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Ore 22.30 – (Biancoscudati Padova) La Lega Nazionale Dilettanti comunica che l’allenatore della Rappresentativa di Serie D, Sig. Augusto Gentilini ha convocato il calciatore biancoscudato Pittarello Filippo Maria per il Raduno di Selezione che si terrà a Roma dal 12 al 14 gennaio 2015. Mercoledì 14 gennaio alle 14:30, la Rappresentativa Serie D sfiderà in gara amichevole la formazione Primavera del U.S. Latina Calcio.
Ore 22.00 – (Trentino) Il Mori è vivo e intenzionato a lottare fino alla fine ma i numeri, purtroppo per Zoller e la sua truppa, non mentono mai. Sette punti in diciassette partite, secondo peggior attacco del torneo assieme al Dro (dopo il Mezzocorona) con 15 reti segnate ma, soprattutto, difesa più battuta del torneo con 36 reti incassate: oltre due a partita di media. «Ieri – la butta sul ridere l’allenatore lagarino – sono andato in Polsa a sciare per scaricare un po’ di tensione. Per fortuna che ho l’abbonamento stagionale altrimenti, con soli sette punti, non potevo fare nemmeno due risalite». Poi Zoller torna serio e analizza la situazione. «E’ brutto da dire – queste le sue parole – ma siamo vicini al game over. Le ultime quattro partite erano alla nostra portata e, l’avevo detto in tempi non sospetti, per restare agganciati al treno playout avremmo dovuto conquistare almeno cinque – sei punti e, invece, ne abbiamo portato a casa solamente uno. Ce la siamo sempre giocata, questo è innegabile, ma alla fine quello che conta sono i punti perché le prestazioni e l’impegno non sono sufficienti per fare classifica. Adesso siamo attesi da un trittico “terribile”, visto che nelle prossime tre partite affronteremo Belluno, Arzichiampo e Biancoscudati Padova». A proposito della capolista la sfida contro la “corazzata” biancorossa, in programma domenica 25 gennaio, quasi sicuramente verrà disputata allo stadio “Quercia” di Rovereto. Per l’ufficialità bisognerà attendere ancora qualche giorno, certo è che il piccolo impianto di Mori non sarebbe in grado di ospitare le centinaia di tifosi (domenica erano quasi 3mila i supporters veneti che hanno raggiunto Valdagno) che accompagnano i Biancoscudati in ogni trasferta e il gran numero di giornalisti che seguono sempre la formazione di Parlato. Prima della sfida alla capolista, però, ci sono altre due partite. «Che affronteremo a testa alta come abbiamo fatto sempre sino ad ora – conclude Zoller – e sono sicuro che i ragazzi lotteranno come leoni sino alla fine. Certo è che, più si avanti e più i nostri limiti sono evidenti. Ma non molleremo e, comunque andrà a finire, onoreremo questa maglia fino all’ultima giornata».
Ore 21.40 – (Trentino) Comunque andrà a finire (e, vista l’attuale classifica, non c’è da essere molto ottimisti), a Mezzocorona dovranno costruire un piccolo monumento a Luca Lomi e alla sua coraggiosa truppa. Che, tra mille difficoltà, continue promesse disattese e situazioni grottesche, sta tenendo duro in maniera encomiabile. La situazione in classifica è difficilissima anche se gli undici punti conquistati (a cui bisogna sottrarne quattro di penalizzazione ma, in questo caso, le colpe hanno un nome e un cognome) in diciassette partite rappresentano un vero e proprio miracolo sportivo. Prendiamo la trasferta di domenica a Tamai: Lomi aveva a disposizione appena sedici elementi, quindici dei quali under e l’unico portiere a disposizione (vista l’assenza per motivi personali di capitan Zomer) era il giovanissimo Clementi, all’esordio assoluto al pari dei ’97 Albenberger, Osti e Luci. Chapeau all’allenatore del Mezzocorona e ai suoi giocatori, ma in queste condizioni salvarsi sarà impossibile. Intanto Marco Zentil, difensore centrale e uno dei quattro “over” della rosa (gli altri sono Zomer, Caridi e Baltieri, ma questi ultimi due sono classe ’93), ha deciso di dire “basta”. Il giocatore veneto ha infatti interrotto la propria avventura in Piana Rotaliana e la scorsa settimana non ha sostenuto gli allenamenti con il resto della squadra e non ha partecipato nemmeno alla trasferta di Tamai. Zentil, che a Mezzocorona svolge anche un’attività part time in un esercizio del centro ma (non va dimenticato) è salito in Trentino appositamente per giocare a calcio, non ha percepito tutti i rimborsi spese (come del resto gli altri giocatori, i componenti dello staff tecnico per non parlare degli allenatori delle formazioni giovanili) pattuiti in estate. E, allora, a fronte di troppe promesse non mantenute da parte del massimo dirigente gialloverde Alberto Grassi, ha deciso d’interrompere bruscamente la propria avventura in Piana Rotaliana. Nelle scorse settimane il presidente del “Mezzo” si è dato da fare e ha provveduto a versare qualche acconto ai calciatori e ai componenti dello staff tecnico, ma non può bastare per garantire serenità e futuro a un gruppo che, per impegno e professionalità, meriterebbe ben altro trattamento. Senza contare che i debiti di quest’anno (e ci limitiamo a quelli di carattere “sportivo) si stanno accumulando a quelli maturati nelle scorse stagioni con diversi giocatori che lo scorso anno vestivano la maglia gialloverde che reclamano a loro volta ancora il pagamento di quanto dovuto, senza dimenticare i tanti allenatori che hanno operato nel settore giovanile (che, per qualche anno, è stato di gran lunga il migliore del Trentino), ormai rassegnatisi al pensiero che non vedranno mai quanto è stato loro promesso. Il futuro? La società sta cercando di rimpinguare la rosa, ma con quali soldi? Lorenzo Melchiori, centrocampista della “Berretti” dell’Alto Adige, è l’obiettivo numero uno per potenziare la linea mediana ma resta da vedere se la società biancorossa sarà d’accordo di cedere in prestito per metà stagione il 18enne bolzanino al Mezzocorona. Lomi rappresenta una garanzia (a livello tecnico), ma per il resto? E’ vero che il Mezzocorona è primo nella speciale classifica riguardante l’utilizzo degli under, ma non va dimenticato che il premio verrà erogato solamente se la società riuscirà a mantenere la categoria. In poche parole, in caso di retrocessione nulla sarà dovuto dalla Lega Nazionale Dilettanti alla società di via Santa Maria.
Ore 21.20 – (Trentino) Il punto di Sacile vale doppio perché è stato conquistato contro la quarta forza del torneo, nonché la formazione che, a detta degli addetti ai lavori, esprime il miglior calcio dell’intero girone C. La politica dei piccoli passi ha permesso al Dro di chiudere l’andata in quintultima posizione a tre lunghezze di distanza dalla salvezza diretta. Non male, anche se non può bastare: nel girone di ritorno la squadra di Manfioletti dovrà fare sicuramente meglio per mantenere la categoria. «Abbiamo chiuso l’andata con una prestazione confortante – spiega l’allenatore droato – e, se ripenso alla partita, mi mangio le mani per le tre ripartenze in superiorità numerica che non abbiamo sfruttato come avremmo dovuto. Il bilancio, come ho già avuto modo di dire, è comunque positivo perché siamo a soli tre punti dalla salvezza diretta e, soprattutto, in queste prime diciassette gare la squadra si è sempre espressa su buoni livelli. Non abbiamo “sbagliato” alcuna partita e, a parte alcuni passaggi a vuoto all’interno di alcuni match, ce la siamo sempre giocata contro tutti». Il problema principale del Dro è la sterilità offensiva: la squadra ha segnato appena 15 reti e, solamente in tre circostanze, è riuscita ad andare in gol per più di una volta (contro Mori, Padova e Kras Repen) all’interno della stessa partita. Intanto è ufficiale: la sfida di Pedavena contro l’Union Ripa La Fenadora si disputerà, come da calendario, domenica pomeriggio alle 14.30. La società bellunese aveva avanzato richiesta al Dro di poter anticipare al sabato (per evitare la concomitanza con il derby rugbystico tra Alpago e Feltre), ma i trentini hanno risposto negativamente. Per la trasferta in terra veneta Manfioletti dovrà sicuramente fare a meno di Serrano, incappato ieri nel quarto “giallo” stagionale.
Ore 21.00 – (Il Piccolo) Dopo il pirotecnico pareggio di domenica al Rocco contro il Legnago la Triestina si è rimessa al lavoro sul campo di Prosecco. Per i ragazzi di Ferazzoli qualche esercizio atletico ma soprattutto una partitella su metà campo. Il tecnico ha recuperato tutti i giocatori e ha provato a varie riprese anche il portiere Di Piero reduce da una distorsione alla caviglia. Troppo presto per dire se sarà disponibile per l’importante partita di domenica ancora al Rocco contro il Meozzocorona. Sul fronte societario non arriva nessuna notizia di mercato. Secondo quanto dichiarato dai vertici dovrebbero arrivare almeno una punta di peso e un centrale difensivo (oltre a qualche fuori quota). A proposito di difesa, il reparto ha scricchiolato non poco sia a Fontanafredda che domenica scorsa. E proprio nell’ultimo match Ferazzoli non ha potuto schierare Luca Piscopo sospeso dalla società per motivi disciplinari. Oggi Pontrelli dovrebbe parlare con il giocatore. Difficile prevedere una ricomposizione che tuttavia sul piano tecnico (se Piscopo fosse convinto di continuare la sua avventura in alabardato) sarebbe auspicabile. Al momento infatti nel reparto centrale Piscopo ha dimostrato di essere il più affidabile nonostante qualche black-out. Ma oggi pomeriggio il presidente Marco Pontrelli parlerà a tutta la squadra. La situazione è delicata perché tutti si aspettavano un successo con il Legnago e invece è arrivato solo un pari strappato con i denti. Domenica dunque contro l’ultima della classe gli alabardati non possono fallire il primo appuntamento casalingo con la vittoria. Intanto sul fronte logistico i giocatori sono di nuovo ospiti di Casa Nazareth dopo aver abitato per due mesi in un residence di via Udine. Insomma in casa alabardata il movimento non manca.
Ore 20.30 – (Tribuna di Treviso) Chi meglio di Andrea Giacomazzi può esprimersi sull’andata del Giorgione? Il centrocampista di S. Giorgio in Bosco, classe 1995, è l’unica pedina sempre presente sullo scacchiere di mister Paganin, con 17 gettoni su 17 da titolare. I rossostellati hanno chiuso male il 2014 (ko con il Montebelluna) e iniziato peggio il nuovo anno complice lo scivolone per 3-1 con il Ripa Fenadora. Le statistiche dicono che il Giorgione è l’unica squadra del girone a non aver mosso la classifica nelle ultime due partite, ma capitan Gazzola e compagni hanno già dimostrato di sapersi rialzare dalle serie negative. «Domenica non abbiamo fatto bene, è stata una delle nostre peggiori prestazioni soprattutto sul piano dell’approccio», ammette Giacomazzi, «La vittoria esterna sulla corazzata Altovicentino non ci fatto sedere sugli allori. Possiamo ritenerci soddisfatti del bilancio dell’andata visto che in partenza tutti ci davano già per retrocessi. Lavoriamo bene e siamo molto uniti come gruppo». Giacomazzi è uno dei tanti arrivi dal Bassano, in passato ha militato nei vivai di Montebelluna, Luparense e Cittadella. La mattina lavora nell’azienda di papà, il pomeriggio invece dà sfogo alla passione per il calcio. «Sto giocando da interno alto nel 4-3-3 come l’anno scorso a Bassano, mentre a Montebelluna ero davanti alla difesa. Penso che i miei punti di forza siano fisicità, temperamento e colpo di testa. Non sono uno che imposta il gioco, sono più di rottura e incontrista. Mi trovo bene a Castelfranco, ora puntiamo a vincere in trasferta con il Tamai: l’obiettivo è raggiungere la salvezza per poi programmare il futuro». Infine un elogio al compagno Adriatic Podvorica che, in punta di piedi, sta diventando un autentico bomber (quella segnata a Pedavena è la quinta rete per l’attaccante): «Ha l’istinto del gol e può vantare una media realizzativa elevata confrontando i minuti giocati». Pagellone. Questa la classifica delle medie/voto stando alle pagelle della Tribuna: Podvorica (6,42), Baggio (6,37), Gazzola (6,36), Bevilacqua (6,30), Mattioli (6,23), Giacomazzi (6,18), De Stefani (6,15), Episcopo (6,14), Nenzi (6,08), Favero (6,06), Fontana (6,06), Prosdocimi (6,04), Donè (6,00), Eberle (6,00), Dotti (5,90), Vio (5,80). Giocatori con meno di quattro giudizi: Maran (6,00), Olmesini (6,00), Pazzaia (6,00), Bizzotto (5,83), Civiero (5,75).
Ore 20.00 – (Tribuna di Treviso) Reduce da quattro vittorie e sei risultati utili di fila, la matricola Union Pro bagna il 2015 scivolando 2-3 con l’ArzignanoChiampo. Una domanda sorge spontanea: può la sosta aver rotto l’incantesimo? Per Emanuele Busetto, autore dell’inutile doppietta su rigore, la risposta è negativa. «Domenica abbiamo disputato una delle migliori partite, offrendo un buon calcio: purtroppo gli episodi hanno fatto la differenza, con i vicentini che hanno colpito in contropiede. Mentalità e voglia di far bene non sono mancate da parte nostra». Sul campionato: «Dopo aver pagato lo scotto iniziale, stiamo prendendo confidenza con la categoria e il merito va alla società, che nel periodo critico ha tenuto l’ambiente sereno. È stato effettuato qualche acquisto, senza tuttavia sconvolgere l’organico, e questa fiducia è stata ripagata vista la posizione di metà classifica. Adesso ci aspetta il match casalingo con la capolista Padova, che affronteremo a testa bassa». Nato nel 1992, Busetto ha alle spalle l’esperienza con la Primavera della Triestina, seguita dall’esordio in prima squadra con la Sacilese, per poi approdare a S. Donà e a Chioggia. È un tifoso del Venezia (abita vicino al Penzo, a S. Elena) e per lui si tratta della prima stagione a Mogliano. Non ha giocato moltissimo, vanta comunque la miglior media/voto stando alle nostre pagelle, inoltre si sta rivelando un rigorista infallibile: 4 penalty, 4 centri (a Castelfranco in Coppa Italia, con il Mori e appunto con l’ArziChiampo). Ruolo ideale? «Sono un centrocampista, posso fungere sia da mezz’ala, sia da mediano. Nei primi mesi ho avuto degli infortuni, complice un problema al collaterale del ginocchio e uno stiramento, ma adesso sto trovando continuità. Squalifiche e acciacchi hanno preso di mira diversi compagni, potremmo avere 3-4 punti in più, ma penso che la graduatoria rispecchi quanto visto in campo». Pagellone. Questa la classifica delle medie/voto stando alle pagelle della Tribuna: Baldan (6,40), Busetto (6,40), Comin (6,33), Serena (6,33), Casarotto (6,21), Noè (6,14), Lorenzatti (6,08), Andrea Nobile (6,07), Rossi (6,07), Trevisiol (6,04), Zanette (6,04), Appiah (6,00), Furlan (6,00), Alvise Nobile (6,00), Niero (5,94), Palmieri (5,89), Saitta (5,89), Visinoni (5,70), Basso (5,63). Giocatori con meno di quattro giudizi: Cattelan (6,17), Fuxa (5,83), Luise (5,50).
Ore 19.30 – (Tribuna di Treviso) Sesto posto in classifica, quattro punti in più rispetto alla scorsa stagione, -2 dai playoff e +10 sui playout: la sconfitta con il Belluno non macchia l’ottimo girone di andata del Montebelluna. Lo 0-1 di domenica ha interrotto una striscia di 16 partite casalinghe con gol fatti (era da un anno esatto che i biancocelesti segnavano al S. Vigilio), ma per il diesse Rinaldo Mazzonetto è stata la classica sfida post- panettone. «Non si è visto il solito Montebelluna, e nemmeno il Belluno ha dato una grande impressione: la pausa si è fatta sentire. Non avendo una rosa ampia, le assenze hanno pesato, ma il nostro bottino in classifica è davvero buono. Il merito è da attribuire soprattutto alla società, che dà serenità all’ambiente lavorando sul settore giovanile: negli anni sono cambiati allenatori e giocatori, ma siamo sempre in serie D». In attacco si fa perno sul bomber Giglio (squalificato per la gara interna con la Clodiense) e sull’imminente arrivo di Samba Sadio, ex Belluno. «Giglio è un valore aggiunto, qui ha trovato l’habitat ideale, anche se non è giusto affermare che ne siamo dipendenti perché toglieremmo meriti ad altri giocatori. Samba Sadio si sta allenando con noi, però per l’ufficialità del tesseramento occorre aspettare qualche giorno». Migliori partite dell’andata? «Ottima quella con il Ripa Fenadora, pareggiata 1-1. Rammarico per il ko per 2-4 con l’Altivocentino: con un pizzico di cinismo in più, potevamo fare punti. Con le squadre di bassa classifica abbiamo sempre vinto, puntiamo alla salvezza investendo sui ragazzi del vivaio». Nella graduatoria “Giovani D valore” c’è stato un arretramento al terzo posto, dietro a Mezzocorona e Legnago. «Ci sarà un recupero da parte nostra, già domenica scorsa abbiamo fatto annusare la categoria ad Alessio De Vido e Manfrin, entrambi classe 1997, e lo faremo anche con i ‘98». Pagellone. Questa la classifica delle medie/voto stando alle pagelle della Tribuna: Giglio (6,73), Perosin (6,29), Masiero (6,28), Rigo (6,28), Severgnini (6,27), Bressan (6,17), Nicoletti (6,17), Guzzo (6,12), Cecchel (6,09), Cusinato (6,09), Frassetto (6,08), Nicola De Vido (6,07), Fabbian (6,03), Garbuio (5,89), Slongo (5,88), Scarpa (5,75). Giocatori con meno di quattro giudizi: Baù (6,50), Gerini (6,17), Biral (6,00), Alessio De Vido (6,00), Savi (6,00), Guerra (5,50), Manfrin (sv).
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) La prima di Andrea Di Bari. Questo pomeriggio il Belluno torna ad allenarsi e ci sarà anche il nuovo difensore centrale che, a meno di sorprese, dovrebbe aggregarsi alla rosa di mister Vecchiato. La società precisa che Di Bari arriva in prova, ma a meno di colpi di scena dovrebbe firmare nei giorni successivi. Per la rosa gialloblù l’arrivo di un ulteriore pedina è una notizia positiva non solo per l’alternativa in più durante la partita ma anche per gli allenamenti che a volte sono giocati a ranghi ridotti tra infortuni o convocazioni nella juniores. «Oggi mi allenerò per la prima volta con il Belluno – commenta un impaziente Andrea Di Bari – intanto vediamo come andrà in questi giorni, poi vedremo cosa fare, in teoria però dovrebbe andare tutto bene. Ho visto giocare il Belluno per la prima volta domenica contro il Montebelluna, non conosco ancora nessuno, ma ho già incontrato il direttore sportivo Augusto Fardin e mister Vecchiato». Due stagioni in Eccellenza, poi la prima esperienza in serie D. Andrea Di Bari ha giocato due anni fa tra le fila della Copparese, squadra emiliana, mentre la scorsa stagione ha militato sempre in Eccellenza col Rovigo. A luglio 2014 aveva cominciato una nuova avventura con l’Este, finità però prematuramente poche settimane fa con lo svincolo. «In questi mesi ho fatto solo una presenza – racconta il difensore classe 1995 – sono stato infortunato qualche settimana, ma la verità è che non ho mai avuto la possibilità di giocare e dimostrare il mio valore. È stata una scelta del mister che va rispettata. Spero di rimanere al Belluno e di avere la possibilità di rimettermi in gioco. Il mio ruolo? Ho sempre fatto il difensore centrale, in internet qualcuno ha scritto il centrocampista, ma ho sempre giocato in difesa». Andrea dovrà guadagnarsi il posto. Il Belluno è una squadra già collaudata, soprattutto in difesa dove la coppia Merli Sala e Sommacal non si tocca, il giovane se verrà tenuto dalla società dovrà impegnarsi molto per ritagliarsi il proprio spazio. «Il Belluno è una bella squadra ma con una rosa stretta – continua Di Bari – nonostante questo sono consapevole che dovrò conquistarmi il posto, come è giusto che sia». La sensazione è che il suo possibile arrivo sia fondamentale perché, tra squalifiche ed infortuni, non si può mai sapere cosa possa succedere. Mancano diciassette partite. Quattro giorni di allenamenti, poi il Mori. Il Belluno si allenerà da oggi fino a sabato mattina, dopo sarà la volta della trasferta contro il Mori che tra le fila ha Julian Pruenster, ex gialloblù passato con i trentini nella finestra di mercato invernale. Gli avversari del Belluno si trovano al penultimo posto in classifica a apri punti con il Mezzocorona ultimo. Sarà un impegno abbordabile ma allo stesso tempo da non sottovalutare.
Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Con 3152 minuti, di fatto quasi 53 ore, è stato il secondo giocatore del Vicenza più impiegato nell’anno solare appena concluso. Meglio di Antonio Cinelli ha fatto solo il capitano biancorosso Alessandro Camisa con 24 minuti in più. La dimostrazione di quanto sia considerato importante nel reparto nevralgico biancorosso, a prescidnere da chi sieda in panchina. Così era con Lopez, così è anche con Marino. Una soddisfazione non da poco per Cinelli che, dopo un campionato di Lega Pro disputato a livelli non certo eccelsi, si sta ritagliando un ruolo di primo piano nel Vicenza in serie B, tanto che sia Giovanni Lopez che Pasquale Marino hanno sempre schierato l’ex laziale nell’undici titolare, fermato solo una volta per squalifica dal giudice sportivo. «Sono contento della fiducia che la società e la parte tecnica ha riposto nelle mie possibilità — spiega Cinelli — io cerco di lavorare con il massimo dell’impegno e di riuscire a rendermi utile alla causa del Vicenza. Gioco in un ruolo in cui devo correre molto, ma finora la condizione fisica e atletica è sempre stata ottimale e questo mi ha permesso di esprimermi al meglio». Cinelli archivia il 2014 con soddisfazione, non fosse altro per il ripescaggio che ha riportato il Vicenza in serie B. Ma anche per la buona stagione disputata fin qui dalla squadra biancorossa, che a quota 27 staziona in una posizione piuttosto tranquilla. «La sconfitta ai rigori contro il Savona ai play off è stato il momento più difficile dell’anno scorso — sottolinea il centrocampista del Vicenza — l’aver ricevuto la notizia che avremmo giocato in serie B è stato invece il più bello. A completamento di questo credo di poter dire che il girone di andata del Vicenza è stato più che soddisfacente, anche perché all’inizio abbiamo dovuto superare non poche difficoltà. Chiaro che tutti siamo consapevoli di essere a metà del cammino e che dobbiamo continuare così anche nel proseguimento del torneo, ma il Vicenza ha dimostrato più volte di esserci e di potersela giocare con tutte le avversarie di questo campionato». Anche perché nel mercato appena iniziato qualcuno dovrebbe arrivare a rinforzare il gruppo biancorosso. «Queste sono cose che competono alla società — precisa Cinelli — quello che posso dire è che chi arriverà dovrà entrare a far parte di un gruppo unito e compatto, che lavora solo per il bene del Vicenza». Cinelli non vuol parlare nemmeno del suo futuro che vede il suo contratto in scadenza nel giugno del 2015, non confermando, come invece si vocifera, che società come Frosinone, Bari e Avellino abbiano sondato il suo procuratore per stabilire i primi contatti in vista di un accordo futuro. «Di queste cose non so nulla — risponde secco Cinelli — per ora penso solo a fare bene con la maglia biancorossa addosso. A Vicenza mi sono trovato molto bene, e prolungare il mio contratto mi farebbe molto piacere». Per il resto, sul mercato il Vicenza continua a monitorare la situazione alla ricerca di un paio di innesti con cui rinforzare un reparto in sofferenza dopo i gravi infortuni di Maritato e di Ragusa. Per quanto riguarda il ruolo di punta centrale gli obiettivi sono sempre i soliti: Zohore, Rosseti o Petagna. Come esterno alto, invece, la prima scelta è sempre Riccardo Improta, lo scorso anno visto anche a Padova. In seconda battuta piacciono sempre Spinazzola e Garritano .
Ore 18.10 – Multa di 700 euro anche all’AltoVicentino “per avere propri sostenitori introdotto ed utilizzato all’interno del loro settore 2 fumogeni uno dei quali veniva lanciato all’interno del terreno di gioco. Sanzione così determinata in considerazione della idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni alla integrità fisica dei presenti”.
Ore 17.57 – Attesa. Temuta. Giunta. Si aspettavano con ansia le decisioni relative a quanto avvenuto nel corso di AltoVicentino-Padova. E la stangata è arrivata. Ma (forse) è meno grave del previsto: il Giudice Sportivo ha difatti ordinato la disputa di una partita a porte chiuse e ha comminato 2.000 euro di multa “Per avere propri sostenitori in campo avverso, introdotto nel settore loro riservato e fatto esplodere nel corso della gara tre bombe carta sul campo per destinazione e 2 fumogeni all’interno del proprio settore. Sanzione così determinata in considerazione della oggettiva idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare danni alla integrità fisica dei presenti, nonché della recidiva specifica reiterata per i fatti di cui ai C.U. 23,34 e 64″. I Biancoscudati saranno dunque costretti a giocare a porte chiuse all’Euganeo la sfida del 18 gennaio col Montebelluna.
Ore 17.55 – ALTOVICENTINO-PADOVA, GIUDICE SPORTIVO: UNA PARTITA A PORTE CHIUSE E 2.000 EURO DI MULTA AI BIANCOSCUDATI!
Ore 17.55 – (Giornale di Vicenza) Il rendimento di Andrea Cocco nel girone di andata è stato sicuramente positivo: 6 gol in 18 presenze più un assist e un contributo decisivo nel reggere le sorti dell´attacco dopo l´infortunio che ha tolto al Vicenza Antonino Ragusa a fine ottobre a Catania. Ma è evidente che non si può continuare a fare affidamento sul solo Cocco nel ruolo di punta centrale e quindi occorre che il reparto sia integrato da un nuovo arrivo. L´esigenza è ben presente al diesse Paolo Cristallini che ha dichiarato alla vigilia di questa sessione di mercato che l´obiettivo è far arrivare a Vicenza due attaccanti, un centrale e un esterno. I contatti avviati dal club di via Schio hanno condotto in varie direzioni, ma in questo momento c´è una trattattiva sulla quale il Vicenza sta insistendo in modo particolare ed è quella relativa al diciannovenne Andrea Petagna, che il Milan ha ceduto in prestito al Latina. Nella squadra laziale non ha però trovato molto spazio: per lui 11 presenze e un assist ma nessun gol nel girone di andata e 497 minuti in campo, l´equivalente di cinque partite e mezza. Ora si tratterà anzititutto di vedere che cosa deciderà il Milan, proprietario del cartellino, per il prosieguo di stagione del giovane attaccante cresciuto nel vivaio. Intanto il Vicenza ha provveduto a sganciare la possibile operazione dallo scambio con il difensore Giuseppe Figliomeni, ipotizzato in un primo momento. Petagna potrebbe arrivare dunque anche al di fuori di un´operazione che preveda l´arrivo di un giocatore in contropartita al Latina. Resta comunque il fatto che sono alte le possibilità che Figliomeni cambi squadra. Le richieste non mancano e tra queste c´è sicuramente quella del Novara, una delle favorite nel girone di Lega Pro di Bassano e Real Vicenza. Restando ai probabili partenti, è in lista d´uscita il centrocampista Matteo Gerbaudo, in prestito dalla Juventus, da dove in estate era arrivato per maturare in Lega Pro: in B non ha trovato posto e sarà sistemato altrove con l´Alessandria in pole. Tornando alle punte, il Vicenza prenderà certamente anche un esterno e come abbiamo già detto negli ultimi giorni l´orientamento di oggi sembra riguardare soprattutto due giocatori: Riccardo Improta, del Genoa ma finora in prestito al Bologna e Luca Garritano, al Cesena, in comproprietà con l´Inter. Uno dei due dovrebbe arrivare, ma certo le operazioni di mercato hanno sempre dei margini di imprevedibilità e non vanno escluse a priori altre soluzioni.
Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Magari tirare un po´ di più potrebbe essere un´idea per risalire la classifica dei gol segnati che vede il Vicenza penultimo al giro di boa con appena 18 reti realizzate. Per centrare il bersaglio è necessario tirare e anche avere precisione. Due qualità nelle quali la squadra che è stata di Lopez per metà girone e poi di Marino può e deve certamente migliorare. Le statistiche della Lega di serie B dicono infatti che il Vicenza è la peggiore al giro di boa con una media di appena 3,4 tiri nello specchio per ogni gara. La migliore risulta essere il Bari con 5,7 tiri in porta. Certo i numeri non dicono tutto, visto che proprio la squadra pugliese ha chiuso l´andata con 21 gol all´attivo, cioè appena tre in più del Vicenza e anche con due punti in meno nella classifica. Ma nella media-partita dei tiri totali (cioè dentro e fuori dallo specchio) il Vicenza si piazza al penultimo posto con 10,4 conclusioni a gara, che peraltro sono appena meno delle 10,8 del Carpi che può vantare il miglior rendimento offensivo con 39 reti perché evidentemente tira poco di più dei biancorossi ma con una precisione molto superiore. La finalizzazione dell´azione è uno degli aspetti su cui Marino continuerà a lavorare perché il Vicenza sa costruire occasioni da rete ma spesso è mancato al momento dell´ultimo passaggio o della conclusione. E anche da questo punto di vista l´arrivo dei rinforzi nel reparto offensivo non potrà che aumentare le opzioni a disposizione del tecnico e le possibilità di segnare. C´è anche un altro punto debole evidenziato dai biancorossi nella prima metà del campionato ed è l´andamento delle partite in trasferta. La disparità del bottino raccolto dal Vicenza tra le gare al Menti e quelle lontano da casa è netta: 19 punti sul terreno amico e 8 fuori. E va sottolineato che dall´arrivo di Marino la squadra da viaggio ha piazzato due blitz importanti, vincendo prima ad Avellino e poi a Varese, mentre in precedenza non era mai riuscita a fare bottino pieno. Il problema è che nelle ultime due gare esterne la squadra ha fatto un passo indietro e non solo nel risultato. Il Vicenza sconfitto prima a Chiavari dall´Entella e quindi a Frosinone nell´ultima gara del 2014 e dell´andata non ha fornito prestazioni all´altezza di altre trasferte, anche quelle non premiate dai tre punti. In parte anche per un calo di condizione fisica in coincidenza con la fase in cui il campionato ha imposto un ritmo serrato con una gara ogni tre giorni nella volata di dicembre e in parte però per un difetto di personalità. La riprova sta nel fatto che nelle prestazioni al Menti il Vicenza ha invece saputo interpretare quasi sempre le partite con un piglio diverso perché la spinta del pubblico è stata di grande aiuto nel far trovare alla squadra quelle sicurezze che lontano dal Menti tende spesso a smarrire. Da questo punto di vista l´avvio del girone di ritorno proporrà subito un banco di prova significativo visto che il Vicenza sarà impegnato in trasferta sul campo di un Latina penultimo e già con le spalle al muro, obbligato cioè a vincere. Ma a loro volta i biancorossi dovranno difendere con i denti il margine di sicurezza fin qui acquisito sulla zona rossa della classifica.
Ore 17.20 – (Gazzettino) Non è facile fare mercato a Cittadella. La piccola realtà granata deve fare i conti con la sua politica societaria che impone dettami ben precisi: niente sperperi, giocatori motivati, meglio se giovani da lanciare nel calcio che conta. La società ha già fatto i salti mortali l’estate scorsa, confermando pedine importanti come Scaglia, Pellizzer, Rigoni, Coralli, e facendo arrivare giocatori di categoria, affermati, come Sgrigna, Gerardi e Valentini. Difficile chiedere alla famiglia Gabrielli di allentare ancora di più il cordone della borsa, quindi gli arrivi di gennaio – che ci saranno – si conteranno sulle dita di una mano. Tre, massimo quattro innesti, dipenderà anche dai possibili scambi o dalle partenze. L’identikit da cercare è l’esterno di centrocampo: il nome buono – e sarebbe un ritorno – è quello dell’uruguaiano Surraco, svincolatosi dal Livorno, da capire però le sue condizioni fisiche prima di muoversi. Praticabile la pista che porta all’Alessandria, a Mirco Spighi, magari scambiandolo con Mancuso che interessa ai piemontesi; un altro esterno interessante è Giovanni Formiconi del Grosseto. Non è escluso poi che il Cittadella possa cercare anche una punta. Circola il nome di Cephas Malele, cartellino del Palermo e attualmente all’Entella, attaccante che può agire anche da ala. Centravanti vero è invece Matteo Merini della Carrarese, in scadenza di contratto a giugno. Sul fronte uscite c’è l’interesse del Lecce per Antonio Palma.
Ore 17.00 – (Mattino di Padova) Tempo di trattative in serie B. Si infittisce l’elenco dei nomi sul taccuino del dg Stefano Marchetti per rinforzare il Cittadella in vista della seconda metà del campionato. Radiomercato parla di un interessamento per il terzino sinistro Valerio Nava, che al Carpi sta trovando poco spazio e che ha attirato l’attenzione anche dell’Entella. Il cartellino del giocatore è in mano all’Atalanta, che vedrebbe più di buon occhio un trasferimento in Lega Pro. Gioca da esterno basso anche il 25enne Giovanni Formiconi, capitano del Grosseto, formazione di Lega Pro in cui, in questa stagione, ha realizzato un gol e che ha destato l’interesse pure dell’Avellino. Spostandosi nel reparto avanzato, la pista più calda e probabilmente più interessante è quella che potrebbe portare a Cephas Malele, attaccante attualmente in forza all’Entella, dove non sta trovando tantissimo spazio, di proprietà del Palermo: la società rosanero sta seriamente pensando al trasferimento per dargli modo di mettersi in mostra. La concorrenza, però, è agguerrita, tanto che sulle sue tracce ci sarebbero pure il Trapani e il Pisa. Di nazionalità svizzera ma nato in Angola, Malele è una prima punta quasi 21enne (proprio domani festeggerà il compleanno) che però ha dimostrato di saper giocare pure come ala, sia a sinistra che a destra. Si rimane nel reparto avanzato con l’ultimo nome uscito nelle scorse ore, quello di Matteo Merini, attaccante della Carrarese in scadenza di contratto e ambito, oltre che dal Citta, dall’Avellino. Restano percorribili poi le piste che portano a Nolè, versatile trequartista del Bassano, Surraco, ex granata che attualmente è in Sud America dopo aver rescisso il contratto che lo legava al Livorno, e Spighi, esterno offensivo dell’Alessandria. In uscita si registra invece l’interessamento del Lecce per Palma, che sotto la città murata ha trovato poco spazio. Quel che è certo, intanto, è che gli uomini di Foscarini proseguono regolarmente la preparazione: al lavoro già da lunedì, oggi effettueranno una doppia seduta al Tombolato, alle 11 e alle 15.
Ore 16.30 – Flash di Carmine Parlato al termine dell’allenamento: “Degrassi? Ha una botta, dovrebbe riprendere domani. Petkovic? Ha un’ecografia tra un’ora circa. Zubin? Sta aumentando il lavoro, ma non credo che domani disputerà l’amichevole”.
Ore 16.10 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Appiani: partitella finale “Under contro Over”.
Ore 15.30 – Qui Appiani: partitella a campo ridotto con sponde.
Ore 15.10 – Qui Appiani: in campo anche Busetto, mentre Zubin continua a lavorare a parte.
Ore 15.00 – Qui Appiani: si vede anche Degrassi, che si accomoda in panchina con una vistosa fasciatura al ginocchio sinistro.
Ore 14.50 – Qui Appiani: primi schemi in corso. Lavoro a parte per Busetto e Zubin, assenti Petkovic e Degrassi.
Ore 14.30 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano. Fitto colloquio tra mister Parlato ed i giocatori in panchina.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «All’arbitro ho detto più volte che ha rovinato la partita espellendo Sales in quel modo. Forse per questo mi ha preso di mira trovando nel finale la situazione giusta per cacciare anche me». C’è il signor Lacagnina di Caltanissetta nel mirino di un Elia Legati decisamente esplicito nella sua analisi. «Un arbitro non può rovinare una partita per qualcosa di ipotetico, perché quando gli ho chiesto spiegazione per il rosso a Sales mi ha detto “mi è sembrato di vedere così”. Ma cosa vuol dire? Per quanto riguarda la mia di espulsione, invece, la ritengo esagerata perché non ho colpito Marconi, però ho sbagliato io perché un giocatore della mia esperienza in quel frangente non doveva nemmeno andare a saltare». Eloquente anche il mea culpa di Simone Sales. «Chiedo scusa ai miei compagni, sono stato ingenuo perché Marconi si è fermato e io gli sono andato sopra. Se ci stava il rosso oltre al rigore? Non so cosa dire, quando l’arbitro fischia in area ci può anche stare. Purtroppo siamo scesi in campo con un atteggiamento sbagliato, appena abbassiamo la guardia veniamo puniti e dobbiamo pensare a questo, non ad arbitro o quant’altro». Severo contro il fischietto siciliano pure Simone Magnaghi. «L’arbitro è stato coraggioso nel prendere una doppia decisione come nel caso del rigore – spiega l’attaccante – ma a mio avviso ha sbagliato ad espellere Legati. Cosa avrebbe dovuto fare? Non si è mai visto un calciatore che non allarghi un pò le braccia per darsi slancio nel salto. Gli episodi, tutti, ci hanno dato contro. È stato mio l’unico tiro in porta nel primo tempo? Avrei potuto fare meglio su quel diagonale». «Noi siamo stati disattenti e loro bravi a punirci – la sintesi del portiere Stefano Fortunato – anche se, oltre ai tre gol su palle inattive, in 90’abbiamo concesso non più di un tiro all’Alessandria. Non si dire se il fallo e l’espulsione di Sales ci fossero, in ogni caso potevamo evitarlo e in quella e in altre situazioni avremmo dovuto fare meglio». In chiusura il capitano Gennaro Esposito. «Ogni volta che sembriamo ad un passo dalla continuità torniamo indietro e non so dire perché – la sua incredulità -. In dieci contro undici abbiamo provato a reagire, ci credevamo, ma onestamente la sconfitta ci sta ed è meritata».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Le due espulsioni? Non le commento. Se mi hanno convinto? Non insistete, non le commento». Si trincera dietro la diplomazia nel post partita un Michele Serena ovviamente amareggiato per il secco 0-3 subito contro l’Alessandria. Alla fine però il tecnico mestrino non ha potuto fare a meno di cedere: «È chiaro che il rigore ci ha tagliato una gamba e mezza, al cospetto di una squadra che sapevamo essere molto forte già di per sè, figuriamoci potendo giocare per più di un’ora in superiorità numerica». Di certo si sperava di non dover commentare un inizio d’anno così negativo. «Dispiace perché abbiamo subito tre gol, il primo e il terzo su palla inattiva, il secondo su rigore. Dispiace, ovviamente avremmo voluto un altro risultato e come ci credevo io ci credevano pure i miei giocatori, anche a fine primo tempo. Sul piano dell’impegno non posso rimproverare nulla». Uno dopo l’altro, Magnaghi, escluso, Serena ha dovuto sostituire i suoi elementi più talentuosi. «Raimondi per una ginocchiata sulla schiena, Bellazzini perché durante la sosta si era allenato in gruppo solo due volte, mentre Greco aveva la febbre come Varano che, infatti, all’ultimo non ho potuto portare nemmeno in panchina. E lo stesso Zaccagni non si era allenato negli ultimi due giorni. Ad un certo punto ho pensato fosse giusto toglierli dal campo per salvaguardarli». D’altra parte sabato a Meda in casa del Renate mancheranno due difensori, Sales e Legati. «Non dobbiamo accusare contraccolpi – raccomanda Serena -, di tabelle non ne ho mai fatte e non comincio certo adesso a fare calcoli. Il percorso è lungo, già altre volte abbiamo reagito e lo faremo di nuovo. Sono dispiaciuto ma non ho visto un Venezia allo sbando, la voglia c’è e proprio l’Alessandria dimostra come con la giusta continuità si possa risalire. I piemontesi hanno vinto la quinta gara di fila in trasferta, i numeri non mentono mai». I giocatori in sala stampa hanno parlato di cali di tensione. «Io non ne ho visti, anzi sullo 0-1 il Venezia ha replicato riprendendosi bene, creando un’occasione, due fuorigioco, insomma era in partita. Purtroppo a darmi fastidio è che ci siamo creati ulteriori difficoltà di organico con le due espulsioni a ridosso della prossima gara ravvicinata. Non ci fasciamo la testa, pensiamo al Renate».
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Ma quale Alessandria d’Egitto? Basta una semplice e ben organizzata Alessandria di cuore piemontese e di valida tradizione calcistica, che quasi sempre viene rispolverata al momento giusto, quando è ora di giocare in laguna. Mettetela contro un Venezia in versione fantasma e ne viene fuori un sonoro 3-0 di quelli che rischiano di finire nell’album dei ricordi, sempre gonfio quando si parla di confronti diretti tra queste due nobili decadute. E così, mettiamoci anche la capocciata di Marconi o la zampata di Mezavilla, dopo la recente rovesciata di Fanucchi e via via alle altre grigioperle fino a risalire ai mai dimenticati due gol dell’amico (di noi tutti) Bruno Bianchi, che dopo aver tanto dato alla causa veneziana venne oltre quarant’anni fa a segnare da ex i gol promozione in maglia grigia e tuttora, come ieri allo stadio, c’è chi li ricorda come un boccone avvelenato. Dunque Venezia non pervenuto, senza attenuanti. L’unica vera occasione di tutta la partita, per la squadra di Serena, sarebbe quella di star zitta e chiedere scusa. Prestazione inguardabile, zero tiri in porta, oppure uno, se vogliamo mettere un rasoterra di Magnaghi nel primo tempo che Nordi para senza sporcarsi. E invece ecco lo stonato ritornello di caccia alle scuse: colpa del freddo, colpa dell’arbitro (puntuali i due cartellini rossi più evidenti e netti del campionato), colpa dell’uomo in meno, o dello spezzatino o del panettone con le uvette. Balle. L’Alessandria gioca meglio, il Venezia perde anche la testa e che l’Epifania, oltre che tutte le feste, si porti via anche questa disgraziatissima partita giocata senza cuore e senza testa. Il mondo va avanti, figurarsi il campionato. Partita senza storia, Alessandria padrona grazie all’uomo in più a centrocampo anche prima delle espulsioni. Il Venezia paga la condizione atletica precaria di Greco, Bellazzini e qualche altro. Raimondi arranca e non garantisce copertura, l’Alessandria si muove bene e cerca l’ottimo Marconi, mai visto così determinato in quella stagione giocata in arancioneroverde. Dopo 4’ Venezia già in ginocchio, punizione dalla trequarti, Serena capisce cha la difesa è messa male, urla i rimedi, ma Taddei è veloce nel battere e Marconi ci mette la testina. Reazione fumosa, finchè su palla che arriva da destra Sales abbatte Marconi in mezzo all’area, con l’arbitro lì vicino. Rigore e cartellino rosso: Sales sa di averla fatta grossa e esce a testa bassa senza protestare. Possibile che dalla tribuna diano la colpa alla mamma dell’arbitro? Su questo – piccola parentesi da aprire – servirebbe un po’ di recupero di fair play. Si sia incazzato oppure no Serena durante l’intervallo, i risultati non si vedono. Zero nel primo tempo, zero nel secondo, l’Alessandria capisce e sceglie di gestire il vantaggio senza scoprirsi, senza correre pericoli, magari con qualche gradevole fraseggio palla-a-terra, che però diventa fin troppo facile se stai vincendo 2-0 e hai un uomo in più. A metà ripresa arriva il terzo, firmato Mezavilla su palla da corner e si potrebbe andare alla sagra dell’uva. Serena capisce di aver perso la partita e almeno sistema le cose in difesa per non prendere la goleada. E fa bene. Tentativo di Legati al 30’ salvato sulla linea da Mora, ecco l’unico brivido che non sia per il freddo. Poi anche Legati va fuori di buon senso, e non è la prima volta a partita compromessa. Attenzione a Legati dunque: minuto 86, risultato 0-3, azione a centrocampo, arbitro a due metri di distanza, entrata con pugno in avanti, obiettivo nuca/collo di Marconi e bersaglio centrato. Che sia cartellino rosso giusto o la colpa è degli antenati dell’arbitro? Tutto questo per dire, l’avrete capito, che non ha senso parlare di tattiche e o di perché o percome di fronte a questa partita. Anzi, speriamo che domani Scibilia e De Franceschi sappiano raccontargliela meglio, a Korablin. Sennò, altro che rinforzi di gennaio.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Se n´è andato il 2014 e ora anche il girone di andata. Il Real Vicenza chiude con il segno più. Ma nella seconda parte del campionato servirà qualche vittoria in più (ieri è arrivato il nono pareggio) per cullare sogni di playoff. Intanto Marcolini si gode il pareggio ottenuto contro il Pavia. «Abbiamo ottenuto un punto contro una grande squadra» le parole d´esordio dell´allenatore biancorosso. Ma è un´occasione persa visti i risultati di Bassano e Novara? Gli si domanda. «Forse sì, ma non mi scordo da dove arriviamo e chi siamo. Abbiamo fatto un girone d´andata straordinario ed è giusto, dopo questa gara, vedere le cose positive. Il Pavia ha dimostrato di essere una formazione di qualità, quando gli avversari erano in possesso davano sempre l´impressione di essere pericolosi; Cesarini, per esempio, sa spostare gli equilibri ma siamo stati bravi noi a limitarlo. La mia squadra, comunque, mi è piaciuta molto. Tante volte ci siamo portati nei pressi della loro area di rigore». Applausi meritati per il Real Vicenza per quanto ha fatto vedere fino ad oggi. Ma riflettendo sul match di ieri qualche appunto viene da farlo. Per esempio, è mancata concretezza in avanti. Marcolini lo riconosce. «Sì, siamo stati poco incisivi nei tiri dalla distanza e negli ultimi passaggi, ma è sempre stata una gara equilibrata. E poi non si possono chiedere sempre miracoli a Sasà, anche se ha sbagliato un gol a pochi metri dalla porta. Certo mi piacerebbe tanto se segnasse tutte le partite ma sta già facendo tantissimo». Quando una partita finisce così, più che soffermarsi sull´occasione fallita da Bruno è giusto parlare dei miracoli di Tomei che ha tenuto a galla il Real Vicenza con tre interventi importanti. «È andata bene ma come dico sempre ben vengano le mie parate, che devono servire per tenere in alto la squadra. E voglio sottolinearne la prestazione, contro una formazione molto forte. Ce la siamo giocata alla pari, abbiamo ben interpretato l´incontro. Quando riusciamo a mettere in campo quello che proviamo e prepariamo durante la settimana sappiamo essere tosti con qualsiasi avversario». Nessun dubbio sulla parata più difficile. «È stata quella su Ferretti – ha affermato il portiere – ma io d´altronde sono lì apposta per parare e per cercare di portare, anche in questo modo, punti al Real Vicenza. Durante la settimana lavoro con il mio preparatore su tutte le situazioni che possono capitare e sono contento della mia prestazione, era importante anche per me a livello personale». Il Real Vicenza tornerà in campo già sabato, di nuovo in casa, per affrontare per la seconda volta la Feralpi Salò, unica squadra assieme all´Arezzo ad aver sconfitto i biancorossi. «Sarà un´altra sfida al vertice, contro una buona squadra che ha appena fermato il Bassano».
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano pareggia, il Novara perde, ma Real Vicenza e Pavia non ne approfittano. È terminata con un pareggio, il nono in campionato, per i biancorossi a reti inviolate la partita di cartello del girone con cui si è chiusa la prima fetta del campionato. Meglio il Pavia nel primo tempo, che ha sfiorato il gol tre volte trovando però sulla strada un Tomei in serata di grazia. Nella ripresa la gara è stata più equilibrata e per un attimo il Real ha pensato al colpaccio. Se solo Bruno non avesse svirgolato quel tiro al volo al 23´, parleremmo di una vittoria da 6 punti. Il primo tempo vive di fiammate. Quelle del Pavia, più che altro, ben messo in campo e graffiante dalla trequarti in su. Al 12´ gli azzurri sfiorano il vantaggio: assist di Pederzoli, tiro di sinistro di Ferretti e respinta di Tomei; il sempreverde Soncin spara alto da pochi metri. Al 26´ altra occasione per la squadra di Maspero: sul cross di Cardin dalla sinistra sbuca Ferretti, Tomei è reattivo e blocca la sfera. Al 38´ Tomei è davvero grande. Soncin serve in orizzontale, e di prima, Ferretti; sulla sua conclusione il capitano biancorosso vola a deviare in corner. La formazione di Marcolini si muove bene, specie sulla destra dove Lavagnoli è un furetto e confeziona almeno una decina di traversoni. Il Real si vede prima al 13´ con una conclusione alta di Galuppini. Al 42´ Cristini incorna su cross di Vannucci ma non inquadra la porta. Allo scadere, termina alto il sinistro di Galuppini. Nel secondo tempo ci si aspetta un cambio di marcia da parte di entrambe le formazioni, che però stanno attente a non sbilanciarsi. Evidentemente anche un pareggio non le scontenterebbe. Galuppini ci prova col destro (non il suo piede) dal limite, ne esce un tiro strozzato. Al 6´ la squadra di Marcolini costruisce un´azione avvolgente che si conclude con il sinistro centrale di Malagò. Al 14´ i biancorossi segnano con Bruno di testa (su cross di Cristini) ma l´arbitro fischia una spinta del bomber napoletano su Andrea Cristini. Il Pavia si fa rivedere con una conclusione velleitaria di Rosso al 16´, ben più pericolosa la punizione di Pederzoli (19´) a fil di palo. Che occasione per il Real al 23´. Dalla Bona recupera palla e passa a Malagò; dai piedi del veneziano parte un cross morbido per Bruno che tutto solo, a pochi metri da Facchin, svirgola. Al 25´ Ferretti arpiona un pallone e lo calcia di prima in porta, centrale. Il match si chiude sull´iniziativa di Chiarello: percussione centrale, serie di finte e tiro dai 25 metri alto. Per il girone di andata può bastare, sabato si torna in campo per il resto. E il Real Vicenza, in casa con la Feralpi Salò, vuole riprendere a vincere.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Bicchiere mezzo pieno per il Bassano, con i protagonisti che nel dopo gara non si rammaricano per il mezzo passo falso, ma piuttosto esultano per il punto conquistato. Il tecnico Antonino Asta si dichiara soddisfatto: «In questa partita ha vinto lo spettacolo. Si è visto bel calcio e le due squadre hanno dato vita ad una partita davvero bellissima. C´è un po´ di rammarico per il gol subito a tempo ormai scaduto del primo tempo, e per non essere riusciti a pareggiare prima nella ripresa. C´è da dire però che Branduani ha fatto un paio di parate decisive. Io comunque sono soddisfatto, perché fare risultato dopo la sosta non era sicuramente facile. Bisogna inoltre ricordare che avevamo di fronte una squadra ottima, quindi prendiamo questo punto molto volentieri». A spianare la strada alla FeralpiSalò, in vantaggio in chiusura di primo tempo, è stato un errore difensivo del Bassano, con il tecnico dei giallorossi che non si sottrae all´analisi della rete di Ranellucci: «C´è stata una nostra disattenzione – prosegue Asta -, perchè Priola purtroppo ha perso Ranellucci. Ce l´aveva lui in marcatura e oltretutto sapevamo che loro facevano i blocchi. Quindi avremmo dovuto evitare che colpisse tutto solo di testa. Lo avevamo immaginato però che avremmo rischiato di subire gol in questa circostanza, anche perchè in questa categoria ce ne sono pochi che calciano le punizioni come Pinardi». Poi Nolè ha rimediato: «E alla fine si è chiuso con un bel pareggio. Un risultato che accogliamo con piacere, perchè ci permette di cominciare l´anno e di finire il girone di andata con un bel punto, che non era facile da conquistare». Protagonista assoluto della gara è stato Angelo Raffaele Nolè, autore del gol del pareggio: «È stata sicuramente una bella partita e alla fine l´1-1 è un risultato giusto – spiega l´esterno offensivo del Bassano – anche se forse abbiamo costruito qualcosa in più noi rispetto ai nostri avversari. Branduani però ha fatto grandi parate e noi siamo stati un po´ sfortunati, anche perchè abbiamo colpito un palo. Il rigore? Mi sono allungato la palla e ho cercato di prenderla con la punta. Sono stato toccato e sono andato giù, ma un po´ è stato ingenuo il difensore. Diciamo che ha vinto l´esperienza». La FeralpiSalò è una buona squadra: «Sapevamo che non avremmo avuto vita facile, perché loro non mollano mai e i 30 punti che hanno in classifica lo dimostrano. Sapevamo che erano pericolosi sulle palle inattive, ma ci siamo cascati comunque. Peccato, ma siamo contenti lo stesso, anche perchè venivamo da una sosta e avevamo paura di incappare in una brutta giornata. Ma ce la siamo cavata bene e alla fine torniamo a casa con il sorriso».
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano rischia di affondare sul Garda, ma rimane a galla grazie a Nolè, che ad un quarto d´ora dal termine realizza su calcio di rigore il gol del pareggio. Grande prova di forza della formazione di Antonino Asta, che riesce a strappare un punto nella difficile trasferta bresciana, mantenendosi in vetta alla classifica. È stata una gara dai due volti: nel primo tempo match bloccato, con le due squadre che faticano a rendersi pericolose, ma con la Feralpi Salò che riesce a chiudere in vantaggio grazie ad un gol di Ranellucci. Ripresa molto più viva, con repentini cambi di fronte e pareggio (meritato) di Nolè che fissa il punteggio sull´1-1. Asta adotta il consueto 4-2-3-1: dietro a Pietribiasi giocano Furlan, Nolè e Iocolano. Dall´altra parte Scienza risponde con il 4-3-3: in avanti il tridente è formato da Bracaletti, Romero e Gulin. Comincia bene il Bassano, con la progressione di Iocolano al 10´: l´esterno finisce giù in area, ma l´arbitro lo punisce con un cartellino giallo per simulazione. Cinque minuti più tardi azione travolgente sulla destra di Furlan, che poi tocca al centro per Pietribiasi, ma il numero 9 ospite apre troppo l´angolo del tiro e la palla si perde sul fondo. La prima risposta dei bresciani arriva al 21´: Bracaletti ruba palla a centrocampo, poi innesca Cittadino che però di destro spara alle stelle. La risposta del Bassano sta in un calcio di punizione di Furlan, con un gran destro a giro che termina a fil di palo. Centoventi secondi più tardi Tantardini fugge sulla destra e poi prova il tiro. La ribattuta di un difensore favorisce Cittadino, che però da buona posizione svirgola. Poco prima dell´intervallo nuova occasione per gli ospiti, con Semenzato che dai venticinque metri non riesce ad inquadrare la porta. Al terzo minuto di recupero punizione per la Feralpi Salò: Pinardi con un tocco vellutato serve Ranellucci, che appostato sul secondo palo sfrutta un blocco dei propri compagni, colpendo di testa indisturbato. Rossi riesce solo a deviare la sfera, che s´infila in fondo al sacco, per il vantaggio della Feralpi Salò. Non c´è nemmeno il tempo per rimettere la palla al centro: Rapuano manda tutti negli spogliatoi. In avvio di ripresa Nolè vede fuori dai pali Branduani e prova il pallonetto da centrocampo, ma il numero uno bresciano riesce a rientrare e a bloccare la sfera. All´8´ Fabris va sul fondo, poi mette in mezzo per Romero, che di destro sfiora il palo. Occasionissima per il Bassano dopo appena due giri di lancette: punizione dal limite di Nolè e palla che finisce sul palo a Branduani battuto. Il Bassano preme sull´ acceleratore e schiaccia la Feralpi Salò nella propria metà campo, ma la formazione lombarda si difende con ordine e cerca di colpire in contropiede. Al 18´ Bracaletti entra in area da destra e colpisce di potenza, ma Rossi è attento e chiude sul primo palo. Passano altri due minuti e i ragazzi di Asta vanno vicinissimi al pareggio: sponda di testa di Nolè per Cenetti, che al volo manda la sfera all´incrocio dei pali, con Branduani che si supera e mette in angolo. I padroni di casa sfiorano il raddoppio, stavolta con Romero, che stoppa di petto e di destro gira colpendo il palo (25´). Poco dopo Furlan dal limite dell´area impegna severamente Branduani, che ancora una volta riesce a mettere in angolo. Al 32´ il Bassano perviene al pareggio. Fallo di Tantardini su Nolè e calcio di rigore che lo stesso esterno ex Ternana calcia, spiazzando Branduani per l´1-1. È la rete che permette alla squadra di Asta di rimanere a galla, portandosi a casa un punto meritato e arrivando a quota 37 in classifica, a pari merito con l´Alessandria, vittoriosa sul campo del Venezia.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Stati d’animo opposti nel dopo gara. Nonostante la sconfitta Longhi difende a spada tratta i suoi: «Non posso rimproverare niente alla squadra, e nessuno si deve permettere di farlo. Al di là dei limiti che abbiamo e delle difficoltà a segnare, perdiamo per un episodio, cosa che ci succede da settimane. Nel primo tempo abbiamo fatto male, nel secondo siamo cresciuti, ma si vince solo se si fa gol. A tutti i ragazzi devo comunque dire solo grazie per ciò che hanno fatto, poi siamo in attesa di sviluppi sul fronte societario». I giocatori hanno chiesto che entro venerdì vengano saldati gli stipendi, altrimenti domenica potrebbero non scendere in campo. «Metto anche in preventivo che qualcuno faccia scelte diverse dal giocare, ognuno trarrà le sue conclusioni. Uno può dare il massimo quando è tranquillo, e la tranquillità non c’è. A fine settimana si tireranno le somme». Diverso il parere di Barbin, rappresentante in Italia del gruppo olandese che dovrebbe rilevare la società. «Non c’è alcun out-out dei giocatori. Nel momento in cui il nuovo gruppo effettuerà il primo pagamento per diventare proprietario del San Paolo, metterà a posto la situazione: devono essere pagate due mensilità ai giocatori e saranno saldate». Tornando a Longhi, invoca anche qualche rinforzo. «Servono almeno un difensore e un attaccante. Se c’è la possibilità bene, altrimenti andremo avanti così». Sorride invece il tecnico aponense De Mozzi: «Non è stata una delle nostre migliori partite, però abbiamo vinto da squadra forte mentalmente. Venendo dalla sosta non siamo ancora brillanti, ma ci siamo comportati al meglio tatticamente. Zanardo? Bene, non me l’aspettavo a questo livello». Al giro di boa con 27 punti. «Soddisfatto, anche se meritavamo di girare a 33-34».
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Tre punti d’oro per un Abano troppo brutto per essere vero, e un’altra amara sconfitta per un San Paolo ormai sull’orlo del baratro. Non di classifica, visto che il penultimo posto è rimasto tale ma societario: «Metto in preventivo che qualche giocatore decida di andarsene», ammette candidamente Damiano Longhi a fine gara. E questa, a tre giorni dall’aut – aut lanciato dai giocatori alla società, potrebbe suonare quasi come una resa. Davanti a tutti i problemi possibili, però, c’è una squadra che nel suo piccolo riesce a mettere sul campo tutto quello che ha, e per poco non rosicchia un punto a un Abano che ora sente aria di alta classifica ma che nel derby della Befana in un gelido (praticamente vuoto) Euganeo certo non brilla. Almeno nell’ultima ora di gioco, perché nella prima mezz’ora la squadra di De Mozzi, con il nuovo arrivato Zanardo subito in campo, riesce a farsi notare per diverse azioni interessanti. La gara, in ogni caso, vive di fiammate. Le prime si materializzano proprio in avvio: al 5’ Franceschini si ritrova liberissimo sul rilancio del proprio portiere Murano, serve in profondità Barichello che però perde l’attimo buono. Un quarto d’ora di immobilismo, e tra il 20’ e la mezz’ora la gara si accende di nuovo. Al 27’ si sblocca la situazione: come avvenuto pochi minuti prima, Franceschini e Zanardo combinano al limite, il passaggio di ritorno di quest’ultimo taglia in due la difesa del San Paolo, che rimane a guardare e favorisce l’inserimento di Franceschini che di destro batte Savi. Trovato il vantaggio, l’Abano allenta la presa e la squadra di Longhi mette la testa fuori dal guscio: Rebecca colpisce di testa (32’) ma Murano è rapido a stendersi e deviare, quindi Villatora calcia a botta sicura sugli sviluppi di un corner (33’) ma Dall’Ara si getta a corpo morto deviando il destro potente. Ad inizio ripresa, oltre a Mascolo, Longhi getta nella mischia il giovanissimo Lombardo (classe 1998), per dare la sveglia ad una partita che De Mozzi cerca di addormentare: il risultato è buono solo a metà, perché il San Paolo prende sì in mano il pallino del gioco, ma per 40 minuti non si contano azioni degne di questo nome. È nel finale, allora, che la squadra di Longhi produce la migliore occasione del match: sul cross deviato di Rebecca, la difesa aponense si dimentica di Guariento, che tutto solo calcia a occhi chiusi senza trovare lo specchio. L’Abano potrebbe pure raddoppiare con due contropiedi che Bortolotto non finalizza, e nel complesso porta a casa tre punti con il minimo sforzo. Per il San Paolo, invece, è notte fonda. E la luce in fondo al tunnel non si vede ancora.
Ore 11.30 – In corso all’Appiani l’allenamento mattutino dei Biancoscudati.
Ore 11.10 – (Gazzettino) E a proposito di tifosi, per la sfida di domenica a Mogliano con l’Union Pro, saranno a disposizione dei biancoscudati duemila posti (su tremila complessivi), nella tribuna centrale coperta e in quella laterale di destra dello stadio Comunale. Saranno allestiti tre punti vendita, attivi dalle 10, e il tagliando costa 12 euro (5 il ridotto per donne e nati dall’1 gennaio 2005). Da domani a sabato prevendite aperte allo stadio di Mogliano e nella sede della società trevigiana dalle 16.30 alle 18.30. Organizza un pullman, in presenza di almeno 40 adesioni, il club Fossa dei Leoni. Il costo, comprensivo di biglietto, viaggio e pranzo al sacco, è di 22 euro. Info alla mail clubfossadeileoni@libero.it o nel profilo Facebook del club. Quanto alla squadra, solo corsa ieri pomeriggio per Zubin, in fase di miglioramento; a riposo per qualche linea di febbre Petkovic (oggi l’ecografia di controllo per il suo problema muscolare). Fermi Busetto (tacchettata alla gamba) e Degrassi (infiammazione al ginocchio). Oggi doppia seduta all’Appiani, domani amichevole sul campo di Carpanedo.
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Non ho parlato personalmente con gli ultras -conclude Bergamin – ma qualcosa bisogna fare attivandosi in qualche modo. Non capisco come non possa essere visto che chi fa queste cose». Insieme al presidente, accompagnato all’Appiani per il primo allenamento settimanale dalla moglie Giovanna, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, anche lui amareggiato e preoccupato per avere ricevuto più di qualche messaggio da parte di tifosi che hanno dichiarato di non volere più seguire la squadra in trasferta per non mettere a rischio l’incolumità propria e della propria famiglia. Sull’argomento è intervenuto pure il direttore Fabrizio De Poli: «Mi chiedo cosa c’entrino queste cose con il calcio. Se mi trovassi nei panni del tifoso sarei molto arrabbiato, dato che si rischia di ricevere un grave danno per colpa di pochi. È già brutto il fatto di avere subìto sanzioni per cose del genere, i soldi vanno spesi solo per il calcio». «Concordo con quanto dichiarato dalla società – gli fa eco capitan Cunico – ma la cosa che mi preoccupa di più sarebbe non potere contare sulla spinta dei tifosi».
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Questa volta dubito che ce la perdoneranno». Oggi è il giorno del verdetto del giudice sportivo sui tre petardi lanciati domenica in campo dai tifosi del Padova durante il match con l’Altovicentino, episodio per il quale il presidente Giuseppe Bergamin non si aspetta sconti. «Non voglio pensare a quanto succederà – aggiunge – e la decisione, multa a parte, rimane imprevedibile perché non so se ci sarà la squalifica del campo o l’obbligo di giocare a porte chiuse». La prima ipotesi potrebbe scattare se il giudice applicasse la recidiva per gli episodi di Valdagno, con riferimento alla diffida scattata dopo la gara a Montebelluna a causa dell’esplosione di petardi e fumogeni. Se invece punterà l’attenzione su quanto avvenuto a Fontanafredda (un fumogeno e cori di discriminazione razziale) per almeno due partite il Padova sarebbe costretto a giocare all’Euganeo senza tifosi, dopo la sospensione del precedente dispositivo. Al di là di quanto verrà deciso, l’episodio non dovrà più verificarsi.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Luigi Degrassi, papà del terzino sinistro biancoscudato Alessandro, è intervenuto ieri su Facebook per incoraggiare il figlio dopo l’errore commesso domenica in occasione del gol dell’Altovicentino, ma anche per polemizzare con chi, secondo la sua opinione, ha dato troppo risalto all’episodio costato la sconfitta del Padova e messo il giovane giocatore sul banco degli imputati sulla rete e sulla carta stampata. Una lettera aperta, la sua, che, in quanto pubblicata su un social forum, non ha evidentemente come unico destinatario il sangue del suo sangue. «Bravo Ale -scrive – finalmente hai sbagliato, un errore costato carissimo, ma come hanno insegnato i nonni che da poco non ci sono più, solo sbagliando si impara e se non sei al Real Madrid. Con il tuo sacrificio, l’impegno e la coerenza potrai sempre essere fiero di ciò che fai». Poi aggiunge: «Lascia stare i “gufi” e chiediti sempre dove erano loro a festeggiare la notte di San Silvestro e dove invece eri tu, alla Guizza con i pochi compagni rimasti, o costretto a partire alle cinque di mattina dalla fredda Torino, affrontando la nebbia del 27 dicembre per arrivare a Padova in tempo per l’allenamento… Testa alta Ale, non ti abbattere, siamo in tanti a volerti bene».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) L’Altovicentino, tornato a – 2, quanto vi preoccupa? «L’Altovicentino è passato e ce ne dovremo preoccupare solo all’ultima giornata. Domenica scorsa è arrivata la prestazione, ma non il risultato. Il campionato, però, non si vince nello scontro diretto, bensì in tutte le altre partite. Chi sarà più bravo a vincere il maggior numero di gare contro le altre squadre alla fine vincerà il campionato». Ripresa. Ieri c’è stata la ripresa degli allenamenti allo stadio Appiani. Emil Zubin ha continuato a lavorare a parte, sta meglio, ma è ancora presto per capire se potrà farcela per domenica a Mogliano. Fortemente in dubbio anche Petkovic, che ieri non si è allenato per qualche linea di febbre e oggi si sottoporrà ad una nuova risonanza magnetica per valutare il recupero dall’infortunio muscolare accusato contro il Ripa La Fenadora. Assenti ieri anche Busetto, vittima di una contusione a Valdagno, e Degrassi, che ha un ginocchio infiammato. Oggi doppio allenamento all’Appiani, domani amichevole alle 14.30 a Carpanedo.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Chi ha perso di più è proprio l’Altovicentino (ex Marano), che rispetto a dodici mesi fa ha raccolto 5 punti in meno, ma anche Parlato, facendo un paragone, qualcosina ha dovuto lasciare per strada. Il suo Pordenone, oltre a una vittoria in più, aveva segnato 4 gol in più (39 contro 35) e soprattutto subìto 7 reti in meno (7 contro 16). L’unico dato in cui i Biancoscudati non primeggiano, infatti, è quello difensivo, visto che hanno incassato meno gol sia Belluno (12) che Sacilese (14). La classifica, però, dice che la squadra più forte è il Padova. È così, Parlato? «I punti che abbiamo raccolto sono stati tutti meritati», rileva il tecnico. «Nel complesso abbiamo ottenuto quello che volevamo e nelle uniche due partite in cui abbiamo perso, gli avversari si sono dimostrati più bravi di noi nello sfruttare le occasioni. Ma in entrambe le partite, per quanto concerne la prestazione, non avremmo assolutamente meritato di perdere. Il bilancio non può che essere positivo». Cosa cambia nel girone di ritorno? «Gli avversari ci conoscono, ma anche noi conosciamo loro. I punti si faranno sempre più pesanti ed è qui che dovranno emergere forza, consapevolezza ed esperienza. Dovremo ricercare sempre la prestazione migliore, ma da adesso in poi, anche nei giorni in cui non riusciremo ad essere brillanti, l’imperativo sarà quello di portare a casa sempre i punti. Sono solo quelli che contano».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il giro di boa è arrivato e, con esso, il primo bilancio. Ovviamente superpositivo, viste le premesse estive, le incognite di una categoria mai disputata e le difficoltà di costruire una squadra da zero con la metà del tempo a disposizione rispetto alle rivali. Il Padova, nonostante la sconfitta dell’ultima giornata contro la diretta inseguitrice Altovicentino, resta primo in classifica, nel girone C della serie D, con due lunghezze di vantaggio, avendo collezionato 41 punti, frutto di 13 vittorie, 2 pareggi e altrettante sconfitte. In casa non ha mai perso e le uniche battute d’arresto sono arrivate, di misura, lontano dall’Euganeo, proprio quando Cunico & C. non sono riusciti ad andare a segno. In un torneo nel quale le prime due della classe hanno dovuto tenere una media vertiginosa (il Padova ha iniziato con 8 successi di fila), sorprende il paragone con lo scorso anno. Alla fine del girone d’andata, infatti, nello stesso raggruppamento il Pordenone di Parlato aveva raccolto 44 punti, tre in più rispetto a quelli del Padova, ma doveva dividere il primato con il Marano di Dalle Rive, agganciato ai neroverdi in un testa a testa durato fino a maggio.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Una società non può pagare di tasca propria per qualcosa che non ha a che fare minimamente con il pallone. Questo è un anno di ripartenza per il calcio a Padova e vogliamo impostare un percorso che ci possa far stare in armonia con il nostro pubblico. Finora è sempre stato così, ma è ora di finirla con questi gesti. Che gusto c’è a tirare un petardo? Io da tifoso sarei veramente arrabbiato con chi si comporta in questa maniera, si rischia di arrecare un danno ai tifosi stessi». Il tecnico Carmine Parlato condanna gli episodi, ma fa un distinguo: «Non credo sia giusto giudicare l’intera tifoseria del Padova per i “mal di pancia” di pochi. Abbiamo un pubblico meraviglioso e mi sento di condividere le parole della dirigenza, che ha elogiato la massa di tifosi accorsi a Valdagno, condannando i pochi che si sono resi protagonisti dei misfatti. Non so se si possa controllare o meno quanto succede, per prevenire altri episodi del genere in futuro. Ma è evidente che chi ha fatto esplodere quei petardi può creare un danno a noi e alla società. E allora mi chiedo: a che scopo?». Ha commentato quanto successo anche Marco Cunico. «La cosa che mi preoccupa di più è il rischio di giocare senza il nostro pubblico. Finora è come se fossimo sempre stati in casa e i tifosi ci hanno trascinato. Sarebbe molto strano scendere in campo in un Euganeo vuoto. Per il resto, mi allineo al parere della società. Noi in campo siamo concentrati sul gioco, abbiamo sentito le esplosioni, anche se per me la panchina dell’Altovicentino ha un po’ esagerato».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il giorno della sentenza è arrivato. Nel primo pomeriggio di oggi la Biancoscudati Padova conoscerà il verdetto del giudice sportivo dopo quanto successo a Valdagno, con i tre petardi esplosi sugli spalti (a ridosso della panchina dell’Altovicentino), uno dei quali ha anche indotto l’arbitro a sospendere il gioco per una ventina di secondi. La società di viale Rocco era già stata punita per le intemperanze dei tifosi in occasione delle trasferte di Monrupino, Montebelluna e Fontanafredda e proprio dopo quest’ultima era arrivata la sanzione (sospesa) di chiusura dei settori locali dello stadio Euganeo per qualche “buu” razzista. Oggi il giudice sarà chiamato a decidere di nuovo: una pesante multa, la chiusura dello stadio per una o più gare o la decisione di giocare in campo neutro la prossima (o le prossime) partita casalinga. «Non so proprio cosa aspettarmi», sospira il presidente Giuseppe Bergamin. «Di certo sarà dura scamparla. Siamo dispiaciuti, non abbiamo ancora parlato con i tifosi, ma qualcosa dovremo fare per far cessare questi episodi». In panchina a Valdagno c’era anche il direttore sportivo Fabrizio De Poli, molto amareggiato. «Devono smetterla», il suo commento.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Partirà domani – informa l’Union Pro Mogliano Preganziol – la prevendita per la gara di domenica 11 gennaio fra l’undici di Feltrin e la Biancoscudati Padova, in programma alle ore 14.30 allo stadio Comunale di Mogliano Veneto. Ai tifosi padovani sarà riservata l’intera tribuna coperta e la laterale destra (capienza di circa 2.000 persone). L’entrata allo stadio sarà quella principale, dove saranno predisposti tre punti-cassa. I tagliandi potranno essere acquistati alle biglietterie dello stadio, alla segreteria della società trevigiana e al “Club Union Pro” da Giuliano Vesco nei seguenti giorni e orari: – giovedì 8 dalle ore 16.30 alle ore 18.30 – venerdì 09 dalle ore 16.30 alle ore 18.30 – sabato 10 dalle ore 16.30 alle ore 18.30 – domenica 11, giorno della partita, dalle ore 10 presso la biglietteria dello stadio. Il costo del biglietto è stato fissato in 12 euro. Vi sarà la possibilità di acquistare biglietti ridotti per tutte le donne e per bambini nati dall’1/1/2005 in poi al costo di 5 euro. Per informazioni è possibile contattare la sede dell’Union Pro ai seguenti numeri: sede della società 041.5904465; segreteria 338.7636074.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «E, giusto per puntualizzare, mi è dispiaciuto che a fine partita il presidente non mi sia venuto a salutare. Penso che almeno un saluto, dopo quello che ho fatto a Marano lo scorso anno, me lo sarei meritato. Visto e considerato che non conosco lo stadio di Valdagno, sono andato direttamente sul pullman, pensavo che andasse diversamente se devo essere sincero, ma va bene lo stesso». La scelta di schierare Ferretti e non Amirante è stata molto criticata dai tifosi e Parlato, forse per la prima volta dall’inizio del campionato, è stato oggetto di qualche appunto da parte di osservatori e tifosi: «Chiaramente non posso avere i 90 minuti sulle gambe — spiega Ferretti — ma conto di arrivarci presto. Davanti siamo in tanti, il mister fa le sue scelte e comunque è stato giusto sostituirmi nella ripresa, perché non ne avevo più. La sconfitta brucia ancora, nonostante siano passati alcuni giorni, pensavamo di poter almeno pareggiare e lo avremmo meritato. Ma siamo ancora davanti noi e siamo convinti di poter arrivare fino in fondo». Un pensierino al 2015. Ferretti sorride: «Se chiedo prima di tutto la salute? Diciamo che ho qualche altro pensiero in mente — scherza — ma va bene innanzitutto la salute. Devo stare bene e spero di non infortunarmi più, poi ci sono altre cose a cui penso per il 2015, ma preferisco non dirle…».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Schermaglie, nervosismo, appuntamento al ritorno. AltoVicentino-Padova non è ancora terminata e anche a distanza di tre giorni fa ancora discutere. Oggi arriverà il verdetto del giudice sportivo, che con ogni probabilità sancirà almeno una partita a porte chiuse ai biancoscudati per il lancio di petardi nel corso della gara nei pressi della panchina vicentina. Ma intanto ci sono pure le piccole polemiche a distanza che ancora una volta coinvolgono il presidente Rino Dalle Rive: «Ho letto le dichiarazioni di Marco Cunico — ha dichiarato il patron — ma non me la dà a bere. Lui è un guerriero, la sconfitta gli brucia forte, altro che “giocando bene si vince”. Lo capisco, lui e Ferretti volevano la vendetta, anche se Gustavo mi ha un po´ indispettito per come si è comportato in campo». La risposta di Ferretti, contattato proprio dall’AltoVicentino poche settimane fa, non si è fatta attendere: «Dalle Rive può dire quello che vuole — ringhia il Rulo — ma magari dovrebbe anche vedere il comportamento dei suoi difensori, che per tutta la partita hanno menato come fabbri, giocando sempre al limite del regolamento. Io sono fatto di sangue, non di acqua limpida e se sono provocato reagisco».
Ore 08.38 – Serie D girone C, prossimo turno (diciottesima giornata, domenica 11 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Legnago, Montebelluna-Clodiense, Fontanafredda-ArziChiampo, Union Pro-Padova, Mori S.Stefano-Belluno, Kras Repen-Sacilese, Tamai-Giorgione, Ripa La Fenadora-Dro, Triestina-Mezzocorona
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica al termine del girone di andata: Padova 41, AltoVicentino 39, Belluno 36, Sacilese 32, La Fenadora 29, Montebelluna 27, Tamai e Clodiense 26, ArziChiampo 25, Fontanafredda 24, Union Pro 22, Giorgione 19, Legnago 17, Dro 16, Triestina e Kras Repen 11, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati dell’ultima giornata di andata: Altovicentino-Padova 1-0, Kras Repen-Clodiense 1-1, Montebelluna-Belluno 0-1, Mori Santo Stefano-Fontanafredda 3-4, Sacilese-Dro 1-1, Tamai-Mezzocorona 2-0, Triestina-Legnago 4-4, Union Pro-ArziChiampo 2-3, Union Ripa La Fenadora-Giorgione 3-1
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 6 gennaio: Befana di lavoro per i Biancoscudati, che sono tornati ad allenarsi dopo la sconfitta con l’AltoVicentino.