Fonte: Gazzettino, Andrea Miola
Buona la prima, per il risultato della squadra, ma soprattutto per la loro risposta in campo, a maggiore motivo in considerazione della giovane età che li accomuna. Oltre all’esperto Zubin, domenica con il Montebelluna hanno debuttato dal primo minuto il portiere classe 96 Riccardo Lanzotti e il diciassettenne difensore di destra Tommaso Bortot, entrambi ingaggiati da pochi giorni. Per l’uno e per l’altro, la freschezza, l’entusiasmo e la voglia di spaccare il mondo che contraddistingue chi sta per affacciarsi nel mondo degli adulti hanno avuto la prevalenza sulla paura legata all’esordio in una piazza così importante. «È stato bellissimo – racconta Lanzotti – perché mai avevo visto in passato tante persone per una mia partita. Emozionato? Non tanto. Più che mettermi apprensione, i tifosi, che ci hanno sostenuto per tutti i novanta minuti, mi hanno dato la carica». L’intervento più difficile? «Soprattutto le uscite perché rispetto al campionato Primavera la velocità della palla è maggiore e in pochi giorni mi sono dovuto abituare, ma credo di essermela cavata. Parate vere e proprie non ne ho fatte, solo un paio di tiri centrali». E dunque subire nel finale il gol del possibile pareggio, peraltro senza responsabilità, non deve essere stato particolarmente piacevole. «Se finiva 1-1 sarebbe stata una beffa. Ho detto al mio arrivo che sono qui per salire di categoria e dopo questa gara, con un Padova che ha lottato e creato tanto, ne sono ancora più convinto».
Da Lanzotti a Bortot. «Uscire dal tunnel e vedere tutti quei tifosi – le sue prime parole – è stata un’emozione unica che mi ha regalato entusiasmo e voglia di dimostrare il mio valore più che paura. In campo mi hanno aiutato tutti, in particolare Sentinelli, il difensore più vicino, e Ilari che giocava davanti a me. Sono soddisfatto della mia prova ed è andata come speravo, ma devo crescere tanto e migliorare nella fase difensiva e nei cross». E il Padova deve imparare a chiudere prima le partite. «Il pareggio sarebbe stato pesante, considerato che loro hanno fatto mezzo tiro in porta, anche se nella ripresa li abbiamo un po’ subiti. Quel gol ci aveva buttato giù, ma non abbiamo mollato e con voglia e fortuna abbiamo colpito di nuovo. È una vittoria meritata che può aiutarci mentalmente». Bortot frequenta a Bassano il quarto anno dell’Itis con indirizzo elettronico e riesce a coniugare calcio e studio. «Nel primo biennio, grazie alla bella media voti, ho avuto anche una borsa di studio; l’anno scorso l’ho persa per pochi centesimi».