La strettoia è stata superata? Forse. Probabilmente. Chissà. Col Montebelluna il Padova si trovava di fronte a un passaggio obbligato della stagione. Non fosse entrata quella carambola impazzita sul tiro di Mattin, a quest’ora il clima attorno alla squadra di Carmine Parlato si sarebbe fatto improvvisamente pesante. Perché ci si dimentica sin troppe volte che non è scontato che il Padova vinca il campionato e, di conseguenza, che torni in Lega Pro. Perché ci si dimentica che non ci sono alternative possibili per la promozione, o si vince o si vince, arrivare secondi conta come avere il due di coppe a briscola o quasi. Obiezione: ci sono i ripescaggi. Controrisposta: sì, ma lo scorso anno non sono serviti a nulla, tanto che la Correggese che li aveva vinti non è stata ripescata.
La strettoia è stata superata? Sì, perché si veniva da due sconfitte consecutive e nessuno a fine anno si ricorderà che con l’AltoVicentino il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. Sì perché contava vincere e, in un modo o nell’altro, la vittoria è arrivata
La strettoia è stata superata? No, perché la squadra è involuta, è sulle gambe dopo un’estate vissuta per forza di cose a rincorrere: preparazione, allestimento della squadra, coesione tattica e tecnica. La strettoia è stata superata? Sì, perché il Padova ha vissuto la settimana più difficile della stagione, fra correzioni in corsa di mercato, arrivi last-minute, varie ed eventuali. E perché al 47′ della ripresa pareva tutto perduto. E invece il destino ha dato una mano, una volta tanto.La strettoia è stata superata? No, perché la squadra sta avvertendo la pressione di dover vincere e purtroppo questa condizione era ben nota sin dall’inizio della stagione. Quando arrivi a Padova dopo un fallimento e una retrocessione, arrivare secondi non basta, tantomeno partecipare.
La strettoia è stata superata? Sì, perché al qualità dei singoli è tale che le partite si possono vincere anche nelle giornate di scarsa vena
La strettoia è stata superata? No, perché mettere insieme tre centravanti tutti assieme più Pittarello rischia di creare equivoci e malumori in spogliatoio. Perché, anche se i diretti interessati saranno sicuramente stati istruiti a dovere, se segni due gol e poi ti ritrovi in panchina la settimana successiva, il buon umore non arriva nemmeno a instillartelo coattamente con un’iniezione forzata. Amirante, Ferretti, Zubin. Troppi, se consideriamo i seguenti aspetti: 1) se ne giocano due di loro, stanno fuori tre o addirittura quattro esterni (Aperi, Petrilli, Ilari senza dimenticare Dené); 2) se ne gioca uno solo, gli altri due stanno a guardare 3) tatticamente non è semplice farli convivere, qualsiasi sia la combinazione di schieramento fra i tre utilizzata.
In definitiva: il Padova è obbligato a vincere, ma non è assolutamente scontato che arrivi primo. In provincia ormai è più facile fare calcio che in città: meno pressioni, più tolleranza per gli errori, meno attenzione mediatica. Se poi ricordiamo che l’AltoVicentino conosce la categoria, ha vinto lo scontro diretto (in caso di arrivo a pari punti si spareggia, ma è comunque un dettaglio non da poco) e ha trovato un allenatore coi fiocchi capace di far invertire la rotta, ecco che la missione diventa ancora più difficile. In definitiva: il Padova può farcela ad arrivare primo, ma non è scontato che ci riesca. Questo è bene metterselo in testa il prima possibile