Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello
Non ha segnato, ma i tifosi sperano lo farà presto, magari già domenica a Rovereto. Emil Zubin, l’acquisto a cinque stelle del mercato di gennaio del ds Fabrizio De Poli è di fretta. L’allenamento è terminato da pochi minuti, lui deve scappare con un amico alla stazione ferroviaria. «Due minuti li trovo – sorride il centravanti di Capodistria – Abbiamo vinto una partita fondamentale come quella di domenica col Montebelluna. Il pallone non voleva saperne di entrare, la fortuna ci ha dato una mano. Ma se avessimo pareggiato sarebbe stata un’assurdità, avevamo dominato la partita e creato un sacco di occasioni da gol». Compreso un palo clamoroso colpito dallo stesso Zubin. «Facciamo che sto prendendo la mira – scherza Emil – ci sono andato vicino, direi che ormai ci siamo. Domenica giochiamo a Rovereto contro il Mori Santo Stefano, i tempi potrebbero essere maturi. Se prometto un gol? Spero di segnare, a me piace parlare sul campo, non fare proclami». Tipo concreto e con i piedi per terra, Zubin. Ha 37 anni, ha studiato e sudato una vita sui campi di provincia, sa come si segna, sa come si vince in Serie D, sa come si superano i momenti più complicati della stagione. «Sono venuto a Padova con grande entusiasmo – sottolinea – conoscevo il mister, la piazza era affascinante. Non ci ho pensato due volte, anche se avevo altre offerte. Io voglio vincere col Padova, sono convinto che ci siano i mezzi per vincere il campionato. L’AltoVicentino? Pensiamo a noi stessi, abbiamo solo un punto in meno in classifica, il campionato è lungo. Basti pensare che prima l’AltoVicentino era davanti, poi siamo passati a condurre noi e adesso ci sono di nuovo loro. Bisogna avere pazienza, è una guerra di nervi e vince chi li ha più saldi. Come noi l’anno scorso a Pordenone, abbiamo messo la freccia all’ultima giornata… ». La concorrenza non spaventa Zubin. Gestire uno spogliatoio con quattro centravanti e cinque esterni è complicatissimo, ma lui fa spallucce: «L’anno scorso a Pordenone eravamo in 6 e prima o dopo c’è stato spazio per tutti. Io, Ferretti e Amirante e non possiamo giocare tutti? La concorrenza fa bene… ».