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Ore 21.40 – (Trentino) Quasi retrocessi. Luca Lomi e la sua coraggiosissima “truppa” non intendono mollare la presa, certo è che la classifica lascia poco spazio all’immaginazione. La zona playout si allontanata ulteriormente e adesso i gialloverdi sono a meno otto dalla coppia formata da Triestina e Kras Repen. I numeri dicono che ci sono ancora 45 punti in palio e, dunque, sarebbe ingeneroso considerare già condannata la compagine rotaliana, la logica dice invece che le speranze di raggiungere gli spareggi sono ormai ridotte al lumicino. Otto lunghezze da recuperare sono tante, anzi tantissime, visto e considerato che il Mezzocorona ha già disputato lo scontro diretto con la Triestina ed è atteso da un trittico “terribile”: domenica prossima in via Santa Maria arriverà il Belluno, terzo della fila, poi i trentini faranno visita all’Arzignanochiampo (una delle squadre più in forma del momento) e poi ecco la “super sfida” ai Biancoscudati Padova, che saliranno in Piana Rotaliana domenica 15 febbraio. Intanto la rosa è stata potenziata con l’arrivo di Edoardo Rossi, già in campo contro il Fontanafredda. Il difensore centrale, che in provincia ha già vestito la maglia del Trento, domenica scorsa con i suoi 22 anni era uno degli elementi più “anziani” nell’undici schierato inizialmente da Lomi. Eccezion fatta per il 37enne Zomer, la formazione titolare era composta da Rossi, per l’appunto, due classe ’93 (Baltieri e Caridi) e ben sette under, sei dei quali nati nel 1996 e uno, il bomber Bentivoglio, classe ’95. Entusiasmo e attaccamento alla maglia non mancano, ma non possono bastare per recuperare il terreno perso. Servirebbero qualità ed esperienza, soprattutto in avanti dove la verve realizzativa (quattro reti) di Bentivoglio non è sufficiente. La situazione societaria resta difficile per non dire disperata: la società ha concordato con i giocatori una sorta di piano di rientro per il pagamento dei rimborsi spesi arretrati, ma non basta.
Ore 21.20 – (Trentino) Il “Mezzo” è praticamente spacciato, il Mori Santo Stefano non ci va troppo lontano. Il ritornello è più o meno lo stesso: i lagarini lottano con il coltello tra i denti, creano numerose occasioni da rete ma, alla fine, si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Nessuno si sogna nemmeno lontanamente di parlare di “sfortuna” (in primis il tecnico Davide Zoller, sempre lucido nell’analisi delle partite): il Mori paga a carissimo prezzo la poca esperienza della rosa (leggasi: concentrazione) e una condizione fisica deficitaria rispetto alla stragrande maggioranza delle avversarie. Normale visto che i lagarini si allenano tre volte in settimana (più la rifinitura) di sera, mentre praticamente tutte le altre formazioni del girone (con qualche eccezione, vedi il Dro) svolge quattro sedute al pomeriggio o, comunque, non in serata. Certo è che tra mille difficoltà, un organico ridotto all’osso (domenica, eccezion fatta per il portiere Poli, Zoller aveva a disposizione esclusivamente under nati nel 96 e nel 97) e un mercato invernale che ha portato in dote solamente i giovani Dal Fiume, Pruenster e Imperatrice (il quarto acquisto, l’esterno Padovani, ha già lasciato il gruppo), la compagine lagarina sta affrontando con grande dignità la stagione. Il ds Addeo ci ha provato a “regalare” al proprio allenatore una punta di qualità ed esperienza (Bez, svincolatosi dalla Triestina, era la prima scelta), ma gli attaccanti di categoria, è risaputo, hanno costi esorbitanti, al di fuori della portata del Mori, che di fare “buchi” non ha alcuna intenzione. L’allenatore dei tricolori continua a ripeterlo da mesi e mesi. «Sarà durissima – queste le parole di Zoller anche dopo la sconfitta patita contro l’Arzignanochiampo – ma noi non molleremo la presa e lotteremo sino alla fine con l’obiettivo di onorare nel migliore dei modi il campionato. Con i nostri limiti, ci stiamo riuscendo». Comunque andrà a finire quella di domenica prossima sarà una giornata storica per il Mori Santo Stefano, che allo stadio “Quercia” di Rovereto ospiterà i Biancoscudati Padova, secondi della fila.
Ore 21.00 – (Trentino) Un mese e mezzo “di fuoco”. Nei prossimi quarantacinque giorni si deciderà il destino del Dro, l’unica formazione trentina in corsa per la salvezza diretta, che affronterà nell’ordine Union Pro, Mori Santo Stefano (dopo la sosta), Tamai, Mezzocorona e Fontanafredda. Tre scontri diretti e tre sfide: vietato fare tabelle, certo è che serviranno almeno dieci punti per arrivare lanciatissimi allo sprint finale. Intanto nel “day after” del match contro l’Altovicentino la squadra gialloverde mastica amaro: la prestazione c’è stata, il risultato no. «Io sono contento della prova fornita dalla squadra – esordisce il tecnico Stefano Manfioletti – al netto di quei due errori che abbiamo pagato a carissimo prezzo. Di fronte avevamo una formazione che ha poco o nulla a che vedere con questa categoria, molto più forte di quella che avevamo affrontato a settembre. Non posso essere soddisfatto del risultato, questo è sicuro e un po’ d’amaro, in bocca, lo confesso ce l’abbiamo». Della serie: si poteva strappare un pareggio. «Il rammarico è legato ai primi quindici – venti minuti della ripresa quando i nostri avversari sono calati in maniera evidente e noi siamo riusciti a prendere campo e a creare diverse situazioni pericolose, senza però concretizzarle. Poi l’Altovicentino ha trovato il due a zero e lì la partita si è chiusa, anche se nel finale gli abbiamo messo un po’ di paura». I primi due gol erano evitabilissimi. «Tutte le reti sono evitabili – prosegue Manfioletti – è vero che li abbiamo subiti in maniera banale, ma è altrettanto innegabile che, contro un avversario di tale caratura, primo o poi un errore lo commetti. Il nostro approccio alla partita è stato più che buono, siamo rimasti compatti e concentrati e, appena abbiamo alzato il piede dall’acceleratore, siamo stati castigati. In altre occasioni ci era andata bene, quando giochi contro una squadra come l’Altovicentino non te lo puoi permettere». Domenica prossima l’avversario sarà di un’altro livello, ma la sfida contro l’Union Pro è ben più importante. «E’ una partita da “circolino rosso” perché, in caso di successo, risucchieremmo l’Union Pro nella lotta salvezza. Certo è che non arriveremo alla partita nelle migliori condizioni. Tornerà Ischia dopo la squalifica (e domenica l’assenza del capitano si è fatta sentire, ndr), ma non ci saranno Cremonini, che verrà fermato dal Giudice Sportivo, e Colpo, uscito malconcio dal campo. Oggi (ieri ndr) è in stampelle e ne avrà per almeno una ventina di giorni. Serrano? Spero di recuperarlo, anche se con una distorsione al ginocchio non si può mai dire».
Ore 21.00 – (Il Piccolo) Giocare Kras Repen-Triestina allo Stadio comunale di Monrupino? Una fantasia che potrebbe diventare invece realtà. Nella giornata di ieri, infatti, la Figc ha negato l’ipotesi che il derby di ritorno in programma domenica 8 febbraio si possa disputare al “Nereo Rocco”. La motivazione è semplice: la Triestina trarrebbe vantaggio a giocare in casa una partita che invece, come da calendario, è previsto che venga giocata in trasferta. E se tale concetto non venne preso in considerazione quando nel campionato di Eccellenza l’Unione giocò nel proprio stadio nel derby “in trasferta” contro il San Luigi, oggi, in serie D, la musica pare essere cambiata. Tolto (a sorpresa) il palcoscenico del Rocco, c’è da capire dove si giocherà. Ed ecco tornare in auge la soluzione più naturale: che il Kras giochi nel proprio impianto di casa, a Monrupino. Ma come gestire l’affluenza del pubblico? La riposta parrebbe semplice: agire come fatto contro i Biancoscudati Padova. Nel dicembre scorso al sodalizio patavino furono assegnati 600 tagliandi da vendere ai propri tifosi per poter poi usufruire degli spazi presenti nella tribuna scoperta, con i supporter carsolini seduti invece sia nella tribuna coperta che nella curva. L’adesione dei supporter biancoscudati non fu massiccia ma neanche da sottovalutare: in circa 200 approdarono da Padova a Repen. Sotto l’occhio vigile da parte di un cospicuo numero di agenti delle forze dell’ordine, sugli spalti tutto filò liscio. A questo punto, quindi, il Kras punterà seriamente a giocare tra le mura amiche, con l’intenzione magari di mettere a disposizione della Triestina lo stesso numero di biglietti utilizzato per i Biancoscudati Padova. La scelta di giocare allo Stadio comunale di Monrupino ovviamente comporterebbe per il Kras Repen, oltre ad un appuntamento storico per il Carso, meno spese rispetto al Rocco, un maggior ricavato dall’incasso dei biglietti venduti oltre che dall’attività dei bar. Ma se non dovesse arrivare l’ok dalla Questura? L’altra ipotesi valida sarebbe quella di giocare su un campo neutro. Pordenone pare partire in pole position. Soluzione, quest’ultima, che però è molto probabile che scontenterebbe tanto le due società quanto entrambe le tifoserie vista la lontananza della location. Nei prossimi giorni sicuramente se ne saprà di più, ma almeno sino a ieri una cosa pare oramai certa: Kras Repen-Triestina non si disputerà al Rocco.
Ore 20.40 – (Il Piccolo) «La classifica deficitaria pesa nella testa della squadra». Giuseppe Ferazzoli, come di consueto, non ha usato mezze parole al termine del match impattato a Sacile. Epppure, al di là delle scelte tecniche e tattiche, il primo obiettivo del tecnico alabardato è proprio quello di sollevare i suoi giocatori da questo fardello. La Triestina infatti, complice un girone d’andata disastroso non può più permettersi di sbagliare nulla e forse anche con un ruolino impeccabile la salvezza diretta non sarà raggiunta. Quello che conta, a questo punto, è creare un gruppo in grado di tenere botta per tutto l’arco di una partita senza subire troppo la pressione o sprofondare nella depressione. A Sacile, sul piano psicologico, era più facile giocare rispetto a sette giorni or sono al Rocco contro il Mezzocorona. C’era poco da perdere contro la quarta della classe e la buona prestazione è arrivata. Per la prima volta in questa stagione la Triestina ha mostrato di avere un’identità quando c’era da fare la partita (in avvio), quando c’è stata sofferenza (a inizio ripresa) e quando c’era da reagire (nella fase finale). Gli episodi sono anche stati benevoli nei confronti degli alabardati che hanno avuto però il merito di non disunirsi. Non si sa ancora se arriveranno altri rinforzi ma la sensazione è che il lavoro fatto da Ferazzoli, su un gruppo da oltre un mese abbastanza stabile, funzioni. Gli esterni difensivi (Celli e Crosato) hanno saputo gestire con buon equilibrio le due fasi. Il problema del centro della difesa è ancora aperto ma l’inserimento di Arvia ha comunque protetto con maggior afficacia il reparto arretrato. Bedin e Spadari a centrocampo sono una coppia ben assortita ma il plus rispetto al 2014 è costituito oltre che da Rocco soprattutto dai due che fanno da cerniera tra centrocampo e attacco. Manzo in particolare è quel tipo di giocatore che, pur mancando di esperienza (ha solo diciannove anni), è capace di saltare l’uomo, sa crossare, battere le punizioni e non ha paura di rischiare conclusioni dalla distanza. Giocando alle spalle delle punte o sulla fascia il ragazzo è in grado di creare non pochi grattacapi alla difese avversarie. Gusella non ha la stessa continuità del compagno ma, se inserito a partita in corso come è successo domenica, è capace di creare occasioni per Rocco, Milicevic (troppo discontinuo) o magari Aquilani. Insomma la Triestina griffata Ferazzoli comincia a prendere una sua fisionomia. Se la società saprà garantire il necessario supporto alla struttura il girone di ritorno potrà essere gestito in modo più sereno rispetto al passato. Il cammino è ancora lungo e periglioso. Ma per quanto visto a Sacile una base sulla quale costruire una squadra (e una serie di risultati) c’è.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Se il campionato fosse iniziato a metà di dicembre, il Fontanafredda starebbe lottando per la promozione. Nelle ultime 5 partite i rossoneri hanno incassato 12 punti. Meglio ha fatto solo l’Arzichiampo con 13, compresa la vittoria per 3-2 al Tognon. Staccato l’Altovicentino con 10 punti. Poi Padova e Union Pro con 9, Clodiense e Triestina con 8. Per i cugini del Livenza, Tamai e Sacilese, appena 5 punti a testa.
SODDISFAZIONE ROSSONERA – Gongola Giampietro Bertolini dopo il blitz dei suoi (3-1) a Mezzocorona. «Non avrei mai pensato di trovarmi a metà gennaio – esordisce il presidente della Comunale – a un solo punto dal Tamai e a 6 lunghezze dalla Sacilese, società con altri obiettivi e – sorride – ben altro budget. Stiamo facendo veramente bene tutti: giocatori, staff tecnico, dirigenza. Stanno cominciando a parlare di noi. In serie A no, in Lega D però – strizza l’occhio – va di moda il rossonero. Ora – torna serio – non dobbiamo perdere contatto con la realtà. La salvezza è più vicina, ma ci mancano ancora 13 punti e davanti abbiamo un mese terribile: Giorgione (in casa), Belluno, Clodiense (al Tognon) e Padova». In Trentino hanno firmato il successo Florean e Tonizzo che, autore di una doppietta, ha raggiunto Federico Furlan, Brotto e Carlotto a quota 9 in classifica cannonieri. Davanti ci sono soltanto Corbanese (13), Peluso, Cunico, Santi, Trinchieri (11) e Sottovia (10). 2015 AVARO – Non è cominciato bene il nuovo anno per la Sacilese, ancora a secco di vittorie dal primo gennaio. «Vero – concorda Denis Fiorin -. Con la Triestina abbiamo buttato via all’ultimo minuto una vittoria che avremmo meritato. Peccato, perché dopo il gol di Dario Sottovia abbiamo avuto almeno 3 buone occasioni per chiudere definitivamente la sfida. Nelle ultime 4 gare con Legnago, Dro, Kras e Triestina avremmo potuto accelerare. Invece abbiamo raccolto solo 3 punti. Il Belluno non sta facendo molto meglio di noi. Altovicentino e Padova hanno avuto il loro momento di crisi. È un campionato difficile – conclude il ds biancorosso -: nulla è scontato». Domenica trasferta a Seren del Grappa. FURIE A METÀ – Dura un tempo l’illusione del Tamai di sbancare il polisportivo di Belluno. Rientrati dal riposo in vantaggio di 2 gol (di Federico Furlan e Sellan), i rossi si sono visti raggiungere dalla doppietta di Corbanese. Alla fine è andata pure bene, visto che il terzo “morso” del Cobra è stato bloccato dalla bandierina alzata dal collaboratore di linea al 90′. Ancora una volta De Agostini ha dovuto abbandonare la panca, a causa della solita colica che lo lascia tranquillo in settimana per tormentarlo la domenica. Prossimo avversario in casa la Clodiense.
Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) Scossone rossonero. Quarta vittoria nelle ultime 5 gare del Fontanafredda, ora a più 8 sulla zona play-out (è più vicina quella play-off, a 5 lunghezze). Dopo un mese torna al gol Florean, mentre continua a sorprendere il “fenomeno” Tonizzo: il regista con la doppietta realizzata domenica scorsa al Mezzocorona, è salito a quota 9 reti, di cui 6 siglate nelle ultime 3 giornate. Ritmi record per un goleador inatteso. Attacco. «Il nostro – rivendica con orgoglio il ds rossonero, Renzo Nadin – è uno degli attacchi più giovani della categoria. Eppure ci sta regalando grandi soddisfazioni. Siamo la quarta squadra più prolifica del girone. Ma non dobbiamo esaurire questa voglia di sorprendere». Domenica, infatti, al Tognon arriva il Giorgione: un confronto diretto che non consente cali di attenzione. Intanto, in missione a studiare i castellani, che hanno superato l’Union Pro, si è recato Gianpietro Leonarduzzi, vice di De Pieri, che in quanto squalificato a Mezzocorona ha lasciato il posto al team manager Daniele Tesolin. Rammarico. La vittoria esterna dei rossoneri ha dato luce all’ultima giornata di serie D, per il resto caratterizzata da due pareggi pieni di rammarichi. I più grossi sono rimasti alla Sacilese, in vantaggio sino al novantesimo sulla Triestina, prima di essere raggiunta. Così il 2015 biancorosso continua a restare senza vittorie. Anche se la squadra di Zironelli ha mostrato ampi miglioramenti sotto il profilo del gioco rispetto alle ultime esibizioni. E’ mancata la cattiveria sottoporta, che sarebbe stata necessaria per chiudere una gara per buona parte dominata. Si consola il solo Sottovia, che ha raggiunto la doppia cifra (10 reti). Si attende ancora di conoscere l’entità precisa dell’infortunio patito da Marco Piscopo, uscito dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo e trasportato in ospedale. Una risonanza al ginocchio destro sarà effettuata non appena svanito il gonfiore. Imbattuto. Nuovo episodio sfortunato anche per il tecnico del Tamai, Stefano De Agostini, costretto per l’ennesima volta ad abbandonare la panchina causa il riacutizzarsi della colica renale di cui sta soffrendo. E il Tamai, in vantaggio di due reti sul difficilissimo campo del Belluno, si è fatto riprendere dal “cobra” Corbanese. Alla vigilia sarebbe stato un punto d’oro. A conti fatti, resta prezioso, ma con delle venature tendenti alla beffa. Un dato, però, non ammette interpretazioni: il Tamai è l’unica provinciale di serie D ancora imbattuta nel 2015.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Altro che salvezza, la Clodiense può sicuramente puntare a disputare i playoff. La compagine lagunare, infatti, battendo domenica l’Union Ripa (4-1) si è assestata al quinto posto. Posizione inimmaginabile la scorsa estate quando, per difficoltà economiche legate alla mancanza di aiuti al presidente Ivano Boscolo Bielo, era stata messa in discussione addirittura l’iscrizione al campionato. I dati della classifica sono chiari ed indicano che la squadra allenata da Andrea Pagan ha costruito finora il suo campionato su nove vittorie, cinque pareggi ed altrettante sconfitte.
«Ormai da alcuni mesi stiamo giochiamo un buon calcio – è la disanima del tecnico lagunare – e l’ottima posizione in classifica e il bel gioco non sono frutto di casualità. La squadra è in salute, i giocatori si allenano bene, l’autostima è cresciuta e chi subentra ad un compagno dà sempre il massimo. Siamo una squadra nel vero senso della parola». Anche domenica contro un avversario sicuramente di valore la compagine lagunare ha sciorinato ottime giocate e annichilito gli avversari. Il merito certamente va suddiviso a tutti i reparti, a tutti i giocatori, ma è doveroso riconoscere l’importanza della coppia avanzata formata da Ferdinando Mastroianni e Riccardo Santi. Mastroianni (4 gol), Santi (11 gol e capocannoniere della squadra) una coppia giovane, inedita, formata da due giocatori di peso, atleticamente forti, che vanno sempre in profondità per raccogliere i servizi dei compagni. «Rispetto ad altri bomber del campionato – ci spiega Pagan – i miei ragazzi sono molto giovani e stanno veramente facendo bene. Non dobbiamo anche dimenticare anche Isotti, ora infortunato, che ha fatto 3 gol in cinque partite. Sono anche particolarmente contento per la prova dei giovani Cigna e Pitteri». Domenica insidiosa trasferta a Tamai nella quale Pagan dovrà fare a meno degli squalificati Boscolo D. Berto, Tiozzo e Boscolo D. Gioachina.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Perso abbiamo perso, ma niente drammi. All’indomani del poker subìto in casa Clodiense il ds del Ripa Alberto Faoro analizza per un’ultima volta il match e professa tranquillità. «Un 4-1 potrebbe far pensare a un match completamente da buttare – afferma il direttore sportivo neroverde – ma non sono d’accordo. Siamo passati in vantaggio, abbiamo giocato bene per un’ora e soprattutto nel primo tempo abbiamo disputato una buona partita. Poi qualcosa è cambiato, gli episodi ci hanno remato contro ed è andata come andata, ma per quanto mi riguarda dobbiamo ripartire proprio dal primo tipo di domenica». «Una sconfitta così ci può stare – assicura Faoro – fa parte di un percorso che prima di dicembre, benché si faccia presto a dimenticarlo, abbiamo anche infilato dieci risultati utili consecutivi. Tra le due è stata più fastidiosa la sconfitta con il Dro». «Quel di cui abbiamo più bisogno ora è ritrovare la fiducia – chiude il ds – capire che nelle ultime due partite abbiamo preso un po’ troppi gol e ripartire, forti del recupero di Mastellotto e spero Ponik e del ritorno di De Carli dalla squalifica. E in questo senso sono felice di incontrare la Sacilese, una squadra forte e non magari una formazione di bassa classifica. Domenica ci aspetterà uno scontro diretto, una sfida stimolante».
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) C’è bisogno di riacquistare fiducia. Questo il concetto in casa Ripa Fenadora, che non fa processi dopo due sconfitte consecutive. «Siamo in un momento in cui abbiamo bisogno di riavere fiducia, ma siamo sereni e abbiamo subito una partita importante domenica con cui riscattarci. Non ci manca chissà cosa, sono i periodi del calcio», dice il ds Alberto Faoro. «In una stagione ci sono momenti in cui gli episodi danno una mano e altri come questo in cui non ti aiutano». Per i neroverdi la sconfitta con la Clodiense «lascia un po’ di amaro in bocca, ma anche qualche certezza in più verso la sfida contro la Sacilese». Segnali d’allarme? «Non ne vedo», risponde Faoro. «Non è il periodo migliore per noi a 360 gradi e dobbiamo registrarci tutti, si vince e si perde di squadra, cerchiamo di fare qualcosa in più per la prossima gara. Siamo tutti compatti verso un’unica direzione», evidenzia. «Non eravamo partiti bene a inizio anno e si conferma alla ripresa del girone di ritorno il fatto che soffriamo queste squadre (Dro e Clodiense), ma il campionato è lungo e la classifica è molto corta. Parlando delle squadre davanti, il Belluno arriva da due pareggi, la Sacilese da tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro. È anche fisiologico avere delle difficoltà. Quella di domenica non è una partita decisiva, ma che ci dà la possibilità di rimetterci in moto». Difesa da sistemare. Dopo essere stata una delle migliori difese per tutto il girone d’andata, la difesa dell’Union ha incassato sette reti in due partite: «Contro la Clodiense abbiamo preso i gol su errori individuali ed estemporanei, non è una questione di atteggiamento», dice Faoro. «È innegabile che nelle ultime gare abbiamo subito parecchi gol, ci sono state gare in cui abbiamo sofferto di più dal punto di vista del gioco. Non abbiamo concesso chissà cosa, poi il risultato è figlio di tanti aspetti». Bicchiere mezzo pieno. Il Ripa Fenadora preferisce guardare gli aspetti positivi: «Volevamo andare a fare una buona prestazione e per un tempo l’abbiamo fatta, anche se naturalmente non siamo contenti di aver perso», commenta il ds. «Siamo andati a Chioggia consapevoli del fatto che avevamo di fronte un avversario forte. Non siamo nel momento di maggiore brillantezza e abbiamo anche qualche acciacco. Sapevamo che sarebbe stata dura e alla fine è stata una partita caratterizzata anche dagli episodi. Per dirne uno abbiamo subito il pareggio a 10 secondi dalla fine del primo tempo e se fossimo andati all’intervallo in vantaggio probabilmente sarebbe stata un’altra partita. Diciamo che è un periodo sfortunato, dove ci sono dei demeriti e delle circostanze. Abbiamo fatto un buonissimo primo tempo in cui abbiamo messo in difficoltà gli avversari e siamo andati in vantaggio, poi si è fatto tutto più difficile».
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Troppo presto per parlare di crisi. Troppi pochi gli elementi per aprire un «caso». Ma qualcosa va registrato. La difesa del Belluno traballa: è un dato di fatto. Quattro gol subiti in 180 minuti sono un primo campanello di allarme che sarebbe assurdo trascurare e pericoloso non sentire. Le reti passive nel girone di andata erano state 12: meno di una a partita. Un dato che faceva della difesa gialloblù la migliore del girone C di serie D. Poi, di colpo, quattro reti in due partite. E lo spettro di qualcosa che non va comincia ad aleggiare sopra il Polisportivo, anche se la retroguardia gialloblù resta la meno battuta (16 gol in 19 partite). LE REAZIONI – «Troppi gol presi? Nelle ultime due partite sicuramente sì – aveva detto mister Vecchiato domenica, dopo il pari interno con il Tamai -. Ma è un discorso di squadra, e di sfortuna, non tanto di difesa». Nessuno sotto accusa dunque. Ma già domenica, in trasferta contro il Mezzocorona, i riflettori saranno puntati sulla linea arretrata. Che tra l’altro sarà orfana di Sommacal, squalificato dopo il doppio giallo rimediato contro il Tamai. Chi giocherà? Mister Vecchiato potrà puntare sul nuovo acquisto Andrea Di Bari (che però potrebbe essere ancora in ritardo di condizione o di ambientamento) oppure optare per uno spostamento al centro di Pescosta. IL REGISTA – L’unica certezza, al momento, è che in terra trentina i gialloblù, sempre terzi in classifica, cercheranno solo i tre punti. «Mezzocorona? Un risultato solo: due fisso – sentenzia Simone Bertagno -. Se c’è alla Snai, giocatelo. Perché andremo là con un obiettivo solo, quello di vincere. A questo punto non conta giocare bene, fare la prestazione. Conta solo vincere. Contano solo i tre punti». Il regista gialloblù analizza con i toni dell’amarezza l’avvio del girone di ritorno. «Ci aspettavamo qualcosa di più – ammette Bertagno -. Di sicuro non ci aspettavamo di raccogliere solo due punti. Soprattutto il pareggio contro il Mori fa male, perché ormai avevamo il risultato in tasca. Quanto al pari con il Tamai, abbiamo perso due punti. È vero, siamo stati in grado di rimettere in piedi una partita che potevamo anche perdere. Però abbiamo giocato un secondo tempo da grande squadra. E il gol annullato a Cobra…». Già, quel 3-2 al 90’ che avrebbe fatto dimenticare anche i gol di troppo incassati.
Ore 18.20 – (Corriere delle Alpi) Momento no. Il Belluno sta attraversando un periodo difficile anche se non c’è da far drammi; la terza posizione è sempre saldamente in mano ai gialloblù che, nonostante i quattro gol subiti nelle ultime due gare. mantengono anche la miglior difesa del girone. «In questo momento va così – spiega il centrocampista Marco Duravia – per segnare dobbiamo prima creare dieci occasioni da gol mentre i nostri avversari alla prima possibilità ce la buttano dentro». Un punto guadagnato o due punti perso contro il Tamai? «È difficile dirlo, per come si sono messe le cose. Sicuramente è un punto guadagnato se guardiamo la rimonta fatta ma se si analizzano i novanta minuti il Belluno ha dimostrato di avere più gioco e più idee rispetto al Tamai e quindi meritavamo la vittoria. I gol subiti? Hanno avuto due occasioni e le hanno buttate dentro entrambi. Sul primo gol potevamo fare meglio in fase difensiva, non dimentichiamoci che siamo la miglior difesa del girone, mentre sul secondo sono stati bravi loro in ripartenza». Gol annullato. Simone Corbanese domenica ne ha fatti tre, anche se l’ultimo gli è stato negato dall’arbitro per una presunta posizione di fuorigioco al momento della punizione pennellata proprio da Duravia. «Non potevo vedere quando ho battuto – continua “Dura” – ma una cosa è certa, è veramente difficile finire in fuorigioco in questo tipo di punizioni che arrivano lateralmente. Il Tamai ha sofferto tutta la partita questo tipo di giocata. Dispiace per come sia andata, ma ormai è passata e pensiamo già alla prossima partita. In questo momento la prestazione passa in secondo piano, abbiamo visto che non sempre giocare bene porta i tre punti. Quello che conta adesso è la vittoria per la fiducia e per il morale di tutto il gruppo». Sommacal e Pellicanò squalificati. Sebastiano Sommacal ha rimediato il doppio giallo nella sfida interna contro il Tamai e sarà costretto a saltare la trasferta di Mezzocorona, mentre non sarà del match neanche Paolo Pellicanò, che deve scontare ancora due delle tre giornate di squalifica arrivate dopo la sfida con il Mori S. Stefano. Con queste due assenze mister Vecchiato in settimana dovrà decidere se spostare Giovanni Pescosta al centro della difesa oppure far partire del primo minuto il neo acquisto Andrea Di Bari che però, da quanto trapela, non è ancora in buone condizioni visti i tanti mesi senza giocare una partita. L’opzione più probabile sembra essere proprio Giovanni Pescosta, mentre sulla corsia di destra ritroverebbe un posto da titolare Danny Paganin. Occhio ai diffidati. Il Belluno si presenterà sul campo del Mezzocorona con numerose diffide tra cui Marco Duravia, Mike Miniati, Giovanni Pescosta, Ruben D’Incà e Stefano Mosca.
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Due reti ed un assist. Chi pensava che Giuseppe Cozzolino, attaccante classe 1985, fosse arrivato a godersi la pensione semplicemente dispensando assist a Gambino e compagni, ora è servito. L´attaccante campano, pedigree e passato importanti, a Dro ha dimostrato di che pasta è ancora fatto incantando la platea e i suoi tifosi con due reti di ottima fattura. Soprattutto la prima, stop al volo di destro sul lungo lancio di Di Girolamo e diagonale di piatto sull´uscita del portiere. Poi, nel finale, il solito passaggio gol decisivo, dopo una fuga a rete, stavolta per Valeriano Nchama Oyono. Dunque, domenica da “libro Cuore”, con i primi gol stagionali anche per il centrocampista della Guinea Equatoriale, consolato dal sontuoso assist di esterno destro del centravanti per la mancata convocazione in Coppa d´Africa, dopo lo stage di due giorni con la sua Nazionale. Unica nota stonata della trasferta di Dro l´espulsione di Gambino, ammonito dall´arbitro per un rigore sacrosanto trasformato incredibilmente in simulazione. Si dirà che Carmine Marrazzo e trottolino Marco Roveretto sono lì pronti a rispondere all´appello di Zanin, il fatto è però che per la seconda giornata consecutiva l´Altovicentino paga dazio pesante (con il Legnago espulso Alberto Pignat in circostanze analoghe) alle decisioni del direttore di gara, ritrovandosi in inferiorità numerica e soprattutto defraudato di penalty fin troppo evidenti. Poco male se la gioiosa macchina d´attacco di patron Dalle Rive fa poi il suo dovere, ma siamo certi che anche Boskov si sarebbe indispettito di fronte a tutto questo. Resta, comunque, negli occhi un risultato da coccolarsi ed una considerazione: con 5 punte come queste ci si può permettere anche di buttarla avanti senza dover per forza passare da Diego Dal Dosso. Non è poco, visto il trattamento asfissiante riservato al regista nelle giornate passate.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Marino vuole il Pavia, il Venezia non si dispera e si mette sulle tracce di un nuovo difensore. Si muove in uscita il mercato arancioneroverde, per oggi infatti è attesa l’ufficialità della cessione del centrale Antonio Marino al Pavia, capolista nel girone A di Lega Pro e in grado di proporre all’ex-Cittadella un ingaggio più alto. Sulla posizione del difensore siciliano il ds Ivone De Franceschi preferisce il silenzio a conferma di come il rapporto si sia guastato venerdì scorso, quando mister Serena aveva escluso a sorpresa dalla lista dei convocati per i 90′ col Pordenone il giocatore evidentemente ritenuto non adeguatamente concentrato. Nel derby (vinto 2-0 con reti di Varano e Bellazzini) l’assenza del titolare Marino è stata ben mascherata dal buon esordio del 37enne Peccarisi nell’inedita retroguardia a tre con Legati e l’altro volto nuovo Capogrosso. «Mi confronterò con l’allenatore ma è chiaro che un centrale (oltre a un mediano, ndr) arriverà – assicura De Franceschi – sebbene la ricerca non sia semplicissima. Da qui al 2 febbraio comunque c’è tempo». Nessuna novità per gli altri «big» che potrebbero lasciare la laguna, destino probabile per almeno uno tra Raimondi (Lecce e Crotone insistono) e Magnaghi. Prossimo all’addio anche il ’95 Alba, vicino al ritorno al Verona non essendo riuscito ad emergere a differenza dei coetanei Zaccagni e Varano. «Il successo sul Pordenone conferma il nostro buon momento con 10 punti nelle ultime 5 uscite – inquadra il momento il ds -. L’emergenza infortuni continua a penalizzarci però stiamo dimostrando di avere risorse, tecniche e morali importanti. Obiettivi? Continuare a crescere e provare a vincere una gara per volta. Sono sicuro che anche a Bolzano ce la giocheremo». Oggi pomeriggio ripresa degli allenamenti al Taliercio in vista della trasferta di domenica (ore 14.30 stadio Druso) contro il Sudtirol, reduce dallo 0-0 di Bassano e a quota 33 punti rispetto ai 29 del team di Michele Serena. Nessuna squalifica in arrivo, torna Sales dopo i due turni di stop mentre sono da verificare le condizioni di Esposito e Greco.
Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Marino saluta e se ne va. Verso la Lombardia, destinazione Pavia (che ieri ha ingaggiato fino al 2017 il centravanti Della Rocca) dove al posto della proprietà russa del Venezia troverà quella cinese. Oggi la firma, l’accordo tra le due società c’è già, resta da definire qualche dettaglio con il centrale che il Venezia ha preso la scorsa estate. «Noi non lo avremmo mai ceduto» spiega il direttore sportivo De Franceschi, «ma è legittimo che un giocatore chieda di andare di fronte a una proposta economica irrinunciabile come quella che gli è stata fatta». Che l’avventura in arancioneroverde di Antonio Marino fosse terminata lo si è capito venerdì pomeriggio quando Michele Serena, tecnico che non guarda in faccia nessuno quando si devono prendere decisioni drastiche, non lo ha inserito nella lista dei convocati per la partita contro il Pordenone. «Marino è stato un dei migliori difensori della Lega Pro» aggiunge De Franceschi, «per noi era incedibile al pari di Legati, adesso dobbiamo trovare un altro difensore che numericamente e anche qualitativamente prenda il suo posto». A Bolzano rientrerà anche Simone Sales dopo il doppio turno di squalifica, mentre Cernuto avrà un’altra settimana in più alle spalle dopo l’infortunio al setto nasale di Meda, per cui a livello numerico non ci saranno ripercussioni contro l’Alto Adige. Certo che trovare a gennaio un difensore che almeno come rendimento, se non come pericolosità sotto la porta avversaria (Marino ha realizzato tre reti finora nel Venezia), non faccia rimpiange l’ex centrale del Cittadella, rivitalizzato e rilanciato in arancioneroverde, non sarà semplice e difficilmente De Franceschi porterà a compimento l’operazione in entrate prima della trasferta alto atesina. In uscita anche Andrea Raimondi: se si sono affievolite le voci che avevano accostato l’attaccante padovano al Crotone (serie B), il nuovo estimatore corrisponde al Lecce nel girone C della Lega Pro. Inadempienze societarie a scoppio ritardato: ieri il procuratore Federale, su segnalazione della Co.Vi.Soc., ha deferito al Tribunale Nazionale Federale il Mantova e i suoi legali rappresentanti per il mancato pagamento degli stipendi, delle ritenute Irpef e dei contributi Insps ai propri tesserati relativamente ai mesi di maggio e giugno 2014. Il Venezia torna in campo oggi al Taliercio per preparare la partita contro l’Alto Adige, comincerà a forzare anche Vinicio Espinal, il cui rientro in squadra non è vicinissimo.
Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Se parte Odogwu potrebbe servire un altro attaccante». Non fa una piega, il ragionamento di Michele Marcolini, specie se l’obiettivo stagionale del Real Vicenza è entrare nei playoff. Guardando la classifica, non si capisce perché dovrebbe essere diverso. Al quartier generale biancorosso, dopo lo 0-0 di Alessandria, lo hanno capito ed è scattata la ricerca di un’altra seconda punta dopo l’arrivo di Margiotta dal Monza via Juventus. Quale l’identikit? Un altro giovane o magari no. In arrivo un pezzo da novanta? Solo se ci saranno le giuste condizioni, per cui per ora meglio la prima ipotesi. Intanto si muove qualcosa anche in uscita: Nicolò Barzan ha rescisso il contratto con il club guidato da Lino Diquigiovanni. L’anno scorso giocava con una certa continuità, quest’anno è ai margini, meglio per tutti passare avanti. Torniamo all’attacco. Qualcuno fa il nome di Roberto Insigne. Una pista percorribile ora che Margiotta è già biancorosso? Per ora nessuna conferma, ma il fratello di Lorenzo «stella» napoletana vuol lasciare Reggio Calabria e chissà… Marcolini è soddisfatto di Quintavalla e Margiotta: «Quintavalla è arrivato prima, ma l’atteggiamento mi è piaciuto in entrambi, sono entrati subito in sintonia con il resto della squadra». Infine si parla di un avvicinamento per Gomes De Pina, classe 1993, ex Delta Porto Tolle e di proprietà del Sassuolo.
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) I pezzi migliori vanno conservati e Luca Lavagnoli è uno di questi. L´esterno del Real Vicenza è in scadenza di contratto a giugno e la società biancorossa in questi giorni sta trattando il rinnovo. Un´operazione perfettamente in linea con i progetti del club, che già dopo l´ottima stagione in Seconda divisione ha pensato bene di trattenere l´ex Pordenone, così come Matteo Tomei, ora capitano. I due giocatori sono punti fermi del Real Vicenza targato Michele Marcolini. Lavagnoli, in particolare, sta disputando uno dei migliori campionati di sempre. E pensare che fino a due anni fa, quindi prima dell´approdo al Real Vicenza, l´esterno veronese classe ´86 aveva macinato solo tanta serie D, con Sambonifacese, Sandonà Jesolo e Pordenone. A volte ci si domanda perché alcuni giocatori ci mettano tanto ad arrivare nel professionismo. Lavagnoli, infatti, è apprezzato da molti addetti ai lavori (anche Tonino Asta, allenatore del Bassano, ne è un estimatore) e nel caso in cui non ci fosse il rinnovo con il Real Vicenza, di sicuro società di Lega Pro proverebbero a convincerlo. Intanto è quasi ufficiale l´addio del centravanti Raphael Odogwu, che non è nemmeno andato in panchina ad Alessandria. La prima punta dovrebbe trasferirsi al Renate e il passaggio alle “Pantere” sembra ormai certo. In uscita, e in questo caso si tratta di una notizia ufficiale, è il difensore Nicolò Barzan. Con un comunicato diffuso nel primo pomeriggio di ieri, il Real Vicenza ha fatto sapere che è stato raggiunto l´accordo per la rescissione consensuale del contratto con il giocatore. In effetti c´era da aspettarselo. Barzan, reduce da una stagione molto positiva con la maglia biancorossa, con cui ha collezionato 21 presenze, in questa stagione è sceso in campo una sola volta. Anche nel suo caso, un infortunio al piede gli ha impedito di lavorare serenamente e con continuità. A fronte di queste partenze, il Real dovrebbe provvedere in caso solo ad un innesto in attacco per rilevare Odogwu. Nella sessione invernale del mercato sono già arrivati l´esperto difensore-centrocampista Francesco Quintavalla, dal Savona, e la promessa dell´attacco Francesco Margiotta, in prestito dalla Juventus dopo la breve parentesi al Monza. Entrambi hanno esordito sabato al Moccagatta di Alessandria dove il Real Vicenza ha colto un buon pareggio. Il club piemontese si è appena regalato il difensore classe ´82 Santiago Morero. L´argentino, che vanta 52 presenze in serie A con la maglia del Chievo e 28 nella serie cadetta con le maglie di Cesena e Siena, ha siglato un accordo fino al 30 giugno 2016.
Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: lavoro atletico per i Biancoscudati.
Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 15.20 – Qui Guizza: cross e tiri per gli attaccanti.
Ore 15.00 – Qui Guizza: allenamento in corso per i panchinari, tra loro anche Zubin.
Ore 15.00 – Qui Guizza: allenamento per i panchinari di domenica, tra loro anche Zubin.
Ore 14.40 – Qui Guizza: i titolari di domenica lasciano il centro sportivo di via Gozzano per recarsi in piscina, dove svolgeranno una sorta di allenamento defaticante.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Solo un gigantesco equivoco? Vietato sottovalutare quanto accaduto sabato durante Bassano-Alto Adige, con un coro dagli spalti che invitava i giocatori a tirare fuori gli attributi. Comprensibile la reazione del gruppo e dell’allenatore. Antonino Asta veniva descritto come inferocito e più o meno deve aver pensato questo: «Ma come? Lottiamo per la promozione, siamo a un tiro di schioppo dal primo posto e voi mostrate segni d’insoddisfazione? Ingrati… ». Umano. E comprensibile. Solo che Asta certe cose non le può dire chiaramente, perché è un uomo di calcio e non ha la minima intenzione di mettersi contro i tifosi. Meno che mai possono farlo i giocatori che, però, ci sono rimasti molto male. E, nonostante la corsa alla smentita e a spegnere l’incendio siano partite subito, gli spifferi dallo spogliatoio parlano di una squadra incredula. Meglio rimettere tutto al posto giusto, perché gettare alle ortiche quanto fatto sinora sarebbe deleterio e attenzione anche a non urtare troppo la sucettibilità di Renzo Rosso che ci metterebbe pochissimo a staccare la spina, se solo volesse. La dimensione di Bassano, insomma, è nota e scalare le vette salendo in Serie B sarebbe un autentico miracolo gestionale, di quelli che andrebbero esposti nella bacheca di famiglia con orgoglio e non riuscirci non sarebbe un fallimento. Meglio sottolinearlo con chiarezza, a scanso di equivoci. Tutto questo perché nessuno nega che la squadra sia in flessione, ma è bene non dimenticarsi mai che è come se il Bassano fosse una neopromossa e che nulla va dato per scontato. Dario Toninelli spiega il senso del chiarimento avvenuto con i Boys a fine partita. «Siamo contenti del supporto e del calore che ci hanno dato nel corso delle partite di questa stagione – evidenzia il difensore giallorosso – Però eravamo dispiaciuti per il coro che avevamo sentito negli ultimi minuti perchè questa squadra si impegna sempre al massimo, dando tutto, quindi volevamo capire. Alla fine credo sia stato un malinteso, volevano spronarci, quindi penso sia tutto risolto». Il dubbio rimane, nonostante il chiarimento e le precisazioni di tutte le parti in causa. Asta cerca di voltare pagina: «A questa squadra si può rimproverare tutto, ma non la mancanza di impegno. I tifosi devono essere fieri di quello che stiamo facendo. Li ringrazio e li appoggio sempre, così come ringrazio i miei giocatori per quello che fanno sul campo». Sabato c’è la Giana Erminio e sembra proprio l’occasione giusta per tornare alle care, buone, vecchie abitudini: vincere.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Scampato al saccheggio di sabato con l´Alto, un punto che ha riequilibrato quello sfumato sette giorni prima a Pavia, Bassano si guarda dentro con apprensioni contenute. Perchè se è vero che ne ha vinta una soltanto delle ultime sette, è altrettanto assodato che dal Real Vicenza in poi ha quasi sempre incrociato formazioni al picco della loro condizione, dall´Alessandria, al Renate e al Monza (l´unica gioia da fine novembre), sino alla Feralpi, allo stesso Pavia e all´Alto Adige galattico dello scorso week-end. «Consideriamo inoltre che a gennaio abbiamo affrontato tutte rivali playoff – avverte Tonino Asta – non dimentichiamo neppure che nel girone di ritorno le cose si complicano per tutti, non solo per noi. Si rischia meno, per tanti l´importante è non perdere, il tempo stringe e si bada al sodo e ai rispettivi obiettivi. Scordatevi il cammino dell´andata, lo dico sin d´ora, ci potranno capitare altre giornate in chiaroscuro come sabato, quella è stata la prima e cara grazia aver strappato un pari d´orgoglio. Non sarà neanche l´ultima sicchè prepariamoci. Ragazzi, siamo secondi e abbondantemente sopra ogni più rosea aspettativa, godiamoci il piazzamento e proviamo a migliorarlo ancora. Io ragiono così e lo stesso lo spogliatoio. La testa deve essere già alla Giana Erminio. Eppoi dico che se nella nostra peggiore prestazione in campionato artigliamo un punto, beh, non mi lamento proprio per niente». Situazione generalizzata visto che lassù nemmeno il Pavia dilaga e si resta tutti in ballo. Ecco allora che nelle prossime tre tappe, contro interlocutori che partecipano al torneo della salvezza (Giana Ermino e Albinoleffe in esterna e in mezzo il Pordenone in casa) il Soccer Team può rimanere in corsa mantenendo la cara vecchia media inglese e rilanciarsi invece in grande stile nell´eventualità realizzasse un blitz lontano dal Mercante. Se poi indovinasse addirittura il filotto spiccherebbe il volo poderosamente e impetuosamente. Quanto al mercato, è innegabile che un paio di alternative più fresche potrebbero indubbiamente giovare alla produttività virtussina, ma l´impianto di gioco è questo ed è collaudato al pari del cast, a gennaio a meno che non compaia un big conclamato e non è questo il caso, non si fanno mai rivoluzioni. Sicchè la fervida speranza è che la Virtus sappia circoscrivere la fase di leggera involuzione, fisiologica nel corso di qualunque annata, in queste prime settimane di gennaio. Tornasse a sfolgorare presto come nei giorni belli, la Lega Pro riaccoglierebbe un nuovo padrone. Infine oggi il Pavia dovrebbe essere penalizzato di un punto e il distacco dalla vetta scenderebbe a -2.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alessio Vita è un giocatore del Vicenza. L’ormai ex esterno offensivo del Monza ieri sera ha raggiunto la città berica dove ha completato le operazioni legate al perfezionamento del contratto che lo legherà alla società biancorossa fino al giugno 2016 e già stamattina si allenerà con i suoi nuovi compagni al centro tecnico «Piermario Morosini» di Isola Vicentina. L’operazione è stata portata avanti assieme al Sassuolo, società che col Vicenza è riuscita a mettere sotto contratto Vita dopo che l’ex calciatore del Monza ha ottenuto lo svincolo d’ufficio a causa delle gravi inadempienze contrattuali della società lombarda incastrata in una crisi proprietaria che va avanti ormai da diversi mesi, compromettendo anche i risultati agonistici del club lombardo. Perfezionato ieri l’acquisto di Vita che dà più tranquillità per il proseguimento del campionato di Serie B, non si registrano novità invece per quanto riguarda Riccardo Improta, l’esterno offensivo in forza al Bologna, ma di proprietà del Genoa, che il Vicenza ha messo in cima alla lista per rinforzare l’attacco a disposizione del tecnico Marino. «La situazione è sempre la stessa della settimana scorsa – ha precisato Giuseppe Sampino, procuratore dell’attaccante originario di Pozzuoli – Il Bologna finché non acquista un ulteriore rinforzo in attacco non lo lascerà andare via perché Diego Lopez, l’allenatore dei rossoblu, lo stima molto e lo vorrebbe mantenere in organico nonostante le intenzioni della società felsinea». La posizione di Improta è quindi bloccata e tutto lascia pensare che a breve non ci saranno novità tanto che il Vicenza si sta guardando intorno per trovare delle alternative qualora la strada per l’ex attaccante del Padova nei prossimi giorni non fosse più percorribile per il calcio-mercato di gennaio. In uscita la prossima operazione che potrebbe essere conclusa è quella che dovrebbe portare Giuseppe Figliomeni al Latina. Ieri il procuratore del difensore e la società pontina hanno lavorato per trovare un’intesa che già oggi potrebbe essere definita e riportare il difensore calabrese a vestire la maglia neroazzurra che aveva lasciato a settembre. Una operazione solo abbozzata, è invece quella che potrebbe portare Gennaro Tutino al Lecce, a cui piace anche un altro biancorosso, Stefano Giacomelli. L’ex pescarese, che interessa anche all’Alessandria, però non si muoverà da Vicenza fino a quando a disposizione di mister Marino non sarà arrivato un altro attaccante e quindi per il momento la società berica non tratta la sua cessione. E a proposito di attaccanti, ieri al centro tecnico «Piermario Morosini» di Isola Vicentina si è rivisto Antonino Ragusa che sta procedendo con la rieducazione dopo l’operazione chirurgica subita ai primi di novembre dello scorso anno a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio destro. L’ex attaccante del Pescara resterà a Vicenza per completare la seconda fase del lavoro di riabilitazione che, se tutto procederà come da programmi, consentirà a Ragusa di tornare a giocare verso la fine di marzo, in tempo per la fase più «calda» del campionato cadetto dove i biancorossi di mister Marino ambirebbero a conquistare un posto nei playoff-promozione. O almeno a non avere patemi d’animo nella conquista della salvezza.
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Servirebbe un esterno d´attacco forte, con il fiuto del gol: è questa la priorità del mercato biancorosso. Un giocatore così, in realtà, il Vicenza ce lo ha già sotto contratto: si chiama Antonino Ragusa. Purtroppo si è rotto un legamento crociato a Catania il 25 ottobre e solo ieri è tornato al centro tecnico Morosini per proseguire un recupero personalizzato che richiederà ancora molto tempo. Ragusa, bentornato a Vicenza. Come sta? «Bene, anche se mi attende ancora un percorso lungo. L´intervento di ottobre è riuscito perfettamente, tutti i controlli successivi hanno dato buoni riscontri e la prima parte della mia riabilitazione non ha avuto intoppi, quindi sono molto motivato a riprendere gli allenamenti ad Isola con la voglia di tornare in gruppo il prima possibile». Quando spera di poter tornare a giocare? «Per fortuna non avevo mai subìto un infortunio così grave, quindi non ho idea di come possa rispondere il mio fisico. Di certo a me piacerebbe aiutare i compagni nella volata finale del campionato, lavorerò duro per questo». «Avere davanti il riferimento di Tutino e Maritato, che sono già a buon punto, è comunque utile». Come valuta il percorso del Vicenza in sua assenza? «I ragazzi stanno facendo un ottimo lavoro. Chiaramente mi piacerebbe che vincessero ancora di più, secondo me ci sono ottime potenzialità in questo gruppo, quindi mi auguro che nelle prossime partite la squadra riesca ad accelerare ulteriormente. Però non bisogna mai sedersi sugli allori: l´anno scorso, a Pescara, a gennaio eravamo terzi e poi abbiamo concluso la stagione malissimo. Se cala la tensione in un campionato così duro, lungo ed equilibrato, le brutte sorprese sono dietro l´angolo». Adesso in panchina c´è Marino, che lei conosce bene proprio per averlo avuto come tecnico l´anno scorso a Pescara. «Infatti questo per me sarà uno stimolo ulteriore. Con lui l´anno scorso mi sono trovato benissimo: conoscere già il suo modo di intendere il calcio, e il fatto che lui mi conosca già come giocatore, mi potrà aiutare a reinserirmi. Ci eravamo già parlati e rivisti quando sono venuto a vedere Vicenza-Brescia». «La speranza di entrambi è quella che io possa tornare a sua disposizione per lo sprint conclusivo. Proprio questo è il mio proposito per il 2015: quando rientrerò, vorrei farlo da Ragusa vero, dare un apporto importante al Vicenza, non essere la fotocopia sbiadita di me stesso».
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Si chiama Alessio Vita e sta per diventare il terzo volto nuovo in arrivo nel gruppo di Marino. L´operazione, di cui si attende solo la formalizzazione, in realtà è una sorta di coproduzione con il Sassuolo, che ha acquistato l´attaccante che era al Monza, società di Lega Pro messa in mora dai giocatori che da mesi non vedono lo stipendio. Il club di serie A che ha come patron il presidente nazionale di Confindustria Squinzi ha poi deciso di “girare” Vita al Vicenza in prestito per 18 mesi, cioè fino al giugno 2016, con il diritto di riscatto fissato a favore della società di via Schio e di controriscatto per quella emiliana. Chi è Alessio Vita e quale contributo potrà dare alla squadra di Marino? Romano di 21 anni, è stato cresciuto nel Torino da Antonino Asta, l´allenatore che oggi guida il Bassano ed è poi finito al Monza in Lega Pro, la sua prima esperienza nel calcio professionistico. Vita è un giocatore offensivo che nel Monza ha giocato quasi sempre da trequartista dietro la punta centrale, ma sa interpretare ugualmente il ruolo di esterno d´attacco. Che abbia il senso del gol lo dicono gli 8 centri nel girone d´andata: ha segnato una rete sia al Real che al Bassano, che pure hanno entrambe battuto il Monza alla fine. Dunque ad Andrea Petagna e a Thomas Manfredini, quest´ultimo giunto in prestito sempre dal Sassuolo con cui il Vicenza ha avviato un´utile collaborazione, si aggiunge Vita, il terzo rinforzo del mercato invernale ma nelle intenzioni non l´ultimo. Il suo arrivo infatti non esclude l´acquisto di quella punta esterna individuata fra le priorità all´inizio del mercato. Riccardo Improta, il giocatore di cui il Vicenza sta parlando da tempo con Genoa e Bologna, ieri sera è rimasto in panchina nella partita che gli emiliani hanno vinto contro il Perugia. Se ora il Bologna, che ha avuto in prestito la punta esterna dal Genoa che ne controlla il cartellino, riuscirà ad acquistare l´attaccante che cerca sul mercato, Improta dovrebbe poi arrivare a Vicenza. Intanto il club di via Schio ha posto tutte le basi per arrivare al rinnovo del contratto con Antonio Cinelli. Il centrocampista che in questa stagione è stato sempre un punto fermo del reparto, sia nel 3-5-2 di Lopez che nel 4-3-3 di Marino, era in scadenza nel giugno di quest´anno e le parti hanno definito nella sostanza un´intesa per allungare il contratto fino al giugno 2016. Resta d´attualità un´operazione in uscita, tanto più dopo l´arrivo di Manfredini, e cioè quella di Giuseppe Figliomeni, centrale difensivo per il quale è in prima fila il Latina, la squadra dove ha giocato già nella scorsa stagione.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Tomasz Kupisz sabato con il Modena ha fatto il suo esordio in serie B con la maglia del Cittadella, realizzando la rete che ha permesso ai granata di pareggiare. Ci sarebbe da essere felice, ma il giocatore polacco smorza i toni: «Non sono contento per come ho giocato nel primo tempo, mentre è andata meglio nella ripresa soprattutto dopo avere messo a segno il gol. Sono ancora all’inizio e devo migliorare per inserirmi con maggiore efficacia nel gioco della squadra. Bisogna considerare però che il Modena ha la difesa più forte del campionato, ma sono convinto che lavorando bene con i compagni i miglioramenti ci saranno». Kupisz vanta una lusinghiera trafila nelle nazionali giovanili polacche e quattro presenze in quella maggiore. A vederlo giocare con il Modena c’era anche il commissario tecnico Adam Nawalka. «Mi ha telefonato dopo la partita – riprende l’ex Chievo – e mi ha detto che posso fare meglio, raccomandandomi di stare tranquillo e continuare ad impegnarmi. Io però in questo momento sto pensando solo a fare bene nel Cittadella». A congratularsi con lui per il positivo debutto sono stati in molti. «Mi hanno telefonato alcuni giocatori del Chievo come Dejan Lazarevic e Ivan Radovanovic e altre persone che ho conosciuto nella mia permanenza a Verona. Anche dalla Polonia più di qualche amico mi ha fatto i complimenti, nonostante non sia possibile seguirmi direttamente con le riprese televisive». Per la sua prima rete in maglia granata, Kupisz non ha una dedica particolare: «Non ci ho pensato, mi auguro di fare altri gol e così ci penserò anche a chi dedicarli. Fisicamente mi sento bene e non ho avuto problemi a fine partita». Sulla sua sistemazione a Cittadella, conclude: «Abito ancora a Verona, per cui devo andare avanti e indietro ogni giorno. Sto cercando casa in zona e mi auguro di trovarla al più presto». IL MERCATO. Sembra quasi fatto il passaggio del difensore Agostino Camigliano al Cittadella. Il giocatore, attualmente in forza all’Entella, dovrebbe tornare all’Udinese che poi lo girerebbe al club granata. LA SQUADRA. Ieri alla ripresa della preparazione hanno lavorato a parte Coralli, Rigoni e Barreca: il primo era stato costretto ad uscire con il Modena per una contusione al ginocchio sinistro; il centrocampista è appena rientrato dopo la forte gastroenterite che lo ha costretto a dare forfait in campionato; il giovane difensore di scuola Toro risente di una botta ricevuta alla coscia nel primo tempo con il Modena.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) «Il Ct della Polonia? Ci ho parlato assieme subito dopo la partita, che ha visto dalla tribuna del “Tombolato”. Mi ha confermato l’impressione che ho avuto io, e cioè di non aver giocato bene nel primo tempo. Dopo la rete, però, mi ha visto trasformato. Se mi ha dato qualche consiglio? Sì, quello di rimanere tranquillo e di pensare solo al Cittadella. Ed è ciò che devo fare». Tomasz Kupisz ribadisce anche dopo l’esordio con gol nel match contro il Modena di avere i piedi ben saldi a terra. Oltre a Nawalka, commissario tecnico della sua Nazionale, sono stati in tanti a farsi vivi. «Mi hanno telefonato Lazarevic e Radovanovic, ex compagni al Chievo, facendomi i complimenti. E tanti amici dalla Polonia: non hanno potuto vedere l’incontro in diretta, ma grazie ad internet le immagini del gol sono arrivate subito anche lì. Non ho pensato a qualche dedica particolare da fare, ma prometto che quando segnerò la prossima volta avrò le idee più chiare. La gara con il Modena è stata un test importante per me, anche dal punto di vista fisico: da tanto non giocavo per 90’ e non ero sicuro della mia tenuta. La prossima volta spero di essere meno teso quando scenderò in campo, credo sia stata proprio l’ansia a bloccarmi nella prima parte della gara». Il mercato. Per quanto Kupisz abbia forse risolto i problemi in fascia (in attesa del ritorno di Schenetti, rientrato a Cittadella ma che pure per questa settimana lavorerà a parte), restano molto probabili ulteriori interventi sul “mercato”, necessari per affrontare senza rimpianti la rincorsa alla salvezza. Difficile che arrivi qualcuno in avanti dopo l’ingaggio di Stanco, più concrete le piste che portano ad un uomo d’ordine a centrocampo e ad un difensore, stante la perdurante assenza di Signorini. Per il primo ruolo sono due le principali alternative: Simone Palermo, mediano, che in questa stagione ha collezionato 18 presenze e un gol con la Cremonese in Lega Pro, e Andrea Barberis, 21enne del Varese (una rete in 13 presenze sin qui), già inseguito in passato. Per la linea arretrata il nome forte è quello di Agostino Camigliano, ora all’Entella, ma di proprietà dell’Udinese. Ci sarebbe già l’accordo con i friulani per il prestito, ma il ds dei liguri Superbi starebbe ancora riflettendo. Si raffredda, invece, la pista che porta a Spighi, esterno dell’Alessandria: «È seguito dal Cittadella, ma a meno di grosse sorprese non si muoverà perché vuole conquistare la B in Piemonte», ha dichiarato il suo agente Giovanni Magnani. Rigoni e Barreca a parte. La gara con il Modena ha lasciato qualche strascico in infermeria. Coralli, in campo appena una ventina di minuti e poi uscito per una botta alla coscia, è comunque già rientrato in gruppo. Una contusione, con lieve versamento, ha messo fuori causa anche Barreca, che ieri ha lavorato da solo, ma che dovrebbe tornare a breve a disposizione di Foscarini. A parte pure Rigoni, ancora debilitato dalla gastroenterite che gli ha fatto saltare l’incontro con gli emiliani. Abodi: il Brescia preoccupa. «La situazione non migliora, ma so che esistono soggetti che possono risolverla». Lo ha detto Andrea Abodi, presidente della Lega di B, a proposito del Brescia, a rischio fallimento. Secondo il numero della cadetteria non ci sono rischi, invece, per altre squadre: «Siamo una categoria in convalescenza e per noi questo è un periodo di risanamento. È fondamentale, al di là dei bilanci, la regolarità del campionato”.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) Il Citta prova a non lasciare nulla d’intentato, neppure sul mercato, dopo un girone d’andata ultima in classifica. Ieri Agostino Camigliano, difensore dell’Entella, è stato restituito all’Udinese e verrà girato ai granata. Da valutare solo la formula: ieri si parlava di prestito con diritto di riscatto, ma si attende l’annuncio ufficiale. Dopo Stanco e Kupisz, arriva il terzo rinforzo di gennaio per mister Foscarini che ora può contare su una rosa quasi al completo in tutti i reparti. Potrebbe arrivare ancora un centrocampista senza dimenticare che, se uscisse Gerardi, potrebbe arrivare un altro attaccante (su Rabusic è in vantaggio il Lanciano). Intanto per Coralli nulla di grave: solo una contusione, peraltro già smaltita e lavoro in gruppo per quasi tutta la seduta del lunedì. Ad Avellino ci sarà. Incerta la situazione di Barreca e Rigoni: il primo ha un versamento che lo mette in serio dubbio per sabato, il secondo è debilitato da un virus gastrointestinale. Sicuramente entro sabato lo supererà, ma in quali condizioni sarà? Interrogativo ancora senza risposta.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Juniores Nazionali. Finisce 1-1, come all’andata, la gara del girone C tra le ultime due: l’Este e i lombardi del Sondrio. Nel girone D la Biancoscudati Padova non riesce a tenere il vantaggio del primo tempo (2-1, gol di Marcandella e Materazzo) e viene raggiunta e superata nelle ripresa, giocata in dieci per l’espulsione di Mamdou, dalla seconda della classe, l’Union Ripa La Fenadora. Nel girone G pronto riscatto dell’Abano che si aggiudica una gara palpitante in casa del Romagna Centro (3-2). Al vantaggio emiliano risponde nel primo tempo Tagliavini, poi nella ripresa Savio e Leandro allungano per i termali, a dieci minuti dalla fine altro gol locale e brividi fino al fischio di chiusura anche perché l’Abano spreca un rigore. Bottino pieno pure per il Thermal Abano Teolo che allo scadere, grazie a una prodezza di Rocco, espugna Bellaria. Sbatte contro i pali, alla fine saranno cinque, l’Atletico San Paolo che ospita la Jesina: la compagine marchigiana si porta per prima in vantaggio anche se in sospetto fuorigioco, è Pigozzo a riportare la parità. GIRONE D: Tamai-Triestina 0-0; Fontanafredda-Mezzocorona 3-2; Ripa La Fenadora-Biancoscudati Padova 3-2; Montebelluna-Giorgione 4-1; Union Pro-Belluno 3-0; Mori-Dro 0-0; Sacilese-Kras Repen 1-2. Classifica: Biancoscudati Padova 36, Union Ripa 31, Giorgione 29, Mezzocorona 27, Triestina 24, Fontanafredda 23, Sacilese 22, Mori 19, Tamai e Union Pro 16, Montebelluna 15, Kras Repen 14, Dro 12, Belluno 5.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Il sogno è vincere il campionato, possibilmente tornando imbattuti dalla trasferta che vale una stagione: l’Este si presenta alla sfida di domani sul campo del Rimini capolista con un bottino di dodici reti segnate in appena tre partite. Ma il bello deve ancora venire. Parola di Alberto Rubbo, al quale Zattarin ha consegnato le chiavi del centrocampo giallorosso. Il giocatore è cresciuto alla distanza e la fascia di capitano che ha portato domenica è andata a braccetto con il suo terzo gol di fila. «Ma segnare è facile quando ci sono dei giocatori come Rondon e Beghetto che ti servono i palloni giusti – minimizza l’interessato, che a Rimini riconsegnerà la fascia a Lelj – in questo periodo riesco a fare gol facilmente e quest’anno ne ho già fatti cinque, superando la mia media». Il jolly dell’Este – che sa fare bene tanto la fase difensiva quanto quella offensiva – cambierebbe però volentieri una goleada con un golletto in cambio dei tre punti a Rimini. «Onestamente preferirei vincere uno a zero, ma tranquillamente – ammette – piuttosto che fare quattro gol, come è successo nelle ultime tre giornate, subendone sempre uno o due. Il nostro problema in questo momento della stagione è proprio legato al fatto che subiamo sempre gol». All’andata i padovani hanno comunque rifilato tre reti alla prima della classe. «Attenzione – rivela il centrocampista – loro non sono più la stessa squadra. Ora si sono rinforzati molto, anche davanti. L’importante per noi è tornare da Rimini senza essere sconfitti, poi vivremo alla giornata per vedere cosa possiamo fare». L’obiettivo resta sempre la promozione: la scaramanzia impone che non se ne parli, ma l’asticella fissata dalla società per quest’anno è molto in alto. «Il sogno è vincere il campionato, su questo non ci piove – conferma Rubbo, facendo tutti gli scongiuri del caso -Siamo a sei punti dalla prima e mercoledì c’è lo scontro diretto, ma il campionato è ancora lungo e noi dobbiamo dare tutto partita per partita, allenamento dopo allenamento». Per ora l’Este deve fare un mea culpa sui punti gettati al vento negli ultimi mesi dell’anno scorso. «A dicembre le cose non venivano, anche quelle che adesso facciamo a occhi chiusi – si rammarica il giocatore – ma il calcio è fatto così e gli episodi possono sempre fare la differenza. Adesso la situazione sembra essersi sbloccata e se riusciamo a trovare il vantaggio siamo in grado di gestirlo. Però ci hanno dato fastidio le polemiche dopo la sconfitta con il Romagna Centro».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Sentiva un po’ il peso di questo primato sfortunato? «Il gatto nero è andato via (sorride, ndr). In foresteria c’era qualcuno che mi prendeva in giro per questo, adesso non possono dire più niente». Il giocatore a cui si ispira? «Mi piace Modric, è piccolo di statura come me. Tecnicamente è fortissimo». E tra i biancoscudati, senza fare torto a qualche suo compagni, chi è che l’ha più impressionata? «Direi tutti, chi per un verso e chi per un altro. Ma uno con il dribbling e con la velocità palla al piede che ha Petrilli non l’avevo mai visto, è un bel giocatore». Grazie al suo sigillo restate a un punto di distacco in classifica dall’Altovicentino. Sembra profilarsi un duello di nervi fino allo scontro diretto dell’ultima giornata. «Sì. Ma se pensiamo a cosa fa l’Altovicentino non va bene. Dobbiamo pensare solo a noi stessi e a fare il meglio in ogni partita. Se continuiamo a vincere con le squadre piccole, il campionato sarà nostro». Come si trova con Parlato? «Bene, è un grande tecnico. L’anno scorso al Vicenza mi allenava Beghetto, anche lui giocava con il 4-2-3-1 o con il 4-3-1-2. Parlato ha già vinto la serie D, significa che ha qualità. Speriamo che vinca anche questo campionato».
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Mio padre è andato via dall’Afghanistan a causa della guerra, io non ci sono mai stato. Entrambi hanno una cultura afghana. Ma se mi viene chiesto di dove sono, rispondo che sono svedese. Sono un musulmano europeo, sono cresciuto in Svezia dove c’è un’altra cultura. Non sono molto religioso, però credo in Dio. Il ramadan? Non lo faccio. Se lo facessi sarebbe difficile riuscire ad allenarmi». A completare la famiglia Mattin c’è anche la sorellina Assal, di 11 anni. «I miei genitori guardano le partite del Padova in internet. Li ho sentiti domenica dopo la gara, erano contenti anche loro per il mio gol». Tornando agli affari biancoscudati, ultimamente ha trovato sempre posto in squadra. «Sono contento. Prima non giocavo quasi mai, ero entrato per pochi minuti con il Fontanafredda e con il Belluno. Con la Sacilese è arrivata la prima opportunità e ho fatto il mio. Mi trovo benissimo in squadra e sono felice per la fiducia che mi dà l’allenatore. Spero di continuare così, anche se le scelte spettano a lui». Tra l’altro con il Montebelluna ha cancellato un tabù: nelle partite in cui era stato schierato titolare (con il Fano in Coppa Italia, con Sacilese, Altovicentino e Union Pro in campionato) il Padova aveva sempre perso.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Fino a domenica era forse uno dei giocatori che il popolo biancoscudato non aveva ancora apprezzato del tutto. Il suo sigillo nella vittoria al fotofinish di domenica con il Montebelluna ha cambiato la storia: Najafi Atai Mattin è stato l’eroe di giornata regalando tre punti preziosissimi per la classifica e per il morale della truppa biancoscudata, che pochi istanti prima davanti al pareggio realizzato da Sadio aveva visto materializzarsi davanti ai propri occhi lo spettro della beffa. «Sono felice per me e per la squadra. Ho rivisto il mio gol negli highlights, è emozionante. Sono stato fortunato, ma serve anche questo nel calcio. È il mio primo gol in biancoscudato, è andata bene. Non mi ero neanche accorto che mancava un minuto alla fine, tutta la panchina è venuta a festeggiarmi, è stata una grande emozione. Adesso spero di segnare ancora il prima possibile». Come ha festeggiato domenica sera? «Sono andato a Vicenza a trovare un paio di compagni di squadra dell’anno scorso e ho pagato loro la cena». Mattin è approdato a inizio stagione all’ombra del Santo proprio dal Vicenza, dove ha giocato un anno e mezzo con la squadra Berretti arrivando direttamente dalla Svezia (giocava con il Norby). Papà Mohsen e mamma Arsilia sono afghani, lui è nato e cresciuto proprio in Svezia e ha la doppia cittadinanza.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Una buona prestazione sulla fascia (sinistra) che predilige, anche se è dovuto uscire per un problema muscolare. Niente di particolarmente preoccupante a sentire Michael Salvadori: «Già la scorsa settimana aveva un po’ di fastidio ai flessori e domenica si è indurito quello delle gamba destra. Dopo cinque minuti mi sono reso conto che non ce la facevo a giocare e ho chiesto il cambio. Penso che si tratti di una contrattura, una cosa comunque di pochi giorni. Adesso mi hanno detto di stare a riposo e di mettere il ghiaccio, domani (oggi per chi legge, ndr) mi vede lo staff».
Per Salvadori domenica è stato anche il debutto all’Euganeo. «Un’emozione unica. Nel primo tempo dalla mia parte c’erano i tifosi che cantavano ininterrottamente, una cosa nuova per me. È stata una sensazione stupenda. Quando ero all’Union Ripa La Fenadora avevo giocato al massimo davanti a un migliaio di persone in occasione del derby con il Belluno, ma scendere in campo all’Euganeo è una sensazione indescrivibile». Parlato le chiede qualcosa di diverso nell’interpretazione del ruolo rispetto a quando era nell’Union Ripa? «Sì, ero impiegato in maniera diversa. All’Union Ripa i terzini devono stare alti, qui invece uno va su e uno resta dietro. E quando sale il terzino destro il tecnico mi chiede di stare più stretto. Devo abituarmi».
TIFOSI. In vista della trasferta di domenica a Rovereto con il Mori Santo Stefano sarà la società trentina a effettuare la prevendita dei biglietti del settore riservato ai tifosi padovani (1.300 posti) direttamente nelle biglietterie sud dello stadio Euganeo giovedì e venerdì (15.30-18.30) e sabato (10-12.30). Il biglietto costa 10 euro e ogni tifoso può acquistare al massimo venti tagliandi. Ingresso gratuito per i nati dall’1 gennaio 2003 in avanti.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Gli addetti ai lavori sostengono che lo scontro diretto abbia messo in mostra un Padova superiore a voi. Come ribatte? «Dico che è venuto da noi senza aver nulla da perdere, la paura di sbagliare era solo tutta nostra. Siamo stati molto bravi a capire subito che tipo di partita avremmo dovuto fare, siamo stati concreti e cinici e poi attenti a difendere il risultato. Il Padova ha creato poco, se non da calci piazzati: ha dimostrato una certa libertà mentale rispetto a noi, ma non parlerei di superiorità». Da ex biancoscudato le sembrerà strano questo duello. Cosa teme, in conclusione, da parte di Parlato e i suoi? «Non è facile vincere i campionati, le insidie sono sempre dietro l’angolo. In questa fase del campionato bisogna anche considerare il momento di forma delle squadre che si affrontano: noi abbiamo trovato un Dro che viaggiava a mille, come loro l’Union Pro. Forse hanno subìto le scorie della sconfitta nello scontro diretto, hanno accusato un momento di debolezza, ma hanno un allenatore molto competente, che sicuramente sa meglio di me il perché di questo momento difficile e il modo per uscirne».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Lo scontro diretto ha dato una svolta alla vostra stagione? «Da quella partita, anche se era la mia prima da allenatore, ogni domenica ho visto qualcosa in più. Siamo giunti alla sfida in modo particolare: il Padova era favorito, per i 5 punti di vantaggio e per il pubblico, mentre noi arrivavamo dalla settimana del cambio di allenatore e da un mese nel quale avevamo raccolto solo un punto. L’abbiamo spuntata, magari anche con un po’ di fortuna, e da allora abbiamo fatto buone cose. Ma non spettacolari». Come ha visto cambiare il suo gruppo, da allora? «I giocatori erano un po’ sfiduciati. Con la vittoria sul Padova è rinata la voglia di credere a qualcosa di importante, che forse c’era, ma che avevano smarrito. Adesso non lavoriamo con l’assillo che il Padova ci possa dare fastidio, il problema della squadra era soprattutto mentale. Stiamo bene, ma conosciamo i nostri limiti. Perché ce ne sono ancora». Oltre al sorpasso in classifica, potete contare anche sul miglior attacco e sulla miglior difesa. Per lei cosa significa? «Sono numeri importanti, vuol dire che stiamo creando molto. Ci sono stati, tuttavia, momenti in cui ci siamo rilassati e abbiamo preso gol mettendo a repentaglio partite dominate, come proprio quella di Dro: ora abbiamo un equilibrio migliore, abbiamo numeri che portano lontano, ma a me non basta».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sempre lì, separati da un punto e da quei numeri che sembrerebbero non significare più di tanto. Altovicentino e Padova a dividersi il campionato, agli altri solo le… briciole. Il problema, serio, per Parlato e la sua squadra è che, da quando l’ex biancoscudato Diego Zanin si è seduto sulla panchina nemica, i vicentini hanno cominciato a volare. Prima con la vittoria nello scontro diretto, poi sistemando difesa e attacco su livelli da prima della classe, quindi approfittando dei passi falsi dei rivali. Zanin, pensa che sarà davvero un girone di ritorno tutto sul filo del rasoio tra voi e il Padova? «Due ottime squadre, che finora si sono rincorse, il che vuol dire che hanno dimostrato qualcosa in più rispetto alle altre. Noi guardiamo in casa nostra sinceramente, visto che per ora siamo davanti. L’unica cosa a cui bado è la vittoria dei miei». Dopo aver perso a Mogliano, domenica i biancoscudati hanno vinto all’ultimo minuto. L’Altovicentino sembra attraversare un momento di forma migliore. «Stiamo facendo bene, miglioriamo di giornata in giornata, ma sappiamo che c’è ancora da lavorare per crescere. Non so cosa sia successo al Padova a Mogliano, magari non attraversa una fase positivissima, ma so che il Padova e Parlato non sono un avversario duro solo per il nome che portano. Sono una grande squadra, saranno i nostri antagonisti sino alla fine».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La ripresa è fissata per questo pomeriggio alla Guizza: la squadra inizierà la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica contro il Mori Santo Stefano. I 1.300 biglietti a disposizione per lo stadio di Rovereto saranno in vendita alle biglietterie Sud dell’Euganeo giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30 e sabato dalle 10 alle 12.30, al costo di 10 euro. Già riempito un pullman del club “Amissi Biancoscudati” in collaborazione con l’Aicb, un secondo mezzo sarà allestito solo in caso di raggiungimento di un numero adeguato di partecipanti. Per info tel. 338.4578666. Oggi, intanto, al campo si farà il punto sui due terzini acciaccati, Degrassi e Salvadori, con quest’ultimo che ha dovuto abbandonare il campo domenica per un fastidio al flessore. Dietro le quinte, il Padova guarda anche al “mercato”: si cerca un centrocampista giovane. Prima, però, bisogna risolvere il nodo-Bruzzi: il giocatore del Livorno già da qualche tempo ha lasciato Padova, ma finchè non accetterà una nuova destinazione la società toscana non firmerà la risoluzione del prestito, senza la quale il ds De Poli non potrà tesserare un nuovo giocatore a titolo temporaneo.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nonostante il gol di Mattin, che ha restituito il sorriso al Padova, la giornata di domenica resterà nel libro dei ricordi di Sadio, autore di un gol sensazionale all’esordio con il Montebelluna, dopo una prima parte di stagione in chiaroscuro al Belluno. E pensare che Samba avrebbe anche potuto vestire la maglia della Biancoscudati Padova la scorsa estate, ma nel marasma creatosi dopo la mancata iscrizione del vecchio Acp 1910 l’attaccante senegalese aveva preferito accasarsi alla Reggiana. «Ho giocato con la Primavera biancoscudata la scorsa stagione e ho bei ricordi», conferma. «A luglio non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro, sarei potuto restare con la nuova società, ma si è fatta avanti la Reggiana e sono andato lì, prima del prestito al Belluno. Di sicuro mi piacerebbe tornare un giorno a Padova, anche perché questo stadio mi mette i brividi». Sadio Samba è l’ultimo di una sfilza di “ex” biancoscudati e padovani che hanno punito gli uomini di Parlato in questo torneo. A cominciare dal compagno di squadra Masiero, a segno all’andata con il Montebelluna, per continuare con Mazzetto della Clodiense, Sottovia della Sacilese e Milan Grujic del Kras Repen.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) E in serie D succede anche questo: che un ragazzo diciannovenne da un mese, che ha appena segnato il gol forse più bello e importante (anche se inutile) della carriera, alla fine chieda la foto ad un suo idolo. Siamo nel parcheggio interno dello stadio Euganeo, di fronte all’ingresso della sede del Padova. Sadio Samba ha finito le interviste di rito, mentre Marco Cunico è uscito dagli spogliatoi e sta andando verso l’auto. I due si incrociano e Sadio ferma Cunico, porgendo il cellulare all’amico che è con lui e dicendogli: «Mi fai una foto con il grande capitano? Quando mi ricapiterà un’occasione così?». Cunico accetta sorridendo, i due si fanno la foto e si scambiano complimenti reciproci. Subito dopo passa Matteo Dionisi: scherza con lo stesso Sadio Samba, dandogli un calcio nel fondoschiena al grido di “mannaggia a te!”. Sono stati compagni alla Sacilese, quando l’allora 17enne Sadio, appena arrivato in Italia dal Senegal, fu fatto esordire in serie D proprio da Carmine Parlato, in una squadra che poteva contare anche su un altro biancoscudato di oggi, Daniel Niccolini.
Ore 08.50- (Corriere del Veneto) E senza certezze: nella passata stagione la Correggese, pur avendoli vinti, è rimasta esclusa dalla riammissione in Lega Pro. «La fortuna è passata dalla nostra parte – ammette il match winner Mattin Atai Najafi – Non credevo mancasse così poco al termine della partita, pensavo non fossimo in recupero e invece mancava solo un minuto. Sono felicissimo, questa vittoria ci serviva ed è arrivata fra mille sofferenze». A proposito dell’organico extralarge. Gestire tre prime punte come Zubin, Ferretti e Amirante è complicato per Parlato. «Ma tutti serviranno – spiega Parlato – domenica ha segnato Ferretti e presto arriverà anche il turno di Zubin, mentre Amirante abbiamo già visto quello di cui è capace. Le sostituzioni? Senza la regola degli under la staffetta che avevo in mente era quella di Amirante per Ferretti, ma vanno tenute in considerazioni tante cose, anche quelle dell’età. Ci sono tante variabili che indirizzano una partita, dobbiamo stare attenti anche ai dettagli. E se avessimo pareggiato col Montebelluna sarebbe stata un’ingiustizia».
Ore 08.40- (Corriere del Veneto) Strettoia superata, vittoria conquistata, assalto al primo posto lanciato. Il Padova non molla e il successo soffertissimo contro il Montebelluna per 2-1, in pieno recupero quando mancava un niente al fischio finale, regala un po’ di serenità a Carmine Parlato e a tutto l’ambiente. L’AltoVicentino rimane a +1, mentre sul mercato l’impressione è che il giro d’orizzonte di Fabrizio De Poli non sia ancora terminato: nel mirino un centrocampista classe 1995. Presto se ne capirà di più, ma si tratterà solo di un piccolo aggiustamento, la quasi totalità delle operazioni programmate è già stata completata. La carambola impazzita che ha regalato il gol decisivo a Mattin ha dimostrato che la qualità dell’organico e dei ricambi fa la differenza, a patto di non esagerare. E se domenica a Rovereto, contro il Mori Santo Stefano, l’obiettivo non può che essere la vittoria, per andare in Lega Pro non ci sono altre alternative che conquistare il primo posto. Il secondo dà diritto solo a un posto nei playoff, peraltro lunghissimi e da conquistare fra mille difficoltà esclusivamente per mettersi in fila in ottica ripescaggio.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventesima giornata, domenica 25 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Kras Repen, Fontanafredda-Giorgione, Mezzocorona-Belluno, Montebelluna-Legnago, Mori Santo Stefano-Padova, Tamai-Clodiense, Triestina-ArziChiampo, Union Pro-Dro, Union Ripa La Fenadora-Sacilese
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino 45, Padova 44, Belluno 38, Sacilese 33, Clodiense 32, ArziChiampo 31, Union Ripa La Fenadora 29, Tamai 28, Montebelluna e Fontanafredda 27, Union Pro 25, Giorgione 23, Dro 19, Legnago 18, Triestina e Kras Repen 15, Mori Santo Stefano 8, Mezzocorona 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della diciannovesima giornata: ArziChiampo-Mori Santo Stefano 1-0, Belluno-Tamai 2-2, Clodiense-Union Ripa La Fenadora 4-1, Dro-AltoVicentino 1-3, Giorgione-Union Pro 2-1, Legnago-Kras Repen 1-1, Mezzocorona-Fontanafredda 1-3, Padova-Montebelluna 2-1, Sacilese-Triestina 1-1.
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E’ successo, 19 gennaio: giornata di riposo dopo la vittoria in extremis col Montebelluna.