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Ore 22.50 – Chiude la parentesi sul mercato il vicepresidente Edoardo Bonetto, anch’egli ospite di “Biancoscudati Channel” su Telenuovo: “I ruoli su cui intervenire? Si pensava ad un portiere, ad un esterno difensivo e anche ad un attaccante perché qualora il mister volesse inserire un difensore Over in più come Dionisi verrebbe sacrificato un Under sulle fasce e quindi dovrebbe essere recuperato in altre zone del campo”.
Ore 22.40 – A parlare di mercato è anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto, ospite di “Biancoscudati Channel” su Telenuovo: “”Il mercato? Ci siamo trovati col presidente Bergamin, mister Parlato ed il ds De Poli e abbiamo steso una lista di nomi, spero che già domani o dopodomani ci possano essere delle novità a riguardo. Vediamo se riusciamo a portare a casa almeno due elementi già per la partita di domenica dato che ci mancherà anche Mazzocco che sarà squalificato. Quella degli Under è una problematica alla luce degli infortuni patiti dai nostri giovani”.
Ore 22.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate dal direttore sportivo biancoscudato Fabrizio De Poli, ospite del programma “Tuttincampo” su Tv7 Triveneta: “Abbiamo perso giocando male, quanto successo ieri ci lascia perplessi perché abbiamo fatto una bruttissima partita e la squadra non è stata all’altezza. Dobbiamo senza dubbio lavorare, abbiamo avuto problemi nella costruzione della squadra a causa degli infortuni e dei regolamenti ma ieri c’è stato un approccio sbagliato alla gara. Dobbiamo parlare tra di noi per capire cos’è successo. Il mercato? Abbiamo l’obbligo di andarci dopo l’infortunio di Busetto perché Degrassi è l’unico classe 1996 rimasto, ed è pure in diffida”.
Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Oggi firma Guerra, cederemo Zima e per il momento nessuno mi ha chiesto di andar via. Fermo restando che i nostri giocatori hanno diversi estimatori. Di sicuro non voglio indebolire il Venezia». Primi passi per il ds Ivone De Franceschi in un calciomercato tutto in salita, dopo che giovedì nel summit di Mosca il presidente Yury Korablin non solo non ha potuto dare l’ok a nuove spese, ma ha chiesto addirittura di ridurre il budget. «Ci è stato chiesto un taglio e questo è indicativo delle difficoltà che ci sono oggi nel fare calcio. In questo Venezia non è più “sfortunata” e non sta peggio di tante altre piazze. Io non sono preoccupato – assicura il dirigente lagunare – semmai determinato a far combaciare esigenze tecniche e di bilancio». Questa mattina De Franceschi incontrerà il procuratore di Simone Guerra, attaccante classe ’89 (lo scorso anno promosso in B con l’Entella) il cui prestito era già stato ufficializzato venerdì dal Benevento. «Una punta moderna che può coprire due ruoli sul fronte offensivo, ho avuto la disponibilità di Benevento e Matera (dove ha giocato in prestito con 13 presenze e un gol, ndr) quindi spero di chiudere subito. Zima? Col Renate si è fatto trovare pronto con Fortunato ko per la febbre, è un buon portiere, il Genoa vuole che giochi e noi abbiamo fiducia in Fortunato e D’Arsiè come secondo». Il portiere ceco passerà al Mantova e il Genoa riconoscerà al Venezia una valorizzazione economica. Per il resto potrebbe partire Panzeri in un maxi scambio, Scialpi invece rimarrà in laguna avendo già giocato in questa stagione per due squadre (Como oltre al Venezia). «Posso dire che Zaccagni e Varano non si muoveranno al 100%, per i big (si parla di Raimondi al Crotone, ndr) vorrei riuscire a trattenere tutti ma da qualche parte i soldi li devo trovare. Mister Serena? È un uomo serio, siamo in piena sintonia e vediamo il calcio alla stessa maniera, Saremmo tutti contenti di poter investire, dettare condizioni, andare e comprare. Non è possibile ma siamo sereni e fiduciosi, perché non indeboliremo un gruppo che vale una classifica medio-alta. Ora però pensiamo a fare punti, utili come quello col Renate».
Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Orizzonte un po’ più chiaro, ma anche ricco di nuove sfide, in casa Venezia con l’inizio del nuovo anno e grazie al viaggio a Mosca della coppia dirigenziale De Franceschi-Scibilia. I due “direttori” sono riusciti, almeno in parte, a far scoprire le carte al presidente Yury Korablin, tornando in città con indicazioni precise e qualche certezza in più. Korablin è intenzionato a restare alla guida della società anche se chiede ulteriori “sacrifici” e una nuova stretta economica: la crisi che sta attanagliando la Russia – svalutazione del rublo vicina al cinquanta per cento, ma anche regolamenti bancari e problemi “europei” – si ripercuote inevitabilmente anche sulla sua disponibilità immediata sul fronte calcio. Nel contempo pare che il presidente arancioneroverde non sia intenzionato a lasciar perdere il discorso stadio: prima di fine mese sarà a Venezia per affrontare il tema sia con il Comune sia con la proprietà dei terreni che ha opzionato a Tessera. Una boccata d’ossigeno è attesa per lo stesso periodo per le casse societarie che attualmente piangono: cifre non importantissime ma che vanno ripianate al più presto per rendere sereno e gestibile il futuro del club. Una presenza più assidua di Korablin in veste ufficiale in città porterebbe anche maggior vantaggio all’immagine del Venezia ed entusiasmo tra la tifoseria. Decisioni importanti attendono poi l’imprenditore russo, appena sistemate le questioni economiche pendenti e predisposti i pagamenti per il 16 febbraio al fine di evitare nuove penalizzazioni in classifica. Prima fra tutte la necessità di programmare con un certo anticipo il futuro del Venezia al fine di evitare di affidare incarichi a nuovi dirigenti in piena estate, costringendoli a estenuanti corse contro il tempo. L’augurio è che Korablin abbia capito come sia indispensabile passare da subito a programmare impegno economico e creazione della struttura del futuro: non solamente a livello di rosa ma a tutto tondo. Intanto la palla passa al ds De Franceschi che dovrà far quadrare le nuove richieste di economia con le necessità del tecnico Serena: una rivisitazione della squadra che potrebbe risultare utile anche al fine di adeguare l’organico alle idee dell’allenatore ingaggiato in corsa. Così il Venezia potrebbe cambiare volto, perdendo alcuni dei “pezzi pregiati”: una strada rischiosa vista la posizione non ancora tranquilla in classifica e le insidie dalle quali il team deve ancora difendersi. È la prima delle nuove sfide che il Venezia dovrà affrontare.
Ore 21.30 – (La Nuova Venezia) Il sorriso stampato in faccia, la consapevolezza di aver fatto una buona partita, e la gioia per essere riuscito a esordire in campionato con la maglia della prima squadra. Marco Dell’Andrea, classe 1997, noalese purosangue al Venezia dal 2007, si gode il suo momento dopo aver messo alle spalle una prestazione positiva sul campo di Meda contro il Renate. E così, proprio in questi giorni, mentre le voci di mercato impazzano e coinvolgono anche il Venezia, questo può essere considerato davvero il primo acquisto di gennaio per la prima squadra. Michele Serena sa di poter contare anche su di lui, dopo averlo schierato l’altro ieri a Meda, contro il Renate, nell’occasione sulla fascia destra della difesa. «Quando ho visto Cernuto fermo a fondocampo per infortunio, tutto avrei pensato tranne che l’allenatore chiamasse proprio me per sostituirlo» racconta il giovanissimo Dell’Andrea, fresco di esordio, «sogni questo momento ogni domenica, e prima ancora sogni di poter essere convocato, e poi quando ti trovi lì seduto in panchina non ti aspetti mai di essere chiamato per subentrare a un compagno. Beh, la sensazione adesso è bellissima, anche se mi dispiace molto per Cernuto. Arrivo dal settore giovanile, mi ritrovo proiettato in prima squadra a 17 anni e vi giuro che questa è una sensazione veramente fantastica. Perché penso soprattutto a quando da piccolino mio padre mi portava al Penzo a vedere il Venezia che giocava in serie B…». Dopo aver mosso i primi passi nella Calvi Noale c’è stato il passaggio al Venezia. Questa è l’ottava stagione con la maglia arancioneroverde, e finalmente si sono aperte le porte del campo con la prima squadra anche in campionato. «Ho avuto la possibilità di giocare a Ferrara in Coppa Italia, ma il campionato è tutta un’altra cosa» ammette Dell’Andrea, «mi aspetto che questo possa essere un inizio, perché il mio sogno è quello di fare il calciatore e di riuscire a ritagliarmi uno spazio in questo mondo. Sto lavorando tanto per riuscirci, ma è logico che adesso dovrò impegnarmi ancora di più. Sto vivendo veramente un momento magico, voglio ringraziare la mia famiglia, perché i miei genitori mi hanno aiutato davvero tanto per potermi dedicare al calcio e cercare di ottenere qualche soddisfazione. E poi naturalmente i compagni e l’allenatore: a Meda sabato pomeriggio mi sono stati tutti molto vicini. Una bellissima esperienza che mi sto godendo fino in fondo. Auguro anche ai miei compagni del settore giovanile di poter avere una chance come quella che ho avuto io». Dell’Andrea nel frattempo studia grafica all’Istituto San Marco alla Gazzera, dove frequenta la terza classe. Tifa Inter e continua a sognare. «Anche in chiave di nazionale under 18. Dopo gli stage sostenuti a Ferrara e Cremona spero di avere altre opportunità. Al contrario del Venezia, con la under mi schierano difensore centrale. Ma poco importa, mi adatto a quello che mi viene chiesto. E poi sogno il Penzo, l’esordio nello stadio di casa, là dove tifavo dalla tribuna e dove vorrei tanto poter difendere i colori del Venezia».
Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Era già successo contro l´Alto Adige. Partita perfetta del Real Vicenza, inappuntabile l´atteggiamento. Finale, 1-1, e due punti persi per strada. Sabato è andata peggio. Gara generosa dei biancorossi e positiva sotto tutti gli aspetti; è mancato un pizzico di concretezza sotto porta. Risultato, 0-1. Zero punti e un fegato grosso così per come è maturata la sconfitta. Daniele Dalla Bona è rimasto di legno, nel vero senso del termine. Lui il legno l´ha proprio preso, su punizione nel primo tempo. È stata la traversa a negargli la gioia del gol. Abbassa la testa e mogio spiega: «Già non prendiamo molte punizioni a favore. Il tiro è sceso un po´ tardi ma era bello, peccato davvero che sia finito sulla traversa. Se devo guardare il bicchiere mezzo pieno, ho ripreso contatto con i tiri piazzati». Il centrocampista del Real ne è specialista. Nella ripresa ne ha battuta un´altra ma la traiettoria è uscita centrale e il portiere ha potuto tirare un respiro di sollievo. «Per fortuna le partite con la Feralpi sono finite, basta, non ne vogliamo più sapere per quest´anno», gli esce un sorriso. «È una squadra con cui si fa fatica a giocare perché si chiude molto. Noi abbiamo commesso errori, imprecisioni, forse troppe. Ma dal primo minuto al novantesimo siamo stati attenti, abbiamo concesso poco. Non ricordo infatti tiri degli avversari». Ricorda bene Dalla Bona. Una conclusione, l´unica, porta il nome di Romero autore della prodezza in rovesciata che ha regalato la vittoria alla Feralpi Salò. «E quando ti ricapitano occasioni così? Giusto esultare come hanno fatto. Loro hanno fatto la partita perfetta per quelle che erano le loro caratteristiche». Solo sfortuna o c´è dell´altro? Dalla Bona non risparmia qualche critica alla propria squadra. Ma il tono è sempre costruttivo. «Non siamo mai riusciti a liberare i nostri attaccanti purtroppo. La difficoltà era nella densità che formavano davanti all´area. Ho provato a mettere più palloni sopra la difesa ma là comunque c´era il portiere». Nel 2015, due partite quindi, il Real Vicenza ha raccolto un punto. Qualcuno ha provato a dare la colpa alla pausa. «No, non penso che la pausa abbia inciso perché la prestazione c´è stata, quella la salvo. Per me abbiamo fatto molto meglio con la Feralpi che contro il Pavia. Anch´io personalmente ho giocato meglio». Si guarda avanti. Sabato l´Alessandria, poi il Como in casa. Il mese di gennaio è durissimo per il Real. «Sarà difficile il girone di ritorno, basti considerare i ritocchi che ogni squadra farà. Poi per chi dovrà salvarsi un pareggio varrà oro, questo significa che le partite saranno molto combattute e quindi difficili da affrontare. Oltretutto noi, con il bel girone d´andata fatto, abbiamo creato aspettative. Non c´è più il rischio di essere sottovalutati. Comunque non creiamo allarmismi, perché non ce n´è bisogno. Fino ad oggi abbiamo perso tre partite da Cenerentola».
L´uomo-partita del Menti, Niccolò Romero, ha raccontato così l´incredibile gol: «Ho detto: ci provo. Non so come l´ho presa, mi è arrivata quella spizzata e mi sono coordinato per la battuta. È il primo gol che segno in rovesciata. Da piccolo ci provavo sempre perché come gesto mi piace molto. Mi alzavo anche da solo la palla in allenamento pur di colpirla in rovesciata».
Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) Al tirar delle somme della domenica sera, il 3-2 di Pavia è persino meno assassino di ventiquattro ore prima. L´Alessandria le busca sode a Mantova e non si muove di un centimetro, mentre il magno Novara si incarta a domicilio col Monza (2-2) che non regala un accidenti a nessuno e rimane alle spalle. Considerando che il Pavia neocapolista, deferito in autunno per inadempienze estive, potrebbe scontare un punto di penalità a fine mese, la situazione resta molto magmatica là in testa e dunque Bassano se la cava con perdite minime. Dopodichè a Novara è già scattato l´allarme rosso e il mancato accesso alla vetta ha innescato mal di pancia un po´ in tutto l´habitat piemontese tanto da rendere nota già nella tarda serata di ieri la lista della spesa biancoblù per il mercato di riparazione: da quelle parti hanno già pronti i denari per provvedersi sin dai prossimi giorni di due difensori, un esterno offensivo e una punta centrale, quattro innesti con cui agganciare assolutamente il primo posto e la promozione diretta in B che da quelle parti è imperativo categorico e guai a sgarrare. Quanto al Pavia invece, al netto di meriti acclarati, col Bassano è stato un prodigio di utilitarismo: con 4 tiri tra andata e ritorno (compresi due rigori sacrosanti) ha raccolto 6 punti. Il Soccer Team che all´andata si è sentito giustamente defraudato dell´intero incasso, stavolta lamenta un pari mancato che dagli esiti di sabato sarebbe stato inattaccabile. Non tanto e non solo per il rocambolesco salvataggio sulla linea di Abbate che ha cancellato il 2-2 di Iocolano, il quale evidentemente ha un conto aperto coi pavesi (è al terzo salvataggio sulla riga nei due scontri diretti). Quanto soprattutto per il penalty palese (apparso tale anche dalle immagini tv) ignorato su Nolè un minuto più tardi il 3-1 lombardo e che avrebbe riaperto la faccenda molto prima del 3-2 di Cattaneo. E così facendo una botta di conti i virtussini finora hanno patito 7 rigori contro (molti dei quali ineccepibili) ricevendone 6 e venendo scippati di due massime punizioni clamorose come quelle dell´altra sera a Pavia e col Real Vicenza a dicembre. Nel frattempo il digì Werner Seeber ha ribadito, anche dinanzi alle telecamere Rai che il club è intenzionato a intervenire sul mercato, ovviamente in maniera sobria e oculata, ma con l´idea di ricalibrare e magari irrobustire l´organico di Asta, poichè come sostiene il digì, «una volta artigliata la quota salvezza (indicativamente a 43-44 punti al massimo, ndr), c´è il desiderio di provare a reggere il cammino delle migliori sino alla fine». E sabato pomeriggio incombe il braccio di ferro con l´Alto Adige al Mercante (via alle 16). Gli altoatesini ieri hanno segato 2-0 il Como.
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Chi non avrebbe messo la firma per chiudere il girone di andata a 27 punti? Ad appena 3 lunghezze c´è la zona playoff, sulla zona playout invece sono 5 i punti di margine. Eppure bisogna tenere la guardia alta, come del resto ha ricordato Marino al momento di tirare le somme della prima parte del campionato. Che per la verità nel suo caso è un bilancio che si può riferire soltanto alle ultime 10 gare, visto che nelle prime 11 la guida tecnica era affidata a Lopez. Viaggiando fino alla fine con il ritmo tenuto dalla squadra da quando al timone c´è il tecnico di Marsala il Vicenza si salverebbe con la massima tranquillità e potrebbe perfino pensare a qualcosa di più. Ma il campionato di B è lunghissimo e gli archivi sono pieni di “ribaltoni” nel girone di ritorno. Cominciare con il piede giusto a Latina sarà due volte importante. All´andata, nel recupero della prima giornata, al Menti finì 0-0 con il Vicenza in dieci per quasi tutta la gara a causa dell´espulsione di Bremec nell´azione in cui l´arbitro decretò un calcio di rigore poi parato da Vigorito all´ex Paolucci. Allora non si poteva immaginare che il Latina, finalista ai playoff nella scorsa stagione, avrebbe finito l´andata con 7 punti di ritardo rispetto al Vicenza, appena ripescato dalla Lega Pro. Eppure questo è stato il verdetto della prima metà del torneo, a conferma che i pronostici della vigilia in serie B sono spesso destinati ad andare gambe all´aria non appena si comincia a giocare. D´altra parte, allo stesso modo, nessuno avrebbe potuto pensare che il Carpi avrebbe chiuso l´andata davanti a tutti e con 9 punti di margine sui più diretti inseguitori. Dunque il bottino che il Vicenza ha conquistato nella sua corsa alla salvezza è importante ma non decisivo, fin dalla prima gara del ritorno va ben ammistrato perché a Latina sarà uno scontro diretto nella lunga sfida per restare in categoria. Ma la partita sul campo della squadra laziale sarà importante anche perché il Vicenza sarà chiamato a dare un immediato segnale di risveglio dopo le due sconfitte consecutive subìte in trasferta alla fine dell´andata. Da Chiavari e Frosinone i biancorossi sono tornati a casa senza punti al termine di prestazioni che non sono piaciute a Marino, perché da quando è arrivato a Vicenza il tecnico si è sforzato di dare alla squadra la mentalità necessaria per giocarsi sempre la partita, in casa e fuori, quale che sia l´avversario. Perciò la ripresa a Latina sarà già indicativa per il girone di ritorno biancorosso.
Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Vicenza un due e tre. Il primo è stato quello destinato a giocare in Lega Pro che ha dovuto cambiare pelle in dieci giorni e provare a trasformarsi in una squadra di categoria superiore: la squadra del ripescaggio, quella di Gianni Lopez. Poi è stata la volta del secondo Vicenza, nato dopo le prime undici giornate con la decisione di cambiare il timoniere. La squadra di Pasquale Marino, quella che è riuscita a risalire la china nella categoria in cui a fine agosto si è trovata improvvisamente catapultata: la squadra che ha chiuso il girone di andata a 27 punti. Il terzo Vicenza di questa strana stagione, iniziata con un´inattesa manna dal cielo, sarà quello che uscirà dal mese di calciomercato è che dovrà affrontare il girone di ritorno e tagliare il traguardo della salvezza. Ma per centrare l´obiettivo dovrà essere una squadra rinforzata. LA DIFESA. In estate si era parlato a lungo della necessità di inserire in rosa un centrale d´esperienza, ben dotato atleticamente. Si era detto di Mantovani, Manfredini e Milanovic, poi alla fine il “fattore M” si era dileguato ed era stato preso Figliomeni. Che non sia stata una scelta felice è dimostrato dal fatto che dopo pochi mesi è in partenza. Adesso appare probabile che possa arrivare proprio uno dei tre giocatori rincorsi nel supplemento di mercato dopo il ripescaggio e cioè Thomas Manfredini. Per le certezze è meglio attendere le firme, ma a giorni dovrebbe essere lui il secondo acquisto. IL CENTROCAMPO. È l´unico reparto che fin dall´avvio della stagione è apparso completo e in grado di garantire all´allenatore la scelta di soluzioni diverse sul piano tattico e tecnico a seconda delle esigenze della partita, grazie alle differenti caratteristiche dei giocatori. Logiche le partenze di Urso e Gerbaudo che erano stati presi per giocare in Lega Pro e non hanno poi trovato spazio dopo la campagna acquisti rifatta per la serie B. Se Sbrissa rimane, il reparto offre sufficienti garanzie così com´è. L´ATTACCO. Gira gira, ma si sapeva, è il settore offensivo quello che dovrebbe uscire più cambiato. Il diesse Cristallini aveva detto chiaramente che l´obiettivo era prendere due attaccanti. Uno è già arrivato ed è Andrea Petagna, punta centrale che sarà l´alternativa a Cocco, che sul campo si è guadagnato i gradi del titolare. Ma se l´esigenza era ed è quella di assicurare all´attacco maggiore incisività, cioè più gol, Petagna, sulla carta, non risolve il problema, nel senso che ha solo 19 anni, in B deve fare esperienza e a Latina non ha realizzato un gol. Senza richiamare alla memoria il precedente negativo della scorsa stagione (l´arrivo a gennaio in prestito dalla Juve di Padovan), c´è bisogno d´altro. Se il problema è che nel tridente di Marino ha firmato 6 gol Cocco ma Giacomelli e Laverone ne hanno siglato solo uno a testa, è chiaro che al Vicenza serve un attaccante esterno in grado, come si dice, di vedere la porta. Potrebbe essere Riccardo Improta, la punta esterna del Genoa in prestito al Bologna su cui il club biancorosso ha da tempo puntato gli occhi? Potrebbe, almeno in tal senso parla il suo recente curriculum: 7 gol in 19 presenze da gennaio a giugno dello scorso anno in B nel Padova sono un buon biglietto da visita. Di certo per il tridente di Marino occorre un attaccante con quella capacità di finalizzazione, altrimenti tanto vale proseguire così, ma sarebbe rischioso. L´arrivo di due nuovi attaccanti, Petagna e l´esterno, in aggiunta al recupero ormai imminente di Tutino, altro laterale offensivo e alla presenza in rosa di Giacomelli, Maritato e Ragusa (entrambi in fase di riabilitazione dall´infortunio, con tempi diversi di recupero), oltre naturalmente a Cocco, potrebbe porre qualche problema se non di lista (consentito un numero illimitato di under 23), di eccessiva abbondanza, in prospettiva. Qualcuno degli attaccanti potrebbe partire: Giacomelli e Maritato al momento sembrano i due più indiziati. Ed ecco perché alla fine del mercato sarà l´attacco il reparto più rivoluzionato.
Ore 20.00 – (Gazzettino) Un anno fa il Cittadella costruì l’ennesimo miracolo-salvezza partendo dagli innesti del calciomercato, che al momento di tirare le somme, si sono rivelati decisivi. Gente come Scaglia, Rigoni, Surraco e Djuric hanno semplicemente fatto la differenza. La storia si ripete nuovamente: il Cittadella è messo ancora peggio – in classifica – rispetto all’ultimo campionato, ma non ci sono analogie tra le due situazioni, secondo Stefano Marchetti: «Stiamo parlando di due squadre completamente diverse. Un anno fa c’era bisogno di migliorare l’organico, si faticava a fare gol, tanto per ricordare una lacuna. Il Cittadella di adesso ha valori tecnici ben superiori, ci sono elementi di categoria, gente come Sgrigna e Coralli hanno realizzato sette gol a testa, i giocatori importanti della passata stagione li abbiamo tenuti». Il dg granata comunque non ha perso tempo sul mercato: «Qualche correttivo era necessario, anche per completare numericamente la rosa. Ho preso quello che mi serviva, da subito, perché voglio dare a Foscarini una squadra competitiva già per la prima gara del girone di ritorno, con il Modena». Sono arrivati un esterno di centrocampo, in attesa del recupero di Schenetti, e un attaccante. Stanco, però, non è propriamente un goleador… «Non ho mai guardato i numeri – spiega Marchetti -. Ardemagni e Djuric, faccio due nomi, sono arrivati da noi con le stesse credenziali. Il Cittadella non può prendere l’attaccante da venti gol già fatti, deve puntare su gente con determinate caratteristiche, con voglia di riscatto o di emergere, e Stanco rientra nella fattispecie, sono certo possa fare molto bene da noi». Ci saranno altri movimenti in entrata: «Molto probabilmente porterò a termine altre operazioni, ma adesso non ho più la fretta che avevo una settimana fa. Posso concludere anche l’ultimo giorno di mercato, valutando per bene come muovermi». Stefano Marchetti ha grande fiducia in questa squadra: «Quando sei ultimo in classifica è sempre difficile, ma questo Cittadella può e deve migliorare, sotto diversi aspetti. Le prestazioni ci sono anche state, voglio però un atteggiamento diverso dalla squadra. Mi riferisco all’aspetto disciplinare, al modo di vivere le partite. Faccio qualche esempio: con il Brescia abbiamo pareggiato in nove, siamo stati bravi, con il Vicenza lo stesso, ma in entrambi i casi in condizioni normali avremmo potuto vincere. Il Cittadella non può regalare più niente a nessuno, espulsioni comprese». Il girone di ritorno è sempre visto come un altro campionato rispetto all’andata. Come colloca Stefano Marchetti il suo Cittadella? «In quelle squadre che possono tranquillamente restare in categoria. Avremmo potuto avere quattro punti in più in gare che per me avevano già il risultato acquisito: penso a Vicenza, alla gara interna con il Bari persa nel finale come quella con la Pro Vercelli. E 22 punti sarebbero stati anche meritati». Si deve quindi partire sparati in questo 2015, quanto importanti saranno le prime tre gare? «Tantissimo, ci serve vincere subito anche per ridare fiducia e serenità al gruppo. Sarà importante però tutto il girone di ritorno, dove occorre continuità nei risultati. Un anno fa nelle prime sette partite abbiamo raccolto solo due punti, ne abbiamo perse cinque: questa volta il Cittadella deve cominciare in tutt’altra maniera. Lo ribadisco: ho tanta fiducia nella squadra, per me è assolutamente all’altezza della categoria, ci sono giocatori bravi e validi, e se siamo ultimi è per colpa nostra, non cerco alibi. Ecco allora che pretendo di vedere in campo l’attenzione e l’atteggiamento della squadra che si trova sì in fondo alla classifica, ma che ha tanta rabbia e voglia di tirarsi fuori al più presto. La società sul mercato farà tutto il possibile, la squadra deve fare il resto».
Ore 19.40 – (Mattino di Padova) Sono arrivati Kupisz e Stanco, d’accordo. Come hanno chiarito in più occasioni sia Stefano Marchetti che Claudio Foscarini, non è detto, però, che il mercato del Cittadella si fermi qui. L’obiettivo primario, si sa, era rimpolpare la rosa prima della sfida con il Modena in programma sabato al Tombolato, con la quale riprenderà il campionato di serie B dopo le tre settimane della sosta invernale. Ma se si presenteranno occasioni interessanti, la società sarà pronta a coglierle. Tanti i nomi accostati alla maglia granata in questi giorni. Per quanto riguarda il centrocampo, si parla di un interessamento verso il mediano ventunenne del Varese Andrea Barberis. Sul taccuino del direttore generale sarebbe finito anche il centrocampista del Venezia Edmund Hottor, che avrebbe molte richieste in serie B: le due squadre che al momento sembrano più accreditate per l’ingaggio del ghanese di scuola Milan sono proprio il Varese e, appunto, il Cittadella. Il polacco Kupisz potrebbe non essere l’unico nuovo esterno alla corte di Foscarini: tra le piste percorribili c’è quella che porta a Mirco Spighi, 25enne che si sta mettendo in evidenza nell’Alessandria, in Lega Pro, e che potrebbe essere coinvolto in uno scambio con Mancuso. Piace, però, anche Alessio Vita, talento ventunenne ambito da molti club, di proprietà del Monza, che ha bisogno di fare cassa. È invece già firmato l’accordo che riguarda un ex granata, il portiere Alex Cordaz, acquistato dal Crotone, che lo ha prelevato dal Parma in prestito. Fra le trattative di cui si parla, la più clamorosa riguarda però la prossima avversaria del Citta: riprende quota infatti la voce che vorrebbe il Modena interessato all’ex centravanti bianconero David Trezeguet: «Se ha voglia di giocare ancora, può fare la differenza. Sarebbe un grande colpo. Entro il 15 gennaio mi darà una risposta in merito alla proposta che gli ho fatto per venire dal Modena», ha dichiarato il suo procuratore Antonio Caliendo.
Ore 19.20 – (Trentino) Brucia parecchio e non potrebbe essere altrimenti. A fine partita il tecnico gialloverde Luca Lomi non nasconde la delusione per la sconfitta maturata in extremis. “Non voglio fare polemiche – dice ai microfoni di Nbc Rete Regione – però tutti i miei giocatori mi hanno assicurato che il rigore non c’era proprio e che l’attaccante avversario si è lasciato cadere. Il il fatto è accaduto sotto la curva dei tifosi triestini e l’arbitro (la signorina Pirriatore di Bologna) ha deciso di fischiare. Peccato, perché per quanto visto sul terreno di gioco il Mezzocorona avrebbe meritato molto di più. Anzi, mi sento di dire che quella disputata oggi a Trieste (ieri, ndr) è la nostra miglior partita di tutta la stagione Torniamo a casa a mani vuote e adesso, classifica alla mano, si fa veramente dura perché il distacco comincia ad essere considerevole. Noi, però, ci proveremo sino alla fine con la serietà e l’impegno che ci hanno contraddistinto sino a questo momento”. Tanto di cappello: comunque andrà a finire a Lomi e ai suoi dovranno fare un monumento.
Ore 19.10 – (Il Piccolo) Una partita maiuscola, da grande trascinatore. Daniele Rocco ha praticamente creato tutte le azioni pericolose costruite dalla Triestina contro il Mezzocorona, e dopo esser stato sfortunato in un paio di occasioni e aver regalato il pallone del primo vantaggio a Milicevic, si è meritato la rete su rigore allo scadere. Ma lui, più che sulla sua prestazione, preferisce parlare della squadra: «Io sono felice per la mia prova, ma credo che tutta la squadra con una bella prestazione abbia contribuito a far bene e alla vittoria finale. Quanto al rigore, credo che il fallo su di me c’era sicuramente, poi per fortuna l’ho messa dentro dal dischetto. A mio parere anche nel primo tempo poteva starci un rigore, ma non l’ha fischiato». Ma Daniele Rocco ha messo lo zampino decisivo anche nella prima rete, quella di Milicevic: «Sì, il difensore avversario ha lasciato un varco, io ho anticipato il portiere e poi ho dato la palla a Ivan, e lui è stato davvero bravo a girarsi in area e fare gol. La mia posizione in attacco? Nella mia carriera ho giocato ovunque, mi sento a mio agio in qualsiasi ruolo offensivo, non ci sono problemi». L’attaccante alabardato cerca anche di trovare una ricetta giusta per non soffrire tanto e cercare di vincere le partite prima dei minuti finali: «Per farlo credo che bisogna dare ancora di più, così non basta. Dobbiamo cercare di lavorare, allenarci meglio e soprattutto giocare con più coraggio, cercando poi di tenere meglio il risultato una volta in vantaggio: solo così potremo vincere altre partite». Di certo, anche se piccolo, questo successo rappresenta comunque un primo passo verso la salvezza: «Speriamo che questa vittoria ci sblocchi – dice ancora Rocco – di sicuro ne servono altre al più presto. Noi crediamo ancora fortemente nella salvezza diretta e già oggi abbiamo accorciato le distanze e portato a sei punti il distacco dal Legnago».
Ore 19.00 – (Il Piccolo) «Spero che questa vittoria possa sbloccare mentalmente i ragazzi». Giuseppe Ferazzoli batte sul solito tasto, ovvero sulla testa dei suoi ragazzi, capaci di crearsi problemi da soli proprio perché così poco abituati a vincere. E il tecnico alabardato parte proprio da questo aspetto per analizzare la partita: «Sapevo che affrontavamo una squadra molto giovane che correva molto e noi l’abbiamo affrontata non bene, ma benissimo. Perché noi abbiamo il grosso problema di non riuscire a vincere da tempo immemorabile e i ragazzi non sono tranquilli, sentono grande pressione per questo. Credo che nel primo tempo abbiamo avuto 4-5 occasioni, nella ripresa abbiamo iniziato bene e trovato il gol, poi è successa subito la stessa cosa di Dro, perché in sostanza la squadra non è abituata a stare in vantaggio. Tutto parte da una palla persa da Milicevic in attacco, forse per un fallo, ma da lì nasce il loro contropiede, poi l’angolo e il gol». E da quel momento, come spesso è capitato dopo un episodio negativo, la squadra non è stata più la stessa di prima. «Sì – conferma Ferazzoli – qualcosa succede, perché i difensori cominciano a sbagliare gli appoggi, i passaggi non sono più precisi e il pubblico si spazientisce. Fortunatamente i ragazzi ci hanno creduto fino fine e la vittoria è meritata, perché se loro da 30 metri prendono due volte la traversa non possiamo farci niente. Ma se dobbiamo vincere sempre così, mi serve un’assicurazione alle coronarie». Un pensiero particolare Ferazzoli vuol dedicarlo a Giuliano Caputo: «Ci tenevo a dire che dedichiamo questa vittoria al tifoso alabardato scomparso dieci anni fa, siamo stati anche a trovarlo al cimitero e siamo vicini a tutti i tifosi alabardati». Poi il tecnico ritorna a sottolineare l’importanza di questa vittoria: «Dobbiamo godercela e ripeto, spero davvero si sblocchi qualcosa. È stata la prima di 17 finali, che però dobbiamo affrontare con più cattiveria. La partita di Rocco? Ha forza, potenza e rapidità da attaccante vero, ma credo che tutti e tre i giocatori del reparto offensivo hanno collaborato bene assieme con buone trame: pecchiamo in centimetri quando mettiamo i cross, ma nelle giocate palla a terra siamo pericolosi. In generale mi è piaciuto il collettivo, non mi sono piaciute invece le ammonizioni per proteste a Fiore e Proia, è un vizio che dobbiamo eliminare». Ferazzoli spiega infine i cambi: «Gusella ha portato vivacità e con due attaccanti larghi li abbiamo messi più in crisi. Poi Antonelli era andato un po’ in difficoltà e con Arvia sulla fascia ho cercato di dare più spinta».
Ore 18.50 – (Il Piccolo) Corre il minuto 92: la Triestina si avvia verso l’ennesimo pareggino pressochè inutile contro il Mezzocorona, quando Daniele Rocco si incunea in area ed entrato a contatto con un difensore va a terra. L’arbitro Graziella Pirriatore fischia il rigore, lo stesso Rocco trasforma con un siluro, segna il 2-1 e fa uscire l’Unione da un vero e proprio incubo. La Triestina torna così a vincere davanti propri tifosi dopo oltre 9 mesi (l’ultimo successo al Rocco era datato 6 aprile 2014, Triestina-Vittorio Falmec 3-1). Alla fine abbracci, grande festa e applausi scrocianti, ma va chiarito che è stata ancora una volta una grande sofferenza. E questa seconda vittoria stagionale, di nuovo contro un fanalino di coda, è stata ottenuta allo stesso modo di Mori, con un rigore segnato nel recupero. Insomma questa Triestina, se vuole davvero pensare alla salvezza diretta, deve crescere ancora. E parecchio. Ieri, contro un Mezzocorona giovanissimo, in pratica una squadra composta da soli under (cinque giocatori del 1996, due del 1995, gli altri del 1994 e del 1993) a parte il trentottenne portiere Zommer, gli alabardati hanno fatto ancora tanta fatica. Dopo una fiammata nella seconda parte del primo tempo, che li ha portati a sfiorare tre volte il gol, nella ripresa i giocatori di Ferazzoli non hanno saputo gestire il vantaggio e hanno subito il pareggio dopo appena tre minuti. Da quel momento la squadra si è un po’ persa, ha cercato il vantaggio ma si è anche esposta alla corsa e al brio dei giovani trentini, che hanno fatto tremare un paio di volte Di Piero e hanno anche preso due traverse da fuori. In sostanza, se il Mezzocorona avesse pareggiato, non avrebbe rubato nulla, mentre la Triestina deve ringraziare un Rocco versione trascinatore e per una volta anche la buona sorte: nel finale, infatti, la direttrice di gara ha prima fermato un pericoloso contropiede ospite per un giocatore a terra e poi ha fischiato un penalty certo non scandaloso, ma non proprio limpidissimo su Rocco: ma visto che era il terzo mezzo rigore che la Triestina reclamava, alla fine il rigore ci stava tutto. Si parte nel ricordo del decennale della scomparsa del tifoso alabardato Giacomo Caputo, con uno striscione che lo ritrae in curva e capitan Proia che deposita un mazzo di fiori ai piedi dei gradoni della Furlan. In tribuna Colaussi, uno striscione del Centro del coordinamento dice «Ingiustizia!! Solidarietà a Lollo», in appoggio a Lorenzo Campanale sulla vicenda del Daspo. La partenza è al rallenty: gli alabardati per una ventina di minuti sono impacciati e titubanti, mentre il Mezzocorona appare più vispo e con Bentivoglio in scivolata va anche vicino al gol. Poi Spadari inizia a prendere le misure, la Triestina comincia ad avanzare il baricentro e i risultati si vedono: alla mezz’ora Rocco sfugge alla difesa e coglie un clamoroso palo, poi di testa impegna Zommer e pochi minuti dopo nessuno riesce a dare la zampata decisiva su una pazzesca mischia in area trentina. Al 35’ Zommer sventa ancora su Proia, mentre la scivolata di Milicevic su servizio di Rocco è troppo debole allo scadere per impegnare il portiere. La ripresa si apre con un brivido: gran bolide da fuori di Gironimi, la palla batte sotto la traversa e per fortuna dell’Unione rimbalza fuori. Ma al 7’ arriva il vantaggio alabardato: Rocco è bravissimo a inserirsi con rapidità fra difensore e portiere, ruba palla, si allarga e mette in mezzo per Milicevic, che con una gran girata insacca. L’illusione della Triestina dura poco: dopo tre minuti Caridi impegna Di Piero e sul corner seguente di testa Fochesato insacca da due passi indisturbato. La Triestina ci prova con Manzo e Rocco, ma il Mezzorona è pericoloso nelle ripartenze e con Alouani impegna Di Piero da distanza ravvicinata. Ferazzoli inserisce Gusella per lo stanco Spadari reduce dall’influenza e passa una sorta di 4-2-4 con Gusella e Manzo esterni alti. Poi entra Arvia per Antonelli e si posiziona terzino destro con Crosato che si sposta a sinistra e Celli che scivola al centro. Ci prova ancora con un bel tiro Rocco, ma dall’altra parte Caridi coglie da fuori un’altra traversa. Allo scadere un colpo di testa di Fiore è deviato, poi al secondo dei 4 minuti di recupero, il rigore di Daniele Rocco che dà i tre punti all’Unione e regala finalmente una gioia ai tifosi alabardati.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Andrea Gazzola è il capitano di questo Giorgione 2000, capace di pigliare un punto in casa del Tamai. Con lui partiamo dalla fine, dalla sua sostituzione. «Niente di che – assicura il numero nove – ho preso una botta e sono uscito per precauzione, ma sto bene». Pareggio giusto? «Direi di sì, perché nel primo tempo abbiamo fatto bene noi, mentre nel secondo sono usciti loro. È stata una partita giocata, nella quale il Tamai è stato più attendista nella prima parte. Poi hanno fatto meglio, ma abbiamo retto la situazione». Senza gol non a caso? «C’è stato gioco, per tutte e due, ma con pochi tiri in porta. Per quanto ci riguarda, non ci sono riusciti alcuni ultimi passaggi. È dove dobbiamo lavorare di più per migliorare ancora. Ci manca il fatto di concretizzare tutta la mole di gioco che produciamo». Stop ai risultati negativi? «Abbiamo interrotto una mini serie brutta quanto a risultati, ma non tanto per le prestazioni, perché eravamo rimasti nel nostro standard. Mi pare che in classifica molte di quelle dietro abbiamo vinto, per cui la situazione non è cambiata molto. Il Giorgione, però, è una squadra nuova, che sta creando qualcosa di importante».
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Termina la partita con grande serenità mister Paganin. Tanto che non rientra nemmeno subito negli spogliatoi e si attarda, a bordo campo, parlando con il presidente del Tamai, Elia Verardo. «Volevamo un risultato positivo e l’abbiamo ottenuto» sintetizza soddisfatto l’allenatore del Giorgione. «Nel primo tempo abbiamo tenuto un buon ritmo di gioco, poi abbiamo fatto di necessità quando il Tamai è cresciuto. Di fatto la squadra è stata ridisegnata in corsa, dopo una prima frazione in cui siamo stati più brillanti per idee di gioco e mentalità di approccio. Per l’età media che abbiamo, cerchiamo sempre più di giocare, piuttosto che difenderci e basta». Due squadre che occupano zone diverse della classifica alla fine si sono equivalse? «Il Tamai davanti ha giocatori di qualità, così come sono ben messi dietro ed è difficile riuscire a fargli gol. Direi che è stata interessante come prestazione». La classifica rispecchia i veri valori? «Ogni squadra rispecchia i punti che ha. Sul piano del gioco può essere diverso. Non dimentichiamoci però che, per quanto ci riguarda, paghiamo dazio per la giovane età. Solo che adesso, rispetto all’inizio, siamo più consapevoli per la serie D. Stiamo imparando che non serve solo la parte calcistica, ma pure quella caratteriale. Brava la società che ha ben seminato e ha pazienza. Le vittorie ottenute contro squadre importanti rispecchiano la crescita dei ragazzi».
Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) Con il mister titolare – Stefano De Agostini – fuori uso, tocca all’accompagnatore storico del Tamai, Gianpaolo Pegolo, presentarsi davanti ai cronisti. Il braccio destro del “Dea” è molto soddisfatto della partita e del punto ottenuto. «Sono molto contento – attacca il dirigente delle “furie rosse” –: abbiamo conquistato un buon pareggio al cospetto di una squadra temibile. Siamo partiti contratti, è vero, forse perché abbiamo risentito delle improvvise assenze di Davide Furlan e Brustolon. Un po’ alla volta, però, siamo cresciuti: nel secondo tempo abbiamo giocato a una porta, creando diverse occasioni da gol. Andiamo avanti così, diamo continuità al successo col Mezzocorona». Pegolo poi sottolinea come il punto sia stato ottenuto in una situazione difficile: «Non solo per le assenze improvvise – spiega –: Petris non era al meglio, così come Colombera; Ursella si è allenato soltanto venerdì ed è stato costretto a giocare 90’. Ripeto, non era facile esprimersi così, con queste problematiche». Ora il Tamai è atteso a un ciclo terribile: Belluno e Padova in trasferta e, nel mezzo, l’impegno casalingo con la Clodiense. I mobilieri però ci arrivano con la seconda migliore difesa del campionato. Superato pure il Padova, che ieri ha subìto tre gol per mano dell’Union Pro. «E’ un dato molto importante – riconosce Pegolo – oggi (ieri, ndr) per la seconda volta di fila abbiamo mantenuto la porta inviolata. Dobbiamo continuare su questa strada». Soddisfatto, dall’altra parte, anche l’allenatore del Giorgione, Antonio Paganin. «Eravamo reduci da due ko di fila, ci serviva un punto per ripartire: l’abbiamo ottenuto – afferma l’ex difensore dell’Inter –. Non era facile ottenere un risultato positivo su questo campo, ci siamo riusciti disputando una partita intelligente, senza rischiare molto. Abbiamo dimostrato di essere vivi». Anche se il vantaggio sui play-out si è ridotto di un punto, Paganin preferisce guardare solo le note positive. Come la prova del giovane portiere Pazzaia: chiamato a sostituire lo squalificato Bevilacqua, è stato tra i migliori. «Le sue qualità le conoscevamo – dichiara il tecnico –: ha dimostrato di esserci e di rappresentare una valida alternativa».
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Ci prova, ma non passa. Si consola con un altro dato: da ieri è la seconda difesa del girone. Il Tamai si stampa contro il Giorgione. Finisce 0-0 la partita del Comunale. Le “furie rosse” producono tre occasioni da gol, le sciupano, e portano a casa un punticino, che dà continuità alla vittoria col Mezzocorona. I mobilieri, da una parte, faticano in fase di costruzione; dall’altra sono solidissimi, come dimostrano i soli 16 gol subiti: di meglio, solo il Belluno. Magari non arriveranno grandi squilli, da qui a fine campionato, ma la prima di ritorno dice che, questa, è la strada giusta per un campionato positivo, in sicurezza. Difficoltà. Il pomeriggio di ieri comincia male. Prima del match, sia Brustolon sia Davide Furlan devono dare forfait, vittime di un’improvvisa influenza intestinale. Al loro posto in campo Colombera e Ursella, non al top. Il Tamai si schiera col 4-3-3, modulo usato anche dal Giorgione che deve fare a meno del portiere titolare Bevilacqua (squalificato) e lancia Pazzaia. Il giovane (classe ’96) sarà fondamentale. L’avvio è dei trevigiani, che spingono subito sull’acceleratore. Dopo 15’ di predominio territoriale, senza grandi occasioni, esce il Tamai: Petris lancia Zambon, che di sinistro calcia. La palla esce a lato. La partita è scialba, il Giorgione sembra impaurirsi, poco confortato com’è dai due ko consecutivi; i locali sembrano alla ricerca del giusto feeling. Così il primo tempo si fa ricordare per una direzione di gara incerta e, nel finale, per un colpo di testa di Zambon terminato alto. Predominio. Si va alla ripresa, De Agostini è costretto ad abbandonare il campo esattamente come col Mezzocorona. Lascia i suoi alla guida dell’accompagnatore Pegolo. Nonostante l’assenza del tecnico, il Tamai prende in mano la gara. Prova a giocare, anche se fatica: si sente la mancanza di Davide Furlan in mezzo. Nel giro di 10’, però, ha tre occasioni. Prima Sellan impegna Pazzaia di testa (8’), poi lo stesso portiere blocca un tiro di Petris (11’), quindi salva il risultato: torre di Sellan al 21’ per Pavan, la mezzala si trova davanti a Pazzaia, calcia ma viene respinto. Il risultato rimane sullo 0-0. E’ la migliore occasione della gara. Il Giorgione prova a scuotersi, il Tamai perde la spinta e la partita scivola verso il 90’. Finisce in parità, 0-0. Per le “furie rosse”, un discreto punto. Che serve per affrontare un bel ciclo: di fronte, nei prossimi 270’ Belluno, Padova e Clodiense.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I rossoneri aprono il ritorno con una sconfitta che interrompe la serie d’oro. Il tecnico Maurizio De Pieri, allontanato discutibilmente dall’arbitro a inizio ripresa, in sala stampa non nasconde un po’ di amarezza: «Non ho capito la decisione del direttore di gara. Ho solo posto una domanda in modo educato al primo assistente, ma l’arbitro all’azione seguente mi ha espulso. Quando gli ho chiesto spiegazioni a fine match non è stato esauriente nel rispondermi». E il risultato? «Abbiamo concesso tre palle-gol ai rivali, costruendone però diverse – analizza De Pieri – e alla fine ci troviamo a commentare una sconfitta. L’ArzignanoChiampo è stato molto bravo nello sfruttare le nostre disattenzioni, che ci sono costate care. Un pareggio secondo me sarebbe stato più giusto. Sono sicuro che già domenica prossima a Mezzocorona ci rialzeremo».
Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) L´Arzignanochiampo vola a un punto dalla zona playoff, mister Beggio a fine gara è contento, ma non vola altrettanto in alto. «Non sogniamo troppo in grande, continuiamo a fare prestazioni di alto livello e a migliorare partita dopo partita – spiega il tecnico – siamo in un bel momento, ma rimaniamo con i piedi per terra: questo campionato ha dimostrato che si può vincere o si può perdere contro chiunque. L´obiettivo rimane quello di mantenere la categoria, poi a fine stagione si faranno i conti». La vittoria di Fontanafredda assume ancora più valore, perché ottenuta in piena emergenza, soprattutto nel reparto arretrato. «Un´altra grande prestazione, su un campo difficilissimo -continua il mister- è la vittoria del gruppo. Nella ripresa è uscita la nostra forza offensiva e abbiamo meritato i tre punti».
Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Prosegue a vele spiegate la corsa dell ´Arzignanochiampo, alla quarta vittoria nelle ultime cinque gare, a un solo punto dalla zona playoff dopo la sconfitta dell´Union Ripa. I ragazzi di Beggio escono con i tre punti anche da Fontanafredda, con un primo tempo in controllo e un secondo da urlo, con Trinchieri e Fracaro sugli scudi, e l ´ingresso decisivo di Carlotto. Beggio manda in campo dal primo minuto Battistelli, appena arrivato dal Vicenza, a completare il tridente con Fracaro e Draghetti dietro al terminale Trinchieri. Non recuperano invece Tecchio, fermato dalla febbre, e capitan Vanzo. Giornata grigia al Tognon, l´avvio del match s´intona a meraviglia. La trama della gara si snoda lontano dalle aree di rigore. Scarseggiano i rifornimenti per Trinchieri, bloccati dalla folta mediana rossonera, con Ortolan e Grotto, esterni offensivi, ad abbassarsi per creare una cerniera a cinque. La prima chance degna di nota al 24´: sul cross di Ortolan, Grotto schiaccia di testa troppo debolmente su Dall´Amico. L´unico squillo offensivo dei giallocelesti arriva al 41´: Trinchieri fa a sportellate e centra in area piccola, Malerba è provvidenziale spazzando la minaccia. Si va al riposo senza reti. La ripresa vendica tutti gli sbadigli del primo tempo. Scatta subito veloce dai blocchi l´Arzignanochiampo: al 1´, Fracaro rientra sul mancino e spara sul secondo palo, palla a lato. La pressione dei ragazzi di Beggio coglie il proprio frutto due minuti dopo: Fracaro slalomeggia sulla banda destra e pesca Trinchieri a centro area, che incrocia di testa sul secondo palo per il vantaggio. Presa la sberla, il Fontanafredda si risveglia e trova subito il pari al 14´. Mischia in area di rigore, la palla sbuca sui piedi di Tonizzo che la piazza sul palo lontano. È un´altalena di emozioni, perché al 20´ torna avanti l ´Arzignanochiampo: erroraccio di Malerba sulla trequarti, recupera palla Trinchieri che con il tacco libera al tiro Carlotto per la sassata del nuovo vantaggio. I giallocelesti danno lo strappo decisivo al 26´: Carlotto si fionda sul lancio di Fracaro, controlla e batte in girata Vicario. I rossoneri si gettano all´assalto per rientrare in carreggiata, ma è Trinchieri in contropiede a sfiorare il quarto gol con una palombella da 30 metri. Il Fontanfredda trova il guizzo vincente e accorcia al 40´: corner di Roveredo, Malerba ci mette il gambone e insacca con la difesa di Beggio a guardare. I padroni di casa non trovano il miracolo sulla sirena, vince l´Arzignanochiampo.
Ore 17.30 – (Il Piccolo) Cuore, testa e gambe. Il trittico per raggiungere la salvezza? Forse. Di sicuro queste tre componenti hanno permesso ieri pomeriggio al Kras Repen di conquistare la prima vittoria casalinga stagionale. Tre punti ottenuti con merito al termine di una vera e propria battaglia nel fango. Per una volta è davvero difficile individuare qualcosa che non sia andato per il verso giusto. Ottimo l’esordio tra i pali di Mosetti che ha dato sicurezza e concretezza al reparto difensivo, benissimo la linea a quattro con Spetic e Del Nero monumentali al centro, Simeoni dinamico e ordinato, e Slavec cresciuto nella ripresa. Positiva anche la prova del centrocampo con Facchin schierato a sorpresa dall’inizio, Babichev preziosissimo per creare e distruggere, e un Gulic guerriero impavido. Davanti il tridente ha prodotto tante occasioni da rete e forse questa è l’unica nota negativa: il non essere riusciti a chiudere prima il match. Tawgui ha sfornato cross al bacio per i propri compagni. Rabbeni ha corso per 90 e più minuti. E poi c’è lui, il capitano, Radenko Knezevic, che con un colpo di nuca al 37′ ha messo il sigillo sulla contesa, suggellando una partita personale maiuscola. Nella prima frazione, dopo un buco di Slavec che dà il via libera a Beccaro che non punge, al 7′ Rabbeni sfiora la via del gol: assist di Knezevic, tiro a colpo sicuro del siciliano e splendido intervento di Favaro che devia sulla traversa. Al 17′ Rabbeni restituisce il favore a Knezevic ma il suo colpo di testa in area viene deviato col corpo da un difensore. Alla mezz’ora Simeoni in proiezione offensiva mette un pallone col contagiri per Knezevic che in scivolata manca l’appuntamento con la palla. Il Kras giganteggia in campo e al 37′ arriva il gol: cross dalla sinistra, palla che arriva in area per Knezevic che di nuca anticipa il portiere avversario con palla che colpisce il palo e si insacca. Ad inizio ripresa la Sacilese entra con un altro piglio e al 3′ Sottovia impegna severamente Mosetti che si rifugia in corner. Ma alla fine è solo un fuoco di paglia. Rabbeni per ben due volte non trova il raddoppio e poi è ancora Knezevic, su splendido cross di Marouane Tawgui, a non finalizzare. Nel finale la Sacilese cerca il tutto per tutto, ma la retroguardia carsolina è davvero impeccabile con Luka Spetic in versione muro, e Manuele Del Nero degno compare di reparto. Dopo 4′ di recupero finisce 1-0. Sugli spalti esplode la gioia: il tabù della prima vittoria casalinga è finalmente caduto.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) A fine partita in casa biancoceleste non c’è molta voglia di commentare lo 0-3 appena maturato. Nello spogliatoio musi lunghi e grande silenzio, poi ci prova Marco Bressan a motivare la sconfitta. «Contro la Clodiense non ha funzionato nulla in tutti i reparti. È stata la classica giornata storta – osserva il jolly del Monte – una volta subito il loro gol non siamo stati capaci di reagire, anche se il tempo per recuperare non mancava non abbiamo creato nulla». Potevate fare qualcosa in più? «Senza dubbio, loro hanno meritato la vittoria però devo dire che sono stati anche un pizzico fortunati. La prima rete è nata da una serie di rimpalli a loro favorevoli, mentre la seconda è stata un vero eurogol da parte di Mazzetto. Peccato perché appena prima del loro gol avevamo avuto l’occasione di sbloccarla noi, purtroppo non è andata». Quanto pesa questa sconfitta? «Secondo me pesa parecchio, perché dopo la battuta d’arresto con il Belluno e con il Padova nostro prossimo avversario avremmo dovuto cercare di conquistare questi tre punti. Adesso dobbiamo ripartire».
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Daniele Pasa non accampa scuse dopo la pesante sconfitta maturata con la Clodiense. Una brutta giornata o qualcosa di più? «Noi abbiamo commesso qualche errore in più del solito dal punto di vista tecnico, però difronte abbiamo trovato un avversario che si è dimostrato superiore meritando la vittoria – dice l’allenatore – abbiamo creato davvero poco davanti, i ragazzi si sono dati da fare però abbiamo fatto tanta fatica. E poi avere fuori due giocatori importanti come Giglio e Severgnini non è facile». Sul primo gol avete sbagliato qualcosa? «È difficile da valutare, abbiamo perso palla e da lì loro sono stati bravi ad andare a rete. Invece sul secondo abbiamo temporeggiato, dovevamo capire che Mazzetto è un giocatore in grado di calciare bene invece siamo usciti tardi e lui con un gran tiro ha preso l’incrocio». Nella ripresa hai rivoluzionato la squadra. «Qualcosa è stato fatto, ma non è stato sufficiente. Sappiamo che il girone di ritorno è tutto un altro campionato, dobbiamo stare molto attenti anche perché alle porte c’è il Padova». Il cambio di Frassetto è dovuto all’infortunio rimediato dal giocatore? «In parte, probabilmente avrei fatto lo stesso la sostituzione perché volevo cambiare assetto. Purtroppo non è servito».
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il suo gol ha spianato la strada alla vittoria della Clodiense. Ferdinando Mastroianni la racconta così: «Ci tenevo a fare una grande prestazione, un mese fa avevo commesso una stupidata prendendomi tre turni di squalifica e sentivo di dover qualcosa alla squadra – dice l’attaccante campano – abbiamo sbloccato subito e tutto è risultato più facile per noi». Contro il Montebelluna non avete rischiato nulla. «È vero, io sono convinto che se facciamo quello che sappiamo possiamo vincere contro tutte le avversarie. A volte, come capitato con il Kras Repen, non riusciamo ad esprimere il nostro gioco, però quando ci riesce facciamo sempre delle grandi prestazioni». Come è stata l’azione del tuo gol? «Santi ha fatto una grande giocata sulla fascia destra, io sono stato bravo ad arrivare prima di tutti sulla ribattuta del suo tiro e ho pensato soltanto a metterla dentro, senza preoccuparmi di dove sarebbe potuta passare la palla. C’era poco spazio, però è andata bene e sono naturalmente contento». Anche il compagno di reparto Riccardo Santi è soddisfatto della vittoria. «Sapevamo che dovevamo vincere questa partita, siamo partiti forte e non abbiamo concesso nulla al Montebelluna. Poi nella ripresa abbiamo tenuto alta l’attenzione, meritando in pieno questi tre punti». Non hai segnato, però hai lavorato molto per i compagni. «Secondo me potevo fare ancora meglio, sono dispiaciuto perché un attaccante vuole sempre andare in gol, però ho messo lo zampino su tutte le azioni decisive e quindi va bene così. Sono a quota 9, mi auguro di oltrepassare presto la doppia cifra, magari già domenica prossima».
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Andrea Pagan commenta soddisfatto la vittoria dei suoi. E ne ha motivo, dal momento che la Clodiense vista al Comunale di via Biagi è sembrata di un altro pianeta per il Montebelluna. «Era importante sbloccare subito il risultato, conosco questa squadra e sapevo che non dovevamo portare troppo a lungo la partita sull’equilibrio, perché i nostri avversari sono bravi a sfruttare le occasioni a disposizione – osserva il tecnico veneziano – ho detto ai ragazzi di partire forte. Siamo stati compatti e molto attenti e concentrati. Se vogliamo trovare un neo alla prestazione dei miei, riguarda solo il fatto che dovevamo chiuderla prima. Però va bene così». Vittoria che non fa una grinza. È d’accordo? «Il nostro obiettivo era di fare una partita migliore di quella pareggiata con il Kras Repen, eravamo dietro in classifica e volevamo scavalcare il Montebelluna. Ce l’abbiamo fatta, ma si è trattato di un incontro e ce ne sono ancora sedici prima della fine. Adesso concentriamoci sulla prossima gara con l’Union Ripa». Parlando di singoli è stato bravo Mazzetto, ma anche i due davanti sono piaciuti. Qual è il suo giudizio? «Santi e Mastroianni sono stati bravi, al primo è mancato il gol mentre il secondo ha colto il bersaglio. Ho apprezzato soprattutto il loro lavoro a favore della squadra, hanno fatto salire la manovra dandoci i tempi giusti. Ma in generale tutti hanno fatto bene».
Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) La Clodiense vince in casa del Montebelluna, imponendosi con un sonante 3-0. Ospiti sempre superiori nelle varie fasi di gioco, locali privi di Severgnini (in panchina) e Giglio, trovano poche occasioni per impensierire gli avversari. A 1’ subito azione pericolosa per gli ospiti, cross di Mastroianni per il centro area, sulla palla arriva in tuffo Mazzetto, che per poco non intercetta in rete. 6’ pt, bella combinazione dei locali davanti all’area ospite, Masiero libera all’indietro per Cusinato che cerca di piazzarla sul palo più distante, fuori di poco. Sulla ripartenza, ospiti in vantaggio con Mastroianni, che da una respinta corta nata da un’azione confusa in area, ribadisce in rete. 0-1. Il match diventa fisico e con molte imprecisioni da ambo le parti. La prima azione arriva solo al 20’ pt, con Perosin che in velocità serve Masiero, in area. L’impatto però con Cusinato, suo compagno, gli fa perdere il tempo per il tiro. Sulla ripartenza, Mazzetto al volo di sinistro mette teso in porta, Rigo si getta con il tempo giusto e respinge di pugni. Ripartenza, i locali lasciano libero di portar palla Mazzetto, che da fuori area sgancia un sinistro a incrociare sul palo più distante. Rigo vola all’indietro, però non ci arriva. 0-2. 39’ pt corner per il Montebelluna, palla a cadere sul secondo palo, tiro al volo di Fabbian e palla deviata in area. Esce e blocca Tiozzo. Al ritorno dagli spogliatoi, Pasa sostituisce l’infortunato Frassetto per Cecchel. Al 4’ st proteste dei locali per un rigore negato, Cusinato riceve palla, entra in area tra due avversari. Viene spinto e cade. L’arbitro non ci crede e lo ammonisce per simulazione. Montebelluna incalza, e trova il primo angolo della ripresa. Clodiense riparte veloce con Mazzetto, che dal limite prova la seconda piazzata, stavolta di destro. Deviazione in angolo. Sugli sviluppi, intervento deciso del centrale Guzzo sul tiro di Mastroianni, salvando Rigo dalla terza rete. 16’ st Masiero lanciato da Cusinato non mette il piede sull’uscita di Tiozzo, e si mangia l’occasione per riaprire il match. 32’ st, doppia parata di Rigo prima su Casagrande, poi su Santi. 36’ st gol annullato ai locali, Cusinato passa lungo su il neo entrato De Vido, che mette in centro per Masiero, che insacca, ma era in fuorigioco. Nella ripartenza aò 38’ st, terza rete ospite nata dai piedi di Casagrande, tiro sul primo palo rasoterra, Rigo non intercettta. Dopo tre minuti di recupero il triplice fischio finale.
Ore 16.30 – (Trentino) E’ contento, e ci mancherebbe altro, l’allenatore gialloverde Stefano Manfioletti. Alla vigilia avrebbe firmato per un pareggio e, invece, torna a casa con tre punti strameritati e importantissimi. “I ragazzi hanno sfornato una gran prestazione – queste le sue parole – fatta di tanta concentrazione, umiltà e applicazione. L’Union Ripa è una squadra d’alta classifica che in casa aveva un ruolino di marcia quasi perfetto: abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e, pur con qualche sofferenza di troppo nella ripresa, abbiamo conquistato tre punti fondamentali”. Certo è che al Dro non piace vincere facile… “Dopo il rigore fallito ad inizio ripresa – conclude l’allenatore – è subentrata la paura di vincere. Nel tennis si chiama braccino. Per venti minuti ci siamo abbassati, abbiamo smesso di essere cattivi in mezzo al campo e permesso ai nostri avversari di fare la partita. Incassato il pareggio abbiamo ripreso a macinare gioco e, alla fine, la vittoria è meritata. Avanti così: il 2015 è iniziato come meglio non poteva però la strada che porta alla salvezza è ancora lunghissima”.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Abbiamo pagato cara la volontà di vincere di questa partita, potevamo accontentarci del pareggio, ma noi siamo fatti così. Siamo una squadra che attacca e che vuole sempre la vittoria». Sandro Andreolla, che ha festeggiato ieri i suoi 36 anni, con il gol numero 211 della sua carriera, ripercorre la partita con il Dro: «C’è da dire che abbiamo pagato a caro prezzo un primo tempo inguardabile a cui tutti abbiamo partecipato. Dobbiamo guardarci un po’ in faccia e capire perché tutti abbiamo giocato così, tutti, nessuno escluso». SA10 è molto critico verso la squadra che nella prima frazione è stata solamente una brutta controfigura dell’Union Ripa La Fenadora che spesso si vede al Boscherai di Pedavena. Molte le difficoltà sia in difesa sia in attacco: «Inguardabile credo sia proprio la parola giusta, poi con qualche accorgimento tattico nella ripresa abbiamo fatto molto meglio, ma il mea culpa deve essere generale perché non possiamo regalare tempi interi a chiunque». Sull’episodio dell’espulsione di De Carli il fantasista neroverde conclude: «Se per la squadra ho usato inguardabile per quell’episodio uso inverosimile. Se nel contrasto la palla torna indietro è ovvio che il portiere ha toccato il pallone. Storta anche la partita dell’arbitro». A ruota arrivano le dichiarazioni del diretto interessato, Paolo De Carli: «Abbiamo iniziato con il piglio sbagliato e siamo finiti sotto 2-0 per errori totalmente nostri. Per quanto riguarda gli errori arbitrali – pausa di riflessione – il primo rigore e la mia espulsione… Spero che chi di dovere non faccia più arbitrare questa persona». Il capitano è sicuro che quel suo intervento era nel pieno rispetto delle regole. De Carli prosegue poi con l’analisi della gara: «Nel primo tempo eravamo a tratti assolutamente irriconoscibili e tutto quello che abbiamo provato in settimana non siamo riusciti a metterlo in pratica. La ripresa si è aperta con l’episodio dell’espulsione e i miei compagni hanno tirato fuori il carattere riuscendo a pareggiare poi un altro nostro errore ha regalato il terzo gol». Il problema è psicologico secondo Simone Malacarne: «Non so dire perché eravamo così, ci servirà di lezione. È stato un incidente di percorso che non deve più accadere».
Ore 16.10 – (Corriere delle Alpi) «Una sconfitta che fa male, ma noi siamo questi: la gente deve smetterla di pensare cose che non sono vere, ovvero che siamo forti e che non possiamo mai perdere: non è così». Prende di petto la questione il tecnico dell’Union, Massimiliano Parteli, che poi spiega meglio il suo punto di vista. «Noi siamo questi e stiamo facendo dei miracoli perché la verità è che ci sono un paio di giocatori di categoria come De March e Brotto e qualche fuoriquota oppure Andreolla che ha giocato in D ma tanti anni fa. Tutti gli altri sono giocatori che in questa serie sono stati bocciati o erano delle riserve o fuoriquota che non giocavano nemmeno nelle Berretti dove erano prima di venire qua. Noi siamo questi: possiamo vincere tante partite ma possiamo anche perdere come è successo stavolta; e tutti devono entrare nella lunghezza d’onda che questa è la nostra realtà ma che comunque stiamo facendo cose oltre le aspettative con giocatori che vengono dalla Promozione o dall’Eccellenza; Solagna, Mastelotto, De Carli, Ponik, Antoniol o Tomasi: tutta gente che è stata scartata in questa categoria o non ci aveva mai giocato prima di queste due stagioni. I giovani sono giocatori che non erano titolari nelle loro squadre come Gjoshi, Sommavilla, Tibolla o Pellizzer oppure sono giocatori del nostro settore giovanile. Lo stesso Slongo non giocava a Montebelluna e qui stiamo cercando di valorizzarlo. Quindi questa è la squadra che rispecchia l’andamento di questo campionato: può fare grandi partite o può fare gare meno buone vincendo o perdendo. La gente quindi deve iniziare a capire che, se arriveremo quinti, avremo fatto una grande stagione: fino a quel momento io posso promettere che ce la giocheremo sempre. E non capisco perché se perdiamo col Mezzocorona succede un gran casino e se perdiamo con il Dro sembra che caschi il mondo: non è così. Ripeto: noi stiamo facendo grandissime cose con questi giocatori qui, alcuni già scartati in D o che facevano le riserve; questa è la realtà; e per la sconfitta incassata non ho niente da rimproverare ai ragazzi».
Ore 16.00 – (Corriere delle Alpi) L’Union sconfitta anche dalla voglia di vincere. Domenica storta per il Ripa Fenadora che inciampa contro un Dro affamato di punti, contro una direzione arbitrale non esente da colpe ma anche contro un primo tempo quasi completamente da dimenticare ed infine contro quella voglia di vincere a tutti i costi che l’ha fatta scoprire troppo al contropiede avversario dopo essere riuscita a recuperare due reti. Già, perché dopo essersi ritrovata a dover inseguire il 2-0 dei trentini ed avere rischiato il tracollo all’inizio della ripresa, il Ripa Fenadora accorcia con Andreolla, pareggia con De March ma alla fine cede sotto il più classico dei contropiedi avversari che manda il Dro in rete per la terza volta: punto, set e match. Ma, riavvolgendo il nastro, si inizia con una bella triangolazione Brotto-Ponik, con quest’ultimo che non aggancia a due passi dalla porta avversaria. il Dro non si spaventa e risponde con lo scambio stretto tra Cremonini e Proch, con De Carli che neutralizza. Lo stesso estremo feltrino lancia lungo per Brotto che raccoglie, si accentra ma scivola al momento del tiro. Capovolgimento di campo ed i trentini prendono in mano le redini del gioco: la difesa di casa deve usare le maniere forti e per quattro volte gli ospiti godono di altrettanti calci piazzati. Tutte e quattro le volte il Dro manda i suoi saltatori, piuttosto liberi nei movimenti, a colpire di testa ma con poca precisione per fortuna dei feltrini. Al 25′ si rivedono i neroverdi con un bel lancio di Malacarne a cercare Andreolla, che si accentra bene ma tira nel mucchio di giocatori avversari. Come spesso accade, da un gol mancato arriva il gol subito. E così è: Cremonini lavora un buon pallone sulla tre quarti e lo serve a Colpo, bravo da fuori area a colpire il palo interno alla sinistra di De Carli per il primo gol trentino. Parteli toglie il fuoriquota Venturin (uno dei cinque) ed innesta Mastellotto per dare più solidità alla squadra, ma non basta: dopo due minuti Ciurletti penetra in area puntando la porta ma De Carli si oppone in angolo di pugno. Non è finita: nel primo minuto di recupero, a ridosso dell’intervallo, il Dro spinge ancora ed arriva il fallo nettissimo in area di Slongo su Chesani: Bertoldi si porta sul dischetto e supera l’estremo di casa per il 2-0. Si torna in campo con Mastellotto spostato in avanti e Dassiè al posto che era di Venturin. L’Union sembra andare subito alla ricerca del gol ma si scopre, e Cicuttini si trova da solo davanti a De Carli il quale esce colpendo nettamente il pallone mentre l’attaccante trentino rotola a terra. Tra l’incredulità di tutti, anche dei tifosi ospiti, l’arbitro prima indica il dischetto e poi sventola il rosso in faccia al capitano feltrino. Dentro quindi Da Rif tra i pali e proprio l’estremo fuoriquota nega la gioia del gol dal dischetto a Bertoldi evitando il tracollo dell’Union. Dopo un gol annullato per fuorigioco a Cremonini, il direttore di gara concede un penalty generoso per mani di Ischia in area all’Union che non lo spreca con lo specialista Andreolla. Il Ripa Fenadora ci crede e, mettendo tanto cuore, trova anche la rete del pareggio con De March sottoporta sugli sviluppi di un corner. Poco dopo ancora Da Rif salva il pareggio su tiro insidioso di Colpo sfuggito ad Andreolla. Brotto prova il colpo della vittoria ma il suo tiro è sul fondo. Così alla fine, con i neroverdi sbilanciati in avanti, il Dro sfoglia il manuale del calcio alla pagina contropiede portando Cremonini da solo davanti alla porta dell’Union per il 3-2 finale in favore dei trentini.
Ore 15.50 – (Trentino) Davide Zoller, contrariato per un rigore reclamato a metà ripresa, è stato allontanato dall’arbitro. “Il fallo in area sul lanciato Concli mi è parso evidente – dice – Riguardo al pareggio raggiunto nella ripresa, è frutto della nostra caparbietà e determinazione a non mollare nemmeno nelle condizioni più critiche. Dopo il riposo, sotto 2-0 pur avendo giocato alla pari coi nostri avversari che però sono riusciti a concretizzare le loro occasioni al contrario di noi, ci siamo riscattati e abbiamo pareggiato meritatamente”. Roberto Vecchiato, tecnico bellunese: “Buona la partenza ma, nella ripresa, soprattutto nella seconda parte della frazione, è venuta meno la cattiveria agonistica e siamo andati in difficoltà perché non siamo stati in grado di mantenere i giusti equilibri fra i reparti. Ammetto che potevamo anche uscire dal campo sconfitti, e non solo per quel rigore reclamato dal Mori. Dispiace aver perso un’opportunità per accorciare il distacco dal vertice. Mi auguro che questa lezione serva a tutti noi”.
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Simone Corbanese non può essere soddisfatto dopo il 2-2 del Belluno sul campo del Mori Santo Stefano e di certo non nasconde la sua delusione al termine della sfida: «Dispiace perché eravamo stati bravi a costruire questo doppio vantaggio e invece non siamo poi riusciti a difenderlo tornando a casa solo con un punto quando credevamo di poter fare bottino pieno. Ma questo è il calcio. Dobbiamo fare i complimenti alla nostra squadra avversaria perché ha creato numerose occasioni da rete meritando il pareggio finale». Poi il capitano gialloblù analizza la partita. «Noi abbiamo giocato molto bene nella prima frazione. Nel secondo tempo siamo stati ingenui in occasione delle due reti. Non sono soddisfatto della mia prestazione personale, non ritengo di aver giocato benissimo. Secondo il mio parere Bertagno e Masoch sono stati i migliori in campo per il Belluno, hanno disputato veramente un ottimo match. Andiamo avanti consapevoli di quanto di buono fatto fino a oggi. Nelle ultime giornate abbiamo perso qualche punto di troppo rispetto alle prime. È necessario tornare alla vittoria e poi dare continuità ai risultati per poter restare attaccati al treno delle prime in classifica». Con questo risultato il Belluno si porta a quota 37 punti con un ruolino di 11 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. Sono 32 i gol realizzati, nonostante le due reti al passivo la difesa resta la migliore del girone con appena 14 marcature subite in 18 gare. È suonato però un campanello d’allarme per il reparto arretrato di mister Vecchiato. Considerazioni che dovranno essere fatte in settimana e soprattutto ci sarà da analizzare l’episodio del pareggio.
Ore 15.30 – (Corriere delle Alpi) Autocritica. La richiede come ricetta per questo risultato poco brillante il centrale difensivo Merli Sala, esponente di un reparto difensivo che fino ad ora era stato a tratti impeccabile, ma che a Mori ha sofferto più del dovuto le spinte degli avanti padroni di casa. «Dobbiamo metterci in testa che solo analizzando gli errori commessi e sfruttando anche le cose positive di questa partita possiamo tornare presto alla vittoria. Il girone di ritorno è tutta un’altra cosa rispetto all’andata: i punti si fanno sempre più pesanti, le ultime della classe hanno necessità di risollevarsi e i risultati di oggi, premesso che la prima cosa è pensare a noi stessi e non agli altri, ne sono la testimonianza. Dobbiamo metterci anche in testa che non dobbiamo fare la corsa sul Padova o sull’ Altovicentino»” «Per il resto», prosegue, «un buon primo tempo e anche l’avvio del secondo dove abbiamo rischiato di fare il terzo goal. Quel rigore ci ha tagliato le gambe e poi non siamo più stati brillanti, finendo per subire da corner il pareggio». Qualche idea, da compagno di reparto, sui due falli di Sommacal? «Il primo ci può stare sicuramente, mentre sul secondo Seba ha preso prima la palla. Poteva poi essercene un mezzo per noi nel secondo tempo per un fallo di mano ma ormai è andata. Come detto, facciamo autocritica e ricominciamo a vincere con il Tamai».
Ore 15.20 – (Corriere delle Alpi) Regista scontento. Simone Bertagno, il migliore in campo della squadra bellunese, nonché autore del raddoppio, non nasconde un certo dispiacere, dopo aver visto sfuggire dalle mani una vittoria a un certo punto chiusa a doppia mandata in cassaforte: «Dispiace davvero mandare all’aria così due reti di vantaggio, su due situazioni così particolari come un rigore e una mezza disattenzione difensiva da corner. Purtroppo il penalty ci ha mandato in confusione, minando un po’ di certezze e alla fine abbiamo subito il pareggio». Quel che è sembrato più strano è stata la difficoltà generale a gestire il vantaggio di una rete, quasi come se fosse il Belluno la squadra con l’ acqua alla gola in classifica. «La gestione della partita non è stata perfetta di sicuro, altrimenti avremmo vinto è chiaro. Il nostro avversario non aveva nulla da perdere, visto che qualsiasi risultato che non fosse la sconfitta sarebbe stato un “in più” per loro. Ci hanno dato una bella lezione da questo punto di vista». Padova battuto, Sacilese e Union Ripa ko con due squadre di bassa classifica. Rammarico che aumenta? «Decisamente sì, anche se abbiamo guadagnato un punto su queste tre squadre. Potevamo fare un ulteriore salto di qualità, speriamo solo rimandato». Per i gialloblù ora si prospettano due partite molto diverse tra loro; domenica prossima i gialloblù ospiteranno il Tamai al Polisportivo mentre, una settimana dopo, ci sarà la trasferta in casa dell’ultima della classe, il Mezzocorona.
Ore 15.10 – (Corriere delle Alpi) Mentre la scorsa stagione le trentine erano fonte di tre punti assicurati (18 punti su 18 conquistati con Dro, Mezzocorona e Fersina), quest’anno i viaggi in Trentino stanno diventando avari di soddisfazioni per il Belluno, già bloccato dal Dro e ora dal Mori ultimo della classe. Non è un momento di forma sfavillante per i gialloblù, una sola vittoria nelle ultime quattro gare, e il tecnico bellunese è quasi convinto di averla anche rischiata grossa: «Ci è andata bene. Il risultato è giustissimo, il Mori ci ha dato una vera e propria lezione di carattere e poteva anche vincerla: ci stava anche il secondo rigore chiesto dal Mori a mio modo di vedere. Siamo stati presuntuosi e ci siamo lasciati sfuggire di mano la partita che avevamo in mano, almeno fino al rigore di Tisi». Anche dare un’occhiata agli altri risultati di giornata non aiuta a rallegrare il morale, visto che poteva essere l’occasione giusta anche per avvicinarsi alla capolista, oltre a consolidare il terzo posto: «Ribadisco, abbiamo perso una ghiotta occasione. Evidentemente oggi non è successo solo a noi, anche se mi consola poco questa cosa. Ripartiamo dal Tamai». Con tutt’altro spirito il mister Davide Zoller del Mori accoglie questo punto inaspettato alla vigilia, ma meritatamente guadagnato sul campo dopo una prova orgogliosa e di carattere. C’è però da spiegare l’abbandono del campo volontario dopo il mancato rigore non concesso per il fallo di Sommacal su Concli: «Ho preferito andarmene prima e raggiungere la mia famiglia, perché era una decisione talmente semplice da prendere che non mi spiego come abbia fatto l’arbitro a non prenderla. C’ erano solo Sommacal, il mio giocatore, il guardialinee e l’arbitro. Nell’occasione ci sarebbe stato anche il rosso per cui avremmo giocato altri venti-venticinque minuti in superiorità numerica». Poi comunque Zoller, tra l’altro grande amico di mister Vecchiato, gioisce per un risultato che «ci regala un punto che abbiamo meritato in una partita che potevamo anche vincere, così come perdere. Abbiamo giocato con grande orgoglio e, anche se la zona play-out si allontana, questa è la strada da seguire per il girone di ritorno e provare ad inseguire una piccola impresa».
Ore 15.00 – (Corriere delle Alpi) Harakiri Belluno, che torna a casa con un solo punto dal campo dell’ultima della classe: la squadra gialloblù, avanti 2-0 all’intervallo, si fa riprendere nella ripresa dai mai domi trentini. La classica vittoria che pareva in cassaforte, grazie al colpo di testa di Masoch e alla rasoiata di Bertagno su punizione di Duravia. Ci è mancato poco che non triplicasse in avvio di ripresa la band di Vecchiato, alla quale però son tremate le gambe quando Tisi ha accorciato su rigore. A quel punto il Belluno ha riprovato a chiuderla, ma ad andare ancora in gol sono stati i padroni di casa, con un colpo di testa di Demichei. In quel momento diventava dura andare a riprendersi i tre punti e anzi sono stati ancora i trentini ad avere la chance del tris, in contropiede. Il finale era una delusione evidente sui volti dei giocatori gialloblù, nonostante il punto guadagnato su Padova, Sacilese e Union Ripa. La lista degli undici di partenza è la stessa di sette giorni fa a Montebelluna. Dall’altra parte c’è l’applaudito ex Prunster che assiste alla prima azione targata gialloblù che manda al tiro D’Incà. Successivamente si annotano l’imbeccata di Masoch verso Corbanese, che però conclude debolmente e un tiro cross dalla destra di Duravia non trattenuto dal portiere e allontanato dalla retroguardia. Sceffer prova a beffare Schincariol un po’fuori dai pali, ma la palla va alta. I trentini provano ad alzare il baricentro, grazie soprattutto all’ottima vena di Tisi, che al 15’ si incunea tra le retroguardia gialloblù concludendo però debolmente. Corre il 22’quando i gialloblù la sbloccano: bella l’elevazione e la zuccata di Masoch su cross del solito Duravia. Paradossalmente il gol spinge il Mori ad alzare i ritmi e a tratti i quasi trenta punti di differenza non si vedono, specialmente quando Imperatrice da fuori va a fare la barba al palo. Eppure al 43’arriva il raddoppio che pare rasserenare il buon numero di tifosi bellunesi presenti; lo schema che vede Duravia servire rasoterra a centro area Bertagno è perfetto e così il regista gialloblù autografa la sua terza rete stagionale. Il clima all’ intervallo, anche per i risultati che arrivano dagli altri campi, è quasi di festa per il pubblico ospite che in avvio vede nell’ ordine Corbanese, Pescosta e Miniati fallire di un amen il raddoppio. Poi, però, Sommacal ferma Demichei fallosamente in area e arriva così il rigore che Tisi con freddezza trasforma. Il gol mina tante certezze in casa bellunese ma la situazione sembra ancora sotto controllo; davanti però c’è tanta imprecisione e il sussulto più grosso arriva in area bellunese con il tocco di Sommacal su Concli: palla o caviglia? Sta di fatto che l’arbitro lascia correre e mister Zoller abbandona polemicamente il campo per la scelta della terna. Alla mezz’ora Miniati si vede anticipare a due passi dalla porta mancando il gol che pareva ormai fatto e allora eccola, la legge non scritta più famosa del calcio: è il 35’ quando Tisi trova Demichei di testa che, complice un’uscita avventata di Schincariol, autografa il pari. Sono già subentrati Posocco e Mosca ma diventa dura scalfire le numerose certezze che il Mori si è costruito. Diventa poi durissima quando Pellicanò viene espulso per fallo di reazione. Rischia anche di esserci la beffa nel momento in cui Tisi se ne va in contropiede, ma Sommacal salva tutto. E finisce con un pari buono solo per la classifica.
Ore 14.50 – (L’Arena) Stadio «dei Fiori» di Valdagno in festa per il primo posto dell’Altovicentino che ha battuto grazie a due prodezze di Giuseppe Gambino un Legnago che, in superiorità numerica per tutta la ripresa, non è riuscito a creare grattacapi ai locali per l’evanescenza dell’attacco. L’infortunio di capitan Valente dopo mezz’ora di gioco ha senz’altro penalizzato l’incisività offensiva del Legnago, privo anche di Rivi infortunato e ieri in tribuna. Mister Orecchia ha schierato una formazione diversa in cinque elementi da quella che una settimana fa ha pareggiato (4-4) a Trieste. Subito in campo Zambrano al posto di Talin, Zerbato, Ronconi, e i due nuovi acquisti, il centrale difensivo siciliano Giovani Gona classe 1993 al posto dello squalificato Friggi e il centrocampista veronese Filippo Tanaglia, classe 1990, al posto di Longato. Un pallido sole appare poco prima dell’inizio. Dopo 6′ il brasiliano Adriano cincischia in area vicentina e l’occasione sparisce. L’Altovicentino conquista angoli e un paio di fuorigioco. Al 26′ contrasto in area vicentina Valente – Gritti. Rigore? «Poteva starci», dichiara Valente. Al 27′ locali in vantaggio: Cozzolino si libera di Tobanelli e crossa in area per l’inzuccata-gol di Gambino. Al 29′ altro duro contrasto Gritti-Valente da dietro. Il capitano rimane a terra colpito duro al ginocchio sinistro e lascia il campo in barella. In campo entra Viviani. Il primo tiro a rete del Legnago al 38′ è di Fioretti, facile la parata. Il raddoppio locale al 41′ con una bella girata di Gambino all’incrocio. Prima del riposo, doppia ammonizione di Pignat e cartellino rosso. Il mister Orecchia inserisce nella ripresa Farinazzo. L’Altovicentino in dieci si difende con calma, mentre il Legnago non riesce ad incidere in avanti. Si registra un cross di Viteritti(9′) preda del portiere, un tiro centrale di Zerbato (22′), un «teletiro» (29′) di Viviani su punizione e uno spunto confuso (37′) di Adriano. Negli spogliatoi, alla fine della gara, Orecchia dichiara: «Noi abbiamo avuto subito una bella occasione con Adriano. Quelli dell’Altovicentino sono stati bravi in avanti e alla fine hanno meritato di vincere sfruttando due occasioni. Bravi i nostri due debuttanti».Mario Preto, dg del Legnago, ha affermato: «L’Altovicentino non mi ha incantato e le individualità hanno fatto la differenza». E capitan Valente: «Ho subito un brutto fallo da dietro e Gritti non è stato nemmeno ammonito. Come sto adesso? So solo che voglio essere in campo domenica prossima». Mister Zanin, dall’altra parte, si lamenta del terreno di gioco che non permette fraseggi ed elogia i suoi che non hanno sofferto, pur giocando in dieci. Dopo tre pareggi, prima sconfitta per il Legnago di Orecchia che domenica prossima non deve fallire la vittoria con il Kras Repen.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Un mese fa, giorno più giorno meno, il Giorgione certificava la crisi dell´Altovicentino battendolo a Valdagno e spingendo il Padova a +3 ed il presidente Rino Dalle Rive a risolvere il contratto con il tecnico Enrico Cunico. Sette giorni dopo i punti di ritardo sarebbero diventati 5. Profondo rosso, anzi biancorosso, ma sotto Natale ecco la svolta, con l´arrivo in panchina di Diego Zanin. In due settimane ridà certezze e sicurezza ai suoi e confeziona il miracolo del nuovo, incredibile sorpasso. Come prima del derby contro l´Arzichiampo. Il dicembre più duro della storia calcistica altovicentina va in archivio, ora guai ai vinti e a chi non resta concentrato. CHE TRIO! “Salutate la capolista” cantavano i tifosi padovani e mai coro fu più profetico. Zanin affronta la prima di ritorno con il trio delle meraviglie Peluso, Gambino e Cozzolino davanti (senza dimenticare Marrazzo e Roveretto) e ridisegnando la difesa con il mastino Gritti e l ´esordiente Pelosin, gran partita la sua, sugli esterni. Il Legnago risponde con i due nuovi acquisti Tanaglia e Gona e puntando in attacco sempre su Bernardes, che nella Bassa Veronese chiamano Adriano ma che dell ´Imperatore ha forse solo l´altezza. Lo si capisce al 5´ quando ruba palla a Di Girolamo ma si invola troppo leziosamente e soprattutto senza calciare verso Di Filippo. A proposito, il portierino campano si tiene stretta la nuova maglia, protetto da un Bertozzini versione Nesta. Il brivido iniziale scuote i locali: al 12 ´ Peluso da sinistra entra in area, ma anziché servire il liberissimo Cozzolino calcia fuori. Il Legnago è vivo, Valente prova la percussione da sinistra. Qualche corner senza esito e al 27´ il vantaggio: Cozzolino ruba palla di forza sulla destra e pennella per Gambino che sembra Air Jordan ed in sospensione insacca di testa. L´attaccante è una iradiddio ed al 41´ raddoppia: cross di Peluso, testa di Cozzolino e splendido sinistro in torsione al volo con palla sotto l´incrocio alla sinistra di Fazzino. Pedretti pare avere un conto con Pignat e dopo averlo ammonito trasformando un rigore ai suoi danni in simulazione lo espelle per un falletto veniale. E IL PADOVA? La ripresa ricomincia con Orecchia che infoltisce il suo attacco, ma Di Filippo è bravo e fortunato al 6´ prima sul destro a giro di Fioretti e poi sull´errore di Gona che da due passi sbaglia l´inzuccata. Zanin, pure in 10, tiene le tre punte, gli ospiti ci mettono volontà ma poco altro. Allora l´attenzione si sposta sulla gara di Mogliano Veneto dove il Padova, in superiorità numerica, è sotto scoppola. Di Filippo è attento, l´unico brivido arriva al 46´ con Di Girolamo che salva sulla linea l´appoggio di testa di Adriano, ma quasi non se ne accorge nessuno. Poi la notizia: il Padova ha perso ancora! Tutto il resto è gioia. Almeno per ora.
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) Il primo mattoncino è stato posato. Il tecnico della Thermal Mario Vittadello predicava la calma, perché «la salvezza va costruita mattone su mattone». La metafora del muratore sembra funzionare, alla luce del poker rifilato al Fiorenzuola. Dopo la gara, l’ex mister di Monselice e Real Vicenza conferma le parole della vigilia: «Dobbiamo fare una cosa alla volta e c’è ancora molto da fare, ma i ragazzi hanno dimostrato di aver assimilato il lavoro della settimana». Poi aggiunge: «La prestazione, in generale, è stata soddisfacente. Ho detto ai ragazzi che bisogna fare più attenzione ai dettagli. A volte commettiamo vere e proprie “maialate”». Anticipo. La Thermal Abano anticiperà la trasferta a Scandicci (valida per il secondo turno di campionato) a sabato 17 gennaio.
Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Se i presupposti sono questi, il campionato della Thermal è appena iniziato. Con un po’ di ritardo (e non potrebbe essere altrimenti considerando le vicissitudini tecniche e societarie degli ultimi mesi) ma con tanto entusiasmo in più: lo testimonia il poker rifilato al Fiorenzuola, fino a ieri sesto in classifica, grazie alle reti dei simboli del nuovo corso Vittadello, Cacurio e Franciosi. Il primo, già fedelissimo del dimissionario Bisioli, è da due anni un immancabile trascinatore. Il secondo sta abbandonando l’etichetta di buon gregario per ricavarsi un ruolo da protagonista. Due doppiette che regalano un po’ di sollievo a mister Mario Vittadello, alla seconda partita sulla panca rossoverde. D’altra parte, i 21 punti (che valgono il 14° posto) raccontano tutta un’altra storia, anche se, da qui alla salvezza, il passo è ancora lungo. Ieri però c’è stato un primo, importantissimo, segnale. Come lo squillo di tromba suonato da Cacurio al 12’, quando Vitagliano scodella il pallone in area senza troppe pretese ma, vuoi una dormita della difesa, vuoi la scaltrezza del furetto mestrino, ne esce fuori un batti e ribatti che vale l’1-0. Gli ospiti rimettono le cose a posto al 18’ con Franchi che, in giornata di grazia, taglia fuori mezza difesa e infila Merlano. La Thermal non si scoraggia e fallisce un’occasione d’oro con Sabbion, servito da Cacurio. Ma se la vede brutta intorno alla mezz’ora, perché Franchi ha il piede caldo e ci prova dalla distanza, mancando di poco l’incrocio dei pali. Al 35’ la Thermal capitalizza di nuovo: Sabbion viene atterrato in area e l’arbitro fischia il rigore, trasformato da Cacurio. Nella ripresa l’assolo è della Thermal, anche se il Fiorenzuola potrebbe riaprire la partita con un penalty concesso per un fallo di Banzato su Franchi. Lo stesso numero 9 rossonero si fa parare il destro da Merlano. I padroni di casa si scrollano i brividi e prendono il largo, spinti da un Franciosi incontenibile. Il 3-1 e il 4-1, infatti, arrivano grazie a due azioni fotocopia del trequartista, che brucia in velocità i suoi marcatori prima di piazzare il pallone alla sinistra di Valizia.
Ore 14.00 – (Gazzettino) Facce scure negli spogliatoi del San Paolo dopo la sconfitta casalinga con il Castelfranco. Una sconfitta che costa la panchina a Damiano Longhi: «Ringraziamo Longhi per il suo operato – dice il presidente Giuseppe Tremonti – Abbiamo avuto in lui la massima fiducia e lui non ha colpe, ha fatto il massimo. In questi casi però per provare a cambiare le cose non resta che questa soluzione». L’alternativa arriva dall’interno: «Martedì sarà Vito Antonelli a dirigere l’allenamento – prosegue Tremonti – Lui era venuto qui per giocare, poi ha avuto dei problemi e quindi l’abbiamo inserito nello staff tecnico. Ha tutti i requisiti e il patentino per allenare». Sulla partita Tremonti non ha molto da dire: «Al momento del pareggio invece di crescere abbiamo mollato, ma quello che ci ha condannato sono stati gli episodi. Siamo contenti per aver fatto giocare un ragazzo del 1998, Lombardo, che ha anche segnato». Sul fronte societario previsto entro venerdì il passaggio delle quote alla nuova proprietà che dovrebbe garantire maggiore tranquillità almeno su questo fronte al San Paolo e consentire di sbloccare i rimborsi ai giocatori.
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Vito Antonelli ha appena saputo di essere il nuovo allenatore dell’Atletico San Paolo: «So che la situazione è complicata, ma lotteremo fino alla fine per non lasciarci sfuggire la serie D. Da parte mia metterò a frutto il rapporto che ho con coloro i quali, fino a pochi giorni addietro, erano i miei compagni di squadra. So che i vertici stanno lavorando per risolvere i problemi societari, a me e alla squadra tocca pensare al campo e tentare l’impresa della salvezza. Infine, desidero esprimere la mia stima e la mia vicinanza a Damiano Longhi, purtroppo quando le cose vanno male a pagare è sempre l’allenatore». Marcello Chezzi non sorride, nonostante la vittoria corsara: «Sono più arrabbiato per i tre gol subiti che contento per la vittoria, è un problema di testa; tocca a me lavorarci. Stavamo uscendo con un pareggio dopo aver condotto 4-1, è inammissibile».
Ore 13.40 – (Mattino di Padova) La seconda sconfitta consecutiva (e interna) in questo 2015 è una mina che deflagra sotto la panchina di Damiano Longhi, esonerato in presa diretta dall’ancora presidente Giuseppe Tramonti. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sconfitta interna contro la Virtus Castelfranco per 3 – 4. A partire da martedì, la guida tecnica della società sarà affidata a una soluzione interna, Vito Antonelli, 34 anni, che in pochi mesi si è ritrovato, suo malgrado, a scalare l’organigramma di via Canestrini: prima tesserato come calciatore, poi, a causa di un brutto infortunio, costretto al ritiro, è diventato collaboratore dello stesso Longhi; infine, dopo l’esonero a caldo di ieri pomeriggio, Antonelli è ufficialmente diventato il mister dell’Atletico San Paolo. Il neoallenatore è chiamato a una specie di missione impossibile: risollevare le sorti di una squadra desolatamente ultima in classifica con appena quindici punti in venti partite. Ad aggiungere chiodi sull’asfalto della salvezza, vi è anche il delicato momento societario: i giocatori non hanno percepito le ultime due mensilità e si attende come la manna la calata dai Paesi Bassi di una holding, capitanata dal professor Kirk, che riscatti l’intero pacchetto societario. «Entro venerdì dovremmo essere in grado di compiere il passaggio di consegne, i nostri conti sono in regola e presto ci sarà la soluzione da tutti auspicata», promette Giuseppe Tramonti. Intanto, in campo ci vanno i calciatori che nonostante lo stato di agitazione ci mettono almeno l’impegno ma vengono piegati ugualmente dalla Virtus Castelfranco. Man of the match è l’imprendibile Sciapi che si porta a casa il pallone con le firme dei compagni grazie alla tripletta (26’, 70’ e 83’) ispirata dal genio di Betrizzotti, anche lui in gol con una punizione (74’) carica di polverina magica. I locali erano pervenuti al momentaneo pareggio ad inizio ripresa, con un morso sonaglino di Mascolo, ma poi si sono sciolti fino a soccombere per 1-4. A quel punto, la rilassatezza degli emiliani ha permesso al San Paolo di sfiorare il miracolo con due marcature in ciclostile di Lombardo (classe ’98, già più esempio che semplice speranza) e Mascolo che rendono meno aspro il calice della sconfitta, ma non è sufficiente a salvare la panchina di Longhi. Auguri, dunque, ad Antonelli in attesa di buone nuove dall’Olanda.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) A fine gara, il tecnico Massimiliano De Mozzi parla senza peli sulla lingua: «Sono stato espulso solo per aver detto al direttore di gara che la palla era 2 metri più avanti rispetto al punto in cui era stata fischiata la punizione. Pazzesco». Quanto alla partita, «Medri dice che i suoi hanno perso immeritatamente e perché la sua squadra non ha avuto il mordente delle ultime uscite. Io dico che oltre che maleducato è anche presuntuoso. Non parla dei nostri meriti: il Romagna Centro si è trovato di fronte un Abano più forte, la classifica né è la conferma. Questo per noi era uno spartiacque e la vittoria ha un grande peso specifico. La salvezza resta il nostro obiettivo minimo, ma siamo a -2 dal nostro prossimo avversario, il Piacenza. Sognare i playoff è lecito, vogliamo provarci».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Tra Romagna Centro e Abano solo una avrebbe potuto far valere il detto “non c’è due senza tre”. Ci sono riusciti i padovani, che hanno vinto la terza di fila massimizzando la loro unica vera palla-gol e tenendo poi a debita distanza i biancazzurri. Tre punti con grande cinismo per un Abano che comunque ha vinto grazie anche alla grande organizzazione di gioco. La prima chance è per il Romagna Centro: al 9′ un corner basso di Lombardini filtra, viene deviato da Buscaroli e Murano mette una pezza con il pugno. L’equilibrio la fa da padrone a scapito dello spettacolo, tant’è che per un’altra occasione si deve attendere la mezz’ora, quando un ottimo spunto di Franceschini porta a un cross solo spizzicato di testa da Bortolotto. Poco dopo la giocata di fino la fa Peluso, che mette al centro con Gavoci, leggermente in ritardo sul tap-in. Nel momento di maggiore spinta dei cesenati arriva il vantaggio ospite: batti e ribatti ai 16 metri; la palla, finita sulla faccia di Zanardo, capita sul destro di Bortolotto che, da ottima posizione, fulmina Semprini e infila l’ottava gemma stagionale, raggiungendo il compagno di reparto Barichello ieri in grossa difficoltà. La reazione del Romagna Centro è rabbiosa, ma solo fino ai 20 metri. Arrivare in area, invece, continua a restare una faticaccia, e la prima chance della ripresa capita all’Abano al 52′: Zanardo, per l’arbitro senza fallo, ruba palla a Tola, calcia da centrocampo e per poco non sorprende Semprini. Al 59′ Peluso sfiora il primo acuto in campionato calciando addosso a Murano. L’Abano allestisce le barricate e il Romagna Centro si rende pericoloso solo su corner. Al 61′ e all’85’ Tola mette in mezzo, colpisce di testa Ridolfi che la prima volta mette alto di poco, la seconda tra le braccia di Murano. Rischia di essere letale, 1’ dopo, la ripartenza di Bortolotto, che dopo uno sciagurato passaggio di Baronio si invola e mette al centro, Franceschini lascia a Barichello che a botta sicura si fa deviare la conclusione da Nicholas Arrigoni. L’ultima chance per il pari biancazzurro capita a Buscaroli: il suo colpo di testa su cross di Lombardini sorvola però la traversa.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) A fine gara, il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin gongola per la bella prova della squadra: «Sono molto contento anche perché non era una partita facile», commenta l’ex difensore di Padova e Pisa. «Il campo non ci permetteva di giocare molto e i nostri avversari erano tosti. Nonostante ciò, siamo riusciti a portare a casa tre punti importantissimi che ci permettono di restare là davanti a giocarcela con le prime». Il risultato conferma il trend dell’Este, ottimo in fase offensiva ma un po’ disattento nelle retrovie: «Sì, abbiamo preso due gol su calcio piazzato e in questo senso dobbiamo assolutamente migliorare» aggiunge Zattarin. «Ormai prendiamo gol da troppe partite e non possiamo permettercelo se vogliamo lottare con Rimini e Correggese. Dobbiamo tornare solidi e cercare di non trascurare certi dettagli che in alcuni casi fanno la differenza».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Quando si incavola, l’Este ci dà dentro. Due partite, otto gol e sei punti: ecco il bilancio dei giallorossi in questo primo scorcio del 2015, dopo le trasferte fruttuose di Piacenza (1-4 il risultato finale) e Montemurlo. È proprio la compagine delle colline pratesi la seconda vittima dell’orgoglio giallorosso, rinvigorito dalle critiche seguite alla clamorosa sconfitta contro il Romagna Centro nel turno pre-natalizio. Di fatto l’Este insegue ancora Correggese e Rimini (distanti rispettivamente tre e sei punti), ma le sensazioni sono positive, in vista dello scontro diretto in programma mercoledì 21 gennaio in terra romagnola. In Toscana decidono i soliti noti, da Beghetto a Rondon passando per Rubbo e Coraini. Stona, però, il ruolino di marcia della retroguardia, che piglia gol da otto partite consecutive. Insomma, dalla cinta in su segnano tutti, ma dietro c’è qualcosina da registrare. A livello difensivo non se la passa bene nemmeno il Jolly Montemurlo, che incassa lo 0-1 dopo sei minuti: Rubbo imbecca Coraini e per l’attaccante, fresco di convocazione in rappresentativa di serie D, metterla dentro è un esercizio di stile: tiro secco, palo interno e sesta gioia stagionale. Il raddoppio lo firma Rubbo, di professione mediano ma bomber a tempo perso (a segno pure a Piacenza), servito a centro area dal pallone a rimorchio di Turea. A dirla tutta, i ragazzi di mister Venturi (subentrato da due giornate all’esonerato Settesoldi) riescono pure a riaprire il match intorno alla mezz’ora con il nuovo acquisto Pecchioli (prelevato dalla Lucchese), complice una leggerezza difensiva atestina che permette all’attaccante di insaccare la punizione di Lenzini. Con un calcio piazzato segna pure Beghetto, il cui piede sinistro regala perle quasi ogni domenica. I padroni di casa non demordono e, a inizio ripresa, complicano ancora la vita agli uomini di Zattarin. Stavolta è uno schema su corner concluso dalla zuccata di Pecchioli a far saltare la baracca difensiva. Il Jolly continua il forcing, ma l’Este prima sfiora il colpo del ko grazie a una discesa di Beghetto con annesso cross, sul quale Coraini e Turea falliscono la deviazione, poi sbanca tutto con Rondon, pronto a infilare l’ennesimo suggerimento di Beghetto. L’Este si porta così al terzo posto, staccando di due lunghezze il Delta Porto Tolle, bloccato sullo 0-0 dalla Correggese.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Il miglior in campo dell’Union non può che essere l’esterno sinistro Igor Furlan autore della pennellata su punizione del 2 a 1 e dei due assist per gli altri 2 gol, uscito alla fine per una distorsione alla caviglia destra. Igor è stata la partita perfetta? «È stata una cosa grande questa vittoria, tatticamente eravamo messi benissimo in campo anche se dopo l’espulsione siamo andati un po’ in difficoltà facendo fatica a tenere su palla». Dopo aver battuto la più forte del campionato ha ancora senso parlare di salvezza? «Adesso abbiamo la convinzione che la categoria è sicuramente alla nostra portata, siamo partiti male ma adesso ci siamo resi conto che ci possiamo stare in Serie D. Domenica arriva il derby contro il Giorgione che per noi diventa una partita assolutamente da vincere». Ci descrive il gol e i due assist? «Sul primo assist a Comin mi hanno lasciato spazio e io sono andato avanti fino a smarcare Lele davanti alla porta. Sulla punizione gol il portiere non si è nemmeno mosso, credo fosse imparabile. Sul terzo gol Stefano (Casarotto n.d.r.) continuava a chiamarmi palla e allora l’ho servito».
Ore 12.20 – (Tribuna di Treviso) È un clima di grande euforia, e non potrebbe essere diversamente, nello spogliatoio dell’undici moglianese. Questo meritato successo sulla prima della classe chiude definitivamente le difficoltà incontrate dalla matricola Union Pro nella prima parte della stagione. Lo conferma anche Lele Comin: «Direi che oggi abbiamo definitivamente dimostrato che possiamo competere anche in questa categoria, confermando i risultati di questo ultimo mese e mezzo», commenta l’attaccante veneziano. «Carattere? Sì, ovviamente. Con la Biancoscudati abbiamo tirato fuori qualcosa in più, ma questo grande spirito di squadra lo abbiamo costruito settimana dopo settimana, lavorando per dimostrare che possiamo dire la nostra anche in serie D. Il mio gol? E’ stato importante perché ci ha permesso di rientrare subito in partita. Ma la palma del migliore in campo va a Furlan». E Igor Furlan, chiamato così bene in causa dal compagno di squadra, non si nasconde: «Beh, con un gol e due assist, penso si meritarmela …», sorride il ventinovenne laterale ex Opitergina. «Scherzi a parte, non ho parole per commentare questa vittoria, assolutamente bellissima, ottenuta con un grande cuore». Con il cuore e il carattere sì, ma anche con una condotta tecnica e tattica ineccepibile che vi portano a -4 dai play-off. «Ma, intanto pensiamo alla salvezza. Poi vedremo» chiude pratico Furlan. E mentre i suoi giocatori festeggiano tre punti pesanti come macigni, mister Francesco Feltrin ribadisce la prova di carattere della squadra, preferendo, come è sua abitudine,rimanere con i piedi ben ancorati per terra: «I ragazzi sono stati eccezionali, hanno dato tutto, gettando anche il cuore oltre l’ostacolo. Basti pensare che siamo stati pericolosi in attacco fino alla fine, in dieci contro undici, soffrendo in difesa solo nel forcing finale del Padova. Direi che ci siamo ripresi alla grande quello che avevamo lasciato all’Arzignanochiampo domenica scorsa». A questo proposito, non è neanche sembrato che l’Union Pro fosse in inferiorità numerica: «Chiaro che c’è stato un grande spirito di squadra. Questo dimostra che, quando tutti danno tutto,m possiamo prenderci delle belle soddisfazioni. In ogni caso, avevamo preparato al meglio la partita in settimana, volevamo fare bene e siamo scesi in campo determinati e concreti. L’unico errore lo abbiamo commesso sul gol di Petrilli. Non ci si è accorti dell’assenza di Trevisiol? A dire il vero ci è mancato sulle palle alte, dove può essere determinante. In ogni caso, questa vittoria è un grande premio al lavoro che stanno svolgendo i ragazzi. Perciò la dedico tutta a loro».
Ore 12.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Cicioni 5; Salvadori 5.5, Sentinelli 5.5, Niccolini 5, Degrassi 5; Segato 5.5 (Ilari 6), Mattin 5.5; Mazzocco 5, Cunico 6, Petrilli 7 (Zubin sv); Ferretti 6 (Amirante 5.5).
Ore 11.50 – (Gazzettino) Sulla conseguente punizione Furlan con il sinistro insacca all’angolino di sinistra, con Cicioni che si limita a osservare la palla che entra in rete. Due minuti dopo la gomitata su Ferretti, che resta per qualche istante privo di sensi – al suo posto Amirante – costa il rosso a Trevisiol, ma l’undici di Parlato, a parte l’ottimo Petrilli che conquista un gran numero di punizioni, non decolla e va vicino al pari solo nel finale di tempo con Sentinelli che di testa sfiora il secondo palo su punizione di Segato. Nella ripresa Parlato dopo avere spostato a sinistra Petrilli, inserisce Ilari per Segato, arretrando Mazzocco. Poco efficaci due tentativi di Amirante, con un tiro deviato da un difensore e un colpo di testa debole su assist di Cunico. Le folate offensive del Padova soffrono in lucidità, decisamente più concreti i locali che trovano il tris con Casarotto che al 18′, perfettamente imbeccato da Furlan, non dà scampo a Cicioni. Parlato gioca pure la carta Zubin, optando per la difesa a tre e una traversa di Ilari dalla lunga distanza al 24′ prova a risvegliare i compagni. Nell’arco di due minuti Amirante va vicino al gol, ma Noè sul suo tentativo dal limite e la mira imprecisa di testa impediscono di riaprire la gara, circostanza che si verifica al 37′ grazie a una spettacolare rovesciata di Cunico, servito di testa da Mazzocco su azione d’angolo. Nel finale va a segno Amirante con una bella girata, dopo un tocco di mano, però, che non sfugge all’arbitro. L’ultimo tentativo al volo di Zubin, servito da Ilari e intercettato da Noè archivia una domenica amara, come la settimana che l’aveva preceduta a causa dei petardi di Valdagno e il verdetto del giudice sportivo che costringerà la squadra domenica a giocare a porte chiuse.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Mentalmente svuotato, sottotono in troppi suoi elementi e incapace di sfruttare l’iniziale vantaggio e la superiorità numerica per un’ora di gara, il peggiore Padova della stagione Padova cade a Mogliano, rimediando la seconda sconfitta di fila nel 2015 e subendo per la prima volta tre reti. Sorride così l’Altovicentino che, grazie al successo sul Legnago, si riporta in vetta alla classifica. Con Busetto fuori causa per l’infortunio al legamento collaterale e il portiere Petkovic non ancora ristabilito dal problema muscolare che lo ha fermato nelle scorse settimane, Parlato è costretto a ridisegnare il suo 4-2-3-1 in funzione degli «under» a disposizione. Debutta così il mancino Salvadori, dirottato in fascia destra, Mattin si sistema a centrocampo al fianco di Segato e Mazzocco viene alzato a sinistra (a destra Petrilli) nel terzetto alle spalle di Ferretti. Modulo speculare per la squadra di casa. Il Padova colpisce al 10′ alla prima opportunità. Abile Petrilli, servito sulla destra da Ferretti dopo un pallone rubato sull’altra fascia, a incunearsi in area e portarsi la palla sul sinistro, togliendo il tempo a due difensori e superando Noè. Non poteva iniziare meglio, ma la squadra si complica la vita da sola. Il primo mea culpa dei biancoscudati è per avere concesso il pareggio avversario su una ripartenza, con il veloce Furlan che al 16′ scappa sulla sinistra e lancia Comin solo davanti al portiere a Cicioni, superato con precisione in uscita. La squadra non reagisce, soffre la rapidità degli avanti dell’Union Pro e fatica nell’azione di filtro a centrocampo, come dimostra il fallo al limite dell’area di Mazzocco (ammonito e costretto a saltare la prossima sfida con il Montebelluna) su Serena.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Momenti di grande paura per Gustavo Ferretti alla mezz’ora del primo tempo. Colpito in testa con il gomito al limite dell’area da Trevisiol, poi espulso e con il qualche c’erano già state delle schermaglie, l’attaccante argentino è rimasto per qualche istante privo di sensi, con i sanitari subito entrati in campi per rianimarlo, alzandogli le gambe e allertando immediatamente l’ambulanza. Il primo segnale a regalare un minimo di tranquillità per i tifosi presenti allo stadio è stato il pollice alzato da Segato, a indicare che il giocatore si stava riprendendo. Poi è stato condotto verso l’ambulanza e Ferretti, disteso, ha accennato un saluto al pubblico che lo incoraggiava; quando la barella stava per entrare nel mezzo, il giocatore è sceso e si è alzato in piedi, quasi a volere tornare in campo. Nei minuti successivi l’argentino è stato medicato sul posto e poi è stato accompagnato all’ospedale Dell’Angelo di Mestre, dove è stato sottoposto a Tac alla testa e risonanza alla mandibola, entrambi con esito negativo. È rimasto in osservazione fino a mezzanotte. Una stagione tutt’altro che fortunata sul piano fisico quella del cannoniere argentino che, dopo avere realizzato sei gol nelle prime quattro giornate, ha dovuto fare i conti con una serie di problemi muscolari che lo hanno costretto a saltare gran parte delle partite successive. L’ultima sua rete è stata realizzata con uno spettacolare tiro da quaranta metri a Castelfranco con il Giorgione il 9 novembre.
Ore 11.20 – (Gazzettino) E non è bastata un’ora in superiorità numerica, altro elemento da analizzare nei prossimi giorni, per recuperare la gara: «Ci eravamo complicati la vita e servivano più lucidità e meno frenesia, ma si vedeva che non c’era quella cattiveria per portare a casa il risultato». Il presidente Giuseppe Bergamin tocca analoghi concetti. «Una partita difficile da analizzare – le sue prime parole – dato che ci eravamo messi nella migliore situazione e poi non ho capito come è andata. Siamo andati in difficoltà in tutti i reparti e non abbiamo giocato con precisione e continuità, non vedendo nella ripresa la superiorità numerica che potevamo sfruttare». «In questo momento – aggiunge – abbiamo delle difficoltà di cui occorre capire le origini, restando uniti e lavorando, sereni, concentrati e determinati perché poi, come si è già visto, le situazioni si ribaltano». Alla luce dell’infortunio di Busetto, la società tornerà sul mercato: «Ora siamo in pochi come giovani “under” e dunque cercheremo di rimediare». Sperava in un debutto migliore il giovane Michael Salvadori: «Nonostante il mio esordio – commenta – non posso essere felice. Abbiamo preso gol su ripartenze e non dovevamo concedere loro spazio. Ora l’Altovicentino ci ha superato, ma se continueremo a impegnarci e a lavorare in settimana i risultati torneranno ad arrivare». Un flash di Salvatore Amirante: «Loro hanno sfruttato tre occasioni da gol, ci sta pure girando male perché in avanti abbiamo creato molto in avanti; serve più lucidità».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Una sconfitta ci può stare, ma perdere così non mi va giù; non voglio fare brutte figure, cerchiamo di darci una svegliata perché questo è un grosso passo indietro». Pur con un tono pacato, Carmine Parlato a fine gara parla senza peli sulla lingua, amareggiato per una battuta a vuoto che trova radici, tra le varie componenti, in un atteggiamento mentale sbagliato dopo avere realizzato il gol del vantaggio. «L’impegno non è mancato, ma una volta avanti – prosegue il tecnico – bisogna uccidere la partita e invece questo rilassamento dopo il primo gol ha permesso agli avversari di fare male. Mi assumo le mie responsabilità, ma poi martedì (domani) bisogna parlarne con i ragazzi e risolvere la cosa al più presto all’interno dello spogliatoio». È un momento poco felice, come uscirne? «Non bisogna preoccuparsi, c’è da fare un mea culpa e capire dove si è sbagliato, prendendosi ogni responsabilità, schiarendosi le idee e pedalando. C’è da invertire la rotta per non buttare via quanto si è fatto, ma il campionato non finisce qua». Capitolo difesa. Tre gol non erano mai stati subiti in una sola gara, ma dietro per il Padova era già suonato qualche campanello d’allarme: «Sicuramente il primo gol è frutto di un errore di reparto di cui mi ero subito accorto, cercando invano di rimediare; nel secondo è stato bravo Furlan nel calciare la punizione, mentre nella terza rete la squadra si è fatta trovare sbilanciata in avanti. Forse d’ora in poi bisogna prima pensare a non prenderle e poi cercare di segnare».
Ore 11.00 – (Gazzettino) In tribuna a Mogliano, a seguire il figlio Riccardo, era presente Michele Serena, tecnico del Padova nella seconda parte della passata stagione e ora a Venezia. L’allenatore, ancora molto legato ai vecchi tifosi, è rimasto sorpreso dalla risposta del popolo biancoscudato: «Me ne avevano parlato, ma oggi ho potuto toccare con mano il grande amore della gente per questi colori. La mancata iscrizione al campionato è una ferita che mi resterà aperta finchè il Padova non tornerà nel calcio che gli compete».
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Metamorfosi che lascia sconcertati. Com’è possibile giocare così male?”) Forse perché male protetta da chi le sta davanti, ovvero il centrocampo, oppure perché qualcuno, preso dalla smania di andare all’offensiva, lascia scoperte… voragini che è impossibile colmare? L’errore più grave, ieri, è stato a nostro avviso quello di pensare di aver chiuso il match già quando Petrilli aveva trovato il guizzo vincente, ed erano passati appena 10’. Errore di presunzione clamoroso, che ha contagiato tutti, “senatori” e giovani, sino a disunire progressivamente il collettivo, che si è allungato a dismisura, venendo preso d’infilata dagli agili giovanotti di mister Feltrin (a proposito, niente male il figlio di Michele Serena, sulla panchina biancoscudata nella passata stagione e spettatore interessato in tribuna). Sarebbe bastato frenare il piede, aspettare che i trevigiani venissero sotto (non perdevano, forse?) e provare ad infilarli nelle ripartenze. Invece, le distanze fra i vari reparti sono saltate e ogni discorso tattico si è complicato. Spiace dirlo, ma qui le delusioni sono arrivate soprattutto dai più esperti, sia dietro che in mezzo e sulla trequarti. E se a loro aggiungiamo la pessima giornata di Mazzocco e Mattin, due giovani che stavano facendo bene, è facile capire come il motore biancoscudato abbia “grippato” di brutto. A Sacile e Valdagno si era perso, certo, ma dopo prestazioni convincenti, a Mogliano, addirittura con l’uomo in più, la prova è stata deludente in toto. Ora si torna all’Euganeo, e oltretutto a porte chiuse. Un momentaccio davvero, di fronte al quale occorrono nervi saldi e massima lucidità. Dentro e fuori la società e lo spogliatoio. Nulla è compromesso, ma bisogna reagire subito. E in modo convincente.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Metamorfosi che lascia sconcertati. Com’è possibile giocare così male?”) Qual è la massima di Giovanni Trapattoni? «Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco». Appunto. Potremmo titolare il nuovo capitolo del romanzo 2014/15 del Padova con un amaro «Ci eravamo tanto illusi», galvanizzati dal + 5 che Cunico e compagni si portavano in dote nella sfida di Valdagno due domeniche fa, e che nel giro di otto giorni è stato spazzato via come un fuscello abbattuto dal vento, soppiantato ora dal – 1 che registriamo dopo la prima del girone di ritorno. Scialati sei punti in 180’, così com’era accaduto ai rivali a dicembre, schizzati a + 3 rispetto agli uomini di Parlato in seguito al k.o. di questi ultimi a Sacile. Passato attraverso una crisi tecnica assai delicata (con il cambio addirittura di due allenatori, prima di affidarsi a Diego Zanin, ex biancoscudato, capace di centrare due successi su due), l’Altovicentino torna a mettere il naso davanti ai nostri e questo, obiettivamente, dà fastidio. Per tante ragioni, a cominciare dall’enorme favore ricevuto proprio dagli avversari diretti, che lo hanno riportato in… vita con le loro ingenuità. Quali? Lasciando al mister il compito di analizzare a fondo che cosa sta succedendo nel suo gruppo, qualcosa va pur detto, basandosi sulle cifre: il Padova becca gol regolarmente da 10 partite, e non si può più parlare di caso. La retroguardia, al di là della necessità di schierare gli “under” sulle corsie esterne, per sfruttare al massimo le potenzialità offensive della rosa senza limiti di età, non dà l’impressione di essere più solida come in avvio di torneo.
Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Cicioni 5.5; Salvadori 6.5, Sentinelli 4.5, Niccolini 4.5, Degrassi 5; Segato 5.5 (Ilari 5.5), Mattin 5; Mazzocco 5, Cunico 5.5, Petrilli 6.5 (Zubin 5.5); Ferretti 5.5 (Amirante 5.5).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’arbitro estrae immediatamente il rosso, ma l’argentino resta a terra privo di sensi, i compagni gli alzano le gambe e si sbracciano per chiamare i sanitari. Lo stadio ammutolisce, sono attimi di terrore, ma fortunatamente dopo una trentina di secondi arrivano segnali positivi dal campo, il giocatore si riprende, esce in barella e saluta anche il pubblico. Tirato un sospiro di sollievo, la gara riprende, Sentinelli sfiora il gol di testa, ma l’Union non sta a guardare e Comin in contropiede calcia sull’esterno della rete. Il crollo. Non è un Padova brillante, ad inizio ripresa Amirante, entrato al posto di Ferretti, ha la palla buona su cross di Cunico, ma colpisce debolmente di testa. Occorre aumentare la pressione offensiva, vista anche la superiorità numerica, entra Ilari per Segato, ma invece del pareggio arriva il tris dell’Union. Al 18′ un lancio lungo del solito Furlan (migliore in campo) pesca Casarotto in ottima posizione, la difesa biancoacudata, come in occasione del primo gol, è posizionata molto male e il trequartista infila Cicioni in uscita. È il Padova più brutto dell’anno, che non riesce a cambiare marcia nemmeno con un uomo in più. La mossa della disperazione di Parlato è Zubin, che entra al posto di Petrilli. Ma il più pericoloso si rivela ancora Amirante. Al 24′ Ilari calcia da fuori e colpisce la traversa, il centravanti ligure ribatte in rete ma l’arbitro annulla per un controllo con la mano dello stesso Amirante. Passano 5 minuti e l’ex Lavagnese sfiora il palo di testa, il Padova attacca ma è poco lucido e rischia anche qualcosa in contropiede. Il gol della speranza arriva al 37′ ed è un gioiello di Cunico, che su azione d’angolo, con palla spizzata di testa da Mazzocco, si coordina e batte il portiere in rovesciata. Il migliaio di tifosi accorsi a Mogliano crede nella rimonta e al 42′ esulta, ma solo per un attimo, visto che Amirante si vede annullare il secondo gol ancora per un tocco di mano. Non c’è nulla da fare, il girone di ritorno inizia malissimo e la terza sconfitta in campionato, per il Padova, è senza dubbio quella più meritata.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E per la Biancoscudati Padova arrivò anche la giornata nera. Ma tanto nera… La formazione di Parlato rimedia la seconda sconfitta di fila, 3-2 in casa dell’Union Pro, gioca male nonostante la superiorità numerica per più di un tempo, e viene per di più scavalcata in testa alla classifica dall’Altovicentino, grazie al 2-0 rifilato al Legnago. Come se non bastasse, alla mezz’ora del primo tempo si sono vissuti attimi di terrore, dopo una gomitata in faccia di Trevisiol a Ferretti, che ha fatto perdere i sensi al “Rulo”, fortunatamente ristabilitosi in fretta ma trasportato per accertamenti all’ospedale di Mestre. Che paura! Parlato torna all’antica e nel “4-2-3-1” Mazzocco avanza all’ala. Al posto di Busetto c’è Salvadori, all’esordio in biancoscudato e costretto subito ad adattarsi alla fascia opposta al piede naturale (il sinistro). Come accade sempre quando il tecnico sceglie questo schieramento, alla prima avvisaglia storta ordina il cambio degli esterni offensivi. Così dopo poco più di 5’ Mazzocco si sposta a sinistra, con Petrilli dalla parte opposta. Mossa vincente, visto che al 10′, alla prima occasione utile, il Padova sblocca la partita. Proprio Petrilli riceve palla sulla trequarti, si accentra, salta un paio di uomini e da centroarea fredda di sinistro il portiere all’angolino. Strada subito in discesa, ma solo per sei minuti. Alla prima palla buona, infatti, va a segno anche l’Union Pro. Furlan, dopo aver recuperato palla nella propria trequarti, percorre una cinquantina di metri sulla sinistra senza che nessun biancoscudato lo contrasti a dovere. Comin fa il movimento giusto e viene servito in profondità, trovandosi a tu per tu con Cicioni, battuto con un tocco d’esterno sul palo più lontano. La manovra biancoscudata non è fluida come al solito, l’Union Pro imbriglia la formazione di Parlato, che al 28′ subisce anche il raddoppio: Furlan disegna una punizione perfetta dai 20 metri, che s’insacca sotto l’incrocio con Cicioni immobile. È uno shock, ma nulla di paragonabile rispetto a quanto succede 4’ dopo: Ferretti salta di testa fianco a fianco con Trevisiol, che rifila una gomitata violentissima al “Rulo”.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato si gira verso l’ambulanza, ferma a pochi metri dalla panchina del Padova, e chiama a gran voce, sbracciandosi, i sanitari. Improvvisamente non fiata più nessuno, nell’ennesimo pomeriggio scandito dai cori incessanti del migliaio di tifosi del Padova. Per fortuna, dopo un minuto arrivano segnali incoraggianti. Innanzitutto dai volti dei giocatori, che si fanno più distesi. Quindi dallo stesso Ferretti, che inizia a muoversi, prima di essere caricato sulla barella. “El Rulo” passa sotto la tribuna, mentre i tifosi scandiscono il suo nome e lui li ringrazia, tranquillizzandoli, con un cenno della mano. Non entra nemmeno in ambulanza, scende dalla barella e resta in piedi, prima di essere soccorso all’interno del mezzo della Croce Gialla. Quindi il trasporto all’ospedale di Mestre per gli accertamenti. «Mi sono spaventato e sono corso in campo», racconterà poi il presidente Bergamin. «Meno male che si è ripreso in fretta, al punto che voleva persino rientrare in campo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È andata bene. Gustavo Ferretti ha rimediato solo una forte botta alla mandibola sinistra e un grande spavento, dopo la gomitata subìta da Trevisiol alla mezz’ora del primo tempo: ieri sera l’argentino è rimasto qualche ora in osservazione all’ospedale di Mestre, dove la Tac alla testa e la risonanza magnetica alla mandibola hanno dato esito negativo. Ma sono stati attimi di terrore puro quelli vissuti da tutti i presenti al Comunale di Mogliano Veneto. Ferretti è a terra, attorno a lui c’è un capannello di compagni e avversari, che iniziano a sbracciarsi veementemente, per richiedere l’ingresso dei sanitari. Il centravanti biancoscudato non si è più rialzato dopo essere stato colpito da una gomitata in pieno volto dal centrale difensivo di casa, Enrico Trevisiol, che nel frattempo è stato espulso. Sugli spalti cala il gelo, mentre l’argentino resta a terra privo di sensi e con gli occhi all’indietro. Petrilli gli alza le gambe, tra i primi ad entrare in campo c’è il medico sociale dell’Union Pro, visto che la panchina più vicina è proprio quella locale.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Prendere tre gol è dura da mandare giù, al di là dei meriti degli avversari. Chi vuole stare lassù deve fare qualcosa in più: ci siamo fatti cogliere dalla frenesia». In due gare avete perso il vantaggio di 5 punti sull’Altovicentino: alla piazza cosa si sente di dire? «Che il campionato è lungo, e abbiamo tutto il girone di ritorno per correre in una lotta a due che durerà sino all’ultima giornata. Da parte mia e della squadra ci sarà sempre l’impegno morale e tecnico per portare il Padova ai livelli che merita. Siamo in un momento particolare, ma non abbiamo buttato via niente». I giocatori. «Non posso essere felice per il mio esordio», le parole del terzino Salvadori. «Abbiamo concesso gol ingenui, sul terzo siamo stati sciocchi a regalare il contropiede da un calcio d’angolo a favore, sul quale eravamo anche ben piazzati». Due gol avrebbero permesso di vincere, e Amirante era persino riuscito a segnarli: «Ma sono stati annullati perché la palla mi è rimbalzata sulla mano in entrambe le occasioni», spiega l’attaccante. «Siamo molto delusi, ma ci rifaremo».
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) È possibile che la paura per quanto successo a Ferretti abbia tolto tranquillità alla squadra? «Quello è stato un episodio, e, per quanto grave possa essere, non dovrebbe condizionare l’andamento della gara. Dovremmo essere capaci di passarci sopra, per quanto difficile possa essere». E poi c’è la difesa a finire dietro la lavagna. «Sono stati commessi errori importanti, sia sul primo che sul terzo gol ci sono delle responsabilità evidenti. Per l’esperienza che abbiamo non possiamo permetterci di non ragionare, dobbiamo invertire subito la rotta sennò rischiamo di buttare via tutto quanto abbiamo fatto fino ad ora». Dopo questa sconfitta, che parole utilizzerà nei confronti del gruppo? «È giusto fare una riflessione, parlare con i giocatori in maniera molto decisa, concreta, perché per disputare un campionato di vertice non si possono vedere questi atteggiamenti, specialmente a partita in corso. Io, come allenatore, mi assumo le mie responsabilità, ma martedì, quando riprenderemo gli allenamenti, i giocatori dovranno rendere conto a me di quanto avvenuto».
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato è una maschera di rabbia. Perdere ci può stare, cadere due volte di fila non è un bel segnale da parte della (ex) capolista. È il modo in cui è arrivato lo scivolone a Mogliano che al tecnico biancoscudato proprio non va giù. Non lo dice, ma tra le righe lo fa capire: il Padova è stato presuntuoso. «La sconfitta è meritata», esordisce. «Dobbiamo fare mea culpa per l’atteggiamento tenuto dopo essere andati in vantaggio: abbiamo iniziato bene, come meglio non potevamo, ma appena sbloccato lo 0 a 0 abbiamo frantumato tutto quello che di buono stavamo facendo». Il motivo? «Non abbiamo usato la testa. Dopo aver fatto gol, abbiamo perso le distanze tra i reparti, e dopo l’espulsione di Trevisiol siamo stati frenetici e abbiamo fatto molta confusione, sbagliando diversi passaggi. Dobbiamo riflettere molto su ciò che qui non è andato. Non mi voglio attaccare agli assenti, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: abbiamo fatto due passi indietro, diamoci una svegliata».
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Mastica amaro il presidente Giuseppe Bergamin dopo la seconda sconfitta di fila. «È stata una partita strana», l’analisi del patron. «Si era messa subito bene, avevamo fatto un bel gol, ma poi si è complicata in maniera incredibile. Siamo andati in difficoltà in tutti i reparti, dalla difesa alla fase di costruzione e di finalizzazione, mentre l’Union ha dimostrato di avere più voglia e determinazione di noi». È questo, forse, l’aspetto più preoccupante dello stop di Mogliano: «A tratti non si è affatto notata la loro inferiorità numerica, non abbiamo sfruttato l’uomo in più e siamo stati deficitari sotto tanti punti di vista: per riprendere il nostro cammino, dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato». Una pausa e poi la sferzata al gruppo: «Abbiamo reagito tardivamente, una reazione c’è stata ed è stata forte, ma il terzo gol ha cambiato una partita che si sarebbe potuta riprendere. Stavolta non possiamo parlare di sfortuna: eravamo in difficoltà a livello di organico, ma nel complesso non ci siamo fatti trovare pronti».
Ore 08.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 18 gennaio, ore 14.30): ArziChiampo-Mori Santo Stefano, Belluno-Tamai, Clodiense-Union Ripa La Fenadora, Dro-AltoVicentino, Giorgione-Union Pro, Legnago-Kras Repen, Mezzocorona-Fontanafredda, Padova-Montebelluna, Sacilese-Triestina.
Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino 42, Padova 41, Belluno 37, Sacilese 32, La Fenadora e Clodiense 29, ArziChiampo 28, Montebelluna e Tamai 27, Union Pro 25, Fontanafredda 24, Giorgione 20, Dro 19, Legnago 17, Triestina e Kras Repen 14, Mori Santo Stefano 8, Mezzocorona 7.
Ore 08.36 – Serie D girone C, diciottesima giornata: AltoVicentino-Legnago 2-0, Fontanafredda-ArziChiampo 2-3, Kras Repen-Sacilese 1-0, Montebelluna-Clodiense 0-3, Mori S.Stefano-Belluno 2-2, Tamai-Giorgione 0-0, Triestina-Mezzocorona 2-1, Union Pro-Padova 3-2, Union Ripa La Fenadora-Dro 2-3.
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Ore 08.32 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 11 gennaio: Padova sconfitto 3-2 dall’Union Pro e superato in classifica dall’AltoVicentino, vittorioso col Legnago.