Alla vigilia di Alto Vicentino-Padova era chiaro soprattutto un concetto: non si sarebbe dovuto perdere. Dallo Stadio Dei Fiori di Valdagno è uscito invece l’unico risultato che non doveva uscire e, al tirar delle somme, la trappola preparata da Diego Zanin è scattata puntuale. Perché è chiaro che, nonostante il risultato più giusto fosse il pareggio e ci sia stata una buona dose di sfortuna, l’Alto Vicentino ha giocato la partita che voleva. Consapevole che il Padova ha probabilmente qualcosa in più quanto a collettivo e pure nei singoli, Zanin ha atteso al varco la capolista, cercando di smascherarne i (pochi) difetti di colpirla in contropiede. Ci è riuscito per un grave errore di Degrassi, che si conferma il punto debole dello scacchiere di Carmine Parlato, per la capacità di non concedere spazi (se non una serie infinita di calci d’angolo) e per un pizzico di fortuna che in questi casi aiuta sempre.
Il Padova non ha affatto giocato male ma ha sbagliato essenzialmente tre cose: 1) non ha saputo trovare alternative a Cunico, che da questi parti conoscono bene e che sanno come marcare; 2) è caduto nella trappola del nervosismo, eccedendo in proteste e perdendo tempo ed energie quando esisteva la possibilità concreta di ribaltare la sentenza che nel frattempo stava maturando sul campo; 3) ha fallito tantissimi cross non riuscendo mai a colpire fra le linee. E Parlato ha tenuto troppo in campo Ferretti, reduce da un lungo stop e palesemente fuori forma.
Detto che ci poteva stare un rigore nel primo tempo fra i tre reclamati dai Biancoscudati, non è qui che si è persa la partita, ma in tanti piccoli dettagli che alla fine hanno premiato l’Alto Vicentino. Adesso l’ago della bilancia nella corsa promozione, che poteva indirizzarsi definitivamente o quasi in direzione Padova in caso di vittoria esterna, torna (quasi) in equilibrio. La strada è lunga, il Padova ha due punti di vantaggio ma, almeno fino alla partita di ritorno, lo scontro diretto a sfavore. L’Alto Vicentino era reduce da un dicembre nero, ma è riuscito a rialzarsi, esattamente come aveva fatto il Padova dopo il ko di Sacile. Come ho scritto a inizio anno, a fare la differenza nella corsa promozione saranno i dettagli. Capaci, quelli sì, di indirizzare il verdetto finale in in senso o nell’altro. E bisognerà sbagliare poco o nulla, soprattutto nella complessa gestione del reparto offensivo e degli equilibri interni al gruppo.