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Ore 20.00 – Si chiude qui l’ultimo live 24 del 2014 di Padova Goal. Augurandovi “buona fine” vi invitiamo a seguirci sempre numerosi anche nel 2015! Appuntamento a domani…
Ore 19.50 – (Il Piccolo) La Triestina prosegue la preparazione in vista dell’importante sfida casalinga di domenica contro il Legnago (inizio ore 14.30), diretta concorrente per la salvezza. Una partita alla quale ormai certamente non prenderanno parte i quattro giocatori infortunati, che nemmeno ieri hanno preso parte all’allenamento. Out quindi il portiere Di Piero, Pontrelli, Giordano e Aquilani. E fuori ovviamente anche Luca Piscopo, che come noto è sospeso al momento dagli allenamenti in attesa dell’incontro chiarificatore che avrà nei prossimi giorni con il presidente Pontrelli, che proprio ieri ha festeggiato il suo cinquantesimo compleanno. Si prospetta dunque una conferma per Zucca fra i pali, e il probabile rientro da titolare di Fiore in mezzo alla difesa, che farà coppia con Antonelli oppure con Giannetti. Del resto Fiore già a Fontanafredda era stato convocato e pertanto è pienamente recuperato. Dopo l’allenamento di ieri pomeriggio nella gelida Prosecco agli ordini di Ferazzoli, stamane gli alabardati effettueranno l’ultimo allenamento del 2014 sul sintetico del campo sportivo comunale “Zaccaria” di Muggia. Intanto la società alabardata ha annunciato tre nuovi arrivi per la formazione Juniores, rinforzi che arrivano a infoltire la rosa a disposizione del tecnico Sergio Marassi. I nuovi giovani, tutti classe 1997, sono il difensore Marco Elleni proveniente dal Kras, l’attaccante Vincenzo Taglialatela, anch’esso proveniente dal Kras, e infine il centrocampista rumeno Gabriel Martin Zsolt, che arriva invece dallo Zaule Rabuiese. Tutti e tre saranno già a disposizione del tecnico triestino alla ripresa degli allenamenti venerdì 2 gennaio a Muggia.
Ore 19.40 – (Il Piccolo) Chiudendo l’anno, si spera sempre che quello successivo sia migliore. L’augurio è più che mai valido considerando il 2014 della Triestina, un altro anno tribolato che è seguito ad altri già segnati da disastri societari e sportivi. Ma c’è il fatto che mai come in quest’anno solare, i tifosi alabardati che si sono recati allo stadio Rocco hanno visto la propria squadra più perdere che vincere. Per cui non può certo sorprendere la crescente disaffezione degli ultimi tempi e uno stadio sempre più vuoto, anche se si è visto che bastano alcuni risultati positivi per ridestare la tifoseria. Già, perché alla fine, al di là di categorie e problemi societari, sono quasi sempre i risultati sul campo ad attirare o meno la gente al Rocco. Purtroppo però, come detto, sotto questo aspetto il 2014 è stato disastroso per le partite casalinghe. A una buona, anche se non trascendentale, prima parte dell’anno – corrispondente alla seconda parte della stagione scorsa con Rossitto in panchina – quando l’Unione totalizzò 5 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, ha fatto riscontro il ben noto cammino di questa stagione, con la Triestina che da settembre in poi non ha mai vinto mettendo assieme solamente 3 pareggi e 4 sconfitte. Il risultato complessivo di questo 2014, pertanto, è di 5 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte: in pratica, il tifoso alabardato che è andato al Rocco ha visto la sua squadra più perdere che vincere. Uno spettacolo decisamente inusuale in fatto di partite casalinghe, ma il fatto è che tutto questo è capitato in serie D, quando nemmeno negli anni difficili in serie B si era mai arrivati a numeri così tragici. In un altro anno sportivamente disastroso come il 2010, quello a cavallo delle due retrocessioni consecutive in serie B, in casa la Triestina aveva ottenuto 7 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte. E nel 2011, quando era iniziato un altro calvario, quello della Lega Pro, l’Unione aveva vinto 8 partite interne perdendone 7. Insomma, al Rocco ci si era difesi anche quando si era ultimi o quasi fra i cadetti, e comunque stiamo parlando di altre categorie e di avversarie ben più prestigiose. Naturale che quando si vede poi la Triestina battuta sul terreno amico due volte dalla Sacilese, dal Tamai nello scorso campionato, e ancora Union Ripa, Altovicentino e Montebelluna in questo torneo, difficile che il tifoso alabardato, al quale negli ultimi anni è capitato di tutto, trovi ancora la voglia di andare al Rocco. Sta di fatto che però, come visto, bastano alcuni risultati utili per ridestare l’interesse. In fondo, il tifoso alabardato per il 2015 non chiede tanto, almeno per la prima parte dell’anno: salvezza e risanamento societario. Che poi sono gli obiettivi annunciati dalla nuova proprietà. Riuscisse a centrarli, nessuno avrebbe nulla da ridire.
Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) La Clodiense, per voce del suo presidente Ivano Boscolo Bielo, tende la mano all’amministrazione comunale sulla questione stadio. Niente accuse, dunque ma tanta voglia di collaborare nonostante la situazione sia francamente imbarazzante soprattutto per l’immagine che la città offre ai tifosi ospiti che arrivano sulle gradinate del “Ballarin”. La speranza è che ci possa essere almeno qualche provvedimento tampone in grado, per esempio, di ospitare un grande evento come sarà la partita contro il Padova, in programma nel mese di aprile, ma che attualmente è decisamente a forte rischio. «Pur avendo la percezione», dichiara il presidente granata Ivano Bielo, «della situazione precaria in cui versa lo stadio “Aldo e Dino Ballarin” francamente non me la sento di mettere in croce l’amministrazione comunale con la quale abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e che, nel limite delle ristrettezze attuali, ci ha sempre sostenuto. Penso, infatti, che non dipenda neanche da loro, perché, se ci fossero i soldi, non vedrei per quale motivo non debbano partire i lavori. Certo, lo stadio è decisamente brutto da vedere e mi auspico che prima possibile si riescano a sganciare i fondi dal patto di stabilità e possano iniziare gli interventi, almeno più urgenti». Esiste già una convenzione in corso nella quale la Clodiense percepisce dei fondi. «Esattamente», precisa Bielo, «e sono soldi che servono per tenere in perfetto stato il prato dei tre impianti che abbiamo in gestione, ovvero il “Ballarin”, Isola dell’Unione e Ca’ Lino». C’è però anche il rischio che una eventuale crisi di giunta possa bloccare ulteriormente questi finanziamenti. «Sulle questioni politiche», chiosa il presidente granata, «non voglio mettere bocca». Esiste, però, la concreta possibilità di perdere la gara in casa con il Padova. «Cercheremo», conclude Ivano Bielo, «per l’occasione di trovare almeno una soluzione provvisoria che ci possa garantire di ospitare il Padova nel nostro impianto». La parola adesso passa all’amministrazione comunale, che, però, in questi giorni, è impegnata in una partita decisamente molto più complicata.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Occhi puntati sulla colonnina di mercurio. Da ieri l’attenzione dell’Union Ripa La Fenadora (sesta in classifica con 26 punti), oltre che sulla situazione di campionato, si interessa anche delle basse temperature che insistono sul sintetico di Boscherai. Da alcune settimane il manto verde non permette una buona condizione di giocabilità, vanto della struttura, a causa del cattivo drenaggio che ha portato con il freddo ad un fondo ghiacciato, al pari di un campo in erba tradizionale. «Ieri mattina – spiega Mario Dal Soler, direttore generale neroverde – i tecnici della ditta fornitrice del prato hanno effettuato un controllo dell’impianto. Il fondo era ghiacciato e quindi hanno proceduto spargendo del sale sull’erba sintetica per eliminare questo strato di ghiaccio che non permette di giocare». L’amichevole di lunedì con il Due Monti di Abano Terme era saltata proprio a causa del ghiaccio. «Per far si che il sale abbia un’efficacia – continua Dal Soler – le temperature dovrebbero tornare sopra lo zero, cosa che fino almeno al primo di gennaio non dovrebbe verificarsi. Se per venerdì il termometro ci aiuta domenica non ci saranno problemi per la gara con il Giorgione (15. con 19 punti)». La sfida di domenica potrebbe quindi saltare ed essere posticipata ad un appuntamento infrasettimanale, ma rimane aperta la possibilità di un campo alternativo: «È sempre molto difficile trovare un altro luogo per le partite di serie D che richiedono un impianto rispettoso di tutte le norme del regolamento. Speriamo non sia necessaria un’alternativa». L’Union di mister Parteli intanto continua ad allenarsi sul sintetico pedavenese senza disguidi in attesa degli eventi meteorologici dei prossimi giorni.
Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) Lunedì è saltato il test con il Due Monti sul sintetico del Boscherai, che è duro per il freddo; ma l’Union si è allenato lo stesso. Ieri è stato buttato un bancale di sale: il campo sarà l’osservato speciale nei prossimi giorni, ma allo stato non ci sono problemi. OCCHIO AL PANETTONE E ALLO SPUMANTE. «Domenica sarà dura, in mezzo c’è anche Capodanno: dobbiamo gestirci», dice Irfan Ponik, «il Giorgione è una squadra ricca di giovani che corrono tanto. Daremo il massimo per raggiungere il nostro obiettivo e vedremo di fare risultato per cominciare bene il 2015 con una vittoria. La società mi ha dato questa possibilità che devo sfruttare al meglio. Ho segnato a Padova in uno stadio come l’Euganeo ed è stato bello ed emozionante, anche se avrei preferito un gol decisivo: quello che spero è dare il mio contributo con belle prestazioni che possano aiutare la squadra e tanti gol. L’obiettivo è farne almeno cinque, ma più che altro la speranza è quella di giocare più partite possibile. Se riesco a fare tante presenze è un buon punto d’inizio», aggiunge il ventunenne attaccante dell’Union, «dopo l’infortunio che mi ha tenuto fermo a lungo con un anno di stop, la società mi ha dato fiducia e devo ringraziare sia i dirigenti sia l’allenatore. Una società può anche decidere di lasciarti a casa, invece loro hanno creduto in me e questo mi da grande fiducia per il girone di ritorno». TOMASI SCALPITA. Il centrocampista, che si è operato al menisco il 22 novembre, è in fase di recupero: «Ho già iniziato a correre; ancora con la palla niente, però. Sono contento di come procede», racconta Nicola Tomasi, «mi dò tempo venti giorni per tornare; se poi sarà di più pazienza, se sarà meno meglio. I ragazzi comunque stanno facendo bene, sono contento per noi e speriamo di continuare così. Mi sono fatto male una volta a settembre e sono stato un mese fuori, poi mi sono rifatto male adesso e in mezzo ho giocato solamente tre partite. Spero di guarire in fretta e di tornare come stavo l’anno scorso; però finora la mia stagione è da 5 in pagella, nulla di più; mentre quella della squadra è da 7. Ma ci sono ampi margini di miglioramento per salire a 8 o 9», evidenzia Tomasi, «solo che per arrivarci servono continuità e impegno. Le qualità le abbiamo, bisogna solo metterle in pratica per centrare l’obiettivo del quinto posto. Sono molto fiducioso, speriamo di raggiungerlo».
Ore 19.00 – (Corriere delle Alpi) Addio ad un 2014 fantastico. Il Belluno stamani scende alla Gol Arena per l’ultimo allenamento dell’anno ma la testa è già alla partita del 4 gennaio in casa del Montebelluna. E’ d’obbligo però soffermarsi sull’ultimo anno solare dei gialloblù, che hanno raccolto 62 punti (con 18 vittorie, 8 pareggi e solo sette sconfitte). A maggio la squadra di Vecchiato ha concluso il campionato al quarto posto con 59 lunghezze, che le sono valse i playoff contro la Sacilese (risultato che il Belluno non conquistava da ormai tanti anni. Nel 2014 tante gioie e pochi dolori. La nota più dolente di questo anno solare è probabilmente l’infortunio di Andrea Radrezza, che è stato costretto ad operarsi per la seconda volta al ginocchio e che, tra una cosa e l’altra, dovrebbe tornare in campo tra 10-15 giorni, nove mesi dopo la rottura del crociato. Oltre a questo, a livello di risultati il Belluno ha dovuto inchinarsi sul sintetico del Boscherai contro i cugini del Ripa Fenadora subendo il 30 marzo un pesante 4-1, mentre due mesi dopo è uscito sconfitto dal match dei playoff per 1-0 contro la Sacilese. Se queste però sono le note da “dimenticare” i gialloblù non scorderanno facilmente il quarto posto conquistato a giugno con una squadra molto cambiata rispetto all’anno prima e con al timone il neoallenatore Roberto Vecchiato. Dopo quella fantastica stagione non è stato possibile in estate trattenere Nicola Calcagnotto che, grazie al trampolino di Piazzale della Resistenza, è partito in direzione Real Vicenza per giocarsi la Lega Pro. Come ultima nota positiva, ma non per questo meno importante, ci sono i gol di Simone Corbanese che nell’anno solare 2014 ha messo a segno la bellezza di venti gol (toccando anche quota cento in carriera proprio nel giorno del derby contro i cugini neroverdi); e l’augurio di tutti è che continui così anche nel 2015. Inizio indimenticabile. A settembre i gialloblù, dopo il pareggio in Coppa Italia contro i cugini del Ripa Fenadora, hanno messo a segno sei vittorie consecutive fermandosi solamente in casa della corazzata Padova, peraltro senza meritare la sconfitta. Gli altri stop sono stati con Altovicentino e Union Pro ma l’anno è terminato con un terzo posto e 33 punti in tasca: niente male. La coperta è tornata corta. Con i prestiti di Lorenzo Moretti e Julian Pruenster e il ritorno di Sadio Samba alla Reggina (che poi lo girerà al Montebelluna) la rosa del Belluno è tornata ad essere corta come quella dello scorso anno. Niente paura però, Andrea Radrezza sta tornando; e con lui arriverà anche un difensore centrale fuoriquota, parola di Augusto Fardin (che sta preparando il botto di fine anno). L’unica certezza è che il ragazzo che arriverà al Belluno viene dal professionismo. Non è dato sapere ancora il nome, ma entro i primi giorni di gennaio ci sarà sicuramente un annuncio della dirigenza gialloblù.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Gli abbonati saliti da 480 a 571 e i 1.517 spettatori dell’esordio col Renate. Quelli che sembravano dei cenni (per quanto timidi) di risveglio si sono, al contrario, rilevati dei dati illusori. Infatti anche negli ultimi 12 mesi, a cavallo di due campionati di Lega Pro (quindi ad un solo gradino dalla serie B), il Venezia e lo stadio Penzo si sono rivelati sempre più una questione per pochi intimi. Nel 2014 alle 17 gare casalinghe degli arancioneroverdi (7 vittorie, tre pareggi e 7 sconfitte il deludente score) hanno assistito complessivamente meno di 20 mila spettatori (19.861), ovvero 1.169 a gara: nel girone A la media è per la verità di poco superiore (1.363) e il Venezia è decimo su 20 squadre, ma contando gli altri due gironi di Lega Pro scivola al 35. posto su 60 piazze. In quattro occasioni a Sant’Elena si sono spinti meno di un migliaio di fedelissimi, altre volte lo scoglio di quota mille è stato scavalcato di poche decine di unità, ma i dati ufficiali danno sempre per scontato che tutti i 571 abbonati siano presenti. Una fuga lenta e inesorabile iniziata da diverse stagioni: il 16 giugno 2013 nella finale playoff di Lega Pro2 vinta sul Monza gli spettatori a Portogruaro furono 2.765 con folta rappresentanza ospite, mentre l’anno prima al Penzo con l’Itala San Marco la promozione dalla serie D fu «festeggiata» da soli 1.538 presenti. Ormai datati gli ultimi exploit, vale a dire i 3.484 dell’aprile 2012 per Venezia-Delta Porto Tolle di serie D, per non parlare nella stessa categoria dei 5.500 abbondanti (senza tifosi ospiti) del derby col Treviso del marzo 2011 che, a dispetto dell’1-1, salutò alla grande il debutto della presidenza di Yury Korablin. Per fare un ultimo parallelo, nel 2008/09, ultima stagione in «terza serie», sempre con Michele Serena al timone di un Venezia lanciato verso il fallimento societario, la media al Penzo era stata di 2.555 tifosi (2.107 gli abbonati) con un picco di 3.004 con la Sambenedettese e un minimo di 2.293 nel derby col PortoSummaga. Ieri intanto al Taliercio doppio allenamento, oggi ultima seduta dell’anno prima della ripresa definitiva del 2 gennaio in vista dei 90′ dell’Epifania al Penzo (ore 14) con l’Alessandria. In ripresa Giuliatto, mentre Espinal tornerà in gruppo a fine gennaio.
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Il bilancio di questa prima parte di stagione è sicuramente positivo nonostante il cammino altalenante della squadra. Ci sono molte cose da migliorare ma nelle ultime settimane ho visto importanti progressi». A dirlo è il direttore sportivo dell’Unione Venezia, Ivone De Franceschi, che in questi giorni di fine 2014 sta cominciando il lavoro di scouting in vista dell’apertura, la prossima settimana, del mercato invernale. «Interverremo sicuramente sul mercato – spiega –, in particolare cercando di lavorare sui prestiti. Allo stato attuale il nostro budget è limitato, pertanto le possibilità di manovra non sono enormi». Tornando alla squadra e al campionato, De Franceschi ipotizza una seconda parte di stagione decisamente migliore rispetto alla prima, con un vero e proprio cambio di passo in fatto di gioco e in chiave risultati. «L’inizio non è stato facile – dice il diesse –, abbiamo dovuto far fronte a una serie di difficoltà: i gravi infortuni a uomini chiave come Espinal e Carcuro, la mancanza di continuità nelle prestazioni e soprattutto il cambio di allenatore che non ha favorito un certo equilibrio nell’ambiente. Con l’arrivo di Michele Serena, tuttavia, le cose sono decisamente migliorate. Anzitutto è sbocciato il gioco, dopodiché sono stati lanciati giovani interessanti del calibro di Varano, Zaccagni, Magnaghi, e infine sono arrivati anche i punti. Da gennaio mi aspetto che la squadra continui su questi binari». A una giornata dalla fine del girone d’andata i lagunari sono decimi in classifica a nove lunghezze dalla zona playoff. È ancora ipotizzabile puntare al quarto posto? «Non è impossibile ma è molto difficile – conclude De Franceschi –, la squadra ha le potenzialità per poterci arrivare ma non ci saranno più concessi passi falsi». Da ieri, intanto, è attiva la prevendita dei biglietti per Venezia-Alessandria, che si giocherà martedì 6 gennaio alle ore 14 allo stadio «Penzo».
Ore 18.00 – (La Nuova Venezia) Yuri Korablin ha rinunciato al diritto di recesso, e quanto prima passerà all’acquisto definitivo dei terreni destinati, per ora solo sulla carta, alla costruzione del nuovo stadio del Venezia nella zona del Quadrante di Tessera. Il numero uno russo lo ha fatto attraverso i propri legali che, negli ultimi giorni, hanno scritto agli avvocati che rappresentano il costruttore Giulio Sabbadin, proprietario appunto dei terreni che erano stati opzionati dal presidente del Venezia ancora nel marzo scorso. Una notizia che era sicuramente molto attesa dai tifosi del club arancioneroverde, ma anche dal Comune che in questi ultimi nove mesi è rimasto alla finestra in attesa di scoprire le mosse di Yuri Korablin. A Venezia e a Mestre erano in tanti a chiedersi cosa sarebbe potuto accadere al tramonto di oggi, 31 dicembre, data limite per passare all’acquisto dei terreni oppure per scegliere il diritto di recesso dal contratto tra Korablin e Sabbadin, lasciando però a quest’ultimo circa mezzo milione di euro di ’caparra’, stabilita con le firme del 16 marzo scorso. Nell’operazione sono entrati 22 ettari di terreni. Un’area subito alla destra della tangenziale, tutti campi dove nei prossimi anni dovrebbe sorgere il nuovo stadio, quello dei sogni, che chiuderebbe una vicenda di cui si parla ormai dagli anni Sessanta, che non si è prima mai concretizzata, e che fu uno dei motivi scatenanti dell’addio di Maurizio Zamparini dopo aver portato il Venezia anche in serie A. Korablin aveva poi opzionato anche altri 7 ettari e mezzo sul lato opposto della tangenziale, arrivando così ai circa 30 ettari di terreni di cui si era parlato fin dall’inizio di tutta la vicenda. Il costo complessivo di tutta l’operazione si aggirerebbe attorno ai sei milioni di euro. Una boccata di ossigeno per questa vicenda, sulla quale però rimangono ancora molti punti interrogativi. Da fine luglio, infatti, Yuri Korablin non si fa vedere a Venezia o a Mestre. L’ultima partita che ha seguito dalle tribune di uno stadio è stata la prima amichevole estiva che la squadra, allora allenata da Alessandro Dal Canto, vinse a Scorzè contro i padroni di casa. Poi più nulla, neppure comunicati o messaggi in rete. I soli a parlare sono stati i dirigenti in loco, De Franceschi e Scibilia. Di mezzo, il cambio della guida tecnica con l’arrivo di Michele Serena; la tifoseria a chiedersi quale futuro avrebbe avuto la società; e il Venezia a incorrere nella pressoché certa penalizzazione (a febbraio) per i ritardi nel versamento dei contributi ai giocatori nelle scorse settimane. Ora la notizia dell’acquisto definitivo dei terreni, che apre a un futuro probabilmente più roseo, anche se non c’è alcuna traccia del progetto, e calcolando che il commissario del Comune, Vittorio Zappalorto, è stato chiaro pochi giorni fa: «Eravamo pronti a supportare il Venezia nell’operazione stadio, ma il presidente Korablin non lo vediamo o sentiamo da mesi. Si è persa una grande occasione». Ora l’ennesimo colpo di scena in questa storia, con il costruttore Sabbadin e i suoi avvocati che, a questo punto, devono solo attendere che Korablin scelga una data per sedersi allo stesso tavolo di fronte al notaio, firmare e pagare il dovuto. Il quando resta l’ultimo quesito cui rispondere.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Va al Bassano l’Oscar delle formazioni vicentine per il 2014. Sul podio anche Altovicentino e Arzichiampo, con il Real Vicenza a ruota, davanti a un Vicenza double face. VICENZA (VOTO 6.5) – Chiude quinto in Prima Divisione Lega Pro per essere eliminato subito dai playoff ai rigori dal Savona. A fine agosto, un insperato ripescaggio lo proietta in serie B. Con una lunga lista di arrivi last minute tra fine agosto e soprattutto settembre, la partenza è inevitabilmente ad handicap. Ne paga le conseguenze il tecnico Lopez, che viene esonerato dopo la sconfitta casalinga con il Modena. Il suo successore Marino avanza il baricentro della squadra e iniziano ad arrivare i risultati, che portano il Vicenza nella parte sinistra della classifica. BASSANO VIRTUS (VOTO 9) . Stravince il proprio girone di Seconda Divisione Lega Pro con 12 punti di vantaggio sulle seconde, aggiungendo alla torta giallorossa la ciliegina della Supercoppa a Messina. Saluta Petrone e altri protagonisti della storica cavalcata, ma si conferma anche in Lega Pro con il suo successore Asta in panchina. E chiude l’annata riconquistando la vetta della classifica grazie al successo contro il Monza. Si giocherà la seconda promozione di fila con Novara, Alessandria e Pavia. REAL VICENZA (VOTO 7.5)- Conquista l’ammissione alla Lega Pro grazie al settimo posto conquistato sotto la guida tecnica di Zauli, subentrato a Vittadello e poi congedato a fine stagione dal patron Diquigiovanni. Con Marcolini in panca ed il bomber Bruno capocannoniere con 13 reti mette sotto l’albero di Natale una più che dignitosa quinta posizione, ma sarebbe terzo se non avesse lasciato due punti a Pordenone. Lotterà per entrare nei playoff. ALTOVICENTINO (VOTO 8) – Nata dalla fusione tra il Marano, cui non bastano 83 punti per salire in Lega Pro, ed il Trissino Valdagno (che chiude nono), la corazzata di Dalle Rive contende la leadership del girone ai Biancoscudati Padova. Il calo di fine anno costa la panchina Cunico, sostituito dal traghettatore Bodo e ora da Zanin, chiamato a rimontare il -5 dai patavini. ARZICHIAMPO (VOTO 8) – Dopo due promozioni consecutive, la squadra del presidente Chilese e di mister Beggio, si conferma anche in serie D, dove occupa un onorevole nono posto in classifica.
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il presidente Lino Diquigiovanni ha deciso: regalerà un attaccante di sicuro affidamento a Michele Marcolini per tentare la conquista della B. I nomi per il momento sono top-secret. L’ultima indiscrezione, però, avrebbe del clamoroso, perché Diquigiovanni starebbe tentando di riportare al Real Vicenza Danilo Alessandro, il bomber che lo scorso anno segnò ben 19 gol in 32 partite e fu fra i protagonisti nella scalata alla Lega Pro unica. L’entourage del giocatore, nel frattempo ceduto alla Casertana dove però ha trovato meno spazio del previsto, ha ricevuto una proposta molto allettante e sta riflettendo sul da farsi, visto che la Pro Piacenza si era mossa con largo anticipo e pare ci fosse qualcosa di più di una mezza promessa. Alessandro, nelle idee di Diquigiovanni e di Marcolini, affiancherebbe Salvatore Bruno, capocannoniere del girone A con ben 13 reti segnate in 18 partite.
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Danilo Alessandro potrebbe tornare al Real Vicenza. Sarebbe un gradito ritorno quello dell´attaccante, bomber biancorosso della passata stagione con 19 reti, che a oggi è un giocatore della Casertana, club al quale il Real l´ha ceduto in estate. La notizia è circolata nelle ultime ore e la società presieduta da Lino Diquigiovanni l´ha confermata. «Sì, la trattativa con Alessandro è avviata, anche se il giocatore ha un contratto biennale con la Casertana e bisogna trovare l´accordo», fanno sapere dalla sede. Ma c´è da vincere la concorrenza di Spal, Pro Piacenza, Messina e Lupa Roma. Il Real avrebbe altre soluzioni pronte nel caso in cui non si concretizzasse il ritorno di Alessandro, anche se le possibilità che l´attaccante romano torni nella città che ha lasciato a fine giugno ci sono tutte. Danilo tornerebbe volentieri a vestire la maglia biancorossa, che nella passata stagione ha onorato con una prima parte di campionato davvero scoppiettante. Seconda punta o esterno, Alessandro risponderebbe bene ai requisiti di cui è in cerca la dirigenza. E i tifosi del Real sognano una prima linea inedita con il fantasista e il capocannoniere della Lega Pro Sasà Bruno. La trattativa potrebbe sbloccarsi a breve e se tutto andasse per il verso giusto Alessandro potrebbe essere a disposizione di Marcolini con l´inizio del 2015. Mentre le voci di mercato animavano la giornata di ieri, il Real Vicenza batteva in amichevole l´Este, formazione di serie D. Alla fine del primo tempo ha segnato Vannucci con una botta di sinistro all´incrocio. Nella ripresa sono andati a bersaglio Galuppini su rigore e Chiarello con un pregevole pallonetto. Nella prima frazione Marcolini ha schierato la squadra con il 3-4-3, provando soluzioni diverse rispetto all´abituale 3-5-2. Lavagnoli è stato posizionato alto a sinistra e Galuppini a destra con Bruno punta centrale. L´Este dei figli d´arte (in campo c´erano Roberto Rondon e Andrea Beghetto, che hanno seguito le orme degli ex biancorossi Toto e Massimo, infortunato Tommaso Lelj, figlio di Beppe) ha dato filo da torcere ma non è riuscito a finalizzare. Marcolini non ha potuto schierare Polverini e Ungaro, che stanno ultimando il recupero dagli infortuni e sono prossimi al rientro. Il difensore è tornato a lavorare in gruppo ma è difficile che possa essere convocato per la sfida casalinga del 6 gennaio contro il Pavia. Assente anche Bardelloni, reduce dall´intervento al menisco.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Quella doppia parata che è un dvd, un exploit in due atti contro il Real che ha incendiato il Mercante come un gol. Gianmaria Rossi al cenone di San Silvestro si porta l´immagine di quel capolavoro in sequenza che è un poster da srotolare a sua figlia Cloe quando sarà un po´ più grandicella. «Sì, forse avete ragione voi – conviene il portiere virtussino – quell´intervento entra nel mio personale podio delle migliori prodezze in carriera. Ne ricordo un´altra ai tempi dell´Andria in un derby col Barletta, una deviazione su un colpo di testa all´angolino. Eppure è stato più difficile intercettare il tiro di Bruno dal limite rispetto all´inzuccata ravvicinata di Bardelloni. La conclusione di Bruno è stata un colpo da biliardo col pallone che si è abbassato all´improvviso sotto l´incrocio e che ho potuto alzare con la punta della dita sulla traversa – riavvolge il nastro Rossi – mentre sull´inzuccata successiva da un metro di Bardelloni forse sono stato reattivo nel rialzarmi e murarlo rapidamente, ma ci vuole anche un briciolo di fortuna. Lì vai per coprire più spazio possibile e ti deve anche andare bene». Una scena da applausi scroscianti che compensa di sicuro il ruolino sui rigori dove viaggia a 0 su 6, con altrettanti gol nella mezza dozzina di penalty fischiati contro. «Prima o poi ne prenderò uno – sorride – ma sapete come la penso: se segnano dal dischetto, poi però vinciamo noi, che continuino a bucarmi. Sinora, a parte col Pavia all´esordio, abbiamo battuto Alto Adige, Cremonese, Arezzo, Mantova e Monza che mi hanno sempre infilato dagli undici metri…». Dà una sbirciata alla classifica e non si fa prendere dalle vertigini. «Credo sia impossibile che accada – tiene i piedi incollati al suolo il guardiano giallorosso – abbiamo un solo punto di vantaggio sul Novara, non è nemmeno conclusa l´andata e ci aspettano due trasferte di fila. La nostra non è la situazione del Carpi in B, per intenderci. Poi tireremo a vincere pure a Salò il giorno della Befana, ma da matricola pensiamo a piccoli passi. Il top sarebbe restare lì nel gruppo delle migliori e partecipare alla volata. Il desiderio del 2015? Ce lo teniamo per noi…». Il pensierino della sera è per sè e per il Bassano. «Sono qui da due anni e lotto per la riconferma – chiosa – in questo periodo la proprietà si è avvicinata tantissimo alla squadra e in città si respira un clima speciale, facciamolo durare». Niente spifferi, dunque. Lui chiuda la porta.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il mercato aprirà ufficialmente il 5 gennaio ma il Vicenza, su precisa indicazione del tecnico Marino, è già al lavoro alla ricerca di due attaccanti e di un difensore. Nel reparto offensivo, orfano di Maritato e Ragusa, il Vicenza è alla ricerca di un centravanti che possa sostituire Andrea Cocco, e di un attaccante esterno che abbia le caratteristiche di Ragusa, cioè che giochi sull’esterno ma che abbia anche discreta confidenza con il gol. Mister Marino aveva indicato in Alessandro Sgrigna il giocatore ideale per applicare la sua idea di gioco, ma la trattativa con il Cittadella per riportare in biancorosso il fantasista romano non è nemmeno iniziata per il deciso rifiuto a trattare della società padovana. Il Vicenza ha puntato quindi su Riccardo Improta, attaccante del Bologna ma di proprietà del Genoa, che a gennaio potrebbe essere ceduto soprattutto dopo l’arrivo di Pantaleo Corvino nel ruolo di responsabile dell’area tecnica. In alternativa, sempre da Bologna, in biancorosso potrebbe arrivare l’esterno offensivo Gennaro Troianiello, e dall’Atalanta Leonardo Spinazzola, due giocatori che per caratteristiche sono perfetti per il 4-3-3 con cui mister Marino intende far giocare il Vicenza. Più complessa è la ricerca della punta centrale che, nelle intenzioni della dirigenza berica, dovrebbe essere l’alternativa a Cocco. Il Vicenza ha definito una ventina di giorni fa un’intesa di massima con la Fiorentina per l’acquisto in prestito del danese Kenneth Zohore. Fin da subito però la candidatura del possente centravanti dei viola è sembrata non convincere del tutto il Vicenza, tanto che negli ultimi giorni la società ha approfondito i contatti con il Varese per Bruno Petkovic, e con l’Atalanta per Valerio Rosseti, giovane centravanti della Juventus. Entrambi sono prime punte di ruolo, fisicamente molto prestanti, e adatti ad agire come punta di riferimento in un attacco che venga schierato con due esterni offensivi, proprio come gioca il Vicenza di Pasquale Marino. La società berica tiene viva anche la soluzione Matteo Ardemagni, che lascerà Lo Spezia e che l’Atalanta, proprietaria del cartellino dell’attaccante milanese, girerà ad un’altra società di B. Negli ultimi giorni però la candidatura di Ardemagni ha perso posizioni, e quindi il rinforzo offensivo del Vicenza dovrebbe uscire dal ballottaggio tra Petkovic e Rosseti. Il Vicenza sta pensando però anche ad un rinforzo in difesa dove Figliomeni potrebbe essere ceduto e il giovane franco tunisino El Hasni partirà il 2 gennaio per la coppa d’Africa che lo terrà lontano da Vicenza per circa un mese. Il nome su cui la società berica sta lavorando è quello di Milan Milanovic che ha già vestito la maglia biancorossa due stagioni fa, e che il Palermo cederà a gennaio.
Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) M come Marino. La panchina che era stata del trionfatore in coppa Italia nel 1997 passa a Pasquale Marino, che arriva con un nuovo staff tecnico alla fine di ottobre. La squadra passa dal 3-5-2 al 4-3-3 ma i giocatori sono sempre quelli. Però il nuovo allenatore in 11 partite raccoglie 17 punti, media nettamente superiore a quella del suo predecessore. N come novità. Era da molto tempo che non si vedeva una novità nell´organigramma dirigenziale di via Schio. Il primo luglio, quando l´orizzonte è ancora quello della Lega Pro, viene nominato direttore generale Andrea Gazzoli, già direttore sportivo del Venezia nella precedente stagione. O come occasione. A fine anno si torna a parlare della possibilità di realizzare un nuovo stadio nello stesso posto, in pratica di ricostruire il Menti. Una delle opzioni legate alla concretizzazione del grande progetto Tav. E un nuovo stadio sarebbe anche l´occasione reale per un passaggio di proprietà del club. P come presidente. Al vertice della società c´è sempre Tiziano Cunico, eletto nel marzo del 2013. Insieme al commercialista Ippolito Gallovich ha sempre la procura a vendere la società ma dopo il flop della trattativa con Hamdi Mehmeti (incappato in guai giudiziari a fine ottobre di quest´anno) ci va giustamente con i piedi di piombo. Q come quota-salvezza. Dopo il ripescaggio l´obiettivo fissato dalla società non può che essere la salvezza. E Marino fissa la quota da raggiungere per tagliare il traguardo: 50 punti. R come ripescaggio. Il debutto è fissato contro una squadra che si chiama Giana Erminio, è di Gorgonzola ma gioca a Monza. Invece la prima partita della nuova stagione il Vicenza la gioca a Trapani perché quando tutto è pronto per iniziare il secondo torneo di Lega Pro si profila la possibilità di iscriversi alla “corsa al ripescaggio in B” per il posto lasciato libero dal Siena, vittima di un crac finanziario. E a fine agosto è proprio il Vicenza ad aggiudicarsi la corsa, traslocando armi e bagagli da un giorno all´altro dalla Lega Pro alla serie B, un cambio d´orizzonte a 360 gradi. S come società. In dicembre ricorrono 10 anni da quando il gruppo di Sergio Cassingena ha rilevato il club biancorosso dalla finanziaria inglese Enic. Il bilancio sportivo non è certo brillante e include anche tre retrocessioni “ammortizzate” da altrettanti riammissioni-ripescaggi. T come tifosi. Alla vigilia di Natale dell´ultima partita casalinga del 2014 ci sono più di 8 mila spettatori per la partita contro il Livorno. Ma gli abbonati ad esempio erano più di 4 mila anche nel precedente torneo di Lega Pro: il pubblico del Menti è il vero uomo in più della squadra. U come uruguaiano. Il sudamericano Lores Varela firma il suo primo gol in biancorosso siglando anche l´ultima vittoria del 2014, una delle più belle: in contropiede all´89´ in inferiorità numerica al Menti contro lo Spezia. V come ventisette. I biancorossi chiudono il girone di andata a 27 punti, raccolti in 21 partite. Significa metà classifica e in estate, quando i pessimisti erano tanti, avrebbero firmato tutti per virare con un bottino simile. Z come zona. Il Vicenza chiude il girone di andata della sua B riacciuffata a 3 punti dalla zona playoff e con 5 punti sulla zona playout, insomma più vicini al sogno che all´incubo.
Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) A come Atzeni. All´inizio di luglio si parla di nuovo di cessione del club e sono scintille. L´avvocato di Schio Roberto Atzeni, piccato dalle smentite di un altro avvocato, Gian Luigi Polato vicepresidente del Vicenza, spiattella email e sms che dimostrano inequivocabilmente l´esistenza di contatti avviati tra un possibile acquirente con Danilo Preto all´insaputa del presidente Tiziano Cunico. Anche questa trattativa comunque finisce in nulla. Per la cronaca il cliente dell´avvocato Atzeni sarebbe stato Antonio Rosati, ex patròn del Varese, arrestato poi a fine ottobre per frode fiscale. B come bomber. Nostalgia di Stefan Schwoch e Massimo Margiotta. È da quando giocavano loro che il Vicenza non ha più un vero bomber. Goleador della stagione di Lega Pro 2013-14 è Piergiuseppe Maritato con 8 reti… C come cessione. Sono ormai trascorsi anni da quando il gruppo che controlla il club di via Schio e che fa capo alla finanziaria Finalfa ha dichiarato la disponibilità a cedere la società biancorossa, ma anche il 2014 se ne va senza che si sia vista una concreta trattativa. D come derby. Prima della “notiziona” di fine agosto c´è un derby nel senso vero del termine, la sfida con il Bassano in coppa Italia ad inizio agosto, persa al Menti per 2-1. Sembra un amaro aperitivo, per i biancorossi, al campionato di Lega Pro che attende entrambe. Sembra… E come eliminazione. Il Vicenza chiude la stagione 2013-14 in Lega Pro al quinto posto, zona playoff. Nella griglia degli abbinamenti gli tocca il Savona nel turno preliminare in gara secca al Menti. Dopo l´1-1 dei tempi regolamentari il Vicenza perde ai rigori e svanisce il sogno di tornare subito in serie B. F come fidejussione. La classifica finale del torneo 2013-14 è però condizionata, come l´intero torneo, dalla penalizzazione di 4 punti inflitta al club per la ritardata presentazione da parte della società della fidejussione da 600 mila euro. G come ginocchio. Fanno crac in rapida successione, tra metà agosto e fine ottobre i legamenti crociati di Gennaro Tutino, Piergiuseppe Maritato e Antonino Ragusa e il Vicenza ripescato in B perde così due terzi del suo attacco. Una brutta tegola, e a mercato chiuso. H come handicap. Un organico rifatto in una decina di giorni, perché la squadra era stata costruita per la Lega Pro. E 6 partite da disputare in venti giorni in un calendario di B super compresso tra il 7 e il 27 settembre. Lopez parte così, senza avere il tempo di poter amalgamare il gruppo rivoluzionato e dovendo far subito punti. È una partenza ad handicap. I come illuminazione. Quando a fine agosto in Consiglio federale si decide chi ripescare in B al posto del Siena, in pole position c´è il Pisa, davanti al Vicenza nella graduatoria dei candidati, con un punteggio appena migliore. Ma l´impianto di illuminazione dello stadio di Pisa non è in linea con i requisiti minimi richiesti in serie B e così il club toscano esce dalla corsa vinta dal Vicenza perché invece il Menti brilla, è il caso di dire, di luce propria. Il ripescaggio in B è deciso dal vecchio e amatissimo impianto di via Schio. L come Lopez. L´avventura di Gianni Lopez, chiamato a guidare il Vicenza all´inizio della stagione in Lega Pro chiusa in maggio con l´eliminazione al primo turno di playoff, si chiude in serie B dopo 11 giornate, nelle quali la squadra raccoglie 10 punti. Troppo poco secondo la dirigenza di via Schio che esonera il Capitano. Ma in realtà la fiducia in Lopez da parte della società probabilmente aveva cominciato a scricchiolare molto prima, fin dall´estate.
Ore 15.30 – (Gazzettino) La classifica è corta, cortissima, ma il Cittadella alla fine del girone di andata ne occupa l’ultimo posto. Posizione scomoda, per questo servirà una brusca sterzata al cammino sin qui altalenante. E serviranno anche innesti sul mercato, che aprirà i battenti il 5 gennaio. Facendo due conti, analizzando le attuali esigenze della prima squadra, a Claudio Foscarini occorrono tre, quattro giocatori. Ma vediamo nel dettaglio dove presumibilmente opererà il Cittadella sul mercato. DIFESA – Il portiere, Valentini, ha dimostrato di valere la categoria. Sostituire Di Gennaro che tanto bene aveva fatto l’anno scorso non era facile, Valentini raramente ha fatto rimpiangere l’ex numero uno. Decisivi, anche se non ai fini del risultato, alcuni interventi pure nell’ultima gara disputata, a Perugia. Tra i difensori, recuperando Donazzan che può dare il cambio al giovane Barreca, c’è poi De Leidi, che ha evidenziato grande duttilità tattica. Occorre un centrale che possa sostituire Signorini, recentemente operato alla tibia e i cui tempi di recupero non saranno brevi. CENTROCAMPO – Il Cittadella aveva costruito la squadra in funzione del 4-4-2, e l’assenza di Schenetti ha pesato tantissimo nella prima parte della stagione. Vero esterno di centrocampo è Minesso, Foscarini ha “adattato” i vari Pecorini e recentemente Paolucci, ma non sono centrocampisti di spinta ai quali mira il tecnico. Ecco che un esterno è d’obbligo – probabilmente ne arriveranno due – e uno dei nomi papabili è Surraco, che ha giocato a Cittadella nella seconda parte dello scorso campionato. Il giocatore ha rescisso il contratto con il Livorno, Marchetti spiega: «È un giocatore che mi piace, a gennaio non l’avevo preso a caso. Di Surraco però devo capire la sua tenuta fisica: l’anno scorso aveva dei problemi al ginocchio. A livello tecnico non si discute». ATTACCO – Sgrigna, Coralli e Gerardi sono le punte in rosa, anche in questo reparto serve un rinforzo, dal momento che Mancuso sinora non è riuscito ad imporsi. Per l’attaccante è difficile fare nomi, un giocatore assai gradito in casa granata sarebbe l’ex Padova Melchiorri, ma in questo caso la pista sembra inarrivabile. Stefano Marchetti, piazzatosi secondo nella classifica del premio Tmw Awards per il “miglior direttore sportivo” dietro ad Ausilio dell’Inter, è chiamato all’ennesimo miracolo… LA PREPARAZIONE – Contrariamente a quanto inizialmente previsto, il Cittadella riprenderà i lavori due giorni in anticipo. La squadra si ritroverà lunedì 5 gennaio, alle 15, per cominciare una mini-preparazione invernale. Doppia seduta mercoledì 7 e venerdì 9, sabato 10 gennaio è fissata l’amichevole con la Primavera del Chievo. Domenica di riposo e allenamento pomeridiano lunedì 12, mercoledì 14 gennaio altro test per la prima squadra, ospite il Giorgione. Venerdì 16 la rifinitura quindi sabato 17 la prima gara del girone di ritorno: al Tombolato arriverà il Modena di Novellino.
Ore 15.10 – (Mattino di Padova) «Servirà un mezzo miracolo per salvarci» afferma l’allenatore Claudio Foscarini. «Non facciamo tabelle di marcia, perché non ha senso farle a questo punto della stagione. Mancano troppe partite per sapere quale sarà la quota salvezza e occorrerà vedere come si comporteranno le dirette concorrenti. L’obiettivo dev’essere chiudere con un punto in più rispetto al quint’ultimo posto, nient’altro» aggiunge, dal canto suo, il direttore generale Stefano Marchetti. Che sia il caso o no di lanciarsi in calcoli e previsioni, giunti al giro di boa del campionato di serie B, che riprenderà soltanto alle ore 15 di sabato 17 gennaio con Cittadella-Modena al Tombolato, è doveroso soffermarsi sul cammino della squadra granata, perché dal confronto con le scorse stagioni qualche indicazione utile salta fuori. 28 punti al ritorno? Partiamo dal presente: il Citta ha chiuso il girone d’andata solitario all’ultimo posto, a quota 19, frutto di 3 vittorie, 10 pareggi e 8 sconfitte, per una media di 0.90 punti a partita. Al momento la salvezza diretta si trova quattro lunghezze più su, a quota 23, dove c’è Brescia. Tante, ma non tantissime da recuperare. Il problema è riuscire in quel cambio marcia che sin qui Pellizzer e soci non sono sembrati in grado di innestare. Ipotizzando che il Brescia raddoppi i suoi 23 punti chiudendo l’anno a 46, al Citta ne servirebbero 28 (procedendo a una media di 1.33 a gara) per superarlo. Peggio di sempre. Meglio evitare, poi, i confronti con le annate precedenti. Per non deprimersi. Alla 21esima giornata dello scorso campionato a quota 19 c’era il Padova, allora terz’ultimo davanti a Reggina (14) e Juve Stabia (4), e non è una coincidenza che faccia stare allegri visto come andò a finire. Il Citta, che di punti ne aveva 21, riuscì a salvarsi grazie a un eccellente girone di ritorno, terminato a 47: ne raccolse 26 nelle seconde 21 giornate. Nel campionato 2012 – 2013 a metà stagione il bottino della truppa di Foscarini era di 29 punti, che garantivano il nono posto. Nell’annata 2011- 2012 si girò a 28, decimi. Nel torneo 2010 – 2011 dopo 21 incontri i punti erano 23 e garantivano la 14esima piazza. Dodici mesi prima si oltrepassò la boa a 28, dodicesimi. Nel campionato 2008-2009, appena promosso in serie B, nelle prime 21 giornate il Citta viaggiò invece alla media di un punto esatto a partita, da 19esimo. Che quella attuale sia l’annata più difficile nella storia recente della società lo ribadiscono, insomma, pure i numeri. Scaglia, Cappelletti e Sgrigna. E allora, per non buttarsi giù, vale la pena di consolarsi citando i giocatori in maglia granata inseriti alla voce “i migliori del torneo” nelle statistiche elaborate dalla Panini Digital, tenendo conto di tutte le giornate giocate sin qui dalle ventidue squadre della serie B. Sono tre gli elementi del Citta. Nella classifica relativa ai palloni recuperati Filippo Scaglia e Daniel Cappelletti occupano, rispettivamente a quota 485 e 458, il secondo e il terzo gradino del podio, alle spalle di Rea, del Varese, a 491. In quella dei tiri, che in verità non tiene conto della precisione ma solo del numero, Alessandro Sgrigna infila al collo un’ideale medaglia d’argento, con 65 conclusioni, dietro a Viviani (Latina, 73) e alla pari di Catellani (Spezia, 65 come lui). L’attaccante romano si piazza bene pure fra gli uomini-assist, quinto con 36, in una graduatoria dominata da Mammarella, del Lanciano, con 51. Ma che serva il miglior Sgrigna, per salvarsi, si sa anche senza guardare i numeri.
Ore 14.50 – (Gazzettino) Si chiude un anno molto travagliato per il San Paolo. Se la squadra è attualmente penultima in classifica, è stato un autentico terremoto quello che ha colpito nel 2014 il club di via Canestrini sul fronte societario. In estate è fallito il vecchio San Paolo, sulle cui ceneri è stata costituita in fretta e furia una nuova compagine societaria che sembra già destinata a cambiare pelle con l’acquisizione delle quote da parte di un gruppo olandese, del quale al momento non si sa però praticamente nulla, nemmeno il nome. Come se non bastasse sono emerse anche alcune difficoltà economiche, dato che i giocatori sono ancora in attesa di percepire gli ultimi rimborsi. E l’altro giorno si è parlato anche di questo argomento in spogliatoio, tanto che qualcuno ha pensato che la squadra fosse pronta all’ammutinamento. Niente di tutto questo invece, come si evince dalle parole dell’attaccante Davide Matteini, uno dei leader del gruppo: «Non c’è stato alcuno sciopero, non c’era alcun motivo per farlo. È stata una riunione, come altre, al termine della quale alcuni compagni sono andati a lavorare in palestra». Il ritardo nei rimborsi vi crea però un disagio? «Purtroppo si sa che nel calcio esistono questi ritardi, e speriamo che la situazione si risolva il prima possibile. Da parte nostra c’è il massimo impegno, abbiamo il dovere di giocare. E nel derby con l’Abano sarà necessario dare tutto quello che abbiamo. Nonostante tutto, la squadra è compatta». Così il tecnico Damiano Longhi: «I giocatori volevano sapere la situazione dei rimborsi e dato che non c’erano novità qualcuno era un pò risentito perché da parte della società i tempi non sono stati rispettati. La decisione di non allenarsi lunedì in campo è stata mia, ho preferito far fare palestra e fisioterapia ai ragazzi. Non è stata mai presa in considerazione l’eventualità di scioperare: avremo vinto poche partite sul campo, ma non va messo in discussione l’attaccamento alla maglia dei ragazzi che hanno dimostrato fino adesso». Ieri il gruppo si è allenato al Vermigli e lo farà anche questa mattina. Nel mirino c’è il derby con l’Abano in programma martedì all’Euganeo.
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Un leone di Taranto alle terme. Tra i regali di Natale più belli sotto l’albero dell’Abano (serie D) spicca il difensore Michele Ianneo, neoacquisto neroverde subito tra i migliori nel 4-0 dell’ultima di campionato contro la Fortis Juventus. Un guerriero del sud trapiantato al nord, visto che Michele gioca qui già da un po’. «Sono arrivato con il Monselice in Eccellenza nel 2011 – racconta il diretto interessato, 25 anni – Prima la mia carriera è stata tutta al sud, otto stagioni nel vivaio del Bari fino al debutto in serie D con Carpi e Grottaglie. Poi la vittoria dell’Eccellenza con il Fidene e un’altra parentesi in D con l’Ostuni. Dopo l’annata a Monselice mi ha preso il Marano, con cui siamo saliti in D, e da lì sono passato al Trissino Valdagno». In estate Michele firma sempre in D con il Fontanafredda ma ai primi di dicembre arriva la proposta dell’Abano. «Ho trovato un ambiente perfetto per il calcio e una rosa che può tranquillamente puntare alla parte alta della classifica. Poche squadre in D giocano così bene e con idee tanto chiare». Quali sono le differenze tra il calcio veneto e quello del sud? «Qui c’è più tecnica, dalle mie parti prevale l’agonismo. La gente sente di più le partite e questo ha i suoi pro e i suoi contro. Al nord finora solo a Monselice ho trovato una tifoseria che segue la squadra con calore e passione quasi meridionali». Il futuro calcistico di Michele sarà sempre in Veneto? «A Taranto torno ogni estate e a Natale, lì ho gli amici di sempre e la famiglia, anche se pure le mie sorelle vivono lontano e scendono come me sfruttando le festività. Ad Abano sto bene e spero di restare a lungo. Grazie al calcio ho conosciuto tantissime persone e creato dei rapporti molto importanti».
Ore 14.20 – (Mattino di Padova) L’Atletico San Paolo è ancora una bomba a rischio esplosione. Ma la miccia, almeno per ora è spenta. Dopo la decisione presa dalla squadra due giorni fa, ieri i giocatori hanno firmato una tregua armata. La squadra, dopo aver rifiutato di scendere in campo per l’allenamento del lunedì, ieri pomeriggio si è regolarmente presentata in via Vermigli, allenandosi agli ordini di Damiano Longhi e sotto gli occhi di Fabio Barbin, emissario in Italia della holding olandese che, stando al comunicatodi qualche settimana fa, dovrebbe prendere in mano tutta la baracca e rilevarla dall’attuale presidente Tramonti. La decisione, però, non è stata presa a cuor leggero: prima della seduta, ieri, è servito un colloquio di diversi minuti tra lo stesso Barbin, Longhi e Davide Matteini, uno dei più “esperti” in rosa, per placare la tempesta. «Il nostro malumore c’è, ed è per sottolineare proprio questo aspetto che lunedì non ci siamo allenati», ha poi spiegato Filippo Sambugaro, in rappresentanza di tutta la squadra, «Abbiamo parlato di nuovo con Barbin, e abbiamo deciso di tornare ad allenarci. Ma entro poco tempo vogliamo veder confermate le sue rassicurazioni». Il copione, insomma, bene o male è rimasto immutato: i giocatori avanzano una mensilità (anche se qualcuno parla di due stipendi arretrati da saldare) e la società ha preso ancora tempo garantendo che quanto prima tutto si risolverà. Un ultimatum, alla vigilia della sfida che nel giorno della Befana vedrà il San Paolo affrontare all’Euganeo l’Abano, non è ancora stato lanciato: «Non ci siamo dati un limite», ha proseguito Sambugaro, «ma tutti speriamo che la situazione si sistemi. Noi ci impegniamo, continuiamo ad allenarci e speriamo che presto arrivino notizie positive». E c’è una cosa che la squadra tiene a precisare: «Il ritardo continua a essere giustificato dai tempi tecnici per la transazione dall’Olanda e vogliamo credere a questa versione. Non siamo sprovveduti: abbiamo deciso di sposare il progetto di fronte a parole precise, e ora dobbiamo andare avanti».
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Lo scontro Altovicentino-Padova domenica 4 gennaio sarà un vero e proprio big match dell´ultima giornata di andata della serie D e lo confermano i 1.500 tagliandi inviati ieri mattina nella Città del Santo e messi a disposizione della tifoseria biancoscudata, che per l´occasione avrà tutto il settore coperto opposto alla tribuna. Lecito attendersi, dunque, un´invasione biancorossa ed anzi, proprio per questo motivo, venerdì 2 gennaio è fissato un incontro tra i rappresentanti delle società con la questura di Vicenza per definire tutti gli aspetti logistici. Resta da valutare, tra le altre cose, l´eventuale presenza di tifosi del Vicenza, che potrebbero approfittare della sosta del campionato di serie B per raggiungere Valdagno. Ipotesi affatto peregrina se si pensa che lo scorso anno, a Marano Vicentino, in diversi si erano presentati al “Berto” per “accogliere”, diciamo così, i tifosi della Triestina. Presenti in pochi e per giunta abbastanza attempati. Intanto, sono aperti anche due punti-vendita per i sostenitori dell´Altovicentino che vogliano essere spettatori della sfida. Il primo al bar “Incontro” di Marano, l´altro alla segreteria dello Stadio dei Fiori. E chissà che non si rivedano pure i “The Boors”, prima esperienza di tifo organizzato a favore della squadra del presidente Rino Dalle Rive. Al riguardo va detto che ad inizio stagione girava voce sotto le Piccole Dolomiti di un possibile accordo tra i ragazzi maranesi e gli ultras dell´hockey Valdagno al fine di sostenere gli sforzi di Dal Dosso e compagni, ma poi non se ne era fatto più nulla. Due, al tirar delle somme, le certezze in vista del big-match: da una parte il “muro” patavino, che in serie D fa sempre la sua figura, dall´altra l´esperienza degli attaccanti vicentini, navigati quanto basta per non subire la pressione. Tutto il resto è da capire, anzi vedere.
Ore 13.40 – (Gazzettino) E a livello di spogliatoio? «Mi trovo a mio agio. Si vince quando il gruppo è unito, e qui lo è». Qualche analogia con il gruppo guidato da Parlato l’anno scorso al Pordenone che ha conquistato la promozione in Lega Pro? «Siamo abbastanza vicini. Si vede che anche qui c’è la voglia di arrivare all’obiettivo, e poi al Padova si viene trascinati da un pubblico che non ha niente a che fare con questa categoria. È molto facile dare il massimo in campo spinti da questi splendidi tifosi». Lei, Ferretti, Amirante e il giovane Pittarello. Un attacco esplosivo nel quale non manca la concorrenza. «Più siamo e meglio è. Ci vogliono giocatori pronti a subentrare e fare bene. Anche al Pordenone eravamo sei attaccanti, tutti in grado di fare la differenza». L’anno scorso ha segnato 27 gol, due invece i sigilli nella prima parte della stagione in Lega Pro. Le manca un pò il gol? «Mi manca soprattutto il campo. Se non giochi, non segni». Cosa si attende dal 2015? «Intanto di stare bene fisicamente. E voglio dare il mio contributo per portare il Padova nelle categorie che gli competono. Speriamo che a maggio finisca come tutti ci auguriamo».
Ore 13.30 – (Gazzettino) È approdato all’ombra del Santo, ma anche l’Altovicentino aveva cercato di ingaggiarla nella recente finestra di mercato. «C’era quella possibilità, però dentro di me avevo già scelto da un pezzo di venire al Padova» Il fatto di ritrovare Parlato, allenatore che aveva al Pordenone, è stato determinante per la sua decisione? «Di sicuro lui ci ha messo un bel carico, abbiamo un ottimo rapporto e c’è stima reciproca. La sua presenza e quella di ex compagni che erano con me a Pordenone, oltre a qualche altro giocatore che già conoscevo, hanno fatto pendere la bilancia a favore del Padova. Senza dimenticare l’importanza della piazza». Ha avuto modo di conoscere il presidente biancoscudato Bergamin e il patron Dalle Rive dell’Altovicentino. La sua impressione? «Bergamin è davvero una persona brava e tranquilla. Con Dalle Rive ho parlato solo una volta, e mi ha fatto una buona impressione. Si dice che sia un presidente vulcanico, in realtà quando l’ho incontrato era cordiale». Come procede il suo ambientamento a Padova? «Ho trovato casa all’Arcella. Non conoscevo la città, è bella e mi piace».
Ore 13.20 – (Gazzettino) È stato il primo rinforzo a dicembre, ma ha dovuto attendere più di un mese per poter essere a disposizione in campionato essendo sceso dalla Lega Pro. In mezzo, tra l’altro, anche un infortunio (elongazione al bicipite femorale della gamba destra) nell’amichevole con i Lions Villanova che è ormai superato. Adesso per Emil Zubin è arrivato il momento tanto atteso, quello della “prima” con i biancoscudati. Pronto? «Ci tengo moltissimo a esserci domenica, il mio obiettivo è mettermi a disposizione al cento per cento. Non è stato facile stare fuori in questo periodo, dovendomi solo allenare per un mese. A restare fuori si soffre. Ci attende anche una partita importante, ci tengo a giocare e a dare il mio contributo». Pensa di poter giocare dall’inizio? «Voglio essere a disposizione, poi le scelte spettano all’allenatore». Con l’Altovicentino è sfida di cartello: prima contro seconda, con il Padova avanti di cinque punti in classifica. «È una partita molto importante, ma non fondamentale per il campionato. Noi cercheremo di vincerla perché andare a più otto vorrebbe dire tanto, anche se davanti c’è poi tutto il girone di ritorno e bisogna prestare attenzione».
Ore 12.50 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che questa mattina sono stati venduti tutti i 1500 biglietti messi a disposizione dei tifosi padovani per il Settore Ospiti dello Stadio dei Fiori di Valdagno. Venerdì prossimo si terrà a Vicenza la consueta riunione con le autorità di pubblica sicurezza, durante la quale potrà essere valutato se mettere a disposizione dei tifosi padovani un ulteriore quantitativo di tagliandi.
Ore 12.30 – La società biancoscudata proverà a chiedere altri 500 biglietti per soddisfare i tanti tifosi rimasti senza a causa dell’impressionante sold out odierno.
Ore 12.00 – QUI EUGANEO: ESAURITI I 1.500 BIGLIETTI, È SOLD OUT!
Ore 11.50 – Qui Euganeo: manca davvero poco per il sold out.
Ore 11.30 – Qui Euganeo: circa 150 biglietti ancora disponibili.
Ore 11.10 – Qui Euganeo: già staccati 1.100 biglietti!
Ore 10.50 – Qui Euganeo: coda continua fuori dallo stadio, biglietti in esaurimento.
Ore 10.30 – Qui Euganeo: dato clamoroso riguardante la prevendita, già staccati 750 biglietti in un’ora!
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) A cominciare dal costo: 15 euro a tagliando (per i biglietti interi) è cifra che molti, già ieri pomeriggio, hanno ritenuto eccessiva, pur non tirandosi indietro e garantendo la propria presenza allo stadio Dei Fiori. Per arrivare poi alla capienza: la Questura di Vicenza ha infatti concesso solo 1.500 tagliandi per la tribuna ospiti, che sulla carta ha almeno duemila posti. Alcuni tifosi hanno espresso anche in questo caso il loro disappunto, ma la sensazione è che i tifosi presenti difficilmente supereranno tale soglia. Se ce ne fosse bisogno, in ogni caso, sarà il Padova a dover richiedere una deroga alla Questura di Vicenza per l’emissione di ulteriori tagliandi. Torpedone. I tifosi si mobilitano. L’Aicb sta preparando una colorata coreografia e ha già bloccato cinque pullman: i primi tre (già esauriti) partiranno alle 11.30 dal capolinea del tram alla Guizza, il quarto dallo Stadio Euganeo alle 11.45, mentre il quinto pullman, organizzato dai Club Fossa dei Leoni e Cral Croce Verde, dal parcheggio alla Castagnara (Cadoneghe) alle 11.30. E sono pochissimi i posti ancora disponibili: per informazioni contattare il 3294246440 o il 3384578666. La Tribuna Fattori si muoverà invece in automobile.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Millecinquecento biglietti (in totale) disponibili e una temperatura che continua a salire. La febbre del big-match comincia davvero a farsi sentire: da questa mattina comincerà la vendita dei tagliandi riservati ai tifosi del Padova e in vista della sfida dell’anno di domenica, a Valdagno contro l’Altovicentino secondo in classifica, il numero di tifosi che seguirà Carmine Parlato e i suoi nella tana del lupo cresce. Prevendita al via. Era da tempo che non si registrava un tale coinvolgimento alla vigilia di una trasferta. E dal momento che Altovicentino-Padova potrebbe essere un crocevia decisivo nel campionato biancoscudato, è evidente che moltissimi tifosi non si lasceranno scappare l’occasione di assistervi dal vivo. La società vicentina ha messo a disposizione 1.500 biglietti (1.350 interi, più 150 ridotti che saranno distribuiti sino a esaurimento) che saranno in vendita da oggi nella sala stampa dello stadio Euganeo, all’ingresso della sede sotto la Tribuna Ovest. La vendita sarà aperta nella giornata di oggi dalle 10 alle 12, quindi osserverà un giorno di sosta a Capodanno per poi ripartire venerdì e sabato, al mattino dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalla 15.30 alle 18.30. Ogni persona potrà acquistare un massimo di dieci tagliandi. E non mancano le polemiche.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il forfait annunciato di Lazar Petkovic complica, e non poco, i piani di Carmine Parlato. Alla vigilia della sfida più importante del girone d’andata (e forse dell’intero campionato) il tecnico si trova costretto a mettere pesantemente le mani sulla sua idea di formazione. Perché con l’uscita di un under, appunto Petkovic, e l’ingresso di un over come Cicioni (visto che anche il terzo, il giovane Vanzato, è infortunato), lo costringeranno a togliere una pedina d’esperienza in mezzo al campo per inserire un giovane in più tra i giocatori di movimento. Oltre ai due terzini e a Mazzocco, infatti, servirà un altro innesto: uno tra Mattin e Pittarello, per intenderci, ma con la botta al ginocchio che nemmeno ieri ha permesso al baby attaccante di allenarsi è probabile che la scelta ricada sul play svedese. «Sarò costretto a cambiare in maniera radicale l’assetto», ammette Parlato, «Ma nella mia testa non è mai stato un problema. La regola dei giovani a volte ci costringe a lasciar fuori qualche elemento di peso, ma per fortuna ho in rosa un gruppetto di under che possono tenere il campo in maniera assolutamente valida». Per tutta la settimana si alleneranno con la prima squadra anche i juniores Faggin e Marcandella, ma visto che anche Vanzato non ci sarà Petkovic potrebbe finire in panchina: «Se sarà possibile lo porterò, anche se indisponibile potrebbe venire con noi e scendere in campo con una gamba sola nel caso in cui, tocchiamo ferro, ci serva a gara in corso». Ci sono anche buone notizie: ieri si sono allenati regolarmente Ferretti, Nichele e Zubin e pure Cunico che ha smaltito la febbre. Assente il solo Dionisi, in permesso.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La Biancoscudati Padova e il suo responsabile marketing, Alberto Noventa, si separano, alla naturale conclusione dell’accordo che scade proprio oggi. Noventa, entrato nell’ultimo Calcio Padova, aveva deciso di seguire la rinascita della società separandosi da GSport, per la quale lavorava, e rimanendo legato a viale Rocco. «Ma tra me e la nuova società non c’è mai stato alcun attrito», precisa Noventa, che da oggi lavorerà come export manager per un’azienda padovana, trattando il commercio con l’Asia. «Tra noi c’è stato sempre un rapporto sereno, e le polemiche che alcuni tifosi hanno sollevato sono baggianate. Mi sono legato alla squadra che tifo, anche se l’estate scorsa avrei potuto entrare in società di serie A. Ora esco dal mondo del calcio, perché penso che non potrei mettere lo stesso entusiasmo in una società che non ho nel cuore».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Fra offese irripetibili, dichiarazioni d’indignazione e imprecazioni nei confronti di Dalle Rive, ieri il dibattito si è accesso. Va registrato l’intervento via facebook del segretario Diego Mendo, che ha voluto puntualizzare la posizione dell’Alto Vicentino: «Lo stadio è composto da due tribune coperte – ha spiegato – una destinata ai tifosi locali e l’altra per l’occasione sarà aperta solo per i tifosi del Padova. L’unico vincolo relativo al numero di biglietti è l’ordine pubblico, noi abbiamo tutto l’interesse di ospitare al meglio i tifosi biancoscudati… Qualcuno si lamenta che i tagliandi sono pochi, credo che basti che la società Biancoscudata faccia richiesta di piú tagliandi poi eventualmente interverrà chi di dovere, in questo caso non è certamente Dalle Rive». Sul campo, intanto, arrivano tre buone e una cattiva notizia. A Valdagno non ci sarà l’infortunato Petkovic (in porta Cicioni), mentre hanno recuperato Nichele e il duo offensivo Ferretti-Zubin. E qui entra in gioco Parlato con le sue scelte: chi giocherà davanti, visto che Amirante prima di Natale ha esordito al centro dell’attacco con una doppietta al Ripa La Fenadora? Almeno uno dei tre bomber dovrà rimanere a guardare, fermo restando che l’abbondanza d’ora in avanti sarà costante nel reparto offensivo, che consta pure di Ilari, Petrilli, Aperi, Cunico e Pittarello.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Dovesse essere il titolo di un film, non ci sarebbero dubbi: «4-1-2015: invasione di Valdagno». Cinque pullman già riempiti, auto proprie, cani sciolti pronti a raggiungere con ogni mezzo lo stadio dei Fiori e chi più ne ha più ne metta. Domanda a bruciapelo: basteranno i 1500 tagliandi messi a disposizione dall’Alto Vicentino per il big-match dell’ultima giornata di andata del girone C del campionato di serie D? La risposta al momento dovrebbe essere affermativa, nel senso che dai primi conti sommari in un periodo di vacanze natalizie, la capienza del settore ospiti decisa dalla questura di Vicenza viene ritenuta sufficiente a soddisfare le richieste della tifoseria. Si capirà molto presto se la valutazione è stata azzeccata. Considerato che domani è giorno di festa, i biglietti in prevendita potranno essere acquistati oggi, venerdì 2 e sabato 3 gennaio. Altro interrogativo pressante: il rischio incidenti paventato da diverse fonti (fra cui più di una vicina alla questura) è concreto oppure si tratta di un eccesso di zelo? Al momento il clima è incandescente, soprattutto per la decisione assunta ieri dal presidente dell’Alto Vicentino Rino Dalle Rive di fissare il prezzo del biglietto per il settore ospiti a 15 euro, anziché i 10 paventati in un primo momento. Sui social network sono fioccate le proteste dei tifosi padovani, che hanno invitato la società a farsi sentire o di raddoppiare il costo per il settore ospiti in vista della partita di ritorno.
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (diciassettesima giornata, domenica 4 gennaio ore 14.30): AltoVicentino-Padova, Kras Repen-Clodiense, Montebelluna-Belluno, Mori Santo Stefano-Fontanafredda, Sacilese-Dro, Tamai-Mezzocorona, Triestina-Legnago, Union Pro-ArziChiampo, Union Ripa La Fenadora-Giorgione.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 41, AltoVicentino 36, Belluno 33, Sacilese 31, Montebelluna 27, Union Ripa La Fenadora 26, Clodiense 25, Tamai 23, ArziChiampo e Union Pro 22, Fontanafredda 21, Giorgione 19, Legnago 16, Dro 15, Kras Repen e Triestina 10, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 7.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati finali: ArziChiampo-Tamai 2-0 (Simonato, Carlotto), Belluno-Union Pro 0-1 (Casarotto), Biancoscudati Padova-Union Ripa La Fenadora 3-1, Clodiense-AltoVicentino 4-4, Dro-Kras Repen 2-0 (Bertoldi, Bazzanella), Fontanafredda-Triestina 2-1 (Ortolan, Gargiulo, Manzo), Giorgione-Montebelluna 0-1 (Perosin), Legnago-Sacilese 1-1 (Spagnoli, Tobanelli), Mezzocorona-Mori Santo Stefano 1-1 (Bentivoglio, Tisi).
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E’ successo, 30 dicembre: allenamento pomeridiano all’Appiani, in gruppo Ferretti, Nichele e Zubin ma assente Petkovic.