Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
Con la Reggina una stagione fa in serie B, e con l’Altovicentino domenica nel giorno del suo debutto in panchina. Diego Zanin incrocia da tecnico per la seconda volta in pochi mesi il Padova, senza dimenticare il suo passato come attaccante biancoscudato con tanto di promozione in serie B (1986-1987). «Ci si affronta in situazioni diverse, ma sempre con grande voglia e spirito – esordisce Zanin -. Il Padova ha vissuto una serie di vicissitudini, mentre io sono uscito dal calcio a maggio per ragioni famigliari rifiutando diverse opportunità in questi mesi e adesso riprendo incontrando proprio i biancoscudati». Per lei, come detto, sarà l’esordio alla guida dei vicentini. «Sono arrivato da una settimana e ho diretto pochi allenamenti. Di tempo non ce ne è stato moltissimo, anche se ho trovato un gruppo di valore che ha perso punti per vari motivi. Affrontiamo con grande rispetto una compagine importantissima come il Padova. È l’ultima partita del girone di andata, ma non inciderà sul campionato dato che è ancora molto lungo».
Chi è la favorita domenica tra Padova e Altovicentino? «Sono due belle squadre che meriterebbero di salire di categoria per quello che hanno fatto vedere nel girone di andata». Ma c’è posto in Lega Pro solo per una. «Ce la giocheremo e non è detto solo con il Padova dato che ci sono altre squadre importanti. Anche se attualmente i biancoscudati sono davanti con numeri strepitosi e noi siamo la diretta antagonista. Cercheremo di dare filo da torcere fino alla fine». Come sta preparando questa super sfida? «Sto provando diversi moduli e mi sto concentrando molto sul Padova. Conosco Parlato, è un amico. Ci siamo ritrovati come avversari per tutta la nostra carriera come giocatori e come allenatori, e ci troviamo anche sempre al mare a Porto Santa Margherita di Caorle. Conosco bene anche il preparatore atletico biancoscudato Marin che è mio compaesano e ha lavorato con me a Jesolo. So il valore delle persone che ci sono al Padova». Parlato l’ha chiamata quando è approdato all’Altovicentino? «No, giustamente non era il caso. Ma lo stimo molto ed entrambi siamo ambiziosi. Sarà una bella sfida».
C’è un giocatore che toglierebbe al Padova? «Ci sono diversi giocatori che hanno qualità e carriere importanti alle spalle. Ciò che spicca è che molti hanno già giocato insieme e conoscono l’allenatore, e finora hanno fatto qualcosa di eccezionale. Temo nel complesso il Padova e quello che rappresenta con la sua storia, le persone serie che ci sono e tutta l’atmosfera che ha attorno. Domenica non incontriamo la prima in classifica, incontriamo il Padova che è qualcosa di più». Al seguito dei biancoscudati ci saranno molti tifosi. «Sono una forza in casa e in trasferta, è senza dubbio un grande vantaggio. Però non saremo condizionati, in campo vanno i giocatori. Abbiamo grande rispetto per il Padova, ma cercheremo di metterli in difficoltà in tutti i modi». Un flash sulla sua esperienza all’ombra del Santo. «Conservo un bel ricordo. Ero all’inizio della mia carriera, mi vengono in mente l’Appiani, le vittorie e la promozione in serie B, l’attaccamento dei tifosi alla squadra. Ho sempre un grande rispetto per la piazza e per i suoi tifosi che non cancellerò mai, anche se adesso mi concentro sul presente. L’anno scorso con la Reggina siamo riusciti a fermare il Padova (2-2), quest’anno dobbiamo ripeterci con l’Altovicentino».