Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia/Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Una prova di forza a Rovereto e un grosso ringraziamento al Kras Repen. Nello spazio di 90’ il Padova ha ritrovato se stesso, è tornato a segnare e si è persino ripreso la testa della classifica, grazie al gentile omaggio dell’Altovicentino, caduto in casa contro la formazione del Carso. A seguire i biancoscudati contro il Mori, domenica c’era anche il direttore sportivo Fabrizio De Poli: «Li ho visti davvero bene», spiega. «Siamo partiti col piglio giusto, potevamo fare gol con Cunico già in avvio, poi quando siamo andati in vantaggio l’espulsione ha complicato i piani del Mori, la gara è stata in discesa. Abbiamo giocato in superiorità numerica per un’ora, ma dovevamo fare comunque più attenzione perché non possiamo prendere gol ogni domenica. Da questo punto di vista dobbiamo migliorare, e il mister lo sa». Secondo lei la mini crisi è definitivamente alle spalle? «Credo che di mini crisi non ce ne siano mai state: a Valdagno abbiamo fatto un’ottima partita, sbagliando l’approccio solo contro l’Union Pro. È stato grave, ma se capita solo una volta ci può stare. Dobbiamo restare umili perché sono proprio le cadute di tensione a portarci a non essere determinati».
Alla vigilia del match, Parlato aveva sbottato dicendo: “Chi dice che siamo indietro di condizione fisica non capisce nulla di calcio”. Secondo lei a chi si rivolgeva? «Non lo so. Però in linea di massima sono d’accordo. Analizzando le partite solo contro il Montebelluna ho visto un Padova non al top. Domenica avevamo una buona gamba, siamo tornati a correre bene, quindi il problema non può essere di natura atletica. Per parlare di crisi fisica serve una valutazione basata su almeno quattro o cinque gare storte». Quale può essere stato il problema, quindi, contro il Montebelluna? «Abbiamo cambiato concetti di gioco e venivamo da due sconfitte di fila. Il risvolto psicologico può averci un po’ rallentato». Cosa dire, invece, di una difesa che non si è ancora dimostrata imperforabile? «Sul secondo gol del Mori abbiamo commesso un errore, dovevamo essere messi meglio per non subire un contropiede. Forse è stata proprio la voglia di fare gol a spingerci troppo avanti».
Quindi è un caso che il Padova prenda gol da dodici partite consecutive? «Dobbiamo fare meglio. Ma credo che non sia solo colpa del portiere o dei difensori». Il presidente ha lasciato intendere che c’è stato qualche piccolo malumore da parte di chi non è sceso in campo. Le risulta? «No. Se c’è la fiducia da parte dell’allenatore e della società, credo che sia questo il premio più importante per un giocatore. Serve l’intelligenza di mettersi a disposizione della squadra, e ogni tanto di accettare la panchina». Tra una settimana chiude il mercato: ci saranno altri colpi? «Se riusciamo a sistemare il discorso-Bruzzi potremmo cercare un centrocampista. Se accetta una nuova destinazione, bene, altrimenti torna da noi». Cosa significa tornare in testa della classifica? «Alla fine, visto quello che è successo nell’ultimo mese, rimane sempre più valida la tesi secondo cui dobbiamo concentrarci su di noi: consapevoli che non possiamo mollare».
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Sul fronte del mercato il Padova avrebbe già messo le mani su un centrocampista che rientra negli under. «È un ragazzo classe 1995 con il quale abbiamo l’accordo – spiega il diesse De Poli – ma prima, per questioni regolamentari, deve essere trovata una squadra a Bruzzi». Quest’ultimo, infatti, non si allena più con i biancoscudati, ma fino a che non accetta una nuova destinazione proposta dal Livorno (proprietario del cartellino) continua a risultare nei ranghi del Padova. E visto che c’è un tetto massimo di otto prestiti per ciascun club di serie D, per prendere il centrocampista deve essere liberato il posto occupato da Bruzzi.