Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia/Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Alla vigilia della sfida con il Mori Santo Stefano, il Padova raccoglie tutte le energie. Domani a Rovereto, di fronte alla penultima della classe, la squadra di Parlato dovrà semplicemente ricordarsi chi è e basta. Lo dice apertamente, senza tanti giri di parole, il presidente Giuseppe Bergamin, che ieri pomeriggio, assistendo all’allenamento alla Guizza, ha così spiegato quanto possa essere fondamentale questa gara. «Domenica mi aspetto qualcosa di importante da loro, dal punto di vista soprattutto della prestazione», le parole del patron biancoscudato. «Voglio vedere una squadra che abbia recuperato la mentalità, la determinazione e magari anche il bel gioco che avevamo ad inizio anno». Con queste parole sta dicendo che contro il Montebelluna, tre punti a parte, il Padova non si è mostrato in netta ripresa? «In tutta sincerità: domenica scorsa, a parte gli ultimi cinque minuti che sono un po’ un capitolo a parte in una sfida di un’ora e mezza, nel suo complesso non c’è stata una prestazione di buon livello. In campo la squadra ha creato alcune situazioni favorevoli, che non ha saputo sfruttare, ma tutto sommato devo dire che la prova del Padova non mi è piaciuta, da un punto di vista tecnico e di spettacolo offerto. L’importante era tornare a vincere, so bene che riprendere a conquistare i tre punti è stato un grosso passo in avanti, ma, ripeto, non è quella la partita che mi aspetto di vedere contro il Mori Santo Stefano».
Quale dev’essere, allora, lo spirito giusto? «Il Mori ha 8 punti in classifica, noi 44. L’ideale sarebbe scendere in campo facendo finta che l’avversario, di punti, ne abbia 40 in più. Se non ragioniamo con questa mentalità, diventa tutto più difficile, dal punto di vista della testa. L’altro giorno ho detto alla squadra che il fatto che i trentini siano così indietro in classifica non significa niente». Bisogna solo capire, adesso, come stanno i giocatori acciaccati. «L’importante è che tutti siano disponibili e pronti ad affrontare la seconda parte di campionato: si fa presto a dire che la stagione è ancora lunga, la realtà è che ogni domenica le nostre chance si accorciano. D’ora in avanti i risultati devono essere all’insegna della continuità, non possiamo immaginare alti e bassi: ci vogliono continuità di punti e di prestazioni, condizione fisica e mentale sempre a posto. Rilassarsi significa perdere il filo del discorso, Parlato lo sa e penso che si stia applicando in questo senso».
Ritiene che il Padova, in questo momento, sia un po’ in debito di ossigeno? «Ne abbiamo parlato in settimana, qualcuno sicuramente è un po’ appannato e non siamo certo al top della condizione. Non è una situazione preoccupante, ma dobbiamo lavorare sodo perché per il girone di ritorno che andiamo ad affrontare proprio il fisico sarà determinante. Le avversarie, e l’abbiamo visto domenica scorsa, ora stanno meglio di noi, corrono tutte, e questo è un aspetto da non sottovalutare, che va al di là delle qualità tecniche». La convince il modulo a due punte? «Mi convincono tutti i moduli, anche se ne ho uno mio di preferito. Esprimere un personale giudizio sarebbe fuori luogo, credo tuttavia che ci siano i giocatori per l’una e l’altra soluzione». Cosa pensa delle esternazioni nei vostri confronti della concorrenza? «Non accetto che il Padova sia usato come termine di paragone: potrebbero benissimo lamentarsi senza tirare in causa noi, e non credo che finora il Padova abbia avuto chissà quali favori…».
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«Con il Montebelluna la partita non mi è proprio piaciuta. Era importante tornare a vincere, ma non è la gara che mi aspetto con il Mori». Il presidente Giuseppe Bergamin vuole rivedere un Padova brillante nella trasferta di domani, ma anche se i trentini hanno appena 8 punti in classifica, mette le mani avanti. «Facciamo finta che ne abbiano 48, altrimenti diventa difficile. Mi aspetto qualcosa di importante sul piano della prestazione. Voglio vedere se sono state recuperate quella mentalità, quella determinazione e quel bel gioco che abbiamo visto in determinate situazioni all’inizio della stagione. E voglio capire se i ragazzi sono a posto completamente dal punto di vista fisico. È importante che tutti siano pronti per affrontare questa seconda parte di campionato, dove ci vogliono continuità di risultati e di prestazioni oltre a una condizione fisica e mentale giusta. Cercherò di fare capire queste cose, rilassarsi vorrebbe dire perdere il filo del discorso». La convince il sistema di gioco con le due punte oppure è meglio il 4-2-3-1? «Credo che ci siano i giocatori per fare entrambi i moduli, dipende dalla nostra condizione fisica se puntare sull’uno o sull’altro». Ha visto un calo fisico? «Qualcuno si è un po’ appannato, qualcuno sta riprendendo dagli infortuni. Non siamo al top, ma non è neanche una condizione preoccupante. Anche sotto questo aspetto dobbiamo lavorare per avere continuità: la condizione sarà determinante nel girone di ritorno».