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Ore 22.00 – (Il Piccolo) «Posto che la Federazione ha definitivamente bocciato il Rocco: tra Pordenone o Monrupino secondo voi, per un tifoso della Triestina, dove converrebbe giocare?». E’ il quesito che pone a tutti i tifosi dell’Alabarda Tullio Simeoni, dirigente del Kras Repen. In casa biancorossa il dilemma sulla location che ospiterà il derby tra le due formazioni della provincia triestina viene affrontato con grande serenità e altrettanta chiarezza. «Non siamo noi ad aver detto di no allo stadio Rocco, ma la Federazione», prosegue Simeoni. «Accertato ciò, ci pare evidente che sia giusto giocare a Monrupino: è uno stadio omologato a tutti gli effetti per giocare in serie D, ha superato brillantemente la prova ordine pubblico nell’incontro con i Biancoscudati Padova, e poi è evidentemente più vicino rispetto a qualsiasi altro campo neutro». E poi c’è anche la questione dei tifosi del Kras. «Riteniamo che sia giusto permettere tanto alla nostra società di poter ospitare tutti gli incontri previsti in casa e ai nostri supporter di prendervi parte». Insomma, il concetto è chiaro. Giocare allo Stadio comunale di Monrupino è un diritto del Kras. «Per la viabilità avendo il nulla osta da parte del Comune di Monrupino per istituire un senso unico sull’arteria provinciale, la questione si risolve senza problemi», spiega Simeoni. Per il discorso biglietti invece «non è previsto dalla Federazione che sia necessario avere uno stadio da 5mila posti per giocare in serie D – spiega Simeoni -. All’andata al Rocco, che ha la capienza che tutti conosciamo, c’erano poco più di 3mila persone. A Monrupino ce ne saranno di meno. Ma non vedo il problema. Se andassimo a giocare a Pordenone quanti tifosi di entrambe le squadre andrebbero a vedere la partita?» Un’ultima battuta da parte del dirigente carsolino va al buon senso: «Stiamo parlando sempre di una partita di calcio, che in primis deve essere una festa, non scordiamolo. Dopo l’incontro con la Questura ne sapremo tutti di più».
Ore 21.40 – (Il Piccolo) Gli avvicinamenti ai derby fra Triestina e Kras sono evidentemente destinati a essere vissuti in una costante incertezza logistica. All’andata, dopo vari tira e molla, si dovette giocare di lunedì sera considerato che i Mondiali di pallavolo femminili occupavano gli spazi del Rocco, ora per la partita di ritorno a essere oggetto di discussione è la sede di gioco. Come noto, una decina di giorni fa la Figc ha negato l’ipotesi che il derby in programma domenica 8 febbraio si possa disputare al Rocco, con la motivazione che la Triestina trarrebbe vantaggio a giocare in casa una partita che invece, da calendario, è previsto che venga giocata in trasferta. In pratica un atto dovuto da parte della Federazione. Ma poi bisogna fare i conti anche con gli eventuali problemi di ordine pubblico, perché l’impianto di Monrupino, anche per la sua dislocazione, sembra inadeguato a ospitare una partita di questo genere. Proprio oggi dovrebbe esserci a riguardo una riunione in questura per fare il punto della situazione e valutare le vaie ipotesi. Non dimentichiamo che all’andata al Rocco ci furono oltre 3mila spettatori, e che la partita dell’8 febbraio è ancora più delicata per la lotta salvezza. E proprio fra i supporters della Triestina è partita nell’ultima settimana una sorta di mobilitazione : la curva Furlan si è fatta sentire nei giorni scorsi, adesso interviene il Centro di coordinamento dei Triestina Club, con un comunicato che sottolinea come siano già tantissimi i tifosi interessati a seguire la partita, molti di più di quelli che la capienza dell’impianto di Monrupino può ospitare, ricordando anche i problemi logistici della struttura carsolina. «Ora che le due squadre hanno intrapreso un cammino positivo – dice la nota del Centro di coordinamento – la partita dell’8 febbraio riveste una notevole importanza: ce ne accorgiamo dalle numerosissime richieste di informazioni su dove sarà giocata e su come sarà possibile acquistare i biglietti. Noi ci rivolgiamo alle autorità preposte a decidere, perché prendano la decisione più consona all’importanza dell’evento, e per far si che tutto si svolga nella massima correttezza, come del resto è accaduto all’andata. Sarebbe un peccato che una partita cosi importante e cosi sentita dalle due tifoserie, non potesse essere seguita da un pubblico più numeroso di quello che può contenere la struttura di Monrupino. Capiamo il desiderio e il diritto del Kras di giocare nel suo impianto, ma dobbiamo riflettere anche sull’ordine pubblico: pensiamo a tutta la tifoseria dell’Unione che si riverserà a Monrupino con le autovetture, e magari una parte di questa anche senza biglietto di entrata, cosa che può ovviamente accadere. Per questo il Centro di coordinamento dei Triestina Club auspica che la decisione che verrà presa sia la migliore possibile: noi crediamo che sia il Rocco il palcoscenico ideale per questa partita così importante».
Ore 21.10 – (Trentino) I playout restano lontani (6 punti), il calendario è tutt’altro che favorevole (dopo la sosta i gialloverdi affronteranno nell’ordine Arzignanochiampo e Biancoscudati Padova), ma il Mezzocorona è vivo e intenzionato a lottare sino a quando l’aritmetica glielo consentirà. Luca Lomi e il suo manipolo di giovani calciatori si sono letteralmente tappati le orecchie e, in mezzo a mille difficoltà societarie, si sono concentrati esclusivamente sull’aspetto sportivo. Se il “Mezzo” è a -6 e non a -2 dalla Triestina, è bene ricordarlo, le responsabilità sono attribuibili unicamente alla società: la situazione debitoria del sodalizio di via San Giovanni Bosco resta pesantissima, il pagamento dei rimborsi spese è tutt’altro che regolare, ma staff tecnico e calciatori (senza dimenticare gli allenatori del settore giovanile: anche a loro va fatto un monumento) si sono isolati e stanno raccogliendo ben più di quanto era lecito attendersi. Lomi, insomma, sta dimostrando a tutti di essere un tecnico carismatico e preparato: il gruppo è unito, e non solamente a parole, nessuno rema controcorrente e la squadra, considerati i limiti tecnici e la mancanza d’esperienza (tolti Zomer e Zentil gli altri giocatori sono tutti Under 21), sta esprimendo un buon calcio. L’allenatore gialloverde, nel giro di qualche mese, è passato da “scommessa” (ok è stato collaboratore di Sannino, ma questa era la sua prima volta da comandante “in capo”) a certezza assoluta. Il suo nome comincia a circolare frequentemente nell’ambiente regionale e, c’è da scommetterci, in estate Lomi sarà uno dei “pezzi pregiati” del mercato degli allenatori. Chi potrebbe pensare a lui? La Virtus Don Bosco, ad esempio, attualmente terza in Eccellenza che non nasconde ambizioni di promozione in serie D nel breve periodo, ma anche il Trento potrebbe pensare all’ex capitano dell’Alto Adige come guida tecnica visto e considerato che il sodalizio di via Sanseverino ha intenzione di allenarsi al pomeriggio e necessita, dunque, di un allenatore professionista. Senza dimenticare il mercato extraregionale, visto che il lavoro con i giovani che sta svolgendo in Piana Rotaliana in un campionato nazionale ha fatto drizzare le antenne a molti addetti ai lavori del Veneto. Come Lomi c’è da scommettere che anche per alcuni calciatori gialloverdi non mancheranno le offerte: il 19enne Bentivoglio sta dimostrando di possedere i “numeri” necessari per restare in categoria (già 4 reti per lui quest’anno) e attenzione anche al classe ’96 Corrà, difensore rapido e di grande duttilità.
Ore 20.50 – (Trentino) Se la sconfitta contro l’Altovicentino era stata archiviata con una certa serenità, quella patita due giorni fa sul campo dell’Union Pro complica, e non poco, i piani del Dro. Buon per i gialloverdi che anche il Giorgione sia stato sconfitto (dal Fontanafredda), certo è che oggi la formazione di Stefano Manfioletti – nella foto – è più vicina al terzultimo posto che alla salvezza diretta. Domenica, infatti, tutte le dirette rivali dei droati sono andate a punti: la Triestina ha pareggiato contro l’Arzignano, il Kras ha battuto la ex capolista e il Legnago ha impattato due a due con il Montebelluna. Male, anzi malissimo per Ischia e compagni, che alla ripresa del torneo, saranno attesi da quattro partite fondamentali dalle quali dovranno ricavare almeno 8-9 punti. Il primo avversario a febbraio sarà il Montebelluna, poi il derby contro il Mori (che, come è giusto che sia, nulla regalerà), il Tamai e la seconda “straprovinciale” con il Mezzocorona. Insomma, quattro partite alla portata dei gialloverdi (sia Montebelluna che Tamai stazionano a metà classifica) che diranno moltissimo sul futuro della squadra trentina. Il Dro deve quindi guardarsi le spalle e ormai può fare la corsa solamente sul Giorgione (la sfida diretta è in programma il 2 aprile ad “Oltra”), visto che Union Pro e Montebelluna sono lontane nove punti, lo stesso margine che i droati hanno al momento sul Mezzocorona, penultimo in classifica. Imperativo sarà recuperare gli infortunati (Colpo e il lungodegente Donati), visto che il mercato è ufficialmente chiuso, e presentarsi al gran completo alla sfida dell’8 gennaio. Il ritornello è sempre il medesimo: mancano ancora tante partite, i punti in palio sono molti e gli scontri diretti valgono doppio. Domenica il Dro ha “mancato” il primo e adesso non può più sbagliare.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro con la vittoria di domenica contro il Dro riscatta subito la sconfitta nel derby contro il Giorgione e si gode la sosta per il Trofeo di Viareggio agganciando in classifica al decimo posto il Montebelluna e portando a 9 i punti di vantaggio sulla zona playout. A segnare il gol partita contro i trentini è stato Stefano Casarotto (quarto centro per lui) ma a dare la scossa in attacco ci ha pensato Nicolò Visinoni (classe ’95 ex Piovese) entrato nel finale con il punteggio bloccato sullo 0-0. Il fantasista, fin qui croce e delizia dei trevigiani, sintetizza così la partita: «Pur sbagliando parecchie occasioni alla fine i 3 punti li abbiamo fatti e siamo contenti di aver vinto questa sfida importante. Prima della gara avevo visto i ragazzi molto carichi e quindi ero fiducioso. La salvezza non è ancora cosa fatta, lavoreremo per raggiungerla il prima possibile». Feltrin a fine partita ti ha elogiato ma ha anche detto che si aspetta di più, cosa ti manca? «Mi sto allenando bene da due settimane e cercherò di trovare qualche spazio in più. Mi manca un pò di fiducia anche da parte del mister, cercherò di impegnarmi ancora di più per convincerlo a farmi giocare dall’inizio». Domenica hai sfiorato il tuo primo gol, ci descrivi l’azione? «Sul passaggio filtrante di Nobile ho alzato il tiro vedendo che c’erano dei difensori davanti alla porta ma purtroppo ho preso l’incrocio dei pali». Dopo la sosta riprenderete con la trasferta contro la Clodiense quinta in classifica, può essere la sfida che cambia i vostri obiettivi? «In questo periodo continueremo ad allenarci come al solito, contro la Clodiense sarà una sfida importante per noi, dobbiamo andare lì per provare a vincere e basta». Mister Feltrin commenta così la domenica di stop e la situazione di classifica: «Non so se è un bene o un male fermarci adesso, speriamo che la pausa ci serva per recuperare qualche infortunato. Ci mancano altri 12 punti per raggiungere la salvezza che sarà sicura a quota 40, speriamo di farli il prima possibile».
Ore 20.00 – (Tribuna di Treviso) Quattro vittorie su quattro: Union Pro infallibile con le trentine. Dopo i successi dell’andata ai danni di Dro, Mori e Mezzocorona, la matricola di “Checco” Feltrin si è ripetuta con il Dro e ha agganciato il Montebelluna volando a +9 sui playout e a -5 dai playoff. Scenario rassicurante alla vigilia della sosta per il Torneo di Viareggio. A Mogliano e Preganziol l’obiettivo dichiarato è la salvezza, pertanto con mister Feltrin analizziamo innanzitutto i bassifondi della classifica. «La vittoria di domenica è stata fondamentale perché il Dro occupa il sestultimo posto, troppe però le occasioni da gol fallite da parte nostra. Per quanto riguarda la griglia playout, Triestina e Legnago possiedono i valori per risalire. Kras Repen e Mezzocorona hanno dato un colpo d’ala, riuscendo a battere a sorpresa Altovicentino e Belluno. Forse è il Mori la squadra con meno speranze, ma ci sono oltre 40 punti a disposizione». Adesso c’è una domenica di riposo. «Prima della sosta natalizia abbiamo registrato due pareggi e quattro vittorie, venendo poi sconfitti dall’ArzignanoChiampo al rientro in gennaio, ma la nostra prestazione con i vicentini è stata buona. La sosta alle porte potrebbe servire per far rifiatare qualche giovane che si sta esprimendo bene, come Casarotto e Serena, sperando di recuperare dagli acciacchi Alvise Nobile, Busetto, Rossi e Furlan». A proposito del giovane Casarotto, per lui è già il quarto sigillo stagionale ed aveva segnato con il Dro pure all’andata. «Stefano sta facendo bene, riesce ad andare in rete come mai prima. Tra l’altro spesso sono gol pesanti e decisivi. È un ’96 importante, maturato parecchio in questi due anni e mezzo che è da noi». I prossimi avversari sono Clodiense e Sacilese, rispettivamente al quinto e quarto posto: sarà la prova del nove per capire se l’Union Pro (senza pareggi da 8 gare) può ambire a quelle posizioni? «Non voglio parlare di playoff: l’obiettivo è la salvezza. Tra noi e i playout ci sono 9 punti ma nel mezzo figura solo il Giorgione. Rispetto ai playoff ci sono invece 5 punti, ma tra noi e il quinto posto ci sono altre 4 formazioni. La Clodiense sta facendo un buonissimo campionato ed è in serie positiva da diverse partite. In merito alla Sacilese, che in ottobre ci bastonò, è tra le compagini che giocano meglio, anche se ultimamente ha rallentato complice qualche battuta d’arresto. Saranno due partite in cui noi dovremo esprimerci al meglio, abbiamo un gruppo che ha preso coscienza delle proprie forze».
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) La sconfitta subita domenica in casa del Fontanafredda ha lasciato l’amaro in bocca al Giorgione. A Castelfranco, il giorno dopo, si pensa già a ricaricare le pile in vista della ripresa che riserva uno scontro assolutamente da vincere contro il Mori S. «A Fontanafredda è stata una partita caratterizzata da alcuni episodi che ci hanno penalizzato come l’espulsione di Trevisan, a mio avviso troppo severa e affrettata – ha commentato mister Paganin – la partita dopo il cartellino rosso è cambiata, sono cambiati gli equilibri in campo e non abbiamo potuto giocare come volevamo. In dieci contro undici e contro una squadra in forma era dura recuperare». Un’occasione persa per allontanare la zona playout?
«Si, dispiace perchè questa era una bella occasione e in condizioni normali sono convinto che avremmo potuto giocarcela diversamente e cogliere qualche punto». Ora lo stop che arriva giusto per recuperare qualche infortunato. «Ora avremo a disposizione due settimane per ritrovare la forza e la concentrazione necessarie per fare bene sin dalla ripresa quando saremo chiamati ad affrontare il Mori: quello sarà uno scontro diretto da non sbagliare assolutamente».
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna riparte. Dopo tre stop di fila i biancocelesti racimolano un pareggio contro il Legnago e vanno alla sosta di campionato con 28 punti all’attivo. Un risultato che, se ha bloccato la corsa all’indietro dei ragazzi di Pasa, ha pure confermato che il ritorno sarà cosa ben diversa rispetto a quello di andata. Come peraltro preannunciato dallo stesso allenatore. Anche contro l’avversario di domenica il Monte ha faticato in avvio e poi, dopo aver ribaltato l’esito, non ha saputo tenere il vantaggio faticosamente ottenuto grazie al gol di Nicola De Vido. «Purtroppo la mia rete non è stata sufficiente, abbiamo fatto il possibile per conquistare i tre punti ma non è andata – osserva lo stesso autore della seconda rete biancoceleste – per me non abbiamo commesso tanti errori esprimendo un buon calcio, però è arrivato solo un pareggio. Peccato, ci tenevamo a vincere anche per rimanere più tranquilli durante la pausa». Un brutto inizio, poi il rigore di Severgnini ed infine il tuo gol. Eravate riusciti a mettere il muso avanti, invece siete stati raggiunti. «È stata una partita a viso aperto, nell’occasione il loro attaccante ha fatto un bel movimento ed è arrivato il pareggio. Per me questo è comunque un buon punto, venivamo da tre sconfitte ed era importante ripartire. Anche se sarebbe stato meglio vincere». È il tuo battesimo del gol in D. Soddisfatto? «Sono molto contento, volevo sbloccarmi e finalmente pur giocando più indietro ci sono riuscito. Giglio è stato bravo a mettermela sui piedi, io non ci ho pensato su ed ho calciato di prima intenzione. Dedico questo gol alla mia ragazza Nicole, che prima di ogni partita mi sprona ad andare al tiro». Adesso arriva la sosta. Servirà al Montebelluna? «Penso proprio di sì. Ultimamente ci sono molti acciaccati, soprattutto dietro dove domenica si è infortunato pure Guzzo. Con la pausa avremo il tempo necessario per poterli recuperare».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Un portiere all’Union Ripa La Fenadora. In controtendenza a quella che parrebbe la necessità più impellente, una punta, l’Union Ripa La Fenadora, in classifica al nono posto con 29 punti, chiama a se un estremo fuoriquota. Si tratta di Matteo Salsano, classe 1997 di Cava dé Tirreni (Salerno) in prestito dal Chievo Verona che ne detiene la proprietà. Ancora uno sguardo al presente e al futuro per la società neroverde che chiude il mercato invernale con un altro giovanissimo dopo l’arrivo del centrale difensivo Tiziano Slongo (1994) e della coppia del 1997 targata Enrico Savi (punta) e Federico De Min (difensore). Salsano rimane in categoria perché fino a qualche giorno fa vestiva la maglia della Cavese, formazione sesta in classifica nel girone H, con un totale di dieci presenze. In relazione alle voci che volevano come volontari, per allontanare l’allenatore Parteli, gli errori costati al Ripa La Fenadora la sconfitta con la Sacilese (1-2) domenica scorsa, dopo il capitano Paolo De Carli, responsabile nella prima marcatura friulana, interviene il difensore Alberto De March, responsabile nelle seconda: «Non so nemmeno come si possano pensare cose del genere.
Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Nuovo arrivo in casa Ripa Fenadora, dove da un lato si lavora per dimenticare velocemente il periodo negativo segnato da tre sconfitte consecutive e dall’altro si piazza un altro colpo di mercato. Preso il giovane portiere Matteo Salsano, classe 1997 in prestito dal Chievo. ACQUISTO UFFICIALE. Salsano si va ad aggiungere alla linea verde degli acquisti invernali dell’Union, dopo gli arrivi dei giovanissimi Federico De Min (terzino) ed Enrico Savi (attaccante), entrambi del 1997, oltre al difensore centrale Tiziano Slongo che è del ’94. Il portierino preso in prestito dal Chievo ha giocato la prima parte di stagione con la Cavese in serie D nel girone H, squadra di Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, con cui ha collezionato una decina di presenze. «Si conclude questa sessione di mercato rivolta ai giovani», commenta il direttore sportivo Alberto Faoro, «si guarda al presente, ma anche al futuro. Matteo Salsano è un giocatore che ha fatto il settore giovanile nel Chievo. È a disposizione della prima squadra». RIALZARE LA TESTA. Intanto la squadra affila le armi sfruttando la settimana di pausa della D per il torneo di Viareggio: «Serve più concentrazione perché abbiamo preso qualche gol di troppo per degli errori individuali che nell’arco di una stagione possono capitare. Sono arrivati tutti in poche partite e quindi fanno più effetto. Per il resto la squadra gioca e fisicamente c’è. Niente è compromesso», dice il diesse neroverde, «veniamo da tre sconfitte consecutive, però in ognuna abbiamo fatto 50′-60′ bene. Dobbiamo ripartire dalle cose positive viste a livello di gioco e parallelamente mettere più attenzione». NESSUN DRAMMA. «Anche a inizio campionato abbiamo avuto un momento difficile, rientra nell’ordine delle cose. Bisogna lavorare bene queste due settimane a cavallo della sosta e riprendiamo il cammino da dove lo abbiamo lasciato un mesetto fa. Dobbiamo essere più bravi a commettere meno errori e i risultati cambieranno», prosegue Alberto Faoro, «ragioniamo partita per partita, sistemando le cose che non sono andate bene. Abbiamo le nostre colpe, per cui dobbiamo lavorarci: questa è una parte importante, poi una gara come quella di domenica con un po’ di fortuna in più la vinci». Attenzione però: «Quando dici che hai perso per sfortuna è il momento stesso in cui inizi a non riflettere sui tuoi errori, quindi prima riflettiamo sui nostri errori, ma diamo anche il giusto peso alle partite. La fortuna poi è una cosa che ti arriva quando la cerchi e te la meriti. Contro la Sacilese abbiamo avuto le occasioni per pareggiare e per lunghi tratti abbiamo giocato meglio». TOMASI. Si va verso il recupero del centrocampista Nicola Tomasi, che ha già giocato con la Juniores. Domenica scorsa poi ha esordito il terzino Frangu, che sarà un’arma in più.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Ital-lenti Belluno e Vecchiato: un altro anno insieme. La società di piazzale Resistenza ha già iniziato a pianificare il domani. E il primo tassello in vista della stagione 2015-2016 riguarda il tecnico. Sì, il timoniere gialloblù sarà ancora lui: Roberto Vecchiato. Una conferma importante, che testimonia una volta di più quanto soffi forte il vento dell’ambizione dalle parti del polisportivo. Perché Vecchiato, pur essendo al secondo campionato da allenatore, ha già dimostrato di saperci fare (e non poco) in panchina: quarto posto e qualificazione ai playoff centrata dopo dieci anni, lo scorso maggio, cui si aggiunge l’attuale terza posizione (a dispetto del recente ko di Mezzocorona). Il tutto accompagnato da un calcio piacevole e di qualità. SODDISFAZIONE RECIPROCA – Il presidente Livio Gallio spende parole di assoluto rilievo nei confronti di Vecchiato: «Il fatto di aver confermato il tecnico con largo anticipo dimostra quanto siamo soddisfatti del lavoro che ha svolto. Nell’ottica di programmazione futura, abbiamo voluto iniziare dalla persona che reputavamo più importante: l’allenatore». Già, Vecchiato. Lui ormai si sente quasi bellunese: «Sono soddisfatto, contento e anche lusingato – rivela il mister -. Belluno mi ha dato la possibilità di iniziare ad allenare: a questa società sarò sempre grato». PRIORITÀ A BELLUNO – Un allenatore giovane, che sa il fatto suo, propone un gioco redditizio e capace di andare incontro anche all’estetica. Insomma, difficile che le sirene dei club professionistici non siano arrivate alle sue orecchie: «Ma Belluno è sempre stata la mia priorità – ribatte l’ex difensore del Real Vicenza -. Mi trovo bene con la dirigenza, i giocatori, la gente. Sto vivendo dei bellissimi momenti: ho un rapporto con l’ambiente che va al di là dei risultati. La Lega Pro? Non ho il patentino, quindi non ci posso comunque andare». Vecchiato ha già chiari gli obiettivi. Almeno nell’immediato: «Continuare a mettere in pratica un buon calcio e mantenere questa posizione di classifica (terzo posto, ndr). Mancano 14 partite: ci teniamo». Sospiro di sollievo, infine, per Ruben D’Incà: il fantasista ha subìto un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, ma sono escluse lesioni. Per il numero 10 gialloblù si profilano un paio di settimane di stop.
Ore 17.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno tira un sospiro di sollievo: per Ruben D’Incà dovrebbe trattarsi solo di un trauma distorsivo del ginocchio sinistro. Il trequartista classe 1994 si era fermato giovedì in allenamento per una torsione anomala dell’articolazione e il gonfiore post trauma aveva fatto pensare al peggio. Il risultato della risonanza magnetica, arrivato lunedì pomeriggio, a prima vista sembrava non aver dato scampo al crociato sinistro del ragazzo, ma è possibile che l’esito dell’esame sia stato alterato dal gonfiore. Non c’è ancora la certezza assoluta ma i primi test effettuati sul ginocchio dall’ortopedico della squadra, il dottor Stefano Di Fabio, hanno dato esito positivo e c’è un cauto ottimismo in tutto l’ambiente gialloblù. Al giocatore è stata data una settimana di riposo assoluto e dopo si vedranno i tempi di recupero che però potrebbero non essere troppo lunghi. In un certo senso la pausa arriva al momento giusto. «In questo momento cammino tranquillamente, anche senza stampelle», commenta Ruben D’Incà, «non ho praticamente fastidio a muovere la gamba. Non so ancora nulla per quanto riguarda i tempi di recupero ma dovrei iniziare tra un po’ a fare degli esercizi in piscina con la nostra fisioterapista Monica D’Alfonso». Per il giocatore e per la squadra è una gran bella notizia. «Già lunedì mi sentivo bene ed ero fiducioso», continua D’Incà, «poi mi ha chiamato il dottore dicendomi che dalla risonanza sembrava rotto ed è stata una mazzata incredibile, per fortuna alla visita di oggi (ieri, ndr) le cose sono andate molto meglio». L’attaccante gialloblù finora ha messo a segno quattro reti e la speranza è di poterlo rivedere in campo al più presto per continuare ad impreziosire il proprio bottino ed aiutare i compagni ad arrivare più in alto possibile in classifica.
Ore 17.40 – (Corriere delle Alpi) Vecchiato, un matrimonio che va avanti senza crisi. Con un significativo anticipo sul termine della stagione, il Belluno annuncia il rinnovo dell’accordo tra con il suo attuale tecnico per la prossima stagione. L’allenatore di Rovereto, del resto, non ha mai nascosto la sua volontà di rimanere in piazzale della Resistenza, dove si trova molto bene; ma, visti gli ottimi risultati raccolti in questo anno e mezzo, il pericolo di perderlo in anticipo per palcoscenici più importanti era reale e così la dirigenza ha voluto anticipare tutti e blindare subito uno dei maggiori artefici di questa e della scorsa stagione. Adesso i tifosi gialloblù possono stare tranquilli, Roberto Vecchiato sarà l’allenatore del Belluno anche il prossimo anno quando comincerà la terza stagione alla guida di Corbanese e compagni. Il rinnovo arriva paradossalmente nel momento più difficile dell’anno per la squadra, tra risultati inattesi (due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre partite), e l’infortunio, per fortuna sembra di minore entità rispetto alle prime sensazioni, di Ruben D’Incà. Anche questo però è un ulteriore segnale di conferma che tra le due parti c’è una forte intesa. «Siamo davvero felici di poter ufficializzare il rinnovo con l’allenatore Vecchiato per la prossima stagione, nonostante siamo appena gennaio», dichiara con soddisfazione il presidente del Belluno, Livio Gallio, «e ciò significa che stiamo mettendo le basi per programmare nel modo migliore la prossima stagione. E, per farlo, non potevamo che partire dal nostro allenatore, considerato da tutti noi uno dei grandi artefici del fantastico campionato che stiamo disputando. Il lavoro di Vecchiato è sotto gli occhi di tutti e non solo da quest’anno. Riuscire perciò già a ufficializzare l’accordo raggiunto è un motivo di grande soddisfazione per tutti noi e ci permette di guardare al futuro della nostra prima squadra sicuramente con maggior serenità e possibilità di fare bene». «Non posso che essere onorato di poter sedere sulla panchina gialloblù anche per la prossima stagione», commenta a sua volta Roberto Vecchiato, «essere confermato già a gennaio è un segnale di grande fiducia nei miei confronti e ringrazio davvero con tutto il cuore la società per questa decisione presa. Io qui a Belluno sto molto bene per tanti motivi e naturalmente il rapporto fantastico che ho instaurato con tutto l’ambiente gialloblù ha inciso sulla mia scelta di accettare la proposta della società. Da qui in avanti ci aspetta quindi un anno e mezzo di duro lavoro e tanti sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere; ma posso assicurare», conclude l’allenatore, « che la mia testa al momento è rivolta solo alla delicatissima partita che affronteremo la prossima settimana contro il Fontanafredda».
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La cessione di Ghosheh fa quadrare i conti e il Venezia non sacrifica nessuno dei suoi big. A due giorni dai 90′ del Penzo col Mantova (ore 20.45) ad assicurarlo è il ds lagunare Ivone De Franceschi, soddisfatto per la piega presa da un calciomercato che a oggi (la chiusura delle trattative è fissata alle 23 di lunedì prossimo) sembra destinato a non riservare altre sorprese. «Raimondi e Magnaghi non sono più sul mercato e rimarranno entrambi con noi – le chiare parole del dirigente lagunare -. Com’è possibile? Dovevamo risparmiare e ci siamo riusciti, con le partenze di Ghosheh, Marino, Zima e Alba, ma anche grazie allo scambio con il Pordenone (via Franchini-Panzeri, ndr). Peccarisi e Capogrosso, oltre a Guerra, si sono già inseriti bene in una rosa che volevamo mantenere il più competitiva possibile». Sul piano tattico la strada intrapresa con decisione è quella del 3-5-2, motivo per cui balza agli occhi l’abbondanza di giocatori offensivi. «Con mister Serena abbiamo valutato tutto con grande attenzione, la competitività interna è fondamentale, come avere alternative in tutti i reparti. Ora il Venezia è più completo, non scordiamo che anche Espinal e Giuliatto saranno in pratica dei nuovi acquisti. Altri innesti? Al massimo un giovane esterno sinistro. Obiettivo rimontare fino ai playoff? Siamo competitivi e vogliamo far bene, punto». Da ieri, intanto, il difensore Shadi Ghosheh è un giocatore del Catanzaro che, nel girone C della Lega Pro, è nella stessa situazione del team lagunare. «Ringrazio il Venezia per questi mesi che penso siano stati positivi, sebbene sul piano dei risultati siamo stati fin troppo altalenanti – il rammarico dell’italo-giordano -. Perché Catanzaro? Ritrovo mister Sanderra, mi ha fortemente inseguito e voluto, non potevo dire di no perché era stato lui a crescermi nella Primavera del Messina fino alle soglie della prima squadra. Lascio un Venezia in crescita, sfruttando al meglio le gare casalinghe con Mantova e Como potrebbe davvero riaprirsi il campionato». Giulio Marian, attaccante classe ’98 della Berretti arancioneroverde, è stato convocato per lo stage dell’Italia Under 16 di Lega Pro dal 2 al 4 febbraio a Coverciano.
Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia ha ceduto Shadi Ghosheh al Catanzaro. Il terzino era entrato nel mirino della squadra calabra negli ultimi giorni e la società, fatte una serie di valutazioni, ha deciso di cederlo a titolo definitivo. Il borsino delle entrate e uscite in casa arancioneroverde è nettamente in passivo in termini numerici, ma dirigenza e staff tecnico sono riusciti a mantenere inalterato l’assetto offensivo (eccetto l’uscita di Franchini) e questo viene considerato un risultato importante. In particolare la società riuscirà a tenere i pezzi pregiati Raimondi e Magnaghi che sembravano invece dover approdare verso altri lidi. Negli ultimi giorni il Venezia era alla ricerca di un difensore centrale (dopo la partenza di Marino) e questo avrebbe comportato la necessità, per far quadrare i conti, di monetizzare cedendo uno dei due attaccanti. Invece si sta prendendo una direzione diversa. «Abbiamo fatto una scelta, volevamo mantenere la rosa competitiva nonostante l’indicazione dataci dal presidente di ridurre il budget», spiega il direttore sportivo Ivone De Francschi. «Dovevamo abbassare i costi e sul mercato i giocatori più richiesti erano senz’altro Magnaghi e Raimondi. Ma abbiamo ceduto Zima, Alba, Franchini, Marino, Panzeri, ora Ghosheh. E abbiamo valutato, insieme allo staff tecnico, di non prendere il difensore centrale. Questo ci consente di abbassare i costi e di mantenere i due attaccanti». Non che il mercato in entrata sia chiuso, ma l’attenzione si sposta su un difensore esterno, uno che possa fare il «quinto» nel nuovo assetto sperimentato con successo da mister Serena, con i tre difensori centrali e il centrocampo a 5. «Cerchiamo un giocatore giovane, che non incida sui costi, ma numericamente ci dia l’alternativa a Ghosheh». In quella posizione oggi c’è Sales e si aspetta che Giuliatto entri in condizione.
Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) Il Venezia cede Shadi Ghosheh al Catanzaro, ma ritira dal mercato sia Magnaghi che Raimondi. E non è poco, visto il valore dei due attaccanti. Mercato, quindi, quasi chiuso per Ivone De Franceschi, mentre Michele Serena può concentrarsi nella preparazione della partita contro il Mantova. «Le cessioni a titolo definitivo di Marino e di Ghosheh, oltre alle partenze di Zima, Panzeri, Alba e Franchini», ha spiegato il direttore sportivo arancioneroverde, «ci hanno consentito di rientrare in quei parametri di risparmio del budget, che ci aveva chiesto il presidente Korablin durante l’ultimo colloquio avuto a Mosca. Quando si è aperto il mercato, i giocatori più ambiti erano sicuramente Magnaghi e Raimondi, e più di qualche società ha bussato alla nostra porta. Le operazioni, che siamo riusciti a perfezionare, ci consentono di non privarci dei due attaccanti. Stiamo riuscendo nell’intento di esaudire le richieste economiche del presidente senza abbassare il valore tecnico della squadra e, nello stesso tempo, ad assicurare al tecnico una rosa competitiva con giocatori che possano anche cambiare volto in partita in corso». Mercato, quindi, chiuso per il Venezia? «Se non succedono cose clamorose da qua a lunedì, direi proprio di sì», ha aggiunto De Franceschi, «cerchiamo solo un esterno difensivo mancino, che sia in grado di fare tutta la fascia, che abbia buona gamba, giovane e da valorizzare». Così da avere eventualmente l’alternativa a Dell’Andrea anche sull’out sinistro in modo da consentire a Michele Serena di portare avanti il 3-5-2 che ha funzionato bene con Pordenone e Alto Adige. Si blocca, quindi, la trattativa con il Lecce, che voleva Andrea Raimondi, mentre dal Salento avrebbe potuto partire l’esterno costaricense Gilberto Martinez. E tra un paio di settimane Serena avrà finalmente a disposizione anche Vinicio Espinal. «Sì, lo possiamo considerare un nuovo innesto, visto che è fuori da fine settembre. Ha iniziato a forzare i ritmi, non avverte fastidi al legamento, logico che deve ritrovare la condizione dopo un’inattività così prolungata». Intanto la società, dopo un confronto con i rappresentanti della curva sud, che si sta mobilitando in maniera eccezionale per la partita di venerdì sera contro il Mantova, ha deciso di dare la possibilità anche ai non possessori di Fbc card o di abbonamento di acquistare i biglietti per la curva Sud a due euro, sia in prevendita che allo stadio. Allievi nazionali. L’attaccante Giulio Marian, classe 1998, è stato convocato per lo stage di allenamento che la nazionale under 16 di Lega Pro sosterrà a Coverciano da lunedì 2 a mercoledì 4 febbraio, giorno in cui disputerà (ore 14.30) una partita amichevole contro gli allievi nazionali della Fiorentina.
Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento. Assente alla seduta pomeridiana Amirante, febbricitante.
Ore 15.50 – Qui Guizza: grande ilarità in campo, tra gli “Over” Aperi in porta e Cicioni in attacco.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto “Under” contro “Over”.
Ore 15.20 – Qui Guizza: partitella a tutto campo sotto gli occhi del presidente Giuseppe Bergamin.
Ore 15.00 – Qui Guizza: schemi col pallone, mentre Thomassen lavora a parte.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Michele Marcolini saluta a testa alta, ma che dispiacere. L´ormai ex tecnico del Real Vicenza ha commentato ieri il suo esonero. «Certamente no, non me l´aspettavo – ha detto – però il presidente è il presidente, ha tutto il diritto di scegliere. Se ha ritenuto opportuno sollevarmi dall´incarico, io devo solo accettare e andare avanti». Ieri pomeriggio i giocatori non hanno svolto il primo allenamento con Paolo Favaretto, il nuovo tecnico, per “rispetto” nei suoi confronti. Questo episodio non può averla lasciata indifferente. «Si era creata una bella alchimia con la squadra e lo testimoniano tutti i messaggi che sono arrivati a me e Davide Mandelli. Posso solo dire che sono orgoglioso di quello che i ragazzi hanno fatto in questi mesi e di quello che mi hanno dato, soprattutto in termini di disponibilità e comportamento. Sono sicuro di lasciare tra loro, la maggior parte di loro, un bel ricordo e un legame che si è costruito sin dai primi giorni». Per Marcolini è stata fatale la sconfitta interna con il Como, ma i numeri gli hanno sorriso. In 22 partite ha collezionato 34 punti, ha lasciato da settimo in classifica. Nel girone di andata il Real Vicenza con l´ex centrocampista di Chievo e Vicenza al timone ha perso solo due partite ed è stato capace di battere 3-0 una squadra come il Novara lanciatissima verso la promozione. «Il dispiacere per l´esonero c´è ed è grande – ha proseguito – soprattutto per il momento in cui è stato deciso: prima di un trittico di partite, contro Pro Patria, Monza e Renate, che poteva rilanciarci. Purtroppo i risultati meno positivi sono arrivati nel mese più critico, giocando contro le squadre più forti. E devo anche dire che a parte il secondo tempo disputato col Como, la squadra non ha mai dato segnali di crisi». Su facebook, il difensore Dario Polverini ha pubblicato questo messaggio sul proprio profilo: “Piangere per l´esonero di un allenatore non mi era mai capitato, ma non mi vergogno a dirlo, anzi. Ho visto tanti miei compagni commuoversi come me e questo sta a significare che nel calcio si incontrano anche persone vere, persone che lasciano il segno, persone con le quali si instaura un rapporto umano prima che professionale. Posso solo dire grazie a mister Marcolini e mister Mandelli per quello che hanno dato alla causa comune in questi mesi e auguro a loro con tutto il cuore le migliori soddisfazioni. Il calcio è anche questo, ora si va avanti conoscendo nuove persone e sperando di trovare ancora professionisti di quel calibro. Grazie ancora!”. Con oggi si volta pagina. Paolo Favaretto è stato indicato come l´allenatore giusto per puntare ad un obiettivo importante. Che ha un nome, playoff. In bocca al lupo.
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Da una parte l´annuncio ufficiale del nuovo tecnico del Real, Paolo Favaretto, dall´altra la presa di posizione dei giocatori, che non hanno digerito l´esonero di Michele Marcolini, e per “rispetto” nei suoi confronti hanno deciso di non allenarsi ieri pomeriggio. In pratica hanno “scioperato”. Il presidente Lino Diquigiovanni ha accettato con serenità la decisione dei giocatori, con i quali aveva parlato in mattinata. L´esonero. Lunedì, il giorno dopo la sconfitta interna per 0-2 con il Como, il presidente ha deciso di sollevare dall´incarico Marcolini e il suo vice, Davide Mandelli. Si è trattato di un colpo di scena dal momento che al di là del fatto che la squadra non stia vivendo un momento felice sotto il profilo dei risultati (3 punti nelle ultime 5 partite), con Marcolini al timone i biancorossi hanno disputato un girone di andata eccezionale viaggiando ad un ritmo promozione. La scelta, secondo le parole del massimo dirigente biancorosso, è stata «sofferta». Ma a soffrirla sono stati in particolare i giocatori. Il confronto. Ieri mattina, quando ancora il Real Vicenza non aveva comunicato ufficialmente il nome del nuovo tecnico, Paolo Favaretto, ma si trattava puramente di una formalità visto che l´allenatore mestrino era già ad un passo dall´accordo, la squadra ha avuto un confronto con il presidente Diquigiovanni e ha cercato non solo di capire la scelta ma anche di convincere Diquigiovanni a tornare sui propri passi. Con Marcolini, infatti, la squadra aveva un ottimo rapporto e c´era piena sintonia sia dal punto di vista umano che tecnico. La presa di posizione. Evidentemente il presidente è rimasto fermo sulla propria decisione e la squadra non ha potuto che prenderne atto. Il passo successivo compiuto dal capitano Matteo Tomei e dai compagni è stato “modificare” il programma. Il Real avrebbe dovuto, nel pomeriggio, svolgere la prima seduta con Favaretto, che la squadra ha avuto modo di conoscere, non sul campo, ma fuori attraverso un incontro di presentazione. La seduta invece non c´è stata in via Calvi, perché i giocatori, compatti, hanno scelto di non presentarsi. Effettueranno questa mattina il primo allenamento con il nuovo tecnico. Tocca a Favaretto. Tutto questo è avvenuto prima che la società rendesse noto il nome della nuova guida tecnica, poco dopo le 15. Favaretto, che oggi festeggia 48 anni, è originario di Mestre e si è legato al Real Vicenza fino a giugno. Con lui anche l´allenatore in seconda Massimo Melucci, ex difensore di Grosseto, Cittadella, Piacenza, Delta Porto Tolle. Nella passata stagione Favaretto, che è stato giocatore e allenatore del Bassano, ha allenato il Delta Porto Tolle, prima ancora l´Aprilia, la Primavera del Padova, il Venezia. Subito ha commentato quanto è successo dopo l´esonero di Marcolini: «Fa onore all´allenatore e ai ragazzi che dimostrano di avere sensibilità. Ho detto ai giocatori che spero, alla fine, di riuscire a lasciare un segno come l´allenatore precedente». Ha parlato chiaro ma con cognizione di causa il neo allenatore del Real: «Questa squadra può aspirare a scalare qualche posizione se ritrova il brio dell´inizio. Conosco un po´ tutti i giocatori, ma in particolare Malagò, Gomes e Beccaro. Parlare di obiettivi finali mi viene difficile perché dovremo lavorare sodo e mettere insieme le partite».
Ore 13.50 – Giudice Sportivo: nessuna sanzione per Padova e Tamai, avversarie domenica 8 febbraio. Comminati, invece, 1.500 euro di multa all’AltoVicentino “per avere propri sostenitori, per l’intera durata della gara, rivolto espressioni gravemente offensive e connotate da estrema trivialità all’indirizzo del direttore di gara”.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Teniamo a fare bene, questo vorrei fosse chiaro a tutti. Il Bassano non snobba nessuna competizione e affronterà la Coppa Italia con il massimo impegno. Ci godiamo la bella classifica che ci siamo conquistati in campionato e andiamo avanti per la nostra strada». Parola di Antonino Asta, che prepara con il massimo scrupolo i quarti di finale di Coppa Italia a Ferrara contro la Spal (ore 15) e che butta già l’occhio a domenica pomeriggio, quando al Mercante arriverà il Pordenone. La semifinale pare assolutamente alla portata e l’obiettivo è quello di arrivare il più avanti possibile, magari con un turnover «ragionato» senza stravolgere l’impianto di gioco e gli equilibri di squadra. Oggi toccherà a Nolè partire titolare dopo essere stato a riposo sabato scorso, per il resto ci saranno cambi in tutti i reparti, attacco compreso dove toccherà a Maistrello.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) La Coppa Italia svuotata dallo stress da risultato del campionato non produce tossine velenose in circolo ma soltanto il fascino della competizione. Che non è più nemmeno un impiccio: la formula snellita e arricchita di suggestione (gara secca, dentro o fuori, chi vince vola in semifinale) fa affiorare esclusivamente il lato dolce della contesa: se vinci è una scarica di adrenalina positiva che ti trascini fino a domenica. Se perdi, pazienza e poco male, il braccio di ferro che conta è quello col Pordenone fra 4 giorni al Mercante (alle 18, un preserale di gala). Il proscenio estense, poi (il glorioso Paolo Mazza di Ferrara) alimenta la voglia di stare in campo in un teatro che comunque l´altroieri era di A e ieri ospitava la B, tanta roba insomma. Ecco perchè Asta ci tiene per davvero e non sono frasi di facciata. «Al Pordenone ci pensiamo da domani – rimarca don Tonino – adesso vorrei giocarmelo questo match, c´è la semifinale in palio con la vincente di Como-Renate, inizia davvero a farsi sugosa la questione». Difatti l´intero organico è precettato ma non Munarini e Tonon: entrambi hanno la valigia in mano come anticipato, presumibilmente lunedì alla chiusura del mercato verranno girati altrove in qualche scambio e un eventuale infortunio adesso farebbe saltare la doppia operazione in uscita e pure in entrata con due nuovi ingressi attesi per l´inizio della prossima settimana. Ergo, scelte obbligate, Semenzato convocato ma in tribuna per dare spazio a qualcuno meno impiegato (tantopiù che in panca ci sono già due difensore di ruolo) e Toninelli, Cenetti, Nolè e Furlan ugualmente in pista dall´inizio. «Furlan sta scontando una flessione di rendimento fisiologica – riconosce il tecnico – e l´unico sistema per fargli recuperare brillantezza non è lasciarlo fuori, ma continuare a dargli fiducia per facilitare il ripristino dello smalto perduto. Lo schiererò a sinistra stavolta inserendo Cortesi a destra che al contrario sta benone. Poi rifinitore sarà Nolè almeno per un tempo». Al fantasista potentino arriva una paterna tiratina d´orecchie in riferimento alle opportunità sprecate a Monza («Certe gare vanno chiuse, sennò rischi inutilmente…»). Intanto nello spicchio della gradinata occupato dai Boys, ieri è apparso uno striscione che recitava “Fieri di voi”. Un messaggio degli ultrà giallorossi che hanno voluto chiudere definitivamente e nel modo più elegante il colossale malinteso di 10 giorni fa nel post partita con l´Alto Adige. Come l´hanno presa i giocatori? Hanno enormemente gradito e apprezzato.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In estate, dopo la delusione del playoff perso contro il Savona, sembrava potesse lasciare Vicenza visto che il suo contratto scadeva nel giugno del 2015. Antonio Cinelli invece ha iniziato la stagione alla grande, prendendo al volo l’opportunità di ritornare a giocare in B dopo il ripescaggio del Vicenza. Prima con Giovanni Lopez, adesso con Pasquale Marino, l’ex centrocampista della Lazio ha sempre fatto parte dell’undici iniziale, e la società l’ha premiato allungandogli il contratto fino a giugno del 2016. «Sono contento del nuovo contratto e del mio rendimento – sottolinea Cinelli – ma soprattutto di quello della squadra. Il nostro segreto è che siamo determinati e uniti, forse perché siamo quasi tutti ragazzi di 24-25 anni e tra noi c’è grande coesione. Dopo due giornate del girone di ritorno abbiamo 31 punti, a meno 19 dalla salvezza che resta il nostro obiettivo». Nessuno in casa biancorossa osa pronunciare la parola playoff, anche se sabato a Terni andrà in scena una sfida tra due squadre appaiate all’ottavo posto, ultima posizione per gli spareggi promozione. «Sono discorsi che nello spogliatoio non facciamo – sottolinea Cinelli – noi continuiamo a ripeterci che dobbiamo arrivare prima possibile a quota 50 e che solo dopo, se ce ne sarà la possibilità, alzeremo l’obiettivo. Ma la B è lunga e difficile, come ogni anno con due vittorie scali la classifica, ma con due sconfitte scivoli nelle zone pericolose. Per questo a Terni sarà una partita difficile dove dobbiamo fare punti; nessuno di noi pensa che possa essere una sfida playoff». Cinelli non può negare che il Vicenza stia attraversando un buon momento in cui riesce anche a giocare un buon calcio. «Contro il Trapani abbiamo vinto con merito e senza rischiare quasi niente – precisa l’ex laziale – la strada è quella giusta, adesso però non dobbiamo fermarci. Nelle ultime partite magari abbiamo segnato poco, ma abbiamo subito meno, dimostrando di essere compagine quadrata, anzi, quadratissima. Gli esami però non finiscono mai, e a Terni noi dovremo superarne un altro».
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Un solo gol subìto nelle ultime cinque partite, quello fatale a Frosinone. Per il resto la difesa del Vicenza è stata un fortino insuperabile, lasciando a bocca asciutta Spezia, Livorno, Latina e Trapani. Ecco allora che i difensori biancorossi, come Mario Sampirisi, in questo periodo possono essere giustamente soddisfatti. Sampirisi, è un periodo in cui dietro si soffre pochissimo. Marino ha trovato l´assetto ideale? «Intanto certe cose non andrebbero dette, perché è meglio non andarsi a chiamare la sfiga Battute e scaramanzia a parte, in effetti nelle ultime partite tutto ha funzionato a dovere, riusciamo a non prendere gol, quindi significa che la squadra mantiene i giusti equilibri». Contro il Trapani avete dato l´idea di dominare l´incontro. «È stato un bel banco di prova, perché avevamo di fronte una squadra molto temibile, soprattutto in attacco. Abbiamo interpretato la gara nel modo giusto, il Trapani invece probabilmente è anche incappato in una giornata particolarmente negativa, e le conseguenze si sono viste». Da siciliano, battere i granata è stata una piccola soddisfazione in più? «Magari un po´, però per me era un derby relativo, perché sono di Caltagirone, in provincia di Catania. Per Marino, invece, era proprio una sfida in famiglia, visto che lui è trapanese di Marsala: direi che si è tolto meritatamente una bella soddisfazione». Ora la concentrazione è già sulla prossima sfida: vi attende la Ternana che ha gli stessi vostri punti in classifica. «Un confronto stimolante, che affronteremo con una certa voglia di rivalsa. Ricordo bene la partita dell´andata, ero appena arrivato e l´ho vista dalla tribuna: la sconfitta fu immeritata, già in quell´occasione avevo capito che questo gruppo aveva delle buone qualità, e devo ammettere che partita dopo partita si è dimostrato anche più competitivo di quanto potessi immaginare». Il Vicenza la sta sorprendendo in positivo, quindi? «Onestamente sì. Quando arrivi in una squadra appena ripescata, immagini di dover vivere una stagione sempre in apnea o quasi, ed ero pronto a calarmi in una dimensione simile. Invece ho avuto il piacere di trovare un bel gruppo, composto non solo da bravi ragazzi, ma anche da bravi giocatori, che conoscevo poco ma ho imparato ad apprezzare giorno per giorno». Quanto ha influito secondo lei il cambio di allenatore? «Marino ci ha portati ad esprimere un gioco più offensivo, di maggior costruzione. Però secondo me anche Lopez aveva lavorato bene, badando all´esigenza primaria in quella fase, che era giustamente quella di stare più coperti. Purtroppo alcuni risultati lo hanno penalizzato». Sulla corsia destra lei ormai ha costruito una catena oliata con Laverone. «Avere un compagno come Lorenzo mi facilita molto il lavoro, perché è uno che corre come un matto e torna sempre a dare una mano. Bisogna anche dire che, visto che lui è sempre pronto a spingersi in attacco, io magari mi sto contenendo un po´ nella fase di spinta, rispetto a quello che mi verrebbe spontaneo fare. Però bisogna pure che qualcuno si fermi, altrimenti poi in contropiede diventano dolori ». Dal mercato si attende un esterno d´attacco con il fiuto del gol. Crede che con un innesto del genere il Vicenza potrebbe aspirare a qualcosa in più della salvezza? «Non montiamoci la testa, altrimenti non si va da nessuna parte. Se arriverà un altro attaccante di valore sarà il benvenuto, ma io vi ricordo che ci sono già altri compagni come Varela, Spiridonovic o Vita che non sono certo scarsi E poi noi aspettiamo sempre Ragusa e Maritato, perché fanno parte di questo gruppo, lottano con noi dall´inizio di quest´avventura, e sarebbe bello poter contare anche su di loro nella volata decisiva».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Alex Valentini, finito in panchina nelle ultime due partite per scelta tecnica, mastica amaro ma non demorde. «Non è una bella sensazione – afferma il portiere – perchè tutti vorrebbero giocare. È ovvio che sono dispiaciuto, ma comunque rispetto la scelta del tecnico accettando questa situazione e continuando ad impegnarmi al meglio come ho sempre fatto. Voglio tornare a dare il mio contributo al Cittadella». Sul girone di ritorno, continua: «L’inizio è buono, come lo era stato anche all’andata, l’importante è continuare su questa strada, facendo tesoro dell’esperienza acquisita. I nuovi giocatori hanno portato una ventata di entusiasmo, ma tutti siamo desiderosi di risalire l’attuale classifica». IL GIUDICE. Sono arrivate le previste squalifiche di una giornata per Nicola Rigoni e Federico Gerardi, ammoniti a Avellino e in diffida. Banale il cartellino giallo rimediato dall’attaccante. «Sono caduto – spiega – dopo avere subìto fallo e con la mano ho toccato il pallone che mi stava sotto il petto. Aspettavo il fischio a favore, invece l’arbitro mi ha ammonito». SQUADRA. Ancora assente per influenza Alessandro Sgrigna, che dovrebbe rientrare oggi con la doppia seduta; Andrea Schenetti ieri pomeriggio si è sottoposto alla visita di controllo al ginocchio destro: se l’esito sarà positivo, potrà iniziare ad allenarsi in gruppo. BIGLIETTI. Per la partita di sabato al Tombolato con il Trapani si possono acquistare i biglietti sul circuito Tiketone oppure nella sede granata dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 e ancora sabato mattina dalle 9 alle 11.30 mentre i botteghini dello stadio apriranno alle 13.30. TIFOSI. Il club granata Dino Pettenuzzo di San Giorgio in Bosco sta organizzando la trasferta di San Valentino per sabato 14 febbraio a Vercelli. La giornata sarà molto intensa: partenza alle 6.30 dal piazzale Angelo Gabrielli dello stadio Tombolato con tappa per una speciale visita turistico-culturale alle riserie di Tronzano Vercellese, grazie alla collaborazione del sindaco di Crescentino, Fabrizio Greppi, con il quale c’è un gemellaggio sportivo in ricordo del ciclista professionista Orfeo Ponzin, nativo di San Giorgio in Bosco e deceduto per una tragica caduta nel Giro d’Italia del 1952. Tre anni fa il sindaco di San Giorgio in Bosco, Roberto Miatello, ha intitolato una via proprio a Orfeo Ponzin, mentre il presidente del club “Dino Pettenuzzo”, Renzo Brunoro, nel 2008 ha dedicato il libro “Orfeo Ponzin Ciclista di ventura” al compianto concittadino. Le adesioni sono già aperte (la quota di 30 euro comprende viaggio in pullman, visita alle riserie, pranzo e biglietto della partita) al Ja-Re Bet Bar di San Giorgio in Bosco, all’Ortofrutta Lena e al bar Stadio di Cittadella fino al completamento dei 54 posti disponibili.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Un anno di Filippo Scaglia. Tanto è passato dall’approdo del difensore centrale alla corte di Foscarini, avvenuto durante lo scorso mercato di riparazione. La ricorrenza offre un pretesto per parlare di passato e futuro. E il futuro immediato si chiama Trapani, prossimo avversario del Cittadella. «Con i siciliani possiamo giocarcela: l’anno scorso contro di loro vincemmo e da lì partì la nostra grande rimonta. Sicuramente, poi, il fatto che non ci sia più Mancosu nel loro attacco è positivo per noi» ha sottolineato intervenendo al programma di Telecittà Lunedì Granata. «La classifica è ancora corta, facendo bene si può pensare di togliersi dai bassifondi e non soffrire troppo da qui alla fine». A regalare solidità difensiva ha contribuito anche “nonno” Pierobon, nelle ultime due gare preferito a Valentini. «Pierobon si fa sentire tanto, è una sicurezza. In questo momento l’allenatore sta dando fiducia a lui probabilmente perché sa gestire meglio la pressione, vista l’esperienza. Valentini rimane però un ottimo portiere, con grandi doti atletiche e tecniche, tornerà il suo momento». Sui compagni di reparto Camigliano e Pellizzer, Scaglia invece dice: «La competizione è necessaria, così come in attacco anche per noi difensori. Sul capitano dico che alcuni episodi di nervosismo in un’intera stagione ci possono stare». Sin qui il presente. Ma nel futuro un po’ più lontano c’è una comproprietà che non potrà più essere rinnovata fra Torino e Cittadella. Alla scadenza del contratto, a giugno, le due società saranno costrette a discutere della sua posizione: «Non so dove giocherò l’anno prossimo. In questo momento do il massimo per questa maglia con la consapevolezza che magari a giugno il Cittadella crederà in me e mi prenderà e il Torino no. Ho quasi 23 anni e il mio obiettivo adesso è giocare, non ha senso andare in serie A per guardare gli altri scendere in campo». Sgrigna ai box. Intanto l’influenza continua a mietere vittime all’interno dello spogliatoio granata. Da due giorni non si allena col gruppo Alessandro Sgrigna, solo assente al “Tombolato” oltre ai lungodegenti Lora e Signorini. Schenetti lavora invece ancora a parte. Biglietti. Già disponibili i tagliandi per la gara con il Trapani, in programma sabato al Tombolato. Come sempre biglietti sono acquistabili sul circuito TicketOne o in sede in via Ca’ dai Pase 41/B a Cittadella, con orari 9-12.30 e 15-18.30. Sabato sede aperta dalle ore 9 alle ore 11.30. I botteghini dello Stadio saranno aperti sabato prossimo a partire dalle ore 13 e 30.
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Fari puntati su Cittadella-Trapani, in programma sabato alle 15 al Tombolato. Il dg Stefano Marchetti sta tentando di definire la trattativa con il Chievo per il francese Mangani, che potrebbe chiudersi entro la fine della settimana (ma occhio al Crotone). Bloccata al momento la cessione di Gerardi, che non ci sarà sabato per squalifica, al pari di Nicola Rigoni. Al loro posto scaldano i motori Sgrigna e Busellato, che si giocherà una maglia con Benedetti, al momento sfavorito. Confermato il 4-4-2 visto ad Avellino, ci saranno poche correzioni e in porta ci sarà ancora il quasi 46enne Pierobon.
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Ogni volta che arriva un nuovo giocatore gli parlo facendolo sentire importante, ma questo non vuole dire che ha la maglia assicurata. Sta a loro darmi ogni domenica le risposte che esigo avendone avvallato l’acquisto». Tornando all’attualità, domenica con il Mori Santo Stefano ha tenuto fuori Ferretti. «Non sono abituato a dare alcun tipo di spiegazione prima di una partita, ma di certo ne parlerò con lui. Ferretti è nei miei pensieri quotidianamente, è un bravo ragazzo e sta facendo moltissimo per la causa. Ma devo guardare un po’ anche gli altri. E se giochiamo con il 4-2-3-1 non è che possa utilizzare Zubin a sinistra e Ferretti a destra». Proprio questo sistema di gioco però sembra calzare a pennello alla squadra. «Fino a quando i quattro giocatori davanti mi danno intensità, qualità e sono prolifici – sottolinea Parlato – va bene così. Se però queste caratteristiche vengono meno è giusto sfruttare le potenzialità di chi è in panchina. Il 4-2-3-1 è modulo che mi dà più fiducia? Più che fiducia, mi garantisce più continuità nell’azione e viene interpretato meglio, anche se ovviamente continuiamo a lavorare pure sul 4-3-1-2».
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Noi stiamo dando il massimo, poi è un problema dell’allenatore che deve scegliere. Zubin e Amirante hanno fatto molto bene domenica, l’importante è farsi trovare pronti quando si viene chiamati in causa». Chi si sfrega le mani per tanta grazia è sicuramente Carmine Parlato. «È un bene averli in squadra, sono tre ragazzi d’oro. Zubin lo conosco molto bene avendolo già avuto. Ferretti è sempre stato una rogna quando lo incontravo da avversario, preferisco perciò averlo con me. Amirante si è calato subito nella nostra realtà con grande disponibilità e professionalità. Ripeto, sono tre ragazzi d’oro. Ovviamente bisogna cercare di sfruttare i loro momenti migliori e di farli coesistere, anche se bisogna sempre guardare agli equilibri di squadra: la priorità da tenere in considerazione è che in base a come si incastrano i quattro giovani, inserisci i vecchi. E in una squadra con giocatori importanti ci deve essere la consapevolezza che si può anche restare fuori». Il che non rappresenta un atto di sfiducia, come precisa il tecnico: «Quando c’è la stima, anche se un giocatore resta fuori una o due partite per scelta tecnica o per situazioni legate ai giovani non significa che non credo più in lui».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Nella prima parte di stagione tutto il peso dell’attacco è stato principalmente sulle spalle di Ferretti, anche se il bomber argentino ha dovuto saltare diverse partite per infortunio. Con gli arrivi di Zubin e Amirante i biancoscudati si ritrovano ad avere un reparto avanzato da favola, nel quale però difficilmente c’è spazio per tutti e tre nell’undici titolare. Tanto più che dopo aver utilizzato con il Montebelluna il modulo con trequartista (Cunico) e due punte (Ferretti e Zubin), a Rovereto si è tornati al 4-2-3-1 con il tecnico che ha puntato deciso su Zubin, a segno per la prima volta con il Padova. Dimostrando tra l’altro di saperci fare nella ripresa anche da trequartista quando al posto di Cunico è subentrato Amirante, autore di una doppietta. Neanche un minuto invece per Ferretti, rimasto in panchina per scelta tecnica, nonostante il suo ritorno al gol due domeniche fa. Un’esclusione che El Rulo sembra avere digerito di buon grado. «Siamo in tanti e la concorrenza c’è, anche se ovviamente è dura stare fuori. Domenica è toccato a me, ma è un rosicare positivo. Bisogna accettare, anche perché per vincere il campionato c’è bisogno di tutti».
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Dal centro, invece, arrivano statisticamente i pericoli maggiori. Non tutte le colpe sono da intendersi della coppia centrale della retroguardia: Sentinelli e Niccolini, pur con qualche svarione fisiologico, sin qui hanno tenuto una guardia decisamente positiva in molte occasioni. Le ragioni di una vulnerabilità prettamente centrale, le conoscerà soprattutto Carmine Parlato. Aumentare l’attenzione? Accentuare il filtro dei centrocampisti? Le contromisure possono essere diverse, l’importante è che si prendano al più presto. Finali da brivido. E c’è poi la cronica “allegria” difensiva nell’ultima mezz’ora di gara, un altro dei problemi che sin qui ha rischiato – riuscendoci in rare occasioni, fortunatamente – di minare il cammino in testa alla classifica di Cunico e compagni. Dei 22 gol presi, ben 15 sono arrivati nei secondi tempi. Statisticamente i primi tempi dei biancoscudati sono buoni, dal punto di vista difensivo, solo a Tamai e Mogliano sono arrivati veri e propri cataclismi nei primi 45’. Nelle ultime mezz’ore di gara, invece, il Padova ha sin qui buscato ben 13 reti: 6 tra il 16’ e il 30’ dei secondi tempi, e addirittura 7 nell’ultimo quarto d’ora. Forse è davvero il caso di aggiustare il tiro.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Così come ha corretto il tiro negli ultimi metri: ben quattro i rigori concessi nelle prime dieci giornate, poi nessun altro. Piazzando punizioni dirette in porta, nelle ultime gare sia Furlan (Union Pro) che Tisi (Mori) hanno potuto bucare la porta biancoscudata, ma più che applaudire alle loro prodezze c’è poco da fare. Ben diverso il discorso relativo ai contropiedi: il Padova, sin qui, ha subito gol quattro volte sulle ripartenze veloci degli avversari e, dato ben poco incoraggiante, tre di queste sono arrivate nelle ultime quattro gare. A Valdagno (un lancio lungo sul quale il “liscio” di Degrassi ha giocato comunque un ruolo fondamentale), Mogliano e Rovereto, la difesa s’è fatta uccellare in velocità. Ma è riguardo alle azioni manovrate che emergono i risultati più interessanti. A sinistra non si passa. Il Padova ha subito “solo” 9 dei 22 gol a facendosi superare a difesa schierata. E il dato che immediatamente salta all’occhio, dopo le feroci critiche piovute a Degrassi dopo il match con l’Altovicentino, è che solo in una occasione l’avversario è andato in rete sfondando da sinistra: c’è riuscito il Ripa, con la discesa di Dassiè e il tap-in sottomisura di Ponik. In tutte le altre otto situazioni, i pericoli sono nati da destra (tre volte) e al centro (addirittura cinque). Mattioli del Giorgione, Cicuttini del Dro e Farinazzo del Legnago sono riusciti a infilare i biancoscudati approfittando di errati posizionamenti e diagonali sul versante destro – e in tutti e tre i casi, in campo c’era Busetto, oggi infortunato.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Dodici partite consecutive senza riuscire mantenere la porta inviolata. Tre portieri diversi – prima Petkovic, poi Cicioni, quindi Lanzotti – ma il medesimo risultato. Il Padova di Carmine Parlato, capolista del girone C, qualcosa da registrare ce l’ha eccom, sopratuttto nella fase difensiva. Con 22 reti subite, beninteso, il Padova ha tutt’ora la quinta difesa meno battuta del girone, dietro a Sacilese, Tamai, Altovicentino e Belluno: la situazione non è tragica, ma da parte di chi ambisce al primo posto e al salto in Lega Pro ci si attenderebbe una resistenza maggiore. I problemi, allora, da dove nascono? Sotto la lente sono finiti i 22 gol subiti dai biancoscudati in questa stagione. L’analisi. Essenzialmente il Padova prende gol in quattro maniere diverse: su situazioni da calcio da fermo, con calci piazzati diretti in porta, in contropiede o con azioni manovrate vere e proprie. La prima situazione, innanzitutto: i biancoscudati, e questa è una nota più che positiva, a inizio stagione avevano la brutta tendenza a buscarle sugli sviluppi di calci piazzati: ad approfittarne sono state il Montebelluna (all’andata), il Tamai e il Dro, seppur in quest’ultimo caso fu Busetto a infilare involontariamente la propria porta da calcio d’angolo. Da allora, dieci giornate fa, di questi errori il Padova non ne ha più commessi.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) In qualche modo bisogna pur ingegnarsi: «Totò, il custode dello stabile siciliano come me, spesso diventa matto con noi», sorride. «A me, per dire, di recente i miei compagni hanno rotto la maniglia della camera, e ora mi tocca pagarla di tasca mia, e smontato il letto. Per non parlare di quando, sotto Capodanno, facevamo esplodere i petardi in camera facendoli passare sotto le porte delle stanze». I tifosi, in ogni caso, nonostante l’abbiano visto poche volte hanno imparato quali siano i suoi numeri preferiti. Parla del Padova e della sua ammirazione per El Shaarawy, Aperi. Il modo di interpretare il calcio del siciliano e del Faraone, tra dribbling, corsa e fantasia, un po’ si assomiglia. «Io sarei uno che prende palla e tende a scartare gli avversari uno dietro l’altro, sono un “dribblomane” ma qui non posso farlo: fidatevi che fino ad ora non avete visto nemmeno il cinquanta per cento di quello che riesco a fare, perché se lo facessi Parlato si arrabbierebbe di brutto. Anche Cunico, domenica, dopo un mio elastico (un gesto tecnico che si compie facendo finta di portare la palla da un lato, per poi spostarla dall’altro, ndr) mi ha preso in giro. Mi ha detto: “Facile fare l’elastico sul 6-2, prova a farlo sullo 0-0 la prossima volta!”. Io ci provo, perché a Padova voglio lasciare una traccia importante: è una piazza fantastica, la più grande dove sia mai stato, e voglio conquistarla».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Professione? Bomber di scorta. Con la rete di domenica, Sebastiano Aperi ha firmato il quinto gol in sole nove presenze, al ritmo di una rete ogni 64 minuti. Meglio di lui ha fatto solo Amirante (un gol ogni 36’), ma quanto ai bomber subentrati dalla panchina, l’esterno siciliano è principe indiscusso: ben quattro, le reti nei finali di gara. «Parlato scherza di questa situazione», sorride Aperi, «Domenica, prima di farmi entrare in campo, mi ha detto: sei un ragazzo a modo, un giovane valido. Vai in campo e divertiti. Mi ha fatto molto piacere, infatti appena ho segnato sono corso ad abbracciarlo, mi è venuto d’istinto. L’ultimo mese è stato brutto: dopo aver segnato con il Kras Repen, devo ammettere che ho un po’ rosicato a star fuori, a Mogliano sono addirittura finito in tribuna. Io non sono uno che pretende di giocare, sono convinto che chi va in campo debba meritarselo». L’animo è stato tormentato, ma lui non ha mai pensato di cambiare aria. A Padova sta bene, la sua piccola insofferenza se l’è tenuta per sé, senza dire nulla nemmeno ai compagni più vicini: «Come Petrilli che per me è come un fratello, e Degrassi, con cui condivido la camera in foresteria». Aperi, classe ’92, è il più “vecchio” degli ospiti del convitto della Guizza. Un luogo lontano dai riflettori dove le giornate trascorrono lente.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ripresa “soft” ieri per i biancoscudati: dopo la vittoria a Rovereto contro il Mori, il Padova ieri pomeriggio ha ripreso a lavorare alla Guizza, dove rimarrà tutta la settimana pur con una discreta tranquillità visto che domenica la serie D osserverà un turno di riposo. Ieri la squadra si è divisa tra esercizi col pallone e lavoro in palestra e tornerà ad allenarsi oggi, sempre al centro Geremia per una nuova seduta. Compleanno. Domani, intanto, è il 29 gennaio: il Calcio Padova compie 105 anni, e i tifosi, nonostante le peripezie dell’ultima annata, non lo dimenticano. A Rubano, in sede (via Rossi 5/P) dell’azienda 665 che veste la società biancoscudata, dalle 18.30 è in programma un aperitivo con la dirigenza e la prima squadra nel corso del quale verrà svelato un capo celebrativo. Cinque di questi capi, nel corso della serata, saranno consegnati a personaggi particolarmente importanti nella storia del calcio padovano, e uno sarà donato al tifoso vincitore del gioco ideato da 665 tramite la propria pagina facebook. Sabato, invece, Tribuna Fattori e Aicb chiameranno l’adunata dei supporter in piazza Cavour, a due passi da dove, più di un secolo fa, in piazzetta Garzeria venne fondato ufficialmente il sodalizio biancoscudato. L’appuntamento è per le 16.30: i tifosi, insieme con una rappresentanza dello staff societario, della prima squadra e diverse vecchie glorie biancoscudate, si ritroveranno in piazza prima di spostarsi alle 20 presso la sede di Rubano della Fattori per la cena (prenotazioni entro stasera via facebook).
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A volte sui numeri si rischia di scivolare. Ed è questo ciò che è avvenuto: nel resoconto storico delle vittorie più larghe del Calcio Padova, siamo andati a ripescare un 1-7 ottenuto contro il Parma negli anni Trenta, lasciandoci sfuggire lo 0-8 con cui, nel 1949, il Padova dell’ungherese Bela Guttman andò a vincere il derby a Venezia: è questa la vittoria esterna più larga della storia biancoscudata, ottenuta per giunta in serie A. Abbiamo commesso un errore e ce ne scusiamo, soprattutto con coloro che quella vittoria l’hanno vista con i loro occhi e hanno chiamato il giornale.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il mistero, però, non finisce qui perché Bruzzi, messo in lista di svincolo dal ds del Padova Fabrizio De Poli, ha sin qui rifiutato tutte le destinazioni proposte. E il Padova, per regolamento, non può tesserare un altro giovane di serie senza prima essersi liberato di Bruzzi. Anche a Livorno non sanno più cosa pensare: «Delle intenzioni di Bruzzi – spiega il ds Elio Signorelli – sappiamo poco o nulla. Si sta autogestendo e sta cercando una nuova squadra di serie D. Ma al momento non abbiamo alcuna novità». L’ultima pista porta a Siena, ma per il momento non ci sono conferme ed è stato smentito pure l’interesse della Pistoiese. Bruzzi è rimasto molto deluso da quanto accaduto a Padova, riteneva di avere più spazio e di godere di maggiore considerazione da parte di Carmine Parlato. Nulla di tutto questo, l’abbondanza della rosa e le sue prestazioni non esaltanti lo hanno penalizzato ed è finito ai margini. Bruzzi per ora sta mettendo i bastoni fra le ruote ai biancoscudati e, di fatto, sta bloccando il mercato in entrata con l’ultimo ritocco previsto.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) C’è tempo fino al 2 febbraio per l’ultimo piccolo ritocco di mercato del Padova. Il ds Fabrizio De Poli ha individuato negli ultimi giorni un centrocampista classe 1995 e quindi inserito fra gli «under» della squadra in grado di completare la rosa biancoscudata. L’altra notizia è che, dopo lunghe riflessioni, non arriverà dal Verona il giovanissimo Enrico Bearzotti. Il problema fondamentale, però, è rappresentato dal caso di Elia Bruzzi, che condiziona negativamente il mercato del Padova. L’esterno del Livorno era arrivato in estate in prestito con grandi aspettative, ma è stato un flo. Nelle occasioni in cui è stato impiegato non ha fatto bene, dando l’impressione di non essersi mai integrato. Adesso sta facendo le bizze e ha lasciato il suo vecchio procuratore, come conferma al telefono l’avvocato Vincenzo Rispoli: «Da qualche tempo non lo sto più seguendo io, diciamo che lui ha altre idee e non ne curo più gli interessi. Dove andrà? Sinceramente non lo so, credo che ci stia lavorando il Livorno».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventunesima giornata, domenica 8 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Mezzocorona, Belluno-Fontanafredda, Clodiense-Union Pro, Dro-Montebelluna, Giorgione-Mori S. Stefano, Kras Repen-Triestina, Legnago-Union Ripa La Fenadora, Padova-Tamai, Sacilese-AltoVicentino.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 47, AltoVicentino 45, Belluno 38, Sacilese 36, Clodiense 33, ArziChiampo 32, Fontanafredda 30, Union Ripa La Fenadora e Tamai 29, Montebelluna e Union Pro 28, Giorgione 23, Dro e Legnago 19, Kras Repen 18,Triestina 16, Mezzocorona 10, Mori Santo Stefano 8.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventesima giornata: AltoVicentino-Kras Repen 0-1, Fontanafredda-Giorgione 2-1, Mezzocorona-Belluno 3-1, Montebelluna-Legnago 2-2, Mori S. Stefano-Padova 2-6, Tamai-Clodiense 0-0, Triestina-ArziChiampo 2-2, Union Pro-Dro 1-0, Union Ripa La Fenadora-Sacilese 1-2.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 27 gennaio: iniziata la settimana lavorativa dei Biancoscudati, mentre sul mercato si attendono novità dal caso-Bruzzi.