è naturalmente grande aspettativa da parte di dirigenti, staff tecnico e tifoseria per capire quali saranno i prossimi passi del numero uno russo del Venezia. Korablin manca dalla città da sei mesi esatti, quando a fine luglio incontrò il commissario prefettizio Zappalorto per la questione stadio, e vide la prima uscita amichevole del Venezia a Scorzè. «Mi aspetto di poter avere un confronto sereno, e che il presidente ci dia la sua visione delle cose per pro- seguire questo progetto» commenta il direttore generale del Venezia, Dante Scibilia, «vedremo cosa succederà la prossima settimana. Per ora sappiamo solo che arriverà e che ha fissato già degli appuntamenti con i vari referenti societari. Se ne avrà altri non ne sappiamo assolutamente nulla. Stesso dicasi per il futuro: se sarà roseo possiamo solo sperarlo. Per ora non ne abbiamo idea, stiamo gestendo l’ordinario e andiamo avanti così. Certo che, un conto è navigare a vista, un altro è avere tra le mani un progetto reale al di là delle parole. Il presidente Korablin ha sempre dimostrato di credere in questo cammino, e ha investito capitali nel Venezia, ma è innegabile che questi ultimi sei mesi sono stati per noi difficili». Taglio dei costi, risparmi su ogni spesa, e anche sugli stipendi dei giocatori sono stati fatti, come del resto chiesto dallo stesso presidente nell’ultima riunione avuta a Mosca. «Abbiamo ridotto i costi all’osso, facendo affidamento solo sui fornitori strategici e abortendo tutti quei progetti che avrebbero potuto portarci a degli investimenti» aggiunge il direttore generale del club, «certo, azzerando questi ultimi, per forza di cose non abbiamo potuto fare ricavi; non sviluppando marketing e merchandising, e neppure potendo fare qualcosa per incrementare il pubblico allo stadio Penzo. Un elogio va fatto al direttore sportivo Ivone De Franceschi, che ha fatto un gran lavoro in questa sessione invernale di mercato, permettendo alla società di abbassare il monte stipendi. Ma del resto in lui c’è sempre stata la massima fiducia, e conosciamo le sue indubbie qualità nel ruolo che ricopre. Intanto, tra martedì e mercoledì della prossima settimana contiamo di poter presentare lo sponsor che apparirà sulle maglie del Venezia». Occasione nella quale dovrebbe quindi esserci anche il presidente Korablin. «Lo stadio nuovo? Una questione alla quale sono sempre stato ai margini e non saprei cosa dire. Ne parlerà semmai il presidente, avendo sempre seguito lui la vicenda in prima persona. Sulla squadra posso dire che l’impegno non deve mancare, sono tutti professionisti e stanno dando il massimo. Ovvio che la situazione può anche incidere sul loro rendimento, ma i risultati sono la somma di tanti fattori, fortuna compresa».
Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia allunga la serie positiva in campionato, e come all’andata stende il Mantova per 1-0, con una buona dose di fortuna e un rigore solare negato agli avversari. Serata gelida e campo scivolosissimo a causa della pioggia pomeridiana. Serena schiera l’ormai consueto 3-5-2, per contro Juric propone un 3-4-3 molto aggressivo. I virgiliani dimostrano subito di non essere partiti con l’idea del pareggio. Sono più incisivi e convinti sul pallone, prendono campo pressando gli esterni e il portatore di palla del Venezia con sistematici raddoppi. La squadra di Serena fatica e subisce, cerca l’area avversaria ma davanti di palloni giocabili ne arrivano pochissimi. Il primo brivido lo offrono gli ospiti con Said che viene anticipato da Fortunato in area, sventando così il pericolo. Sales sulla sinistra è costantemente sotto pressione, perché le sovrapposizioni di Gonzi e Trainotti non danno respiro. Con gli esterni di centrocampo bloccati il Venezia tenta per vie centrali di trovare una soluzione buona, però Guerra e Magnaghi si piantano sulla trequarti avversaria. Al 20’ Scialpi dà solo l’illusione del gol con un corner battuto basso, e allora è Guerra a provarci al 29’ con un sinistro in corsa che finisce direttamente in curva. Il finale è di marca mantovana. Al 37’ ancora Said scambia in area ma la conclusione è fuori, mentre al 40’ la difesa arancioneroverde se la vede brutta: Boniperti in corsa scavalca con un pallonetto Fortunato senza inquadrare la porta. Lo stesso attaccante riprende il pallone servendo Blaze che però perde il tempo, e sull’ingresso in area di Paro salva tutto l’onnipresente Legati. Nel finale solo un brivido per Festa, con Bellazzini a calciare rasoterra in area e Guerra a mancare il controllo a due metri dalla riga di porta. Nella ripresa il Venezia alza il baricentro, ma si offre al contropiede del Mantova, e la sfida finalmente si accende. Bellazzini al 4’ calcia una punizione sull’esterno della rete. Tre minuti più tardi tocca a Caridi rendersi pericoloso: perfetta la battuta di Paro dalla destra, ma il pallone deviato esce sul fondo di poco. Al 16’ Di Santantonio (subentrato nel primo tempo a Raggio Garibaldi) rischia di farla grossa con una deviazione verso la propria porta, ma sul rovesciamento di fronte Caridi in contropiede si fa metà campo e serve Said, l’esterno sinistro di quest’ultimo sfiora il palo, e Fortunato lo è di nome e di fatto. I ritmi salgono e le squadre si allungano. Il Mantova dopo Raggio Garibaldi perde per infortunio anche Gonzi, costretto a uscire in barella. Serena toglie Scialpi per Varano, accentrando in mezzo Bellazzini. Il coniglio dal cilindro lo estrae proprio Bellazzini, al quarto gol in altrettante giornate. Al 29’ timbra una punizione perfetta da venti metri che si infila sotto l’incrocio. Che la fortuna stia girando per il Venezia lo si capisce al 33’, quando Peccarisi perde palla e Said solo davanti a Fortunato calcia a lato. Idem al 35’ quando ancora Peccarisi devia con il braccio in area un tiro di Gyasi e l’arbitro nega il rigore più che evidente. Gli ultimi minuti sono una battaglia: Scrosta non vede la porta, Fortunato si erge ancora a protagonista e i tre punti stavolta restano tutti in laguna.
Ore 17.40 – Qui Padova: terminano i festeggiamenti in Piazzetta della Garzeria, la festa continua in Favelas.
Ore 17.35 – Qui Padova, Roberto Bonetto: “Che dire quando si vede una tifoseria così unita e compatta che sostiene e soffre con questa società per questi colori? Mi unisco ai ringraziamenti al sindaco, vogliamo portare avanti l’impresa di portare il Padova dove più gli compete. Voi fate la differenza, a Valdagno eravamo tutti commossi a vedervi sugli spalti. Lancio un appello alla classe imprenditoriale padovana: abbiamo bisogno che imprenditori dai nomi anche più altisonanti vengano a darci una mano per portare il Padova in alto”.
Ore 17.30 – Qui Padova, Claudio Ottoni (ex capitano Padova): “Sono contento per il mio amico Carmine Parlato, perché sta dimostrando anche quest’anno tutto il suo valore. È un immenso piacere vedervi qua in così tanti, speriamo di festeggiare a maggio. Forza Padova!”. Matias Cuffa: “Porterò sempre nel cuore questa città, questa società, questi colori e voi tifosi. Vi seguo sempre, forza Padova!”.
Ore 17.25 – Qui Padova, Cinzia Rampazzo (assessore allo Sport): “La storia cominciata nel 1910 è viva, e lo sarà ancora a lungo. Vorrei ringraziare il sindaco Massimo Bitonci, che ha capito subito che Padova non poteva rimanere senza calcio. Vorrei ringraziare Bergamin e Bonetto, che hanno avuto il coraggio di raccogliere questa scommessa, e anche la squadra, perché sta onorando una maglia che ha fatto la storia del calcio italiano. Dulcis in fundo ringrazio voi tifosi, perché senza di voi non esisterebbe tutto ciò”.
Ore 17.20 – Qui Padova: parte il corteo da Piazza Cavour verso Piazzetta della Garzeria, dov’è nato il Calcio Padova nel 1910. Cori e fumogeni, circa 1.500 i tifosi presenti. A capo del corteo lo striscione: “105 anni di gloria, continuerà in eterno la nostra storia!”
Ore 17.00 – Qui Padova, flash di Matias Cuffa: “Tornare l’anno prossimo? Magari, mi piacerebbe molto! Seguo sempre la squadra, e spero che torni in Lega Pro…”.
Ore 16.50 – Qui Padova: presenti per i Biancoscudati il presidente Giuseppe Bergamin con la moglie, Roberto Bonetto, Edoardo Bonetto, Carmine Parlato, Adriano Zancopè e in rappresentanza della squadra Petkovic, Thomassen, Aperi e Mattin.
Ore 16.40 – Qui Padova: bagno di folla per i giocatori biancoscudati di ieri presenti, ovvero Cuffa, Cano, Simonini, Ottoni, Bergamo, Gabrieli, Longhi, Montrone e Pellizzaro.
Ore 16.30 – Qui Padova: già moltissimi i tifosi presenti in Piazza Cavour.
Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’impressione è che per Paolo Favaretto non sarà affatto facile far dimenticare Michele Marcolini. La strada per il tecnico veneziano è a dir poco in salita, considerato quanto abbia fatto male alla squadra l’esonero del suo predecessore. Lacrime, commozione e qualche pianto hanno salutato Marcolini, una versione forse un po’ più strong di quanto accaduto nella passata stagione con Mario Vittadello, che fu esonerato da quarto in classifica per fare spazio a Lamberto Zauli. I giocatori hanno scritto una lettera a Marcolini e al suo vice Davide Mandelli, per sottolineare la gratitudine nei loro confronti e l’eccellente rapporto avuto in questi mesi. «In un mondo in cui la gratitudine esiste solo a parole — il contenuto della missiva — che si perdono in un filo di vento, la rosa dei calciatori del Real Vicenza intende pubblicamente e per iscritto ringraziare lo staff uscente, Michele Marcolini e Davide Mandelli per il rapporto lavorativo ed umano condiviso in questi mesi, andati di pari passo con risultati sportivi importanti e insperati alla vigilia. La scelta della società — come già chiaramente espresso — ci trova in disaccordo perché non ha tenuto conto del fatto che il calcio non è solo un lavoro “meccanico”, bensí frutto di componenti passionali ed emotive. Detto questo andremo avanti rispettando le decisioni prese da chi comanda nonché rispettando il nostro ruolo di lavoratori dipendenti. Continueremo con la professionalità sin qui dimostrata, tutti uniti, ricercando il massimo dei risultati ottenibili. Grazie Michele. Grazie Davide». Lo strappo è importante, ma i giocatori promettono massimo impegno. Favaretto, la cui professionalità non può essere messa in discussione da nessuno, anche. La prima verifica domani alle 12.30 a Busto Arsizio contro la Pro Patria: un test da non fallire, per evidenti motivi.
Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Mentre con la lettera aperta continua a tener banco la vicenda dell´esonero di Marcolini, indigesta alla squadra, c´è anche una partita da preparare con il nuovo tecnico Paolo Favaretto. E ci si chiede se sarà un Real Vicenza nel segno della continuità oppure no. Contro la Pro Patria sarà in campo con il 3-5-2 lasciato in eredità da Marcolini o con il 4-4-2 caro all´allenatore mestrino subentrato in settimana? Solo questa mattina, in occasione della rifinitura che la squadra svolgerà in via Calvi, se ne saprà di più. Intanto, in vista della gara in programma a Busto Arsizio domani alle 12,30, i dubbi riguardano l´assetto tattico e la disponibilità di Carlini (lieve distrazione all´adduttore) che però dovrebbe farcela. Il Real Vicenza ha vissuto una settimana molto particolare, iniziata con lo sciopero dei giocatori, che per rispetto nei confronti dell´ex tecnico non hanno effettuato la prima seduta con Favaretto, il quale ha avuto davvero poche giornate per preparare la sfida con la Pro Patria. Proprio per questo motivo è possibile che Favaretto, per non stravolgere i meccanismi della squadra, opti per l´abituale 3-5-2. In questo caso, la novità rispetto alle ultime uscite dovrebbe essere il rientro di Polverini al centro della difesa. Lo stopper di Anzio, che ha recuperato dall´infortunio muscolare che l´ha tenuto ai box per due mesi, è pronto a tornare in campo dal primo minuto. Curioso, tra l´altro, che il suo rientro coincida contro la Pro Patria, in cui ha militato per sei stagioni. In difesa quindi, davanti a Tomei dovrebbe essere ricomposta la linea di sempre con Carlini, Polverini, Piccinni, da destra a sinistra; assente per squalifica Quintavalla. A centrocampo, nel 3-5-2, sono pronti i soliti cinque, vale a dire Lavagnoli, Cristini, Dalla Bona, Malagò e Vannucci, con la possibilità che giochi Pavan al posto di Malagò, vecchia conoscenza di Favaretto al Venezia. In avanti, accanto a Bruno, è in pole Margiotta. Nei giorni scorsi Favaretto non si è sbilanciato sul modulo, spiegando di non voler «offrire vantaggi» agli avversari. Ma è un fatto che al nuovo tecnico sia sempre piaciuto il 4-4-2 e allora quale potrebbe essere, in tale assetto, l´undici di partenza? Tomei in porta, linea difensiva composta da Carlini, Polverini, Piccinni, Vannucci (da destra a sinistra), centrocampo con Lavagnoli, Dalla Bona, Pavan e Malagò, attacco con Bruno e Margiotta. Dunque con il 4-4-2 il sacrificato in panchina sarebbe Cristini, molto più a suo agio nel 3-5-2 con i suoi inserimenti e ora non al meglio della forma. Favaretto potrà sfogliare la margherita in attacco, dove oltre a Bruno e Margiotta ci sono Bardelloni, Galuppini e Gomes, altra vecchia conoscenza dell´allenatore mestrino. La Pro Patria intanto ha ufficializzato il nome del nuovo proprietario: Carlo Filippi succede all´ex patron Pietro Vavassori. Ad un passo è l´ufficializzazione del nuovo tecnico. Via Marco Tosi, sulla panchina dei “tigrotti” arriva l´ex Reggiana Marcello Montanari.
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In estate è stato il colpo per cui, più di ogni altro, si è speso il dg Werner Seeber. Adesso il colpo di scena, che in qualche modo era nell’aria dopo l’avvistamento degli osservatori del club calabrese sulle tribune del Brianteo durante la partita contro la Giana. Il Crotone vorrebbe rinforzare l’attacco con Raffaele Nolè ma pare un’operazione a dir poco complicata, che si affiancherebbe all’interesse per un altro gioiello giallorosso, Simone Iocolano. Per Nolè avevano avanzato una richiesta di informazioni anche Modena e Vicenza, ma non c’era stato alcun seguito, considerato l’assoluto divieto imposto da Seeber, che non vuole indebolire la squadra ora. Decisamente più alte, al contrario, le possibilità che Nicolò Tonon, centrocampista classe ‘93 in uscita dal Bassano, possa finire alla Giana. Ci sono stati contatti fra le due società e l’affare può andare in porto a stretto giro di posta. Nel frattempo a Pordenone è arrivata la benedizione di Daniele Adani, uno dei volti di Skysport, alla nuova gestione di Fabio Rossitto, che ha rimesso in corsa la squadra per la salvezza. «Si vede che c’è la mano di Fabio – ha spiegato Adani – la squadra lo segue. E’ una persona speciale, ha qualcosa dentro di incredibile, che va ben oltre ai concetti tattici. Dal canto mio, posso dire che è uno dei pochi, pochissimi amici che ho nel mondo del calcio e sono sicuro che farà bene anche a Pordenone». In attesa del match di domani al Mercante (ore 18), oggi alle 14,30 al campo sportivo di Quartiere XXV Aprile la Berretti giallorossa ospiterà il Milan. Un appuntamento di lusso molto sentito in città. Vale la pena ritagliarsi un paio d’ore per ammirare dal vivo i campioncini del domani.
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Poi, dopo, tutti a dire che ci tenevano a passare il turno in Coppa e c´è da credergli perché questo Bassano a etica del lavoro e professionalità non lo batte nessuno. Ma da qui a piangere calde lacrime per una coppa peraltro in bacheca da anni sarebbe fuori luogo. Deragliare domani col Pordenone alle 18 al Mercante, invece, sarebbe roba da star male per una settimana intera, anche se i “ramarri” non sono più quelli pallidi e sbiaditi dell´andata. Sono sempre in fondo, ma in compagnia della Pro Patria, e soprattutto stanno rifacendo la squadra da cima a fondo per afferrare una salvezza imprescindibile per un club comunque solido e ambizioso. Nella sessione di gennaio in Friuli hanno rivoltato l´organico meglio di una omelette: dentro il terzino Bertolucci e la punta Franchini, entrambi ex Venezia, l´altro attaccante Bjelanovic che però è dato fuori uso e ancora il centravanti Ravasi e il centrale difensivo Ferrani, senza contare l´ex udinese Rossitto, precettato in panchina come terzo tecnico a libro paga che però ha avuto il merito di rivitalizzare un ambiente sprofondato nella più cupa depressione dando una botta di vita alla classifica. Abbastanza perchè Giacomo Cenetti e non soltanto lui non abbassi la guardia. «Per noi è un´occasione unica – recita il pitbull di Asta – col bottino conquisteremmo di fatto la salvezza virtuale, cioè il traguardo che inseguiamo da luglio. Riuscirci l´1 febbraio, con larghissimo anticipo rispetto ai programmi avrebbe un valore sensazionale». Non solo, il tenero Giacomo sottolinea un altro concetto. «Sicuramente non è questo il nostro momento più brillante, anzi, semmai è l´esatto contrario, una flessione fisiologica a mio avviso che prima o poi tocca tutti. Eppure se andiamo a spulciare i numeri vedo che abbiamo raccolto gli stessi punti dell´andata dopo 3 giornate, ovvero quattro. Quindi direi che siamo assolutamente in linea con le aspettative e per essere un periodo gramo non mi lamento affatto. La Coppa? Avevamo voglia di passare, è stato indubbiamente un pomeriggio sbilenco, ma se non beccavamo il 2-0 sul finire del tempo ce la saremmo giocata. Invece il raddoppio ci ha tagliato le gambe. Vorrà dire che metteremo più rabbia e slancio col Pordenone, un match pieno di insidie nel quale dovremo avere tanta pazienza per sfondare. Loro lottano per la vita, la metteranno sulla battaglia». Cenetti era uno di quelli che si era risentito di più dinanzi all´incomprensione coi tifosi di 15 giorni fa. Ora chiarisce. «Lo striscione degli ultrà (“Fieri di voi”) ci ha fatto molto piacere, sono un temperamentale e sulle prime mi ero amareggiato. Poi, capito che si era trattato di un gigantesco equivoco, la cosa è finita lì, noi diamo l´anima in pista e siamo felici dell´appoggio di quei ragazzi, vogliamo scherzare?». No. E neppure domani se si può.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Appaiate a quota 31, Ternana e Vicenza oggi possono sfidarsi pensando ad un posto nei playoff. Ma non ditelo a Pasquale Marino che di alta classifica non ne vuol nemmeno sentire parlare. «Aver raggiunto una certa posizione in graduatoria fa piacere — sottolinea mister Marino — ma noi dobbiamo solo pensare che ci mancano 19 punti alla permanenza in serie B. Questo era e rimane il nostro obiettivo: non possiamo cambiare atteggiamento, dobbiamo pensare ad una partita alla volta. Questo lo dico perché adesso ci troviamo in una posizione in graduatoria che magari, alla vigilia di questi mesi, nessuno poteva pronosticare — spiega il tecnico del Vicenza — ma la serie B la conosco bene e sono abbastanza esperto per non fare pensieri che vadano oltre la settimana. Perché il nostro obiettivo in questo momento rimane la salvezza. Speriamo di centrarlo il prima possibile». Il mercato è ormai alle battute finali e l’attaccante esterno, espressamente richiesto dall’allenatore del Vicenza, non è ancora arrivato. «Stiamo lavorando su un nome ormai noto (Improta, ndr ), c’è la necessità di fare qualcosa e ci stiamo provando. Sono abbastanza fiducioso, anche se non dipende solo da noi». Il gruppo finora sta facendo bene, magari segnando poco ma subendo pochissimo, un gol nelle ultime cinque giornate. «Dobbiamo mantenere questo equilibrio, solo così riusciremo a concedere poche occasioni agli avversari. Il merito è di tutta la squadra, dai difensori ai centrocampisti agli attaccanti, a testimonianza della compattezza che ci permette di chiudere gli spazi rendendo la vita difficile ai nostri avversari». Cosa che ci si augura riuscirà anche oggi a Terni, contro un avversario che dispone di un ottimo organico. «La Ternana è stata costruita per puntare ad obiettivi diversi dai nostri — precisa Marino — dispone di giocatori di grande qualità ed esperienza per la categoria. Mi aspetto una squadra compatta che ha cambiato da alcune settimane sistema di gioco, che crea densità a centrocampo, una squadra solida e allenata da un tecnico molto preparato come ha saputo dimostrare in tanti anni di lavoro». Per uscire indenni dal Liberati bisognerà puntar sulla forza della difesa che perde però Brighenti, l’uomo più in forma del reparto, ma anche in un risveglio degli attaccanti. «In difesa Nicolò sta facendo bene ma in organico abbiamo chi può giocare al suo posto senza farlo rimpiangere — spiega il tecnico del Vicenza — invece se se la squadra fa gol io non guardo chi lo segna: non capisco che importanza abbia se non sono gli attaccanti, la cosa che conta è che i tre punti arrivino comunque». E Marino si sofferma sull’analisi del reparto avanzato. «Nel reparto offensivo tutti stanno facendo bene, anche quando non segnano svolgono un lavoro oscuro, si sacrificano per la squadra e risultano utili anche nella fase di non possesso. Sono contento del lavoro di Giacomelli, ci aiuta a creare gioco con i movimenti senza palla. Cocco sabato ha fatto una delle migliori partite pur non avendo trovato quella rete che avrebbe coronato la sua prestazione, però la cosa che conta è che era al posto giusto al momento giusto per buttarla dentro. Il loro portiere ha fatto una gran parata, ma se continueremo a creare occasioni da rete vedrete che, come successo sabato scorso contro il Trapani, i gol arriveranno».
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Quella che andrà in scena allo stadio Liberati è una partita fra squadre “gemelle”: Vicenza e Ternana la affrontano infatti entrambe con 31 punti in classifica e con l´identico rendimento condensato in tre numeri, cioè 8 vittorie, 7 pareggi e 8 sconfitte. Due formazioni molto simili, quelle guidate da Marino e Tesser anche se si guarda ai gol: il Vicenza ha segnato 21 reti, la Ternana uno in più e gli umbri hanno incassato 26 reti, tre in più dei biancorossi. Le due squadre si somigliano anche da un altro punto di vista, hanno organici in cui non mancano certi gli ex, anche se parecchi di loro non saranno in campo per infortunio. Nel Vicenza ci sono Ragusa e Sciacca che hanno giocato con la Ternana ma l´unico ex a scendere in campo sarà Giacomelli. Nella rosa degli umbri ci sono Bojinov, che ha recuperato e sarà nell´undici di partenza, e Gavazzi, mentre è rimasto fuori dalla lista dei convocati Bastrini. Nella Ternana non ci sarà neppure Avenatti, cioè l´attaccante che decise la sfida al Menti, squalificato per un turno. Ma la difesa biancorossa, senza Brighenti, avrà comunque il suo lavoro da sbrigare.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il rinnovo del contratto Antonio Cinelli se l´è dovuto meritare sul campo. Un girone d´andata da protagonista, punto fermo della squadra con Lopez prima e con Marino poi, ha fugato i dubbi della società, che la settimana scorsa ha prolungato l´intesa con il giocatore di un altro anno (scadenza a giugno 2016), con opzione sul successivo. Cinelli, ha festeggiato il rinnovo con la rotonda vittoria sul Trapani: per lei è stata una settimana da incorniciare. «Sono molto felice. La volontà di proseguire insieme era comune, quindi è stato facile raggiungere l´intesa. Mi fa particolarmente piacere avere dimostrato con i fatti di poter essere un giocatore utile anche in serie B. La vittoria sul Trapani è stata il modo migliore per festeggiare: secondo me abbiamo giocato la miglior partita della stagione, probabilmente anche meglio che a Varese». Gli esami, però, non finiscono mai. Come vede la trasferta a Terni? «Sarà una partita equilibrata, perché secondo me si affronteranno due formazioni simili non solo per il valore complessivo, come dice la classifica che ci vede appaiati, ma anche per le caratteristiche dei giocatori. Se penso al loro centrocampo, ad esempio, mi pare che sia paragonabile al nostro. Di certo la Ternana farà fatica, perché troverà un Vicenza che ha dimostrato di stare molto bene». All´andata loro espugnarono il Menti. C´è voglia di rivalsa? «Nel complesso probabilmente non meritavamo di perdere, ma quando una squadra vince per me significa che alla fine ha comunque messo in campo qualcosa in più, o quanto meno ha saputo far girare gli episodi decisivi a suo favore. Noi eravamo freschi di ripescaggio, un cantiere ancora aperto, e nonostante questo abbiamo dato il massimo. Sarei felice, domani, di dimostrare con i miei compagni che questo Vicenza è cresciuto molto e adesso può giocare un altro tipo di partita, provando a vincerla imponendo il proprio gioco». Cambiano gli allenatori e i moduli, ma Cinelli c´è sempre. Vorrà pur dire qualcosa «Per me è una grande gratificazione. Vuol dire che non gioco per simpatia o per un feeling particolare con il tecnico, ma perché riesco ad essere utile, magari non solo per le caratteristiche fisiche e tecniche, ma anche per lo spirito che cerco di trasmettere al gruppo». Come vive il ruolo di centrocampista “di fatica”, tra due giocatori più tecnici come Di Gennaro e Moretti? «Mi piace vedere una squadra come un cantiere: servono gli architetti e i geometri, certo, ma poi bisogna pure che ci sia il muratore, altrimenti la casa mica viene su Ecco, magari nel nostro centrocampo il mio compito è più questo, ma se l´apporto al gioco risulta comunque importante per me va benissimo. Spero solo di continuare così». Oggi il Vicenza è, sia pure in coabitazione, all´ottavo posto: a fine campionato, sarebbe una posizione da playoff. «Ma noi questo non lo dobbiamo neanche pensare. Mancano ancora troppi punti alla salvezza per fare un altro tipo di discorsi». Non è scaramanzia, o comunque il desiderio di non andare a creare troppe pressioni? In fondo, i valori del campionato ormai si sono visti «No, è solo la consapevolezza di chi comincia ad avere un po´ di esperienza. In un campionato così lungo ed equilibrato c´è sempre la possibilità di innescare un ciclo positivo o negativo e nell´arco di poche partite ogni squadra può fare grandi passi in avanti ma anche indietro. Quindi restiamo ben fissi sul nostro obiettivo: arrivare a 50 punti, a prescindere da tutto il resto. Se poi riusciremo ad andare oltre, sarà tutto di guadagnato».Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Stessi punti, 31, stesso profilo basso, la voglia di mettersi in salvo in fretta per poter poi puntare ad ambizioni che oggi sono, giustamente, inconfessabili. Il Vicenza torna in campo oggi a Terni (inizio alle 15) in trasferta contro una squadra ostica, che all´andata ha vinto al Menti e che è solida ed equilibrata. Dare continuità ai risultati ottenuti alla ripresa del campionato con i quattro punti raccolti in due gare darebbe al Vicenza un´altra bella spinta per inoltrarsi al meglio in un girone di ritorno da esplorare con la voglia di raccogliere soddisfazioni. La Ternana è stata più vincente fuori casa (5 successi) che sul suo campo (3 vittorie), ma resta un avversario difficile da affrontare e il Vicenza che al Menti ha ormai dimostrato di saper interpretare la partita con personalità e sicurezza, è alla ricerca di conferme in tal senso anche lontano dal campo di via Schio. Insomma chi vince oggi potrebbe forse permettersi di sognare qualcosa di più della salvezza. Marino ha tirato le somme sulla formazione prima della partenza di ieri pomeriggio, ma un paio di scelte restano in sospeso: Gentili o Manfredini al posto di Brighenti, che non è partito per Terni, mentre Laverone nella lista dei convocati c´è, ma bisognerà poi vedere se darà le necessarie garanzie. In difesa la scelta più naturale dovrebbe essere Gentili, ma il tecnico del Vicenza potrebbe affidarsi anche all´esperto Manfredini. La rifinitura di ieri mattina a Grisignano, prima della partenza, non ha dato alcuna indicazione, perché la squadra è stata costretta ad allenarsi su un campo coperto di neve, il che ha impedito di effettuare le consuete prove generali. Sicura è l´indisponibilità di Brighenti, non convocato come naturalmente Bremec e Sciacca, Maritato e Ragusa. La buona notizia è che Laverone era in campo con i compagni ed è partito per Terni. L´ex giocatore del Varese, costretto a svolgere lavoro differenziato in settimana per una lieve distorsione alla caviglia, sarà a disposizione e Marino potrà valutare se schierarlo o meno. Nel caso, l´alternativa sarebbe Vita, che ha già debuttato nella parte finale della partita contro il Trapani e che andrebbe a completare la linea offensiva con Cocco e Giacomelli. L´unico reparto che di certo non subirà modifiche è il centrocampo, dove agiranno da destra a sinistra Moretti, Di Gennaro e Cinelli. Per riassumere, ecco come Marino potrebbe schierare il Vicenza a Terni: Vigorito; Sampirisi, Gentili (o Manfredini), Camisa, D´Elia; Moretti, Di Gennaro, Cinelli; Laverone (o Vita), Cocco, Giacomelli.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Dopo avere conquistato i primi tre punti in trasferta, il Cittadella oggi è chiamato a sfatare un altro tabù, quello della seconda vittoria di fila, finora mai centrata in stagione. Claudio Foscarini sottolinea l’importanza della partita con il Trapani: «Bisognerebbe approfittare di questa occasione, oltretutto avendo anche il vantaggio di giocare in casa. Non dimentichiamoci infatti che dopo ci attendono due trasferte consecutive. Ma aldilà dai tre punti, importanti per scalare la classifica, mi interessa trovare quella continuità che finora ci è sempre mancata». Gli arrivi di gennaio hanno completato l’organico, ma ora che c’è abbondanza e qualcuno potrebbe incontrare difficoltà nel riprendersi il posto? «Ho vissuto tutto il girone di andata in emergenza e di fatto, trovandomi con gli uomini contati, non avevo difficoltà nello schierare la formazione. È stato semplice il mio compito, ma tutto ciò non ha rappresentato un vantaggio per la squadra, perché senza concorrenza qualcuno forse inconsciamente avrebbe potuto “sedersi”. Ora le mie scelte saranno più complicate, però se si vuole avere una squadra sempre viva, c’è bisogno di questa situazione». L’avversario di oggi, il Trapani, non sta vivendo il suo momento migliore, e ha perso il bomber Mancosu, passato al Bologna. «Viene da un periodo negativo, e questo mi sorprende, perché ho sempre avuto grande stima per la squadra siciliana. Ha una buona organizzazione e un atteggiamento offensivo in ogni partita e su ogni campo. Nelle ultime gare ha forse perso l’equilibrio che aveva nella prima parte di campionato, ma mi aspetto una gara difficile, un Trapani voglioso di riscatto. Me l’ha anticipato il suo tecnico Boscaglia nell’incontro che abbiamo avuto lunedì a Milano con Conte». Nessun dubbio per Foscarini sul Cittadella. «Nella mia testa è decisa la formazione, Paolucci sarà a centrocampo al posto di Rigoni», è l’unica concessione del tecnico. Che però confida: «Darò continuità alle scelte». Pierobon sarà quindi confermato tra i pali. In attacco l’unico dubbio riguarda Sgrigna e Coralli, in ballottaggio per sostituire lo squalificato Gerardi. Foscarini ha chiamato anche Schenetti e l’ultimo arrivato Bazzoffia, in attesa del transfert. «Con questo giocatore adesso siamo ben coperti in ogni ruolo. Per me il mercato è chiuso, ma saremo vigili fino all’ultimo giorno». Ecco le prime parole dell’esterno arrivato dall’Olhanense: «È stata una trattativa molto veloce, ero contentissimo dell’opportunità di giocare al Cittadella. Arrivo con grande entusiasmo, speriamo di fare un buon girone di ritorno». A Bazzoffia mancava l’Italia. «Già dopo l’esperienza con il Nova Gorica volevo rientrare, l’estate scorsa». Le sue caratteristiche migliori? «Sono un esterno di fascia che gioca sia a destra che a sinistra, la corsa è la mia caratteristica principale». QUI TRAPANI. Tre ko consecutivi per la squadra di Boscaglia, che dopo aver perso il bomber Mancosu dovrà fare a meno pure di Nadarevic, squalificato. Falco sarà la prima punta, supportato da Abate.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) C’è un altro tabù da sfatare. Rotto il sortilegio delle trasferte senza vittoria con la scorribanda di Avellino, il Cittadella è ora chiamato a una nuova impresa: infilare due affermazioni consecutive e migliorare così un rendimento interno sin qui deficitario, con i granata che hanno totalizzato appena 13 punti al Tombolato in 11 partite, peggior rendimento della serie B per quanto riguarda le gare davanti al proprio pubblico. Occorre approfittare di un avversario motivato ma in crisi come questo Trapani, reduce da tre sconfitte e indebolito dalla recente cessione al Bologna di Mancosu, suo faro offensivo, oltre che dalla squalifica di Nadarevic. Continuità. «Dobbiamo approfittare di questa occasione, perché i tre punti ci permetterebbero di accorciare la classifica regalandoci ossigeno. Trovare una certa continuità ora è fondamentale» dichiara Foscarini alla vigilia del match. Davanti ci sarà la difesa più perforata del campionato, già capitolata in 48 occasioni. Ma, è chiaro, non bisogna fidarsi dei siciliani, che hanno trascorso l’ultima settimana in ritiro a Villafranca di Verona dopo il 3-0 rimediato nello scorso turno a Vicenza. «Il Trapani? Mi aspetto un avversario agguerrito. Il suo rendimento recente mi sorprende: a tratti questa squadra ha fatto vedere un ottimo calcio, con tanti elementi che partecipano alla manovra offensiva. Certo, viene da un periodo negativo e ha perso il suo cannoniere, ma evidentemente la società crede nei giocatori che ha in organico. Subisce tanti gol, ma è un avversario che può far male». Sgrigna o Coralli? Anche questa settimana Foscarini ha alternato i suoi attaccanti nel corso degli allenamenti. E a oggi, stante le squalifiche di Gerardi e Rigoni, sembra resistere un solo ballottaggio per quanto riguarda l’undici in campo, legato all’impiego di Sgrigna (favorito) o Coralli accanto al nuovo arrivato Stanco che, dopo il gol ad Avellino, a condimento di una prestazione generosa, sembra inamovibile. «Sgrigna o Coralli? Ho già scelto chi giocherà, ma non lo dico. L’esclusione può pesare perché sono due protagonisti, ma parliamo di giocatori maturi che devono capire che al primo posto ci sono le esigenze del Cittadella. Ben venga questa competizione, la squadra deve rimanere viva». Scontato il rientro di Minesso sulla corsia mancina e il ritorno di Paolucci nella zona centrale del campo. In porta, l’eterno Pierobon dovrebbe essere confermato dopo le ottime prestazioni degli scorsi due turni, mentre fra i convocati figura per la prima volta il nuovo arrivato Camigliano.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) Continuità, questa sconosciuta. Il Cittadella ha rotto il ghiaccio sette giorni fa ad Avellino, espugnando il Partenio e ottenendo la prima vittoria dell’anno in trasferta. Oggi (stadio Tombolato, ore 15) la squadra granata ha un’occasione davvero irripetibile per dare un seguito ai tre punti blindati in Irpinia e dare il via alla vera svolta stagionale. La classifica, pur migliorata, rimane ancora pesante. «Abbiamo un’occasione unica per dare continuità alla vittoria di Avellino — sottolinea Foscarini — siamo carichi e concentrati, determinati a trovare un trend di partite con risultati positivi, ci manca all’interno di questa stagione. Dovessimo riuscire a centrare due vittorie consecutive sarebbe tutta un’altra storia». Si parla anche dell’arrivo di Bazzoffia, per il quale il transfer internazionale potrebbe arrivare in extremis (in quel caso l’esterno scuola Parma andrebbe in panchina). «Aggiunge competitività alla rosa — puntualizza Foscarini — qualche volta magari qualcuno si è seduto per la scarsa alternanza che ci poteva essere. Stiamo aspettando il transfer, se arriva verrà inserito nella lista dei convocati, altrimenti passeremo alla prossima settimana. Per quanto riguarda Schenetti, sembra che il problema si stia risolvendo». E infatti finalmente il nome di Schenetti nel tardo pomeriggio è comparso nella lista dei convocati. Mancherà Gerardi squalificato, Sgrigna resta favorito su Coralli ma Foscarini non scioglie il dubbio. «Ho già deciso, ma non lo dico. Le loro esclusioni possono fare rumore perché sono due giocatori importanti ma nel corso di una stagione capita». In porta giocherà ancora Pierobon, mentre a centrocampo Minesso insidia Pecorini sulla fascia destra. Nuovi numeri di maglia: Camigliano, alla prima convocazione, prenderà il 32, mente Bazzoffia avrà il 20. Il Trapani, che ha appena perso Mancosu finito al Bologna, è in un momentaccio dopo il 3-0 incassato sette giorni fa al Menti con il Vicenza. «Avverto un ambiente un pò sfiduciato — sbuffa il ds Daniele Faggiano — abbiamo bisogno di stare uniti. Ci stiamo muovendo per cercare di trovare un’occasione, lo stiamo facendo da prima di cedere Mancosu. Matteo voleva andare via, avevamo cercato di fare un sacrificio ma lui ha chiesto di essere ceduto».
Ore 11.40 – (Gazzettino) «La squadra comunica che dal 31 gennaio non garantirà il proseguimento degli allenamenti settimanali per mancanza di fondi. Purtroppo, nonostante la nostra professionalità, non è possibile più sostenere le spese giornaliere e sportive. Nella speranza di una soluzione positiva e immediata, la squadra cercherà insieme all’allenatore una soluzione per il prosieguo della stagione». È il comunicato diffuso ieri dai giocatori del San Paolo che non prendono lo stipendio da tre mesi. «È una decisione che ci vede tutti d’accordo – spiega capitan Francesco Caco – Siamo stanchi di questo tira e molla. A inizio settimana abbiamo messo al corrente la società che ci sono grandi problemi da parte di tanti giocatori ad arrivare al campo e abbiamo deciso di fare questo comunicato per fare capire il nostro disagio». Domenica avete sentito in videoconferenza il presidente del gruppo olandese che dovrebbe rilevare il club: non avete avuto rassicurazioni? «Ci ha confermato che la soluzione era imminente, ma a oggi non abbiamo visto niente. La società ci ha dato sempre rassicurazioni, ma ci troviamo costretti a dare un primo segnale forte ed era giusto farlo ora, visto che c’è la sosta. La prossima settimana pianificheremo gli allenamenti e potrebbe esserci una riduzione nel numero. C’è tanta gente che fa fatica ad arrivare a fine mese: non prendiamo sette milioni di euro all’anno, qui ci sono davvero difficoltà giornaliere. È una situazione logorante che ti porta allo sfinimento e non vedi una via d’uscita. Sul piano mentale è davvero dura ed è un peccato perché sia pure tra mille difficoltà la squadra ha dato sempre tutto sul campo». Possibile che non giochiate alla ripresa del campionato? «Non è stato paventato. Se la prossima settimana continuerà così, faremo altre valutazioni».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Il futuro sportivo dell’Atletico San Paolo, da ieri è davvero appeso a un filo. Ai dubbi sulle effettive possibilità di sopravvivenza della società ieri si è aggiunta la ferma presa di posizione della squadra. «Siamo stufi». Ieri pomeriggio, campo di via Vermigli, zona Mortise. L’allenamento agli ordini di Vito Antonelli tarda a prendere il via. Ben oltre le ore 15, con mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, i giocatori escono e si dirigono verso il campo artificiale. Non il capitano, Francesco Caco, che insieme ad altri due big dello spogliatoio gialloblù quali Filippo Sambugaro e Davide Matteini, stringe tra le mani un foglietto, scritto a penna pochi minuti prima insieme ai compagni. «La squadra comunica che da sabato 31 gennaio non garantirà il proseguimento degli allenamenti settimanali per mancanza di fondi». È la prima volta, in tutta la stagione, che i giocatori si espongono pubblicamente, dopo aver continuato per mesi, invano, a mantenere le proprie rimostranze sempre all’interno dello spogliatoio e degli uffici societari. «Purtroppo», prosegue il comunicato della squadra, «nonostante la professionalità della squadra, non è possibile più sostenere le spese giornaliere e sportive. Nella speranza di una soluzione positiva e immediata, la squadra cercherà insieme all’allenatore una soluzione per il prosieguo della stagione». Caco, Sambugaro e Matteini non aggiungono altro. «Se non che siamo stufi», taglia corto il capitano prima di andare in campo per l’allenamento. Difficile ipotizzare cosa possa accadere a stretto giro di posta. La ripresa degli allenamenti è fissata per martedì, e i giocatori fanno intendere che la presa di posizione non porterà ad uno sciopero immediato e irrevocabile: gli allenamenti continueranno ad essere effettuati, ma con frequenza e orari che saranno stabiliti dai giocatori stessi insieme a mister Antonelli, a seconda delle esigenze della squadra e non più della società. Qualcuno di loro, ormai, non riesce nemmeno a sostenere i viaggi per raggiungere il centro tecnico di Mortise. E chissà che ne penseranno in società, o addirittura in Olanda. Due giorni fa, dopo la telefonata del presunto nuovo presidente Dirk, si era sparsa la voce che fossero in arrivo a strettissimo giro di posta i primi 5 mila euro per la squadra, una minima parte degli stipendi avanzati ma comunque un segnale importante. Segnale che, tuttavia, non è mai arrivato: l’unica risposta chiara, netta e inequivocabile, è giunta dai giocatori.
Ore 11.00 – In corso alla Guizza l’ultimo allenamento settimanale dei Biancoscudati.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Intanto, oggi alle 16.30 gli ultras si ritrovano in piazza Cavour per festeggiare il 105. compleanno del Calcio Padova 1910. Nell’occasione è prevista la partecipazione di una rappresentanza della società biancoscudata, della squadra e di “vecchie glorie”. come Ottoni, Pellizzaro, Simonini, Bonavina, Longhi, Montrone, Gabrieli, Cerilli, Humberto Rosa e anche ex biancoscudati più recenti come Cano e Cuffa. I festeggiamenti degli ultras proseguiranno con un giro per i locali del centro, mentre alle 20 nella sede a Rubano si terrà una cena nel corso della quale non mancheranno musica e filmati del Padova.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Tempi un po’ più lunghi si prospettano per Busetto che si è procurato una lesione del legamento collaterale del ginocchio nell’amichevole con il Carpanedo (8 gennaio). «Il recupero sta procedendo meglio del previsto. Il ginocchio si è sgonfiato, lunedì è previsto che tolga il tutore e dovrei fare una risonanza per fissare il rientro. Non so ancora di preciso i tempi, ma spero di farcela per fine febbraio o inizio marzo». Sulla squadra. «Mentre facevo terapia, questa mattina (ieri, ndr) dalla finestra sono riuscito a vedere un pezzetto dell’allenamento, c’è sempre grande entusiasmo. La squadra si impegna sempre al massimo in allenamento e in partita perché vogliamo restare primi. Abbiamo avuto di recente un black out un po’ inaspettato, ci abbiamo ragionato sopra con il tecnico e ci siamo ripresi alla grande. Vogliamo tenerci stretto questo primo posto in classifica». Per fare fronte al suo inconveniente la società ha ingaggiato Bortot: pronto a riconquistarsi il posto? «È un bravo ragazzo e mi ha fatto un’impressione positiva per quel poco che l’ho conosciuto. Gli auguro il meglio, poi quando rientro ci giochiamo la maglia».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Sono stati messi fuori uso da infortuni pesanti, dopo essere stati a lungo tra i protagonisti sul campo. Lazar Petkovic e Fabio Busetto scalpitano per tornare in gruppo: il peggio è ormai alle spalle, anche se la via del recupero è ancora da completare. Defezioni, tra l’altro, che hanno costretto la società a correre ai ripari sul mercato ingaggiando Lanzotti e Bortot. Petkovic si è procurato uno strappo all’adduttore nel finale del primo tempo della sfida con l’Union Ripa (21 dicembre). Da allora non ha più visto il campo, anche se è andato due volte in panchina (Altovicentino e Union Pro) dato che era rimasto a disposizione solo Cicioni. Il tunnel sembra comunque giunto alla fine, stando all’esito dell’ecografia effettuata giovedì. «La lesione si è cicatrizzata al 99 per cento – spiega il portiere – Adesso però devo rientrare gradualmente e i tempi di recupero dipendono da come rispondo. È stato un infortunio un po’ delicato, a nessuno piace stare fuori, ma sono cose che capitano. E alla fine passa tutto». Come ha visto i compagni in questo periodo? «Abbiamo avuto un calo, è normale che ogni tanto ci sia. Ma con il Mori la squadra è andata molto bene e speriamo che continui su questa strada». Tornando a lei, non vedrà l’ora di rientrare. «Sì, manca poco. Il peggio è passato». La concorrenza tra i pali è aumentata con l’arrivo di Lanzotti, che è un giovane come lei. «È senz’altro un bravo portiere. Io sono tranquillo, poi le scelte spettano all’allenatore».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Il problema è stato che lui stesso non aveva ancora mai accettato altre destinazioni, bloccando ogni altro nostro movimento. Il Livorno non voleva riprenderselo, non rientrava nei loro piani della prima squadra né tantomeno in quelli della Primavera, dove i ’95 ormai sono pochissimi». Già a dicembre si erano cercate le soluzioni possibili: prima la Lavagnese, poi l’Asti, quindi Massese e Ponsacco. «Si vede che non gli andavano a genio queste soluzioni, fino a ieri non aveva accettato nulla. Ora si è trovato un’altra squadra da solo, l’importante è che tutto si sia risolto». Chiusa la prima pratica, De Poli e Bergamin ieri hanno parlato con almeno tre società professionistiche diverse, nelle quali avevano individuato possibili nuovi rinforzi per il centrocampo. Alla fine della giornata, però, nella testa del Padova è rimasto un solo elemento. Il suo nome, la sua squadra di appartenenza né le sue credenziali al momento non vengono svelate: in questi casi, come scaramanzia e tattica reclamano, viene sempre tenuto il massimo riserbo. È dato sapere solo che si tratterebbe di un centrocampista, nato nel 1995, di proprietà di una squadra di Serie A ma nella prima metà di stagione impegnato in Lega Pro. «O prendiamo lui, o rimaniamo come siamo», ha annunciato De Poli, «e penso che se il matrimonio si farà, sarà comunque nelle battute finali del mercato». Per sapere di che colore sarà la fumata, sarà necessario attendere lunedì. De Poli e Bergamintorneranno appunto a Milano proprio lunedì.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il mercato del Padova si riaccende sul rettilineo finale. Ieri dopo settimane di attesa Elia Bruzzi è ufficialmente rientrato al Livorno attraverso la risoluzione del prestito che l’aveva portato all’ombra del Santo la scorsa estate. Dopo tre sole presenze in campionato, e anche un gol in Coppa Italia contro la Virtus Vecomp, Bruzzi ora potrebbe accasarsi al Viareggio (Eccellenza toscana) dopo che già da diverse settimane non si allenava più con i biancoscudati. La sua partenza apre le porte a un nuovo prestito. Ovvero quello del centrocampista nel mirino di Fabrizio De Poli. Missione milanese. Ieri il direttore sportivo biancoscudato e il suo braccio destro, Marco Bergamin, hanno trascorso la giornata a Milano, all’Ata Hotel che tradizionalmente ospita gli ultimi giorni del calciomercato dei professionisti. Fino a lunedì, alle 23, il Padova può chiudere il prestito di un giovane di serie proveniente da una società pro. I due dirigenti biancoscudati hanno finalmente trovato una soluzione alla grana Bruzzi. «L’accordo col Livorno era che il ragazzo sarebbe andato via e si sarebbe trasferito in un’altra squadra senza passare a Livorno», ha spiegato Fabrizio De Poli.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Questa mattina, alle 10.30, la squadra biancoscudata si ritroverà agli impianti Gozzano. Visto lo stop del campionato, Parlato ha concesso ai suoi due giorni e mezzo di riposo: da questo pomeriggio la squadra e lo staff tecnico saranno ufficialmente liberi, e si ritroveranno per la ripresa degli allenamenti solo martedì pomeriggio. Oggi, però, alle 16.30 in piazza Cavour andrà in scena la festa dei tifosi per i 105 anni della società: insieme a Tribuna Fattori e Aicb, ci saranno anche le vecchie glorie del passato. Già confermate le presenze di Simonini, Pellizzaro, Bonavina, Montrone, Zancopè, Parlato, Ottoni, Gabrieli, Cerilli, Cano, Longhi, Cuffa e Humberto Rosa
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E pensare che Cuffa avrebbe potuto tornare a Padova in questa sessione di mercato. La rescissione del contratto col Matera, un’esperienza di pochi mesi conclusasi nel peggiore dei modi, aveva riaperto uno spiraglio concreto: «Mi sarebbe piaciuto tornare — ammette Cuffa — e so che il mio procuratore ne aveva parlato con la dirigenza del Padova. Purtroppo non è stato possibile, non c’erano le condizioni anche per la regola degli Under e per i posti occupati in rosa, nella vita si fanno delle scelte e da parte mia nessun problema. Ho avuto alcune proposte, alla fine si è fatto sotto il San Marino con un’operazione veloce e ho firmato. Sono felice di questa scelta. Ma mi farà molto piacere tornare a Padova, sia pure soltanto per qualche ora e per riabbracciare vecchi amici». Intanto mancano poche ore alla fine del mercato. Bruzzi è rientrato a Livorno, ora arriverà l’ultimo ritocco a centrocampo con un giovane di serie classe ‘95 per completare la rosa. E poi la parola al campo, per tornare in Lega Pro.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «E’ vero — conferma el cabezòn — volevano cedermi ma non ho mai pensato nemmeno per un istante di lasciare Padova. Non potevo lasciare la squadra in un momento così difficile: se si doveva affondare a quel punto io avevo deciso di rimanere fino alla fine. Perché volevano mandarmi via? Meglio non parlarne più, certo è che i fatti sono gli occhi di tutti. Hanno fatto sparire una società ultracentenaria, hanno fatto più danni della grandine. C’è tanta rabbia per quello che è successo, c’è tanta amarezza e ci sarebbe tanto da dire. Ma ormai non si può fare più nulla. Mi fa piacere che chi è arrivato dopo di loro è riuscito a far rivivere subito questa gloriosa società e spero davvero che la squadra possa subito ritornare in Lega Pro». Il popolo biancoscudato ha emesso la sua sentenza, dichiarando tutti colpevoli, Marcello Cestaro compreso. Cuffa, però, tende la mano all’ex presidente: «So che i tifosi ce l’hanno anche con lui e sotto un certo punto di vista posso anche capirli, ma finché c’è stato Cestaro le cose sono sempre andate bene. Appena se è andato via, è crollato tutto in pochi mesi. Per quanto mi riguarda, a lui non ho nulla da dire. Non ci ha mai fatto mancare nulla, finché è rimasto presidente».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ci sarà anche Matias Cuffa, assieme a tante altre vecchie glorie che hanno fatto la storia del Padova, oggi dalle 16,30 in poi in Piazza Cavour, per una festa di compleanno in grande stile. Il Padova spegne 105 candeline e pazienza se — formalmente — bisognerebbe distinguere tra due ragioni sociali diverse viste le note disavventure dell’ormai defunto Calcio Padova spa. Anche trovando un accordo sul concordato come pare di capire dagli ultimi sviluppi, il percorso è segnato e i giorni che separano dal ritorno del caro, vecchio scudo in mani «amiche» ormai sono sempre meno. E così oggi sarà una sfilata di personaggi vecchi e nuovi con il biancoscudo nel cuore, fra cui il vecchio capitano che lo scorso anno scelse di non abbandonare la barca che stava affondando nonostante i maldestri tentativi della dirigenza di liberarsene sul mercato di gennaio, sfidando l’ira di una piaza sul piede di guerra. Una volontà, questa, che viene confermata a distanza di quasi un anno dallo stesso Cuffa, passato nel frattempo al San Marino.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventunesima giornata, domenica 8 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Mezzocorona, Belluno-Fontanafredda, Clodiense-Union Pro, Dro-Montebelluna, Giorgione-Mori S. Stefano, Kras Repen-Triestina, Legnago-Union Ripa La Fenadora, Padova-Tamai, Sacilese-AltoVicentino.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 47, AltoVicentino 45, Belluno 38, Sacilese 36, Clodiense 33, ArziChiampo 32, Fontanafredda 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 29, Montebelluna e Union Pro 28, Giorgione 23, Dro e Legnago 19, Kras Repen 18,Triestina 16, Mezzocorona 10, Mori Santo Stefano 8.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventesima giornata: AltoVicentino-Kras Repen 0-1, Fontanafredda-Giorgione 2-1, Mezzocorona-Belluno 3-1, Montebelluna-Legnago 2-2, Mori S. Stefano-Padova 2-6, Tamai-Clodiense 0-0, Triestina-ArziChiampo 2-2, Union Pro-Dro 1-0, Union Ripa La Fenadora-Sacilese 1-2.
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E’ successo, 30 gennaio: Bruzzi rescinde e torna al Livorno, liberando così un posto per un nuovo acquisto: si attende l’arrivo di un centrocampista